SCHEDA PAESE “STREAM” 2013

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SCHEDA PAESE “STREAM” 2013
SCHEDA PAESE “STREAM” 2013-2015
TUNISIA
1. Inquadramento e motivazioni principali della presenza della Cooperazione Italiana.
Le ragioni che fanno della Tunisia un Paese prioritario per l’Italia sono facilmente
riconducibili alla prossimità geografica e culturale, alla storia degli scambi umani ed
economici così come al contesto dei rapporti euro-mediterranei. La Cooperazione Italiana
è stata ininterrottamente presente in Tunisia sin dalla sua istituzione alla fine degli anni
ottanta. A partire dal 1988 infatti, il Programma della Cooperazione italiana in Tunisia
viene definito nel corso delle sessioni della Grande Commissione Mista (GCM) italotunisina. In occasione della VI GCM italo-tunisina (ottobre 2007), l’Italia ha confermato la
sua disponibilità a sostenere la Tunisia nell'attuazione del suo XI Piano di Sviluppo
Economico e Sociale (2007-2011) attraverso, tra gli altri, lo strumento della cooperazione
allo sviluppo. Nel corso del 2010 si sarebbe dovuta tenere la VII commissione, finalizzata a
sancire le linee guida per il triennio successivo, ma il suo svolgimento era stato rimandato
al 2011, anno in cui, a causa del particolare momento politico attraversato dal Paese, non
si è potuta tenere. Le due parti hanno quindi preso atto della necessità di fare evolvere
l’Aiuto Pubblico allo Sviluppo italiano attraverso quelle forme che privilegino obiettivi
reciprocamente benefici per i due paesi, e che mirino in particolare a sostenere la
transizione democratica della Tunisia. Le attività della Cooperazione Italiana in Tunisia si
inseriscono oggi nel contesto delle linee guida tracciate dal partenariato euromediterraneo (Processo di Barcelona del 1995 e Unione per il Mediterraneo di Parigi del
2008) che mirano alla creazione di un’area di pace, stabilità e prosperità economica. Dei
negoziati sono stati avviati in questo quadro a partire da gennaio 2014 fra le più alte
Autorità competenti dei due Paesi.
2. Altri donatori internazionali, coordinamento e opportunità di divisione del lavoro,
valutazioni congiunte (armonizzazione).
In Tunisia vi è una forte presenza di donatori, sia bilaterali che multilaterali. Le
cooperazioni bilaterali indubbiamente più profondamente radicate nel paese sono la
francese, l’italiana e la tedesca, benché la Svizzera abbia recentemente aumentato le sue
iniziative. Nel quadro multilaterale la Cooperazione Italiana collabora in particolare con
alcuni organismi delle Nazioni Unite e con la Banca Africana di Sviluppo, finanziando
progetti su fondi MAE.
L’Unione Europea (presente a Tunisi con una propria Delegazione) rappresenta il principale
donatore, se si tiene conto anche degli sforzi congiunti dei paesi membri. Al momento
l’esercizio della Programmazione Congiunta non è ancora operativo (previsto
potenzialmente per il 2016), ma la Cooperazione Italiana partecipa attivamente alle
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riunioni di coordinamento tra stati membri periodicamente organizzate dalla Delegazione.
L’UTL di Tunisi, oltre a partecipare a tali iniziative, mette in opera quegli sforzi diretti ad
incoraggiare la partecipazione di organizzazioni ed enti italiani ai programmi e agli
strumenti di finanziamento offerti dall’UE, in modo particolare quelli di Cooperazione
Transfrontaliera (ENPI CBC/MED, Italia-Tunisia) e di Gemellaggio.
3. Altre espressioni del sistema della Cooperazione Italiana nel Paese (ONG, Università,
Autorità locali, settore privato) e strategie per il loro coinvolgimento.
La rivoluzione del 14 gennaio 2011 ha portato ad un inversione di tendenza nella presenza
italiana in Tunisia, a seconda dei settori. Rimane una buona rappresentanza di imprese
italiane, che tuttavia in precedenza erano presenti in gran numero, e che hanno in buona
parte lasciato il paese a causa sia dell’instabilità politico-istituzionale, che della crisi
economica generale. Al contrario gli attori di cooperazione, come le Ong, gli Enti Locali, le
Università, che prima avevano un raggio d’azione limitato, in seguito alla rivoluzione hanno
aumentato notevolmente la loro presenza nel paese e i loro settori d’intervento.
In particolare gli interventi delle Ong italiane (per citarne solo alcune: COSPE, CEFA, GVC,
ICU, Oxfam Italia, Un Ponte Per...) si concentrano nei settori della libertà di espressione,
sostegno alla società civile e alla cittadinanza attiva, ai diritti umani e soprattutto quelli
della donna, temi appunto divenuti di estrema attualità in seguito al gennaio 2011. Alcune
Ong sono attive anche nel settore del rilancio socio-economico del paese, con attività
dedicate all’Economia Sociale e Solidale e al turismo. Gli interventi delle Ong tendono a
concentrarsi nelle zone e nelle regioni più povere del paese, e spesso le organizzazioni e le
associazioni italiane lavorano in partenariato in modo da creare sinergie ed evitare
duplicazioni.
Per quanto riguarda la cooperazione decentrata, sono diversi gli enti già coinvolti in
partenariati italo-tunisini, che spesso si inquadrano in strumenti e programmi italiani o
comunitari (ad esempio: Accordi Programma Quadro MAE/Regioni – APQ, Programma UE
di cooperazione transfrontaliera Italia-Tunisia), o in relazioni di cooperazione diretta, per
esempio tra enti di formazione, o tra Regioni ed Organizzazioni Internazionali.
4. Obiettivi generali della Cooperazione Italiana nel Paese, condivisione con le
controparti e coerenza con le linee guida internazionali sull’efficacia dell’aiuto.
Obiettivo generale del programma di cooperazione italo-tunisino identificato in sede di VI
GCM ed elaborato in coerenza con gli obiettivi dell’XI Piano di sviluppo del Governo
tunisino è di sostenere la transizione socio-economica e politica del paese verso forme di
sviluppo più avanzate. A questo scopo l’Italia si è impegnata in quattro settori prioritari:
sviluppo economico, sviluppo regionale, tutela dell’ambiente, sviluppo socio-sanitario e
valorizzazione delle risorse umane e del patrimonio culturale. In conseguenza degli eventi
rivoluzionari del 2011 e in considerazione della fase attuale di transizione democratica, i
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negoziati in corso per ridefinire il programma di cooperazione tunisino-italiano hanno
tracciato degli interventi aggiuntivi, vale a dire: un programma di conversione del debito,
un rifinanziamento del Programma di Aiuto alla Bilancia dei Pagamenti, un programma di
sviluppo rurale e territoriale integrato nel Sud del Paese, un programma di sostegno alle
politiche ed azioni rivolte alla promozione delle persone disabili, come anche due
programmi di supporto al processo elettorale e alla società civile, un programma di
sostegno alla governance democratica, e infine un programma di deinstituzionalizzazione
dei minori.
La strategia e le modalità di esecuzione dei programmi settoriali sono state elaborate in un
processo ampiamente partecipativo, al quale hanno preso parte amministrazioni centrali e
locali, associazioni della società civile, altri partner allo sviluppo e amministrazioni settoriali
italiane. Sulla base dell’esperienza degli ultimi anni, le modalità di esecuzione concordate
sono quelle che assicurano alla Tunisia il ruolo di agenzia di esecuzione, in accordo con le
disposizioni ex art. 15 del Reg. d’esecuzione della L. 49/87. I contratti sono dunque
interamente gestiti secondo la legislazione tunisina (Use of country procurement system),
valutata da anni in linea con le buone prassi (Reliable country system). A causa delle
difficoltà politiche legate alla fase attuale di transizione democratica, le due parti
prevedono altresì di rafforzare la loro cooperazione per mezzo di nuove iniziative nel
settore dei diritti umani, del sostegno al processo elettorale e democratico, e dell’appoggio
alla società civile, la cui esecuzione sarà affidata alle Agenzie delle Nazioni Unite presenti in
Tunisia.
Con la VI GCM si è privilegiato l’approccio “programma” a quello “progetto”, mentre resta
ancora limitata l’esperienza di missioni di analisi congiunta, anche a livello comunitario. I
programmi di cooperazione tecnica finanziati dall’Italia sono complementari a quelli
finanziati dal sistema comunitario (Strengthen capacity by co-ordinated support), sono
inscritti nel programma di sviluppo del Paese e concertati con i partner politici locali (Aid
flow aligned on national priorities) e le relative risorse finanziarie sono iscritte nel bilancio
dello Stato (Use of country public financial management system).
5. Settori d’intervento e risultati attesi.
Per quanto riguarda il programma di sostegno al settore privato, il quadro generale di
riferimento è dato dal protocollo d’accordo e dal relativo Annexe 1, che definisce le linee
guida per l’esecuzione del programma. Il programma in questione si inserisce nel contesto
degli sforzi del Governo tunisino per fare del settore privato il motore dello sviluppo del
paese. A questo scopo il Governo italiano si è impegnato a trasferire al Governo tunisino
un dono per un ammontare di 9 milioni di Euro, suddiviso in tre tranches. La seconda
tranche, confermata nella programmazione 2014-2016 della Cooperazione Italiana, è
tuttavia legata all’esaurimento della prima, ed appare allo stato attuale di incerta
attribuzione. I risultati attesi sono: il rafforzamento del sistema di appoggio alle PMI
(partenariato istituzionale), il miglioramento delle condizioni per l’imprenditoria giovanile
e femminile nelle regioni a sviluppo prioritario, il rafforzamento della competitività delle
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PMI esistenti e il miglioramento delle condizioni per la creazione di spin-off e di start-up
nei settori più innovativi.
Per quanto riguarda il programma di tutela dell’ambiente, anche qui il quadro generale di
riferimento è dato dal protocollo d’accordo e dal relativo Annexe 1, che definisce le linee
guida per l’esecuzione del programma. Il programma in questione si inserisce nel contesto
delle azioni e politiche del Governo tunisino volte a salvaguardare il patrimonio ambientale
quale motore di sviluppo sostenibile del paese. A questo scopo il Governo italiano si è
impegnato a trasferire al Governo tunisino un dono per un ammontare di 9.5 milioni di
Euro, suddiviso in tre tranches. Come nel caso del programma di sostegno al settore
privato, la seconda tranche è stata confermata nella programmazione 2014-2016 della
Cooperazione Italiana, ma è anch’essa legata all’esaurimento della prima ed appare allo
stato attuale di incerta attribuzione. I risultati attesi sono: la conservazione e valorizzazione
del patrimonio fitogenetico tunisino, il rafforzamento del sistema di allerta precoce per la
gestione dei rischi legati ai cambiamenti e agli estremi climatici, l’avvio di un sistema di
controllo e mitigazione dei processi di erosione del litorale, il rafforzamento delle capacità
istituzionali nell’ambito dell’immersione dei rifiuti in mare ed infine il miglioramento del
programma di gestione degli ecosistemi costieri e delle aree marine protette.
Per quanto riguarda il programma di sviluppo socio-sanitario, l’obiettivo generale è di
contribuire al raggiungimento degli obietti fissati dal XI Piano di Sviluppo in materia di
benessere socio-sanitario. I risultati attesi sono, sul fronte sanitario: il rafforzamento della
governance delle unità di cancerologia, il rafforzamento delle capacità di prevenzione dei
tumori femminili, la creazione di una rete regionale e locale di cure a domicilio, la revisione
e l’adattamento della strategia nazionale di cure perinatali, il miglioramento delle capacità
professionali del personale medico e paramedico e la sensibilizzazione dei beneficiari. In
particolare, il progetto di Sostegno al Programma Nazionale di Lotta contro il Cancro si è
concluso nel mese di marzo 2014. Sul fronte sociale: il rafforzamento delle competenze e
delle capacità in materia di prevenzione dell’handicap e di assistenza ai portatori di
handicap, il miglioramento delle capacità del MAS (Ministero degli Affari Sociali) in materia
di analisi dei fenomeni sociali, il rafforzamento delle capacità in materia di integrazione
sociale ed in particolare di integrazione scolastica dei portatori di handicap, la creazione di
un sistema integrato di osservazione qualitativa e quantitativa della vulnerabilità sociale
dei minori, il miglioramento delle capacità dei quadri e degli operatori sociali a livello
centrale e regionale in materia di prevenzione primaria e risposta ai fattori di vulnerabilità
sociale dei minori, la ridefinizione e il miglioramento delle capacità e dei ruoli dei clubs per
fanciulli nei due distretti di “Centro Ovest” e “Grande Tunisi”, ed infine il miglioramento
delle capacità istituzionali e delle competenze dei servizi sociali e delle associazioni statali
in materia di vulnerabilità sociale delle persone anziane. In questo ambito i negoziati in
corso prevedono un nuovo progetto per 1 milione di Euro in 2 anni, dedicato al supporto
alle politiche settoriali nazionali, ed in particolare alla assistenza a domicilio e alla
protezione sociale per le persone disabili.
Per quanto riguarda il programma di valorizzazione delle risorse umane e del patrimonio
culturale, l’obiettivo generale è di contribuire al rafforzamento delle competenze e alla
diversificazione dell’offerta turistica. I risultati attesi sono, sul fronte delle risorse umane: il
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rafforzamento delle capacità delle amministrazioni pubbliche e dei funzionari sul fronte
dell’informatizzazione, e il miglioramento delle capacità del sistema di formazione
professionale. Sul fronte del patrimonio culturale: lo sviluppo di circuiti eco-culturali, e il
rafforzamento delle competenze professionali.
Per restare sui programmi di cooperazione a dono, i negoziati in corso prevedono ancora
un programma di conversione del debito per iniziative da identificare a livello regionale.
Del pari, un nuovo programma per un ammontare approssimativo di circa 5 milioni di Euro
potrebbe inoltre essere dedicato allo sviluppo rurale e territoriale integrato nel Sud della
Tunisia.
Per quel che riguarda i programmi a credito di aiuto, i risultati attesi per l’iniziativa di Aiuto
alla Bilancia dei Pagamenti sono: la Bilancia dei Pagamenti migliorata, l’offerta dei servizi
pubblici aumentata e migliorata, le riserve in valuta aumentate, un livello tecnologico delle
installazioni e delle infrastrutture pubbliche migliorato. In questo campo i negoziati in
corso prevedono una integrazione al finanziamento esistente per un ammontare di 50
milioni di Euro aggiuntivi. I risultati attesi per la linea di credito a favore delle PMI sono :
l’adeguamento tecnico e finanziario delle PMI esistenti e la creazione di nuove PMI. Nel
caso della realizzazione delle discariche i risultati attesi sono : tre discariche controllate in
funzione, attraverso la costruzione di una cellula per ciascuna discarica di capacità
sufficiente a contenere i rifiuti di 5 anni, da 6 a 9 centri di trasferimento (almeno due per
discarica), tre discariche e relativi centri di trasferimento dotate delle attrezzature
necessarie per il loro funzionamento, miglioramento delle capacità tecniche e di gestione
di 6 quadri delle istituzioni locali incaricate della gestione (raccolta e trattamento) dei
Rifiuti Solidi Urbani ed equivalenti, miglioramento delle capacità di supervisione e controllo
in materia di Rifiuti Solidi Urbani di 6 quadri dell’ANPE (Agence Nationale de Protection de
l’Environnement) e di due quadri delle istituzioni centrali (Ministero degli Interni e
Ministero delle Finanze).
Per concludere, la Cooperazione Italiana in Tunisia prevede quattro nuovi interventi a
valere sul canale multilaterale. Due di essi dovrebbero essere dati in implementazione a
UNDP, ovvero: un progetto di supporto al processo elettorale per un ammontare
approssimativo di circa 800 mila Euro, e un progetto di promozione della cittadinanza e
rafforzamento della società civile per un ammontare approssimativo di 1.3 milioni di euro.
Un terzo progetto per un ammontare approssimativo di circa 700 mila Euro dovrebbe
essere dato in implementazione ad UNICEF per la deistituzionalizzazione dei minori in
difficoltà. Infine, un quarto progetto per un ammontare approssimativo di circa 100 mila
Euro dovrebbe essere affidato a IDLO per il rafforzamento delle capacità delle Autorità
Tunisine competenti nella prevenzione e la lotta contro i crimini finanziari ed economici.
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