Relazione finale

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Relazione finale
Relazione finale
Valentina Polizzotto, 739607
LEZIONE 1 DEL 18 APRILE
La mia prima impressione sulla lezione introduttiva è positiva, la modalità di lezione che ci ha proposto di adottare, di
“social learning”, mi ha sorpreso, sicuramente noi studenti non siamo molto abituati ad essere così attivi e partecipi in
generale, ciò richiederà un certo impegno, ma sono convinta che ci coinvolgerà maggiormente nel corso e si spera
porterà a risultati migliori, rispetto ad utilizzare una modalità di lezione tradizionale.
I contenuti della lezione sono stati interessanti, anche se alcuni piccoli concetti li conoscevo già, non mi è dispiaciuto
approfondirli, perché trovo utile apprendere l’evoluzione di un meccanismo, specie se ha segnato il cambiamento di
un’era , come è successo con l’invenzione del “world wild web”, ( la grande ragnatela del mondo), grazie ad uomo
acuto e generoso come Tim Berners Lee, il quale ha concesso al mondo le sue invenzioni, senza richiedere i diritti
d’autore o un qualche profitto economico. Quest’uomo ha permesso un grande sviluppo socio-economico-culturale,
in quanto ha reso accessibili informazioni riguardanti tutti i campi del sapere ad un’ampia fascia di persone, in modo
più veloce e comodo ed una crescente interattività.
Mr. Lee inventa un linguaggio innovativo di codifica, denominato “html”, il quale sta per “hypertext markup language”
attraverso un meccanismo di “tag”, ossia un linguaggio di marcatura ipertestuale che dà la possibilità di prendere una
o più parole di un testo che possono essere contrassegnate attraverso i tag, ossia delle etichette che ne descrivono la
funzione.
Nel 1991 inventa, inoltre, un programma, denominato “protocollo http” (hypertext transfer protocol) , che è in grado
di visualizzare e trasmettere le pagine sulla rete e successivamente il ”server http” .
Dopo la definizione di che cos’è un browser o client abbiamo introdotto l’argomento web 2.0 che analizzeremo più da
vicino nelle seguenti lezioni, alle quali presterò attenzione volentieri, perché ho sentito spesso nominare questo
termine ultimamente, ma ne so ancora poco sull’argomento.
http://www.thinktag.it/it/resources/turismatica-lezione-1-del-18-aprile-2012?comments_page=2#comment_8561
LEZIONE DEL 19 APRILE
Nella lezione del 19 aprile abbiamo trattato l’evoluzione del web. Prima del 1992 esisteva una specie di
Internet, prima del concetto di web, composto solo dall’interfaccia testo. Il primo sistema operativo era il
“dos (disc operating system)”.
Chi forniva il servizio doveva possedere i seguenti strumenti: Un server http, un protocollo http e del
personale a conoscenza del linguaggio html
Erano, quindi, poche le persone che possedevano quella capacità tecnologica e di conseguenza molto pochi
i “producers”. Nel 1996 il web era unidirezionale i cosiddetti “producers” fornivano le informazioni di cui i
“consumers” usufruivano.
Oggi grazie a nuovi strumenti, ad esempio i blog, non è necessario possedere tutta questa tecnologia per
produrre informazioni e il carico di queste ultime è notevolmente aumentato.
Dal 2006 questa situazione è cambiata sempre più, fino a capovolgersi. Nasce il concetto di web 2.0,
ognuno di noi è produttore di informazioni e vi è un “information overload”, cioè un sovraccarico di
informazioni e risulta sempre più difficile selezionare quelle adatte ed utili o recuperarne di vecchie. Il
processo è limitato, unilineare e una soluzione possibile è estrapolare i contenuti interessanti ed
organizzarli in fascicoli, utilizzando delle tag, oppure fissare i concetti con un programma “editor”.
La qualità dei contenuti, con l’affermarsi del web 2.0 è andata calando, se si considera che ci sono molti
“prosumers”, (sia produttori, che fruitori di informazioni), non sono competenti in certe materie, ma se ne
occupano ugualmente nei loro spazi su internet. Ci sono anche, però, quegli utenti che non hanno delle
grosse competenze tecnologiche, (ad es. non conoscono il linguaggio di codifica “html”), ma sono esperti
nei campi del sapere di cui scrivono e quindi preziose fonti.
Un fenomeno importante è scaturito dalla possibilità di condividere contenuti con facilità ed è il “cytizen
journalism”: le informazioni in tempo reale non arrivano dai media tradizionali, bensì da chi vive in prima
linea gli eventi e registra dei video che mette poi in rete, grazie a youtube o ad altri siti. Questi nuovi
“reporters” non avranno, magari, la professionalità nel fare video, ma forniscono informazioni più oggettive
ed approfondite, di quelle che i media di massa riuscirebbero a reperire altrimenti.
Oggi convivono sul web i due modelli: quello erogativo del 1996 e quello partecipativo del web 2.0, ma si
può trovare anche la fusione di questi due modelli, ad esempio il sito di Expedia, in cui ci sono sia le
recensioni degli amministratori del sito, sia i giudizi dei turisti sui prodotti.
http://www.thinktag.it/it/resources/turismatica-lezione-2-del-19-aprile-2012#comment_85831
TAG: Equità dei contents, accessibilità ,prosumers ,web bidirezionale , information overload ,turismatica ,user
generated content
http://www.thinktag.it/it/resources/il-mio-sito-italia--3
TAG:
http://www.thinktag.it/it/tags/calendario-eventi
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http://www.thinktag.it/it/tags/lingue-straniere
LEZIONE 3 DEL 24 APRILE
Oggi a lezione abbiamo avuto il direttore del comitato innovazione e turismo Edoardo Colombo, che ci ha presentato il
progetto sul portale del turismo Italia, in fase di sperimentazione, che coinvolge noi studenti in Scienze del Turismo
dell’università Bicocca, insieme ad altri due soggetti e consiste nell’inserire la modalità di “SOCIAL TURISM” al sito
istituzionale, ossia creare una BIDIREZIONALITA’ tra il modello erogativo e il modello partecipativo. (IBRIDAZIONE 2.0)
Il dottor Paini ha continuato il discorso cominciato nella precedente lezione sul concetto di ibridazione. L’IBRIDAZIONE
consiste nel combinare due componenti al fine di creare un nuovo prodotto altrettanto efficiente ed addirittura
migliore delle due istanze prese separatamente.
La nostra attenzione dovrà essere dedicata non tanto a descrivere in modo minuzioso le eventuali mete, bensì nel
promuovere il territorio italiano raccontando le esperienze nostre dei luoghi che conosciamo molto bene, o perché ci
viviamo, o per altre ragioni. Oggi l’”USER GENERATED CONTENT” è più credibile, rispetto a quello prodotto nei siti
istituzionali. I contenuti prodotti dai turisti nei siti di recensione sono in prevalenza positivi ed il motivo che spinge gli
utenti a lasciare commenti può essere solo dovuto a forti sentimenti lasciati dalle esperienze vissute, che siano
positive o che abbiano provocato delusione rispetto alle attese disilluse del cliente.
Il sito del turismo dell’Italia è pensato, in generale, per un target indistinto, però ci si vuole concentrare di fatto sul
turista straniero e soprattutto si vuole creare due sezioni distinte tra chi è già venuto in Italia e chi non l’ha mai
visitata.
La componente partecipativa, tipica del web 2.0, che si vuole integrare al portale del turismo d’Italia sembrerebbe
oggigiorno la scelta giusta. E’ impensabile che una sola redazione soddisfi le richieste oggi così specifiche e DI NICCHIA
del turista. E’ importante lavorare sulla promozione del territorio, anche se il marchio “made in Italy” è al terzo posto
per notorietà, perché oggi la COMPETIZIONE turistica è diventata GLOBALE. Si deve, quindi, valorizzare quello che il
territorio esprime, attraverso la modalità di “STORY TELLING”, portare un arricchimento iperbolico ai luoghi mettendo
in risalto l’appartenenza ad un determinato contesto storico. La conoscenza di storie ambientate in certi luoghi
conferisce prestigio, valore a questi ultimi.
Ci sono poi dei concetti di tecnologia applicata al turismo che hanno spiegato, alcuni dei quali risultavano
completamente nuovi, ad es. “OPEN DATA”, che sarebbero le informazioni a carattere pubblico che se resi disponibili
a determinate tecnologie possono risultare molto utili.
Una cosa che non sapevo è che la rete elimina il materiale non interessante, ma non so bene cosa si intenda in questo
caso per interessante, forse avente un basso numero di visualizzazioni? Perché su Internet trovi, a mio parere,
veramente di tutto, quindi non so quanta vigilanza e pulizia riesca a fare la rete realmente.
http://www.thinktag.it/it/resources/turismatica-3-lezione-24-aprile-2012#comment_86210
TAG LEZIONE 3
http://www.thinktag.it/it/tags/made-in-italy
http://www.thinktag.it/it/tags/versione-beta
http://www.thinktag.it/it/tags/modalita-social--2
http://www.thinktag.it/it/tags/ibridazione-20
http://www.thinktag.it/it/tags/always-on-beta
http://www.thinktag.it/it/tags/iper-pertinenza
http://www.thinktag.it/it/tags/story-telling
http://www.thinktag.it/it/tags/esperienza
http://www.thinktag.it/it/tags/long-tail
LEZIONE 4 DEL 26 APRILE
Oggi, nella lezione del 26 aprile, abbiamo ripreso il concetto di IBRIDAZIONE 2.0 ed il professor Paini ha spiegato cosa
dovremo fare per il progetto sul “portale del turismo Italia”. Il mezzo che utilizzeremo per creare dei contenuti
secondo la “modalità social”, è la piattaforma “Thinktag smart”. Ogni studente dovrà creare delle risorse sul territorio
che vuole valorizzare e promuovere, grazie all’esperienza diretta che ha del luogo. Si potrà interagire con i contenuti
messi a disposizione da altri, basterà, infatti, aggiungere delle risorse inerenti e connetterle a questi. I singoli oggetti di
analisi dell’utente sono definiti “NODI”, che andranno interconnessi al fine di creare dei percorsi tematici.
Un elemento chiave, oggi, nella promozione turistica è la mappa, in quanto rappresenta il territorio e non dovrà
mancare nella presentazione dei luoghi.
Il progetto si prospetta interessante e spero di svolgere bene il lavoro affidatoci.
http://www.thinktag.it/it/resources/turismatica-lezione-4-del-26-aprile-2012#comment_86383
TAG LEZIONE 4: Ibridazione 2.0, condivisione, esperienza, interattività, rappresentazione.
COMMENTI
1) LEZIONE/ESERCITAZIONE DEL 23 APRILE
1.Nella prima lezione di esercitazione abbiamo appreso che il modello erogativo viene anche definito di “top down”,
mentre quello partecipativo di “bottom up”. I media di massa come la televisione o la radio seguono il modello di “top
down”. Il modello più adatto per la organizzazione delle informazioni è la combinazione dei due modelli, il feedback
degli utenti, infatti, arricchisce e dà maggiore credibilità ai contenuti messi a disposizione da una redazione
istituzionale. La redazione che compone un sito turistico promozionale dovrà quindi essere diffusa, al fine di ottenere
una maggiore efficienza e minori costi.
Oggigiorno le aziende spendono tempo e denaro per analizzare i gusti delle persone, per sondare cosa interessa al
consumatore, lo fanno creando delle pagine web sui principali social network, come Twitter o Facebook.
Oggi l’offerta non deve vendere tanto la località turistica, quanto piuttosto l’esperienza che si può vivere in questa. E’
più importante la rappresentazione simbolica del prodotto, che il prodotto stesso.
I siti social sul turismo creati dai turisti stessi, stanno ottenendo un enorme successo, il 75% degli utenti nella fase di
ricerca e scelta della destinazione turistica, consultano come prima scelta questi siti di recensione di modello “bottom
up”.
In questi siti l’utente che ha vissuto un’esperienza in un determinato luogo, se è rimasto particolarmente entusiasta o
al contrario molto deluso, decide di condividere il suo vissuto e di dare consigli sui posti che ha visitato e in cui ha
soggiornato.
Il turista di oggi è PIU’ ESIGENTE, ricerca nel viaggio emozione, soddisfazione e superamento delle sue attese.
La teoria della “LONG TAIL”, infatti, afferma che ogni volta che cerco di confezionare un prodotto di massa devo
pensare che non è più il mercato di dieci anni fa, bensì è un mercato FRAMMENTATO, NON LINEARE, DI N. NICCHIE.
Bisogna soddisfare la domanda del SINGOLO, NON delle MASSE.
A mio parere i siti a modalità social sono molto utili, perché aiutano a non essere ingannati sui prodotti turistici offerti,
in quanto gli utenti che postano i commenti e le recensioni non hanno interessi economici, al contrario delle imprese
turistiche, le quali, quindi, potrebbero presentare una realtà fittizia.
TAG: modello bottom-up, modello top down, mercato frammentato, nicchie, teoria “long tail”,siti social
http://www.thinktag.it/it/resources/esercitazioni-1-turismatica#comment_86436
2.Una ragazza nel giorno dell’esercitazione ha proposto che il portale del turismo Italia potrebbe toccare da
vicino le tematiche sulla sostenibilità del territorio ed io sono d’accordo con lei. Il tema SOSTENIBILITA’ è
sempre più importante per preservare le nostre bellezze naturali e la nostra società dalle problematiche
causate dall’uomo dal non rispetto e dallo sfruttamento, in termini eccessivi ed a ogni costo, della terra.
Oggi paghiamo le conseguenze di tutte le concessioni che ci siamo dati in passato, ma possiamo migliorare
la qualità della nostra vita, con interventi ecosostenibili. Il termine “eco-friendly” è sempre più di moda ed è
usato spesso a sproposito. Oggi esiste anche un “turismo ecosostenibile” che attira molte persone sensibili
al tema dell’ambiente o interessate a fare una tipologia di vacanza alternativa. Molte strutture ricettive si
stanno adeguando e promuovono il loro IMPATTO MINIMO sull’ambiente, i loro materiali ecosostenibili. Ci
sono anche gli “ECOMUSEI” che sono dei musei “open air” che preservano il territorio, la cultura e la
propria comunità, in quanto presentano al turista le proprie tradizioni ed i piatti tipici a “km zero”, ossia
locali, prodotti dai membri stessi di quella comunità. Gli ecomusei sfruttano il concetto dell’
“IPERPERTINENZA”, raccontano il contesto storico originario di cui fanno parte per valorizzare l’area
simbolicamente. Gli ecomusei, a mio parere, sono una bella ed intelligente iniziativa che esiste ormai da
anni. Io ho visitato l’ecomuseo di Colmar in Alsazia e mi è piaciuto molto!
Un'altra soluzione eco-friendly applicata al turismo è il riutilizzo e la ristrutturazione di vecchi edifici in
disuso, come fanno già per i musei, invece che cementificare ulteriormente il territorio. Sarebbe bello
sponsorizzare sul portale del turismo Italia questi posti e dare maggiore rilievo ai parchi e giardini che
abbiamo in Italia, promuovendo di più il turismo sostenibile.
http://www.thinktag.it/it/resources/esercitazioni-1-turismatica#comment_86461
COMMENTO RISORSA MIBAC PIEMONTE
Il museo nazionale del cinema di Torino è in assoluto il mio preferito tra quelli che ho visitato, da una parte perché
sono un’amante del cinema e di tutto ciò che riguarda la multimedialità, dall’altra perché i contenuti sono stati
presentati attraverso degli allestimenti che coinvolgono lo spettatore! E’ un museo originale, apprezzo molto il lato
interattivo e multimediale del museo, permette di apprendere cose nuove divertendosi ed è coerente con l’oggetto
principale del museo, cioè il cinema e la sua storia!
E’ un museo che ho visitato ben due volte, anche se tempo fa, ma ci ritornerei di nuovo molto volentieri. A mio parere
non basta una visita sola per godere appieno di tutto ciò che offre!
In quelle due giornate trascorse al museo ricordo il piacere nel vedere i costumi originali degli attori di film “storici”, il
divertimento nel testare delle particolari tecnologie cinematografiche ed il relax quando mi sono seduta sulle lunghe e
comode poltrone rosse a guardare i giochi di luce sul soffitto e le proiezioni di scene di film. Consiglio, quindi, di
visitare questo museo almeno una volta nella vita, perché ne vale la pena e NON vi annoierete di certo!
L’architettura della Mole Antonelliana, inoltre, la considero molto bella e questa particolare sede attribuisce
sicuramente valore al museo.
http://smart.thinktag.org/it/resources/museo-nazionale-del-cinema--4#comment_86708
LEZIONE 5 DEL 2 MAGGIO
Nella lezione del 2 maggio abbiamo discusso sull’ORGANIZZAZIONE di informazioni.
Nel caso in cui si ha un OVERLOAD INFORMATIVO, cioè disponiamo di un eccesso di informazioni, tendiamo a
sistemare i contenuti e il metodo che utilizziamo comunemente sono le cartelle. La metodologia sistematica della
CLASSIFICAZIONE è “arretrata”, in quanto era già utilizzata dalla fine dell’ ‘800 ed è inefficiente, perché causa una
maggiore perdita di tempo per sfogliare i contenuti, in cerca di quello giusto, rispetto ad altre metodologie.
Un certo sir Dewey riteneva che la conoscenza elaborata dall’uomo dovesse essere classificata. Inventò così un
metodo di classificazione decimale nel 1876, che consiste nel suddividere le materie in 10 classi e gli argomenti
specifici riguardanti in altre 10 sottoclassi e così via. Questo metodo è utilizzato nei sistemi di catalogo bibliotecari.
(Mentre il professore introduceva il discorso, avevo fatto un collegamento nella mia testa, poiché pochi giorni prima
ero stata alla biblioteca universitaria e mi ero chiesta come si facesse a ordinare decine di migliaia di libri ponendo un
lungo codice di cifre, e che logica si seguisse precisamente.)
Comunque se un contenuto inizia ad avere valenza INTERDISCIPLINARE, il metodo sistematico di Dewey risulta
insufficiente.
La metodologia dell’ETICHETTAMENTO è sicuramente quella più appropriata.
Esistono vocabolari controllati di parole che possono essere utilizzati, i cosiddetti “tesauri”, dal latino “thesaurus”. I
termini che sono adatti a rappresentare un tema si definiscono “DESCRITTORI”, quelli che non lo sono “NONDESCRITTORI”.
I tesauri migliori sono quelli che vengono continuamente aggiornati e che prendono in analisi aree di conoscenza
circoscritte. Questi vocabolari non sono, però, “sensibili” all’ESPERIENZA dell’utente ed alle sue CONNOTAZIONI. Nel
tesauro le etichette sono le KEY-WORDS, che usano SOLO gli ESPERTI e sono DIVERSE dalle TAG!
La soluzione di organizzazione migliore di contenuti è il “TAGGING”, cioè porre delle “tag”, delle etichette che
simboleggiano la semantica, cioè il significato che noi attribuiamo alle informazioni e così si può estrapolare quel che
occorre con facilità. Il linguaggio del “TAGGING” è naturale ed informale, le tag vengono usate da qualunque utente,
mentre quello del “THESAURUS” è “tecnico”.
Nella piattaforma THINKTAG utilizziamo un metodo “smart”(intelligente): il professore ha adottato un metodo ibrido,
la combinazione tra il vocabolario controllato e il meccanismo di tagging. Quando decidiamo di porre una tag ad una
risorsa, siamo LIBERI di scegliere quella che vogliamo, ma un piccolo suggerimento compare per scrivere la parola in
questione NEL MODO CORRETTO.
http://www.thinktag.it/it/resources/turismatica-lezione-5-del-2-maggio-2012-#comment_87159
TAG: smart community, social tagging, overload informativo, metadati, tagging libero, vocabolario controllato,
semantica lessicale
http://www.thinktag.it/it/resources/il-mio-stile-di-viaggio--20
LEZIONE 6 DEL 3 MAGGIO
Nella lezione del 3 maggio abbiamo ripreso il concetto di “TAG”. La “tag” funziona come motore di ricerca visuale,
cliccare una tag equivale a scrivere su di un motore di ricerca l’argomento che si vuole trovare. La modalità
“TAGGING” offre i suoi vantaggi solo se è LIBERA, ossia se non ha un vocabolario controllato, che obbligherebbe ad
usare solo determinate parole per esprimere i concetti e limiterebbe il pensiero degli utenti!
Il professor Paini ha introdotto, poi, il termine “TAG CLOUD”, la cui traduzione dall’inglese sta per “nuvola tag”, è la
RAPPRESENTAZIONE in forma grafica delle parole più usate dagli utenti, il cui CARATTERE è influenzato dalla loro
OCCORRENZA. L’OCCORRENZA indica QUANTE volte RICORRE una parola. Questo meccanismo ci darà come risultato la
SEMANTICA.
Si può costruire una “tag cloud” su una parola di riferimento, centrale, che viene definita “TAG PIVOT” ed in questo
caso si ha una “TAG CLOUD IPER-PERTINENTE” e delle tag ad essa ASSOCIATE.
La TAG CLOUD è uno strumento utile ad estrarre SEMANTICA SOCIALMENTE DEFINITA.
Dopo di che ci siamo chiesti: “Gli scaffali sono o no un elemento essenziale nel “SOCIAL LEARNING”?”
Per rispondere a questo quesito abbiamo per prima cosa definito cos’è e a cosa serve uno scaffale. E’,innanzitutto, un
metodo SISTEMATICO di gestione della conoscenza. E’ INDIVIDUALE, NESSUNO può inserire contenuti negli scaffali che
non appartengono loro, dunque è PERSONALE. C’è da dire, però che un’altra persona, se vuole, può fare una copia di
quello di un altro e svilupparlo poi a suo modo. E’ IDENTIFICABILE, dal momento che lo nomino.
Lo “SCAFFALE” NON è indispensabile ai fini del nostro lavoro, ma si può utilizzare integrandolo ad altri mezzi.
Non è vero che per ORDINE si deve intendere SOLO la logica sistematica e non è, inoltre, la soluzione più adeguata per
gestire la complessità di contenuti!
Uno dei limiti al metodo sistematico “SCAFFALE”, infatti, è che più di una persona non può lavorare sullo scaffale del
singolo. Per risolvere questo problema su THINKTAG si creano “COLLEZIONI”, che racchiudono le risorse del gruppo, le
quali insieme formano un percorso culturale.
http://www.thinktag.it/it/resources/turismatica-lezione-6-del-3-maggio-2012-#comment_87191
TAG: tag cloud, scaffale, tag pivot, tag cloud iper-pertinente
2) ESERCITAZIONE DEL 7 MAGGIO
Devo dire che Foursquare è stata una sorpresa per me. Trovo, inoltre, questo social network basato sulla
geolocalizzazione molto utile. E’ come se fosse una guida turistica online sempre aggiornata, inclusa di mappa
interattiva! Se lo guardo da turista sono contenta di avere a disposizione un mezzo simile, perché mi permette di
localizzare tutte le attrazioni presenti nel territorio in cui mi trovo, di seguire i consigli (“tips”) dei più esperti, che sono
già passati di lì, di vedere con la “funzione radar” se ci sono amici nelle mie vicinanze. E’, insomma, la mia piattaforma
sociale preferita, inoltre perché vi sono molte foto dei luoghi a testimonianza dei “check-in” dei miei contatti. Il
“check-in” si fa quando si vuole rimarcare che si è stati in un determinato posto. Quando raggiungi un certo numero di
“check-in” e pubblichi le relative foto, puoi diventare “mayor” di un posto e usufruire così di piccoli vantaggi (uno
sconto se è un negozio, un caffè se è un bar e così via). Se non posti le foto non puoi diventarlo, ma puoi comunque
ricevere dei riconoscimenti chiamati “badges” per il raggiungimento di determinati obiettivi. Ogni badge è
personalizzato in base alla premiazione che ti è stata data: ce n’è uno per gli escursionisti, per coloro che usano spesso
il treno, la biblioteca, ecc.
Questa piattaforma se la guardo in un’ottica professionale, potrebbe risultarmi molto efficace per la promozione del
mio territorio. Si possono realizzare dei percorsi turistici segnalando le varie tappe tramite check-in! Sponsorizzare,
inoltre, un’offerta del momento di un’azienda, tramite uno “shout” (urlo), o meglio ancora un “tip”(consiglio).
Foursquare può essere sfruttato anche come agenda, in quanto vi è la possibilità di prender nota degli appuntamenti
o progetti, sempre però in riferimento ai luoghi. Si può fare questo nelle liste, riguardo ai propri progetti ve n’è una
dedicata ed è “my-to-do-list”.
http://www.thinktag.it/it/resources/esercitazione-del-7-maggio-2012-a-e-b?comments_page=1#comment_95297
LEZIONE 8 MAGGIO
Nella lezione del 8 maggio il dottor Paini ha messo in risalto l’importanza dei social network a livello professionale nel
settore turistico. Questi network sono strumenti a disposizione per la promozione turistica ed è importante
conoscerne i meccanismi, sapere cosa sono e come utilizzarli, al fine di sfruttarli per comunicare con un eventuale
cliente che li utilizza. Non importa se non li useremo nel privato, ma dobbiamo essere preparati in materia, perché
anche se non possediamo la tecnologia adatta, non vuol dire che anche le altre persone ne siano prive.
Innanzitutto è importante sapere che Foursquare si utilizza tramite web o “mobile technologies”. Se si vuole fare
check-in dei luoghi, per rendere partecipi i propri contatti dei luoghi dai quali sono passata, si deve avere un “plug-in”,
ossia un’estensione che si aggiunge al browser per poter fare check-in anche da quest’ultimo. Se si ha lo smartphone o
qualunque altra tecnologia mobile è necessario scaricare l’applicazione.
Foursquare potrebbe risultare utile per osservare i percorsi dei turisti e stimare così le preferenze sui luoghi.
Bisognerebbe, però, invitare ed invogliare il turista a fare i check-in dei propri itinerari tappa per tappa e non sempre è
possibile “fisicamente”, ad esempio a volte dei problemi tecnici impediscono la connessione e così via.
In Italia il fenomeno Foursquare è marginale, il 2,9% degli utenti è italiano, ma all’estero suscita un certo fascino ed è
molto utilizzato. Questa rete sociale sfrutta la modalità del gioco, che è un potente strumento per coinvolgere le
persone; non si intende, però, un gioco abbinato ad un’applicazione, bensì gamification è incorporare gli elementi del
gioco (spirito di sfida,ecc.) dentro l’applicazione.
L’utilità di Foursquare è data anche dalla sua funzione RADAR, solo per smartphone e non per pc, la quale informa se
ci sono amici nei paraggi o nei luoghi in cui siamo passati noi. Il radar, di fatto, segna un tracciato del mio percorso,
questo limita la privacy degli utenti che usano questo network basato sul principio della GEOLOCALIZZAZIONE, ANCHE
SE gli utenti ne sono CONSAPEVOLI e i check-in sono a discrezione di questi ultimi.
Una persona se vuole può creare un profilo con un nick-name che non corrisponda al nome reale. Nel web del 1996
non esistevano ancora le reti sociali, l’unica forma partecipativa degli utenti erano i “forum”, i quali erano molto
diffusi. Le persone che intervenivano nei forum utilizzavano nomi inventati perché si pensava che esporsi in rete fosse
sbagliato. Oggi, al contrario, i nomi reali sono più utilizzati perché l’importante è essere individuabili per entrare in
relazione con gli altri.
Prossimamente, poi, parleremo di “social media strategy” e Twitter è la rete più sfruttata per questo scopo,
scopriremo quanto è importante per la promozione di una località turistica.
Credo che Foursquare sia molto adatto ai turisti che possiedono la tecnologia mobile, per informarsi in tempo reale e
da persone affidabili, riguardo le opportunità che un luogo offre. E’ come se fosse una guida turistica “up to date” ed
molto più piacevole da utilizzare rispetto a quelle “tradizionali”, in quanto ha un alto grado d’interattività.
http://www.thinktag.it/it/resources/turismatica-lezione-7-del-8-maggio-2012-?show_comment=88096
TAG: social network, gamification, plug-in, foursquare,utilità, check-in, geolocalizzazione, social network for tourism,
3) ESERCITAZIONE DELL’8 MAGGIO
Ci è stato chiesto di pensare una strategia per promuovere un luogo che conosciamo tramite l’utilizzo della
piattaforma sociale “foursquare” ed io ho pensato al parco della “Spina Verde” a Como. Questo possiede numerosi
sentieri dalle peculiarità differenti e pensavo che eventuali turisti-escursionisti potrebbero immortalare i loro
momenti nel parco, in modo da registrare le loro esperienze, che sono uniche per ognuno. In questa zona verde molto
estesa si possono avvistare delle volpi e altri animali tipici del sottobosco, delle quali si possono ammirare le tane, ma
è difficile vederli “dal vivo”. Una volta scattate le foto potrebbero fare dei “check-in” tramite il social network
“Foursquare” e diffonderli con una logica virale su tutte le piattaforme a cui appartengono e quindi far vedere queste
bellezze paesaggistiche a tutti i loro contatti. Il valore di questo territorio verrà in questo modo messo in luce.
http://www.thinktag.it/it/resources/esercitazioni-lezione-dell8-maggio-2012-?comments_page=1#comment_95309
TAG: foursquare, territorio, promozione, marketing, piattaforma sociale, check-in
4)LEZIONE/ESERCITAZIONE DEL 9 MAGGIO
Oggi la lezione è stata tenuta dalla dottoressa Guarriello, la quale ci ha introdotto il concetto di “MERCATO
CONVERSAZIONALE”. Internet ha fatto evolvere il concetto di marketing, oggi è un ambiente attivo, in cui i
consumatori PARTECIPANO in prima linea ed hanno la capacità di influire sul mercato, semplicemente ponendo un
commento sul web riguardante un determinato prodotto che loro stessi hanno provato. L’ESPERIENZA e l’emozione
diventano elementi essenziali e TRAINANTI per la promozione di un oggetto.
La conversazione online si snoda, principalmente, su due binari: i “BLOG” e la metodologia degli “SHORT MESSAGES”,
ossia la cosiddetta “microinformazione”. Gli utenti hanno sempre più la tendenza ad un utilizzare quest’ultimo modo
per comunicare, NON si ha qui un dialogo fluido come avviene nei blog, bensì si danno gli input essenziali di ciò che si
vuole condividere.
La COMUNICAZIONE nel marketing, oggi, deve essere BREVE e diretta SE vuole raggiungere i suoi obiettivi e trainare le
masse, dal momento che queste sono state abituate a ricevere informazioni tramite “short messages”, o addirittura
SENZA bisogno di parole, come nelle ultime piattaforme in voga, (Pinterest o Instangramm), in cui si condividono
immagini RAPPRESENTATIVE. Oggi si la nostra comunicazione è LIMITATA nel momento in cui si stabilisce un NUMERO
MASSIMO di caratteri entro cui esprimersi.
Questi “nuovi” social network hanno una componente ludica, MA anche un’utilità professionale, in quanto
identificano i contatti che li utilizzano, danno loro un “BRANDING”: la politica del “naming” risulta importante se vuoi
essere rintracciato per qualsiasi questione, soprattutto lavorativa. E’ dunque NECESSARIO ed utile utilizzare come
nome utente il proprio NOME REALE e NON un nick-name o abbreviazioni del proprio nome, se si vuole essere
contattati.
La dottoressa Guarriello ci ha mostrato, in seguito, TWITTER e le sue funzioni e devo ammettere che tra i social
networks presi in considerazione è quello che mi piace di meno, il fatto che sia “di moda” crearsi un account twitter
non mi spinge a volerne uno. E’ vero anche che non conosco ancora abbastanza questo network, quindi rimando il
giudizio definitivo a quando lo avrò testato personalmente. Una delle ragioni per cui non mi piace è il limite di
espressione dovuto al numero di caratteri concessi. Ritengo, PERO’ ,che, come è stato detto in classe sia utile per noi
del settore turistico conoscere il meccanismo di Twitter, in quanto è un canale di promozione gratuito e di larga
diffusione.
http://www.thinktag.it/it/resources/lezioneesercitazione-n4-del-9-maggio-201?show_comment=87875
TAG LEZIONE 9 MAGGIO: mercato conversazionale, short messages vs blog, evoluzione della comunicazione, twitter,
pinterest, branding, nomi reali, rete di relazioni
5)LEZIONE/ESERCITAZIONE DEL 10 MAGGIO
Sono arrivata per la seconda parte della lezione e dunque ho seguito solo la conclusione sulla “case-history”
Barilla, “Nel Mulino che Vorrei”. L’utente-consumatore ha la sensazione di essere importante per
quest’azienda, perché nel sito di questa viene coinvolto nei progetti di produzione dei prodotti: vengono
invitati a pensare a nuove idee da proporre nel mercato e il consumatore si sente così protagonista.
E’ stato spiegato che l’azienda, inoltre, interagisce con il consumatore attraverso il brand, che viene
umanizzato, in quanto è rappresentato da una persona fisica che interagisce e soprattutto risponde a tutti i
dubbi del cliente. Il modello “ascolta, agisce, impara” risulta vincente, in un’ottica di business.
A mio parere sono stati molto furbi a sfruttare la logica del “crowdsourcing”: in quanto da questo invito di
partecipazione potrebbero scaturire idee vincenti e l’azienda ne trarrebbe i profitti, senza pagare il
consumatore responsabile, che si accontenta di buoni/prodotti recapitati direttamente a casa.
E’ stato, in seguito, detto che una comunicazione efficace in rete è ottenuta tramite la geolocalizzazione,
attraverso cui segnaliamo la nostra posizione geografica ai nostri contatti. In questo modo anche
un’azienda può mettersi in luce e promuovere i suoi marchi nello stesso tempo. Il processo virale dato dagli
utenti “prosumer” del web 2.0, (che avviene grazie al passaparola), consente di trasformare un cliente
potenziale in uno reale. Bisogna prestare attenzione che quanto venga promosso online abbia poi una
corrispondenza offline, cioé le qualità promesse di un prodotto o servizio devono risultare anche nella
realtà.
I social network basati sulla geolocalizzazione hanno buone probabilità dimostrate di incrementare il
mercato di un prodotto/servizio.
Ci siamo chiesti se il ragionamento valga anche per il marketing del territorio e la risposta è sì. La
piattaforma “Foursquare”, che mette a disposizione di un’azienda la possibilità di farsi pubblicità gratuita,
ha potenzialità nell’incrementare il turismo e portare, di conseguenza, sviluppo economico.
Siamo stati invitati dalla professoressa Guarriello a pensare ad un territorio che conosciamo bene da
promuovere tramite l’utilizzo di Foursquare.
Nell’ultima parte della lezione l’insegnante ha ceduto la parola alla signora Antonella, la quale ci ha
raccontato del suo progetto professionale in fase di realizzazione: l’apertura di un B&B chiamato villa Rosa
Expo 2015. La signora lo ha chiamato così per far sì cioè che il suo sito creato appositamente per il B&B
risultasse tra i primi link proposti dal motore google, nel momento in cui si cercassero informazioni
sull’evento internazionale. Siamo stati invitati a proporre idee per sponsorizzare la sua struttura ricettiva ed
alcuni hanno messo dei commenti alla risorsa pubblicata su questo.
http://www.thinktag.it/it/resources/lezioneesercitazione-del-10-maggio-2012-?comments_page=1#comment_95169
10 MAGGIO TAG: case history barilla, logica partecipativa, b&b villa rosa expo 2015, social marketing, kaizer
6) INTERVENTO DOTT. FACCHINI DEL 15 MAGGIO
Oggi è venuto il dottor Facchini, esperto di marketing territoriale, che ci ha offerto delle spillette con il motto “I’m
localist”, siamo stati invitati ad indossarle per formare “la nicchia degli amanti del localismo”. Ci siamo posti così una
domanda: “Il localismo in rete è un’opportunità di business?” e poi “Bisogna preservare e valorizzare il locale come se
fosse una risorsa preziosa? La risposta che ci siamo dati è affermativa, in quanto nell’”era odierna globale” vi è un
continuo scambio caotico di culture, non ci si sofferma così a riflettere sulle singole risorse che ogni territorio possiede
già.
“Globalismo” è, quindi, qui messo in contrasto con “localismo”, ha una concezione negativa. Il dottor Facchini si può
definire un “no global”, in quanto ha una visione negativa del “mondo globalizzato”, standardizzato.
In seguito ci siamo chiesti: “Perché connettere le persone per connettere i territori?” -Per sfruttare il fenomeno della
CREATIVITA’ che è ampiamente sviluppato dalle relazioni interpersonali-. E’ necessario un ritorno alla semplicità,
bisogna scegliere in primo luogo destinazioni turistiche in prossimità del nostro territorio, che sono, tra l’altro, più
economiche e dunque più accessibili. Gli elementi più importanti che devono essere promossi sono la gastronomia,
l’ambiente naturale ed architettonico, l’arte, le tradizioni, e così via. Bisogna mettere in luce quel “quid”, il
caratteristico, l’originale. In Italia ci sono 4400 specialità sostiene il dottor Facchini, il fenomeno delle sagre ad
esempio è sviluppato in modo capillare.
Dopo questa introduzione, il signor Facchini ci ha presentato i suoi progetti professionali realizzati, i quali hanno
riscosso un notevole successo.
Nel 2000 parte la fiera “PAN AREA”, dedicata ad uno degli alimenti base della dieta alimentare, il pane, ed ai prodotti
della filiera del frumento. Il nome è un gioco di parole, che riprende anche il nome del fiume “Panaro”.
I soggetti interessati sono: il mondo agricolo, i collaboratori di questo, la ristorazione ed in generale tutti i soggetti che
hanno una “pane-cultura”.
Nell’Aprile 2005 nasce la “Mostrassaggi Internazionale Sagre Enogastronomiche” (MISE), un progetto realizzato con il
fine ulteriore di creare reti socio-economiche tra le località.
Nel Settembre 2005 è in corso il progetto PLANITIA, con lo scopo di fare marketing per il territorio e sono coinvolte
cinque province intorno al fiume Po.
Nel Febbraio 2006 l’evento “Cento Carnevale d’Europa”, (gemellato con Rio) vede lo slogan dell’iniziativa “Sapori
senza maschera”, ad indicare l’affidabilità e la trasparenza di questi prodotti alimentari.
L’ultimo progetto presentato è la fondazione di un’associazione chiamata “Amici Ortica di Malalbergo”.
La conclusione tratta è che “ogni passo in campo professionale dovrebbe avere inizio da ciò che è piccolo, locale”. Il
localismo non solo è un concetto che sta diventando “in voga”, ma può rappresentare il motore di un potenziale
sviluppo economico.
In campo turistico, infine, è stato affermato che è importante una strategia di questo tipo e che si deve creare sinergie
tra i vari operatori.
Un fatto raccontatoci mi ha destato delle perplessità e mi ha divertito un po’; mi chiedo al riguardo se sia normale
acquistare un macchinario tecnologico costosissimo che dia al venditore tutte quelle informazioni sulla frutta, (in quel
caso erano dei meloni), e se la maggioranza dei consumatori è veramente interessata, poi, a conoscere ad esempio il
grado zuccherino. A me personalmente basterebbe conoscere la provenienza, alcuni la indicano con un adesivo, non
sarei tra quelle persone che vanno al collegamento del QR code del melone per avere tutte quelle informazioni. Forse,
però, è un mio limite non capirne le opportunità.
http://www.thinktag.it/it/resources/esercitazione-n7-del-15-maggio-2012?comments_page=1#comment_89173
TAG: QR code, locale vs globale, creatività, difesa del patrimonio, opportunità di business
LEZIONE 15 MAGGIO
Nella lezione del 15 maggio abbiamo trattato il concetto di “SMART”. Questo termine è molto utilizzato ultimamente
per vendere un prodotto in Italia, anche se non sempre in modo pertinente. Il concetto “smart” è interessante e
complesso, non nel senso di difficile da capire, ma perché rimanda a numerosi significati.
Un oggetto smart è veloce, intuitivo, MA non riduttivo e non è semplice come alcuni erroneamente credono, perché
uno strumento di questo tipo mi aiuta a soddisfare un bisogno, a RISOLVERE delle COMPLESSITA’. Si può definire,
piuttosto, facile da usare. Un oggetto “smart” è inoltre “espansivo”, un sistema che si aggiorna sempre, interattivo, ed
è “connesso”. Un prodotto “smart” non è necessariamente piccolo. Smart è un vocabolo inglese che sta ad indicare
qualcosa di intelligente, di geniale, associato all’aggettivo “brilliant”.
Un personaggio illustre della fine del ‘500, Torquato Tasso, aveva già sviluppato un pensiero “smart”, riprendendo il
concetto della frase latina attribuita a Biante “Omnia mea mecum porto”, che significa “tutte le mie cose le porto con
me”. Tasso afferma che gli unici libri utili sono quelli che si possono portare nella bisaccia. Egli sostiene che i libri della
biblioteca sono inutili, in quanto non si possono portare via con sé per consultarli, per gestirne i contenuti. Oggi
potremmo dire che per Tasso i libri enormi e polverosi della biblioteca non fossero smart.
Smart è un processo METODOLOGICO. Non si basa sulla tecnologia, ma sulla COLLABORAZIONE.
L’”IPER-PERTINENZA” è una delle metodologie dell’essere smart, la più utilizzata al momento.
Esiste un’intelligenza definita da Pierre Lévy “COLLETTIVA”, che consiste dagli elementi messi in campo da una
community per risolvere un problema. L’interazione delle persone consente di far parte di un’intelligenza di gruppo,
che è data dalla somma delle singole, dei singoli interventi. Si traduce in due fasi: analisi e risposta.
Oggigiorno siamo più precisamente in un processo di INTELLIGENZA CONNETTIVA, non è più una sommatoria, bensì
una COMBINAZIONE di intelligenze, secondo la teoria del sociologo De Kerckhove.
I MEDIA DI MASSA erogavano contenuti, IN UNA PRIMA FASE, in modo ASIMMETRICO.
Oggi con il WEB 2.0 si è affermato, invece, il fenomeno degli “USER GENERATED CONTENT”. Noi studenti di Scienze del
Turismo per il progetto social del portale turistico Italia dovremo, infatti, produrre contenuti ed anche se non avranno
la qualità di quelli professionali, sono un VALORE AGGIUNTO, in quanto offriamo la nostra ESPERIENZA DIRETTA, che
darà maggiore credibilità ed affidabilità.
Credo veramente che noi possiamo fare la differenza per il sito istituzionale Italia.it e l’approccio lavorativo social non
è scelto a caso, ma perché ha dei riscontri positivi sul web, dunque è il metodo più adatto al momento.
15 MAGGIO: http://www.thinktag.it/it/resources/turismatica-lezione-8-del-15-maggio-2012?show_comment=89010
TAG 15 MAGGIO: intelligenza connettiva, iper-pertinenza, smart, interazione, esperienza, omnia mea mecum porto,
torquato tasso, collaborazione,
INTERVENTO DEL 16 MAGGIO
Oggi c’è stato un intervento del signor Provedel che ci ha parlato della sua esperienza lavorativa e dei meccanismi del
sistema del lavoro nel realizzare un progetto.
Il signor Provedel fonda nel 2005 un’associazione sostenibile, in quanto fa da consulente alle aziende per la fase di
logistica, sul modo in cui investire soldi per produrre meno CO2 ed altre sostanze pericolose e quindi inquinare meno.
Il dottor Provedel ci ha sottolineato l’importanza della fase del “dopo” in un mondo in cui il prima ed il “durante”
sembrano più importanti. E’ anche grazie alla nascita di Internet che la fase del “prima” diventa importante. Nel
settore del turismo prima dell’invenzione del web l’elemento topico di una vacanza era il “durante”. Oggigiorno è
necessario pensare al comportamento del turista dopo la vacanza, se verrà fidelizzato o cambierà meta.
L’esperto, quindi, afferma che bisogna partire a concentrarsi sul “dopo”, come avviene per la logistica sostenibile. Le
aziende, purtroppo, sono sistemi chiusi e rigidi verso i pensieri innovativi.
L’impresa turistica deve offrire un “format” al consumatore, una sequenza di esperienze e per farlo è necessario avere
un “concept” ben definito.
Un’affermazione ripetuta consiste nel tenere presente l’aspetto della non linearità, del poter selezionare dei contenuti
o delle informazioni in modo casuale. La narrazione possiede questa potenzialità. Noi del settore del turismo possiamo
sfruttare la narrazione per rendere più immediata e veloce l’esposizione dei contenuti.
Il processo di innovazione ha una forma “a spirale”, è ricorsivo: si parte dalla generazione di un’idea, alla risoluzione di
eventuali problemi, fino all’espressione della medesima. “Un’ innovazione diventa tale, soltanto nel momento in cui
ottiene un successo di mercato e ottiene un enorme fatturato”, sostiene il signor Provedel.
Dopo aver spiegato il concetto di innovazione si è proseguito con il termine “open innovation”. Open sta ad indicare la
credenza che vi sia un’intelligenza esterna alle aziende, che si può trovare ovunque, e va “sfruttata” anch’essa. Vi sono
soluzioni, cioè, “smart” che possono arrivare da persone non appartenenti alla filiera di un determinato settore. La
rete permette un’esperienza “open”, casuale, in quanto non si può mai sapere da chi si apprenderà informazioni utili
al nostro percorso. “Open innovation” si può anche definire meglio come “cross innovation” con il principio della
trasversalità posto al centro di questa filosofia.
http://www.thinktag.it/it/resources/turismatica-lezione-9-del-16-maggio-2012?comments_page=1#comment_94904
TAG: importanza "dopo", cross innovation, open innovation, customer care, fidelizzare, narrazione non lineare, prima
durante dopo, generazione idea, problem solving, espressione,
LEZIONE DEL 17 MAGGIO
Io non ho potuto esserci alla lezione di oggi, ma leggendo vari commenti posso ricapitolare.
Il tema principale presentato è stato quello dei “processi reticolari”.
Il marketing analizza oggigiorno i commenti degli utenti sulla rete, per mezzo di software ricerca le informazioni anche
nei social network. Dove? Nelle conversazioni tra utenti, una volta trovati contenuti interessanti li evidenziano e fanno
alla fine un’analisi quantitativa.
Se facessimo in modo che nelle nostre conversazioni ci sia un riferimento alla nostra professione per otterremmo una
“social media strategy”, ossia una strategia pensata “ad hoc” per utilizzare i social media al fine della promozione di un
prodotto o di un servizio. Così si entra nel flusso di informazioni che coinvolge un certo numero di contatti in un
determinato momento.
I social network garantiscono una rapida diffusione delle nostre informazioni.
Si forma così una classificazione virale.
E’ stato spiegato il concetto di “frattale”, ovvero una serie di calcoli matematici, in forma grafica, che rappresentano in
modo molto efficace lo sviluppo dei calcoli e delle reti. Un punto è uno snodo da cui si diradano diversi collegamenti e
da ogni punto in cui arriva il collegamento è un nuovo snodo per altri collegamenti, è un processo a catena.
E’ dimostrato che il passaparola sia il metodo più efficiente oggi per veicolare le informazioni. È un elemento
fondamentale nella promozione, si ha bisogno di qualcuno sia soddisfatto del nostro prodotto/servizio offertogli e lo
comunichi a tutti i suoi amici e parenti!
Il processo che segue le logiche reticolari non è intuitivo, però è facilmente ripetibile, capirlo significa poi utilizzarlo nel
modo giusto al fine di raggiungere il nostro obiettivo.
Dobbiamo usufruire delle piattaforme sociali che hanno maggior potere di penetrazione nel mercato, ma anche quelli
che potenzialmente lo diventeranno, (es. Pinterest). E’ importante usare i diversi social network perché ognuno di
questi offre diverse opportunità e agganci.
La rete sociale non è un’invenzione di internet. Una rete sociale è un contesto in cui gruppi di individui sono connessi.
E’ un fatto naturale, studiato in varie scienze. Le reti sociali sono interazioni tra persone, ma ci sono molte altre reti,
quella telefonica ne è un esempio, che sono tutte modalità di espressione della forma reticolare, dove gli elementi
centrali sono lo snodo e i collegamenti.
I più recenti studi dimostrano che sono più interessanti le connessioni dei nodi, più interessante il flusso, quel che
accade cioè nel trasferimento comunicativo nella relazione, rispetto ai nodi.
Uno studioso sostiene che sei gradi di separazione ci separano dalle altre persone presenti in questo mondo.
Secondo questa teoria esistono quindi solo sei salti che potrebbero portare una persona da un punto all’altro. Questi
salti, in gergo tecnico sono chiamati (H)OPS, corrispondono al passaggio da un computer all’altro nel trasferimento dei
pacchetti di dati. Questo rende efficiente il processo perché anziché partire un solo pacco, partono piccoli pacchetti
con un’intestazione univoca e arrivano sulla rete. L’”intestazione” contiene il contenuto, chi lo spedisce e dove deve
arrivare. Questo consente alle informazioni di non andare tutte in una certa strada che potrebbe esser occupata da
altre informazioni.
Il nostro stare sulla rete è fondamentale per capire come usare le reti per i nostri obiettivi in campo di turismo.
Dobbiamo creare percorsi basati su due combinazioni:
1- Incrocio tra percorsi che hanno uno stesso filone logico: logica cross (X)
2- Collegando un altro percorso al nostro utilizzando un legame “ponte”. Qui si connettono percorsi tra loto similari:
logica bridge (H)
http://www.thinktag.it/it/resources/turismatica-lezione-10-del-17-maggio-201?comments_page=1#comment_95335
TAG: nodo, frattale, processo reticolare, 6 gradi di separazione, incrocio bridge, incrocio cross
7) ESERCITAZIONE DEL 21 MAGGIO GRUPPO B
Ecco un riepilogo riguardante l’esercitazione di oggi.
Come abbiamo appreso dalla testimonianza del dottor Provedel è importante focalizzarsi sul “DOPO” nel mondo del
lavoro; distaccare le tre fasi temporali, non è necessario partire in successione cronologica. Il metodo di narrazione
utilizzato dal libro , il libro “Tre volte all’alba” è stato utile a spiegare il concetto. Lo “storytelling” sarà utile per
affrontare la progettazione di eventuali politiche per il territorio.
La piattaforma sociale di Twitter viene considerata “microblogging”, perché ci obbliga a stare nel limite di 140
caratteri per esprimerci. Nelle situazioni critiche di oggi il metodo degli “short messages” sembra essere quello
positivo per veicolare velocemente il messaggio.
La narrazione inizia a diventare uno strumento PER AFFERMARSI e distinguersi dalla massa. Emerge sempre più la
necessità da parte del “consumer” di riunire le informazioni disperse.
Il logo del salone del libro “La primavera digitale” ha suscitato una polemica rispetto a questa promessa modalità
digitale che non è stata realizzata di fatto (il WI-FI non funzionava ad esempio): è fallito l’intento tecnologico di una
fiera che vuole promulgare l’importanza della cultura e del libro.
La dott.ssa Guarriello ci ha fatto guardare un video della società “Invertising” riguardo il TEMA dello “STORYTELLING”.
Le tag stanno subendo un processo inversivo, cioè passano da un contesto puramente commerciale della pubblicità,
ad uno a favore della conversazione.
Il secondo video aveva come autore Giacomo Poretti, il quale si è staccato dalla sua figura di comico ed ha spiegato
come vede il mondo cambiare e parla della capacità di Twitter di generare una comunicazione efficace e come la
parola scritta dei media sia più o meno impattante. Esprime nostalgia per il mondo prima dell’era digitale, prima della
dipendenza tecnologica. Le foto ERANO un elemento prezioso, così come gli album che le contenevano, MENTRE
ADESSO non ha più tanto un significato di esperienza “UNICA” e SPECIALE (OGGI si scattano foto su tutto ed in ogni
momento ed io condivido quello che pensa il comico sulla fotografia, non è più RICORDO, ma CRONACA).
E’ difficile ricostruire una storia con un SOVRACCARICO di informazioni e la MEMORIA DIGITALE gestisce i ricordi al
NOSTRO POSTO. Lo STORYTELLING è finalizzato a RECUPERARE l’identità personale. La comunicazione, oggi, tende a
recuperare quei valori originali per far riemergere la persona con le sue EMOZIONI, il mercato conversazionale è
composto da IDENTITA’ non mischiate nella massa, ma perfettamente DISTINGUIBILI. Al centro viene messa la persona
con le sue emozioni.
“The live share” è una piattaforma social in un contesto professionale per pubblicare le presentazioni che vengono
fatte in un contesto pubblico riguardo a temi didattici e non solo. Il modello di narrazione mette in campo delle
strategie al fine di soddisfare il bisogno di ascoltare e di farsi ascoltare, questo processo si chiama “the narrative
tarm”. Vi è un RITORNO DELLA FAVOLA come modalità di narrazione, (che ha insito in se stesso l’elemento
emozionale), e questa viene sfruttata per il MARKETING PROMOZIONALE.
La comunicazione orale oggi diventa ancora più potente grazie ai media che abbiamo a disposizione, che sono potenti
mezzi di VIRALITA’.
Negli anni ’80 del ‘900 c’era il “Carosello”, che consistava in più “sketch”, delle storie tramite cui l’azienda narrava il
prodotto.
La DIFFERENZA, rispetto ad oggi, è che tutta la pubblicità era incentrata sull’evidenziazione della qualità del
PRODOTTO e non sui sentimenti di chi lo testava.
Oggigiorno c’è una diminuzione dell’efficacia, aggravata dal fatto che esiste una MOLTEPLICITA’ DEI MEDIA e quindi
l’INFORMAZIONE è FRAMMENTATA. Esiste, però, il passaparola virale, un potente mezzo con cui si riesce ad ottenere
successo. COSA SI PUO’ FARE PER CATTURARE L’ATTENZIONE? Innescare dei meccanismi MEMORABILI. Ognuno di noi
si promuove in maniera differente nei vari media. Una “social media strategy” vincente ha bisogno di un messaggio
coerente con la strategia. Lo “storytelling” prevede il coinvolgimento, la coerenza della storia e di controllarne i
risultati e gli effetti. Rocket Watcher “Se mi racconti una storia, quella mi rimarrà nel cuore per sempre”. Quando noi
consumiamo una cosa, quell’esperienza nuova ci cambia in modo irreversibile. L’attrice Emma Watson è stata
ingaggiata dall’azienda per esprimere le emozioni nell’indossare dei capi di Burberry. La persona riceveva un
COINVOLGIMENTO AL 100% NEL MARCHIO.
La variabile tempo è sempre più preziosa, la comunicazione percepisce il BISOGNO DI CALMA e ALLUNGA I TEMPI da
dedicare al BRAND. La variabile TEMPO diventa IMPORTANTE per la nostra CREATIVITA’, con la pressione temporale
saremmo limitati al primo pensiero.
Il consumatore NON è più un TARGET, soprattutto perché esso diventa CONSAPEVOLE, informato, un “prosumer”. E’
LUI che SCEGLIE una determinata azienda, perché ha deciso di darle fiducia.
Lo slogan del Prodotto Loreal “Perché voi valete” mette in evidenza il ruolo da PROTAGONISTA del CONSUMATORE.
La Telecom ha ben compreso questo cambio di paradigma, nell’atto del comunicato pubblicitario l’elemento
predominante erano le persone, le loro emozioni, la timeline, (il racconto cronologico del proprio vissuto). Il passaggio
è la CONDIVISIONE di informazione. SOCIAL MEDIA si scompone, infatti, nei termini “MEDIA” e “SOCIAL”, cioè la
componente personale umana. I social media hanno dato un contributo nella condivisione di emozioni. Abbiamo a tal
proposito guardato l’annuncio online per il lavoro presentato come il più bello del mondo, dal momento che aveva un
sacco di richieste che ne spiegavano il perché tramite dei video postati.
La viralità della campagna per questo lavoro consisteva, dunque, nei molti video in cui si citava “Queensland
Australia”. Il territorio ha avuto, così, una promozione di tipo indiretta, data dai 40000 video che narravano PERCHE’
sarebbe stato bello andare in Australia, anche se per il lavoro. Non è data dal luogo, ma dalle narrazioni delle persone
su questo, non le destinazioni in sé.
E’ stato promosso un bando dalla regione Basilicata, in cui si chiedeva alle persone di catalogarsi come “reporter”,
“blogger”, per produrre diari di bordo delle esperienze fatte sui luoghi offerti da visitare della regione. Il Trentino ha
fatto una campagna similare, ha ingaggiato 10 blogger, il cui compito era percorrere a PIEDI dei sentieri, per captare,
in prima persona le particolarità del luogo.
“Blog ville”, un’ altra iniziativa di marketing del territorio della regione Emilia Romagna, in cui delle persone devono
vivere assieme per raccontarsi le esperienze dei luoghi visitati.
Esercizio: identificare una meta. Descriverla e fare in generale un messaggio emozionale in 140 caratteri.
Sulle vie di un borgo arroccato riscopri la magia della notte grazie ai castelli e le piccole luci di San Marino, un luogo
caratteristico. La pace dei sensi.
a)
http://www.thinktag.it/it/resources/esercitazione-del-14-maggio-2012-a-edel?comments_page=10#comment_89663
b) http://www.thinktag.it/it/resources/esercitazione-del-14-maggio-2012-a-edel?comments_page=10#comment_89667
TAG: storytelling, short messages, bisogno di calma, favola, emozioni, bloggers, iniziative regioni
LEZIONE DEL 22 MAGGIO
La lezione del 22 maggio è stata dedicata alla spiegazione di come velocizzare il nostro processo nel creare delle nuove
risorse. La modalità definita “DRAG-AND-DROP”, ti consente di trascinare con un click di mouse gli elementi che si
vogliono spostare. Ci è stato specificato, PERO’, che questa funzione non è disponibile per i tablet, perché non
trascinerebbero la singola risorsa, ma l’intera pagina web!
Abbiamo parlato, poi, della modalità degli “scaffali” e dell’ordinamento delle risorse all’interno di questi. E’ utile
modificare l’ordine di uno scaffale nel momento in cui si voglia MOSTRARE una logica di pensiero. Ci è stato ricordato
che l’ordine automatico, se non si appongono cioè modifiche, è sulla base del nostro inserimento. Se si vuole
modificare, esiste la possibilità di avere un ordine cronologico, uno geografico ed uno logico, tramite il metodo del
“DRAG&DROP”, se voglio presentare l’ordine degli eventi secondo la logica della mia ESPERIENZA.
Per velocizzare l’aggiunta di una risorsa LIBRO su Thinktag si può scrivere il codice ISBN (che si trova a destra nella
finestra). Il dottor Paini ci ha spiegato che le prime due cifre indicano il paese di produzione del libro, per l’Italia ad
esempio comincerebbe con 88. (Quest’informazione non la conoscevo e mi ha fatto piacere venirne a conoscenza ed è
probabile che quando prenoterò un libro andrò a guardare per curiosità le prime due cifre). Comunque il codice è
univoco, ossia si può riferire oltre che ai libri, anche ai contenuti multimediali.
Infine siamo stati informati che sulla piattaforma esiste il metodo “TAG IT”, che ti consente, anche se non sei sulla
pagina di Thinktag, di aggiungere una risorsa ed avere già i dati di quest’ultima in automatico, basta trovarsi nel sito o
nella pagina web d’interesse e cliccare “TAG IT”, (bisogna, però averlo aggiunto nella barra preferiti ed essere
LOGGATO a Thinktag, o loggarti dopo). Risulta complicato farlo con Explorer, quindi si consigliano gli altri browser (io
ho Chrome ad esempio).
Questa lezione l’ho trovata un po’ noiosa, perché al di là della modalità “TAG IT” avevo già intuito il meccanismo di
Thinktag utilizzandolo e quindi le spiegazioni tecniche non sono risultate una novità per me.
http://www.thinktag.it/it/resources/turismatica-lezione-11-del-22-maggio-201-2?comments_page=1#comment_89622
TAG: metodo "TAG IT", metodo DRAG-AND-DROP, ordinamento logico, funzioni piattaforma
8) ESERCITAZIONE DEL 22 MAGGIO
Che cosa s’intende per scocial media strategy, come si sviluppa una strategia di comunicazione? La social media è un
elemento imprescindibile della comunicazione. Si è pensato a come si può sfruttare la social media strategy in un
contesto turistico; si tratterà il concetto di “guerriglia marketing”. Nell’ottica del keizer: come un’azienda nei confronti
dei social media deve cambiare atteggiamento. Il DNA di un social brand (@stefanomizzella, social media strategist).
Ha curato numerosi progetti sia di pubblici che di aziende private, è un referente di rispetto, che unisce contenuti
scritti a quelli visuali. Le immagini sono la chiave di questa strategia, perché si ricordano meglio di un testo. Il sito è:
www.socialmediascape.org
La comunicazione è composta tra un emittente e un destinatario. A volte la relazione sognata dal consumatore non è
una relazione di lunga durata, ma al contrario. Bisogna, quindi, fare attenzione a ciò che si vuole trasmettere,
utilizzando un linguaggio chiaro ed inequivocabile! Non chiedere a un pubblicitario cosa vogliono i tuoi clienti, perché,
oggi, il cliente deve compartecipare nella progettazione della strategia. Considerare il cliente un proprio pari e
riservargli un ruolo centrale. Il soggetto interessato deve avere un ruolo nella fase di ideazione. Deve sembrare che
anche i marchi abbiano un cuore: ricorda la filosofia Keizer.
I “social media” sono tutte le piattaforme in cui si sviluppano i mercati conversazionali, bisogna saper usare la parola e
arrivare al cuore del consumatore, usare il linguaggio consono alla piattaforma. Ma per poter interagire con gli altri
esseri viventi, il brand deve diventare esso stesso un vivente. Il brand deve animarsi, strutturarsi di un DNA. Il
problema successivo è la modalità della comunicazione: bisogna usare il modo giusto secondo il contesto di
riferimento. A volte si vuole imporre la propria comunicazione, ma bisogna, invece, avere un ritmo “slow”, per
trasmettere serenità. Ci siamo spostati da una sfera statica ad una dinamica. Ascoltare il mercato, essere in grado di
coniugare una strategia, perché se si toppa nella campagna, la reputazione dell’eventuale azienda peggiora
sicuramente. L’analisi è la metodologia che ci aiuterà a selezionare le cose importanti. Alla strategia bisogna dare una
personalità, un’univocità che rende distinta questa dalle altre. Le domande da porsi sono “Vogliamo diventare una
struttura social o vogliamo comunicare che il nostro prodotto è migliore di altri? Questa è la chiave di volta, nel
momento in cui decidiamo di diventare “social” s’innesca un processo di cambiamento nel modo di lavorare. Le
aziende che non sono ancora in rete sono destinate a rimanere fuori dal mercato. Serve quindi spirito di adattamento.
Come diventare social? Basta essere originali. Passare da una modalità semplicemente produttiva (marketing
tradizionale) a partecipare ad un’ottica “open”, come impianto di tipo generale.
Il concetto “anatomia di un social brand” sta ad indicare che questo debba diventare un essere vivente: essere
strutturato secondo una politica di social media. Il brand deve proporre e richiamare una sensazione umano: ad
esempio al marchio Barilla associamo il calore della casa.
Oggi il brand deve considerare alcune macroaree, l’una non esclude l’altra, bensì insieme vanno a coordinare : verità,
comportamenti di influenza, consapevolezza che quel brand dà sia al proprio interno, che all’esterno, innovazione.
Quali sono gli effetti? All’ascolto deve corrispondere un’azione da parte nostra, è necessario essere soggetti attivi.
L’interlocutore che ti ascolta e ti identifica come essere sincero ti seguirà e diventerà egli stesso promotore delle tue
iniziative. Essere influenti, capaci di creare innovazione e coinvolgere i clienti, di “ingaggiare” i clienti, cioè di
fidelizzarli. Questi tre paradigmi portano alla formazione di un “processo social”.
I brand che vengono considerati maggiormente social sulla base di parametri sono la “Dell” (azienda che produce
computer ed apparati per reti), la Nike, la catena Starbuks, la società GiffGaff e così via.
La Dell ha il più efficiente parametro di ascolto/reazione. La Nike è stata in grado di rendersi accattivante con la
gamification e la geolocalizzazione, nonché la “mobile experience”. “Starbuks” è una catena, non presente in Italia, la
cui caratteristica è aver sviluppato l’idea di caffè in una logica di nicchia, aver creato luoghi accoglienti ed accattivanti,
dove ti puoi comportare come se fossi a casa tua. Ha fidelizzato i clienti tramite i social networks FB, TW, YT, geolocal
idea in action. Questa catena ha avuto molto successo. Giffgaff Ha sviluppato una piattaforma di community
management.
Ascoltare,reagire,coinvolgere,interagire,conversare,offrire valore,appassionare,fidelizzare,creare un “ecosistema”:
social brand. La fidelizzazione diventa sempre più difficile da ottenere. Le aziende nel momento in cui diventano
social, devono essere trasparenti, non si deve raccogliere solo i benefici, ma attrezzarsi ad arginare quei possibili
problemi aziendali messi in luce proprio dal fatto che sono social. Social brand+ social enterprise: social business. Per
fare business devi applicare determinate regole e tecniche.
In seguito ci ha spiegato il concetto di “Community management”: gestione delle comunità online, che sfrutta la
crowdsourcing, ossia la partecipazione degli utenti alla costruzione di progetti commerciali.
Quali sono le leve per un’azienda per divenire social? Avere un’adeguata formazione dei dipendenti, innescare dei
processi di collaborazione, il cambiamento deve essere supportato da un’adeguata guida all’essere social, si deve
avere una politica univoca.
Cosa può fare l’organizzazione interna, tutta la parte di un’azienda deve essere in grado di analizzare i “report”, la
parte attinente al supporto, creare dei dipartimenti ad hoc per ricevere gli studi, saper attirare verso il proprio
marchio i consumatori. Un’azienda ti chiederà qual è il ritorno in denaro per la strategia che gli vorrai proporre.
I ritorni dal punto di vista esterno sono: gli stake-holders, (si è in grado di coinvolgere opinionisti nei social media?), il
trend.
Si adotta una nuova filosofia di esistenza. È un percorso olistico, un disegno. Oggi il consumatore è un “consumattore”, deve essere ascoltato, le aziende non hanno più un potere esclusivo. L’utente è al centro, è però frammentato
nei vari contesti social, quindi il messaggio che gli si trasmette deve essere coerente. Per quanto riguarda il settore
turistico abbiamo visto il caso della regione Umbria, che ha deciso di adottare dei blogger per promuovere il suo
territorio (“Umbria on the blog”). E’ essenziale avere capacità di dialogo in rete e queste figure sono tra le più adatte.
Poi abbiamo introdotto il termine “guerrilla marketing”: è un’azione pubblicitaria improvvisa ed originale che
sorprende l’utente finale e lo incuriosisce riguardo il prodotto che sta dietro offerto. Richiede un basso budget ed è
un’iniziativa di breve durata. Un es. tappezzare di adesivi con il proprio brand le strade. Un’azione di “guerriglia” viene
fatta di notte solitamente.
La dottoressa Guarriello, infine, ci ha parlato del progetto di promozione del turismo a Caserta: “Chi ha visto
Luigi?”(www.turistacaserta.it). La campagna non ha avuto un buon esito. C’è stata,inoltre, la polemica di un blogger, il
quale ha affermato che il target a cui è affidata la campagna non convince. (dariosavelli.com/2011/11/luigi-turistacaserta-marketing).
http://www.thinktag.it/it/resources/esercitazione-del-22-maggio-2012-a-e-del?comments_page=1#comment_95145
TAG: communication slow, innovazione, bloggers, capacità di comunicazione, rete,social brand, umanità del brand,
consum-attore, crowdsourcing, utente frammentato, guerrilla marketing
LEZIONE DEL 23 MAGGIO
Oggi abbiamo spiegato le due possibilità di promozione del territorio che possiamo realizzare sulla piattaforma
Thinktag. Si può creare un percorso culturale unico e svilupparlo, OPPURE più percorsi intrecciati secondo uno schema
H (a ponte), o uno schema X (incrociato). Supponendo di scegliere lo schema X, (definito anche cross), si può
incrociare due o più percorsi su uno stesso nodo. Il nodo ha dunque valenza per più percorsi; non è detto che questo
sia geografico, può anche essere un’altra tipologia di risorsa (un libro, un evento e così via).
La piattaforma consente agli utenti di trasformare lo scaffale in collezione.
Noi realizzeremo delle risorse, (oppure degli scaffali con all’interno più risorse), sul gruppo IBRIDAZIONE 2.0 ed in
seguito le trasformeremo in collezioni.
Dopo che il dottor Paini avrà pubblicato una risorsa in cui ci chiede quali sono i nostri progetti riguardo la parte social
del portale “Italia.it” ed avrà verificato che ognuno di noi ha chiaro quello che dovrà fare, SOLO ALLORA si potrà
cominciare con i lavori singoli o a gruppo riguardo il luogo da promuovere, di cui dobbiamo avere una STRETTA
conoscenza ed ESPERIENZA! Per quanto riguarda i gruppi, su Thinktag ogni persona può crearne al massimo uno, A
MENO CHE non venga abilitata dal dottor Paini, su richiesta.
Durante la lezione abbiamo ripreso le due tipologie di collegamenti, disegnandoli graficamente ai fini di un maggiore
chiarimento.
Dobbiamo sviluppare i progetti sulla base di una logica di CROWDSOURCING: il dottor Paini non ci deve indirizzare
nello specifico, non dobbiamo avere una direzione di lavoro come se fossimo un sito istituzionale, BENSI’ ci lascia
libertà di ideazione, al fine di avere un risultato originale. CREATIVITA’ è la parola chiave, le informazioni bisogna
certamente scriverle corrette e non inventate, ma non si deve fare un “copia & incolla”, bensì presentarle con le
proprie parole e raccontare la propria ESPERIENZA.
Il professore ci dà solo la metodologia (scrivere delle risorse e connetterle magari con altre piattaforme, ad es. con
Foursquare, ecc.)
Infine, ci ha ricordato di non creare più di 9 punti geografici per percorso, altrimenti non si visualizzerà la mappa.
Ricordarsi, inoltre, quando si pubblica il progetto, di mettere una TAG IN COMUNE, come connessione. La TAG IN
COMUNE è: PROPOSTA SMART.ITALIA.IT
Trovo che questa esperienza sia una grande opportunità ed io e gli altri membri del mio gruppo abbiamo già delle idee
da proporre riguardo la zona che ci interessa.
http://www.thinktag.it/it/resources/turismatica-lezione-12-del-23-maggio-201?comments_page=1#comment_89615
TAG: schema x, gruppo ibridazione 2.0, crowdsourcing, modalità storytelling, esperienza, originalità, smart.italia.it
LEZIONE DEL 24 MAGGIO
Nella lezione del 24 maggio abbiamo trattato il tema dell’”e-commerce”, che tradotto sta per commercio elettronico,
ossia per mezzo di strumenti telematici. Si è sviluppato molto negli ultimi anni, grazie soprattutto all’affermazione del
“web 2.0” .
E’ un settore economico che si va espandendo grazie al processo virale dato dalla rete. L’“e-commerce presenta
alcune difficoltà nel svilupparsi, in Italia, che consistono in: un uso ridotto dei sistemi di pagamento elettronici, perché
vi è diffidenza , in quanto la gente non conosce ancora bene come funziona e il “digital divide”, ossia la distinzione
sociale che ha a causa della differenza nelle competenze tecnologiche. Il “digital divide” è elevato, a causa dell’età
della maggioranza della popolazione. E’ sia rispetto ai paesi esteri, che interno al paese, in quanto le grandi città sono
avvantaggiate rispetto ai paesini: questi hanno disponibilità minore di ADSL, carenza di “hotspots” nel territorio e
malfunzionamento delle reti telematiche. Le reti principali tecnologiche di telefonia mobile sono: 3G, EDGE,
GPRS,GSM ed alcune di queste sono più efficienti di altre nella disponibilità di campo.
Il “digital divide” non è strettamente tecnologico, bensì anche culturale, in quanto vi è una mentalità chiusa rispetto
alle innovazioni; è istituzionale, quando gli enti non aderiscono a queste ultime.
Le cause che limitano la crescita dell’“e-commerce” sono principalmente: un ritardo culturale, un gap generazionale,
l’importanza dell’esperienza d’acquisto e la navigabilità dei siti. I siti devono, infatti, essere funzionali e chiari.
Esempi di e-commerce sono: le aste (eBay è la più grande e conosciuta), l’elettronica di consumo, la biglietteria aerea,
i coupon, (fenomeno che sta ottenendo molto successo ultimamente, specie in tempi di crisi).
L’esperienza è essenziale per i consumatori finali, i quali devono vedere di persona i propri prodotti prima di
acquistarli. Questa logica non vale per la vendita dei biglietti aerei, dal momento che si ha già la conoscenza
dell’esperienza che offre un vettore, quindi è già soddisfatto il bisogno di “esperienza di acquisto”.
Il negozio di moda online “Zalando.it” sta spopolando, grazie alla sua strategia commerciale efficace: nei suoi spot c’è
la “promessa” fatta agli spettatori di restituzione in caso di insoddisfazione verso il prodotto, il punto vincente della
comunicazione.
I maggiori fruitori di “e-commerce” sono i giovani, mentre un segmento che potrebbe essere interessante attirare in
questo mercato sono gli anziani, in quanto dovrebbero avere una buona capacità di spesa.
Il prodotto che non conviene sponsorizzare nel commercio elettronico è il genere alimentare, in quanto le persone
devono “toccare con mano” gli alimenti, per valutare se siano freschi, ecc.
Se è vero che la gente tende a comprare online quello che ha “toccato con mano”, allora perché si acquistano i servizi
tramite internet?
Perché gli utenti si affidano alle recensioni 2.0, in modo da sopperire alla mancanza di esperienza diretta, con quella
vissuta dagli altri.
Quali opportunità sono a disposizione per il turismo ora che per la scelta della destinazione turistica colmiamo le
nostre lacune al riguardo con i contenuti fornitici da altri?
Possiamo sfruttare questa logica social per creare delle offerte e per promuovere i servizi turistici tramite la creazione
di profili sui social networks e le pagine web.
http://www.thinktag.it/it/resources/turismatica-lezione-13-del-24-maggio-201?comments_page=1#comment_95106
TAG: e-commerce,zalando.it,web 2.0,bisogno di esperienza,digital divide,aste,coupon
9) ESERCITAZIONE DEL 28 MAGGIO, GRUPPO B
Gli argomenti trattati in questa esercitazione sono: lo storytelling, la content curation e il territorio narrato.
La tecnica di narrazione aumenta d’importanza nei contesti odierni: è uno strumento utile nel caso in cui la
frammentazione del dialogo odierno non riesca a fidelizzare il cliente. E’ la metodologia da sfruttare anche per la
promozione di un territorio. Il turismo sta sviluppando negli ultimi 5/6 anni una forma di turismo nota come:
“Cineturismo”. Il tour operator “AD Travel” si è inventato a Roma un tour ufficiale sulle location del celebre romanzo
di Dan Brown “Angeli e Demoni”. E’ stato abile nel cavalcare l’onda del successo di questo libro e combinarla con un
luogo ben noto ai turisti.
I turisti rilasciavano dei commenti identificativi dell’esperienza fatta, fornendo delle informazioni aggiuntive.
Un’altra iniziativa turistica interessante presentataci sono le guide “Whai Whai”, un’offerta di caccia al tesoro tramite
l’uso del “mobile phone”: si scoprono in questo modo nuovi luoghi secondo modalità di gioco.
L’utilizzo di un mezzo elettronico permette questo tipo di attività ludica anche paradossalmente da casa propria, senza
muoversi minimamente. Queste “storie” cambiano il modo di viaggiare. Il target di questa esperienza alternativa,
nonostante sia “turismo culturale” è dagli adolescenti fino agli anziani. Uno scopo è invogliare il turista a fornire una
versione successiva della storia. Sono storie senza un ordine cronologico, possono essere sfogliate “a random”.
Cinque sono le città che hanno partecipato a questo progetto: Venezia, Roma, Verona, Firenze, NY. Vi era appunto
come guida il cellulare: basta inviare un messaggio una volta trovato l’indirizzo dell’indovinello. In questo modo si
conoscono angoli nascosti che altrimenti sarebbero rimasti anonimi.
In seguito si è affermato che l’esperienza è un elemento essenziale per narrare di un luogo, perché oggi è importante
trasferire emozioni.
Abbiamo visto a questo proposito il diario di FB che ha una modalità di narrazione che mette in luce il modo di essere
di una persona. La caratteristica di questo social network è la “timeline” ( la linea di tempo ) che permette di
visualizzare chiaramente il vissuto, costruisce l’ “identità digitale”. Questa può essere realizzata anche per i luoghi,
vedi ad esempio il caso della torre di David di Gerusalemme, la più grande timeline al mondo. La timeline può essere
definita la storia narrata da facebook tramite immagini evocative.
Nel mercato l’avvento del web ha portato ad un’inversione di tendenza centrata non più sul prodotto, bensì sulla
persona, sul perché acquistare un bene, riprendendo le emozioni che si prova nell’usufruire di questo: un esempio che
dimostra ciò, sono le pubblicità degli ultimi smartphone.
In seguito per mostrarci il potere coinvolgente dello storytelling la dottoressa Guarriello ci ha fatto vedere la
campagna promozionale del film “Mirror Mirror”: un divertente video su una possibile interazione su facebook dei
personaggi del racconto.E’ molto carino e attira sicuramente l’attenzione anche per la componente di ironia utilizzata.
Raccontarsi oggi è una sfida in un mondo di “overload” informativo!
Nel campo del turismo anche la Costa Crociera si è attivata per realizzare uno spot-racconto con la voce dell’icona del
cinema Sophia Loren per riportarsi in auge, dopo le vicende negative in cui è stata coinvolta.
Poi abbiamo ascoltato il discorso di Steve Jobs sempre per lo stesso argomento. Sono rimasta coinvolta sino all’ultimo,
perché secondo me per il fatto che questo grande personaggio abbia “messo a nudo” le sue emozioni e anche perché
ha utilizzato un linguaggio diretto, semplice. Ha parlato della sua vita, attraverso tre storie distinte, ma con una logica
temporale. Inoltre ha aggiunto delle linee guida, l’atteggiamento che gli ha permesso di arrivare in cima: il filo
conduttore di tutte le storie era l’importanza dell’essere innovativi .
Alla fine abbiam trattato il tema della “Content curation”: il significato dialogico dei contenuti scelti per essere studiati
da vicino e presentati. La piattaforma sociale “Scoop” è adibita per questo scopo. Il curatore di contenuti deve essere
esperto nel curare online le informazioni, le quali sono frammentarie, disperse e hanno, dunque, bisogno di essere
aggregate. L’ “RSS feed” è un aggregatore che in una “tash board”, ossia in un’unità visuale, ti permette di ottenere
tutte le informazioni che ti interessano in un’unica schermata, sotto forma di titoli e catalizza dunque il processo di
ricerca.
http://www.thinktag.it/it/resources/esercitazione-del-21-maggio-2012-a-e-del?comments_page=1#comment_95267
TAG: storytelling, content curation, timeline, piattaforma “scoop”, guide whaiwhai, promozione turistica
LEZIONE DEL 29 MAGGIO
Le lezione è stata improntata su tutti i possibili chiarimenti delle modalità di esame e sui consigli dati dal professor
Paini riguardo come lavorare sulla creazione di risorse per il portale turistico "Tag.Italia.it", (forse si chiamerà in questo
modo, perché secondo il dottor Colombo il termine "SMART" è abusato oggi).
Avrei preferito l'introduzione di un nuovo argomento, perché era quella la mia attesa, ma è stata comunque utile
come lezione.
http://www.thinktag.it/it/resources/turismatica-lezione-14-del-29-maggio-201?comments_page=1#comment_90745
TAG: chiarimenti, esame, portale turismo italia.it, schema bridge, soggettività dell'esperienza, visione comune, schema
cross,
LEZIONE DEL 30 MAGGIO
Le lezione è stata improntata su tutti i possibili chiarimenti delle modalità di esame e sui consigli dati dal
professor Paini riguardo come lavorare sulla creazione di risorse per il portale turistico "Tag.Italia.it", (forse
si chiamerà in questo modo, perché secondo il dottor Colombo il termine "SMART" è abusato oggi).
Avrei preferito l'introduzione di un nuovo argomento, perché era quella la mia attesa, ma è stata
comunque utile come lezione.
TAG: tag.italia.it,chiarimenti,esame
LEZIONE DEL 31 MAGGIO
Il tema della lezione di oggi mi è piaciuto molto, dal momento che i siti dedicati alla narrazione di esperienze di viaggio
attirano spesso la mia attenzione, perché leggo le esperienze vissute dagli altri, riguardo il territorio che ho intenzione
di visitare e mi immedesimo nelle loro storie per un attimo. Mi piace, inoltre, il linguaggio informale ed amichevole
che usano gli utenti, senza termini tecnici, ma come se rendessero pubblico un loro diario personale sulla vacanza.
Proprio ieri stavo cercando ulteriori informazioni sui trasporti da Como a Bellagio e sono capitata su uno di questi siti
di nome “Virtual Tourism”, la pagina web era strutturata in modo chiaro e preciso, in quanto suddivideva i commenti
per tutte le tipologie di trasporto disponibili ed in generale il sito sembra funzionare pressappoco come TripAdvisor, di
cui abbiamo discusso oggi. TripAdvisor è il sito di recensioni più famoso e con il più alto grado di produzione di
recensioni. Nasce come sito per censire le strutture recettive, ma si estende in seguito ad ogni altro genere di servizi.
Ogni utente, dopo essersi iscritto al sito, può postare la sua recensione sulla struttura ricettiva oppure dare una
valutazione di questa. E’ stato dimostrato che gli utenti sono propensi a scrivere commenti positivi, piuttosto che
negativi, dunque se ce ne fossero di questi ultimi sarà per via non solo di una delusione delle attese, ma anche per
qualche problema serio riscontrato. Tuttavia TripAdvisor è stato messo sotto accusa, si sostiene, infatti, che gli
albergatori, ad esempio, potrebbero danneggiare volontariamente un loro concorrente, postando opinioni negative
riguardo a questo o valutazioni positive su loro stessi. Il rischio c’è, ma è basso, in quanto il sito ha un meccanismo di
valutazione del linguaggio dell’utente che recensisce, per verificare che sia sempre il medesimo. Inoltre controlla
l’ORIGINE delle recensioni (da che computer arrivano). Comunque l’affidabilità è garantita anche dalla community che
può smascherare le recensioni false in qualsiasi momento, data la possibilità di REPLICA ai messaggi. L’affidabilità
verso questo social network UGC (USER GENERATED CONTENT) cresce grazie a tutto questo. Si pensa sia esclusa la
possibilità di accordi tra TripAdvisor e le imprese turistiche, in quanto i suoi introiti derivano principalmente dalla
etichetta di AFFIDABILITA’ che questo si è costruito e non gli conviene, dunque, scendere a patti con gli imprenditori,
perché perderebbe tutto il suo SUCCESSO MONDIALE, per pochi guadagni disonesti.
A mio parere il consumatore è più tutelato grazie a questo social network, in quanto gli imprenditori turistici sono
interessati a fornire un servizio di qualità sempre maggiore, perché sono preoccupati dalla reputazione che altrimenti
si potrebbero fare professionalmente, a causa di questo sito.
TripAdvisor migliora giorno per giorno il suo servizio, per esempio è stata inserita la domanda chiusa: “La recensione
letta è stata UTILE?”
Inoltre piccole aziende e ristoranti stanno a poco a poco richiedendo ai consumatori di essere recensiti, perché tutti
conoscono, ormai, il potere di questo canale di informazione.
http://www.thinktag.it/it/resources/turismatica-lezione-15-del-30-maggio-201?comments_page=1#comment_90733
Ho dimenticato di dire che per verificare l'affidabilità di una recensione secondo la nostra prospettiva,
dobbiamo andare a verificare che lo STILE DI VIAGGIO del "producer" equivalga al nostro, oltre al leggere il
commento.
http://www.thinktag.it/it/resources/turismatica-lezione-15-del-30-maggio-201?comments_page=1#comment_90737
TAG: tripadvisor, user generated content, narrazione, successo
La lezione del 31 maggio ha riguardato un approfondimento sul sito di Turisti per Caso a confronto col
modello campione TripAdvisor. La forza di questi siti nel mercato sta nell’enorme numero di utenti che li
consulta come prima scelta nel cercare informazioni riguardo una meta turistica. I siti istituzionali per
quanto possano essere utili, non sono tanto affidabili quanto i social networks dei viaggi, secondo
l’opinione comune. Oggigiorno la maggior parte delle persone non resiste a dare un’occhiata ai commenti
degli altri, quasi come se questo colmasse l’esperienza non ancora fatta del luogo.
Un sito di recensione è “Turisti per Caso”, qui, però, a differenza di TripAdvisor, ci si dedica principalmente
a narrare il viaggio e le emozioni che questo ha suscitato, più che essere incentrati sulle strutture ricettive.
Un’altra differenza è la narrazione, al posto di avere dei commenti frammentati.
I creatori del sito “Turisti per Caso” sono Patrizio Roversi e Syusy Blady, due giornalisti, a cui viene affidata,
in origine, una trasmissione con lo stesso nome, nell’era televisiva dominante, durante la quale
presentavano dei reportages di viaggi, realizzati da loro stessi, riguardo l’esperienza locale vissuta. Non
affidavano ad un redattore questo compito, BENSI’ filmavano in prima persona, i vari posti in cui andavano,
anche se non erano professionisti di riprese. Hanno esteso, in seguito, la loro iniziativa tramite una rivista
mensile ed un sito sullo stesso tema. Vi è una PLURALITA’ DEI MEDIA, una comunicazione attraverso più
canali. Seguono una logica di SOCIAL MEDIA STRATEGY, creano profili sui social networks, oltre avere sul
sito i “bottoni” “LIKE” e “SHARE” per VEICOLARE il messaggio in modo veloce ed efficace. Si riesce a
raggiungere, così, un pubblico molto più vasto, dal momento che sono tanti gli utenti che utilizzano social
networks come ad esempio Twitter e Facebook. Utilizzare la rete dovrebbe anche essere un metodo
economico per un’eventuale promozione.
Il tempo zero del processo di VIRALITA’, (che è la diffusione di contenuti tramite la rete) è il click di “Tweet”,
così su Twitter gli eventuali followers potranno visualizzare ciò si è voluto condividere.
In generale, comunque, se si vuole promuovere un qualsiasi prodotto o servizio occorre combinare più
azioni di marketing.
Si deve fare una “SEARCH ENGINE OPTIMIZATION”, ossia strutturare bene le pagine in modo tale che i
motori di ricerca riescano a rintracciare il sito di riferimento.
Il dottor Paini mi ha fatto capire che i social networks sono essenziali dal punto di vista professionale ed io
in effetti ne noto le potenzialità. Preferisco, tuttavia, scattare una bella foto che contenga data ed ora che
segnali la mia presenza in quel luogo, piuttosto che cercare di connettermi con un Wi-Fi instabile, perché si
vuole evidenziare, con i sistemi di geolocalizzazione, che si è in quel momento in un posto particolare. Io ed
il mio gruppo per il progetto portale Italia.it siamo riusciti, però, alla fine, a fare qualche check-in con
l’estensione di Foursquare.
Devo ammettere, (riguardo al tema dell’importanza di Internet), che sono rimasta stupita in positivo nel
venire a conoscenza della disponibilità di Wi-Fi persino nell’eco-ostello isolato ed immerso nel verde di un
parco visitato. Questo fatto indica quanto la rete sociale sia ormai un’offerta fondamentale e quasi
scontata, anche se in alcuni paesi non ci sono ancora molti “hotspots”.
TAG: turisti per caso, pluralità dei media, processo di viralità, like, share, search engine optimization, esperienza di
viaggio, valore emozione
http://www.thinktag.it/it/resources/turismatica-lezione-16-del-31-maggio-201?comments_page=1#comment_91352
10) LEZIONE/ESERCITAZIONE DEL 5 GIUGNO
Non ho potuto esserci a questa lezione, ma da quello che ho potuto leggere, sembra che sia stata una lezione pratica,
sul tema della “social media strategy”. E’ stato assegnato il compito di costruirne una riguardo il caso, già esistente, di
“Park Hotel Gran Bosco”, in Piemonte, basandoci sul fatto che questo non possedesse ancora un sito internet. I miei
compagni si sono divisi in vari ruoli: chi interpretava il “social media strategist”, chi l’addetto al web marketing, altri
hanno pensato come se fossero il “community manager e il “blogger”. Hanno distinto quattro fasi nella realizzazione
della strategia: presentazione del caso, l’identificazione del piano redazionale, quella dei canali media da sviluppare ed
infine la proposta finale.
Credo che le esercitazioni siano utili, perché servono a comprendere e meccanizzare quei concetti, che letti
semplicemente risultano essere solo un insieme di informazioni teoriche sul “come si fa”, ma che non si sa se abbiamo
veramente compreso, finché non proviamo nella pratica.
http://www.thinktag.it/it/resources/lezioneesercitazione-del-5-giugno-2012?comments_page=1#comment_94559
TAG: esercitazione, social media strategy, promozione turistica online, piano redazionale, blogger, web marketing,
community manager, keep up to date
LEZIONE DEL 6 GIUGNO
La lezione di oggi, 6 giugno, ha riguardato ulteriori chiarimenti sulle collezioni da inserire nel gruppo “Smart
Community del progetto tag.italia.it”.
La premessa è stata quella che si deve partire dalla creazione di scaffali e solo alla fine trasformare questi in collezioni.
Ci sono due modi possibili di costruire i percorsi: il primo è seguire un modello “nidificato”, si crea cioè una o più
RISORSE di PRESENTAZIONE, (in base al numero dei percorsi), che devono essere ESTERNE agli scaffali e che fungano
da indice. La/le RISORSA/E DI PRESENTAZIONE deve/devono contenere i LINK agli scaffali creati, è importante!
Il modello “nidificato” passa DA una “VISIONE D’INSIEME” della risorsa indice, che ti preannuncia quali saranno le
tappe centrali del percorso, ALLE risorse SPECIFICHE su queste.
Un modello alternativo è quello “dettagliato”, si crea uno scaffale e s’inseriscono sistematicamente tutte le risorse
inerenti, NELLO STESSO. Si possono creare anche delle connessioni tra le risorse, ma queste saranno inevitabilmente
collegate a due a due, invece con i link alla pagina della RISORSA INDICE riusciamo a connettere tutte le risorse fra
loro!
COSA DOBBIAMO FARE AFFINCHE’ IL PROFESSOR PAINI GUARDI I NOSTRI ELABORATI PER VALUTARLI E DARCI L’”OK”?
Dobbiamo creare come PRIMA/E RISORSA/E, quella/e di presentazione dei percorsi, cosicché il professore valuti le
proposte turistiche e guardi di rimando gli scaffali dedicati ai punti toccati in quella presentazione.
http://www.thinktag.it/it/resources/turismatica-lezione-18-del-6-giugno-2012?comments_page=1#comment_92276
TAG: modello "nidificato", risorsa presentazione, link, smart community,
LEZIONE 8 GIUGNO
La lezione di oggi ha riguardato il tema del “QR Code”, un’abbreviazione di “Quick Response Code”, per via della
decodifica rapida dei suoi contenuti. Abbiamo seguito al riguardo un ragionamento di “social media strategy”.
Il QR Code è un servizio che tramite un “URL” ti rimanda ad un indirizzo di una risorsa su internet, per accedere ai
contenuti che ti interessano.
L’Italia è in ritardo riguardo questo medium, perché possiede una banda bassa,cioè ha una connessione lenta, ma
l’uso del QR Code a scopo commerciale è solo uno uno dei modi in cui si può sfruttare.
Il QR Code si sta, comunque, sempre più diffondendo nel nostro territorio, basta notare la sua presenza nelle riviste di
massa. Per leggere questa tipologia di “QR Code” si deve disporre di una connessione ad Internet e scaricare un
applicazione apposita. Inoltre la pagina web deve essere stata “pensata” per il “mobile phone”. Le riviste stanno
arricchendo sia la parte redazionale, che quella pubblicitaria di questi codici.
Esiste la possibilità anche per la gente comune di creare dei QR Code, tramite dei siti di generatori, che si trovano sul
web, ad esempio www.qrcode.kayva.com, il quale consente di generarne dal proprio computer.
Esistono diverse tipologie di QR Code: con l’opzione “text”, in cui si preconfeziona un testo e può essere sfruttato
come biglietto da visita, i QR Code che possiedono gli “url”, quelli con un numero di telefono memorizzato, che
rimandano cioè al numero di telefono stabilito, quelli “wi-fi”, in cui si dà i parametri di accesso ai wi-fi dei dintorni, i
QR Code con funzione “sms”, nei quali si preimposta un numero di telefono ed un messaggio. Il QR Code che si basa
sui messaggi consiste nella realizzazione di un menù a opzioni, si manda un “sms” ad un cellulare che possegga un
“sms machine”, ossia un computer che riceve e manda messaggi in modo automatico. In quest’ultimo caso non è
necessaria la connessione alla rete e quindi neanche possedere un cellulare di ultima generazione, si riduce così il
“digital divide”.
Si è soliti pensare, infatti, che per usufruire di questo servizio sia necessario uno smartphone per la lettura del codice,
che sia il vincolo di base. In realtà anche un cellulare di fascia media può utilizzare dei QR code, anche se ad un livello
limitato e basilare. Il requisito minimo è il possesso nel proprio telefono di una fotocamera.
I “Quick Response Code” non devono essere pensati solo all’uso che ne fa la maggioranza delle persone oggi. Si può
organizzare un evento grazie a questo mezzo, ad esempio un “flash mob”.
Si può, inoltre, costruire un percorso a tappe, si genera cioè un QR Code che posto in un luogo ti rimanda ad un altro,
tramite la “geo location
L’ “url” che mi darà non incorporerà l’indirizzo del luogo in cui affiggo il QR Code, bensì da quel luogo me ne
consiglierà altri, questo è utile in funzione della promozione di un territorio. Il meccanismo mi ricorda la logica di
“Foursquare”, anche se il social network è meno immediato, dal momento che devi entrare nel sito ed accedere alla
piattaforma.
Il QR Code con indirizzo di posta, invece, dà una comunicazione più diretta , qui il testo della “mail” è preconfezionato,
anche se il creatore può completare la frase a suo piacimento.
E’ possibile condividere questi particolari codici tramite le piattaforme social, perché cosicchè vi sia una diffusione
virale, grazie al passaparola degli utenti. Il valore dei QR Code sta nel fatto che l’informazione trasmessa non è
indifferenziata, in quanto la sceglie il cliente, è quindi iperpertinente ed è collocata sulla base di un contesto spaziotemporale.
A mio parere i QR Code sono un’invenzione geniale, anche se vengono poco utilizzati, in quanto la maggior parte della
gente ignora ancora questo mezzo. Bisognerebbe, però, sfruttarli in modo più creativo, perché se ne abusa,
soprattutto nel campo pubblicitario.
TAG: qr code, url, passaparola, informazione iperpertinente, comunicazione immediata,
http://www.thinktag.it/it/resources/turismatica-lezione-19-del-8-giugno-2012?comments_page=1#comment_92507
MIE RISORSE
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Guerrilla marketing!
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Storytelling
Gamification
10 COMMENTI ALLE RISORSE DEI MIEI COMPAGNI
1) Toscana e il cineturismo
2)La tecnica dello storytelling: Tour Angeli e Demoni
3) Villa Carlotta-secondo piano
4) Castel Baradello
5) Bus C30 Bellagio-Como
6) Antico Pozzo
7) Papo’s
8) FAI - Fondo Ambiente Italiano
9) Glancee
10) B&B Villa Rosa Expo
11) E tu lo usi lo sconto sul web? - L’Espresso
12) Gamification
COLLEZIONI PER IL PROGETTO DEL PORTALE WWW.ITALIA.IT
1) “Turismo verde a Como”
2) “Arte e paesaggio sul lago di Como”
10 COPPIE DI LINK DELLE RISORSE A CUI E’ STATA ASSEGNATA UNA CONNESSIONE
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“Villa Melzi - Bellagio ( Co )” con “Le ville del lago di Como”
“Guerrilla Marketing!” con “Alsazia: guerrilla Marketing…”
“Primo piano Villa Carlotta” con “Villa Carlotta Secondo Piano”
“Assessorato al turismo di Como” con “Hotel Firenze Como”
“I dintorni di Milano, Verga” con “Castel Baradello”
“I Luoghi del Cuore” con “FAI – Fondo Ambiente Italiano”
“Battellata da Tremezzo a Bellagio” con “Tremezzo”
“Ricetta e curiosità sui missoltini” con “Antico Pozzo”
9 “Ricetta e curiosità sui missoltini” con “Cucina Lariana”
10 “Eco Ostello Respaù” con “Sentiero 11 Spina Verde”
Errori commessi
Gli errori che ho compiuto nei commenti alle lezioni sono state l’uso del maiuscolo per evidenziare i termini, che in
realtà corrisponde a urlare nel linguaggio del web. Avevo già sentito questa informazione, ma non ci ho badato,
scusate.
RISORSA SU PALERMO LINK