scheda tecnica - Scarpa
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Qualcuno volò sul nido del cuculo Teatro Bellini di Napoli autore Maurizio Di Giovanni dall’omonimo romanzo di Ken Kesey regia Alessandro Gassmann con Daniele Russo, QUALCUNO VOLO' SUL NIDO DEL CUCULO La malattia, la diversità, la coercizione, la privazione della libertà sono temi che da sempre mi coinvolgono e che amo portare in scena con i miei spettacoli. Temi tutti straordinariamente presenti nello spettacolo che mi accingo a mettere in scena, "Qualcuno volò sul nido del cuculo" di Dale Wasserman, tratto dall’omonimo romanzo di Ken Kesey, la cui versione cinematografica diretta da Miloš Forman è entrata di diritto nella storia del cinema. Con Maurizio di Giovanni, che ha curato l’adattamento del testo, abbiamo deciso di ambientare la vicenda in una clinica psichiatrica italiana nel 1982. Tutto ha inizio con l'arrivo di un nuovo paziente che deve essere "studiato" per determinare se la sua malattia mentale sia reale o simulata. La sua spavalderia, la sua irriverenza e il suo spirito di ribellione verso le regole che disciplinano rigidamente la vita dei degenti, porterà scompiglio e disordine ma allo stesso tempo la sua travolgente carica di umanità contagerà gli altri pazienti e cercherà di risvegliare in loro il diritto di esprimere liberamente le loro emozioni e i loro desideri. Ciro (il mio McMurphy) è un ribelle anticonformista che comprende subito la condizione alla quale sono sottoposti i suoi compagni di ospedale, creature vulnerabili, passive e inerti. Da quel momento si renderà paladino di una battaglia nei confronti di un sistema repressivo, ingiusto, dannoso e crudele, affrontando così anche un suo percorso interiore che si concluderà tragicamente ma riscatterà una vita fino ad allora sregolata e inconcludente. E, attraverso di lui, i pazienti riusciranno ad individuare qualcosa che continua ad esser loro negato: la speranza di essere compresi, di poter assumere il controllo della propria vita, la speranza di essere liberi. Un testo che è una lezione d’impegno civile, uno spietato atto di accusa contro i metodi di costrizione e imposizione adottati all’interno dei manicomi ma anche, e soprattutto, una straordinaria metafora sul rapporto tra individuo e Potere costituito, sui meccanismi repressivi della società, sul condizionamento dell'uomo da parte di altri uomini. Un grido di denuncia che scuote le coscienze e che fa riflettere. Come sempre lavorerò sui complessi rapporti psicologici tra i vari personaggi, immergendoli in uno spazio scenico realistico e asettico. In questo caso, le videografie, che spesso utilizzo nei miei spettacoli, mi permetteranno di tradurre in immagini i sogni e le allucinazioni dei cosiddetti "diversi". L'obiettivo che mi pongo è, come sempre, quello di riuscire a far emozionare un pubblico di ogni età, soprattutto i più giovani che forse non conoscono quest’opera che è un vero e proprio inno alla libertà. Alessandro Gassmann IL FILM Un titolo d'epoca che a buon diritto fa parte della leggenda del cinema. Nessun film è stato più faticosamente prodotto. Viene da molto lontano. Il grande Kirk Douglas voleva interpretarlo e produrlo fin dagli anni Cinquanta. Ma per quei tempi il soggetto era giudicato troppo a rischio. Era un altro cinema, un'altra Hollywood. Doveva essere un altro Douglas, Michael, a realizzare il sogno del padre. Anche se per Kirk non fu proprio la stessa cosa. Si dice anzi che ci sia rimasto male. Michael affidò il film a Forman, un regista non proprio sconosciuto, che aveva dovuto lasciare la Cecoslovacchia durante la famosa primavera di Praga del Sessantotto. Trama La vicenda si svolge all'interno dell'Ospedale Psichiatrico di Stato (State Mental Hospital) di Salem (Oregon). Jack Nicholson fa la parte di un pregiudicato di nome Randle Patrick McMurphy che si fa internare in una clinica psichiatrica per sfuggire a guai maggiori. Il Dottor Spivey, primario della struttura, spiega a McMurphy che dovrà essere trattenuto solo per essere "vagliato", per determinare cioè se la sua malattia mentale sia reale o simulata. Il signor McMurphy accetta. Pur sapendo di essere sotto osservazione, in reparto tiene un comportamento anticonformista verso le regole che disciplinano rigidamente la vita dei degenti. Egli, infatti, fa il verso ad un nativo americano imitando una danza tribale indiana; non prende la sua medicina sputandola in faccia ad un altro paziente; gioca a basket in un campo nel quale nessuno dei pazienti si ricrea... Quando non gli viene concesso di vedere la partita di baseball in TV, propone di sfondare la finestra con un pesante lavabo, ma non riesce a sollevarlo. Successivamente si improvvisa radiocronista di un'immaginaria partita, sobilla i degenti a fare rumore e così si inimica la caporeparto, la Signora Ratched. Qualche giorno dopo organizza una goliardata e conduce gli infermi a pescare su una barca rubata, spacciando sé e gli altri per un gruppo di medici dell'istituto stesso. Giocando a carte vince tutte le sigarette dei suoi compagni e la caporeparto è costretta a razionarle. Ne nasce un violento parapiglia e invece di tenersi fuori, come fanno tutti ad eccezione di un altro paziente e del Capo indiano, si scaglia contro un infermiere. A seguito di ciò, viene sottoposto ad elettroshock. Sull'esempio di McMurphy, i degenti imparano ad essere persone e a esprimere liberamente le proprie necessità, contro l'austera disciplina imposta dalla caporeparto. McMurphy, instaurata un'amicizia con Billy Bibit, un ragazzo introverso e affetto da balbuzie, e con il "Grande Capo" Bromden (un nativo sordomuto di gigantesche dimensioni), comprende quella che lui chiama "la disonestà di fondo di Mildred" e assieme ai degenti cerca di smontarla. I pazienti si rendono conto che, malgrado la propria malattia, sono comunque persone rispettabili e provano ammirazione per le aspirazioni libertarie di McMurphy. Questi, però, si rende conto che l'ospedale psichiatrico non è un luogo adatto a lui e presume di potere andare via alla scadenza della pena; ma, dopo 68 giorni, un inserviente gli fa notare che non è così. Capito ciò, ritiene opportuno tentare la fuga. McMurphy scopre poi che Bromden si è, da sempre, finto sordomuto. I due decidono allora di scappare insieme in Canada. Dopo aver corrotto la guardia notturna, organizzano una festicciola notturna per dare l'ultimo saluto ai compagni, facendo persino entrare di soppiatto due donne di facili costumi. L'ubriachezza vanifica la fuga e McMurphy si addormenta sul pavimento. La mattina successiva la Caposala Ratched trova il reparto sottosopra e coglie molti degenti dormienti per terra e tra questi Billy a letto con una delle ragazze. Billy, di fronte all'ennesima violenza mentale subita (la minaccia della caposala di denunciare il suo operato alla madre), è sgomento, ha paura, perde la testa e si suicida per la vergogna. Di fronte all'evidente responsabilità della Signora Ratched, McMurphy ha un attacco violento e aggressivo e tenta di strangolarla, ma un inserviente lo stordisce. Di fronte a quest'ultimo episodio la commissione medica si convince che McMurphy è un malato pericoloso e che questa sua aggressività vada curata con una lobotomia. Mentre tutti i degenti si chiedono dove sia finito, una notte McMurphy appena operato, instupidito, viene ricondotto in reparto. L'indiano, Capo Bromden, quando lo vede in queste condizioni, senza più forza di volontà, decide di non abbandonarlo al suo destino: lo uccide, soffocandolo con un cuscino. Poi strappa da terra il pesante lavabo di marmo (quello che lo stesso McMurphy, all'inizio, aveva cercato invano di staccare), lo scaglia contro una finestra e fugge dalla breccia, correndo lontano verso la libertà, in Canada. Film dunque dalle molteplici letture: la clinica può essere semplicemente il mondo e non è poi così chiara la linea che divide i sani dai pazzi. Le norme vigenti, dure e bloccate, alla fine possono essere solo un pretesto di discriminazione, ingiusto e criminale. Viva dunque l'eroe poco di buono che si batte sapendo di perdere. Naturalmente non erano casuali i richiami di libertà che venivano da Praga, e nemmeno il vento liberal che soffiava in quegli anni in America. Anche se Kesey c'era arrivato molto prima: ma è una prerogativa precisa del cinema arrivare più tardi della letteratura di almeno una generazione. Dunque grande film, premiato dovutamente con tutti gli Oscar più importanti (film, regista, sceneggiatore, Nicholson e Fletcher, l'infermiera). Jack Nicholson, con la sua recitazione nevrotica e sopra le righe, definì perfettamente il suo personaggio (quello di Shining, Voglia di tenerezza, Le streghe di Eastwick) e divenne uno dei massimi divi del cinema moderno, in compagnia dei suoi grandi coetanei, gli straordinari ragazzi del '37: Hoffman, Redford, Beatty e Jane Fonda. Critica La pellicola ha continuato a vincere un totale di ventotto premi. Da parte dei critici ha ottenuto recensioni contrastanti. Roger Ebert (che vincerà successivamente il premio Pulitzer) ha sostenuto che Qualcuno volò sul nido del cuculo «è una pellicola così buona in tante sue parti che c'è la tentazione di perdonarla quando va male, cioè nei momenti in cui insiste sul fare più grandi certi punti di quel che la storia realmente dovrebbe trasmettere, di modo che alla fine le qualità umane dei personaggi si perdono nel significato dell'insieme. Malgrado il film sia per la maggior parte svolto nel dormitorio/soggiorno di un reparto psichiatrico, vengono dibattuti temi universali e fondamentali della vita, come la contestazione, i diritti dell'individuo, la violenza sessuale sui minori, i Nativi Americani, le intolleranze etnico culturali, la letteratura americana, il disagio psichico, la follia, l'handicap e la malattia mentale in rapporto con la società. La gita di pesca nella Baia Depoe (Oregon), è stata aggiunta alla fine e inserita a metà, forse per interrompere la ripetitività della descrizione delle sedute di psicoterapia di gruppo. Malgrado il rischio di essere noiose, queste sedute di psicoterapia non sono monotone. Ogni componente viene descritto e rappresentato con molto realismo e i personaggi sono fedeli al loro stato di malattia in ogni momento. La conduttrice delle sedute di psicoterapia di gruppo, la Signora Ratched, esprime lei stessa la propria sofferenza psichica, cercando di prendere le distanze dalla malattia mentale, che pretende di chiarificare, sforzandosi di inquadrarla in un insieme di rigide regole, come se la malattia psichiatrica si potesse curare con un insieme di imposizioni. Così, la Signora Ratched finisce per usare in modo autoritario la sua funzione terapeutica, rendendosi antipatica e disumana. Le fa da contraltare un paziente, McMurphy, abituato a infischiarsene di qualsiasi regola. Ci viene presentato un ospedale psichiatrico modello, con campo di basket e piscina, una sala per l'idromassaggio, adiacente al dormitorio. Gli ammalati sono suddivisi per gravità di malattia, per cui i meno gravi non devono sopportare la malattia dei più gravi. Gli ammalati meno gravi, sono relativamente liberi e vengono condotti in città con l'autobus. I medici compaiono poco, si vedono solo nei propri studi a dare disparati giudizi sulla salute mentale e sulla pericolosità di McMurphy. Inoltre nel film, viene mostrata una seduta di terapia della malattia mentale grave negli anni cinquanta, l'elettroshock. Molti critici hanno visto nel romanzo da cui è stato tratto il film una metafora della vita che anticipa il 1968, l'anno della contestazione giovanile. Il Signor McMurphy e la Signora Ratched sarebbero le due facce della stessa medaglia, come McMurphy rappresenta lo scontro violento contro l'autorità, così Ratched rappresenta quell'autorità al potere che non si può scalzare. Il titolo è molto originale e suggestivo, però il direttore del doppiaggio avrebbe dovuto specificare, ad uso e consumo degli spettatori italiani, che "il nido del cuculo" (the cuckoo's nest) è una delle molte espressioni del gergo americano che indicano il manicomio. Esiste anche una filastrocca che ha un verso che suona così: Three geese in a flock, one flew East, one flew West, one flew over the cuckoo's nest ("Uno stormo di tre oche, una volò ad est, una volò ad ovest, una volò sul nido del cuculo"). Tuttavia di questa filastrocca non c'è traccia nel film, mentre costituisce uno degli elementi essenziali del romanzo di Kesey. Frasi celebri Chief Bromden (Will Sampson) e Randy P. McMurphy (Jack Nicholson) L'ultima volta che l'ho visto era ubriaco fradicio, gli occhi bruciati dall'alcool. Ogni volta che portava la bottiglia alla bocca, non era lui che la beveva: era la bottiglia che gli beveva il cervello. Randy P. McMurphy (Jack Nicholson) e Billy Bibbit (Brad Dourif) Billy: C-c-co-come stai Mc? McMurphy: Una cannonata Billy....Proprio una cannonata! Sai mi davano 10000 watt al giorno e adesso...schizzo faville! La prima donna che mi faccio la accendo tutta come un flipper e alla prima botta quella mi fa tilt ci puoi scommettere! Randy P. McMurphy (Jack Nicholson) e Martini (Danny DeVito) Martini: Carta a me. Mc carta a me. McMurphy: Ok Martini ma la posta minima è 10 ct! Cioè una sigaretta. Martini: allora punto 5! (spezzando in due la sigaretta) McMurphy: Martini, una sigaretta vale 10 ct ma se la spezzi non vale piu un ca**o capito? Martini: Si, Mc…. Carta a me. A me. McMurphy: Tu non capisci proprio un ca**o vero Martini? Randy P. McMurphy (Jack Nicholson) e L'infermiera Pilbow (Mimi Sarkisian) Infermiera Pilbow: Sig. McMurphy. La sua medicina. McMurphy: Che cos'è questa poltiglia? Infermiera Pilbow: È solo una medicina le farà bene... McMurphy: Già... ma non mi piace affatto l'idea di ingoiare qualcosa quando non so che roba è... Infermiera Pilbow: non si arrabbi Sig. McMurphy... McMurphy: ma io non mi sto arrabbiando Miss Pilbow. È solo che non... è solo che non voglio ingoiare cose che a tradimento me lo fanno ammosciare... Non so se ha capito. Randy P. McMurphy (Jack Nicholson) Lei pensa che la sua mente abbia qualcosa che non va ? No signore, è una meravigliosa stupenda macchina della scienza. Randy P. McMurphy (Jack Nicholson) E adesso io sarei pazzo per loro solo perché non sto lì tranquillo come un fottutissimo e immobile vegetale, non ha il minimo senso secondo me.. se questo vuol dire essere pazzo, beh allora io sono un rimbambito, toccato.. si, tutto quello che volete!