2015 01 Lunchbox - Istituto di Psicosintesi

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2015 01 Lunchbox - Istituto di Psicosintesi
CINEMA AL CENTRO DI PSICOSINTESI DI MILANO
FILM del 11/01/2015
LUNCHBOX (2013)
Regia: Ritesh Batra
Sceneggiatura: Ritesh Batra, Rutvik Oza
Musiche: Max Richter
Interpreti principali: Irrfan Khan (Saajan Fernandez), Nimrat Kaur (Ila Singh),
Nawazuddin Siddiqui (Shaikh), Denzil Smith (Sig. Sharoff), Bharati Achrekar (Sig.ra
Deshpande)
LA TRAMA
Ila è una casalinga appassionata di cucina che spera, con le sue ricette saporite e speziate, di ridare un
po’ di vitalità al suo matrimonio. Saajan, un modesto impiegato a pochi mesi dalla pensione, si vede
recapitare sulla sua scrivania, inaspettatamente, tutte le mattine, il lunchbox che Ila amorevolmente
prepara ogni mattina per il marito. Ila non sa che il suo lunchbox è finito sulla scrivania sbagliata!
Insospettita dalla mancanza di reazione del marito ai suoi manicaretti, infila nel porta-pranzo un
biglietto, nella speranza di risolvere il mistero. Sarà solo l’inizio di un lungo scambio di messaggi tra Ila
e Saajan...
LE FRASI
"Penso che dimentichiamo le cose quando non abbiamo qualcuno a cui raccontarle " (Saajan)
"A volte il treno sbagliato porta nella direzione giusta"
I TEMI
Ambientato nella Mumbai dei nostri giorni, Lunchbox è una storia d’amore “epistolare” diretta dal
regista Ritesh Batra al suo primo lungometraggio per il cinema dopo una lunga serie di cortometraggi
presentati all’interno di festival internazionali ed eventi culturali. Prodotta da Torino Film Lab, la
pellicola è stata presentata in prima mondiale al Festival di Cannes 2013 dove ha ottenuto il Premio del
Pubblico.
Il film racconta quanto a volte un imprevisto, come un porta-pranzo recapitato all’indirizzo errato,
possa influire sul corso dell’esistenza di ciascuno. Dietro le immagini vivide di una Mumbai frenetica e
sovrappopolata, in cui milioni di abitanti vengono trasportati, ogni giorno, dalla propria casa al posto di
lavoro, e poi di nuovo a casa la sera, si nascondono storie di solitudini, di persone imprigionate dalla
propria routine. Individui, come i due protagonisti del film, che hanno perso il sapore di ricordare i
momenti importanti della propria esistenza perché troppo soli, senza nessuno cui confidare le proprie
ansie, i propri sogni.
Fortunatamente il destino interviene a mescolare le carte con una rinnovata speranza. “Un treno
sbagliato a volte porta nella direzione giusta” è il motto che ricorre spesso durante il film, mettendo in
risalto ciò che al regista sta veramente a cuore: il potere vivifico della relazione. Un semplice errore
porta alla nascita di una relazione profonda tra due estranei, così distanti, fisicamente e anche per
estrazione sociale, eppure tanto simili. Spesso è fondamentale avere qualcuno con cui condividere e
anche se l’occasione è a dir poco fuori dal comune, bisogna coglierla tempestivamente e godersi le
conseguenze.