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U’ BULLETTINU d e i Ve s p r i
Curiosità, aneddoti, notizie sulla Sicilia e sui Siciliani
ANNO 8— Numero 3
Roma, 10 giugno 2013
RUBRICHE
Carissimi Amici,
Il proverbio del mese
è con vivo piacere che Vi segnalo l’articolo uscito il 24 maggio sul
Corriere della Sera, edizione romana, circa l’intervento chirurgico
effettuato dal prof. Francesco Musumeci utilizzando il robot Leonardo su una donna di 68 anni presso l’Università Campus BioMedico di Roma.
Si tratta di un intervento mini – invasivo di sostituzione di una valvola cardiaca su un soggetto anziano, il quale ha beneficiato di questa tecnica con un costo contenuto, grazie al Vostro contributo.
Come ricorderete, infatti, di recente come Associazione i Vespri avevamo promosso una cena di beneficenza per la raccolta di fondi
in favore di questo tipo di intervento per pazienti non abbienti e
quanto avvenuto rappresenta un primo risultato importante per tutti
noi.
Dobbiamo ad uno scienziato Siciliano ed ad un polo di eccellenza,
quale è il Campus Bio-Medico di Roma, questo straordinario risultato che, siamo certi, ha aperto un percorso nuovo nella cura dei pazienti affetti da patologie cardiache gravi e ci auguriamo che, sempre più, questa tecnica possa trovare ampia diffusione unitamente ad
interventi di solidarietà umana sempre maggiori.
Grazie ancora per la Vostra partecipazione.
L.T.
Curiosità
Castelli di Sicilia
Gastronomia
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Il proverbio del mese
Doppu ca ‘ Jaci arsi, nivicau!
Traduzione letterale
Dopo che Aci è bruciata, nevicò!
Traduzione autentica
Prendere provvedimenti troppo tardi!
Questo proverbio si riferisce ad un episodio che risale al 1326 quando la flotta di re
Roberto, facendo scorrerie lunga la costa siciliana, attaccò il castello di Aci e lo diede alle fiamme.
Appena la cittadella fu distrutta dalle fiamme, cominciò una nevicata fortissima, assai inusuale per quella località, che ricoprì tutta la zona di una spessa coltre di neve,
purtroppo, troppo tardi per salvarla dalle fiamme!!
Non tutti sanno che…
L’importanza delle Regie Trazzére
Le Regie Trazzére ebbero una grande importanza in tutta la storia della Sicilia fin
dalla antichità, da Federico III di Trinacria agli spagnoli durante la Guerra di Successione Spagnola, durante la Guerra della Quadruplice per finire alla Seconda
Guerra Mondiale.
Infatti, il comando della Seat Armata, pose il suo quartier generale nelle vicinanze
di Enna e da lì diresse tutte le operazioni di sbarco del 1943.
Le trazzère costituirono le grandi vie di comunicazione in tutta l’antichità e congiungevano i punti nevralgici dell’isola favorendo le comunicazioni, gli scambi e le
strategie militari, in caso di bisogno.
La larghezza consentiva il passaggio di mezzi pesanti (si pensi che i trasporti avvenivano mediante carri trainati da buoi o da cavalli), di uomini e di masserizie poiché
diciotto canne di larghezza era una misura eccezionale anche in epoca successiva.
Infatti, molte strade comunali sono state realizzate “sopra” le trazzère esistenti, riducendone la portata complessiva, fatto che può ancora oggi vedersi se si va, ad esempio, a Niscemi (provincia di Caltanissetta) e si percorre la via Apa.
Ancora oggi esiste presso il Comune di Palermo un Ufficio delle Regie Trazzère
che periodicamente interviene per salvaguardare questo patrimonio viario!
Forse, gli amministratori dell’epoca avevano maggiore buonsenso e maggiore cura
della cosa pubblica e, soprattutto, cercavano di tutelare quanto poteva essere di ausilio alle comunità per lo sviluppo delle attività ed il benessere delle popolazioni del
luogo.
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La ricetta del mese
Il Biancomangiare alle mandorle
Questa antichissima ricetta è diffusa sull’intera isola e non ha “paternità”
specifiche, poiché in ogni famiglia questo semplice dolce veniva realizzato e
proposto in diverse circostanze ed a diversi soggetti: con le mandorle e la cannella,
come dessert o come dolce da servire alle amiche per il thé; senza mandorle come
budino, ai bambini ed agli anziani perché di facile digestione e da mangiare senza
l’ausilio dei denti!!!.
Potete provarlo in entrambi i modi sostituendo al latte di mandorla il latte naturale.
Buon appetito!
Il latte di mandorla
Ingredienti:
1 litro di acqua
200 gr di mandorle sgusciate
200 gr di zucchero
100 gr di amido di frumento
Scorza di 1/2 limone grattugiata
Polvere di cannella, se piace
50 gr di mandorle lamellate o tritate
Procedimento
Si pestano le mandorle pelate in un mortaio in maniera vigorosa e raccoglie questa
pasta in un sacchetto di cotone; si immerge questo sacchetto in un litro di acqua
spremendo il sacchetto ben bene avendo cura di fare ripetute immersioni finché
l’acqua non sia diventata bianca come il latte.
Aggiungere l’amido evitando che faccia grumi (nel caso passare il liquido in un
colino!), lo zucchero e mettere sul fuoco a cuocere a fuoco lento mescolando con
regolarità, sempre da un verso.
Quando la crema comincia a rapprendersi, togliere dal fuoco, grattugiare la scorza
di mezzo limone (piccolo) e continuare a mescolare finché non si sia freddata. A chi
piace, può aggiungere una spolverata di cannella.
Bagnare le formelle con acqua fredda, versare la crema e mettere in frigo per
almeno 1h e ½.
Si servono questi budini sformati su un piatto, decorati con mandorle tritate o
tagliate a lamelle e addobbi naturali a piacere ( foglie di limone, foglie di vite, fiori
vari etc.)