Relazione tecnica - Comune di PONT CANAVESE
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Relazione tecnica - Comune di PONT CANAVESE
COMUNE DI PONT CAN.SE PIANO REGOLATORE GENERALE COMUNALE tavola RELAZIONE TECNICA aggiornamento cartografia al ottobre 2012 10 PROPOSTA TECNICA DI PROGETTO DEFINITIVO Adottato con deliberazione del Consiglio C.le n.*** in data ********** Approvato con D.G.R. n. del IL SINDACO Paolo COPPO MM IL SEGRETARIO COMUNALE dr. Antimina MANCINO IL TECNICO COMUNALE geom. Romina BUGNI STUDIO ARCHITETURA c.so G. Matteotti n.5 * 10083 Favria (To) tel.0124 / 34586 * mail :[email protected] arch. Adriano MARTINETTO Albo APPC Torino n.2549 * c.f. MRT DRN 56T15 D520J * pIVA 05280760017 maggio 2014 Comune di Pont Canavese (To) PIANO REGOLATORE GENERALE COMUNALE INDICE SINTESI PRELIMINARE E NOTIZIE GENERALI Storia Le chiese Le torri medioevali I musei Le centrali idroelettriche Eventi 1 2 3 4 5 6 PARTE PRIMA Stato di fatto GENERALITA’ E CARATTERISTICHE DEL TERRITORIO 1.1 Inquadramento territoriale 1.2 Caratteristiche fisiche e geomorfologiche 1.3 Caratteristiche pedologiche,colture e vincoli 1.4 Demografia e struttura sociale LE ATTIVITA’ PRODUTTIVE 2.1 L’occupazione 2.2 Attività agricola 2.3 Settore secondario terziario 2.4 Attività relative al settore terziario SITUAZIONE EDILIZIA 3.1 Analisi del patrimonio edilizio esistente OPERE DI URBANIZZAZIONE PRIMARIA SERVIZI SOCIALI ED ATTREZZATURE 5.1 L’istruzione 5.2 Le attrezzature di interesse comune 5.3 Le attrezzature ed il verde pubblico LE COMUNICAZIONI ED I TRASPORTI 6.1 La viabilità generale 6.2 I parcheggi 6.3 I trasporti pubblici 1 2 3 4 5 6 PARTE SECONDA Progetto Le previsioni a livello provinciale Obiettivi e criteri d’impostazione Arco temporale di riferimento Dimensionamento del Piano 4.1 Analisi delle tendenze demografiche ed abitative 4.2 Fabbisogno abitativo pregresso 4.3 Previsioni per la capacità insediati aggiuntiva Interventi residenziali previsti dal PRGC 5.1 Centro Storico 5.2 Aree residenziali esistenti ed operazioni di completamento 5.3 Aree di espansione 5.4. Nuclei rurali (borgate) Attività economiche PTPP (novembre 2014) 1 ! Comune di Pont Canavese (To) PIANO REGOLATORE GENERALE COMUNALE 7 8 9 10 11 6.1 Agricoltura - zona agricola 6.2 Aree produttive 6.3 Aree per attività ricettive,turistiche e commerciali Standards urbanistici a livello comunale 7.1 Dimensionamento delle aree per servizi pubblici 7.2 L’organizzazione dei servizi Vincoli, fasce e zone di rispetto 8.1 zone a vincolo idrogeologico 8.2 Tutela delle aree di interesse paesistico,ambientale e naturalistico 8.3 Tutela delle aree che presentano aspetti negativi ai fini della pubblica incolumità 8.4 Fasce e zone di rispetto Il sistema viario Le norme di attuazione Criteri seguiti per la formazione del PRGC PARTE TERZA Conclusioni ALLEGATO A Note Storiche ALLEGATO 1 Dati statistici generali ALLEGATO 2a Struttura abitato antico ALLEGATO 2b Abitato 1831 ALLEGATO 2c Abitato 1846 ALLEGATO 2d Abitato 1890 ALLEGATO 2e Abitato 1950 ALLEGATO 3 Composizione suolo agricolo ALLEGATO 4a Trasporti pubblici ALLEGATO 4b Diagramma trasporti pubblici ALLEGATO 5 Licenze commercio (storico) ALLEGATO 6 Elenco manifestazioni e fiere ALLEGATO 7 Dotazione idrica ALLEGATO 8a Precipitazioni massima intensità ALLEGATO 8b Precipitazioni media e massima intensità ALLEGATO 8c Precipitazioni mensili ALLEGATO 9 Aree sottoposte a vincolo idrogeologico PTPP (novembre 2014) 2 ! Comune di Pont Canavese (To) PIANO REGOLATORE GENERALE COMUNALE SINTESI PRELIMINARE E NOTIZIE GENERALI Storia L’abitato di Pont Canavese si sviluppa in un’area alluvionale creata dai torrenti Orco e Soana che, dopo aver percorso le profonde vallate scavate nel corso dei secoli, giunti all’imbocco della pianura uniscono le loro acque per poi dirigersi lentamente al Po. I fiumi e i ponti, indispensabili per il loro attraversamento, hanno caratterizzato la storia economica, sociale e culturale del paese imponendogli anche il nome: dal celto-ligure Rordilitegna al romano Ad duos pontes all’attuale Pont. Se la presenza dell’uomo nella zona risale al tardo Paleolitico e i primi insediamenti stanziali sono neolitici (S. Maria e Boira Fusca lo testimoniano), se la toponomastica risale ai Celtoliguri e ai Romani, la conformazione del tessuto urbano è d’impronta medioevale; i Carolingi, in particolare i Marchesi d’Ivrea con Arduino e la sua discendenza, hanno costruito la storia del paese e lasciato le testimonianze più importanti: l’antica Pieve di Santa Maria, sorta su un luogo di culto precristiano, le torri Ferranda e Tellaria che dominano l’abitato e i loro ricetti, il borgo cinquecentesco sviluppatosi attorno alla via porticata e la chiesa di San Francesco, la parrocchiale di San Costanzo, già cappella del Castrum Pontis. Le chiese Giungendo dalla pianura lo sguardo è catturato dall’imponente costruzione di una chiesa ..... aggrappata ad una sporgenza rocciosa sospesa a mezza costa, con un abisso sul capo ed uno ai piedi (così la descrisse l’ingegner Camillo Boggio): si tratta della chiesa di Santa Maria in Doblazio, l’antica pieve sulle cui origini si intrecciano storia e leggenda; per la singolarità della sua architettura con la presenza di due altari frontali in una chiesa ad una sola navata, dei sotterranei, del vicino Monte Oliveto con il masso coppellato, merita una visita accurata. La chiesa di Santa Maria in Doblazio è pieve matrice di tutte le chiese della valli Orco e Soana, e parrocchia di Pont fino al 1879. La parte più antica della costruzione è composta dal coro e dal presbiterio e risale alla seconda metà del Quattrocento. La navata della chiesa è settecentesca. La chiesa presenta due campanili: quello circolare, dell’XI secolo, era in origine una torre di avvistamento appartenente ai De Doblatio; il secondo è settecentesco e fu voluto dalla confraternita di San Giovanni Decollato titolare di un altare. La tradizione vuole che la chiesa sia sorta su un precedente culto pre-cristiano. La chiesa di San Costanzo, antica chiesa originaria del 1328, fu costruita sulle fondamenta di una cappella incastellata appartenente ai San Martino. Divenne parrocchia nel 1879. Nel 1890 un ampliamento della chiesa portò all’abbattimento degli storici olmi circondati da panchette in pietra dove si radunava il consiglio comunale, come descritto negli statuti del 1562. La chiesa di San Francesco, edificata nel 1594, ad opera della congregazione di San Francesco, su un sedime di forno. All’interno, un dipinto ricorda il pontese Beato Giovanni Battista Bonatto morto nel 1653 a Tripoli dove si era recato come missionario. Le torri medievali Altrettanto imponenti e caratterizzanti del paesaggio sono le torri che dominano l’abitato, antiche testimoni di un passato di guerre, di ribellioni, di lotte che interessarono il Canavese per trecento anni; sull’altura al centro del paese si possono ammirare i resti della torre del “Castrum Pontis” appartenuta ai conti di San Martino e la svettante Ferranda di proprietà dei conti di Valperga, loro acerrimi nemici. Sulla collinetta del Montiglio sorge la Tellaria comunemente detta “Castlass” appartenente, come il “Pontis”, ai San Martino. Dalle torri si domina sull’intero abitato di Pont, sulla pianura canavesana e sulla catena alpina che fa da cerchio alle valli Orco e Soana; la Ferranda, dopo un restauro accurato, è diventata la sede del “Museo del Territorio” mentre l’area circostante è utilizzata per concerti e spettacoli all’aperto come l’ampio parco del “Castlass” di recente tornato di proprietà comunale. I musei L’offerta museale comprende: il Museo Etnografico, realizzato nel 1996 che intende essere la rappresentazione di un’autentica presa di coscienza nei confronti dell’originalità e del valore, del modo di vivere operativo e psicologico adottato dalle generazioni che ci hanno preceduto. Affissi alle pareti mappe, quadri, fotografie, manifesti, esaltano la bellezza di Pont e dell’Alto Canavese, PTPP (novembre 2014) 3 ! Comune di Pont Canavese (To) PIANO REGOLATORE GENERALE COMUNALE evidenziandone le peculiarità intrinseche. Si discerne nell’ingresso una ricerca sulle antiche botteghe della porticata via del Commercio. Il Museo della Plastica, museo di archeologia industriale Sandretto è ospitato nella palazzina di rappresentanza in stile liberty dello stabilimento Sandretto; consta di oltre 2500 pezzi. Le centrali idroelettriche Alla ricchezza d’acqua è legato lo sviluppo economico del territorio: le possibilità di produrre forza motrice prima ed energia elettrica poi hanno favorito lo sviluppo di attività artigianali (lavorazione del rame e del ferro, concia delle pelli.....), industriali (tessile e metalmeccanica) e commerciali (fiere e mercati hanno tradizioni secolari) facendo del paese un polo importante ed attivo; attualmente l’economia vive prevalentemente sul terziario e su di un turismo “di nicchia” a cui viene offerta la possibilità di scoprire un territorio ricco ed interessante ancorchè poco conosciuto. Eventi Numerose manifestazioni culturali arricchiscono l’offerta turistica: “Teatro a primavera” e “I concerti d’autunno” sono un appuntamento consolidato così come “L Concert d’la Rùa” (terzo fine settimana di luglio) durante il quale la Filarmonica “A. Cortese” ripropone l’antico concerto dei balconi nella “Rùa” (la strada, oggi via Marconi, che collega il Comune alla Manifattura) come nell’Ottocento faceva la Banda del paese; o il “Concerto di Natale” (24 dicembre) sempre ad opera della Filarmonica. Le associazioni culturali propongono poi manifestazioni, incontri e spettacoli di vario genere sia nel periodo estivo che in occasione di sagre e mostre e organizzano visite mirate alla conoscenza e alla valorizzazione del territorio e del suo patrimonio culturale, artistico ed architettonico. All’artigianato è dedicata una interessante mostra il primo fine settimana di giugno e al commercio alcune fiere annuali fra cui l’antica Fiera di San Matteo (20 e 21 settembre), quella di San Luca (18 ottobre), il mercatino di Natale; altre manifestazioni vengono organizzate dalle Associazioni degli Artigiani e dei commercianti specie nel periodo estivo; oltre a queste attività espositive il territorio offre diversi itinerari per scoprire diversi gioielli artistici come piloni, borgate settecentesche e magnifiche escursioni nella natura. PTPP (novembre 2014) 4 ! Comune di Pont Canavese (To) PIANO REGOLATORE GENERALE COMUNALE PARTE PRIMA Stato di fatto 1. GENERALITÀ’ E CARATTERISTICHE DEL TERRITORIO 1.1 Inquadramento territoriale Il Comune di Pont Canavese dista circa 5 km. da Cuorgnè’ e 45 km. da Torino, ed è situato all’imbocco delle valli Orco e Soana, punto di confluenza dei due torrenti omonimi. E’ localizzato nel settore Nord-Ovest della provincia. Fa parte dell’Azienda Sanitaria Locale TO4 e della ex Comunità Montana “Valli Orco e Soana”. Il territorio comunale, la cui superficie è di 1.943 ettari e confina con Alpette, Chiesanuova, Cuorgnè, Frassinetto, Ingria, Ronco Canavese e Sparone. Gli abitati principali ed i nuclei rurali, oltre al capoluogo, sono complessivamente 32 (trentadue) e risultano i seguenti : Valle Soana : (versante orografico destro) Coppo, Buttifinera, Stroba, Gea, Panissera, Configliè, Bausano, Luttà, Nicolè, Viristelli, Vislario, Campidaglio (versante orografico sinistro) Rubello, Pari, Raie Valle Orco (versante orografico sinistro) Piancerese, Deir Bianco, Fasana, Lantigliera (versante orografico destro) Boetti, Bisdonio, Oltreorco Versante Frassinetto Santa Maria, Pianseretto, Truccà, Truc Bonet, Truc Bertot, Faiallo, Doblazio, Pian Giacolin, Giandrè Versante Alpette Formiero Una buona parte dei nuclei rurali sono disabitati od utilizzati sporadicamente nel periodo estivo. Le caratteristiche ambientali sono quelle di un sistema alpino di media montagna. I principali corsi d’acqua sono il torrente Orco, che da il nome alla valle, il suo affluente maggiore per importanza il torrente Soana, che si si congiungono immediatamente a valle dell’abitato capoluogo provenendo da ovest verso est e proseguendo nella medesima direzione. Il Soana ha a sua volta alcuni tributari di rilievo quali il rio Bigio (da Frassinetto) il rio Verdassa (dal vallone omonimo). Al torrente Orco confluisce invece il rio Alpette (dal versante omonimo) ed il rio Pissa (da Frachiamo). Inoltre, lungo il pendio della zona di Faiallo e Frassinetto si immettono nell’Orco i rii Fontana Rossa, Ladret, Gallina; quest’ultimo segna il confine con il vicino comune di Cuorgnè. La quota dell’abitato principale è di mt. s.l.m. 461 ed il punto più elevato è la punta Arbella, sopra Monpont, avente altezza di mt. 1.880 mentre quello inferiore è la località Canavesio a 425 mt. s.l.m. . Il dislivello complessivo è quindi di mt. 1.455. La massima parte del territorio è costituita da versanti montani con una fascia pianeggiante lungo il fondovalle dell’Orco e sporadiche parti meno acclivi in corrispondenza di isolate porzioni laterali. La superficie è prevalentemente coperta da boschi e la tendenza generale è quella della progressiva forestazione naturale, generalmente priva di attenzioni colturali. Le parti coltivate (prati e rari seminativi) rappresentano parti sempre più ridotte collocate sui margini dei nuclei abitati ex rurali. Di seguito vengono esplicitate alcune informazioni generali. PTPP (novembre 2014) 5 ! Comune di Pont Canavese (To) PIANO REGOLATORE GENERALE COMUNALE 45°25’00” N 7°36’00 E Coordinate Zona sismica 4 (sismicità molto bassa) Densità ab/km2 193,31 Zona climatica E 2.866 gradi giorno Codice postale 10085 Codice ISTAT 001199 Fuso orario UTC+1 Codice Catastale G826 3.756 Superficie Kmq. 19,43 Abitanti La pianificazione urbanistica attuata ha radici lontane : i primi piani regolatori sono ottocenteschi. Occorre però osservare che tali previsioni erano essenzialmente votate alla realizzazioni di grandi trasformazioni urbane (es. Piazza Crateri, via Destefanis,ecc.) più che a regolamentare l’attività edilizia. Il primo regolamento edilizio ed annesso programma di fabbricazione risale al 1960. Nello strumento urbanistico non erano previsti reperimenti di standards, ma solamente l’individuazione di aree di sviluppo a “prevalente” destinazione. Solo con i successivi PRGC 1973 (mai approvato in via definitiva dalla Regione Piemonte), Variante specifica PdF (1980) e primo PRGC (1990) si comincia ad esprimere una pianificazione mista che regolamenta l’attività edilizia su tutto il territorio ed individua standards urbanistici da attuare. Al primo PRG è seguita una Variante Generale (1999), cui hanno fatto ancora seguito n. 20 Varianti Parziali redatte ai sensi dell’art.17 della L.R. 56/77. 1.2 Caratteristiche fisiche e geomorfologiche Il complesso sistema montuoso alla confluenza delle Valli Orco e Soana è l’elemento che caratterizza geomorfologicamente il territorio. Il nucleo abitato principale è inserito su un ripiano roccioso prossimo all’interno del vertice formato dall’unione dei due corsi d’acqua e di poco sopraelevato. A valle dell’unione dei torrenti si apre uno spazio pianeggiante alluvionale più ampio ai bordi del quale si attestano rispettivamente a nord il versante di Frassinetto ed a sud quello di Cuorgnè/ Alpette. In corrispondenza dell’apertura verso la pianura a circa un chilometro dal nucleo storico è posto il confine amministrativo ed inizia il territorio del Comune di Cuorgnè. A monte della biforcazione Orco / Soana le due valli hanno caratteri differenti. La Valle Orco mantiene un andamento longitudinale più regolare nelle pendenze e più aperto nel fondo. La parte bassa è segnata dall’alveo e dalla presenza della SP 460 Torino Ceresole. La Valle Soana invece fa sentire subito uno stacco altimetrico fin dall’estremità dell’abitato pontese. Le pareti laterali, fortemente acclivi fanno da sponde ad un fondovalle molto incassato e stretto dove scorre il torrente. Sul lato ovest della valle è presente, in posizione molto distaccata verso l’alto, un gruppo di frazioni (Vislario, Viristelli, Campidaglio, Nicolè) denominate nel loro complesso “Monpont” In entrambe le valli i nuclei rurali sono ormai scarsamente abitati ad eccezione della località Lantigliera. Nel quadro di una economia-montana gli insediamenti si sono collocati in modo aderente alla struttura territoriale. Si osservano le localizzazioni dei nuclei rurali a ridosso delle poche aree idonee alle coltivazioni prative ed allo sfruttamento agricolo. La conformazione originaria del nucleo storico del capoluogo è quella a fuso allungato attestato su di una via centrale porticata (via Caviglione). Da qui una successiva espansione verso la direttrice della valle Soana con la via Marconi e l’aggregato di Villanuova. Di epoca più recente lo sviluppo ad est lungo la SP 460 (via Roma) che si è esteso fino quasi al confine del territorio. L’area ben esposta a sud del versante di Frassinetto è invece caratterizzata da insediamenti estensivi nelle aree da Pianseretto fino a Faiallo. PTPP (novembre 2014) 6 ! Comune di Pont Canavese (To) PIANO REGOLATORE GENERALE COMUNALE Questa zona è anche interessata da numerosi interventi di recupero di rustici ex agricoli. La gran parte del territorio comunale è collocato su pendio e le uniche aree di pianura sono adiacenti ai corsi d’acqua. Le aree coltivate attivamente (prati,seminativi, ecc. ) sono quasi sempre adiacenti gli abitati e lungo il torrente Orco. Molte delle zone destinate alle coltivazioni si sono progressivamente trasformate in bosco. Lo schema della tavola che segue riporta l’indicazione della posizione dei principali aggregati urbani e nuclei rurali nonché la posizione delle aste fluviale e delle parti vallive In estrema sintesi il territorio comunale è suddiviso come segue : QUADRO RIEPILOGATIVO DELLE SUPERFICI n. superficie (ha) % note 229,53 11,8% (inclusi nuclei rurali) 1.277,36 65,7% 3 Prati, seminativi, ecc. 155,15 8,0% 4 Pascoli ed incolti 172,10 8,9% 5 Acque 67,66 3,5% (solo pubbliche) 6 Strade 41,19 2,1% (solo pubbliche) 1.943,00 100,0% descrizione 1 Abitati 2 Boschi e foreste Totale 1.3 Caratteristiche pedologiche, colture, vincoli La ripartizione delle colture nel territorio comunale risulta in apposita tavola ove è evidenziata la localizzazione delle colture agricole nel Comune. Per comprendere lo sfruttamento delle aree è tuttavia sufficiente esaminare la forma e dimensione delle particelle catastali. In corrispondenza dei prativi e dei castagneti da frutto le dimensioni dei fondi si frammentano giungendo a poche centinaia di metri di superficie. Tale caratteristica è piuttosto diffusa nelle aree montuose dove una risorsa preziosa quale il terreno coltivabile (non boschivo, pascolo od incolto produttivo) era piuttosto ambita. Si osserva quindi in modo palese che il numero di particelle di piccola superficie cresce intorno ai nuclei rurali ed agli abitati, collocati sempre in prossimità di aree idonee per la coltivazione. Quanto alle caratteristiche pedologiche, constatata la elevata acclività dei terreni, salvo per quelli del fondovalle (che risulta dalla tav. “Carta dei suoli in scala 1:50.000, Regione Piemonte), si ricorda che la carta della capacità d’uso del suolo comprende tutto il territorio nelle classi da 5 e 8 , salvo per il fondovalle che è compreso nella 4 . Le colture in atto sono sporadiche e legate essenzialmente a tre tipologie: a) forestale a ceduo o fustaia; b) prativa c) orticola. Come si può agevolmente osservare dalla tabella del precedente paragrafo la massima parte del territorio è coperta da boschi e foreste; l’essenza prevalente è il castagno allo stato selvatico mentre sono ormai piuttosto rari i castagneti da frutto. Le cure colturali per questa qualità sono scarse o nulle e generalmente si effettua esclusivamente il taglio del legname giunto a maturazione. PTPP (novembre 2014) 7 ! Comune di Pont Canavese (To) PIANO REGOLATORE GENERALE COMUNALE La parte prativa è sostanzialmente limitata al fondovalle ed alle poche aree di contorno dei nuclei rurali sparsi ancora abitati; in termini percentuali è molto bassa ed è quasi esclusivo appannaggio delle pochissime aziende agricole ancora attive nel territorio nelle zone di Canavesio, Prati della Fiera e Lantigliera. TERRITORIO DEL COMUNE DI PONT CANAVESE (Torino) scala 1/50.000 Valle Soana Punta Arbella Frassinetto Pont Canavese Valle Orco Alpette Cuorgnè Ferrovia Trova ancora una discreta diffusione nella fasce periferiche degli abitati e nella parte immediatamente adiacente la coltivazione di frutteti ed orti urbani che tuttavia va anch’essa riducendosi in termini di consistenza. Una minima parte del territorio in alta quota è adibita a pascoli ed incolti, ormai sfruttati solo episodicamente. Oltre ai vincoli geofisici, esistono anche i vincoli amministrativi: a) vincolo idrogeologico ai sensi della legge 312/23 n. 3267 e della legge 15/5/26 n. 1126 esteso a gran parte del territorio montuoso, esclusi solo i centri abitati ed i loro immediati dintorni, nonché il fondovalle Orco e Soana; b) vincolo monumentale specifico (ex legge 1089/39 ora D.Lgs. 42/04 “Codice dei beni culturali e del paesaggio”) - Chiesa parrcchiale di San Costanzo; - Chiesa di Santa Maria in Doblazio; PTPP (novembre 2014) 8 ! Comune di Pont Canavese (To) PIANO REGOLATORE GENERALE COMUNALE - Torre Tellaria - Torre Ferranda - Casa forte di Faiallo c) vincolo monumentale generico (edifici pubblici o religiosi edificati da oltre 70 anni). Comprende le Cappelle della borgate, la Chiesa di San Francesco, il Palazzo Comunale, la Scuola Materna, ecc. d) fasce di rispetto stradali: ai sensi del Nuovo Codice della Strada. lungo le strade provinciali e comunali; e) vincolo paesistico: ai sensi della legge 431/85 e L.R. 20/89 è esteso ad una fascia di 150 mt. dalle sponde di tutti i corsi d’acqua pubblici: Torrenti Orco e Soana, rio Verdassa, rio Alpette, all’area montana oltre i 1.600 mt. di altitudine ed a tutte le aree boschive. f) fasce di rispetto assoluto dei corsi d’acqua: limitati a 15 mt. di profondità, a norma della L.R. 56/77, perché il Comune fa parte di una Comunità Montana; g) il vincolo cimiteriale ha profondità diverse a seconda della parte : a sud mt.50, ad est mt.100, a nord ed ovest mt.80. i) vincolo di elettrodotto: lungo la valle Orco in corrispondenza delle linee di alta tensione (D.P.R. 21/668 n. 1062). k) vincoli di natura geologica derivanti da caratteristiche geomorfologiche ed idrologiche (individuazione delle aree di dissesto, instabilità, esondazione o che presentano caratteristiche negative per l’edificazione). Per queste ultime zone si rimanda alla relazione idrogeologica allegata al Piano Regolatore Generale, alla carta di sintesi. l) vincoli di rispetto da sorgenti di acqua potabile destinata al consumo umano ed estese ad un raggio di 200 metri dalle captazioni; si osserva la presenza di tratti di acquedotto al servizio di differenti ambiti o aggregazioni di borgate collocate sui versanti in quota. m)vincoli di distacco dagli impianto di trattamento delle acque reflue: nessun impianto attivo; l’unica area è ormai dismessa a seguito dell’annullamento dell’impianto di depurazione in località Canavesio.Le acque reflue vengono conferite attraverso la condotta principale al depuratore SMAT di Cuorgnè, loc. Bandone. Come si può osservare dalla carta dei vincoli in scala 1/5.000 appaiono evidenti anche delle sovrapposizioni e/o intersezioni. Si nota che, al di fuori dei centri abitati principali, già perimetrati ed urbanizzati anteriormente all’entrata in vigore della L.431/85 , sono rare le aree che non siano assoggettate a qualche tipo di limitazione. 1.4 Demografia e struttura sociale Per analizzare la struttura demografica generale e la sua dinamica nel tempo, sono stati utilizzati i dati contenuti nelle tabelle che illustrano rispettivamente, l’andamento della popolazione dal 1861 al 2011 (censimenti generali) e le componenti del movimento demografico. E’ inoltre utile analizzare alcune caratteristiche demografiche della popolazione, emergenti dal confronto tra i dati dei censimenti generali della popolazione, con particolare riferimento a: a) la popolazione residente, accentrata e sparsa; b) la popolazione residente, suddivisa per sesso e classi di età; c) la popolazione residente in età dai 6 anni in poi, suddivisa per sesso e per gradi di istruzione; d) la popolazione residente attiva, suddivisa per ramo di attività economica; e) la popolazione residente attiva, in condizione professionale per sesso, settore di attività economica e posizione nella professione; f) le famiglie residenti, con il capo famiglia in condizione professionale, per settore di attività economica e posizione nella professione del medesimo. PTPP (novembre 2014) 9 ! Comune di Pont Canavese (To) PIANO REGOLATORE GENERALE COMUNALE Il confronto tra i dati ISTAT permette di ottenere una visione sufficientemente chiara delle caratteristiche demografiche della popolazione. La popolazione è invecchiata; la lettura delle percentuali individuanti le fasce di età dei componenti della popolazione fornisce utili indicazioni a riguardo; nella tabella s p e c i fi c a , c h e c o p r e l ’ a r c o temporale compreso dal 1951 al 2001, si può osservare una riduzione percentuale marcata dei giovanissimi; una componente pressocchè stabile di persone in età variabile fino ai 55 anni ed un consistente aumento degli anziani. Tabella andamento demografico (ascisse indicato anni, A causa della crisi degli stabilimenti ordinate il numero degli abitanti residenti) tessili in un primo tempo e delle industrie meccaniche del Canavese in un secondo tempo, nonché per effetto della profonda trasformazione che sta vivendo l’ industria, la popolazione occupata nei vari rami ha subito nel corso dei decenni una sostanziale modificazione ; in particolare sono dimezzati gli addetti dell’agricoltura,nei rami di attività economica attiva, la popolazione attiva è ridotta sensibilmente. Risulta significativo anche il movimento dell’occupazione tra i vari settori considerati; si riducono gli occupati nell’agricoltura, il commercio è pressoché stazionario, l’industria diminuisce a sua volta mentre gli altri settori crescono . Questo costante decremento si può ricollegare al progressivo inurbamento ed alla ricerca di migliori condizioni lavorative. La forte pendolarità verso le industrie canavesane di bassa valle e metropolitane, ma soprattutto la carenza dei collegamenti veloci causano la tendenza allo spostamento verso Torino ed i maggiori centri della pianura come Cuorgnè, Rivarolo e prima cintura Torinese. Inoltre si presenta assai evidente il movimento migratorio all’interno del Comune stesso, cioè l’abbandono delle frazioni minori per un accentramento nel capoluogo. Tutti gli studi socio-economici dimostrano che la permanenza della popolazione nelle zone montane è assai più legata all’efficienza dei collegamenti e dei servizi che alla posizione del posto di lavoro. La lettura del semplice dato della popolazione residente rileva come ben evidente nel Comune un progressivo incremento fino al 1901 (con punta di 5.866 abitanti), alla quale ha fatto seguito dopo circa cinquant’anni di sostanziale stabilità, un progressivo calo fino al 1991 ed una successiva livellata discendente più debole fino ad oggi. Mentre nei primi decenni del secolo scorso la popolazione si è mantenuta stabile per effetto dell’attività della grande Manifattura Mazzonis, dopo il 1960, la mano d’opera risultava indirizzata verso la grande città (Torino) e la pianura ove il richiamo è stato la grande industria più prossima al luogo ed ormai impiantata anche in Canavese (Cuorgnè, Rivarolo, Ivrea). Una particolare caratteristica della popolazione è il costante ritorno degli emigrati nel periodo estivo. Gli iscritti all’A.I.R.E. sono poche unità; le famiglie residenti all’estero hanno mantenuto forti legami PTPP (novembre 2014) 1 ! 0 Comune di Pont Canavese (To) PIANO REGOLATORE GENERALE COMUNALE con il luogo d’origine e dispongono ancora degli edifici di famiglia che spesso migliorano ed adeguano alle mutate condizioni di vita. E’ ben comprensibile che si generi un volano turistico legato alle origini, rendendo facilmente comprensibili le motivazioni di una trasformazione significativa della consistenza della popolazione nel periodo estivo. 2 LE ATTIVITA’ PRODUTTIVE 2.1 L’occupazione In rapporto alla popolazione residente, dai dati dei censimenti, la popolazione attiva risulta percentualmente decrescente. Questi dati, confrontati con quelli analoghi relativi all’intera Comunità Montana denotano un andamento costante del fenomeno di recessione occupazionale che solo recentemente tende a dar segni di stazionamento. Analizzando la suddivisione degli addetti nei vari rami di attività economica e la loro dinamica, si nota come il decremento percentuale della popolazione attiva rispetto alla popolazione residente (fenomeno generale originato dall’aumento dell’età scolare e della durata della vita in età pensionabile) dipenda per Pont C.se anche da una notevole diminuzione degli addetti alle unità locali, in particolare nel settore secondario, contrastato solo negli anni più recenti da un incremento del terziario. Le variazioni più rilevanti riguardano il settore delle industrie manifatturiere che, con un calo sensibile rappresentano la componente preponderante della diminuzione globale degli addetti al secondario . L’unico settore di una certa importanza in cui si registra un lieve incremento progressivo è quello del commercio, dei servizi e della Pubblica Amministrazione. I dati del censimento recente, indicano inoltre una situazione stazionaria dei livelli occupazioni locali, già evidenziata dalle analisi della Comunità Montana. 2.2 Attività agricola Per analizzare il settore agricolo si sono utilizzati i dati del censimento generale dell’agricoltura. Di seguito si presentano i dati più significativi di interesse territoriale dell’attività agricola con specifico riferimento a: - Ripartizione delle superfici territoriali - Ripartizione delle superficie aziendale secondo l’utilizzazione dei terreni. - Distribuzione delle aziende per classi di ampiezza. PTPP (novembre 2014) 1 ! 1 Comune di Pont Canavese (To) PIANO REGOLATORE GENERALE COMUNALE Per quanto riguarda l’occupazione in agricoltura si rileva che l’andamento segue la curva discendente caratteristica di tutte le zone di montagna ove prevale l’attività industriale. Si ha ragione di ritenere che dall’ultimo censimento ad oggi siano ulteriormente diminuiti i lavoratori realmente occupati in agricoltura e di conseguenza il numero delle aziende condotte a tempo pieno. Rimangono numerose le aree anche piccole o piccolissime coltivate a tempo parziale per solo autoconsumo. La distribuzione delle colture presenta caratteristiche conformi alle altre zone di montagna, ove prevale il pascolo in alta quota, il prato in fondo valle, mentre la superficie agraria è prevalentemente a bosco . La superficie improduttiva (significativa) è costituita dalle montagne , dalle aree urbanizzate, dai fiumi e dai terreni incolti. Sostanzialmente la parte produttiva ai fini agricoli e forestali è stimata in quasi il 90 % dell’intero territorio. Occorre però tener presente che la produttività è in gran parte legata solamente ad attività di tipo forestale e che è puramente teorica essendo gran parte dei boschi incolti. Sotto l’aspetto paesaggistico il territorio si presenta quasi interamente boschivo. Infatti la boscaglia ha quasi completamente invaso i prati ed i pascoli incolti fin presso alle borgate, per cui non appaiono più che radure sparse con poche coltivazioni. Le pendici della Valli Orco e Soana sono prevalentemente coperte di latifoglie. La vegetazione spontanea è costituita da frassini, castagneti, betulle ed ontani. 2.3 Settore secondario e terziario La crisi industriale ed occupazionale La crisi occupazionale presenta aspetti di notevole risalto negli ultimi decenni. La crisi del tessile e della metallurgia hanno provocato una riduzione di posti di lavoro che si riflette in modo notevole nei risultati dei censimenti recenti. Ma le cifre del censimento non sono sufficienti, nella loro schematicità, a definire il complesso fenomeno delle attività locali. Negli anni passati si è assistito alla conversione del tessile (ex Manifattura Mazzonis) in meccanica e laminati plastici. Inoltre, fino agli anni 8o era presente una industria di stampaggio con diverse aziende insediate ed una notevole spinta occupazionale. Successivamente sono entrate in crisi le industrie di stampaggio che hanno progressivamente cessato l’attività, fino a quasi scomparire. Le aziende di meccanica manifatturiera e laminati sono ancora presenti benché in posizione di seria crisi e drastica riduzione degli occupati. Sono invece cresciute le attività di tipo artigianale legate soprattutto all’edilizia ed impiantistica, una azienda forestale mentre il resto della popolazione attiva gravita su commercio, servizi ed assistenza. 2.4 Attività relative al settore terziario Il settore terziario comprende i seguenti rami di attività: - commercio - pubblici servizi - trasporti, comunicazioni e loro ausiliari - credito e assicurazioni - servizi ed attività sociali varie - pubblica amministrazione. Nelle tabelle in corso di allestimento sono raccolti i dati di censimento sulla consistenza e la tipologia delle licenze di commercio fisso ed ambulante, oltre all’attuale situazione dei mercati e delle rassegne e fiere locali. PTPP (novembre 2014) 1 ! 2 Comune di Pont Canavese (To) PIANO REGOLATORE GENERALE COMUNALE E’ interessante un’analisi dello sviluppo delle attività legate al terziario nel periodo (1971 - 2001) ponendo a confronto i dati dei censimenti. Complessivamente risulta un decremento delle licenze di commercio. Insieme alla crisi delle industrie è entrata in crisi anche la funzione di Pont C.se come centro di servizi commerciali per le Valli Orco e Soana 3 SVILUPPO DELL’ABITATO E SITUAZIONE EDILIZIA La conformazione del territorio ponete fa ben comprendere come l’attività principale nei secoli che precedono il XIX sia essenzialmente stata legata al commercio ed in misura minore all’agricoltura. In sostanza l’abitato originario venne collocato su di un affioramento roccioso sopraelevato rispetto alla confluenza dei torrenti Orco e Soana. La posizione strategica dell’abitato per i collegamenti verso le valli Orco e Soana ne hanno fatto, con Cuorgnè, uno dei principali borghi della zona. La via porticata permetteva l’esercizio del commercio e degli scambi anche nella brutta stagione, così come negli altri periodi era garantito un percorso coperto, limitando la deduzione di spazio al costruito a poca parte. Fino a questo momento le strade sono carraie lastricate o mulattiere, i trasporti a mezzo animale o su spalla limitavano i collegamenti al breve raggio. La progressiva crescita della popolazione imponeva anche il progressivo sfruttamento delle parti agricole in quota con aggregazioni rurali utili per la gestione della vita e la difesa. Sono quindi fiorenti i nuclei collocati principalmente in corrispondenza delle aree meglio esposte, meno acclivi e più facilmente coltivabili. Fino a questo momento l’abitato consisteva essenzialmente nel centro storico e nei nuclei rurali che , pur avendo subito spesso sviluppi anche posteriori, trovano massima consistenza abitativa ai primi dell’800. Le successive trasformazioni più importanti sono leggibili dalle tavole allegate. Il motore dello sviluppo è stata la realizzazione della prima Manifattura Mazzonis che sfruttava la forza motrice e la ricchezza d’acqua del torrente Soana; alla medesima è seguita la successiva realizzazione del secondo stabilimento a sud di via Caviglione (già via del Commercio o via Maestra) in riva al torrente Orco. Queste realizzazioni, unite ad una forte richiesta di mano d’opera hanno provocato un’espansione edilizia ed una crescita incontrollata del centro storico che ha raggiunto valori di densità edilizia ed abitativa molto elevate. In parallelo si sono avviate nel primi anni del ‘900 le trasformazioni di frangia costituite da blocchi edilizi addensati a margine delle principali vie di comunicazione verso le valli. Nella prima metà del XX secolo hanno anche preso avvio trasformazioni legate alla realizzazione di industrie di stampaggio e meccanica. Ad esse sono seguiti ulteriori sviluppi urbani , più radi, sempre a margine delle vie ed in località Oltresoana. La progressione è seguita fino agli anni 80 circa quanto si è innescata una controtendenza sui livelli occupazionali e produttivi in generale, che ha fatto scendere sempre più la domanda di nuove abitazioni o riqualificazione. Da quel momento in poi il reflusso è stato costante. Il nucleo centrale storico, progressivamente svuotato, non ha mai ritrovato una vera spinta alla riqualificazione, complice il declino delle attività, la forte densità edilizia e la frammentazione della proprietà. 3.1 Analisi del patrimonio edilizio esistente Per cogliere l’attuale situazione dell’edilizia e la sua dinamica di formazione e di rinnovo, è utile analizzare la tabella, che evidenzia la situazione delle abitazioni e stanze dal 1951 al 2011. Nel lungo periodo si nota un incremento significativo delle stanze non occupate che evidenzia la diminuzione della popolazione e l’abbandono, che continua tuttora, delle vecchie abitazioni ormai obsolete ed antigieniche, nelle borgate montane e nel Centro Storico. Scompare del tutto il sovraffollamento caratteristico dell’inizio del secolo scorso mentre è in lieve aumento il flusso di presenze turistiche stagionali. PTPP (novembre 2014) 1 ! 3 Comune di Pont Canavese (To) PIANO REGOLATORE GENERALE COMUNALE La gran parte delle abitazioni è in proprietà. Anche a Pont C.se quindi, la situazione si evolve in aderenza al dettato costituzionale, che prevede l’accesso della popolazione alla proprietà della casa. La conoscenza del patrimonio edilizio locale è utile premessa ad un programma di recupero dell’esistente, inserito nelle previsioni del Piano Regolatore. L’analisi dei dati definitivi del censimento sulla situazione delle stanze, differenziate per epoca di costruzione e per tipo di servizi installati, permette di conoscere la qualità del patrimonio edilizio del Comune. Sotto l’aspetto qualitativo sono utili i confronti tra i dati dei censimenti che differenziano le abitazioni in base alla tipologia dei servizi installati. Già dal 1981 buona parte delle abitazioni occupate erano dotate di servizi igienici all’interno della stessa. Sono ormai ridotte le abitazioni ancora dotate di “standard abitativi” insufficienti, anche se denotano un deciso miglioramento rispetto alla situazione degli anni precedenti quando molti edifici avevano il servizio igienico esterno all’abitazione. Negli anni più recenti, inoltre i dati sull’attività edilizia riguardanti un discreto numero di ristrutturazioni e sistemazioni interne, fanno presumere un ulteriore miglioramento delle condizioni igieniche delle abitazioni. In concreto si assiste alle seguenti evoluzioni : a)adeguamento agli standards igienico sanitari per le abitazioni nel capoluogo e nelle borgate principali; b)recupero di parti ex rurali quali complemento delle residenze; c)abbandono degli edifici a destinazione mista (rurale/abitazione) posti esternamente alle direttrici principali ed ai centri abitati. In termini di dotazione complessiva si osserva che il patrimonio edilizio è complessivamente rilevante ed in condizioni di soddisfare i bisogni di abitazioni per un significativo numero di occupanti. Pur tenendo conto dell’evolversi della quantità e della qualità degli spazi occupati nel corso dell’ultimo secolo, si osserva che , ad oggi, il totale recupero delle abitazioni esistenti consente il soddisfacimento di una popolazione complessiva (residente + tustica) di oltre duemila abitanti. Si osservi in proposito che il punto di massimo affollamento del comune è avvenuto nel 1901 con una popolazione residente di 5.866 unità. Pur considerando che in quei periodi il rapporto abitanti/vano era piuttosto alto, appare evidente che la consistenza complessiva del patrimonio edilizio è rilevante. Tuttavia se vengono analizzati i numeri legati alla popolazione gravitante sul territorio ed alla differenziazione dello standard abitativo medio, si può osservare che al momento permane un giusto equilibrio. La tabella che segue illustra in sintesi il dimensionamento attuale : anno popolazione standard abitativo residente a.i.r.e. turistica totale mc/ab mc totali incremento 1901 5.866 25 100 5.991 90 539.190 100% 1951 5.689 32 300 6.021 100 602.100 112% 1981 4.375 28 500 4.903 120 588.360 109% 2011 3.676 27 650 4.353 140 609.420 113% PTPP (novembre 2014) 1 ! 4 Comune di Pont Canavese (To) PIANO REGOLATORE GENERALE COMUNALE Si noti che : a)la dotazione pro capite dello spazio abitativo (mc/ab) è sensibilmente aumentata nel periodo 1901/2011. b)il turismo “di ritorno” o del fine settimana è cresciuto in funzione del progressivo trasferimento della famiglie in pianura o nella cintura torinese per scopo lavorativo. c)i residenti all’estero sono sostanzialmente stazionari. Occorre ancora segnalare che la massima componente delle nuove realizzazioni in campo edilizio sulle aree attualmente denominate RE sono avvenute negli anno a cavallo tra il 1960 ed il 1980. 4 OPERE DI URBANIZZAZIONE PRIMARIA Per l’illustrazione della consistenza e diffusione delle urbanizzazioni primarie si vedano le tavole cartografiche dello stato di fatto. In generale si può dire che le urbanizzazioni primarie sono leggermente carenti in alcune Borgate, mentre sono adeguate nel Capoluogo. La fognatura è limitata al Capoluogo ed alle Borgate principali. L’impianto di depurazione della rete è situato nel vicino Comune di Cuorgnè, località Bandone. La rete dell’acquedotto è estesa a tutto il capoluogo ed a tutte le Borgate principali. Le sorgive di capostazione sono situazione rispettivamente nel territorio del Comune di Ronco C:se (vallone di Forzo, sorgente Arcando) e Comune di Frassinetto (località Fontana Rossa). I nuclei rurali altri (area Piancerese, Monpont) sono serviti da piccole opere locali di captazione da sorgenti di modestissima portata . La dotazione idrica teorica pro capite è decisamente superiore alla media. L’illuminazione pubblica è buona nel Centro urbano ed estesa, anche se in modo non sempre sufficiente, a tutte le frazioni. La rete telefonica raggiunge tutte le frazioni. 5 SERVIZI SOCIALI ED ATTREZZATURE 5.1 L’istruzione Nella tabella che segue è illustrata la situazione delle attrezzature per l’istruzione. n. descrizione indirizzo utenti note 1 SCUOLA MEDIA INFERIORE via Roma 220 serve anche i Comuni di Valle 2 SCUOLA ELEMENTARE via Marconi 180 3 SCUOLA MATERNA piazza Craveri 70 4 ASILO NIDO via Roma 25 Esiste un servizio di “scuolabus” per gli allievi delle scuole elementari e medie che sono site nel concentrico. Non sono presenti attrezzature per le scuole professionali e per le scuole superiori; per questi tipi di servizi Pont C.se gravita su Cuorgnè, Castellamonte, Ivrea e Rivarolo ed i collegamenti sono assicurati dalle linee normali di trasporto su gomma e su rotaia. PTPP (novembre 2014) 1 ! 5 Comune di Pont Canavese (To) PIANO REGOLATORE GENERALE COMUNALE Con le attrezzature esistenti nel Comune si avvicina ad una dotazione complessiva sufficiente. per ogni residente stabile attuale., rispetto agli “standard” della Legge Regionale (5 mq./ab). 5.2 Le attrezzature di interesse comune Pont C.se nodo d’interscambio tra vallata e innervamenti secondari, ha una discreta dotazione di attrezzature di interesse comune, che sono illustrate nelle tabelle allegate. Complessivamente risultano di proprietà pubblica o religiosa molte aree di attrezzature di interesse comune, il che permette di raggiungere una dotazione di un livello superiore allo “standard” regionale che è di mq. 5 per ogni residente stabile. Occorre inoltre tenere presente, come risulta dalle tabelle, che anche le attrezzature di proprietà privata (in particolare religiose e ricreative ecc.) sono razionali ed efficienti come quelle pubbliche che peraltro sono state recentemente incrementate con l’acquisizione della Torre Tellaria, il restauro della Torre Ferranda , lo spazio per sosta camper, l’area per canoisti,ecc.. 5.3 Le attrezzature sportive ed il verde pubblico La situazione attuale del verde attrezzato risulta dalla tabella allegata. Sono funzionanati un bocciodromo coperto, campi da tennis nell’oratorio parrocchiale, un’area all’aperto per sport ad impatto ambientale scarso o nullo ed è in corso di recupero una vasta zona da destinare ad area per arrampicata in loc. Sarro. Attualmente le attrezzature sportive raggiungono uno standard adeguato alla popolazione residente. Le zone per verde pubblico e sport, rispetto agli standard regionali dell’art. 21 L.R. 56/77, è stata computata anche in funzione dei residenti all’esterno e delle attività turistiche (12,5 mq. per ogni abitante, secondo quanto disposto dall’art. 21 della L.R. n.56/77+10 mq/ab fluttuante). 6 LE COMUNICAZIONI ED I TRASPORTI 6.1 La viabilità generale Il Comune di Pont Canavese è attraversato in senso longitudinale est ovest dalla Strada Provinciale n. 460 Torino Ceresole che dà accesso alla vallata dell’Orco ed al Parnco Nazionale Gran Paradiso. Sulla medesima si innestano due diramazioni all’altezza dell’abitato principale. La prima in direzione nord est sale il versante di Faiallo e raggiunge il vicino comune di Frassinetto, per attestarsi; la seconda, dipartenti dal centro abitati in direzione nord segue in corso del torrente e collega la Valle Soana, servendo i Comuni di Ingria, Ronco C.se e Valprato Soana. La SP 460 corre lungo la parte sud del territorio, lungo il fondovalle ed è realizzata quasi interamente in viadotto a causa della sua interferenza con il torrente Orco. La sezione è rilevante (circa 10 metri); in corrispondenza della loc. Trucco Merlin è presente una piccola galleria che sfocia verso la valle dell’Orco e la borgata Pratidonio in località Prati della Fiera. Le due strade provinciali secondarie, rispettivamente la SP46 Pont Frassinetto e la SP 47 della Valle Soana, hanno una larghezza di carreggiata media di mt. 6 e una pendenza massima del 10 % salvo rari tratti già oggetto di allargamento. Un piccolo problema persistente è quello dell’attraversamento del centro abitato. Infatti nella via centrale in particolari occasioni si possono formare rallentamenti, specie nella stagione estiva. Non sussistono tuttavia spazi per prevedere eventuali percorsi alternativi, nè l’intensità di traffico appare tale da giustificare operazioni in tal senso. Le strade comunali extraurbane principali sono : - Monpont (versante della Valle Soana) che si diparte dalla SP 47 all’altezza della Cappella della Madonna degli Angeli, poco prima della borgata Configliè e prosegue per alcuni chilometri di percorso in salita per raggiungere il nucleo delle borgate di Vistario, Viristelli e Campidaglio.; PTPP (novembre 2014) 1 ! 6 Comune di Pont Canavese (To) PIANO REGOLATORE GENERALE COMUNALE - Piancerese, che attraverso una strada comunale dipartente dalla SP di Ribordone, dal vicino comune di Sparone conduce la borgata sullo spartiacque tra le valli Orco e Soana; - Truch Bonet, sul versante di Frassinetto che dalla SP47 conduce alle borgate Truccà e Truch Bonet; - Doblazio - Pian Giacolin - Giandret - Truch Bertot, con avvio della SP 47 in fondo valle, sale fino alla borgata Truch Bertot collegando tutti gli abitati sul suo tracciato; - Oltreorco, in sponda orografica destra del torrente che serve l’omonima località, partendo dalla Piazza Europa; - Biossido - Boetti, che dalla SP 460 all’altezza della borgata Lantigliera congiunge le borgate il sposa orografica destra del torrente Orco; - Raie, che dalla località Oltresoana (SP47) congiunge la frazione in sposa orografica sinistra del torrente Soana; - Faiallo, che dalla SP 47 a metà del versante di Frassinetto , scende verso la località Nava e Navetta del vicino comune di Cuorgnè. Tutte queste strade hanno sezione variabile, con una media di mt.5,00 circa, corrono prevalentemente a mezza costa con deboli tratti pianeggianti. Il principale problema è la manutenzione del manto e la pulizia delle cunette e del deflusso meteo, spesso causa di parziale rovina. Non sempre i fondi a disposizione del Comune consentono l’effettuazione di manutenzione ordinaria o preventiva. 6.2 I parcheggi La dotazione dei parcheggi pubblici è illustrata nella tabella degli standards urbanistici, dalle quali risulta essere piuttosto elevata e soddisfa, già al momento la totalità dello standard residenziale stabile. La quantità esistente tuttavia va leggermente incrementata per raggiungere uno standard correlato alle effettive necessità di supporto ad un potenziale sviluppo turistico. La carenza si riscontra in particolare nelle frazioni, ove a fronte di un fabbisogno con picchi elevati, sono disponibili solo pochi parcheggi pubblici. Di qui la necessità di procedere ad ulteriori acquisizioni di aree specie presso i centri abitati e promuovere la realizzazione di standard privati. 6.3 I trasporti pubblici Pont C.se dispone di un servizio di collegamenti sia su rotaia che su strada. Entrambi sono gestiti dalla GTT. La bella allegata indica le corse per tipologia, collegamento e quantità. La ferrovia denominata “linea Canavesana” ha il proprio capolinea proprio in Pont, via Roma, all’incirca all’altezza della consulenza dei due torrenti Orco e Soana. Il binario è unico e benché la rete sia tuttora attiva , non è ipotizzabile prevedere sviluppi sul breve e medio termine. La rete di autolinea ha come nodo d’interscambio proprio Pont, da dove, la linea principale si esaurisce e prendono il via le corse il direzione Ceresole, Valle Soana, Frassinetto e Ribordone. Esiste inoltre un servizio di noleggio e viaggi affidato ad una ditta privata. PTPP (novembre 2014) 1 ! 7 Comune di Pont Canavese (To) PIANO REGOLATORE GENERALE COMUNALE PARTE SECONDA Progetto Il Comune di Pont C.se è dotato di strumento urbanistico redatto in conformità ai disposti di cui alla L.R. 56/77 e s.m.i. E’ stato recentemente concluso un tavolo tecnico con ARPA e Regione per la condivisione del dissesto in atto e finalizzato all’adeguamento al PAI dello strumento urbanistico vigente. Nell’ultimo ventennio il territorio ha subito devastazioni profonde legate ad eventi alluvionali (soprattutto negli anni 1993 e 2000) che hanno pesantemente inciso l’assetto urbano, viario. In alcuni casi si sono avute esondazioni rilevanti (zona Pratidonio) e seri danneggiamenti ad edifici ed infrastrutture. Questi tragici eventi hanno contribuito ad una presa di coscienza forte (sia da parte dei Cittadini che da parte degli Enti Locali e Pubblici) dei problemi legati alla sicurezza del territorio ed alla salvaguardia idrogeologica. In questo quadro appare strategico perseguire una serie di obiettivi di riqualificazione “organizzata” del contesto ambientale volta ad associare ad un razionale sviluppo edilizio la necessaria certezza di una buona sicurezza nei confronti di eventi alluvionali od idrogeologici in genere. 1 LE PREVISIONI A LIVELLO PROVINCIALE Il Piano Territoriale 2 della Provincia di Torino fornisce un quadro definito nella scheda comunale datata agosto 2013 che si può così sintetizzare : Area di approfondimento sovracomunale : Valli Orco e Soana Polo locale Non è ambito di diffusione urbana La popolazione ha un subito in rilevante decremento sostanzialmente stabilizzato negli ultimi venti anni; il numero delle famiglie è stazionario con una media di 2,1 componenti ciascuna. Le aree urbanizzate sono nel complesso 75,2 ha. Aree dense ha 40,4, aree di trasformazione ha. 96,5 mentre le restanti sono spazi liberi. Tutto il territorio è in zona montana, con acclività debole per il 6,3% della superficie territoriale, moderata per il 10,9 % ed acclive per il restante 82,9 %. Sono presenti 128,4 ha di fasce perifluviali oltre a 56,4 ha di corridoi di connessione ecologica. Le arre di particolare pregio ambientale (ad esclusione della fasce fluviali e dei boschi) sono di circa 25,9 ha. Non sono presenti suoli ad elevata fertilità (classe I e II). La superficie boccata è pari al 66 % della totale. Le unità immobiliari accatastate al 2011 erano n.3.553, delle quali ben n.2.662 nelle categorie A3-A4A5, n.715 in A2, n.38 in A6 , n.136 in A7. Il Comune di Pont C:se non risulta individuato tra quelli aventi un consistente bisogno abitativo sociale ai sensi dell’art.23 della N.d.A del PTC2. L’indice di fabbisogno abitativo è di 1,4 e le famiglie in fabbisogno risultano n.24. Il centro storico è definito di tipo C ovvero di media rilevanza ai sensi dell’art.20 N.d.A PTC2. I beni storici rilevati sono 11, dei quali 4 vincolati dalla Soprintendenza. Le aree produttive hanno una superficie complessiva di 25,5 ha. Il Comune da un addensamento storico rilevante coincidente con l’abitato storico; sono ammesse localizzazioni di tipo L1. PTPP (novembre 2014) 1 ! 8 Comune di Pont Canavese (To) PIANO REGOLATORE GENERALE COMUNALE Sono presenti n.2 centrali idroelettriche 1 Il Comune non è attraversato da nuovi progetti di grande viabilità. Sul territorio sono presenti : n.14 frane puntuali; 132,2 ha di frane areali km.1,3 di dissesti lineari ed ha 106,1 di dissesti areali. Un’area di Rischio Idrogeologico molto elevato è stata individuata in località Pratidonio ed ha una superficie di ha.28,4. Rilevate valanghe per km.4,2 e zone pericolose per ha 7,4. 2 OBIETTIVI E CRITERI DI IMPOSTAZIONE a. I principali obiettivi del P.R.G. possono essere così definiti: 1) Salvaguardia e recupero del nucleo storico e dei centri abitati ad usi residenziali onde rivitalizzarne il tessuto edilizio e consentire l’utilizzo migliore delle volumetrie esistenti (in sintonia con i disposti delle recenti Leggi regionali sul recupero dei sottotetti e sui rustici) 2) Organizzazione urbanistica delle aree residenziali con adeguamento della viabilità e dei servizi, in particolare: a)le penetrazioni stradali nei nuclei esistenti b)i parcheggi. 3) Individuazione, all’interno delle aree compromesse, di lotti di completamento per edilizia privata. 4) Incentivazione al recupero dei nuclei rurali e dei sottotetti ai fini del completo utilizzo del patrimonio edilizio esistente, associata alla salvaguardia dell’ambiente circostante. 5) Previsioni di aree per attività turistiche, ricettive, commerciali, artigianali e sportive per rafforzare il ruolo di centro produttivo e di servizi per le vallate e per l’espansione delle attività già insediate . 6) Infine pare scontato inserire tra gli obiettivi, il raggiungimento della dotazione di servizi prevista dalla Legge regionale n. 56/77. Tutte le operazioni debbono essere svolte in perfetta conformità alle prescrizioni di natura idrogeologica, atte a garantire la sicurezza degli interventi ed un assetto del territorio di corretto inserimento ambientale. b) I criteri di impostazione richiesti ed attuati per la progettazione del P.R.G. e per il raggiungimento degli obiettivi fissati sono i seguenti: 1) Per i Centri Storici l’individuazione e la dettagliata descrizione in normativa degli interventi ammessi per i singoli edifici garantendo la conservazione delle caratteristiche ambientali e dei manufatti di valore documentario (volte in pietra, cappelle, piloni); 2) Le aree residenziali esistenti saranno perimetrate lungo la linea dell’attuale compromissione ed integrate da lotti per edilizia privata,nelle aree in cui sono emerse, necessita di nuove edificazioni, conformemente alle richieste avanzate. 3) Per tutti gli insediamenti produttivi , turistico ricettivi e commerciali esistenti sono previste possibilità di rinnovo ed ampliamento. 4) Le aree per servizi punteranno in modo particolare alla creazione di spazi per attività ad impatto ambientale basso o nullo da realizzare in ampi spazi verdi. Le centrali idroelettriche sono in realtà nel numero di 5, delle quali n.1 di dimensioni e produzione più contenuta. 1 PTPP (novembre 2014) 1 ! 9 Comune di Pont Canavese (To) PIANO REGOLATORE GENERALE COMUNALE 3 ARCO TEMPORALE DI RIFERIMENTO L’arco temporale di riferimento è assunto in 15 anni, benchè sia verosimile che l’attuazione complessiva sia soggetta a tempi sensibilmente più lunghi. Occorre tuttavia rilevare che la gran parte della dotazione di servizi è presente e garantisce un livello qualitativo già significativo. 4 DIMENSIONAMENTO DEL PIANO 4.1 ANALISI DELLE TENDENZE DEMOGRAFICHE ED ABITATIVE La situazione è esposta nella Relazione dello “Stato di fatto”. In questa prospettiva l’analisi delle principali caratteristiche strutturali della popolazione costituisce condizione prioritaria di riferimento,per determinare con sufficiente attendibilità i fabbisogni aggiuntivi di abitazioni e servizi, cui commisurare le previsioni del piano; e tra tali caratteristiche presenta rilievo del tutto particolare l’ampiezza delle famiglie. E’ a nostro parete, difficilmente prevedibile per i prossimi anni una ulteriore consistente contrazione del numero dei residenti; ma merita comunque attenta considerazione, da questo punto di vista, la constatazione che molte famiglie contavano un componente; altre due componenti e ben poche tre componenti. La maggioranza delle famiglie, dunque, contava non più di tre componenti. E’ facile rendersi conto che oltre alla crescita fortissima sostenuta dello scorso ventennio probabilmente la famiglia mono nucleare (b, tri) continuerà ancora a crescere a causa soprattutto dell’invecchiamento complessivo della popolazione, della denatalità e del negativo saldo demografico complessivo. In tali condizioni è facile comprendere che la famiglia media di Pont C.se tenderà ad assumere una dimensione dell’ordine di grandezza di 2,0 componenti. A pari popolazione, ciò significa che il numero delle famiglie residenti potrà mantenersi stabile,nel breve periodo. 4.2 IL FABBISOGNO ABITATIVO PREGRESSO I dati fondamentali di consistenza del patrimonio abitativo esistente nel territorio di Pont C.se sono evidenziati nell’allegata tabella. Si può valutare che delle abitazioni non occupate (circa 50% della consistenza totale), il 50% circa è sparso nelle borgate. L’obsolescenza di tali abitazioni, la loro posizione decentrata e di difficile accesso (alcune di esse non sono nemmeno raggiunte dalla strada) consiglia di ritenere non recuperabile nell’arco di validità del P.R.G. la maggioranza di queste abitazioni. Inoltre occorre prendere atto della diversità di dimensionamento pro capite della volumetria attribuita ad ogni abitante . Non è infrequente trovare abitazioni con volumetrie sostenute occupate da famiglie di due persone; ciò in quanto la struttura e la tipologie edilizia vera e propria è legata ad una edificazione estensiva o semi intensiva nel quale lo spazio esterno a giardino è elemento essenziale, così come la parte a livello terreno viene spesso destinata ad ambienti accessori (autorimessa, magazzino,ecc.). Le motivazioni che impediscono il completo recupero del patrimonio edilizio esistente sono diverse e principalmente le seguenti : - eccessiva parcellizzazione delle proprietà; - difficoltà ad aggregare diversi proprietari per attuare interventi completi su ambiti razionali; - localizzazioni non idonee in spazi esterni al nucleo urbano non comodi ai servizi (es. case sparse, borgate,ecc.). PTPP (novembre 2014) 2 ! 0 Comune di Pont Canavese (To) PIANO REGOLATORE GENERALE COMUNALE Nella realtà quindi, anche a fronte di un ampio patrimonio edilizio esistente, l’effettiva possibilità concreta di recupero si riduce a poche parti aventi idonee caratteristiche ovvero che risultino trasformabili con operazioni che ne consentano una vivibilità in linea con gli attuali bisogni. 4.3 PREVISIONI PER LA CAPACITA’ INSEDIATIVA AGGIUNTIVA In sintesi, dalle considerazioni espresse nei precedenti paragrafi, è possibile dedurre prime conclusioni in ordine alla capacità insediativa aggiuntiva da prevedere nel progetto preliminare di P.R.G.C. a soddisfacimento dei fabbisogni abitativi, pregressi e previsti per il decennio 2015-2025 di validità dello strumento urbanistico. La valutazione assume come unico riferimento demografico significativo, il maggior numero delle famiglie che andranno presumibilmente aggiungendosi alle già residenti durante gli anni considerati, ed è effettuata nella prevedibile ipotesi di una popolazione sostanzialmente stabile, di un adeguamento delle strutture edilizie esistenti nonchè di un lieve incremento legato al flusso turistico. Su tali premesse il progetto del P.R.G.C. per una popolazione misurabile nel decennio in 3.676 residenti totali (dei quali 3.676 stabili + 25 a.i.r.e. + 650 stagionali) assicura una capacità insediativa atta soddisfare sia il fabbisogno pregresso che il previsto di abitazioni e servizi espresso per quegli anni dalle famiglie già residenti e fornisce un incremento percentuale pari al + 6,46 % ( n.169,87 abitanti teorici). In sintesi, per il decennio 2015-2025 il P.R.G. deve prevedere il il soddisfacimento del seguente fabbisogno abitativo pregresso e previsto: -fabbisogno previsto pregresso da nuclei familiari aggiuntivi abitaz. + 10 -fabbisogno pregresso espresso da coabitazioni,abitazioni improprie o degradate abitaz. + 5 -maggiore fluidità di mercato e di produzione edilizia (10%) abitaz. + 2 - popolazione aire e turistica abitaz. + 39 -fabbisogno totale (arrotondato) abitazioni + 57 pari a circa a 25.481 metri cubi. Al soddisfacimento di tale fabbisogno il PRGC provvede sia mediante interventi pubblici e privati di nuova edificazione,(pari a circa 171 vani) sia medianti interventi di recupero del patrimonio abitativo esistente (pari a circa 60 vani). A tale proposito occorre ricordare che, secondo i dati delle indagini, si contano oggi molte abitazioni occupate, seppur in modo non stabile, che si presumono concentrate per il 40% nel capoluogo comunale e per il 60% sparse nei nuclei rurali. In teoria dunque, la consistenza quantitativa del patrimonio abitativo esistente non occupato sarebbe sufficiente a soddisfare il fabbisogno di 20 abitazioni previsto. Ma occorre notare che: -una quota certo non indifferente delle abitazioni censite come non occupate è costituita da “seconde case”, non disponibili; -una ulteriore quota è costituita da abitazioni in costruzione invendute, ed inagibili per disposti regolamentari; -una terza (e più consistente) è costituita da abitazioni inutilizzabili perché in stato di grave degrado od inefficienza igienica o funzionale; o come si é detto, poiché le borgate si vanno rapidamente spopolando e la popolazione tende a concentrarsi nel capoluogo; PTPP (novembre 2014) 2 ! 1 Comune di Pont Canavese (To) PIANO REGOLATORE GENERALE COMUNALE -una quarta quota è costituita da abitazioni inutilizzabili perchè tipologicamente inadatte ad usi abitativi correnti. Ma soprattutto a determinare la non disponibilità delle abitazioni non occupate concorrono le intenzioni dei proprietari. Buona parte delle abitazioni sono infatti “seconde case”, tenute in disponibilità dai singoli proprietari per un breve periodo di vacanza. Nell’ipotesi, del tutto verosimile,che negli anni recenti la quota “disponibile delle abitazioni non occupate non sia significativamente diminuita, non si è lontani dalla realtà se si suppone che soltanto una quota ridotta degli alloggi censiti come disponibili al sarà realmente disponibile all’affitto od alla vendita, in quanto il loro livello di degrado non accettabile li pone in parte fuori dal mercato. 5 INTERVENTI RESIDENZIALI PREVISTI DAL P.R.G. 5.1 CENTRO STORICO Gli interventi ammessi nel Nucleo Storico sono quelli di cui all’art. 3 del D.P.R. 380/2001 (ripresi anche dall’art. 13 della L.R. 56/77 e s.m.i.) , ai punti a), b), c), d), e) ossia: a) manutenzione ordinaria b) manutenzione straordinaria c) restauro e risanamento conservativo d) ristrutturazione edilizia, Per incentivare il recupero delle volumetrie esistenti, l’Amministrazione ha stabilito di consentire, in caso di interventi di restauro o ristrutturazione, il cambiamento della destinazione d’uso, utilizzando una maglio di potenzialità polivalente, in sintonia con uno zoning flessibile caratteristico degli abitati storici. In altre parole, locali a destinazione diverse o di uso marginale esistenti nel Centro Storico potranno essere recuperati per uso residenziale, produttivo o commerciale secondo le esigenze, ossia purché vengano conservate le caratteristiche ambientali. Inoltre, dalle indagini svolte dall’amministrazione, molte stanze risultano in condizioni igienicosanitarie “mediocri” e solo una parte di esse potrà essere realmente recuperata a medio termine, ossia nell’arco di validità del P.R.G.. Si è valutato pertanto, in sede di prima approssimazione, che tutte le volumetrie attualmente occupate possono essere recuperate , senza incremento degli insediati, e che quelle libere possono essere recuperate solo in parte, nell’arco temporale del P.R.G., mentre le rimanenti saranno demolite per i necessari diradamenti, o destinate a servizi igienici, scale interne o ad altri usi non strettamente residenziali. La zona del centro storico è unica ed addensata nel capoluogo, intorno alla Chiesa Parrocchiale. La zona è assimilata a quelle di tipo “A” ex D.M. 1444/68. 5.2 AREE RESIDENZIALI ESISTENTI E OPERAZIONI DI COMPLETAMENTO Le zone residenziali esistenti esterne ai Centri Storici sono state incluse nelle “aree di edilizia esistente” denominate RE. In generale sono tutte zone di edificazione recente con un patrimonio edilizio sufficientemente mantenuto e che necessita solo di sporadici interventi di ampliamento ed adeguamento . RE In queste aree saranno ammesse tutte le operazioni di manutenzione, restauro, risanamento, ristrutturazione, ricostruzione degli edifici esistenti, con incremento massimo del 25% del volume residenziale esistente. Eccezionalmente sono ammesse nuove edificazioni solo in caso di residua capacità insediativa. RC PTPP (novembre 2014) 2 ! 2 Comune di Pont Canavese (To) PIANO REGOLATORE GENERALE COMUNALE Sono parzialmente edificate e generalmente completamente urbanizzate. La realizzazione di nuove edificazioni è piuttosto semplice e non genera soglie. Le nuove edificazioni sono consentite solo all’interno dei “lotti edificabili” ossia nelle aree di completamento indicate con apposita simbologia sulle planimetrie del P.R.G. Le aree sono analoghe alle “B” come classificate dal D.M. 1444/68. 5.3 AREE DI ESPANSIONE L’attuazione dei insediamenti sarà vincolata al Piano esecutivo convenzionato allo scopo di garantire la realizzazione diretta delle opere di urbanizzazione primarie ed eventualmente secondarie delle aree interessate a spese dei privati proprietari senza ulteriori oneri per il Comune. La collocazione è anche in questo caso in classe II geologica ed è prevista nel capoluogo. Sono aree di tipo “C” ex D.M. 1444/68. 5.4 NUCLEI RURALI (BORGATE) Le borgate di tipo agricolo hanno caratteristiche ambientali di un certo pregio, ma per presenza di strutture più marcatamente agricole, devono avere una normativa sostanzialmente simile rispetto al Centro Storico. Sono state pertanto denominate “Nuclei Rurali” (indicati con la sigla NR): in esse sono ammessi, oltre agli interventi di manutenzione, risanamento e ristrutturazione previsti nei centri storici, anche la demolizione con ricostruzione degli edifici fatiscenti o crollati, senza aumento delle altezze precedenti ma con la possibilità di modesti ampliamenti per esigenze igieniche e tecniche. Sono inoltre ammesse tutte le destinazioni delle zone agricole, oltre alla residenza non rurale ed al commercio al minuto. Negli interventi dovranno essere conservate le caratteristiche ambientali, in particolare, muri e tetti in pietra e balconi in legno delle costruzioni esistenti. Anche le ristrutturazioni integrali dovranno uniformarsi come tipologia e materiali, all’ambiente ancora ben conservato delle Borgate. Gli ambiti NR sono classificati di tipo “A” ai sensi del D.M. 1444/68. 6 ATTIVITA’ ECONOMICHE 6.1 AGRICOLTURA - ZONA AGRICOLA Attualmente non vi sono prospettive concrete di sviluppo del settore agricolo (nel quale gli addetti sono occupati in prevalenza a tempo parziale) ma solo del mantenimento dell’attuale livello di occupazione. La crisi in atto potrebbe tuttavia portare ad una rivalutazione del settore. Le zone agricole comprendono, a norma dell’art. 25 della legge R. 56/77, in aree agricole “A”, ove sono ammessi tutti gli interventi e le attività agricole compresi insediamenti di edifici per attività agricole (stalle, concimaie, fienili). Le aziende agricole presenti sono individuate in zone AP (agricole produttive).. Si osservi che le zone a bosco e a pascolo, a causa dei vincoli della legge 431/85 e della pendenza del terreno, sono da considerarsi difficilmente edificabili. E’ invece ammesso il recupero delle volumetrie esistenti e la loro trasformazione in funzione residenziale. 6.2 AREE PRODUTTIVE Le aree produttive sono essenzialmente dislocate su ampi spazi rispettivamente allocati intorno alle aziende principali (ROMI ex Sandretto, LIRI1, LIRI2 (Campo Sportivo), officine AIRA (Lantigliera), PontFor (Doblazio), OMR (Doblazio). Vi sono inoltre altre piccole aree di superficie contenuta. Non è PTPP (novembre 2014) 2 ! 3 Comune di Pont Canavese (To) PIANO REGOLATORE GENERALE COMUNALE previsto un significativo rafforzamento del settore in quanto residuano ancora aree marginali rispetto a tutte le collocazioni esistenti ed eventuali richieste di nuove realizzazioni possono trovare collocazione nell’ambito del riuso di attività obsolete o cessate. Trattandosi però di attività vitali, vengono confermate dal P.R.G. nella loro attuale ubicazione, con possibilità di ampliamento. 6.3 AREE PER ATTIVITA’ RICETTIVE, TURISTICHE E COMMERCIALI Premesso quanto enunciato ai paragrafi precedenti, circa la necessità di rivitalizzare il Centro Storico e i Centri abitati anche mediante inserimento di attività turistiche, il Piano prevede di conservare gli insediamenti di carattere turistico e ricettivo esistenti e facilitare l’insediamento di nuovi. A titolo di esempio, si elencano qui alcuni tipi di attività insediabili nelle suddette aree: attività ricreative, culturali e sportive: sale da ballo, impianti sportivi privati, istituti culturali e religiosi, ecc.; attività ricettive: alberghi, ristoranti, bar, case per vacanze sociali, colonie, ecc. Si tratta quindi di un’estesa gamma di destinazioni che comprende tutte le attività legate al turismo. La normativa sarà specifica per le zone T, mentre più generale per interventi minori in aree CS e NR. Le costruzioni esistenti potranno essere ampliate “una tantum” anche in deroga agli indici edificatori. Nelle aree poste nel centro storico sono ammesse tutte le attività turistiche: alberghi, pensioni, ecc.. Per queste attività già esistenti, sono previsti aumenti medi di circa il 25% della volumetria attuale . 7 STANDARDS URBANISTICI A LIVELLO COMUNALE (ART. 21 L.R. 56/77 E SUCCESSIVE MODIFICHE) 7.1 IL DIMENSIONAMENTO DELLE AREE PER SERVIZI PUBBLICI Il conteggio delle aree da destinare a servizi pubblici, a norma dell’art. 21 della legge Reg. 56/77 è stato effettuato tenendo conto della capacità insediativa globale teorica. La dotazione prevista minima garantita sarà di 25 mq/ab per la popolazione globale teorica (residenti + aire + stagionali). Nei servizi saranno computate tutte le aree di proprietà comunale, anche se non ancora attrezzate, ma già destinate a servizi pubblici, oltre alle aree per impianti sportivi anche privati aperti al pubblico 7.2 L’ORGANIZZAZIONE DEI SERVIZI L’organizzazione dei servizi, è stata fatta su basi unitarie, con i seguenti criteri: 1) I servizi per l’istruzione rimangono conformi all’attuale assetto (attrezzature esistenti nel capoluogo). 2) I servizi di interesse comune sono concentrati anch’essi nel capoluogo, salvo le attrezzature religiose, che sono sparse in tutte le Borgate: anche se non più utilizzate, le chiese costituiscono una preziosa dotazione di locali pubblici potenzialmente utilizzabili in futuro come sale di riunione, attività culturali e varie. 3) Le attrezzature sportive saranno costituite da aree attrezzate e dalle sponde torrentizie, da considerare come verde attrezzato di interesse intercomunale. 4) Piccole aree di parcheggio ad anche di verde sono previste in modo diffuso, in particolare ai margini delle Borgate, del Capoluogo e nelle aree di completamento residenziale, in modo da attrezzare, le nuove costruzioni con parcheggi da ricavare nelle fasce di arretramento stradale. 8 VINCOLI,FASCE E ZONE DI RISPETTO 8.1 ZONE A VINCOLO IDROGEOLOGICO PTPP (novembre 2014) 2 ! 4 Comune di Pont Canavese (To) PIANO REGOLATORE GENERALE COMUNALE A norma dell’art.30 della Legge Regionale 56/77 il Piano Regolatore indica i limiti delle superfici soggette al vincolo idrogeologico esistente in modo da escludere le aree urbanizzate e quelle di pianura che hanno già dimostrato nel tempo la loro stabilità. Non sono pertanto previste modifiche all’attuale delimitazione. 8.2 TUTELA DELLE AREE DI INTERESSE PAESISTICO,AMBIENTALE E NATURALISTICO Per la tutela degli insediamenti storici nonché delle aree di interesse paesistico che costituisce uno degli obiettivi del piano, sono previsti i seguenti vincoli : 1)Perimetrazione del centro storico e nuclei rurali La perimetrazione del centro storico è basata sulle mappe storiche Le borgate sono state classificate come “nuclei rurali”. 2) A norma della Legge 431/85 sono state inoltre sottoposte al vincolo paesistico ai sensi della L. 1497/39 : a)le fasce di 150 mt. di profondità dalle sponde di torrenti e corsi d’acqua; b)le montagne per la parte superiore ai 1600 mt. sul livello del mare; c) le parti di territorio coperti da foreste e boschi e quelli sottoposti a vincolo di rimboschimento. 8.3 TUTELA DELLE AREE CHE PRESENTANO CARATTERISTICHE NEGATIVE AI FINI DELLA PUBBLICA INCOLUMITA’ Le aree da vincolare ai fini di cui all’art.13,3° comma,lettera b) della L.R.56/77 sono state individuate dall’indagine idrogeologica. Tali aree sono dichiarate inedificabili a qualsiasi titolo e caratterizzate da una normativa identica a quella delle fasce di rispetto. 8.4 FASCE E ZONE DI RISPETTO Le fasce di rispetto inedificabili sono previste a norma degli artt.27 e 29 della L.R.56/77. 9 IL SISTEMA VIARIO SISTEMA VIARIO PRINCIPALE Il Piano Regolatore non prevede sostanziali modifiche al sistema viaria principale che resta l’asse della SP 460 Torino Ceresole con gli innevamenti delle SP46 Frassinetto e SP47 Valle Soana. SISTEMA VIARIO SECONDARIO Nel Capoluogo e nelle borgate viene mantenuto lo schema stradale comunale esistente, allargato ed integrato con la formazione di alcune penetrazioni, sia nel capoluogo che nelle borgate e con parcheggi all’esterno ed all’interno dei nuclei abitati. 10 LE NORME DI ATTUAZIONE Più che illustrare le singole prescrizioni per cui si rinvia alle norme stesse si ritiene importante qui enunciare i criteri generali che ne hanno guidato l’impostazione : a) la possibilità dell’attuazione mediante singolo permesso di costruire ovunque risultino esistenti o previste opere di urbanizzazione ossia per gli interventi di completamento residenziale; b) un ampio ventaglio di destinazioni ammesse nei vari tipi di aree normative in modo da non costringere l’Amministrazione a continue varianti in modo da poter autorizzare i cambiamenti di destinazione richiesti dalla dinamica dello sviluppo delle residenze e delle attività economiche; c) una particolare cura per la tutela dei beni ambientali che è dimostrata dalla normativa per il nucleo storico, i nuclei rurali, le fasce di rispetto, le aree di tutela paesaggistica, le fasce fluviali ed i manufatti di valore documentario (Cappelle, piloni); PTPP (novembre 2014) 2 ! 5 Comune di Pont Canavese (To) PIANO REGOLATORE GENERALE COMUNALE d) contrariamente a quanto tende a verificarsi nei nuclei storici della Città, dei centri storici dei comuni montani come Pont C.se, vi è una forte prevalenza di volumetrie residenziali per cui non vi è da temere una esplosione di abitanti, ma piuttosto è necessario per la loro rivitalizzazione incentivare l’insediamento di nuove attività, pur conservando inalterate le caratteristiche ambientali. 11 CRITERI SEGUITI PER LA FORMAZIONE DEL PRG Per la stesura degli elaborati si è operato come segue : a) raccolta delle schede di richiesta degli interventi; b) verifica della compatibilità urbanistica; c) verifica della compatibilità geologica. La raccolta è stata utilizzata per ottenere un primo quadro quantitativo e qualitativo del fabbisogno. Alle schede ha fatto da supporto una cartografia di base utile per localizzare le problematiche. Ne sono emersi i seguenti elementi : 1) la diffusione dei problemi è varia su tutto il territorio in relazione alla densità edilizia; 2) alcuni problemi risultavano rilevanti esclusivamente ai fini dell’attuabilità dell’intervento (esempio classico l’assenza di norme ovvero la presenza di parametri urbanistici inadeguati); 3) alcune richieste sono mirate esclusivamente alla trasformazione del territorio in aree con oggettivi problemi di urbanizzazione, problema questo che deve essere risolta dall’Amministrazione prima delle modificazioni; 4) parte delle richieste riguardava micro interventi volti al soddisfacimento delle necessità familiari in aree edificate o di completamento, con carico urbanistico scarso o nullo. All’esame urbanistico è seguito una verifica da parte del geologo incaricato che ha permesso di operare una seconda cernita in funzione dei problemi di sicurezza geologica. PTPP (novembre 2014) 2 ! 6 Comune di Pont Canavese (To) PIANO REGOLATORE GENERALE COMUNALE PARTE TERZA Conclusioni Come già osservato in premessa in PRGC è di contenuti numerici modesti e può tranquillamente essere definito “di assestamento” del sistema territoriale rispetto alle esigenze della popolazione ed alle normative di natura idrogeologica, acustica e di impatto ambientale strategico. Le forti limitazioni imposte dai vincoli sul territorio hanno caratterizzato ed indirizzato in modo evidente le scelte progettuali. Unitamente alle dinamiche demografiche ed alle prospettive di sviluppo sostanzialmente legate al settore turistico e terziario hanno portato a scelte precise e limitate nella consistenza complessiva. A titolo di specificazione giova ricordare che : a) circa due terzi del territorio comunale è compreso entro aree fortemente acclivi o non urbanizzate; b) la superficie coltivabile od utilizzabile a fini agricoli è limitata a meno di 1/10 dell’area complessiva; peraltro sono quasi scomparse aziende agricole stanziali e le attività tuttora in essere sono riconducibili alla silvicoltura in quota ed agli orti urbani; c) della superficie agricola circa il 50 % è assoggettato a vincoli ex L.431/85 (L.R. 20/89) in area di fascia fluviale; se fossero considerate le restante superfici coperte da boschi ed i territorio montani al altezza superiore ai mt. 1.600 si otterrebbe una percentualizzazione tra aree libere e spazi vincolati superiore al 70 %; d) le parti di territorio incluse al fini di pericolosità geologica in classe I e II sono meno dell’10% e, pur includendo anche le classi IIIb2 e IIIb3 il rapporto rimane molto basso. L’impulso originario è stato quello di operare poche trasformazioni localizzate soprattutto mirate alla miglior articolazione degli interventi edilizi nelle aree urbanizzate. In proposito l’Ufficio Tecnico C.le ha svolto funzioni di Ufficio di Piano raccogliendo proposte e suggerimenti avanzati da cittadini ed associazioni. L’amministrazione ha scelto la strada della massima pubblicità preventiva, rendendo noto l’intendimento dandone notizia ai cittadini attraverso pubblica affissione. Le richieste preliminari sono giunte in numero non elevato (ivi includendo quelle tardive, quelle anteriori all’avviso e quelle manifestate e riproposte). Su questo primo programma, assai contenuto, si sono innestate due problematiche assai più rilevanti quali : a) gli eventi alluvionali del novembre 1993 e dell’ottobre 2000, che hanno portato i corsi d’acqua a livelli di massima piena mai ipotizzati in precedenza; b) le modificazioni ai procedimenti in materia edilizia ex L.493 ed, ancor più recentemente, i DL susseguitisi circa le ulteriori modificazioni ai regimi autorizzativi e semplificativi. In ordine al punto a) sono stati realizzati gli studi geologici approfonditi. Questa operazione, doverosa al fine della salvaguardia preventiva della pubblica incolumità e dei potenziali danneggiamenti e persone o cose, ha comportato forti limitazioni alle possibilità edificatorie ed in parte, anche a quelle di recupero edilizio.. Circa invece il punto b) si è trattato esclusivamente di formare una normativa “leggera” che potesse dar spazio ad interventi di riqualificazione e recupero. PTPP (novembre 2014) 2 ! 7 Comune di Pont Canavese (To) PIANO REGOLATORE GENERALE COMUNALE Ai fini puramente indicativi vengono di seguito indicate le zone di PRG e le relative superfici : RIEPILOGO SUPERFICI AREE OMOGENEE n. sigla tipo superficie (mq.) 1 CS residenziale 7.122 2 NR residenziale 137.045 3 RE residenziale 150.384 4 RC residenziale 42.013 5 RN residenziale 27.235 6 PE + PT produttiva 4.272 7 TSA + TC terziario 2.994 8 S servizi 121.833 9 SI servizi 3.805 10 A agricola 95.580.424 11 strade 12 acque 602.901 Totale 97.038.527 note 358.500 Si osservi come tra le aree residenziali quelle esistenti o consolidate costituiscano oltre il 91 % mentre solo una piccola parte è destinata a zone di nuovo impianto. Il PRG è quindi finalizzato essenzialmente al recupero dell’esistente ed alla dotazione di servizi, limitando al minimo il consumo del suolo per insediamenti residenziali nuovi. L’obiettivo è quello di garantire un giusto equilibrio funzionale tra le aree antropizzate, la dotazione di servizi ed il miglioramento generale dei servizi per i residenti ed i turisti, nel completo rispetto del territorio montano, dell’ambiente e delle attività in essere. PTPP (novembre 2014) 2 ! 8 Comune di Pont Canavese (To) PIANO REGOLATORE GENERALE COMUNALE ALLEGATO A * NOTE STORICHE Estratto da A. Bertolotti “ Passeggiate nel Canavese” tomo VI , Tipografia F.L. Curbis, Ivrea 1873 PONT Innumerevoli sono in Italia le località che presero il nome da ponti, e per ciò non è cosa strana l’averne uno anche noi nel Canavese, il quale si trova vicino a due ponti; anzi un’iscrizione romana fa conoscere come allora il luogo si chiamasse “ad duos Pontes". La sua posizione alla bocca di due valli, cioè dell’Orco e del Soana, era di somma importanza, per ciò sono ricordati tre castelli dominanti i passi in dette valli. Dalla parte della pianura non si entra in Pont, che passando sovra uno de’ due ponti, cioè sull’Orco e sul Soana, due torrenti, che fiancheggiano il borgo e si uniscono a mezzodì di esso. Le memorie lasciatici risalgono solamente ai tempi di Arduino, il quale deve avere fortificato Pont e contorni, perchè in Sparone, poco lontano, egli si chiuse ed indarno fu assediato. I vecchi istorici raccontano come Ardoino e suoi aderenti siano stati orgogliosi della resistenza, e perciò è probabilissimo quanto narrano la tradizione e vecchie memorie manoscritte, cioè di avere Ardoino ristorata la chiesa parrocchiale di Pont, qual ringraziamento della vittoria, riportata sull’imperatore Enrico. La soldatesca di quest’ultimo nell’assedio avrà rovinato la Chiesa, per lo che Arduino vi riparò ed aggiunse terra in sostentamento del parroco. Pare che in quei tempi fossero feudatari di Pont i de Doblatio, e si rammenta una torre, che possedevano nel luogo, detta ad Dobias; il nome è ancora vivo oggidì, annesso alla parrocchia stessa. Eglino dovettero assoggettarsi ai conti Canavesani, ricevendo investitura, nel secolo XI, della loro torre e beni. Gli imperatori Enrico, nel 1110, Federico, nel 1163, confermavano ai conti suddetti, fra le altre terre, Pont. Si divisero, come è noto, in due rami principali: Valperga e S. Martino, tenendo Pont indiviso; ma ben presto l’accordo si ruppe, e benchè nel 1157 e poscia nel 1173, venissero ad istromenti di concordia, troviamo Ardoino conte, Guidone e Guglielmo nipoti suoi e Martino conte di S. Martino e torre di Pont, piatire avanti l’Assessore del Potestà d’Ivrea, eletto arbitro. L’Ardoino si lagnava che il Martino, nonostante il convenuto, avesse fabbricato una torre più alta, che, rotta la pace, avesse ucciso molti suoi uomini, ed arse le loro case, e domandava compenso dei danni e restituzione della metà di terre, indebitamente tenute dal Martino, cioè delle tre parti di Laudalina, della terra Derivis, tenuta da Pietro di Sparone, di altra da Guglielmo de Boschetto, di altra di Gropenardo di Locana, del censo de Bosseuria, dell’alpe de Alquel e di Cosselle. Martino invece rinfacciavagli di avere fabbricato una torre in Rivarolo, di avere fatto illecite esazioni, e voleva poi che gli uomini di Cuorgné facessero castellania con Pont. In quanto a questo Ardoino accondiscese, ed il giudice assolvendoli tutti e due dei danni recatisi, giudicava poi sull’altezza delle torri da ridursi. PTPP (novembre 2014) 2 ! 9 Comune di Pont Canavese (To) PIANO REGOLATORE GENERALE COMUNALE Guido, conte di Valperga, investiva nel 1212, 3 maggio, Giovanetto quondam Anselmini di Pont, della metà dei molini sui fini di Pont, verso il monte Telario. Nella cittadinanza, fatta a Ivrea nell’anno dopo di vari conti Canavesani, vi è un Giacomo de Ponte e Guglielmo suo fratello. Concorrevano i suoi signori nel 1263 alla convenzione per estirpare i ladri, obbligandosi per Pont cum vallibus et castellata. Oltre le accennate famiglie si ha menzione delle seguenti, quali abitanti di Pont: De Besso, famiglia importante nel 1098, Odone quondam de Perinis notaio; fin dal 1054 si ha cenno dei Perrini de Ponto; dei Glarceto nel 1212, De Ripis, De Cumolis nel 1220. Entrando nel XIV secolo, abbiamo notizie più chiare dei castelli di Pont, non però chiarissime, come sarebbe a desiderarsi, poichè l’Azario accenna il castello di Pertica tagliato sovra una rupe nella valle superiore del Soana, mentre di esso non si ha traccia. Di detto castello si hanno invece le rovine in principio della valle dell’Orco sul territorio di Sparone, che troviamo ancora nominato con tal nome. Rimangono in Pont due rovinate torri, una detto castello Tellario verso la valle dell’Orco, e la Feranda, la quale sta in vedetta verso il guado del Soana, che la tradizione dice fabbricate dal Re Ardoino. La torre Feranda apparteneva ai conti di Valperga, la Tellaria ai conti di S. Martino. L’abitato di sotto era poi recinto di mura a guisa di castello, come ci viene ad indicare il nome cassarum, che adopera l’Azario accennando la presa di Pont, spiegato da vari per fortificazioni esteriori o recinti di muro attorno alla rocca. Abbiamo accennato le contese dei feudatari tra loro; altre ebbero pur luogo con i popolani confinanti, come ci mostra un compromesso del 15 dicembre 1311, fatto dal conte Guido di Valperga, a suo nome e di altri parenti, vassalli e sudditi da una parte, e gli uomini ed abitanti della castellata e mandamento di Lanzo. Si trattava di finire le contese sorte fra dette parti a cagione de’ danni ed offese rispettivamente fattesi, nella valle d’Orco, dal villaggio di Pont, superiormente sino a Groscavallo e valle di Lanzo. Fra gli arbitri vi erano D. Pietro, cappellano di Locana, e D. Pietro Odone di Pont, e fu data sentenza addì 27 gennaio 1312. Queste risse, ma più quelle tra i feudatari, li privarono della forza, e dovettero riconoscere la giurisdizione dal Conte di Savoja, come risulta pei Valperga dalla convenzione del 21 e 24 dicembre 1313, e pei San Martino dall’investitura del 20 novembre 1314. Fattesi più vive le contese, venne il Principe di Acaja, e si fece riconoscere qual signore concedendo loro investitura addì 9 giugno 1317. I S. Martino si strinsero nel 1333 in lega con detto Principe per 9 anni, così i Valpergani furono frenati nel danneggiare i suddetti. Si fece, addì 10 luglio 1338, compromesso di tregua con Amedeo conte di Savoja dalle rivali famiglie, stabilendo che dovesse durare per 10 anni. Intanto il conte Sabaudo dava istruzioni a Nicoletto de Monaiaco per la pacificazione dei nobili, e pel processo contro coloro che erano colpevoli di più delitti, commessi in Pont, e per furti di capre, fatti da alcuni di Frassinetto. Riconciliati, pensarono di compilare statuti, o forse aggiungerne alcuni a quelli già in vigore, pel buon governo di Pont e delle valli. Addì 18 febbraio 1338 in Pont si fece l’istromento, presente Martino de Prato, giudice di Pont et poderii, e dei nobili Federico ed Enrico di Rivarolo, Giovanni di Agliè da una parte, Enrico di Mazzè a suo nome ed a quello di Reynero suo fratello, Giovanni e Vietto di Valperga, Antonio di Mercenasco, Alberto suo fratello ed altri Valperga. Il notaio era Gotofredo de Mercato, figlio quondam Odonino cittadino d’Ivrea. L’osservazione degli Statuti fu giurata per ambe le parti. Vi fecero intervenire i rappresentanti delle terre tutte a promettere pure l’osservanza di ciò che loro spettava, e per la loro parte i nobili si obbligavano di pagare 2.000 fiorini, quando avessero trasgredito in qualche modo alla PTPP (novembre 2014) 3 ! 0 Comune di Pont Canavese (To) PIANO REGOLATORE GENERALE COMUNALE capitolazione fatta, ed offrivano al conte Aymone di Savoja la carica di Potestà, che accettò addì 28 marzo. Gli eletti popolani di Pont, per tale atto, furono per parte dei Valperga: Guglielmo de Ugo, Domenico de Martino, Filippo Agnetis, Pietro Vacca, Giovanni Farcone, Giovanni Nicoletti Alberto, Martino Alberti, Pietro Alberti, Nicolerio Rastello, Turino Everardo, Aymone Baga. Pei S. Martino: Dureto Giacomo, Careto Raynero de Jordano e suo fratello Giovanni, Pietro Bestia, Martino de Mollino, Giacomo de Zucchetta, Odone fratello di Pietro Bestia, Giovanni Marcherio e suo fratello. Nonostante questa convenzione nell’anno dopo, troviamo in acerba guerra i Valperga ed i S. Martino, come ci narra lo stesso Azario, vivente in quei tristi anni, che forse fu anche spettatore, avendo suo zio podestà in Cuorgnè. I Valpergani conti capitanarono gli uomini di Cuorgnè per volgere ai danni di Pont, dei cui tre castelli due erano dei S. Martino, e l’altro con la terra fortificata spettava ai Valperga. Quantunque i due castelli vicinissimi gettassero molte pietre con macchine apposite, tuttavia quei di Cuorgnè diedero un così vigoroso assalto che entrarono nel recinto delle mura, e presero con artifizio e patti i castelli, che distrussero meno una torre, che rimase in piedi nonostante i grandi sforzi per atterrarla. Presero poi con pari valore il castello di Pertica, della cui presa si parlerà altrove. Alla loro volta i conti di S. Martino vennero a Pont, e bruciarono la villa, cioè l’abitato che era dei Valpergani, presero il castello Silvesco con altrettanto danno, poichè in tali contese erano state assoldate truppe mercenarie, vere belve. A queste risse si aggiunsero quelle del Conte Verde col Principe d’Acaja, verso la metà del secolo in discorso, per cui se prima si erano accordati di tenere insieme l’omaggio dei signori di Pont, il primo lo volle poi per sè solo. Il marchese Monferrino sostenendo i Valpergani, e Savoja i S. Martino, la guerra si estese sempre più, così che il Conte Sabaudo mandò truppe nel 1374 e minatori per far saltare le castella di Salto. Intanto i Valpergani presero d’assalto quello dei S. Martino in Pont, con grandi danni, che furono valutati 30.000 fiorini. Con un aggiustamento, nel 1379 Savoja tentò frenare indarno la guerra civile nel Canavese, poichè seguirono a dilaniarsi i signori nobili. Nel 1383 i Valperga, con gli aderenti loro e gran quantità di gente a cavallo ed a piedi, fecero una scorreria in Pont, presero il castello Tellario, incendiarono case e fecero prigionieri, ferirono ed uccisero vari, tagliando le viti e le piante con un danno, valutato in complesso a 2.000 fiorini. Nell’anno appresso rinnovarono la scorreria, con danni valutati 2.500 fiorini. Il Conte di Savoja radunò i nobili ed un convegno nel 1385 per metterli in pace, la quale fece anche giurare dalle popolazioni, soggette ai detti nobili, a mezzo di procuratori; e quello di Pont con Frassinetto fu Ferrante de Raynerio per istromento del notaio Antonio de Martino, della valle di Soana. Fu tutto inutile, poichè poco dopo ripresero le armi, e per maggior guaio li popolani di Pont e valle insorsero, aiutati dal marchese Monferrino, che introdussero in Pont e vallata, giurandogli fedeltà. Savoja mandò truppe per sedare il moto, ed allora nelle valli vi fu un continuo battagliare. Il conte Sabaudo ed il marchese Monferrino, non sapendo come uscirne, elessero per loro arbitro Gian Galeazzo Visconti, il quale nel 1389 pronunciava il suo laudo. In esso, per quanto a Pont e valli, stabilì di ritenerle in sue mani per dieci giorni, e poscia giudicò dover passare sotto Savoja e non sotto il Monferrino, che le aveva conquistate. PTPP (novembre 2014) 3 ! 1 Comune di Pont Canavese (To) PIANO REGOLATORE GENERALE COMUNALE Seguì ad infierire il tuchinagio: di bel nuovo nel 1391 fu promosso da Savoja un aggiustamento, con intervento delle popolazioni, a mezzo di loro procuratori, i quali per Pont furono: Giovanni de Campo, Porcherio e Turino Bellot o Vellot. Sentenziò Savoja che Pont e dipendenze, dovessero esser rimesse in sue mani, e che dopo avrebbe egli fatte le parti fra i S. Martino e i Valpergani. Pont e Frassinetto furono condannati a pagare 1.135 ducati per farsi perdonare il delitto di ribellione, e restò stabilito che i censi residui in natura si dovessero fare prontamente, e per quei in denaro alla ragione di 32 soldi per ducato, in Pont e valli. Ancora il tuchinagio seguì a mantenersi , e il conte Sabaudo nuovamente interveniva, come risulta da convenzione del 25 agosto 1395, per la quale li comuni della valle di Pont furono tassati di grave somma. Nel 1398 non avevano ancora potuto soddisfare interamente il debito, e per ciò, addì 27 marzo, Gabriele di Rivarolo e Tommaso di Valperga promettevano di pagare al conte Amedeo fiorini 430 d’oro, per le dette comunità. Le popolazioni, costumate al saccheggio, per ogni piccolo sopruso tornavano alle armi. Troviamo nel 1441 altro aggiustamento tra nobili e popolani, dei quali molti erano stati fatti prigionieri, e costretti gli altri ad implorare venia per varie stragi, commesse a danno della nobiltà. In detto anno i nobili Valpergani ed i S. Martino e le comunità di Pont, valle Soana, Locana, Noasca e Ceresole elessero concordi i seguenti arbitri: Marco, dei conti di Valperga, Jacopo di Racconigi, vicario di Cuorgnè, Antoniolo de Focis di Lodi, vicario di Pont e valli, dottori ambidue in leggi, Jacobo Magnio, cittadino eporediese, Domenico di Valina, Antonio de Benedetta e Giovanni di Muletto di Cuorgnè. Li popolani furono condannati a pagare 300 fiorini genuini fra tre anni, per laudo dei suddetti dato in Pont, la qual somma era ripartita fra i colpevoli di Pont, così: Martino Fumigalium fiorini 5, Rainero Borelato id., Andrea Taramino 4, Jacopo Vezia, Pietro suo figlio, Martino ed Antonio nipoti 5, Giovanetto Elena 2, Giacomo Roscio 4, Antonio Botalo 4, Pietro Botalo con figli Giovanni ed Antonio 3, Giovanni de Moro 3, Giacobino Rastello hospitem 2, Giovanni Barnato 2, Martino Patrito e Giacomo suo figlio 2, Domenico Ferrario 2, Odono Bazzato 1 1,2, Martino Vernetto 1 1,2, Pietro de Aymone 1, Giacomo Martinetto con figli Domenico e Martino 2 1,2, Giovanetto Alberto 1, Giovanni Piossasco coi figli Domenico e Leonardo un mezzo fiorino, Guglielmo de Odono 2, Giacomo Clerico coi figli Giovanni e Domenico un 1,2, Giovanni Facio 1, Guglielmo de Doblazio 1, Ardizzone Morello 1, Francesco, Giacomo e Guidetto fratelli de Castellana 1,2, Jacopo Anselmino 1,2, Antonio Marionum e Raynerio suo figlio 1,2, Jacobo Barberio 1,2, Guglielmo de Ferrario 1,2, Giovanetto Odelmo 1,2, Antonio Picato 1,2, Antonio Zay coi figli Giacomo e Martino 1,2, Jachetto de Confiliacco 1, Antonio Boya, Pietro Boya e Giacomo Boya 5, Domenico Durando 1, Domenico Justato e Pietro suo nipote 5, Bonifacio Viale coi figli Giacomo e Giovanni 4, Giacomo Demo, Guglielmi e Domenico suoi fratelli 3, Dalmazzo Ceretto e Domenico suo figlio 1 1,2, Bernardo Genero, Pietro Bosco 1,2, Antonio Zucco col fratello Domenico 1, Pietro Clerico 1, Dalmazzo Francesco e Lorenzo fratelli de Veloris 1, Jacobino Senum, Antonio Turinum e Giovanni de Serenis 1, Pietro de Confiliacco e Domenico suo figlio 1 1,2, Domenico de Confiliacco, Pietro e Giovanni suoi figli 5, Giacomo Fassana 2, Guglielmo Giacoletto col figlio Antonio 2, Enrico Laso 1, Antonio de Ronco 1, Turino Tessiatore 1, Pietro Calvetto 1,2, Guglielmo Rastello 1 1,2, Turino Bonaveria 1,2, Martino Poeta 1,2 e Guglielmo de Gepoyra 1,2. I detti, considerati come magis culpabiles et quasi auctores, dovevano pagare le somme suddette in tre rate ai loro signori, con pena di pagar il quarto di più pei morosi. PTPP (novembre 2014) 3 ! 2 Comune di Pont Canavese (To) PIANO REGOLATORE GENERALE COMUNALE Addì 22 maggio 1447 i S. Martino di Rivarolo e di Agliè convennero che chi di loro fosse podestà di Pont dovesse pure essere castellano del castello di Tellario, che doveva custodire per sè e per altri consorti. Si stava in carica soltanto un anno, ed in assenza temporaria, il castello doveva essere custodito da due armigeri, e sempre tenuto ben provvisto di armi e di vettovaglie. Promisero ancora gli uomini di Pont e valli, di nuovo insorti, di ritornare alla tranquillità, come ci fa conoscere un ordinamento del 15 settembre 1447, emanato dal Duca di Savoja, in cui si fa cenno di Antonio de Muso, qual rappresentante dei popolani di Pont; ma le popolazioni, stanche delle angarie continue de’ nobili, offrirono al Duca di Savoja 2.000 fiorini per esser messi sotto la sua diretta giurisdizione. Le valli di Pont, per tale affare, si unirono alla valle di Brosso e Lessolo. Savoja accettò ed addì 24 marzo 1449, Francesco Cerrati, ricevidore generale di qua de’ monti, passava procura in capo ad Antonio Boissier per esigere dagli uomini di Pont e valle di Soana ed Orco, la rata loro imposta sulla somma di 2.000 fiorini, oltre 360 ducati di foraggio annuo. Quantunque il ramo Valperga possedesse di più del S. Martino in Pont, nessuno però ne portava singolarmente il titolo. Il ramo, che più signoreggiò in Pont, valli, ed in Rivarossa, risale ad un Franceschino, morto nel 1392, lasciando 4 figli: Guglielmo ed Ardoino, morti senza prole nel 1401-2 e Enrico e Franceschino, che nel 1404 fecero divisione dei beni aviti, ed intervennero nelle riforme degli Statuti di Pont e valle. La discendenza di Enrichetto si estinse nel 1498 con Percivalle; ma quella di Franceschino si mantenne. Infatti furono suoi figli: Tommaso, morto frate di S. Antonio nel 1459; Michele, cavaliere Gerosolimitano, che combattè contro i Turchi nel 1454; soccorse la città di Zoara con grande valore, ma, oppresso dal numero, fu ucciso e fu numerato fra i martiri dell’Ordine; Pietro pure guerriero, cavaliere aureato, morto nel 1474 in Valperga, lasciando Giorgio, Francesco e figlie; Giannetto che fu allevato alla Corte di Francia, e fu maestro di Casa di Carlo VIII; morì nel 1486, ordinando varie beneficenze. Abbiamo accennato l’immediata giurisdizione di Savoja comperata dai popolani; ma i nobili avendo con inganno fatto rompere il convenuto, le popolazioni si diedero di nuovo al tuchinagio. Nel 1450 il Duca ordinò la confisca dei beni delle terre ribellatesi, e con la forza le ridusse ad obbedire. In una investitura del 9 ottobre 1466 ai conti di S. Martino d’Agliè e Rivarolo, si fa cenno nel castello Tellario, che tenevano a metà tre loro indiviso, e di una parte o porzione del rovinato castello, che trovavasi dietro la torre Ferranda. Nel 1480 nuovi Statuti furono largiti alle popolazioni. In detto anno morì Giorgio, primogenito di Pietro Valperga, signore di Pont e valle. Francesco, secondogenito, fu cavaliere aureato, consigliere nel 1520 del Duca di Savoja e ciambellano, morto nel 1527. Lasciò tre figli: Gaspare, Massimiliano e Percivalle. Il primo moriì nel 1530, lasciando un solo figlio; Massimiliano, di indole molto iraconda, morì nel 1532 per ferita toccatagli in contesa con un parente in Valperga; Percivalle ebbe cinque figli e figliuole, continuando la stirpe, poichè Giovanni Battista, figlio di Gaspare, morto nel 1552, lasciò una sola figlia. Morto Percivalle, i suoi primi tre figli nominarono Costantino amministratore, e vissero insieme: Pompeo fu molto caro ad Emanuele Filiberto, che seguì in tutti i viaggi; nel 1564 era gentiluomo di bocca, nel 1567 cavaliere di camera; morì nel 1601. Costantinom, secondogenito, fu paggio di Carlo IX, e morì nel 1586, padre di tre figli; Lodovico era nel 1579 arciprete della cattedrale d’Asti, morto nel 1590; Geronimo visse sempre in Valperga; Gaspare Fabrizio, cavaliere Gerosolimitano, combattè valorosamente contro i Turchi, e perì da prode a Malta nel 1565. PTPP (novembre 2014) 3 ! 3 Comune di Pont Canavese (To) PIANO REGOLATORE GENERALE COMUNALE Ed ora diamo uno sguardo alle vicende accadute in Pont sotto detti feudatari. Per convenzione dei Valperga coi S. Martino, i primi, nel 1514, presentavano ai secondi Japeto di Corneto, Nicolao Laco, Michele de Burris e Corrado di Benne, fra i quali dovevano scegliere il giudice della castellania; ma sorti poi inconvenienti in tal modo di elezione, si pensò di farla per turno da ciascuno. Il nominato durava in carica solo tre anni: finalmente si finì abusivamente di avere non più in comune il giudice, ma uno per ciascuna delle parti. Le popolazioni della valle di Soana, imbaldanzite dal tuchinagio, ad ogni più piccola angheria scendevano giù da Pont, e menavano le armi contro i nobili. Nel 1535, sotto pretesto di aggravi, approfittando delle guerre di cui il Piemonte era campo, essendovi scesi i Francesi e gl’Imperiali, gli uomini della valle Soana fecero una scorreria in Pont, saccheggiando e vituperando la torre Ferranda, in cui i signori di Valperga avevano ritirate le mogli ed averi più preziosi. Per quattro anni stettero ribelli, e non vollero più pagare nessuno tributo ai nobili, ingiurati, al Duca Sabaudo, che minacciò di severi castighi i ribelli, e poi Cesare di Napoli, colonnello al servizio degli Imperiali, con la forza li costrinse a chiedere perdono genuflessi, promettendo di pagare 8.150 scudi d’oro ai nobili, e di non più congregarsi sotto l’Abate dei Folli. Egli era l’abà d’oggidì, cioè il capo della gioventù per fare baldorie. La sottomissione ai nobili, ebbe luogo nel 1539, addì 10 febbraio in Pont, nell’orto dietro la casa dei fratelli de Perradolo, presenti Oddone Provana di Carignano e Claudio Mulletti vicario di Cuorgnè e Valpergato, Francesco Silvesco consignore di Salto e Canischio, testimoni. Risulta che più volte avevano nei 4 anni saccheggiato Pont, danneggiato i castelli di Tellario e Ferranda, e che col bottino ritornavano alla valle di Soana, ove se lo spartivano. Soggiogate da numerose truppe, le comunità dovettero cedere; otto dei più riottosi giovani furono fatti prigionieri e tenuti quali ostaggi; si promise di dare compenso dei danni, dati ai nobili. Questi non volevano perdonare, specialmente a quelli delle parrocchie inferiori, che più volte avevano capitanato 300 o 400 predoni nelle scorrerie; per intermezzo del colonnello Cesare di Napoli, accondiscero poi di perdonare. Erano consignori: Ghirone Agostino, Giorgio figlio di Alessandro, Tommaso e Giorgio figli di Battista e Percivalle, tutti di Valperga; poi Cristoforo, Giovanni Francesco Aymone, Julliano di Agliè, che rappresentavano pure altri; e poi Pietro, Giovanni Battista e Gaspare di Malgrà e per altri di loro; poi Enrico e Giacomo di Castellazzo di Rivarolo, tutti S. Martino. Intanto questi malanni, e più le guerre tra Cesariani e Francesi, avevano impoverito grandemente le valli che, alla domanda di denaro fatta dal Duca di Savoja, domandarono una visita, constante la sterilità di esse e povertà degli abitanti. Fu fatta, addì 13 aprile 1545, la relazione di detta visita; ma i bisogni ducali erano estremi, e per ciò non si andò tanto pel sottile, e si volle sussidì. Un nuovo moto rivoluzionario fecero ancora gli uomini della valle Soana, che scesero a danneggiare i castelli di Pont; qualche morto fuvvi, ma la cosa fu parziale, e si ottenne, addì 14 giugno, indulto di ogni molestia dal Duca. Per paura che il castello Ferranda di Pont cadesse in mano de’ Francesi, oltre la solita guardia, i Valperga ottennero nel 1552, 23 agosto, dal Duca di poter ogni giorno levare 12 uomini di Pont e valle per la custodia del suddetto; ma poco dopo (12 settembre) Brissac conquistò i castelli di Pont e dintorni. Cesare di Napoli giunse tuttavia a snidare i francesi dal Canavese in pochi giorni, e così da Pont, ove avevano distrutto le fortificazioni della torre Ferranda, e fortificato moltissimo quella Tellaria, mettendovi dentro Marco Agatico, italiano. PTPP (novembre 2014) 3 ! 4 Comune di Pont Canavese (To) PIANO REGOLATORE GENERALE COMUNALE Di costui uno scrittore francese dice, che avendo saputo che il comandante di S. Martino era stato impiccato per la resistenza, pensò di rendersi alla prima intimazione. Per tali fatti rimasero dei castelli soltanto più le due torri, ancora in piedi oggidì. Dal Governo francese ebbe Pont nel 1556 la facoltà di tenere una fiera annua ed un mercato in lunedì, con promessa che non avrebbesi permesso il consimile per 4 leghe all’intorno. Allorquando tali guerre, veramente micidiali pel Canavese, finirono, ed Emanuele Filiberto ebbe i suoi Stati, nel 1558 fu concesso un salvacondotto agli uomini di Pont e valle per traffico, e furono riconfermati nel 1562 gli Statuti a Pont. Nel 1578, 7 settembre, il comune ebbe concessione di un mercato nel martedì, per quale pagò scudi 400 d’oro. Era appena fatta la concessione che Cuorgnè sorse a lamentarsi, perchè detto mercato danneggiava il suo in giovedì, per cui aveva pure avuto ab antiquo particolare concessione. Per finire la contesa, Pont dovette sborsare 300 scudi a Cuorgnè, e pagarne ancora 1.500 al Duca per avere riconferma della concessione, che ebbe addì 5 maggio 1579, trasportando il mercato dal martedì al sabato. Furono comminate pene a Cuorgnè ed a Rivarolo, quando avessero turbato detto mercato; ma esso non potè sostenersi, e quello del lunedì, finito il governo de’ Francesi, non restò più valido; così solamente più tardi si potè poi avere un vero mercato, come si dirà a suo tempo. Nella riconferma e concessione di nuovi Statuti suddetti, fatta nel 1562, addì 8 marzo, gli uomini dell’università di Pont si radunarono nella piazza della chiesa di S. Costanzo, sotto un olmo, luogo solito delle radunanze. Erano consoli li nobili Costanzo Aymonino e Francesco Bergiato, e fra i convenuti si pensò alla riforma degli antichi Statuti, i quali erano diventati per l’antichità oscuri ed inservibili. Furono portati a 74; i primi 34 sono non altro che bandi campestri, si passa poi all’elezione dei consoli e credenzieri; il 56 è intitolato: Del sovvenire gli oppressi per il debito de ragione, l’ultimo riguarda l’osservanza delle feste, condannando i rei a L. 3 per ogni volta. Dal 1558 al 1560 erano famiglie più o meno importanti di Pont: i Turino, Rovetti, Roscio, Peruca, Vasoani, Sereno, Reverso, Picchiottini, Rolando, Rastelli, Pecchenino, Cerretto, Betacio, de Bertino, de Villanova, Cresto, Destafano, Brunazio, Imperiale, Bazzaroni, Falletti, Bogini, Giacoletto, Brogliatti, Viglino, Sandretti, Boia. Poche vicende rinveniamo nel secolo XVII. Addì 14 giugno 1604 l’abbazia di Pont aveva R. Rescritto di autorizzazione a portare armi ed insegna nella processione del Corpus Domini. Nel 1602 era vicario di Pont Silvio Molli, consignore di Barbania. Una scrittura del 30 marzo 1606 ci fa conoscere che il pievano D. Lodovico Malgrà, dei conti S. Martino, era venuto ad un accordo per limitazioni di diritti parrocchiali e pelle decime col comune di Pont, rappresentato dalli nobili Giovanni Battista Imperiale e Giovanni di Martino Rotio consoli, ed i seguenti credenzieri nobili: Giovanni Francesco Patrito, Giovanni di Giacomo Paniery, Giovanni Antonio Pecchenino, Pietro di Giovanni Confiliacco, Domenico Bertogliato, Antonio Rotio, Giovanni Bogino, Antonio Sandretto, Giovanni Rolando, Martino Patrito, Giovanni Sereno, Pietro Confiliacco ed Oddono..... Dal 1625 al 1646 si hanno vari accordi tra il comune ed i feudatari od aventi porzioni di giurisdizione, ad esempio col Marchese Rangoni, con gli Scaglia, col Marchese di Caraglio, col Conte di Agliè, e più tardi coi Cortina e coi conti Cisaletti di Rivarossa. Per le guerre del 1640 e 41 dovette concorrere in vari donativi, domandati dalla Duchessa Reggente. Nel 1648 il favorito della suddetta, Conte d’Agliè, riscuoteva dalle valli di Pont lire 2.000 per sè. Per corrosioni dei torrenti ebbe spesso danni immensi, specialmente nel 1654, pei quali non poteva più pagare le imposte; e furono dal PTPP (novembre 2014) 3 ! 5 Comune di Pont Canavese (To) PIANO REGOLATORE GENERALE COMUNALE Governo nel 1659 , 67 e 69 ordinate apposite visite locali. Ottenne, addì 18 settembre 1663, inibizione di molestia per li concorrenti alle fiere, che già allora avevano importanza. Dall’esamina di più carte comunali risultano consoli nei seguenti anni: 1620 Martino Magestruto e Giovanni Confiliacco - 1621 e 2 Francesco Pilatino console, e nel finire del 1622 un Patrito e Domenico Di Stefano - 1623 Bogino Giovanni Francesco e Fazzano Martino - 1629 Mino Antonio e Giovanni Giacomo Cerreto - 1631 Aymone Lorenzo e Michele Rastello - 1634 Domenico Cizaletto e Martino Bruneto 1645 Gian Besso, poi Imperiale Giovanni Michele e Domenico Sandretto - 1646 Domenico Pecchenino, sindaco - 1649 Giovanni Maria Gozzano - 1650 Domenico Patrito e Di Stefano Giovanni Battista - 1662 e 3 Antonio Oddono, sindaco - 1668 Francesco Oddono de Oldoni e Martino Confiliacco - 1669 e 70 Giovanni Battista Oddone e Giovanni Pietro Cerreto di Alpette - 1673 Imperiale Giovanni Michele - 1678 Giovanni Francesco Roscio ed Andrea Bonetto. Nel 1666 il sindaco Giovanni Bernardo Rotio faceva un atto di convenzione con certo Ascanio Bianco, indoratore di Milano, per l’indoratura dell’altare dell’Angelo custode; e nel 1675 risulta che erano stati fatti vari restauri alla Chiesa di S. Costanzo, e che il campanile dovette essere puntellato. Essendosi dal Duca di Savoia, addì 9 agosto 1679, riordinato l’uffizio di notaio ne’ suoi Stati, risultarono in Pont e valli i seguenti, tutti notai patentati: Antonio Bertoldo, Benedetto Bugella, Carlo Antonio Oddono, Giacomo Bertoldo, Giovanni Maria Chiapusio, Giovanni Battista Mezzana, Giovanni Giacomo Negro, Giovanni Giacomo Magnetti, Giovanni Giacomo Magnetto, Giacomo Colombati, Giovanni Battista Cozello, Giacomo Gianoto, Giovanni Battista Moletta, Giovanni Battista Rotio, Giovanni Francesco Bezzo, Giovanni Bernardo Rotio, Giovanni Faletto, Giovanni Battista Imperiale, Giovanni Michele Imperiale, Giovanni Battista Oddono, Martino Bonato e Pecchenino. Fin dal 1647 Pont aveva l’Insinuatore, sotto cui erano sei comuni della valle dell’Orco. Fu pell’avvenire ridotto il numero a 8, reputando i notai, come nobili, esenti di tutti i carichi personali, e con diritto di portare le armi. Dovevano ben inteso comperarsi le piazze, che erano ereditarie. Ritornando alla genealogia dei nobili coi figli di Costantino, e a notarsi che Nicolò Francesco premorì al padre nel 1578. Percivalle Francesco fu paggio di Carlo Emanuele nel 1602, cameriere, cavaliere dei SS. M. e L. nel 1605 intervenne nel 1611 con suo fratello Pompeo nella riunione dei conti di Valperga, aventi parte nella giurisdizione di Pont e valli, per trattarvi di affari feudali; s’imparentò coi Marchesi di Ceva, e ne prese il blasone; morì nel 1623, padre di tre figli e figlie, di cui si parlerà. Suo fratello Pietro, terzogenito, addottorato in ambi leggi, fu prevosto di S. Maria Maddalena di Rivarotta, morto nel 1613, Pompeo, quartogenito postumo, fu cavaliere Gerosolimitano; ma la podagra lo costrinse a ritornare in Valperga, ove morì nel 1624. Della figliuolanza di Percivalle, Bonifacio morì fanciullo nel 1627; Giovanni Battista fu paggio di Cristina di Francia, Duchessa di Savoja, e morì di febbre pestilenziale in Valperga; Carlo Francesco fu paggio del Cardinale Morizio, poi suo scudiere, cavaliere dei SS. M. e L., mastro di campo, luogotenente colonnello di Cavalleria, pensionato di Francia; morì in Valperga nel 1670, lasciando erede universale Carlo Morizio, figlio unico di Percivalle, commendatore. Il Carlo fu poi cavaliere dei SS. M. e L., consigliere della Religione stessa, e sposò Giovanna Villette, baronessa di Chevron, pel qual matrimonio ebbe detto feudo. PTPP (novembre 2014) 3 ! 6 Comune di Pont Canavese (To) PIANO REGOLATORE GENERALE COMUNALE In Valperga, ove risiede ora il ramo, si proseguirà la genealogia, intanto passiamo al 1700. Il comune, addì 27 marzo 1736, aveva concessione del mercato in lunedì di ogni settimana, pagando alla Finanza L. 1.300, e questa volta, non ostante i disturbi avuti da Cuorgnè, si mantenne. Pont, nel 1738, reclamava contro Cuorgnè, perchè si faceva lecito di tenere mercato anche in lunedì, oltre quello in giovedì, nonostante che fin dal 21 agosto 1737 fosse dal Governo proibito a Cuorgnè di fare detto mercato, sotto pena di dieci scudi d’oro. In tal modo potè avviare bene il mercato; ma non potè trasportare la fiera del 21 settembre, come desideravasi, essendovi stata nel 1743 emanata proibizione, in data del 16 settembre. In quanto ad ordinanze più importanti del comune, ve ne è una del 1703 per la quale Fra Gaspare Massimino, pittore d’Ivrea, si prende l’incarico di fare un quadro pell’altare maggiore, rappresentante il Cenacolo, mediante il pagamento di cinque doppie. Erano allora sindaci Antonio Faletto e Domenico Faletto. Nel 1723 il comune faceva riparare l‘orologio pubblico sul campanile di S. Constanzo da certo Giovanni Borella, sotto la direzione di Fra Giuseppe di S. Giorgio. Domandava il comune nel 1744 di avere un collegio per l’istruzione; ma addì 13 ottobre ne aveva negativa dal Riformatore degli studi, concedendosi solo un maestro di umanità. Nel 1780 il ponte sul Soana fu rovinato da una furiosa piena; il comune lo fece ricostruire, ma pretendeva nel 1789 che Ribordone, Noasca, Ceresole, Sparone ed altre comunità della valle dell’Orco concorressero al pagamento, per cui si litigò. Addì 214 agosto 1832, fu stabilita la stazione dei Carabinieri Reali per R. provvidenza, e con altra del 1845 avevasi concessione di fiera al primo lunedì di aprile, e poi addì 6 maggio 1862 per altra fiera nel 1° lunedì di maggio e successivo giorno, quando l’altro è festivo. Altre provvidenze regie o comunali emergeranno dalla parte corografica, in cui entriamo. Il territorio di Pont ha una superficie di ettari 1.976, ed è costituito in gran parte da montagne, le quali fanno corona al borgo, trovandosi questo come in un bacino. Confina a mattino con Salto e Cuorgnè, a mezzogiorno con Alpette, a sera con Sparone ed a mezzanotte con Ingria e Frassineto. Il Sismonda studiò accuratamente la costituzione dei monti suddetti, che fanno parte delle catene Cozie e Graje. Lo gneiss, inclinato al S. 25 E. è la sola roccia dei monti, che si elevano dall’una e dall’altra parte dell’Orco, benchè a luogo a luogo l’urto e gli agenti atmosferici non abbiano avuto la forza e l’energia di spogliarlo dei depositi giurassici. Solamente nelle vicinanze di Pont ne esistono banchi potentissimi, e vestono la parte di un semicircolo, generato dalla curva delle due catene laterali; da quella sinistra si avanza per mezzo di esso un poggio, sui cui è fabbricato in parte il paese di Pont. Prima di arrivarvi, s’incontrano diverse qualità di gneiss, che differiscono per la tessitura e per la maggior o minor copia di laminette di felspato, che entrano nel suo impasto. Guardato questo ad una luce piuttosto viva, apparisce d’un lustro particolare e molto consimile a quello, che in pari circostanza è tramandato dalla varietà di esso, detto opalino; ed a questa pietra maggiormente lo ravvicina la sua tinta tendente al bruno. Il Sismonda giunse ancora a conoscere nei monti, a destra del torrente, alcuni filoni o banchi di una roccia più scistosa, meno pregna di felspato, pochissimo quarzosa, ed in vece doviziossima di piccoli e minuti filetti neri, lucidi, la cui fusione li farebbe credere piuttosto tormalina che amfibolo. PTPP (novembre 2014) 3 ! 7 Comune di Pont Canavese (To) PIANO REGOLATORE GENERALE COMUNALE Il poggio, o meglio la propagine, che si parte dalla catena, sulla quale sta in parte il paese di Pont, è attorniata verso il nord dal torrente Soana. Lo gneiss ivi contiene molte venate di talco duro, che si direbbero di serpentino. Il pendìo dei monti, presso Pont, è formato da banchi calcari, meno belli di quelli della valle Soana per le tinte scure e per le sostanze eterogenee racchiuse, ad esempio mica argentina e piriti di ferro. Nei monti della regione di Riva, alla destra dell’Orco, si conta una successione di banchi, inclinati al S. 25 E. di 40°, i quali differiscono pel colore e pella struttura. Alcuni sono di un bianco lucido, altri giallognoli con sottili lastrelle spatiche, facilmente divisibili in romboidi; e ve ne sono pure dei bigi scuri, zeppi delle suddette sostanze eterogenee. Quelli si adoperano per preparare la calcina, gli ultimi, come pietre da taglio, se ne hanno dei bellissimi massi e delle falde. I banchi, nella regione di Riva, sono fessurati nella direzione del N. 15°, E. al S. 15 0, e tali fessure sono ripiene ed otturate da un scisto quarzo micaceo, impregnatissimo d’ocra ferruginosa; essi sono compresi fra banchi di scisti, di cui i superiori sono dolci al tatto, neri, lucidi, gl’inferiori giallognoli, contenenti molto quarzo. Per buon tratto sopra Pont, il pendìo de’ monti è quasi tutto vestito di falde giurassiche calcari e scistose; al Rocco di Pont, così detto, si osserva una roccia particolare che difficilmente si può definire, sembrando arenaria talcosa alteratissima, oppure gneiss quasi compatto con la frattura scheggiosa. Entrando a parlare del marmo, è a notarsi la sua bianchezza saccoroidea; se ne trova ancora del leggermente verdognolo pel talco racchiuso, e talvolta questo radunato in foglie con diverse gradazioni di una stessa tinta, e talvolta in lamelle irregolarmente sparse; anche del bigio più o meno scuro si rinviene. I banchi posano sul gneiss, il quale ivi è molto maggiormente alterato che altrove nella stessa valle, in cui non ha un giacimento identico, benchè si possa sospettare sull’essere vero gneiss e non un scisto modificato. Sembra che i Romani non abbiano conosciuto il marmo di Pont, anzi bisogna venire fino alla metà del secolo XVII, onde trovare qualche monumento di esso. Sette statue marmoree, esistenti nella parrocchiale di Pont, sono di detto marmo, lavorate nel 1656; fu però solamente nel 1750 che le cave marmoree di Pont diventarono conosciutissime, poichè i fratelli Collini, scultori, incoraggiati dalla protezione del Re Carlo Emanuele III, vennero a far ricerche in Pont di marmo. Alcuni massi, rotolati dal torrente Soana, avendo loro dati indizi soddisfacenti, dopo varie ricerche e scavi nella montagna di Confiliacco, a 390 metri circa sopra di Pont, alla destra del Soana, se ne trovò una massa, che da destra traversando la montagna, dal sud al nord, andava alla sinistra regione Strobbia. Da quivi si ebbe il marmo per le statue di Vittorio Amedeo II e Carlo Emanuele III; per gruppo: la Verità che incatena il Tempo nell’Università di Torino; per gli ornati di Superga, e della galleria di Beaumont nel Palazzo Reale, per statue nel Castello di Agliè; per la tomba di Umberto I a S. Giovanni di Moriana, e per le due vestali, di cui Vittorio Amedeo III fece dono al Principe imperiale di Russia, che fu poi Paolo I nel 1778, come canta il Vigo. I fratelli Collini, il Bernero ed altri scultori piemontesi, furono coloro che usarono detto marmo, di cui Napione aveva segnalato la bellezza e la facilità di pulitura; già allora, cioè verso il 1786, erano dette cave state abbandonate, non tanto pell’esaurimento del marmo, quanto per la mancanza di facili trasporti. Il Robillant, che pure visitò la cava nello stesso tempo, nota tale marmo avvicinarsi in bellezza a quello di Paro, e Bonvoisin lo dice marmo superbo. L’Azimonti segnava che lo strato del marmo aveva circa trabucchi 1 1,2 di spessezza, ed era lavorato sovra una lunghezza di trabucchi 65 circa. PTPP (novembre 2014) 3 ! 8 Comune di Pont Canavese (To) PIANO REGOLATORE GENERALE COMUNALE Il Barelli fa conoscere due essere state le cave: quella a destra, detta Confiliacco, era cava regia; l’altra, a sinistra del Soana, aperta nel 1772, detta riva di Strobbia. La disordinata coltivazione rese la stessa difficile e spendiosa, e di più il marmo cominciò a presentarsi con vene verdastre per la steatite; allora si cominciò a perdere il coraggio, e quantunque il Governo avesse ordinato nuovi scavi a sinistra, per intrighi d’impresari, le cose andarono tanto lentamente, finchè le vicende politiche del 1789 finirono di far abbandonare il lavoro. Il prefetto d’Ivrea, Plancy, fece degli inutili sforzi per rimettere in attività le cave in discorso; ma solamente il Jubè, altro prefetto, giunse a metterle in esercizio. Egli ordinò che il primo masso, che si avrebbe dalla cava nuova, a sinistra, fosse riservato per una statua colossale a Napoleone I che i 206 comuni, il clero ed i funzionari pubblici del Dipartimento unanimi avevano votato addì 2 ottobre 1810. L’avv. Pietro Gigli pubblicava in quell’occasione un ode, intitolata: Il voto della Dora per la statua equestre di Napoleone il grande in marmo di Ponte, in cui facevasi cantare dalla Dora, personificata, degli elogi a Napoleone. Non bastando ai comuni di avere concorso a tal monumento, vollero intanto avere un busto, e la Spalla lo scolpì. Fu inaugurato questo un anno dopo tale decisione, cioè addì 1 ottobre 1811; ed i maires d’Ivrea, Aosta, Chivasso, Caluso, Castellamonte, Cuorgnè, Feletto, Foglizzo, Montanaro, Rivarolo, San Benigno, Volpiano si distinsero per i loro discorsi. L’avvocato Rivoyra, segretario della sotto prefettura, pubblicava un carme d’occasione. Non so precisamente se la statua equestre fu poi sculta, poichè, quantunque si sperasse dal Governo francese che le cave marmoree di Pont potessero fiorire, non trovai i risultati. In quel tempo l’avvocato Luigi Zerboglio di Cuorgnè ne redigeva una Memoria, letta alla Società di Agricoltura, Scienze, Arti e Commercio in Ivrea, ed il farmacista chimico Germano ne faceva l’analisi chimica. Dopo le qualità esterne, già menzionate, stabiliva il peso specifico a 27822: così un metro cubo pesava chilogrammi 2762,67364. Ed ecco i componenti: Calce 0,476 - Acido carbonico 0,548 - Magnesia 0,008 - Allumine 0,007 - Silice 0,008 - Ossido di ferro 0,006 - Mica non decomposta 0,016 - Perdite provenienti probabilmente dall’acqua di cristallizzazione 0,021. Ora per gl’ingombri dei rottami e pell’acqua infiltrata resterebbe spendiosissimo il voler coltivare le abbandonate cave marmoree. Pure in abbandono furono le miniere d’oro, rame, argento e piombo, che dovevano anticamente essere coltivate, e ne sono ricordate dalle piriti aurifere, che si trovano qua e là. Sono invece in esercizio con ottimo profitto le cave di gneiss, che si trovano nelli fianchi dell’abitato, regione S. Costanzo, essendo vicinissima alla chiesa, a detto Santo intitolato. Il ponte sulla Dora a Rondissone, quello Mosca a Torino, vari ornamenti nel Castello di Agliè fin dal 1768, e recentemente altri per la Mandria alla Venaria, sono gneiss di Pont. Esso è poi attissimo per le rotaie; il generale Cavalli mette il gneiss di Pont primo fra tutti quelli del Piemonte; da’ suoi esperimenti fatti prima del 1858 su tre qualità di gneiss, risulta che la prima aveva le dimensioni orizzontali e verticali di millimetri 102, la densità 2,711, e la carica in chil., che sopra il centimetro superficiale produsse schiacciamento, ebbe un fine di 474. Un campione della cava Giacomelli e Tonnello offrì dimensioni orizzontali 135. 117, verticale 92, densità 2,729, principio 158, fine 474; altro campione della stessa 129. 114 - 93 - 2,733 - 382. 510. La stratificazione apparisce orizzontale. PTPP (novembre 2014) 3 ! 9 Comune di Pont Canavese (To) PIANO REGOLATORE GENERALE COMUNALE Gli esperimenti poi sovra due massi di pietra di Pont della cava del Fontana, diedero i seguenti risultati: il primo, dimensioni orizzontali 120 99, verticale 70, densità 2,712, principio 360, fine 656; il secondo, 98.84 - 100 - 2,718 - ...... 396. La stratificazione verticale si ridusse in parte lamellare. Al presente le cave sono tre, ed appartengono ai signori Schiera e Cavalli, Valerio fratelli, ed eredi Fabbiano Ermanno. Vi sono poi tre cave di buona calce, spettanti ai signori Tosetti Giovanni, Aimone e Damero ed Isatria Francesco. Il numero degli operai per le prime varia da 20 a 40 secondo i tempi; per le seconde da 20 a 25, e, portata la pietra nella fornace, si riducono a 4 o 5. Queste cave potrebbero avere maggior sviluppo, se Pont avesse la ferrovia, e migliori strade si avessero per le cave di pietra calcare. Ritornando ora al territorio, deve notarsi, che nella regione Antigliera, sui confini di Sparone, vi è una bella ed alta cascata del rivo Pissa, e qua e là si ammirano deliziosi paesaggi. Oltre l’Orco ed il Soana, vi sono altri rivi, ma sono più di danno pelle piene che di giovamento per l’irrigazione; ben di più servono per l’industria locale a mezzo di canali. Cinque sono i ponti, tutti in legname, e ben soventi sono stati travolti. Uno sta sul rivo Pissa, due sono sull’Orco, uno presso la manifattura, il quale mette in comunicazione il cantone di Oltre Soana, mantenuto questo dalla Società della manifattura, gli altri dal comune, ed infine uno sul Soana, mantenuto dalla Provincia. In luogo di quest’ultimo, ancora nel secolo XVII, ve ne era uno in pietra che il Della Chiesa qualificò per meraviglioso, poichè, quantunque ad un solo arco, era molto lungo, e nel mezzo aveva una porta, che chiudevasi nelle guerre e pesti, vietandosi a chiunque il passo. Nel 1775 il Governo ne aveva fatto costruire altro, ma anch’esso fu travolto; il presente, in legname, è assai solido. L’Orco ed il Soana, dopo aver fiancheggiato il borgo, si congiungono alla distanza di 600 metri da esso; il secondo perde il nome. Abbondano di pesci, specialmente di temoli e trote; hanno arene aurifere. Vari sono i canali per uso dell’industria e dei molini; il principale serve per l’opifizio. Il comune sta ora procurandosi una condotta di acqua potabile, di cui da molto tempo sentivasi il bisogno. Le strade principali sono quattro: la prima da levante a mezzogiorno, detta nuova, aperta nel 1768 carrozzabile va a Salto, e si congiugne alla provinciale d’Ivrea sul ponte di Cuorgnè; ha una lunghezza di 5 chilometri. La seconda, detta vecchia, tra mezzogiorno e ponente, a destra dell’Orco, va ad unirsi al borgo di Cuorgnè traversando la frazione Campore; essa serve soltanto pei pedoni e cavalli, ed ha una lunghezza di 5 chilometri. La terza, detta di Locana, costeggia l’Orco, da ponente verso notte, unendosi a Sparone, donde a Locana con una lunghezza di 2 metri, ed è carrozzabile. L’ultima, detta della valle Soana, costeggia il torrente Soana a mezzanotte, ed è tutta montagnosa, non carrozzabile e lunga 7 chilometri; s’incontra per primo villaggio Ingria. Altra, molto erta, conduce a Frassineto, e varie malagevoli dànno ai monti. Nelle montagne dei dintorni vi sono tracce di strade, selciate, antichissime, che si perdono nei ghiacciai, comprovanti trasformazioni per cataclismi. I prodotti del suolo sono insufficienti ai bisogni della popolazione; molti sono i boschi cedui e gli alberi di grosso fusto, come roveri, frassini, ontani, castagni, fruttiferi e noci. I pascoli sono abbondanti, potendosi con le acque dell’Orco irrigare molti prati; essi dànno agio a mantenere molto bestiame, il quale forma la ricchezza degli alpigiani. La PTPP (novembre 2014) 4 ! 0 Comune di Pont Canavese (To) PIANO REGOLATORE GENERALE COMUNALE segale, il granoturco sono prodotti scarsi; concorrono meglio al mantenimento degli abitanti i latticini. La vite trovasi confinata in alcune parti assai ristrette, e tale raccolto è poco e di qualità inferiore. Si fa traffico del bestiame grosso e piccolo, del burro, cacio, delle grascie, del legname, carbone e degli oggetti di ferro, per importarvi poi nel borgo granaglie ed altre derrate mancanti. Abbiamo veduto come da secoli avesse il borgo concessioni di fiere e mercati; oggidì le prime sono portate a sette, che si fanno al 1° lunedì di aprile, id. maggio, id. giugno, 3° lunedì di agosto, 21 settembre detta di S. Matteo, 18 settembre detta di S. Luca, ed al 1° lunedì di novembre. La terz’ultima e la penultima furono sempre affollatissime, e vi chiamavano già dal Genovesato, Alessandria e dalla Savoja molti mercanti di bestiame; dal Biellese e Vercellese vengono a portarvi cereali. Il mercato in lunedì, si sostiene ben non ostante quello del vicino Cuorgnè, che attira molto gli alpigiani; nel giovedì vi è quasi un nuovo mercato pel ritorno dei suddetti dal mercato di Cuorgnè. Se il traffico è vivo, maggiore è l’industria, poichè oltre le cave menzionate, ancora in altro ramo Pont primeggia e da essa si può dire che dipende il benessere del borgo. E’ notissima la manifattura reale di Annecy e Pont, di cui ben merita che si conosca l’origine ed il progresso. I fratelli, conte Gaetano e cavaliere Candido Faletti di Champagny, possedevano un mulino, della cui acqua si giovarono per fondare una fucina pel rame, e poscia una piccola filatura pella seta. Nel 1824 eglino vendettero dette fabbriche ai fratelli Duport, e da tal anno si può dire che dati l’opificio, ora grandiosissimo; che tosto prese il nome di Manifattura d’Annecy e Pont, possedendo già i Duport una fabbrica ad Annecy, con cui sempre fu unita quella di Pont. Quantunque facessero assai i proprietari per la novella fabbrica, in paragone di oggidì essa era ben poca cosa; altri furono poi coloro che la portarono all’apice industriale. Nel 1839 i fratelli Duport alienarono i loro stabilimenti ad una Società anonima, alla cui direzione fu nominato il signor Giovanni Laeuffer d’Annecy. Questi, persona molto solerte, intelligentissima di cose economiche industriali, mise tutto il suo studio nel dare maggior sviluppo alla fabbrica di Pont, e vi riuscì benissimo. La severa regolarità, la scrupolosa delicatezza guadagnarono tosto all’opificio la fiducia dei capitalisti, in modo che potè superare in tempi critici traversie commerciali e mantenersi in fiore. La manifattura di Pont ebbe medaglie d’oro alle Esposizioni di Genova e Torino nel 1846 e 1850, e quella di prima classe all’Esposizione Torinese del 1858. In quest’ultima inviò al Valentino saggi di tessuti in cotone, cioè: madapolans, calicots, sckertingts, domestiques, cirus, contils, printaniers, indianes diverse, sarcenettes, basini, palpigiani, piquets, russiens, bordati, damiers, tele crude per uso militare altre imitanti i tartans, quadrettine, caroline, madras a rilievo ed a spigo, ecc. L’uso dei tessuti di cotone è antichissimo, sapendosi che ai tempi di Erodoto tutti gl’Indiani vestivano di cotone, solamente i Greci ed i Romani non ne fecero mai un gran consumo. Nel secolo XIII tali stoffe erano già oggetto di un commercio considerevole in Crimea e nella Russia del Nord, come le cotonine di Granata nel secolo XIV. Le prime fabbriche erette furono a Milano e Venezia, e fin dal 1403 erano giò famosi i fustagni di Chieri, mentre in Francia ed in Inghilterra non se ne trovano tracce fino verso la metà del secolo XVII. Oggidì all’estero sono più fiorenti che da noi, tuttavia la manifattura di Pont ne sostiene la colossale concorrenza. PTPP (novembre 2014) 4 ! 1 Comune di Pont Canavese (To) PIANO REGOLATORE GENERALE COMUNALE Se i Duport furono i fondatori materiali della fabbrica di Pont, colui però che seppe dare l’impulso ad un grande stabilimento, come ora è quello in discorso, fu senza dubbio il sig. Giovanni Laeuffer, a cui successero nella direzione i figli, prima il signor Federico ed ora il signor Emilio, che non furono indegni del loro genitore nel saper mantenere l’opificio migliorandolo gradatamente. La famiglia Laeuffer è amatissima in Pont; gli operai la tengono come la loro provvidenza, poichè non vi fu opera di beneficenza senza che casa Laeuffer non sia entrata per lo meno nei 3,4. Tutti gli operai si reputano ben fortunati di avere un lavoro continuo in una manifattura, nella quale regnano molta moralità, gran pulizia e carità, avendo anche medico e medicinali pagati. Fra i valenti coadiutori allo stabilimento vanno accennati i direttori Quattrini, Giuseppe Mousset e dottore Giuseppe Beltrami di Rivara, ex sindaco, il primo valente meccanico, ed il signor Bertola qual contabile. S. M., di moto proprio, insigniva della croce dei Ss. M. e L. il sig. Laeuffer padre, il quale ora è ufficiale di tale Ordine, per avere dato tanto sviluppo all’industria nei RR. Stati. Fin dal 1833, Maria Cristina, regina vedova, in compagnia dei Duchi di Savoja e di Genova, aveva visitato la fabbrica di Pont, che ebbe pure altri augusti e celebri visitatori. Oggidì essa ha annesso biancherie e tintorie a vapore, falegnami, fabbri ferrai, ottonai e scaldatoi alla russa. La forza motrice e di 700 cavalli, e di più si ha tre grandi macchine a vapore, per quando le acque sono basse, cioè quelle del Soana, le quali, a mezzo di grandioso canale di recente costruito, si usufruiscono per l’industria in discorso. Detto canale, cominciato nell’aprile 1870 e finito nel giugno 1871, è lungo metri 1.000, e passa sotto due gallerie, fatte nel vivo masso, una della lunghezza di metri 35, l’altra di 200 metri; costò lire 200.000. All’imboccatura sta scolpito: All’industria auspice Laeuffer. Vi sono in moto 25.000 fusi e 800 spianatoi o lisciatoi meccanici; giornalmente in media si hanno 1.500 chilogrammi di filato assai fino, e 15.000 metri di tessuto. Sono occupati 1.500 operai, che lavorano giorno e notte scambiandosi. In una parola il cotone entra in Pont greggio, come viene dall’America, e ne esce in tessuti d’ogni specie, coloriti variamente, che vanno per tutta l’Italia, e specialmente nella Meridionale, essendovi verificato che i colori resistono ai fortissimi raggi solari. Il consumo è così grande, che non se ne può fare esportazione estera. Gran nome aveva una volta la trafileria sul sistema francese dei fratelli Craveri, che, fin dal 1829, ebbero medaglia in bronzo per catene all’inglese, per usci, utensili da cucina in ferro stagnato. Per la concorrenza estera, aiutata dal libero scambio, nel 1851 cessò tale lavoro. Il signor Domenico Craveri è ora proprietario di mulini, concieria e fucine nelle regioni delle Roggie e Campelli; le ultime, in origine, spettavano agli Oddono ed ai Vallino Costa, e vi si lavora in rame ed in ferro. Tali edifizi sono dati in affitto. Il sig. Fasana, col tornio idraulico, costruisce bei oggetti in rame, ed altri ad uso domestico. Una piccola fucina, tenuta dai fratelli Ajmone, lavora in ferro, ed un’altra, già Ceretto, non è più in esercizio. E’ occupata in dette fucine una ventina d’operai. Una conceria, tenuta da certo Panier Suffat Giuseppe, da poco tempo costruita, promette di prendere buone proporzioni in un borgo, ove le pelli non mancano. Sei o sette sono i mulini, messi in moto da appositi canali; quello Cinotti è a nuovo sistema americano. L’abitato centrale di Pont sta a gradi 45, 24, 55 di latitudine ed a 4, 52, 41 di longitudine da Roma, distante da Ivrea chilometri 29; da Torino 66; da Cuorgnè 5. 47; PTPP (novembre 2014) 4 ! 2 Comune di Pont Canavese (To) PIANO REGOLATORE GENERALE COMUNALE Locana 12. 23; da Castellamonte 11. 32; da Vico 29. 27; Lessolo 31. 92; Caluso 29. 92; Aosta 98; Biella 55; Vercelli 78. Il borgo è formato da un centro principale e dalle seguenti frazioni o cantoni: Oltre Soana, Paniero, Doblazio, Pian-Giacolin, Truc-Bertot, Fajallo, Pianseretto, Truia, Truc dei Bonat, Prua, Raje, Paris, Villanova, Rastello, Bausano, Confiliè, Gea, Costa, Stroba, Coppo, Buttifinera, Mont-Pont-S. Rocco, Selrario, Bostetto, Campidoglio, Nicoler, Plasaria, Pianasso, Piamerese, Ronc, Deirbianchi, Fasana, Antigliera, Boetti, Bisdonio, Oltre Orco, Formierio, Sar, Montei, Fontana. Frassinetto ed Alpette erano una volta pure frazioni di Pont, e l’ultimo si separò soltanto dal 1755. Le principali sono: Oltre Soana distante 20 minuti dal centro; Boetti 25 m.; Fasana 20; Doblasio 25; Villanova 10. L’aspetto del centro è vario, secondo se si tratta di parte antica o moderna: la via maestra talvolta è un po’ triste, essendo stretta e fiancheggiata da bassi porticati; verso la gran fabbrica è ridente per le piazze e case signorili; pittoresco sui poggi, ove ergonsi le vetuste torri Ferranda, spettante ora al signor Tosetti sindaco, e Tellario, lasciata alla Congregazione di carità dell’avv. Caviglione, e sotto la chiesa di S. Costanzo. Il Della Chiesa, nella Corona Reale, scrisse di Pont nel secolo XVII, così: “E’ un delli più grossi borghi del Canavese........ ed essendo cinto di mura e pieno di mercanti e capo della sua valle, come delle altre che si diramano ne’ colli”. Tale stato è quasi ancora il presente, meno le mura, di cui si hanno solamente più tracce ed avanzi di parapetto e bastioni. L’opificio è costituito da un bel gruppo di svelti fabbricati, e forma per sè il cantone più cospiscuo del borgo, abbellito da un giardino all’inglese assai delizioso e da palazzina elegante e da un ponte in ferro. Le case antiche, che più si distinguono, sono: quella già dei conti Falletti, ora passata ai Destefanis, che l’affittano al Municipio: mostra tracce della grandezza degli antichi padroni, ed ora serve per gli uffici comunali; quella degli eredi Colombo ora albergo, del notaio Imperiale, dei Destefanis suddetti, dei Costa, il già convento di S. Francesco, ora del notaio Patrito. Le moderne per lo più sorsero dopo il 1820, e furono costrutte per dare alloggio agli operai, e per ciò non presentano grandi pregi; sono notevoli quelle del dottore Beltrami, dei fratelli Rossi, dei signori Roscio, Canavesio, già esattore, Orione, che ora sta per essere finita su buon disegno, e servirà per la Pretura. Una casa rurale merita essere veduta essendo una vera balma, come vien appellata in dialetto, cioè una grotta spaziosa, sotto un enorme masso, che le serve di volta; è abitata da una famiglia, e sopra il masso vi è l’orto. Vi sono vari alberghi, trattorie, cantine e caffè; principali: l’albergo del Leon d’oro, del Valentino, Trattoria d’Europa, Cantina degli Operai, i Caffè di Venezia, del Commercio e dei Portici; due gabellotti, 4 mercanti e varie altre botteghe di commestibili. Ed ora facciamo una visita alle chiese e cappelle. La Parrocchiale dell’Assunta, coll’unito antichissimo santuario, sotto il titolo di Maria V. delle Grazie, detta volgarmente di Doblasio, della regione ove trovasi, sta sopra un promontorio, detto Monte-Oliveto, fiancheggiato a levante dal Soana, a notte dell’abitato, da cui dista 1.000 metri, in amenissimo sito. La fondazione è remotissima, singolare la sua giacitura e costruzione, essendo ad una navata sola con due altari maggiori contigui, ambidue dedicati alla grande Madre di Dio, sulla metà de’ quali, a regolare distanza, verso il centro della chiesa, vi è una alta e PTPP (novembre 2014) 4 ! 3 Comune di Pont Canavese (To) PIANO REGOLATORE GENERALE COMUNALE grossa colonna, in un sol pezzo di pietra, sostenente due archi di volta, sul cui frontone si legge la seguente iscrizione: D.O.M. Sanctam Mariam de Doblatio Antiquitus ita nuncupatam Deiparam Ab. undique. ad. se. confluentium Salassorum votis Quando primum sui a Christicolis Signa ponebantur Facile passam exorari In hac sacra aedes Quae ab Arduino Rege restaurata An M A Sanmartini Comitibus Tamdiu in clientelam accepta Optimos misteriorum Dei ministros Quibus. Positum nec non caeteras alpinas gentes Sacris alere curae esset Nunquam desideravit Ut usque sit praesens Populi Venerari pergunto An. MDCCCVII. Scrostando i cornicioni si scorge che già erano dorati di poi stati imbiancati. L’altare, alla destra, è di marmo cinerino, venuto dalle cave vicine; ha un affresco, figurante M.V., in natural grandezza con ampio manto, dipinto di poco pregio, contornato da sculture in legno dorato. Vorrebbesi che esso esistesse già prima della ristorazione della chiesa, e dalla primitiva portato al luogo, ove ora trovasi; si raccontano poi molti miracoli. Vi è sovra l’altare un frammento d’iscrizione , che in Pont si crede da molti come antichissima; ma dall’esame fattone conobbi essere un’iscrizione cristiana latina in lettere gotiche, le quali per essere state guaste dal tempo, e forse da erronei ritocchi di chi volle riprodurla in fotografia, non si può leggere altro che gli abbreviati nomine, domini, amen. Essa non è di alcuna importanza, non anteriore alla metà del secolo XIV, nel cui parere ebbi concordi i signori Promis, personaggi competentissimi in cose archeologiche. L’altare, a sinistra di chi entra nella chiesa, è dedicato a M. V. Assunta, figurata nell’ancona in tela d’ignoto pittore. Oltre i detti altari, ne ha ancora sei altri, disposti lateralmente a tre per parte. Nella piccola cesena sita vicino alla porta, che dà accesso dall’interno della parrocchiale al coro, si legge quest’iscrizione: Instavratum pavimentum Erecta colomna Svper indvcti Fornices Svmptibus, Bessem universitas Ponti Trientem, Fraxineti Contulit provt In residvis templi PTPP (novembre 2014) 4 ! 4 Comune di Pont Canavese (To) PIANO REGOLATORE GENERALE COMUNALE MDCLXI La sacrestia è assai bella; fu costrutta ora sarà un secolo. Si conservano in essa vecchie carte copiate da altre più antiche, in cui si notano molte cose per lo più incerte od almeno non basate su documenti autentici, ma per lo più soltanto sulla tradizione. Vorrebbesi dunque che in origine fosse una di quelle cripte, a cui correvano i cristiani per orare in tempo delle persecuzioni; e sarebbe una delle prime, se non la prima delle Lombardi, e terza delle dedicate alla V. M. nella cristianità. E ciò sarebbe risultato dall’archivio romano. Nei sotterranei della chiesa vi sono tracce di vetuste arcate e a memoria d’uomo anche di altare. Eretta in pievania ebbe in principio vastissima giurisdizione spirituale; la tradizione racconta di cadaveri portati qui in sepoltura da lontanissime località, ad esempio Lanzo. Abbiamo già notato essere possibilissimo che Arduino re d’Italia, abbia fatto del bene a questa chiesa, veneranda per antichità. I conti Canavesani, che successero nella signoria ad Arduino, n’ebbero il patronato che tuttora hanno, e se ne giovarono anticamente per dare la pievania a membri della loro famiglia. Infatti, dai registri conservati, risulta che nel 1595 era titolare D. Ludovico de Malgrato; nel 1601 Don Lodovico dei Conti di S. Martino; nel 1638 D. Cagna già canonico Eporediese; nel 1642 D. Gabriele Perrino di Valperga; nel 1650 D. Gaspare di S. Martino; 1671 D. Giovanni Faletti di Pont; 1681 D. Aymone id; 1683 D. Oddono id.; 1707 D. Patrito id; 1718 D. Viano di Rivarolo; 1735 D. Destefanis di Ronco; 1745 D. Vizzino già canonico; 1755 D. Mantillieri di Andorno, a cui successe un D. Amedeo Marini, poi nel 1786 teologo Bolognino di Agliè; ed ora Don Francesco Rolle, che ha un cappellano maestro. In detta parrocchiale erano erette tre confraternite: sotto il titolo della Vergine del Carmelo per bolle del 25 maggio 1638; di S. Agostino della Centuria per quelle 20 giugno 1739, e sotto il titolo della Morte di S. Giovanni Battista decollato, per decreto vescovile 12 novembre 1751. Avanti alla chiesa vi è un cortiletto in pietra ed attiguo sonvi vecchi edifizi; ivi sorgeva la torre Dobias, rammentata nelle vetuste carte ed ancora segnata al n. 164 della mappa comunale; e colà la tradizione vuole che fosse una villa del Re Arduino. La comparrocchiale S. Costanzo sta nel centro del borgo sovra un’altura; esternamente è rustica e con attiguo un alto campanile. Sorse essa nel 1646 per opera del comune e della popolazione; il campanile fu fabbricato sul luogo di vecchia torre residuo di castello, distrutto nel secolo XIV, e risale soltanto al 1828, pel concorso di molti privati, principale il signor Tosetti, che pose la pietra fondamentale. Sovra una pietra sta scritto: Tosetti Giacomo a fondamento La prima pietre pose Vent’anni avanti lo Statuto Tosetti Gio. figlio a ricordo di quella Questa pose. Pare che la parola Statuto abbia spiaciuto, poichè fu resa non più leggibile. Il disegno della chiesa in discorso, non è inelegante e sovratutto è sodo. Le pietre lavorate sono delle cave vicine. L’altare maggiore presentasi maestoso per le colonne e grandi pezzi di marmo pregievole, nero misto a bianco, di una cava vicina, ora esaurita od abbandonata, le quali sorgono all’intorno della mensa, e s’innalzano grandiosamente a guisa di un frontone marmoreo di un sol pezzo sotto l’arco, che PTPP (novembre 2014) 4 ! 5 Comune di Pont Canavese (To) PIANO REGOLATORE GENERALE COMUNALE divide il Sancta Sanctorum dal coro. Vedonsi sovr’esso più statue di marmo bianco, ed ai due lati sono le statue di S. Costanzo e di S. Fabiano. Sei grandi ed alte colonne con grossi piedistalli e capitelli in pietra naturale, poste ai due lati interni della chiesa, tre per parte, dividono le cappelle, fra cui, quella alla Madre di Dio è tutta fregiata di bel marmo; sono in esse tre altari per parte. La tradizione vuole che S. Costanzo, uno della legione Tebea, avesse visitato S. Maria di Doblasio; così si spiegherebbe il titolo della vicaria. In origine vi era soltanto un oratorio, poi in più volte fu ingrandito, convertendolo in chiesa con sei cappelle; ma nel principio del 1600 era in cattivissimo stato e minacciava rovina, meno il coro. Nel 1637 il Vescovo consigliò a ricostruirla; nel 1642 fu decisa la demolizione, ed addì 17 dicembre 1645 fu fatta capitolazione per la rifabbricazione con Antonio Ronco e figli, mastri scalpellini di Lugnacco, i quali si accollarono la ricostruzione ed i lavori di scultura delle colonne. Furono in essa erette due compagnie, una del Rosario per bolle del 4 settembre 1629; altra del SS. Sacramento, aggregata all’Arciconfraternita, per bolle del 7 maggio 1610. La chiesa di S. Francesco è ad uso di confraternita; questa porta il titolo delle stimmate del Santo, anticamente della compagnia dei Disciplinanti, instituita addì 1 novembre 1620, ed aggregata all’Arciconfraternita di Roma per lettere del 14 gennaio 1623, rinnovate nel 1766. Lo scopo del sodalizio era di soccorrere i confratelli infermi. In detta chiesa uffiziavano pure i Minori Osservanti riformati, chiamati dal comune addì 6 ottobre 1624 il cui convento ebbe vita fino al 1802. De’ suoi guardiani trovo ricordati il P. Vittorio da Pont, a cui successe nel 1679 P. Giusto da Pont, e nel 1705 vi era Fra Giovanni Antonio Peyla da San Giorgio, il quale ebbe molte vive contese col parroco di Castellamonte per occupazione di una chiesa colà. Ultimo fu P. Ansermino da Pont. La Madonna della Neve o cappella delle Roggie, nella frazione Formierio, porta inchiuso l’antico piliere, prima solamente esistente, ed in questo vi è un’iscrizione che lo dice costrutto nel 1489, od almeno l’affresco; nel 1781 fu poi costrutta la cappella, come ora trovasi. Sono altre cappelle di minor importanza quella, detta dell’Orco a sud-est di Pont, S. Maddalena e S. Rocco nella frazione Mont-Pont, S. Gennaro a Villanova, S. Anna in Oltre-Soana, S. Domenico in Doblasio, la Trinità ai Boetti, altra in costruzione ai Deyrbianch, ecc. Il cimitero è recente costruzione; l’antico era attiguo alla chiesa di S. Costanzo, ed in tempi più remoti vicino a quella di S. Maria; sembra un elegante giardino, ed ha monumenti, fra cui distinguonsi quello alla memoria di Margherita Laeuffer Dunant, della signora Ponzio Enrico e dell’avv. Caviglione in pietra massiccia fortissima, ed il busto di Quattrini Giuseppe. Pei poveri locali provvede la Congregazione di carità, che per beneficenze di certo Gian Domenico Ansermino e del pievano Bolognino, aveva L. 75 annue di rendita ben insufficienti ai bisogni; ora essa è di lire 3.000 e più, per il cospicuo lascito dell’avv. Caviglione, di cui si parlerà altrove. Per l’istruzione vi sono tre scuole maschili e tre femminili, essendovi insegnamento fino alla 4^ elementare; una mista nel cantone Formierio, sussidiata dal comune di Pont e da quello di Cuorgnè, ma mantenuta dai particolari di quella frazione; altra mista nel cantone di Mont Pont, sussidiata dal Municipio, ed infine un’ultima nel cantone Pianserè, instituita per testamento del D. Moro Serafino. Il Municipio procurò progressivamente per l’aumento del bilancio dell’istruzione locale, quantunque le corrosioni gli fossero e sieno un censo perpetuo. PTPP (novembre 2014) 4 ! 6 Comune di Pont Canavese (To) PIANO REGOLATORE GENERALE COMUNALE L’ispettore De Castro, nella sua relazione stampata del 1861, loda lo stesso per la cura delle scuole, e specialmente alle femminili, da poco instituite. Fu nel 1869 costituita una Società operaia, il cui regolamento andò alle stampe, e contiene degli articoli dettati con saviezza, tendenti a mantenere il decoro dell’associazione ed a farla prosperare. I soci fondatori sono in numero di 654, in tutto saranno 300; n’è presidente onorario il signor Laeuffer Emilio, effettivo il signor Fasana. La Società ha un Magazzino di previdenza pei soci, e promette un bell’avvenire pei figli del popolo. L’igiene è ben curata, il clima nell’estate è allettevole, l’atmosfera spira salubre. In qualche frazione esistono gozzuti ed in numero scarso cretini. Nel 1867 il cholèra fu pure portato in Pont, ove fece piuttosto strade, poichè poche previdenze s’erano prese. Due soli erano i medici; uno essendo caduto infermo tutto il peso delle cure restò addossato al dottore Destefanis Modesto, il quale, quantunque ammogliato e padre di numerosa prole in tenera età, mostrò un coraggio filantropico veramente ammirabile. Con una annegazione rarissima compì la sua missione, poichè, non badando alla diffidenza, alla superstizione che sempre s’infiltrano fra il popolo nei contagi, giunse a persuadere gl’ignoranti a dargli la loro confidenza; ed a ciò molto gli fu di giovamento la stima, che già aveva da molti anni, e qual curante, qual ottimo cittadino e qual vaccinatore. Egli aveva già avuto dal Governo una menzione onorevole per le vaccinazioni, operate nel quinquennio scaduto nel 1864. Allorquando gli spaventati parenti vedevano il medico stesso fare fregagioni al coleroso, restavano vinti nella loro ripugnanza e paura, e ne prendevano il posto, salvando soventi l’infetto, mentre altrove l’abbandono n’era stato causa di morte. In poco più di un mese gli attaccati sommarono ad oltre 300, di cui 110 furono vittime; la maggior parte erano del sobborgo Villanova, ove imperversò il morbo, essendo luogo favorevole allo stesso per il sucidume e la superstizione; pochi furono i casi nel centro principale. La lontananza delle frazioni, il dover servire anche il comune di Sparone, davano un lavoro faticosissimo al dottore Destefanis; solo nel prestare cura agli ammalati, per 15 giorni e si può dire anche 15 notti, egli sopportò il gravissimo pondo; unico, ma forte conforto per un uomo onesto, quale egli è, era il vedersi riguardato universalmente come l’unica speranza di salute pubblica. Se la sua gran volontà lo fece reggere così a lungo finalmente ne fu affranto, ed anch’egli cadde colpito dal cholèra, che quasi indispettito di chi solo usava combatterlo, volle vendicarsi. Era nel momento in cui più sentivasi il bisogno di medico, e così la costernazione, l’abbattimento fu grandissimo in Pont come trovare un successore in quel spaventevole momento e, quando trovato, poteva egli avere la fidanza del Destefanis? Coloro stessi che, attribuendo il cholèra ad un castigo divino, perduto ogni sorta di coraggio, attendevano il morbo, furono i primi a porgere preci al cielo per la guarigione del loro medico, ed ognuno del borgo faceva altrettanto. Il voto generale fu pago, poichè il dottore Destefanis, dopo otto giorni di malattia, faceva la sua convalescenza, visitando il colerosi più vicini alla sua abitazione, ed a poco a poco allargava la cerchia delle sue visite, aiutato in principio da un collega e parente, che aveva pregato di venire in Pont a sostituirlo. A chi, non canavesano o di comune lontano da Pont, sembrasse che io abbia esagerato un poco su quanto ho esposto, darei il consiglio di portarsi in detto borgo, e troverebbe tutti concordi a fare ben maggiori e meritati encomi del dottore Destefanis. Del resto sarà la più bella prova il conoscere quanto segue. PTPP (novembre 2014) 4 ! 7 Comune di Pont Canavese (To) PIANO REGOLATORE GENERALE COMUNALE Ognuno sentiva il bisogno di ringraziarlo pubblicamente, e per ciò fu promossa una sottoscrizione, onde far coniare una medaglia d’oro in suo onore: in pochi giorni si ebbero più di 900 firme, tutti del borgo e di ogni classe di persone; il povero correva volenteroso a dar i suoi 5 o 20 centesimi. Dimostrazione più generale e più spontanea non fu mai veduta in Pont. Il giorno 6 gennaio 1868, fu quello scelto per conferirgli la medaglia, coniata in puro oro. Il Municipio in corpo, preceduto dalla bandiera comunale e da musica, venne nella Confraternita di S. Francesco, e quivi il Sindaco appendeva al petto dell’apostolo dell’Igiene la suddetta, e veniva dichiarato benemerito alla patria dall’avv. Roscio, a nome del Municipio, con un forbito discorso; altri presero pure la parola, a cui rispondeva commosso il benemerito decorato. Molte consimili medaglie in bronzo furono pure gettate a pubblico ricordo. Parlai a lungo di tale pubblica attestazione, poichè desidererei che trovasse esempio nei comuni: il Governo spesso, o non ben informato od impotente a premiare tutti convenientemente, può trascurare chi operò come il Destefanis; ed allora toccherebbe ai comuni il rimediare, i quali hanno potuto meglio apprezzare l’operato, e n’ebbero di più il diretto utile. Pont operò ottimamente; lasciò che il Governo desse una medaglia d’oro al SottoPrefetto ed una meschina di bronzo al dottore Destefanis; ma una d’oro conferì poi a questi di moto proprio; e n’aveva ben donde, poichè egli, da molti anni, per di più curava gratuitamente i poveri. Risiedono ora nel borgo due medici chirurgi; vi sono due farmacie: quella Patrito è la più recente; quella Bertotti ebbe concessione sovrana dell’arma reale; tutte due ben provviste e con molto avviamento. Manca il veterinario, e si ha la levatrice. Il mandamento di Pont fa parte della provincia e Corte d’Appello di Torino, del Circondario, Tribunale e Diocesi d’Ivrea, e del Collegio elettorale di Cuorgnè. Risiedono nel borgo gli uffizi di Registro, di Pretura, di Verificazione delle contribuzioni dirette, d’Esattoria e delle Poste. L’Insinuazione comprende anche il mandamento di Locana. Il mandamento una volta era formato da 12 comuni; ma essendosi poi formato quello di Locana ora ne rimangono a Pont nove, cioè: Alpette, Compiglia, Frassineto, Ingria, Ribordone, Ronco, Sparone e Valprato che in tutto dànno una popolazione complessiva di 14.257. La media annua delle sentenze è 150. L’uffizio di Posta è uno de’ più importanti del Canavese; ha nel suo distretto tutti i comuni del mandamento. Nel 1869 aveva 23.230 corrispondenze impostate; 3.128 vaglia tra pagati ed emessi, per un valore complessivo di L. 148.091. La rendita era di L. 4.255 sovra una spesa di L. 870; si fanno tre dispacci, e se ne ricevono quattro. Alle 5 antimeridiane passa il procaccio d’Ivrea che con carrozza va a Locana; alle 10 vi sono l’arrivo da Torino per mezzo della ferrovia a cavalli di Rivarolo con omnibus, e la coincidenza con la ferrovia di S. Morizio all’istessa ora. All’una e mezza pomeridiane parte per Rivarolo alle 3 per S. Morizio; ed altra carrozza per Ivrea, concessionario Morgando, parte alle tre antimeridiane ed arriva alla sera nelle 9 pomeridiane. Risiede nel borgo l’uffiziale del distretto delle Regie Caccie dal 1858. Nella metà del secolo XVII, secondo il Della Chiesa, Pont aveva soltanto 300 fuochi; nella metà dello scorso erano saliti a 490 con 2.400 abitanti, fra cui dieci frati. L’instituzione dell’opificio, che obbliga gli operai al domicilio nel borgo, fece crescere rapidamente la popolazione; così nell’ultima anagrafe si ebbe 4.372 anime, di cui 1.923 PTPP (novembre 2014) 4 ! 8 Comune di Pont Canavese (To) PIANO REGOLATORE GENERALE COMUNALE maschi e 2.449 femmine, 1.130 celibi e 1.417 nubili, 726 coniugati e 847 coniugate, 68 vedovi e 185 vedove, formanti 1.003 famiglie, che abitano 606 case con 23 vuote. Gli abitanti sono ripartiti così per quanto alla località: 1.621 nel centro principale, 978 nel casale Baussano, 182 Boetti, 46 Configliè, 173 Formierio, 30 Gea, 509 Mont-Pont, 953 Oltre Soana, coi casolari Doblasio, Fajallo, ecc., 168 Strobba e 593 Villanova. Nel 1865 gli elettori politici erano 220, gli amministrativi 217; nell’anno dopo 1866 si verificarono 37 matrimoni, 176 nati e 114 morti. Il Della Chiesa, nel secolo XVII, qualificò i Pontesi per popolo scaltrito ed ingegnoso, e nel mestiere delle armi ardito e pronto. In una vita di Arduino, manoscritto del 1620, trovo scritto: “In Pont vi sono nomini letterati, virtuosi e pratici, attesa la virtù dell’aere purgato, quale partorisce gl’ingegni più acuti, che in altra parte del Canavese”. Il Casalis nel 1847, scrisse che gli abitanti sono robusti e solerti; non pochi di essi esercitano i mestieri di fabbri-ferrai e magnani, attendendo anche a fare domestici utensili. La bassa popolazione delle frazioni costuma nei funerali, secondo la più o meno ricchezza delle famiglie del morto, preparare un minestrone di riso, distribuendone a chiunque ne desideri; si conservano per ciò grandi caldaie di proprietà pubblica, fatte espressamente. Il pasto si fa prima della sepoltura; il morto, legato con vimini a due barre, è portato poi alla cappella di deposito nel centro; dopo la sepoltura tutti i parenti vanno a pranzo all’albergo, e per ironia dicesi che vanno a piorar ‘l mort. L’uso di tali pranzi è antichissimo, anzi si fa risalire a quella epoca Etrusca, in cui nell’ustrino, dopo aver bruciato il cadavere, si arrostivano i montoni, che rattemperavano i dolori dei superstiti. Anche in qualche casolare vi è la superstizione di far benedire da tre sacerdoti un bambino infermo, senza che l’uno sappia della benedizione dell’altro; del che si parlò già altrove. Nella messa della notte di Natale vi vengono con lumi, alimentati per lo più con olio di noce, che appesta in certo modo la chiesa; conservano poi l’olio residuo qual specifico per male degli occhi. Vari si lavano la faccia nel tino dell’acqua santa, nel giorno che viene benedetta, ed altri ne bevono anche, e tutto ciò per guarigione di mali diversi. Tali costumanze e superstizioni, come notai, sono rintanate nei lontani casolari, e scompaiono anche poco per volta da essi. Oggidì nativi di Pont e viventi vi sono cinque avvocati: Bertotti, Bollati, Faletto, Martinetti e Roscio; due medici: Destefanis e Bertogliatti; cinque notai: 2 Patrito, uno anche geometra, Vercellini segretario municipale, Imperiale, Valerio; due farmacisti: Bertotti e Patrito; 3 ufficiali: Nucio, Moglia, Vercellini; 1 impiegato governativo, sig. Patrito, esattore; 3 preti: Destefanis, Vercellini, Obertino. Quali fossero le famiglie più antiche del borgo, abbiamo veduto; quelle principali oggidì, per censo o condizione civile o per altro, sono: i Bertogliatti, Bertotti, Craveri, Destefanis, Imperiale, Martinetti, Patrito, Quattrini, Roscio, Sandretti, Tosetti, Valerio, Vercellini, Zucchi, ecc., che quasi tutti scesero in Pont dalla valle Soana. Venendo ora a coloro che più si distinsero in qualche modo, devo notare che la moltiplicità dei luoghi detti Pont, può originare qualche confusione nel dare od accettare un personaggio. Faccio tale avvertimento, poichè di vari che riporterò dai Cenni biografici Canavesani del Beardi di Castellamonte, non mi risulta che in Pont nostro vi sieno stati i cognomi. PTPP (novembre 2014) 4 ! 9 Comune di Pont Canavese (To) PIANO REGOLATORE GENERALE COMUNALE Dei feudatari S. Martino, che si trovano col titolo di Pont, si deve ascriverli più facilmente ai nobili di Pont S. Martino nella valle di Aosta, pichè non mi pare che i nostri abbiano usato prender esclusivamente il titolo di Pont, terra comune alle due famiglie S. Martino e Valperga. Nel 1393 trovo fra i vicari di Chieri un Antonio de Ponte senza saperne di più. Un Bordone Angelo di Pont, secondo il Beardi, religioso dell’Ordine dei Predicatori, fu un sacro oratore di esimio merito fiorente nel 1680, il quale lasciò manoscritti di cose predicabili assai pregiate. Ercole Ignazio di Pont, oriondo di Pavia, dottore fisico del 1580, lasciò scritti di arte medica, alcuni impressi in Pavia. Peirano Michele, originario genovese, fu letterato e scrittore elegante del 1550, i cui scritti autografi credeva che fossero conservati in Valperga, ove la famiglia nel 1600 erasi trasferita. Morì egli nel 1564. Il cognome esiste nè a Pont, nè a Valperga; dei Peyrani si trovano a S. Morizio. Il Beardi nota avere conosciuto esso per mezzo del prof. Imperiale di Pont, di cui a suo luogo pure si farà cenno; segue poi in nota a dare cenni della famiglia Peirano, che nel 1470 da Chiavari sarebbe venuta a Genova, ove si segnalò. Sina Giorgio, sacerdote e teologo dottissimo del 1620, scrisse: Una lezione di morale ai padri di famiglia, che è un prezioso scritto intorno alla cristiana educazione dei figli. Storia di alcune case religiose ossia dei conventi del Canavese, con la data del 1625. Questo lavoro a me ignoto, il Beardi mostra di aver veduto ed esaminato. Morì il Sina nel 1638. Sandri o Sondri Stanislao, avvocato nel 1612, non attese al patrocinio delle cause, bensì occupossi di cose letterarie con mediocre successo. Si ha una bella dissertazione sulla conferma della nota regola, si vis nubere ecc., e credesi molti suoi m.ss. siano andati perduti. Venera Claudio fu un dotto fisico, che scrisse alcune opere mediche verso il 1580, andate perdute. Suo figlio Giovanni Carlo fu sacerdote eruditissimo, che lasciò inedite Memorie sopra un nuovo metodo di studiare il latino, con la data del 1610. Verucca Vittorio, prete prima, nel 1615 professore di teologia, poscia parroco nel 1620, fu uomo di molta dottrina e tenuto in conto di letterato distinto in quel secolo. A Ribordone si hanno famiglie di tal cognome. Vinea Giovanni Pietro, oriondo di Fossano, letterato e poeta del 1726, lasciò manoscritto un quaderno intitolato: Del primo inventore delle lettere con elogio e ritratto del vero sapiente, 1729, e di più una Centuria di sonetti e madrigali di diverso argomento. Egli morì nel 1737. Del primo m.s il Beardi riporta uno squarcio. Di sua famiglia sarebbe pure stato un Giovanni Gregorio preposto della collegiata di Fossano, mancato addì 2 agosto 1668, con fama di aver avuto molta dottrina e pietà. Ora, lasciando il Beardi, passeremo ad altri, conosciuti veramente di Pont od ivi nati. Aimone Cortese Francesco, nativo di Pont, valoroso militare, morì nel 1864 col grado di maggiore, celibe, tirando su, come dicesi, due nipoti, che da semplici soldati, col proprio ingegno, sono al grado dello zio ed hanno decorazioni, di cui si è fatto cenno altrove. La famiglia Ansermino diede medici e notai. Si estinse con tre fratelli, uno medico, altro notaio ed uno guardiano dei Francescani, che fu l’ultimo, del convento di Pont. Il medico Giovanni Domenico, laureato nel 1762, ebbe molta fama qual curante, e spesso era chiamato lontano da sua patria per visitare ricchi signori; quantunque guadagnasse molto, sempre poco aveva, essendo di una filantropia, che si avvicinava alla prodigalità. La sua casa era sempre attorniata di poveri, i suoi poderi invasi da PTPP (novembre 2014) 5 ! 0 Comune di Pont Canavese (To) PIANO REGOLATORE GENERALE COMUNALE miseri, egli stessi tediato da bisognosi in ogni canto, e quando aveva denaro ciascuno aveva la parte sua. Era di statura gigantesca, molto studioso, come dimostrarono vari manoscritti di cose mediche, amante di sua patria. Il coro di S. Costanzo, con gli stalli, è dovuto a lui, poichè, dopo avere provveduto alla muratura, lasciò libera l’amministrazione della chiesa di abbattere ne’ suoi poderi quanti noci occorrevano per gli stalli suddetti. Legò ancora a detta chiesa L. 1.000 per acquisto di paramenti, e l’annua rendita di lire 40 per gli esercizi spirituali. Morendo celibe nel 1822 legava L. 400 ai poveri locali. Quella Bertogliatti, venuta dalla valle Soana, ove in Ronco è ancora ben rappresentata, diede notai, avvocati e preti. Del ramo di Pont trovo un Giuseppe, che prima del 1848, era stato per 10 anni sindaco in patria, persona di molta rettitudine e filantropia. Nella Gazzetta dell’Associazione Agraria del 1845 vi sono alcune lettere sue e del vicesindaco, signor Roscio, che ragguagliano l’esito delle fiere di Pont. Il D’Ayala, nelle Vite degli Italiani benemeriti della libertà e della patria morti combattendo. Firenze 1868, pubblica la seguente iscrizione, che già leggevasi sulla porta della chiesa di S. Francesco di Paola a Torino nel 1859, in occasione di anniversario: Per l’anima generosa Del giovane Giovanni Bertogliatti Di Pont Canavese Allievo di corso speciale del R. Collegio di Monviso E volontario nel X fanteria per la guerra Della Indipendenza d’Italia Caduto nella giornata di Palestro Nell’età di XVII anni I condiscepoli e professori Pregano pace. Vive ancora la madre in patria, la signora Teresa, con altri due figli: uno, sig. Giuseppe, laureato in medicina, si portò nel Perù, ove ora trovasi; all’altro, sig. Felice, giovane di molto studio, deve ringraziamenti, e per manoscritti procuratimi, e buone notizie fornitemi da più anni ed ancora adesso. Di altri rami dei Bertogliatti parlerò in Ronco. Dei Bertotti accennerò il vivente farmacista Carlo, che ottenne concessione della R. Arma di moto proprio di S. M. con un diploma assai onorifico; un D. Bertotti è parroco nei dintorni di Chivasso, ed altro è avvocato, residente in patria. Personaggio, che fa molto onore a Pont per avergli dato la culla, è il cav. Bollati Emanuele, nato nel borgo dal fu sig. Domenico Bollati e dalla vivente Anna Maria Bonelli, dei conti dei Castelnovo d’Alba. Laureatosi in leggi nel 1845, quasi contemporaneamente fu nominato ripetitore in ambe leggi, tanto erasi guadagnato stima di studioso. Compiuta la pratica forense, si volse per qualche tempo al patrocinio; ma gli studi della storia, del diritto e della teoria lo attrassero, facendogli abbandonare il foro. Entrò nell’ufficio dell’Avvocato Generale, e dopo un anno, per Decreto del 5 luglio 1865, fu applicato al Consiglio di Stato in qualità di f.f. di sotto-segretario di sezione. Conosciuto per persona attiva, intelligentissima e molto fidata, quattro anni dopo era chiamato dal ministro Minghetti a capo del suo Gabinetto col grado di capo sezione, per Decreto del 13 gennaio 1861. Più tardi, sotto il Rattazzi, fu pure applicato allo stesso Ministero per reggere un ufficio, avente per scopo di studiare preventivamente i progetti di legge. PTPP (novembre 2014) 5 ! 1 Comune di Pont Canavese (To) PIANO REGOLATORE GENERALE COMUNALE Venuta la Convenzione di settembre, chiese ed ottenne di rimanere in Torino, passando a dirigere l’Archivio Camerale. Stando al Consiglio di Stato, fu nominato membro e segretario di una Commissione per lo studio di un progetto di legge sull’espropriazione per utilità pubblica. Esso fu da lui steso, e comparì poi a Torino in un coi verbali delle sedute, che formano un volume in 4°. Aveva appena finito tale lavoro, quando ebbe nomina di segretario della Giunta di Finanze per altra Commissione, istituita per legge, la quale doveva porre i fondamenti di un riordinamento amministrativo e finanziario del Regno. In tali incarichi spiccò sempre più il suo ingegno acuto e la sua operosità, per lo che Minghetti, che era presidente della Giunta suddetta, ricordossene quando Ministro, chiamandolo, come si notò, a capo del suo Gabinetto. Ed ebbe un valente aiuto, poichè varie relazioni di progetti furono compilate dal cav. Bollati, ad esempio sul riordinamento amministrativo; fu segretario di una Commissione, incaricata di una progetto di riforma della pubblica sicurezza, e rappresentò quel Ministero nella Commissione generale di esame dei cumuli d’impieghi, in cui spessissimo ebbe a riferire e conchiudere. In ultimo, sotto il Ministero Peruzzi, attese a parecchi lavori legislativi, ed in ispecie dettò la relazione ed il progetto di legge sulle somministranze militari. Fin’ora l’abbiamo veduto funzionario di fiducia, solerte e dotato di somma intelligenza, ora ci rimane a vederlo dal lato di pubblicista. Quasi tutti i nostri scrittori di cose patrie, grandi e piccoli, rammentano nei loro scritti la cortesia e l’aiuto, ch’ebbero nelle loro ricerche dal cav. Bollati, direttore dell’Archivio Camerale. Infatti, diligentissimo cultore degli studi istorici, egli stesso poteva additare i materiali che più si confacevano ai frequentatori dell’Archivio suddetto. Fin dal 1847 pubblicava un Manuale dell’Elettore municipale; nell’anno dopo il Manuale dell’Elettore politico, lavoretto di grande utilità pel popolo. Conoscitore di più lingue, nel 1850 dava alla luce la traduzione della pregievole Storia del Diritto Romano sino ai tempi di Giustiniano di Ferdinando Walter, in tre volumi; più tardi la traduzione della Storia del Diritto Romano del Savigny, cui aggiunse in forma d’appendice alcuni inediti documenti ed una breve Storia del Diritto Longobardo di Merkiel. Successivamente diede in luce una Statistica amministrativa del Regno d’Italia, ed uno Specchio delle leggi spettante al Ministero dell’Interno, dopo altro volume sull’Amministrazione politica del Regno d’Italia, e quindi una versione della Storia delle origini del Diritto Germanico di Ottone Stobbe, di cui uscì soltanto il 1° volume a Torino nel 1866. Quel deputato per gli studi di Storia Patria, ebbe incarico della compilazione del volume XIV, nel Monumenta Historiae Patriae, ora in corso di stampa, in quale contiene gli Atti degli Stati generali nel Paese di Vaud, nella Bressa, nel Bourgey, nella Savoja, nel Piemonte, nel Monferrato, nel contado di Nizza e nella valle di Aosta dal 1264 al 1560. Fin dal 1862 aveva intrapreso la vastissima pubblicazione seguente: Fasti Legislativi e Parlamentari delle Rivoluzioni italiane nel secolo XIX. L’opera è divisa come segue: Vol. I. - Parte Prima. Discorso proemiale. Atti legislativi e parlamentari della Liguria (1814), del Piemonte (1821), della Lombardia (1848) e della Venezia (1848-49). PTPP (novembre 2014) 5 ! 2 Comune di Pont Canavese (To) PIANO REGOLATORE GENERALE COMUNALE - Parte Seconda. Atti legislativi e parlamentari nello Stato di Parma e Piacenza (1831 e 1848), nel Modenese (1848), nello Stato di Lucca (1800-1805), nella Toscana (1848-49) e nello Stato Pontificio (1830 e 1848-49). - Parte Terza. Atti legislativi e parlamentari nel Regno di Napoli (1820-21 e 1848) e nella Sicilia (1806-1849). Vol. II. - Parte Prima. Atti legislativi e parlamentari nella Lombardia (1859) e nell’Emilia (1859-60). - Parte Seconda. Atti legislativi e parlamentari nella Toscana (1859-60). - Parte Terza. Atti legislativi e parlamentari nelle Marche (1860-61), nell’Umbria (1860-61), nelle Provincie napolitane (1860-61) e nella Sicilia (1860-61). Indice generale, analitico-alfabetico, di tutta l’opera. Forma in complesso sei volumi in 8° grande, di cui l’editore Civelli ha già pubblicato molta parte. Nato nel Canavese e ammogliato con una canavesana, la signora Irma D’Emarese, figlia del distinto economista barone Filiberto, il cav. Bollati mostrò anche particolare amore al nostro paese, raccogliendo tutti quei Statuti municipali canavesani, che potè trovare, e vari uscirono in luce nei Monumenti legali, opera iniziata, ad esempio quelli d’Ivrea, S. Giorgio, Agliè, Pavone, Strambino. Tiene di più manoscritta una Bibliografia di tutti gli stessi, la cui pubblicazione è vivamente aspettata dei cultori delle cose patrie. La pubblicazione dei suddetti Statuti fu molto pregiata all’estero, specialmente in Germania. Preso possesso di Roma, il nostro Governo mandava tosto colà il cav. Bollati, qual R. delegato governativo sopra gli Archivi, affinchè presiedesse al raccoglimento degli stessi in un solo, nella quale missione sta tuttora. Scelta migliore non poteva esser fatta, ed essa onora non soltanto il cav. Bollati, ma il Ministero, che seppe trovar un uomo veramente adatto per l’importante e delicatissimo incarico. Il cav. Bollati è sul fior dell’età, e per ciò la patria può aspettarsi molto pei lodevoli ed ottimi precedenti dello stesso. Nel 1862, a proposta del Ministro dell’Interno, ebbe la croce di cavaliere dei SS. M. e L., e tre o quattro anni dopo, a proposta di quello d’Istruzione pubblica, fu creato uffiziale dell’Ordine stesso, e di moto proprio di S. M., ebbe l’equestre insegne della Corona d’Italia, allorchè s’instituì detto Ordine cavalleresco. Oltre essere deputato per gli studi di Storia Patria per le antiche Provincie e la Lombardia, è pur tale della Deputazione per le Romagne, membro della Società d’economia politica di Milano, della Società d’Archeologia e Belle Arti pure in Milano, della Accademia Fisico medico-statistica egualmente Milanese, della Società Colombaria di Firenze e della Società di Storia Siciliana in Palermo, ecc. ecc. L’Alberti segna nel suo Elenchus Sanctorum Statuum Sabaudiae il Beato Giovanni Battista Bonatti a Ponto Canapitio, Minore Osservante riformato, che il Massa dice martirizzato a Tripoli, addì 22 settembre 1654. Il cognome è ancor rappresentato in patria, ove si ha un quadro, già del convento, figurante il martirio dello stesso. Per parlare degnamente dell’avvocato Alessandro Caviglione, nato in Pont, è d’uopo dar uno sguardo rapido al tempo, in cui visse. Già suo padre, notaio, era universalmente stimato per uomo retto e di spirito: il figlio ereditò le doti paterne, coltivando il suo grande ingegno. Alternava gli studi letterali o legali coi filosofici. Pont, come la maggior parte de’ borghi, prima del 1848 presentava poca concordia nelle principali famiglie, e molti disordini nella classe infima, alimentati dall’ignoranza, PTPP (novembre 2014) 5 ! 3 Comune di Pont Canavese (To) PIANO REGOLATORE GENERALE COMUNALE superstizione e dal bigottismo. Incuranti le prime del benessere del paese, avevano dato agio a vari perturbatori della pubblica quiete di associarsi tra loro e formar una banda, così forte che spesso bravava la forza pubblica, facendo da tiranni sui pacifici cittadini. La gioventù del Caviglione passò nel torbido periodo abbozzato, e dovette essa essere ben dolorosa per lui, di sentimenti liberali spregiudicati; ma se era costretto a rinserrare in sè gli stessi, la venuta del fausto 1848 diedegli agio di schiuderli e proclamarli altamente, facendo propaganda. A poco a poco il suo ufficio di avvocato si mutò in circolo politico: erudito e di parola pronta, avvalorava i suoi discorsi con buona logica; e, siccome spiccava il suo profondo convincimento, chi l’udiva n’era perfettamente persuaso. La fama che godeva, d’onesto e bravo avvocato, traeva molti anche dalle valli al suo ufficio; e per ciò in breve ebbe il piacere di accorgersi che la tentata rigenerazione de’ suoi compaesani faceva progressi. La plebe, che prima, alla voce del prete, sarebbe corsa al macello, si ribellò; ed alcune comunanze intentarono processi ai pastori stessi per avere sparlato delle libere istituzioni, promulgate dal magnanimo Carlo Alberto. In tal rigenerazione il Caviglione ebbe proseliti che l’aiutarono, ma in ogni caso egli ne fu sempre il duce: la sua parola d’ordine nelle elezioni echeggiava per tutte le balze, e compatti i montanari scendevano all’urna, ed il principio liberale trionfava. Come ognuno ben può immaginarsi, il Caviglione fu l’oggetto, ove andava a scaricarsi la rabbia del partito retrivo; ma se di questo poco gl’importava, fidente nel suo equo operato, l’affliggevano invece gli strali di certi invidiosi della sua influenza, i quali andavano contrastandogli le buone opere. I dispiaceri, il lavoro fransero presto la sua gracilissima complessione: capì non esservi più speranza di salute, e volle disporre per tempo delle sue sostanze a pro della patria, che aveva si può dire, rigenerata. Celibe e senza altri parenti che una sorella, pensò ad aumentare il patrimonio dei poveri, che era molto esiguo, e perciò chiamò i medesimi ad eredi del suo ascendente a L. 40.000, morendo addì 1° maggio 1861. Ed ecco di volo la vita di uno di quei tanti, che muoiono spesso ignoti, quantunque nel loro piccolo abbiano fatto più di famosi personaggi. Avvocato distinto, senza ambizione, non curossi di onori, che avrebbe facilmente potuto avere; indole, costumi e fisico da gentiluomo, visse da popolano, pensando soltanto al benessere del popolo. Operoso consigliere comunale e provinciale, fu una gran perdita alla sua patria, che, dieci anni dopo la sua morte, pensò di legare la memoria di lui ad un monumento nel campo santo, e ad un’iscrizione sulla casa ove visse, posti per cura del Comune e della Congregazione di carità nel 1871. I Craveri, famiglia venuta d’Ingria, furono benemeriti all’industria, come è ancora oggidì il sig. Craveri Domenico, dovizioso proprietario di fucine e molini. Va poi accennato il suo zio, avvocato e teologo G.B., presidente del cantone elettorale a Pont nel 1812, il quale, sotto il Governo francese, fu pure giudice di pace ed incaricato per affari contenziosi della Curia vescovile d’Ivrea. Moriva nel 1848 di anni 79. Del dottore Destefanis Modesto già ebbi a far parola, ed in Ronco mi occuperò della sua famiglia. Dei Faletti, che scesero dalla valletta della Corzonera, un ramo ebbe il titolo di conte di Champagny, a principiare di un Gio Pietro, nel secolo XVII, padre di un Brunone avv., laureato nel 1741, e di Giorgio avv. e prete. Dal primo nacquero Luigi morto celibe, Giuseppe e Gaetano legittimato in L. 110.000; il Giuseppe fu padre d’altro omonino, PTPP (novembre 2014) 5 ! 4 Comune di Pont Canavese (To) PIANO REGOLATORE GENERALE COMUNALE che si suicidò in Torino nel 1818, di Gaetano, che visse molti anni in America, e di Candido, che fu colonnello nell’armata, poi maire di Pont nel 1812, membro della Società di agricoltura. La famiglia si spense con una sorella dei suddetti, che sposò il conte Ricciolio. Esistono altre famiglie Faletti, fra cui una, rappresentata da un avvocato che risiede in patria, già ufficiale di Cavalleria. La famiglia Imperiale risulta da una supplica del 18 gennaio 1629, che aveva un M. Antonio senatore, addetto al Senato di Piemonte. Nel 1682 laureavasi a Mondovì in filosofia e medicina Stefano Francesco; D. Giuseppe Felice Giocondo, nato a Pont addì 24 giugno 1750, fu professore d’Umanità a Ivrea, quindi di rettorica a Vercelli, e morìva in Ivrea addì 18 maggio 1812. Il Beardi lo dice dottissimo professore, e gli si reputa debitore di molta riconoscenza, poichè da lui, suo professore, attinse il gusto della lingua latina, con cui potè assaporare le vere bellezze dei classici. Pubblicò una bella Versione italiana della Georgica di Virgilio, a mezzo dei tipi del Franco in Ivrea nel 1783, presso il quale stampò pure un Trattatello delle regole grammaticali. Aveva altri lavori pronti per la stampa, quando morì. Il di lui nipote, ex-frate Melchia Antonio, medico maggiore della cittadella del Gran Cairo in Egitto, moriva in Aleppo nel 1832, assistito da Monsignore vescovo Losanna, allora Vicario apostolico al Monte Libano. L’altro nipote, cav. Placido Serafino, fu Commissario di Guerra di 1^ classe; morì nel 1862 a Messina dopo molti anni di servizio. Altro nipote, notaio Pier Luigi Imperiale, vive in patria, ove lodevolmente disimpegnò per molti anni l’uffizio di luogotenente giudice di Pont, ed ora da sei anni è conciliatore, godendo molta stima. All’avvocato signor Martinetti, giovane di bel ingegno e di molta speranza, cultore felice della poesia, devo più notizie e schiarimenti di sua patria. Il signor Nucio Antonio, luogotenente nel 2° reggimento di Bersaglieri, guadagnossi medaglia d’argento per valore dimostrato in un fatto d’arme contro i briganti. Gli Oddono si estinsero dopo aver dati più notai e consoli alla patria; nel 1624 il nobile Oddono Francesco era insinuatore; finì la famiglia un notaio, ora sono non molti anni. I Patrito sono vecchia famiglia, che ha lunga filatera di notai, specialmente dopo il 1600; Marc’Antonio laureavasi in leggi addì 7 agosto 1727. Trovo nel volume delle Memorie dell’Accademia delle Scienze, stampato nel 1825, che il profess. Giobert faceva rapporto sovra certa pasta, atta ad affilare i rasoi, temperini e consimili stromenti, di cui il prete Giovanni Battista Patrito, forse di Pont, domandava la privativa. Vari Patrito sono ancora oggidì in Pont, rappresentando onorevolmente il cognome, ad esempio due notai ed un farmacista. Benchè non nativo di Pont, tuttavia accennerò il Quattrini Giuseppe, che fu valente meccanico; sotto il suo busto nel campo santo vi è quest’iscrizione: Giuseppe Quattrini Meccanico valente Di ingegno vasto di modestia pari Virtuoso integerrimo Vita laboriosa condusse Fra l’amore di tutti Gli operaj meccanici gli amici Ad eterno ricordo La marmorea effigie Sulle compiante ceneri eressero. PTPP (novembre 2014) 5 ! 5 Comune di Pont Canavese (To) PIANO REGOLATORE GENERALE COMUNALE Ben meritava tale onore, poichè egli fu il tipo dell’uomo giusto, onesto, sinceramente religioso. Rimane il figlio erede delle virtù paterne e padre di numerosa prole. La famiglia Roscio, antichissima, ebbe notai e consoli in patria; ora è rappresentata dall’avv. Carlo, a cui devo pure ringraziamento per manoscritti e schiarimenti trasmessimi. Certo Sandretto, nato a Pont, ed operaio alla manifattura, portossi a Borgosesia, ove impiantò una piccola fabbrica per far tela di cotone. Lavorò specialmente pei soldati, e la sua operosità fu premiata dal Governo con le insegne equestri de’ SS. M. e L. Nacque, e fu allevata a Pont fino all’età di 12 anni, la nota ballerina Scotti, morta ora sono pochi anni a Venezia, per cagione piuttosto misteriosa. Oriondo di Pont, ove fece i primi studi, è l’avv. Borgarelli nato da una Craveri a Torino, ove ha ora studio, ed è consigliere provinciale pei Mandamenti di Pont e Locana. Ponendo fine a questa Passeggiata, ringrazio anche, oltre i già menzionati, il sindaco Tosetti, il notaio segretario Vercellini ed il D. Faccio, maestro, per schiarimenti fornitimi; ed ora facciamo una gita a Frassinetto. PTPP (novembre 2014) 5 ! 6 STATISTICHE DEMOGRAFICHE Allegato alla relazione PRGC , Pont Canavese Cittadini Pont Canavese 2011 Distribuzione della popolazione per età 1 Cittadini stranieri Pont Canavese 2011 Popolazione straniera residente a Pont-Canavese al 1° gennaio 2011. Sono considerati cittadini stranieri le persone di cittadinanza non italiana aventi dimora abituale in Italia. Andamento della popolazione con cittadinanza straniera - 2011 COMUNE DI PONT-CANAVESE (TO) - Dati ISTAT al 1° gennaio - Elaborazione TUTTITALIA.IT Distribuzione per area geografica di cittadinanza Gli stranieri residenti a Pont-Canavese al 1° gennaio 2011 sono 419 e rappresentano l’11,2% della popolazione residente. !1 La comunità straniera più numerosa è quella proveniente dalla Romania con il 49,4% di tutti gli stranieri presenti sul territorio, seguita dal Marocco (33,4%) e dall’Albania (7,6%). Paesi di provenienza Segue il dettaglio dei paesi di provenienza dei cittadini stranieri residenti divisi per continente di appartenenza ed ordinato per numero di residenti. !2 Distribuzione della popolazione straniera per età e sesso In basso è riportata la piramide delle età con la distribuzione della popolazione straniera residente a PontCanavese per età e sesso al 1° gennaio 2011 su dati ISTAT. Popolazione per cittadinanza straniera per età e sesso - 2011 COMUNE DI PONT-CANAVESE (TO) - Dati ISTAT al 1° gennaio - Elaborazione TUTTITALIA.IT !3 SCHEMA MORFOLOGICO DEL NUCLEO STORICO barriere naturali, torrenti casa-fortezza, castello probabili rapporti visuali per segnalazioni ottiche vie di comunicazione insediamenti commerciali 2a Frassinetto Ingria zone montagnose Allegato a relazione Tecnica PRGC , Pont Canavese VALLI ORCO E SOANA Sparone Area per fiere re po m Ca Cu org PIA NU R A nè Destinazioni d'uso degli spazi aperti nel 1831 come desunto dalle indicazioni per la perizia di stima del Panetti: Abitazioni Corte, cortile Orto, verziere Giardino Alterro Campo S. MARIA DELLA NEVE Palazzo FALLETTI contrada maestra CONFIGURAZIONE DELL'ABITATO DI PONT C.SE ALLA FINE DEL XVIII° CAVA S. COSTANZO CASA DI S. COSTANZO CIMITERO SECOLO (come desunto dal piano geometrico del Panetti del 1831) CONVENTO DI S. FRANCESCO Allegato a relazione Tecnica PRGC , Pont Canavese 2b Nuova casa comunale a costruirsi Nuova contrada ad aprirsi Apertura in C2 sopprimendo il taglio in C3 Nuova piazza comunale Piccola piazza pel minuto bestiame Nuovo progetto di apertura invece di C3 Casa di S. Costanzo su cui diriggesi la linea B Contrada d'accesso alla nuova piazza mediante l'apertura in C2 C0 C1 B PIANO REGOLATORE DEL 1846 CAVA A D H K (con parziali modifiche al piano del 1831) APPROVATO IL 29/5/1847 D DA: PIANTA GENERALE DELL'ABITATO DI PONT COL TRACCIAMENTO D'UNA NUOVA PIAZZA AD USO DELLE FIERE E MERCATI CON VARIE APERTURE DI ACCESSO NEL SUO CONCENTRICO E PIAZZETTA ALL'INGRESSO DELLO STESSO LUOGO PANETTI, 3 febbraio 1846 A BB CC DD E H K G B G C2 C3 Allegato a relazione Tecnica PRGC , Pont Canavese 2c E 6 5 3 13 10 8 7 4 9 11 PONT C.SE - GENESI DELLO SVILUPPO E DELLE TRASFORMAZIONI URBANE DURANTE IL XIX° SECOLO 4 12 1 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 LEGENDA sviluppo urbano all'inizio del XIX° secolo nuove aree rese disponibili all'espansione edilizia 2d Allegato a relazione Tecnica PRGC , Pont Canavese antica strada per cuorgnè nuova strada per cuorgnè (1768) insediamento Manifattura (dal 1824) nuova piazza per fiere e mercati, piazza per minuto bestiame, apertura nuove vie (p. 1831-1846) nuova strada di Villanuova (p. 1844) borgo di Villanuova nuovo ponte sul Soana mantenuto dalla Manifattura asilo infantile (1870 ca.) nuove strade e ponte di collegamento con Oltresoana (p. 1877) scuola elementare (1889) ampliamento S. Costanzo, campanile (1828) e trasferimento cimitero nuova strada alla capp. di S. Rocco 11 12 taglio e costruzione circonvallazione, nuova carrozzabile di Sparone (p. 1890) 2 13 scala 1:5000 6 5 3 13 10 8 7 4 C 9 11 D SVILUPPO E RIPLASMAZIONI OTTOCENTESCHE CON AGGIUNTA DEGLI ULTERIORI INTERVENTI DELLA PRIMA META' DEL SEC. XX° 4 B scala 1:5000 12 1 1 2 3 4 LEGENDA sviluppo urbano all'inizio del XIX° secolo nuove aree rese disponibili all'espansione edilizia scuola elementare (1889) ampliamento S. Costanzo, campanile (1828) e trasferimento cimitero A nuova carrozzabile di Frassinetto (1903) costruzione linea e stazione ferroviaria (1902) 2 antica strada per cuorgnè nuova strada per cuorgnè (1768) insediamento Manifattura (dal 1824) nuova piazza per fiere e mercati, piazza per minuto bestiame, apertura nuove vie (p. 1831-1846) nuova strada di Villanuova (p. 1844) borgo di Villanuova nuovo ponte sul Soana mantenuto dalla Manifattura asilo infantile (1870 ca.) nuove strade e ponte di collegamento con Oltresoana (p. 1877) 10 11 nuova strada alla capp. di S. Rocco 5 6 7 8 9 12 taglio e costruzione circonvallazione, nuova carrozzabile di Sparone (p. 1890) B 2e Allegato a relazione Tecnica PRGC , Pont Canavese 13 C taglio attuale via IV Maggio insediamento cotonificio Mazzonis e taglio via di accesso A D sabbia argilla calcare (calcimetro) azoto organico 0,148 humus 20,5 0,173 ph tracce 21 0,168 qualità DATI DI ANALISI FISICO CHIMICA DEI TERRENI DEL COMUNE DI PONT CANAVESE altitudine 6,4 tracce 19,7 0,145 (mt. s.l.m.) 1,3 6,8 tracce 18,3 0,159 località 16,2 4,9 6,4 tracce 10 0,145 n 21,5 20,8 5 6,7 tracce 20,1 % 61 16,3 21,1 7,7 6,4 tracce % prato 58 19,9 12,4 6,6 7,8 % 450 prato 54 30 10,4 6,5 finissima Doblazio 450 prato 49,9 32 17 % 1 Capoluogo 470 prato 51 20,1 fine 2 Capoluogo 539 prato 58,4 % 3 Raie 540 prato finissima 4 Configliacco 450 % 5 Capoluogo fine 6 Allegato alla relazione tecnica PRGC, Pont Canavese, 3 8 FRASSINETTO - PONT 7 PONT - FRASSINETTO 6 CERESOLE REALE - PONT 5 PONT - CERESOLE REALE 4 RIVAROLO C.SE - PONT 3 TORINO - PONT 2 PONT - RIVAROLO C.SE 1 PONT - TORINO minibus minibus bus bus bus bus ferrovia bus ferrovia bus vettore GTT VI.MU. VI.MU. GTT GTT GTT GTT GTT GTT GTT GTT gestione 3 3 3 2 7 4 2 4 5 feriali 3 3 3 3 2 4 4 4 3 prefestive 7 2 2 2 2 1 2 1 festive 111 131 20 20 20 20 13 41 29 totale a richiesta a richiesta TRASPORTI PUBBLICI 9 PONT - LOCANA - TALOSIO bus 3 19 7 10 26 463 24 62 note 10 TALOSIO - LOCANA - PONT GTT 21 14 75 numero corse settimanali 11 PONT - VALPRATO bus GTT 18 linea 12 VALPRATO PONT bus GTT n. 13 RIVAROLO . PONT bus 24 14 PONT - RIVAROLO Totale Allegato alla relazione tecnica PRGC, Pont Canavese, 4a Autolinee da e per Pont Canavese: Diagramma di carico Allegato a relazione Tecnica PRGC , Pont Canavese 4b 6 10 7 4 2 5 1 3 8 9 11 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. 12. Ceresole Noasca Locana fr. Talosio PONT CANAVESE Valprato Soana Frassinetto Cuorgnè Castellamonte Ivrea Rivarolo Torino 12 ANDAMENTO STORICO DELLE LICENZE COMMERCIO COMMERCIO IN SEDE FISSA n. descrizione 1961 1971 totale ingrosso minuto 2014 ingrosso minuto totale 1 Alimentari 9 74 83 8 64 72 8 53 61 3 25 28 2 Tessili 0 40 40 0 35 35 0 16 16 0 12 12 3 Altri 5 46 51 6 36 42 7 42 49 3 17 20 14 160 174 14 135 149 15 111 126 6 54 60 relativa 0 0 0 0 -25 -25 1 -24 -23 -9 -57 -66 assoluta 0 0 0 0 -25 -25 1 -49 -48 -8 -106 -114 Totale ingrosso minuto 1981 totale ingrosso minuto totale Variazione n. COMMERCIO AMBULANTE Allegato alla relazione tecnica descrizione PRGC, Pont Canavese, 1 Alimentari 1961 1971 1981 2014 9 10 6 6 5 5 2 Tessili 3 Altri 19 12 1 1 28 22 12 12 relativa 0 -6 -10 0 assoluta 0 -6 -16 -16 Totale Variazione 5 denominazione 50 n. 0 0 coperta 5.000 1.500 scoperta operatori superficie (mq) 80 frequenza annuale data annuale ubicazione Piazza Craveri 1°lunedì aprile genere FIERE ANNUALI E MOSTRE FIERE, MOSTRE E MERCATI n. via Caviglione 1°sab/dom giugno gg/mm merci varie Fiera primaverile artigianato Mostra artigianato 2.000 1 0 2 50 merci varie annuale Fiera di agosto Piazza Craveri £° lunedì agosto 3 20/21 settembre 2.000 Pratidonio 10.000 Piazza Craveri 18 ottobre 0 agricoltura 0 merci varie 50 Fiera di S.Matteo 150 Fiera di S.Luca annuale 4 annuale 5 1.500 0 22.000 45 n. 0 coperta 1.500 scoperta operatori superficie (mq) 430 50 annuale settimanale frequenza Piazza Craveri !°lunedì novembre Piazza Craveri ogni lunedì data merci varie merci varie ubicazione Fiera di novembre Totale MERCATI denominazione Mercato di paese genere 6 n. 1 Allegato alla relazione tecnica PRGC, Pont Canavese, note (mostra tipica zona) (antica fiera) note (commercio minuto) 6 Pianrastello Serbatoi Lunghezza complessiva rete Arcando Arcando Arcando (sorgente) km. 35 60.000 75.000 120.000 160.000 capacità lt. Aree non servite 7 6 5 Gianello Santa Maria Doblazio Font.Rossa 50.000 Font.Rossa 60.000 Font.Rossa 50.000 Zone rurali alte versante Soana Montiglio miste DOTAZIONE IDRICA POTABILE 1 Boetti 575.000 capacità lt. 2 Canton Sopra totale residenti lt/ab/g res+stag dotazione lt/ab/g note n. 165,0 420 4.373 PRGC, Pont Canavese, Allegato alla relazione tecnica (esclusi nuclei non serviti) n. 365,03 Abitanti totali lt/g/ab 420,98 Attività 958.600 3.736 Eccedenza dotazione acque 200 lt/ab/g fabbisogno teorico (sorgente) 3 proprietà Totale (1…7) 4 altitudine 604.800 portata località 7 anno n 1940 lt/g Comune 1.728.000 lt/sec 980 20 costruzione FRASSINETTO, Fontana Rossa 1960 (mt. s.l.m.) 1 Comune -466.560 970 -116.640 637 -5% -20% RONCO C.SE, Arcando a dedurre perdite di rete 2 a dedurre abitanti altri Comuni serviti n. 4.793 1.749.600 n. Totale Abitanti residenti n. (ab/equivalenti) Abitanti stagionali portata 1 5 4 Raie Monpont 695 1115 0,1 0,15 7 Abitanti totali equivalenti altitudine 0,1 0,1 nome 585 745 n. 560 Stroba portata Altre sorgenti nel territorio comunale al servizio delle relative borgate altitudine Pian Giacolin 6 nome San Giovanni 2 n. 1 790 mt.s.l.m. 2 Deir Bianco mt.s.l.m. 3 II III IV 1941 1940 1938 1939 4 6 10 5 6 5 9 21 26 10 10 1 7 28 29 239 145 151 250 126 49 348 58 - - 9 9 6 10 7 10 - 5 9 8 10 18 - - 25 9 22 5 20 27 - 28 9 5 318 154 - - 294 111 70 113 38 95 - 158 127 348 - - - - - 10 8 10 9 - - 6 - - - - - - - 29 10 6 14 - - 3 - 45 - - - - - - - 119 136 107 87 - - 98 - - - - - - - - - 10 - - - - - - - - - - - - - - - 30 - - - - - - - - - - - - - - - 71 - - - - - mm. 1942 7 9 13 523 5 - Mese Giorno 1943 7 5 8 440 11 - 10 mm. 1944 7 3 93 55 - - Mese Giorno 1945 1946 9 30 81 20 - - 6 mm. 1947 5 7 17 7 - - 60 Mese Giorno 1948 5 - 2 mm. PRECIPITAZIONI DI MASSIMA INTENSITA’ IN PONT CANAVESE periodo 1938 - 1955 I 1949 8 22 29 139 419 736 2 Mese Giorno 1950 4 6 21 102 ANNO 1951 8 8 - 1952 1953 1954 6 Allegato alla relazione tecnica 1955 PRGC, Pont Canavese, 8a VALLI Locana Soana 250 155 mm. Settembre Ottobre Settembre Ottobre MESE 201 - 150 187 210 190 160 mm. Settembre Aprile - Maggio Maggio Ottobre Aprile Luglio MESE 82 78 236 - 120 125 111 151 288 mm. Maggio Maggio Marzo - Maggio Maggio Agosto Maggio Maggio MESE 190 - 350 128 - 219 197 114 97 mm. Ottobre - Settembre Settembre - Settembre Novembre Novembre Ottobre MESE 125 113 277 202 132 138 117 120 mm. Aprile Agosto Maggio Agosto Maggio Aprile Settembre Aprile MESE 1948 - 1955 180 - Settembre 1938 - 1947 Ceresole 225 Settembre 113 1933 - 1937 Noasca - 132 1923 - 1932 Fornolosa Sparone 275 Giugno Gennaio 1913 - 1922 Locana 160 STAZIONI Piamprato 205 - - - 134 145 178 Settembre Settembre Maggio 117 101 100 Agosto Settembre Settembre 122 156 143 Maggio Maggio Ottobre 140 171 133 Aprile Novembre Settembre - Campiglia Forzo Ingria Pont Ronco C.se Frassinetto PRECIPITAZIONI MEDIE E MASSIME periodo 1938 - 1955 Febbraio - - mm. medi 198 276 246 - - mm. max 114,7 205 20 154,6 115 113,7 - 66 mm. medi 320 195 536 20 196 115 375 - 66 mm. max 270 225 481 94 175 162 166 - 60 mm. medi 431 442 535 269 196 152 519 - 60 mm. max 169 279,5 59 168 21,5 170 - 60 mm. medi 294 145 736 413 22 440 - 60 - mm. max Marzo 92,25 68 131,25 34 196 PONT Aprile Maggio 206 462 370 - SPARONE Giugno 34 278 370 - ROSONE Luglio 77 183,3 446 - CERESOLE Agosto 144,5 164,5 - MESI Settembre 149 94 323 - 126 Ottobre 149 73,5 105,6 320 Novembre Dicembre Allegato alla relazione tecnica PRGC, Pont Canavese, 8b MESE mm. MESE mm. MESE 1948 - 1955 mm. 1938 - 1947 MESE 1933 - 1937 mm. 1923 - 1932 MESE 1913 - 1922 mm. Maggio Aprile Settembre Aprile 120 117 Agosto 132 138 Maggio Ottobre Novembre Novembre 202 Settembre - 277 97 114 197 Settembre 219 - Settembre Maggio Maggio Agosto 128 Maggio Maggio 350 288 151 111 - 125 120 Marzo Luglio Aprile Ottobre - Maggio Maggio 236 160 190 210 - 187 150 Aprile Ottobre - Ottobre Settembre Settembre 201 180 - 155 250 225 Settembre Ceresole Noasca Sparone - Piamprato - 160 205 275 - Gennaio Giugno 134 113 132 Settembre Settembre Settembre 101 78 82 Settembre Maggio Maggio 156 190 Maggio Ottobre 171 113 125 Novembre Agosto Aprile Ingria - - - 145 178 Settembre Maggio 117 100 Agosto Settembre 122 143 Maggio Ottobre 140 133 Aprile Settembre Forzo Campiglia Ronco C.se - Locana Pont Fornolosa STAZIONI PRECIPITAZIONI MENSILI IN ALCUNE STAZIONI DELLE VALLI ORCO E SOANA periodo 1913 - 1955 VALLI Locana Soana Frassinetto Allegato alla relazione tecnica PRGC, Pont Canavese, 8c qualità superficie totale SUPERFICIE COMUNALE SOTTOPOSTA A VINCOLO IDROGEOLOGICO n. (suddivisione per coltura) superficie vincolata 580 100 300 totale 577 114 100 privata 300 193 enti 603 114 8 comunale 334 193 78 100 600 119 8 totale 334 195 78 6 100 119 8 6 25 privata 195 388 25 1404 enti 8 1401 comunale 388 74 3 72,26% 1 bosco alto fusto 3 castagneto da frutto 74 122 0 72,10% 3 4 pascoli 122 1943 0,15% 3 5 incolti produttivi 1940 0,00% 2 bosco ceduo 8 seminativi 3 100,00% Totale 7 prati 6 incolti sterili 9 improduttivi 0 99,85% Allegato alla relazione tecnica 0,15% La qualità “prati” comprende anche quelli arrotai e misti. PRGC, Pont Canavese, 0,00% NOTA BENE I “seminativi” comprendono anche colture specializzate. Gli “improduttivi” sono acque, strade e fabbricati. 9 TABELLA RIEPILOGATIVA VOLUMETRIE RESIDENZIALI n. 1 2 3 4 5 6 7 denominazione CAPOLUOGO PRATIDONIO MONTIGLIO RAIE TRUCCA’ TRIONE SUFFAT TRUCH BONET PIANSERETTO 8 9 10 PANIER 11 VALERIO 12 CANTON SOPRA-SANT’ANNA 13 DOBLAZIO-TORRE 14 GERA-CANAVESIO 15 SANTA MARIA 16 PIANGIACOLIN 17 TRUCH BERTOT 18 GIANDRE’ 19 BULO 20 BERCHERA-CASCINASSA 21 PIANRASTELLO-FONTANA-VILLANOVA 22 BOETTI 23 FASANE 24 PIANCERESE 25 RONCO 26 MOIA 27 FORMIERO 28 BUTTIFINERA 29 COPPO 30 CONFIGLIE’ 31 GEA 32 CANTELLETTO 33 BAUSANO 34 VISLARIO 35 LUTTA 1 PIANO 2 PIANI 3 PIANI 4 PIANI 5 PIANI 6 PIANI 7 PIANI mc 17.714 6.678 mc 143.761 6.758 mc 282.071 5.379 mc 60.358 1.838 mc 44.400 mc 12.681 mc 15.151 180 7.924 2.588 42 Totale % per area 43 Totale generale Esclusioni 44 Totale borgate rurali 45 Totale borgate semi rurali 46 Totale edifici pertinenziali 1pft 47 Totale altre destinazioni capoluogo 48 Totale esclusioni 49 Volumetria residenziale netta esistente 1,6% 10.692 0,8% 574 3.050 0,2% rurale 466 5.507 2.626 5.027 0,2% 0,4% rurale rurale 3.794 18.386 10.017 0,3% 1,4% 0,8% rurale 1.592 884 1.708 485 2.489 3.666 2.095 1.850 610 774 124 2.495 5.066 2.561 689 10.946 7.332 1.600 6.250 2.036 27.591 51.803 30.273 69.684 2.119 8.153 1.164 2.670 19.734 17.726 14.965 15.726 22.568 10.755 5.052 279 282 1.997 3.184 49 1.928 4.845 3.725 705 7.011 1.496 1.699 18.217 46.399 1.419 603 726 25.717 10.254 3.469 38.837 3.727 10.072 253 38 4.639 934 3.346 299 3.685 5.022 8.051 69.918 5,3% 144.749 10,9% 4.318 41.458 28.390 44.830 3,1% 2,1% 3,4% 4.204 9.020 3.774 0,3% 0,7% 0,3% 9.212 0,7% 3.888 70.203 5,3% 1.682 2.074 67.655 16.658 14.267 5,1% 1,3% 1,1% 4.137 3.299 2.424 9.029 4.233 5.808 0,7% 0,3% 0,4% rurale rurale rurale 9.745 14.493 24.537 1,8% rurale 709 69 3.693 2.254 6.016 0,5% rurale 447 6.185 605 4.641 1.533 11.101 0,1% 0,8% rurale rurale 197 5.354 798 12.477 9.771 1.356 15.438 0,7% 0,1% 1,2% rurale rurale 219 4.220 558 2.520 194 223 4.172 1.663 9.011 2.791 718 13.377 4.677 718 1,0% 0,4% 0,1% rurale rurale rurale 387 1.918 16.214 0,0% 0,1% 1,2% rurale rurale rurale 8.408 15.391 0,6% 1,2% rurale rurale 230 6.625 387 1.918 8.308 135 228 2.149 5.614 6.124 9.549 66.889 429.058 656.149 5,03% 32,26% 49,33% 1.330.138 100,00% 222 1.051 84.734 6,37% 53.107 3,99% 25.050 1,88% 15.151 1,14% 100,00% 12,36% (borgate rurali individuate con fondo verde chiaro) 8,14% (borgate semi rurali individuate con fondo grigio) 66.889 194.152 533.843 796.295 5,03% (edifici pertinenziali sono quelli ad 1pft) 14,60% (piano terra edifici capoluogo per 1/2 destinati ad altro uso - comm.,terziario,ecc.) 40,13% 59,87% 52 Incremento insediativo PRGC 53 Abitanti teorici PRGC 551 4.864 13,10% 11,34% 100,00% 8.848 (calcolati attribuendo densità ex L.R. 56/77 mc.90 per abitante) 216,62 mc. per abitante residente (al netto di borgate e pertinenze) 184,63 mc (inclusi stagionali) 55 Densità edilizia effettiva 1.330.138 100% 164.464 108.339 3.676 637 Capacità insediativa rapportata alla volumetria esistente rurale 481 275 50 Abitanti residenti 51 Abitanti stagionali 54 note mc. % 576.136 43,3% 20.653 133 46 222 36 NICOLE’ 37 S. MADDALENA 38 STROBA 39 CAMPIDAGLIO 40 VIRISTELLI 41 POETTI Totale 75,57%