Dopo il resta u ro la scoperta - Provincia Regionale di Catania

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Dopo il resta u ro la scoperta - Provincia Regionale di Catania
BENI CULTURALI
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Dopo il restauro la scoperta
Significativo intervento della Provincia nella Cattedrale di Acirale
ornano a splendere nella
Cattedrale di Acireale due
quadri pregiati raffiguranti
l’Annunciazione dell’Angelo
a Maria (pala d’altare) e la
Famiglia della Beata Vergine Maria (collocato
nella navata laterale di sinistra), restaurati grazie ad un finanziamento dell’assessorato alla
Cultura dalla ditta Franco Fazzio di Palermo.
L’iter del restauro è iniziato con una richiesta
del parroco della Cattedrale, don Roberto
Strano, al presidente della Provincia che ebbe,
pure, l’interessamento dell’allora assessore
Nino Garozzo. Durante la fase di restauro
dell’Annunciazione emerse la sua vera paternita’, prima erroneamente attribuita al Vasta,
oggi da ascrivere ad Antonio e Paolo Filocamo,
autori pure degli affreschi della volta centrale
T
della Basilica e di quelli della Cappella della
Santa Patrona.
Si è cosi’ giunti a luglio. Presenti al
momento della restituzione dei quadri e della
loro scopertura, il presidente della Provincia,
Nello Musumeci, e il suo vice Francesco Seminara. “Oggi, per la nostra Basilica Cattedrale, è un momento particolare di festa perché due opere insigni di essa tornano al loro
primitivo splendore”, cosi’ si è espresso il parroco, don Roberto Strano, rivolgendosi al vasto
pubblico presente, che ha inoltre sottolineato
la sensibilità e l’impegno dell’Ente nel recupero
dell’immenso patrimonio artistico testimone
della nostra storia . “Siamo soddisfatti dell’opera di restauro che ha permesso il recupero di
una parte del nostro patrimonio artistico – ha
affermato Nello Musumeci - che siamo orgogliosi di riconsegnare nella loro integrità. Mi
impegno fin da ora affinchè altre due opere
della Basilica, il quadro dell’Angelo Custode e
quello dell’Apparizione di Gesu’ Risorto, possano anch’essi ritornare alla originaria bellezza”. Il vescovo di Acireale monsignor Salvatore
Gristina, fa eco alle parole di Musumeci “è un
momento di gioia vedere restituite due opere
che si potranno finalmente ammirare nel loro
originario splendore”. Hanno, inoltre, presenziato alla scopertura delle tele il capo di gabinetto della Provincia, Attilio Bruno, il sindaco
di Acireale, Nino Nicotra, e un altro acese illustre, il vescovo di Ragusa, monsignor Paolo
Urso. Infine, è stata molto apprezzata, la performance del soprano Luisa Pappalardo che ha
intonato, al termine dell’evento, due brani
celebri, ”La Vergine degli Angeli” di Giuseppe
Verdi e “Panis Angelicus” di Cesar Franck, con
la consueta bravura che la distingue.
Felice Vecchio
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In primavera il nuovo
teatro
Già avviati dalla Provincia a Militello i lavor i per il
recupero del vecchio cinema Tempio
E
ntro la prossima primavera il
cine teatro Tempio, dopo
mezzo secolo di inattività, tornerà ad essere luogo di aggregazione culturale per gli i abi-
tanti di Militello e del comprensorio.
E’, infatti, già stato avviato il cantiere che
prevede la ristrutturazione e il recupero dell’immobile dalla Impresa ingegnere Pavesi e C.
di Parma, aggiudicataria dell’appalto, alla
quale il presidente della Provincia regionale di
Catania, Nello Musumeci, ha formalmente assegnato l’incarico. Il progetto, stilato dall’architetto Giorgio Antonio Potenza che si occupa anche della direzione dei lavori, ha mantenuto integra la struttura esistente migliorata
solo nei locali interni, con l’obiettivo di adeguarla ai sistemi di confort più attuali.
Ad affiancare l’architetto Potenza, per
l’Amministrazione provinciale, l’architetto
Matteo Zapparrata, ingegnere capo coodinatore, e l’ingegnere capo dei lavori Filippo
Catalano.
Gli interventi tecnici, come detto, mirano al mantenimento della forma strutturale
originaria, e prevedono, quali aspetti migliorativi, il recupero di alcune parti danneggiate,
attraverso una bonifica generale, l’eliminazione dello stato di degrado in cui si trovano da
tempo le strutture murarie e lignee, la riparazione e configurazione della copertura in
legno alla quale sarà aggiunto un tavolato
chiodato e uno strato di onduline sottocoppo
per eliminare le infiltrazioni, e infine la realizzazione di un vespaio aerato con massetto a
base di calcestruzzo armato.
L’edificio, adiacente al Municipio (ex
convento S.Benedetto), si estende per circa
sedici metri di larghezza e circa quaranta di
lunghezza, e rappresenta un tipico esempio di
architettura che negli anni quaranta caratterizzava gli edifici cinematografici dell’area catanese.
L’opera di recupero si è resa necessaria
per la mancata manutenzione ordinaria, a
questo si aggiungono le infiltrazioni di acque
meteoriche che hanno reso l’edificio particolarmente umido e degradato nelle strutture.
“Abbiamo acquisito diversi ex cinema e
teatri per ristrutturarli e restituirli alla loro funzione originale: luogo di divertimento e di
accrescimento culturale – ha dichiarato Nello
Musumeci -, soprattutto per creare luoghi di
aggregazione per i giovani che, a volte, nei
comuni decentrati possono avere limitate
opportunità per trascorrere il tempo libero”.
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San Cono, nell’ex cinema
spazio ai giovani
n grande centro culturale
polifunzionale da realizzare a San Cono, nei locali
dell’ex cinema “Chiarelli”.
Il progetto è della
Provincia regionale di Catania e poggia già su
solide basi: la stipula del contratto di acquisto
dell’immobile avvenuta a Palazzo Minoriti, tra
il presidente, Nello Musumeci e la proprietà
dell’immobile, presente anche il sindaco
Salvatore Bonura.Un altro importante tassello
si accinge quindi ad essere inserito a completamento di una rete di strutture e spazi da
destinare alla diffusione e promozione della
cultura su tutto territorio.
Un programma di interventi avviato già
da tempo, che annovera esempi concreti in
ogni parte della provincia: dal vasto e variega-
U
to “contenitore” delle “Ciminiere” – strutturasimbolo di un’offerta di arte e cultura sempre
crescente e diversificata che parte dal capoluogo – ai teatri comunali di Biancavilla,
Trecastagni e Castel di Judica e agli altri
“spazi” e laboratori esistenti anche nelle località più periferiche dell’hinterland. E che nei
prossimi mesi guadagnerà altre strutture fruibili per l’organizzazione di spettacoli teatrali e
musicali, convegni, proiezioni ed altri eventi:
gli ex cinematografi di Caltagirone (per il quale
si è prossimi all’accensione del mutuo), il
“Ritz” di Catania (per il quale si sta redigendo
il progetto per i lavori di ristrutturazione).
Nelle prossime settimane la Provincia
regionale di Catania affiderà l’incarico di progettazione della ristrutturazione; entro l’anno
avranno inizio i lavori.
L’omaggio della Provincia
alla Santa delle rose
na chiesa rimessa a nuovo, in
modo sobrio, restituita ai
fedeli ed ai turisti. Si sono
conlusi, infatti, i lavori di
restauro della chiesa di Sant’
Agostino, ma meglio conosciuta dai catanesi come
“Santa Rita”, in via Vittorio Emanuele, su finanziamento
dell’Amministrazione
provinciale.
Soddisfatto l’assessore alle Attività culturali, Rosario
Patanè, ha verificato l’intervento realizzato dai tecnici, i progettisti arch. Giuseppe Lo Porto, ing.
Davide Cutore, e al dirigente della Soprintendenza,
arch. Giuseppe Sciacca. Oltre al rifacimento totale
ed alla messa in sicurezza dell’impianto elettrico,
particolare importanza riveste la tinteggiatura dell’interno che, dopo opportuni saggi, ha consentito
di individuare l’originario colore. La chiesa di
sant’Agostino, nel cuore di un quartiere densamente popolato, è assai frequentata anche grazie al
culto molto diffuso dell’agostiniana Santa Rita.
“L’Amministrazione Musumeci è stata sensibile alle
U
richieste dei fedeli – ha dichiarato l’assessore
Rosario Patanè -, che hanno sollecitato un intervento sull’edificio. Ma il progetto dei tecnici Lo
Porto e Cutore, sotto la supervisione della
Soprintendenza, ha anche una valenza culturale,
perché ridiamo decoro ad un bellissimo esempio di
architettura sacra inserito in un ideale circuito che
collega le chiese del centro storico”. Purtroppo, l’attuale edificio e l’annesso convento di
Sant’Agostino, composto da pochi vani dove operano il priore e tre monaci, provenienti dalla
Provincia agostiniana di Malta, sono solo una minima testimonianza del maestoso edificio che sorgeva ai piedi della collina di Montevergine, edificio
che fu distrutto e ricostruito diverse volte fin dal
1500, quando per motivi sanitari (a Catania imperversava una epidemia di peste) fu dato alle fiamme.
Lo stesso presidente della Provincia, Nello
Musumeci, ha voluto partecipare personalmente
alla riapertura solenne della chiesa in occasione dei
festeggiamenti per Santa Rita.
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