ora è finita la politica del novecento

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ora è finita la politica del novecento
ORA È FINITA
LA POLITICA
DEL NOVECENTO
CESARE MARTINETTI
1 Front National è il primo
partito di Francia, Marine
Le Pen cambia il paradigma politico di un Paese fondatore dell'Unione europea e
apre una dinamica imprevedibile nel vecchio continente.
Un vittoria annunciata ma
non per questo meno clamorosa: è un voto che segna qualcosa di molto più profondo, è il
superamento dello schema
politico novecentesco, saltano
le categorie nelle quali si sono
formati i partiti delle democrazie occidentali. Il 40 per
cento di voti presi da Marine
Le Pen e dalla nipotina Marion nella due regioni in cui
erano candidate (Nord-Pasde-Calais e Piccardia, Provenza-Costa Azzurra) costituiscono la somma dei voti di destra e sinistra, ex gollisti e socialisti. Nel resto del Paese il
Front è al 30 per cento; secondo partito i «repubblicani» di
Sarkozy con il 26. I socialisti
sono al 23.
Tutto questo non si può più
interpretare con la vecchia
formula del voto di protesta.
Non basta più. Bisogna prendere atto che la politica sta
cambiando, inutili le vecchie
formule che ancora si sentono
oggi in Francia tipo «far fronte all'estrema destra» che è un
modo appena più reticente di
dire: no ai fascisti. Più lo si dirà e più voti andranno al
Front. Il Paese è già altrove.
Sono anni che sociologi e sondaggisti avvertono un rimescolamento nel profondo della
società.
CONTINUAA PAGINA3
Sono cambiate le regole del gioco
Il voto a Marine non è di protesta
Superati ormai gli schemi su cui era basata la dialettica politica tradizionale
regioni
Quelle
in cui il Front
national
è primo
Si tratta
di Nord-Pas
de Calais- Picardia, Paca,
LinguadocaRoussillon-Midi Pyrenées,
BorgognaFranche
Comté, Cen-
tre-Val
de Loire e
Alsazia-Champag ne-Ardenne-Lorena
ai 5 ci I1Sti
Il partito
del presidente
Hollande
è in testa
in Bretagne
e Aquitaine-Limousin-Poi-
tou-Charentes
mentre i repubblicani
sono in vantaggio in Pays
de la Loire,
Normandie,
Auvergne
e Ile-de- France
CESARE MARTINETTI
SEGUE DALLA PRIMA PAGINA
ieri ha sancito la vittoria di Marine Le Pen.
voti al Front national arrivano in gran parte dalle
classi popolari, molti dei
nuovi elettori frontisti hanno
votato comunista per anni. È
il voto dei delusi, dei dimenticati, è il voto di un paese profondo al quale la politica non
sa più parlare. È un voto populista, postideologico e in
questo senso introduce stabilmente nel paesaggio politico
un soggetto "nuovo" ma non
per questo anti-politico.
È un voto contro le élites
politiche che giocano una
piccola battaglia di apparati.
E un voto contro la tecnocrazia gelida di Bruxelles da dove arrivano soltanto diktat
cifrati che la gente traduce in
perdita secca nella propria
quotidianità. Non è un caso
che l'unica regione in cui il
Front arriva terzo con il 18
per cento dietro la destra al
30 e i socialisti al 25 è l'Ile-deFrance e cioè la regione di
Parigi: impensabile un voto
contro le élites nella capitale
delle élites.
È naturalmente un voto di
paura dopo gli attentati. Ma
sarebbe un errore pensare
che i francesi hanno votato
Front dopo Charlie Hebdo e le
stragi di venerdì 13 novembre.
Sarzkoy il grande battuto
In questo senso il grande sconfitto di queste elezioni è proprio
Sarkozy che stava faticosamente costruendo la candidatura
per le presidenziali 2017 sognando la grande rivincita con
Hollande che l'aveva umiliato
tre anni e mezzo fa. Dopo questo risultato è molto difficile
che Sarko, che ieri sera ha lanciato proclami di battaglia contro l'estrema destra rifiutando
qualunque alleanza con il Ps
per il secondo turno, possa essere candidato. Il grande rivale
moderato Alain Juppé (l'unico
che sembra in grado di battere
la Le Pen in un ballottaggio perché capace di raccogliere anche
molti voti socialisti) ha già annunciato battaglia nel partito.
Una crescita continua
La dinamica elettorale per il
Front è positiva dal 2002, l'anno in cui il vecchio Jean-Marie Le Pen, padre di Marine
riuscì a battere il premier socialista Lionel Jospin nel primo turno delle presidenziali e
arrivò al ballottaggio con Chirac. Perse, è vero, per 82 a 18
(per cento). Ma il grande tabù
era rotto. Da allora gli altri
partiti, in particolare la destra ex gollista con Nicolas
Sarkozy si sono lanciati all'inseguimento del paese che
sembrava scivolare sempre di
più nell'ombra del Front dando così corso a quella «lepenizzazione» degli spiriti che
Hollande e la sinistra divisa
Hollande è stato sconfitto ma
meno di quel che si pensava. I
voti della sinistra (come sempre dispersi) sommati fra loro
fanno quasi ovunque più del
Front. Ma si sa che un conto è la
matematica e un altro conto la
politica. Il Presidente ha comunque molto recuperato grazie all'atteggiamento fermo e
reattivo di fronte agli attentati.
La «guerra» immediatamente
dichiarata all'Isis, lo stato di
emergenza messo in atto nel
paese, l'attivismo diplomatico
gli hanno riportato molti consensi persi nel deludente andamento economico del paese.
Lui, certamente, sarà il candidato alla propria successione
tra poco più di un anno.
Promesse mirabolanti
Detto questo bisognerà anche
vedere che uso farà Marine Le
Pen di questo risultato elettorale, che naturalmente dovrà essere confermato domenica
prossima ai ballottaggi. Ma nel
sistema francese le regioni han-
no poteri molto meno significativi delle regioni italiane, non si
potrà certo misurare il programma di governo del Front.
La Pen vince su promesse mirabolanti: l'uscita dall'euro (che
in verità negli ultimi tempi ha
un po' attenuato, forse nel timore di doversi poi trovare davvero a metterla in atto), la chiusura dei confini agli stranieri, nazionalizzazioni delle imprese
che delocalizzano, etc. Ma questa sarà la partita del 2017 della
quale sappiamo da fin d'ora che
uno dei due candidati sarà Marine Le Pen. Resta da capire chi
potrà (e saprà) sfidarla.
Twitter @cesmartinetti
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I trìonfo
Marine Le Pen fra gli elettori di HéninBeaumont, suo storico feudo elettorale
nel Nord della Francia . All'annuncio dei
risultati è scoppiato un boato di gioia
E fiseo
Vincere le
presidenziali
dei 2017 è il
vero obiettivo
della Le Pen
E i temi rilanciati dal Fn come l'Europa e i migranti diventeranno ancora
più centrali