L`editoriale. La bandiera tradita 15 Maggio 2012

Transcript

L`editoriale. La bandiera tradita 15 Maggio 2012
L’editoriale.
La bandiera
tradita
15 Maggio
2012.
Giro d’Italia a
Viterbo
Arco d’oro.
Premio Stampa
Campo de’ fiori
I cento anni
di
Elena
Marinozzi
Campo de’ fiori
4
SOMMARIO
Editoriale:
La bandiera tradita...................................5
L’intervista:
Letizia Letza..........................................6-7
Curriculum vitae:
Claudia Delli Noci......................................8
L’emozione del Giro pervade le mura di
Viterbo.................................................10
Cine Parade:
Il mio miglior incubo...............................11
Roma che se n’è andata:
Paolina Bonaparte Borghese - “Venere
vincitrice”..........................................12-13
Suonare Suonare:
Roger Daltrey....................................14-15
Io e gli oroscopi..................................17
Ecologia e ambiente:
Spese militari..........................................18
VI Rassegna di Teatro Amatoriale
“Premio Arco d’Oro”............................19
Il Fumetto:
Ubelblatt................................................21
Che cos’è la conoscenza.....................22
Manifesto per una Costituente per la
Cultura.................................................23
Come eravamo:
Quando nei campi si...“piantava Maggio”..25
Agostino Paradisi................................26
Attenti al fisco:
Termine del 30 Giugno 2012 per rivalutare
terreni e quote sociali.............................27
Ass. Artistica Iuna:
La poesia di Angelo Bini per l’arte visiva di
Manuela Petti.........................................28
Curiosando a Civita Castellana verso la
fine dell’Ottocento..............................30
Angolo Bon Ton:
Le posate...............................................35
Per ricordare Silvia Quattrini Ferrelli.36
Rivive nella Tuscia il mito di Lessie...38
Una serata in allegria per “I ragazzi
del girasole”........................................39
News......................................40-41-42-43
Vorrei incontrarti fra cent’anni
Elena Marinozzi.......................................44
La rubrica dei cognomi.......................45
La bottega di Mastrofiore...................46
30 anni di attività per il Bar Sergio e
Danilo...................................................47
Agenda............................................48-49
Una “Fabrica di ricordi”:
Gli altarini..............................................50
Messaggi..............................................51
I nostri amici.......................................52
Roma com’era.....................................53
Album dei ricordi.........54-55-56-57-58-59
Annunci gratuiti..............................60-61
Oroscopo .............................................62
Selezione offerte immobiliari .......63-64
In copertina: una marina del Marocco
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Campo de’ fiori
5
La bandiera tradita
S
di Sandro Anselmi
ventola ancora dai balconi qualche tricolore a memoria del celebrato 150° anniversario dell’unità d’Italia, ma
il sentimento che ora affiora dal mio intimo nel vederli, oltre quello di riverenza assoluta verso il simbolo della
mia Patria, è di delusione e rabbia per chi, in questo particolare momento, sta offendendo la dignità e l’intelligenza del suo popolo!
Quel popolo che ha sempre servito e rispettato le istituzioni democratiche dello Stato, al quale ha creduto ed al
quale ha ciecamente ubbidito, che ha dato schiere di eroi e di martiri. Loro, che hanno dato la vita per cacciare l’invasore e difendere i nostri confini, hanno costruito una nazione unita, progredita e civile, ed hanno regalato ad intere generazioni anni di pace e di relativa prosperità . Non avrebbero mai potuto pensare, però, che il loro estremo
sacrificio sarebbe stato vanificato dalla furbizia e dalla incapacità di alcuni politici corrotti e dissoluti! Stento a credere a tanto squallore, ma, purtroppo, è così!
Come ci può essere un signor Mauro Santinelli che per essersi occupato di telefonia percepisce dall’INPS 
90.246,55 al mese (pari a  3.258,90 al giorno), quando un disabile al 100% ha diritto ad una pensione di  3.000
circa all’anno ed il tutore deve giustificarne l’uso al giudice???
Ed il signor Luca Boneschi che per un solo giorno da parlamentare prende una pensione di  3.108,00 al mese???
Come può essere che Giuseppe Gambale, parlamentare, sia già in pensione dall’età di 42 anni con  8.455,00 al mese???
Come possono esistere più pensioni e stipendi senza che vi sia cumulo? Eppure Renato Brunetta ha lo stipendio di  19.053,75 da
parlamentare e  4.352,00 di pensione dall’INPDAP; il Presidente Carlo Azelio Ciampi ha  30.000,00 al mese da Bankitalia, 
19.053,75 al mese dal Parlamento e  4.000,00 al mese dall’INPS!!!
Come possono i nostri cari politici incassare  2.253.612.234,00, spenderne  579.004.384,00 e tenerne per le loro
folli spese  1.674.607.850,00???
Non si vergognano??? Dovrebbero restituire immediatamente il maltolto e cospargersi il capo di cenere, come pure i super manager che hanno sbagliato.
Dal 1974 ad oggi i partiti hanno incassato oltre  8.000.000.000,00 di soldi pubblici.
Come fa il professor Monti a non sapere che i portaborse dei parlamentari sono sottopagati ed al nero???
La maggior parte di loro viene pagata con un classico foglio da  500,00 debitamente in busta chiusa, quasi fosse una prebenda.
Quanti enti inutili manteniamo, quante consulenze d’oro paghiamo, quante auto blu, quante scorte, quanti privilegi, quanti benefit….??? Non abbiamo strade, scuole, ospedali, sicurezza e giustizia, paghiamo le tasse ed i servizi più cari del mondo,
eppure abbiamo un debito pubblico di  2.000 miliardi ed un prodotto interno lordo di  1.700 miliardi!!!
Facciamo, allora, pagare le tasse ai partiti, alle fondazioni, ai sindacati, aboliamo le province, le partecipate, decimiamo i parlamentari, le commissioni, i consulenti ed i loro stipendi, i super presidenti con decine e decine di incarichi, convogliamo i servizi in
luoghi unici, vendiamo gli immobili pubblici e, soprattutto, obblighiamo le banche a non far solo profitto, a speculare, ma a riaprire le linee di credito alle aziende, alle famiglie, particolarmente ai giovani. Esse non devono fare ingerenza sulla politica!!
Speriamo che un po’ di umanità torni a chi, consapevole dei tanti, tanti soldi rubati, è riuscito perfino a tagliare
quei 150.000.000,00 di euro da destinare a tutti i 2.500.000 disabili gravi per quando non avranno più i
genitori. Non è forse questa l’ingiustizia più grande e più vile che si possa compiere?
Già onesti lavoratori delusi, avviliti, traditi, si sono tolti la vita. Essi sono i nuovi martiri a cui andrebbero intestate strade e piazze per ricordare il loro estremo sacrificio.
A questo Stato che promuove il gioco d’azzardo, delle scommesse, che monopolizza
la droga del tabacco, che tollera l’indecenza dei mass media, che manda a
morire i nostri giovani in terre straniere per le “missioni di pace”,
regaliamo altre 400 auto blu, oltre le 60.000 che già pos
siede e gli comperiamo aerei da guerra per gio
care.
Giovani!!! (espressione tanto cara a Sandro
Pertini), siete il futuro, l’orgoglio nazionale, abbracciate la bandiera dei nostri avi
e fatela sventolare alta, solenne! Ora!
Letizia Letza e Michele Baldicci
Letizia Letza
e “I principi che eravamo”
I
ncontriamo Letizia Letza dopo almeno 15 anni passati dal giorno in cui ci
siamo conosciuti e Lei era una giovane
attrice arrivata da Pisa in cerca di fortuna
a Roma. Incontrata a teatro nella sua
interpretazione di Giovanna d’Arco ed una
collaborazione insieme a Radio Roma.
Proprio in quel periodo venne selezionata
per partecipare ad un edizione del Grande
Fratello che accettò dopo molti tentennamenti. “Devo ammettere di averlo
fatto, ma mai visto né prima né
dopo…”.
Certo oggi siamo al Teatro dell’
Orologio di Roma ed incontriamo un’attrice completa, diventata anche scrittrice
avendo pubblicato la sua opera prima
“Cuor di Coniglio”, con cui racconta la
sua esperienza all’interno della Casa del
Grande Fratello e quanto sia questo un
gioco cinico e cattivo..
Ma torniamo a questo spettacolo…”Su
questo palcoscenico tutte le sere
accade una sorta di magia … uno
spettacolo pieno di atmosfere magiche e di poesia ed io sono contenta
di illuminare e profumare il pubblico
come da testo (interpreto la rosa)…”
“I Principi che eravamo” è un testo
molto particolare.
” Si, e credo sia una goccia d’acqua nel
deserto perché parla al bambino che è in
ognuno di noi e, se visto col cuore aperto,
è uno spettacolo che può dare moltissimo
a chi lo vive. Francesco Piotti, autore e
regista, ha preso spunto dalla lettura de Il
Piccolo Principe di Saint Exupery, ha
aggiunto due personaggi inventati quali il
mastro dei sogni (Antonio Calamonici) e la
sua assistente (Enrica Nizi) e fatto ruotare
questa favola eterna intorno al Piccolo
Principe (Michele Balducci) ed alla rosa
perduta interpretata dalla sottoscritta”
Infatti da un mondo cinico, spietato e
duro si passa ad un mondo fantastico
pieno di poesia e di bellezza tra pianeti, petali, stelle… Quando hai sen-
tito che volevi diventare attrice ?
“Ho deciso di diventare attrice a 4 anni.
Così piccola già sapevo che avrei fatto
l’attrice e poi la scrittrice. Arrivata a Roma,
il primo personaggio che ho studiato ed
interpretato è stato “Giovanna d’Arco” da
qui ho interpretato “Donne di una certa
classe” (regia di Lidia Vitale), Cenerentola
assassina (E.Bernard), “Teloleggonegliocchi (A. Alemanno), “Moana, il punto dove
il mare è più profondo” (E. Raya), La
Barbiera (S. Valastro), La donna uomo (E.
Raya), “La malattia della morte” (N.
Daunizeau) e devo dire che interpreto
sempre personaggi molto estremi l’uno
dall’altro … con milioni di sfumature e i
personaggi che mi interessano hanno i
caratteri femminili forti e molto ben
costruiti.”
Ricordiamo anche le molte interpretazioni
al Cinema ed in Tv quali “Piazza di
Spagna” (regia F. Vancini), “Affari Sporchi”
(Rai),
“L’Ulisse”
(S.Vicario),
“La
Campo de’ fiori
7
Il cast al completo
In scena al
logio
Teatro dell’Oro
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romanzo,
scrittrice di un
la sua
dove racconta
GF
esperienza al
Sconosciuta” (G. Tornatore), “Il peso dell’aria 1 e 2” (S. Calvagna), “Tutti pazzi per
amore” (R. Milani). Ritornando a “I Principi
che eravamo”, ricordiamo che oltre ai bravissimi interpreti ricordati prima, hanno
collaborato Sergio Proto (aiuto regia),
Viviana Crosato (costumista).
Ed il futuro cosa riserva alla nostra
Letizia?
“Presto sarò in scena al Teatro Vascello
con “Penelope in Groznyl” con la regia di
Marco Calvani, spettacolo che prende
spunto da Penelope ed Ulisse, solo che
qui sono ceceni ed al posto dei proci ci
sono i russi i quali prendono in ostaggio
Penelope e la sua corte tentando di fare
un agguato ad Ulisse : accade una carneficina ! Uno spettacolo orrendo e bellissimo nello stesso tempo ed il regista ed
autore ha il merito di incollare questi due
opposti sentimenti e di regalarci un’opera
particolarissima che dopo Berlino, Milano
e Napoli finalmente riusciamo a portarlo a
Roma.”
Ci ricordiamo ancora di Letizia madrina di
una serata di festeggiamenti dedicati a
Radio Roma al Piper di Via Tagliamento,
tanti anni fa. La sua ascesa nel mondo del
Letiza Letza e Sandro Alessi
teatro è stata rapida e costante e la sua
bravura arrivata alla sua bellezza, e aspettiamo di vederla nuovamente su un grande palcoscenico come merita.
Sandro Alessi
La copertina del suo libro
Campo de’ fiori
8
Curriculum vitae
Claudia Delli Noci
Q
uesto mese ci dedichiamo nuovamente al ballo, e ancora ammaliati
dallo spettacolo ancora in scena al
Bagaglino di Roma dedicato al mondo burlesque, vogliamo presentarvi Claudia
Delli Noci, bravissima attrice-ballerina
pugliese che ancora potete ammirare in
scena.
“Ho iniziato a studiare danza che ero
molto piccola, all’età di 5 anni, presso una
scuola di danza della mia città natale
Taranto e il primo lavoro teatrale come
ballerina professionista è stato al Gran
Teatro di Monaco nell’ Opera “Carmen”
con la compagnia “Balletto del Sud”, all’età di 18 anni. E’ stata un’esperienza lavorativa bellissima. Mentre la prima esperienza televisiva è stata “Chiambretti….c’è ” con la regia di Gianni
Boncompagni, all’eta’ di 20 anni dove
Gianni ci faceva ballare, cantare e recitare.”
Perfezionata la dizione seguendo le lezioni
di Pino Ferrara e seguendo i corsi di Luca
Milesi partecipa a “Lost in Musical estivo” al tenda a strisce di Roma, in “Otel
Variete” a Firenze, ed in Rai dove partecipa a “Carramba… che sorpresa !”,
“Linea Blu”, “Qui comando io” ed a
Canale 5 dove la vediamo in “Amici” e ”
Italia’s Got Talent”. Per il cinema ricordiamo le sue interpretazioni di “Ricordati
di me” (G. Muccino),” Notte prima degli
esami” (F. Brizzi) e “Come è bello far
l’amore” (F. Brizzi).
Per te viene prima il ballo o la
recitazione e quale ti trasmette più emozione?
“La danza e la recitazione sono
due discipline che si sposano
molto bene insieme e, a mio
parere, una buona preparazione
in entrambe rende l’artista completo e gli
permette di padroneggiare la scena egregiamente, per cui sono molto importanti
entrambe; sia la danza che la recitazione
mi trasmettono forti emozioni non posso
fare una distinzione tra quale mi trasmette di più e quale meno, sono ambedue
delle espressioni artistiche che travolgono
e danno grosse soddisfazioni.”
Cosa vorresti succedesse nella tua
vita artistica prossimamente?
“Ma sicuramente mi piacerebbe diventare
una brava ed affermata attrice comica e
per questo sto studiando tanto…. Mi piacerebbe molto poter affiancare Checco
Zalone in un film, perché lo adoro come
attore comico ed inoltre è pugliese come
me, per cui lo stimo molto ed unendo il
suo accento barese con il mio tarantino,
non può che uscirne o qualcosa di molto
forte o qualcosa di veramente incomprensibile… Un’altra aspettativa futura sarebbe
quella di lavorare come attrice in un film di
Fausto Brizzi, perché avendo avuto la fortuna di lavorare per lui come ballerina in
alcuni dei suoi film, ho avuto modo di
apprezzare il suo modo di lavorare sul set
e ne sono rimasta affascinata.”
Siamo rimasti molto colpiti dalla carica
emotiva che in pochi minuti ci ha trasmesso Claudia ed augurandoLe tantissima fortuna, quasi quasi una di queste sere la torniamo a trovare in scena.
E voi, che aspettate?
Sandro Alessi
Sandro Alessi e Claudia Delli Noci
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lustro al vostro lavoro di attore, attrice, cantante, suobrette. L’indirizzo è [email protected]
Campo de’ fiori
10
Il 15 maggio appuntamento con il grande ciclismo
L’emozione del Giro pervade
le mura di Viterbo
Leggo su una rivista del
“Touring Club”: “per
andare a Civita di
Bagnoregio
occorre
recarvisi a piedi o in
bicicletta”. Dopo un
primo attimo in cui la
meraviglia ed il riso si
di Secondiano
impossessano di me,
Zeroli
ne deduco che sarebbe
fantastico se il “Giro
d’Italia” potesse davvero salire su per il
ponte e scalare i successivi gradoni, fino a
raggiungere la meta tanto agognata di
Porta S. Maria. Immediatamente i miei
pensieri corrono a ricordare i grandi scalatori che hanno sublimato, con le loro
imprese, questo nobilissimo sport e, chissà perché , la prima sagoma di ciclista che
mi balza alla mente è quella di Robic,
“testa di vetro”, che vedo inarcarsi, lui
così piccolo e sgraziato, su quel selciato
fatto di pietre e tufo mal tagliato, lo vedo
irrompere da trionfatore nel piccolo tunnel
che porta a piazza Colesanti, mentre una
nutrita folla di giornalisti e di tifosi lo attornia e lo festeggia. Stranamente non riesco
a vedere Coppi, il campionissimo,
Bartali, l’intramontabile, Gaul, il camoscio, Bahamontes, l’aquila, Pantani, il
pirata..forse la mia mente va a scovare
Trueba, la pulce, o forse un confuso racconto di mia madre che, nativa di Civita,
soleva affermare che il cugino “Tatippe”
veniva su baldanzoso dal ponte con la sua
bicicletta “Atala”. Quello che è certo è che
il 15 maggio non vedremo i ciclisti arrivare
stralunati ai piedi di Civita, perché li scorgeremo delinearsi in un lungo serpentone
sulla Cassia ed infilarsi a Viterbo e tagliare
in due la città per raggiungere Bagnaia e
poi Orte, per finire poi in Umbria e su su
fino al traguardo di Assisi. Certamente
nessuno potrà nemmeno sognare di vedere uno scalatore transitare solo e fuggitivo
a ridosso delle “celebri mura di Viterbo”
(come le definì Adriano De Zan negli anni
’70) ci dovremo, come già detto, accontentare d’una lunga fila di carovana colorata, perché non potrà essere la statale
Aurelia a far accendere la miccia d’una
corsa molto tattica e giocata sulla compattezza e sulla forza delle singole squadre.
Pure il pensiero dello scrivente prova ad
ipotizzare una fuga da lontano, magari di
qualche ciclista sconosciuto ai più ma in
grado di regalare al pubblico di Viterbo,
quel sapore di ciclismo d’epoca, di ciclismo
in bianco e nero, che rende così attraente
uno sport in cui dei giovani in maglietta e
calzoncini corti, posizionati su una semplice bicicletta, percorrono dei lunghi tratti di
strada, preceduti e seguiti da tante vetture variopinte e da tanta polizia a sirene
spiegate. Ma a prescindere da come l’evento si concretizzerà , tutti avremo modo
di applaudire il passaggio dei girini, perché si può fischiare una squadra di calcio
o un pugile su un ring ma mai nessuno si
sognerà di non applaudire al passaggio
del Giro ciclistico d’Italia.
Pantani
Bahamontes
Coppi
Robic
Bartali
Campo de’ fiori
11
IL MIO MIGLIOR INCUBO
a cura di
Catello Masullo
Agathe e Patrick non avrebbero mai avuto la possibilità di incontrarsi, se non fosse che i loro figli
frequentano la stessa scuola. Infatti la prima è la
direttrice di una importante ed esclusiva galleria
d’arte ed è sposata con François, un editore ricco
e di successo. Patrick, invece, è un uomo rozzo e
insolente, che sbarca il lunario con espedienti,
spesso ai limiti della legalità. Quando François
incarica Patrick di ristrutturare il loro lussuoso
appartamento, il devastante ingresso in casa, non
potrà che sconvolgere l’equilibrio familiare …
Quest’anno è decisamente l’anno del cinema francese. Trionfo agli
Oscar con il film muto e raffinatissimo “The Artist”, successo planetario
di film agro-dolci come “Quasi Amici” e “Piccole Bugie tra Amici”. Ed
ora questa irresistibile e scanzonata commedia di Anne Fontaine. Una
53-enne di grande talento che scrive e dirige sempre i suoi film.
Ricordiamo i successi maggiori : NETTOYAGE A’ SEC [1997], COME
HO UCCISO MIO PADRE [2001] , NATHALIE [2003], NOUVELLE
CHANCE [2005], LA FILLE DE MONACO [2008], COCO AVANT CHANEL - L’AMORE PRIMA DEL MITO [2009]. In questo “Il mio miglior
incubo” (il titolo originale era più calzante, si traduce in “il mio peggior
incubo”, ma la distribuzione italiana pare abbia cancellato dal vocabolario dei titoli in uscita nel nostro paese la parola “peggiore”…) ha il
colpo di genio di accoppiare due opposti, che più opposti non si può.
Da un lato la algida e perfezionista imperatrice del cinema impegnato
Isabelle Huppert, famosa per ruoli straziati, nevrotici, di estrema drammaticità. Dall’altro il belga Benoît Poelvoorde, che dall’esordio horror, in
quel caso anche alla regia, con lo scioccante ‘Il cameraman e l’assassino’, nel quale era un serial killer demenziale, per passare ad uno degli
ineffabili aspiranti suicidi di “Kill me Please”, vincitore della penultima
edizione del Festival di Roma, fino allo spassoso doganiere di “Niente
da dichiarare” , all’impacciato patologico di “Emotivi Anonimi”, ed alle
irresistibili numerose caratterizzazioni, in “Asterix alle olimpiadi”,
“Quello che gli uomini non dicono”, “Coco avant Chanel”, ecc. La
Huppert non la immagineresti mai in un ruolo leggero e divertente. Ed
è invece mostruosamente brava anche in questi. Poelvoorde è divinamente grossolano. Una accoppiata vincente. In un film divertente, con
battute a ripetizione e gag irresistibili. Che si occupa di uomini e contesti volgari, senza mai , minimamente, scadere nella volgarità. Che si
prende anche il gusto di mettere alla berlina dei tic della upper class
francese e dei critici d’arte (ed in quest’ultimo aspetto, in uno con l’accoppiata degli opposti, ha più di un punto di contatto con l’altra commedia francese che sta spopolando, il già citato “Quasi Amici”).
FRASI DAL CINEMA
TITOLO: IL MIO MIGLIOR INCUBO (MON PIRE CAUCHEMAR)
REGIA : Anne Fontaine
INTERPRETI PRINCIPALI :
Isabelle Huppert ...
Agathe
Benoît Poelvoorde ...
Patrick
André Dussollier ...
François
Virginie Efira
...
Julie
Corentin Devroey ...
Tony
Donatien Suner ...
Aurélien Recoing ...
Adrien
Thierry (as Aurélien Recoing de la
Comédie-Française)
Eric Berger
Sébastien (as Éric Berger)
...
Philippe Magnan ...
Le Principal
Bruno Podalydès ...
Marc-Henri
Samir Guesmi
L’inspecteur DDASS
...
Françoise Miquelis ...
La psychologue
Jean-Luc Couchard ...
Milou
Emilie Gavois-Kahn ...
Serge Boutleroff ...
Sylvie (as Émilie Gavois Kahn)
Le scénographe (as Serge
Onteniente)
Hiroshi Sugimoto ...
Sugimoto
Yumi Fujimori
...
La traductrice
Valérie Moreau
...
Evelyne
Antoine Blanquefort...
L’adjoint au maire
Arielle d’Ydewalle...
Danseuse Carwash #1
Emeline Scatliffe ...
Danseuse Carwash #2
Jessica Lefèvre
...
Danseuse Carwash #3
Régis Romele
...
Peinte fondation
Léa Gabriele
...
Mère d’élève #1
Laurence Colussi ...
Mère d’élève #2
Marie Boissard
...
Mère d’élève #3
Gilles Carballo
...
Père d’élève
“Cosa vuole?
Sono il padre di Tony, se me lo gettate dalla finestra provo a prenderlo al volo. Ma è pericoloso, non è tanto robusto!”. (Isabelle Huppert e
Benoît Poelvoorde).
Rose Cool
...
Cliente bar
ORIGINE :FRANCIA
DISTRIBUZIONE : BIM
DURATA: 103’
SOGGETTO : COMMEDIA
“Sono davvero onorato che mi hai scelto come testimone.
Questo matrimonio è un imbroglio, non c’era nessuno meglio di te per
questo!”. (lo scrittore e Isabelle Huppert).
VI EDIZIONE DEL FESTIVAL INTERNAZIONALE DEL FILM
DI ROMA (2011).
“Sono belli i matrimoni, rilassanti.
Si, ma in sintesi, sarà un matrimonio in bianco.
Si, ma , come dice il giapponese, non c’è mai bianco totalmente bianco!”. (Benoît Poelvoorde, che celia sulle affermazioni dell’artista/fotografo giapponese Hiroshi Sugimoto, nei panni di se stesso nel film, e
Isabelle Huppert).
VALUTAZIONE SINTETICA (in decimi) 7.5/8
Leggenda:
CAPOLAVORO **** quattro stelle - equivalente in decimi: 10
DA NON PERDERE *** tre stelle - equivalente in decimi: 8
DISCRETO **
due stelle - equivalente in decimi: 6
DA EVITARE * una stella - equivalente in decimi: meno di 6
Campo de’ fiori
12
Roma che se n’è andata: luoghi, figure, personaggi
Paolina Bonaparte Borghese - “Venere vincitrice”
E
’ il periodo compreso fra gli
anni 1805 1808,
quando
Antonio Canova realizza la statua di
Paolina Bonaparte “Venere vincitrice”,
sorella minore di
di Riccardo Consoli Napoleone, una scultura che esalta, in
maniera mirabile, probabilmente meglio di
ogni altra, la bellezza femminile.
Una volta ultimata, la statua, commissionata da Camillo Borghese, il secondo marito, è trasportata nella casa torinese dello
stesso principe, quindi a Genova per fare,
successivamente, ritorno a Roma dove
viene sistemata nella sua attuale collocazione, all’interno della Galleria Borghese.
All’epoca correva voce secondo la quale
Paolina vinse tante più battaglie, è facile
immaginare in quale luogo, di quante ne
avesse vinto il valoroso fratello in guerra.
La più amata tra le sorelle di Napoleone,
nel 1797, appena diciassettenne, sposa il
generale francese Charles Victoire
Emmanuel Leclerc divenuto amico dello
stesso Napoleone dopo l’assedio di Tolone
e, appena un anno dopo, da alla luce un
bambino che morirà dopo breve tempo.
frequentava spesso dopo la caduta della Repubblica Romana del
1799; per i suoi trascorsi giacobini egli si era guadagnato la benevola attenzione del Primo
Console, ma si era anche trovato
nella necessità di lasciare Roma
subito dopo il ritorno di Pio VII,
Barnaba Chiaramonti, 1800 1823.
Il matrimonio, fortemente voluto
dal futuro Imperatore, viene celebrato con due cerimonie, una
civile e una religiosa, ma lo stesso ha durata brevissima. Camillo
e Paolina abitano insieme nella
residenza romana per un breve periodo
ma, dopo qualche tempo, la sorella di
Napoleone torna a vivere da sola, per lo
più in Francia lontano dal marito, a seguire, l’inevitabile separazione.
Quel matrimonio era stato imposto dallo
stesso Napoleone che, quattro anni più
tardi, nomina il cognato generale Leclerc,
Governatore della lontana isola di Santo
Domingo, località che i giovani sposi raggiungono nel 1801: qui, però , Paolina e il
marito restano coinvolti nella c.d. “rivolta
degli schiavi”, il Governatore muore nel
1802 colpito da febbre gialla e viene riportato in patria da Paolina, con tutti gli onori
pubblici riservati agli eroi di Francia.
All’apice del trionfo politico di tutti i
Bonaparte manca soltanto una conferma
sociale che si realizza da lì a poco con un
nuovo matrimonio deciso unicamente per
motivi di convenienza dinastica e diplomatica ed è così che, nel 1803, Paolina
Bonaparte sposa il principe Camillo Filippo
Ludovico Borghese divenendo uno dei personaggi più popolari e mondani del tempo.
Camillo Borghese aveva conosciuto
Paolina nel salotto parigino di Giuseppe
Bonaparte, luogo che il giovane principe
Paolina Bonaparte non ebbe mai un
grande ruolo nella storia, ma godette
di grande fama per la sua leggendaria bellezza; donna assolutamente
capricciosa, divenne la musa ispiratrice per la “Venere vincitrice” di
Antonio Canova; le cronache dell’epoca
la descrivono del tutto somigliante, caratterialmente, al grande fratello, come quest’ultimo è , infatti: instancabile, maniaca
dell’ordine, accentratrice, combattiva, prepotente, assidua frequentatrice delle stazioni termali del tempo, passa da una
malattia vera a una presunta e, analogamente, dalle braccia di un amante a quelle di un altro.
Irrequieta, amante dello sfarzo e della vita
di Corte, non fa nulla per evitare che si
parli di lei e, con comportamento anti conformista, posa nuda per il Canova. Molto si
discusse su questo aspetto e sembrerebbe
che, quando le chiesero se davvero avesse posato in abiti così succinti davanti allo
scultore, Paolina rispose che nello studio
c’era una stufa che la teneva calda; ma
questa affermazione potrebbe, verosimilmente, essere interpretata come una battuta atta a provocare scandalo.
Quando venne ritratta da Antonio
Canova, Paolina aveva venticinque
anni, essendo nata ad Ajaccio il 20
ottobre 1780 ed era quello il suo
periodo di massimo splendore mondano: “Altezza Imperiale” da quando
Napoleone si era incoronato Imperatore a
Notre - Dame, a ben vedere, la “Venere
vincitrice”, con l’esaltazione della bellezza
fisica della principessa Borghese, celebrava anche il trionfo della famiglia
Bonaparte.
Un particolare: la base in legno drappeggiata era, originariamente, completata con un meccanismo che consentiva alla scultura di ruotare in
modo tale che i visitatori, per ammirarla, non erano costretti a giragli intorno.
La scultura della splendida principessa,
ritratta come “Venere” seminuda dal
Canova, diventa subito un chiaro irresistibile richiamo per i romani e gli stranieri;
la ressa in un palazzo nobiliare, per contemplare la bellezza nuda di una principessa, molto discussa per la sua spregiudicatezza, contribuisce, non poco, a creare un clima di scandalo, soprattutto negli
anni intorno al 1820 risolto, solo in parte,
dal principe Camillo che decide di chiudere in casa la statua, al fine di evitare l’indegno mercato degli ingressi a pagamento.
Ma questa decisione del principe Borghese
è dettata anche dalla necessità politica di
conservare buoni rapporti con la Curia
romana e, in particolare, con il severo
Leone XII, Annibale della Genga, 1823 1829 il quale, per motivi di censura, aveva
disposto di bruciare tutte le stampe riproducenti le sculture del Canova di soggetto
Campo de’ fiori
13
mitologico, ritenute “indecenti”.
Cardinale, basta ricordare come, nel 1607,
il Pontefice faceva assegnare allo stesso
nipote ben 107 dipinti precedentemente
confiscati al pittore Giuseppe Cerasi
meglio noto come il “Cavalier d’Arpino”,
quindi la “Deposizione” di Raffaello, asportata clandestinamente dalla “Cappella
Baglione” nella Chiesa di San Francesco a
Perugia e assegnata al Cardinale Scipione
per ordine dello stesso Pontefice.
La statua di “Venere vincitrice”, oltre
che per celebrare il fulgore fisico
della principessa Borghese, in uno
con il trionfo della famiglia
Bonaparte, era stata creata anche
per il piacere privato di Camillo
Borghese, ma era meglio non venisse più
vista poiché , a quel punto, restava soltanto la nudità della statua, peraltro, la stessa Paolina, il 22 gennaio 1818, così scriveva al marito:
“ … Camillo, vorrei pregarvi di farmi un
piacere, sono a conoscenza che talvolta
consentite a qualcuno di vedere la mia statua di marmo, sarei lieta se ciò non accadesse più, in quanto la nudità della scultura sfiora l’indecenza; è stata creata per
il vostro piacere, ma ora non è più così ed
è giusto che rimanga nascosta agli sguardi altrui … “.
Soffermiamoci adesso, sia pur brevemente, sulla Galleria Borghese.
In un poemetto del 1613, il letterato
Scipione Francucci, descrive per la prima
volta, la raccolta di dipinti e antiche sculture del Cardinale Scipione, figlio di
Ortensia Borghese, sorella di Paolo V,
Camillo Borghese, 1605 - 1621 e di
Francesco Caffarelli raccolta che, l’anno
successivo, sarebbe stata ospitata nella
nascente Villa Borghese fuori Porta
Pinciana:
: “ … quella Galleria, che par fatta il teatro
dell’Universo, il compendio delle maraviglie e la vaghezza dello sguardo umano”.
Il nucleo più importante delle sculture e
dei quadri della Galleria è riconducibile
alla collezione del Cardinale Scipione, ma
gli innumerevoli eventi verificatisi nei successivi tre secoli lasciano importanti tracce.
Notevole la collezione dei dipinti del
Nel 1682, dopo la sua morte, confluisce
nella Galleria Borghese parte dell’eredità
di Olimpia Aldobrandini, nonna del principe Camillo comprendente opere appartenute alla collezione del Cardinale Salviati e
a quella di Lucrezia d’Este
Nel 1807, Camillo Borghese decide di vendere a Napoleone molte statue, busti, bassorilevi, colonne e diversi vasi, opere costituenti il “fondo Borghese” del Louvre, tuttavia, ben presto, queste lacune vengono
colmate con l’arrivo di materiali provenienti dagli scavi archeologici, oltre che da
diverse dimore della famiglia Borghese,
nel 1827, lo stesso principe, a Parigi,
acquista l’importante “Danae” del
Correggio.
Antonio Allegri detto
“Correggio”, Danae
14
Campo de’ fiori
di Carlo Cattani
Roger D altrey
Roma - 23/03/2012 — Auditorium della Conciliazione
Tutti in tilt per TOMMY !
Facile caricaturizzarli, un po’ come sparare sulla Croce Rossa, si potrebbe dire !
Nasi, menti, zigomi, denti, mandibole e
mascelle, in primis, gridavano vendetta e,
così , con un minimo di abilità nel disegno
, al liceo ci si sbizzarriva nel creare gustosi quadretti con quattro abnormi faccioni dai “dentoni-baffoni musi lunghi
muniti” che il foglio non bastava …tutto
ciò durante l’ora di religione, OF COURSE
!WHO are they? THE WHO! Sono trascorsi oltre 50 anni dai loro primi concertini tra il 1961/1962 con la denominazione
“THE DETOURS” poi convertitisi in “THE
HIGH NUMBERS” e quindi passati alla storia come “THE WHO”: parliamo di Pete
Townshend, Roger Daltrey,John Entwistle
e Keith Moon. Appunto i mitici “THE
WHO”! Conservo ancora, mooolto consumato dagli anni di “affissione” nella mia
cameretta di tanto tempo fa, un loro
poster 70x100 con l’immagine di Pete
Townshend volante sul palco in una delle
sue pose più famose ed impegnative fisi-
camente parlando(!), la “sforbiciata volante” con chitarra alla mano e, in secondo piano, compreso nella sua “apertura di
gambe”, il torso nudo e la faccia sudaticcia di un Keith Moon con capelli a caschetto in un’espressione furbetta e completamente immerso/perso tra gli elementi
della sua mastodontica batteria variopinta
a doppia cassa: davvero esaltante per un
ragazzetto di 14 anni qual’ero ! Ad essere
proprio ma proprio stringato vi evidenzio
le centinaia di concerti e le vendite milionarie dei loro dischi, ricordo i singoli
memorabili come “I can’t explain”, “My
Generation”, ”Substitute” , i diversi lp consegnati alle grandi pagine della storia del
rock quali “My generation”, “The Who sell
out”, “Tommy”,“Quadrophenia” -“The kids
are alright”, “Who ‘s next”, la partecipazione ai grandi raduni rock della fine dei ’60
inizi dei ‘70: il Festival di Monterey (’67) ,il
Festival di Woodstock (69), il Festival
dell’Isola di Wight (70); inoltre, THE WHO
rappresenta il gruppo di culto per il movimento Mod. E come non parlare degli
eccessi: i tanti risarcimenti per i danni
arrecati alle camere d’albergo distrutte
nel corso dei loro “after show parties“, le
enormi spese per rimpiazzare i propri strumenti autodanneggiati ad ogni fine esibizione,tutti esborsi che hanno più volte
seriamente minacciato le finanze del gruppo , e , dulcis in fundo,le vittime dentro e
fuori la formazione : muoiono
Keith
“Moonie ”Moon nel ’78 e il bassista John
“The Quiet One’ Entwistle nel 2002 , la
“strana coppia ritmica” della band ; e che
dire degli oltre dieci spettatori che restano
schiacciati dalla folla impetuosa durante
un
loro concerto del ‘78 a Cincinnati
(USA)? L’ultimo tour della formazione
Inglese, ridotta a 2/4 per le morti di
Moon,gran batterista e personaggio a dir
poco estroso, e di Entwistle,bassista
sopraffino con un ruolo ben oltre quello di
accompagnatore ritmico , s’è svolto nel
2008 e sempre coronato da quel gran
successo che ha accompagnato questo
gruppo nel corso della sua lunghissima
storia. Dal 2009, il cantante Roger Daltrey,
sessantotto anni ben portati ( poca dimestichezza con droghe e alcool, al contrario
dei suoi sodali), gira da solista con una
propria band includendo tra i suoi compagni di avventura Simon Townshend alla
chitarra ,il fratello minore di Pete, la prolifica “penna e mastermind” degli WHO, e
dal 2010 ha intrapreso un tour zeppo di
concerti per il mondo rappresentando integralmente,con la “benedizione” di
Townshend ovviamente, la rock opera
“TOMMY”. Ma perché mai, vi chiederete,
per questo tour di “Tommy”, non c’è
stata la partecipazione diretta del suo
creatore, Pete Townshend ? Da una delle
interviste rilasciate da Roger Daltrey nel
recente passato , troviamo una drammatica risposta che fornisce il chiarimento di
questa defezione:
< Pete ha dei grossi
problemi col suo udito e questa non è una
scusa: voglio dire, al momento lui gira con
gli apparecchi acustici. Questo non può
che causare grossi problemi di ordine tecnico nel suonare in lunghi spettacoli dal
vivo>.La vita continua e , dunque, Roger
Daltrey ,preso atto delle condizioni fisiche
del suo “compagno di una vita in musica”
, Pete, si è imbarcato in un lungo tour
Europeo, riservando al nostro Paese otto
concerti, distribuiti nel centro-nord , di cui
ben due nella capitale . Con il biglietto in
tasca già dagli ultimi giorni di settembre
dello scorso anno, ho atteso con non poca
trepidazione l’esibizione nella speranza di
“godere” della visione e della musica di
Campo de’ fiori
un’autentica icona del rock qual è Roger
Daltrey e con me, animati dalle stesse
aspettative,diverse migliaia di appassionati hanno esaurito ogni ordine di posti
dell’Auditorium di via della Conciliazione
per presenziare alla “ prima volta” dell’esecuzione della rock opera “Tommy” in
Italia; due serate di uno tra quei concerti
rock ,senza dubbio, dal maggior appeal
nell’ambito del programma di eventi musicali di questa stagione 2012: ! Antistanti
all’ingresso dell’auditorium ci accolgono i
carretti dei venditori di magliette del gruppo e un arruffato e multicolore artista di
strada si propone nella sua interpretazione
del repertorio Hendrixiano straziando la
sua chitarra e violentando il suo mini
apparato di amplificazione portatile . Nel
foyer noto che la distribuzione dell’età
degli spettatori in attesa di accedere in
teatro è ampia : si va da alcuni ragazzetti
dall’apparente età di 12/13 anni con il
papà cinquantenne, agli over 65 ! Il
luogo ,così marmoreo e vellutato, ordinato e controllato , con il “Cupolone” che
incombe a pochi passi
, le
“signorine/maschere” in rigorosi tailleur
scuri e solitamente abituate al pubblico
della “classica” e dei “red carpets” , contrasta con la maggior parte di “noantri”
rockers dalle formalità latitanti ! Il logo
della Royal Air Force ,adottato a simbolo
del movimento Mod spicca su molte delle
magliette indossate da ragazzi e meno giovani accorsi alla serata .In sala molti attendono l’inizio scattando foto ricordo con
alle spalle il palco “pronto all’uso” e c’è
chi con genuino interesse fotografa l’equipaggiamento musicale del gruppo buttando uno sguardo anche ai fogli della scaletta ben “scocciati” sotto le postazioni
dei musicisti. Noto anche diversi stranieri e di loro me ne passa davanti uno con
la ” Union Jack jacket”(una giacca realizzata con un tessuto che riproduce i colori
della bandiera della Gran Bretagna) tipo
quella che usava indossare
Pete
Townshend . Scoccano le 21.15 e le luci si
spengono ,partono gli applausi e nella
oscurità attenuata dalle fioche luci di
sicurezza della sala si scorge l’entrata in
scena dei ragazzi del gruppo ; ecco i primi
bagliori del concerto e l’ovazione si rinforza per un più caloroso segno di saluto
all’ingresso sul palco di Roger che ,in “
total black” , occhialini tondi con lenti
azzurrate , capelli bianchi ma che ancora
mantengono la classica “arricciatura” e il
taglio dei tempi andati , raggiunge il centro della scena, ci saluta elevando le braccia poi arretra ed afferra due tamburelli
appoggiati sulla pedana della batteria;
partono le note dell’Overture di “Tommy” e
delle immagini iniziano a scorrere proiettate su di uno schermo collocato in alto
alle spalle della band : gli applausi riemergono più fragorosi e avverto una sensazione da ” pelle d’oca” ….queste note
introduttive in pochi attimi mi riportano
indietro nel tempo , nella mia cameretta
da adolescente ,a quel doppio lp di
“Tommy” suonato a tutta manetta che
,pubblicato nel’69, ho scoperto,quattordicenne ,nel ’75;ma , soprattutto, rivedo la
figura di mia madre sulla soglia d’ingresso
della mia camera che , agli esordi con
quello che diventerà il suo
tormentone
preferito, mi urla in faccia <ABBASSA IL
VOLUMEEE…,non vivi da solo in questa
casa ! > …davvero un grande hit degli
anni 70/80 in casa mia ! L’esecuzione di
“Tommy” è integrale, così cchè trascorrono circa 6/7 minuti prima che la voce
di Roger si palesi alle nostre orecchie
,poiché l’opera è strutturata in una prima
parte , appunto l’Overture , che inizia
strumentale e prosegue con la famosa
strofa cantata da Townshend, introduttiva
alla storia, : <Captain Walker didn’t come
home .His unborn child will never know
him….>;si continua con l’annunciazione
della nascita di Tommy , “It’s a boy”,
sempre per le corde vocali
di
Townshend,:era Pete sul disco e ora
Simon,suo fratello, in questa serie di rappresentazioni . La storia ,che ha avuto nel
corso degli anni anche versioni teatrali e
una versione cinematografica per la regia
di Ken Russel nel 1975, in breve ,è quella
di ”Tommy”
un bambino che nasce
durante la seconda guerra mondiale, da
un padre che, aviatore della Royal Air
Force,viene dato per disperso in combattimento ma , dopo alcuni anni ritorna e
scopre la moglie con il suo amante;quest’ultimo viene ucciso dal padre e Tommy
intravedendo la scena riflessa in frammenti di specchio ne rimane traumatizzato con la conseguenza di perdere l’udito la parola e la vista. Il suo sarà un viaggio ,alla ricerca della guarigione ,tra sopprusi e violenze perpetrate da diversi strani personaggi . Gli resta un ‘unico senso, il
tatto , che utilizzerà per trasformarsi in
15
un “pinball wizard” ,un mago del flipper .
La band e Roger ci danno sotto esaltando
i mille e più accorsi alla serata; certo ,
Daltrey non raggiunge al 100% i picchi
vocali delle versioni originali ,la sua voce
ha una tonalità più bassa, ma il suo
impegno sul palco ,a 68 anni, è completo
e divertito, con le classiche roteazioni del
filo del microfono che gli riescono ancora bene . Siamo tutti attenti e ben piazzati nelle nostre poltroncine rosse vellutate
ma terminata l’esecuzione di “Tommy” ,
come per un segnale convenuto, gran
parte del pubblico si riversa sotto il palco
per acclamare più da vicino Roger pronto
a dare avvio ad una seconda parte di
spettacolo costituita dai brani storici degli
WHO . La sua camicia scura porta i segni
del sudore lungo i fianchi,la fatica si fa
sentire, ma lui è li pimpante e, confortandosi di tanto in tanto con qualche sorso
d’acqua , si lancia in infuocate esecuzioni
di classici degli WHO come “Can’t explain”
“The kids are alright”, “Behind the blues
eyes”,”Who are you” (con il pubblico a far
da
coro
nel
ritornello)
,”My
generation”,”Baba O’Riley” .Ha pure la
forza di continuare a scherzare quando
,quasi al termine della sua lunga performance , imbraccia un ukulele e parla dell’impossibilità di potersi proporre con questo strumento,una sorta di chitarrina, nel
famoso “windmill”, la roteazione veloce
del braccio sulla chitarra , inventata da
Pete Townshend , mimandone la goffagine del movimento rispetto alle ridotte
dimensioni dello strumento.Sono le 23.20
e ,implacabilmente, le luci in sala riprendono il sopravvento, lo spettacolo è finito
ma THE KID WAS ALRIGHT ! Carlo
Cattani©aprile 2012
Campo de’ fiori
17
Io e gli oroscopi.
I modi di divinazione sono molteplici, e tutti ugualmente validi,
a saperli bene interpretare!
I
l 12 aprile, alle
Divinatione” si chiedeva come mai
15,40, all’Ospedale di
facessero due indovini a guardarsi
Viterbo,
è
nato
in faccia e non scoppiare a ridere
Gabriele.
mentre pronunciavano vaticiCome uso fare quando
ni.
un lieto evento rallegra
Ed allora perché faccio gli
qualche amico, mi accinoroscopi se non ci credo?
go a preparargli l’oroPerché mai mi accingo
Paolo Balzamo
scopo. Qualche ora di
a riempire oltre 100
lavoro e calcoli al compagine di interpreputer ed un centinaio di pagine di vaticini
tazioni, predizioni e
sono pronte.
vaticini che non si
L’oroscopo occidentale è , in ultima
realizzeranno se non
analisi, lo studio della posizione dei
per caso? Semplice:
pianeti nei dodici settori (“case”) del
per gioco logico. Si
cielo al momento e nel luogo della
tratta di operare in un
nascita.
sistema codificato. Le
Dato che ogni casa (ascendente, medio
norme di Placidus
cielo e tutte le altre) rappresenta un
sono rigorose: Giove
ambito della vita futura (persona, casa,
in IX casa indica carriambiente, famiglia ecc) e che ogni pianeta
era
universitaria
o
rappresenta un aspetto della personalità
diplomatica, Nettuno in
(amore, competitività , equilibrio, astuzia,
VI casa indica un’’attività
ecc.) si stabilisce il destino del soggetto in
lavorativa connessa ai liquidi o
ogni aspetto della sua vita. E’ un insieme
al mare. Questo il dato. Allora il nosdi calcoli (secondo il metodo dell’astrologo
tro Gabriele insegnerà ingegneria idraulidi Praga Placidus, alla fine del 1700) che
ca? Può darsi, ma di certo non perché lo
arriva alla fine a determinare un “quadro
dicono le stelle, ma eventualmente perché
astrale” come quello di Gabriele, qui riporlo diranno le sue mani, il suo lavoro, la sua
tato.
volontà . Certo nella vita
Questo secondo gli
un pizzico di fortuna non
E’ un insieme
astrologi. In antico i
guasta, ma ognuno è
di calcoli (secondo il artefice della sua sorte.
metodi erano diversi, ed
anche oggi i modi di div- metodo dell’astrologo Il sistema dell’oroinazione sono molteplici,
scopo è un sistema
di Praga Placidus,
e tutti ugualmente valichiuso, logico e regolaalla fine del 1700)
di, a saperli bene interto. Le sue norme sono
che arriva alla fine a valide al suo interno; se
pretare: c’è l’oroscopo cinese, con i
si adatta o no alla realtà
determinare un
dodici animali che
non ha la minima impor“quadro astrale”.
andarono a trovare il
tanza, basta che gli operaBudda
morente,
tori logici vengano rispetquello celtico, basato sugli alberi,
tati e per svilupparli non occorre crederci.
quello maya, basato sui dodici aniInsomma, mi diverto a fare gli oroscopi,
mali/totem sacri, eccetera.
per dirla con Cho Cho San, un po’ per celia
Stessa validità , dicevo, ossia, secondo me,
e un po’ per non morir.
zero. Per tutti quanti. Sono molto più viciVoglio dedicare qualche ora del mio
no allo scettico Cicerone, che nel suo “De
tempo, per fare un regalo unico ad un
nuovo arrivato. E poi alla fine, forse un po’
di magia esiste veramente: è il miracolo
della vita che si rinnova in Gabriele, ed in
ogni Gabriele, in ogni fiorellino sbocciato o
che sboccerà in questa primavera, in ogni
nuova generazione alla quale passiamo il
testimone della staffetta partita tre miliardi di anni fa e della quale nessuno conosce
il traguardo.
Nessun oroscopo, nessun vaticinio ci
consente di vedere il domani. Il
domani ce lo possiamo solo costruire,
faticosamente, giorno dopo giorno.
Lavoro, logica ed impegno. Questo serve,
altro che vaticini.
Il mio augurio per i nuovi arrivati?
Benvenuta,
Primavera.
Benvenuto
Gabriele. Ben rinnovata, Natura.
Hasta la vista!
Campo de’ fiori
18
Ecologia e Ambiente
Spese militari: 3 milioni di euro ogni ora…
Strano tutti tacciono!
I
n Italia si spendono
diversa, con delle buone politiche
per la Difesa circa 3
sociali, non con le armi, nel 2009
milioni di euro all’oabbiamo esportato armi per un valore
ra, ben 27 miliardi di
di 5 miliardi di euro. Non sono certo
euro in un solo anno.
queste le politiche di buona conviSono queste le cifre
venza tra i popoli. Perché non dire
che il Ministero della
apertamente ad esempio, che la
Difesa italiano ha
Libia non è un regime sanguispeso nel 2010.
nario, ma semplicemendi Giovanni
te un prodotto da
Francola
Nei prossimi anni, nel
conquistare. Le
bilancio della Difesa,
sue materie
ci sono da aggiungere altri 17 miliardi di
prime meteuro, per l’acquisto di 131 cacciabombartono gola a troppe
dieri F 35! La domanda è questa, ma chi
democrazie e su
dobbiamo bombardare?
questo
l’ipocrisia
Sommando queste due cifre si andrebbe a
regna a 365 gradi.
coprire tutta la manovra finanziaria, ma
Ho provato a leggere
intorno a questi numeri c’è un silenzio
ciò che il governo
assordante, come se tutti questi soldi
Libico mette a disposizioabbiano una corsia preferenziale, un qual
ne ai propri cittadini, mi
cosa da non mettere mai in discussione,
sono fatto un idea più chiara e
ma perché ? Basterebbe un taglio del
più ampia sulla parola democra20- 30% di queste spese, per risparzia, ma non è questo il punto. Le
miare miliardi di euro ogni anno,
così dette “guerre al terrorismo”
senza mettere in discussione i livelli di presono costate solo agli
venzione dei conflitti e di
Usa ben 4000 miliardi
mantenimento della pace.
Queste risorse potreb- 27 miliardi di euro di dollari, questi soldi
sono stati presi in
bero essere destinate
in un solo anno, a buona
parte in prestiad esempio alla tutela
cui ci sono da
to dalle banche, così
dell’ambiente, alla saniil Governo americano
tà , alla cultura, alla
aggiungere altri 17 ha
dovuto pagare
difesa dei diritti sociali
ecc. L’Italia ripudia la miliardi di euro, per miliardi di dollari di
interessi su quei preguerra come strumento
l’acquisto di 131 stiti,
non potrebbe esseper risolvere le controversie
internazionali
cacciabombardieri re forse anche questo il
crollo delle borse? A cosa
(art. 11 della nostra
F 35!
porta questo tipo di inveCostituzione), ma in molti
stimenti, se non quello di
luoghi al mondo dove ci
una cultura di disprezzo e di morte?
sono conflitti, i nostri soldati vi prendono
Tornando in Italia, spero che si inizino a
parte e vengono chiamate missioni di
rivedere queste enormi spese militari, non
pace: se ci fosse davvero voglia di pace
è certo un buon governo quello che fa
non si spenderebbero tutti questi soldi. La
finta di non vedere, da una parte il bisopace si costruisce con una cultura
gno di racimolare soldi con formule ogni
giorno diverse e spesso contraddittorie,
perché vanno a togliere servizi e risorse a
settori come la scuola, la formazione, la
sanità , per citarne alcuni, dall’altra parte
un bilancio che nessuno dei nostri grandi
e illustri politici mette sul piatto del risparmio.
Per una volta abbiate il coraggio di dire
apertamente ai cittadini che spendere 3
milioni di euro ogni ora per le spese militari, non è più sostenibile o meglio non
è più accettabile. Non dite che è pura
demagogia, cercare di ridurre queste
spese, certo la sicurezza di una
nazione è di fondamentale importanza, ma più importante è che la gente
viva pacificamente all’interno di ogni singolo Stato, solo così si potrà vivere e
esportare la cultura della pace agli altri
popoli.
Campo de’ fiori
19
VI RASSEGNA DI TEATRO AMATORIALE
“PREMIO ARCO D’ORO”
Miglior spettacolo 2012 “Le voci di Dentro” della Compagnia Teatro Club di Torre del Greco.
Alla Compagnia Filarmonico Drammatica di Macerata con “Il marito di mio figlio”, il riconoscimento
speciale della Stampa, offerto dalla nostra rivista.
Si fa ogni anno più ambito il premio della
rassegna di teatro amatoriale “Arco d’oro”
della cittadina di Fabrica di Roma, giunto
alla sesta edizione. Settanta sono state le
Compagnie Italiane che hanno partecipato, inviando i propri spettacoli.
Il direttore artistico della rassegna Carlo
Ciaffardini ha selezionato le sette finaliste
che hanno composto il cartellone di questa
sesta edizione del “Premio Arco d’oro”,
così chiamato in onore del caratteristico
Arco di Giove, porta di accesso dell’antica
città di Faleri Novi.
Il Premio assegnato al Miglior spettacolo,
consiste infatti nell’opera pittorica raffigurante l’arco, eseguita da Ferdinando
Sciarrini. Le sette compagnie in gara, provenienti da diverse parti d’Italia, anche
quest’anno si sono sfidate a colpi di
applausi per aggiudicarsi non solo il premio finale, ma anche i vari altri riconoscimenti messi in palio, per i quali il lavoro di
assegnazione della giuria è sempre piuttosto difficile, vista la qualità delle opere
messe in scena. Sabato 14 Aprile, presso
il teatro tenda di Fabrica di Roma, che ha
ospitato tutta la rassegna, si sono svolte le
premiazioni, alla presenza delle compagnie, oltre che a quella delle autorità locali, della giuria e degli spettatori più assidui
che dopo aver partecipato agli spettacoli,
erano curiosi tanto quanto gli attori di
conoscere gli esiti. Un pubblico compiaciuto e sempre più affezionato ed interessato
quello della rassegna fabrichese che ha
contato quest’anno una media di 350 spettatori per spettacolo. Sempre quasi il tutto
esaurito se si considera che la capienza
della struttura è di poco più di 400 posti.
A condurre la serata, il presentatore ufficiale, Claudio Ricci, spalleggiato dal direttore artistico Carlo Ciaffardini. I due formano una mancata coppia di comici, che
punzecchiandosi strappano tante piene
risate agli spettatori. Ad arricchire lo spettacolo, pieno di suspense, tanti bravissimi
artisti,
quali
la
ballerina
Giada
Pancianeschi, il trio Mysticanza con il virtuosismo del violinista Fabio Porroni, che
ha proposto musiche etniche, coinvolgendo tutto il pubblico, e il giovane cantante
Dario Guidi, vincitore di numerosi concorsi
canori ed al quale l’amministrazione comunale di Fabrica ha voluto assegnare una
targa di riconoscimento per il suo ormai
accertato talento. Dario, oltre ad aver
emozionato semplicemente con la sua
voce, ha proposto una esibizione inedita,
ammaliando gli spettatori con le dolci note
Foto Fabio Branca
La Compagnia Teatro Club di Torre del Greco riceve il Premio Arco d’oro 2012,
per lo spettacolo “Le voci di dentro” di Eduardo De Filippo, per la regia di Gino Roma.
della sua arpa celtica. Splendide
le vallette della serata, Michela e
Bosuoan, vestite con gli abiti della
Boutique “Madamfiò ” di Fiorella
e gli accessori di “Bijoux” di Carla
Fochetti. Un plauso anche alla Pro
loco, guidata da Stefania
Stefanucci, particolarmente attiva
nell’organizzazione di tutto l’evento.
Ma veniamo all’assegnazione dei
premi: miglior allestimento
scenografico alla Compagnia
del Sorriso di Ancona con “In
La Compagnia Filarmonico Drammatica di Macerata
nome del Papa Re” di Luigi
ritira il Premio Speciale della Stampa assegnato dalla nostra
Magni; miglior attrice non protestata giornalistica
tagonista è andato a Chiara
to immaginario” della Compagnia
Fanara nella parte di Penny nel musiScaramante di Bastia Umbra vince il
cal “Grasso è bello” tratto dal famosissignificativo Premio Del Pubblico, assesimo Hairspray. Si è aggiudicato il premio
gnato in base ai voti di gradimento dati dal
attore non protagonista Ettore
pubblico al termine di ogni spettacolo. La
Budano nella parte di Serafino “il perpeGiuria ha voluto dare un premio speciale
tuo” veneziano di Manfredi nel film di
alla compagnia Teatranti di Frodo per la
Magni. Il premio alla Regia è andato al
non facile messa in scena di “Camere da
bravo Gino Roma che ha ben diretto l’oLetto” di Alan Ayckburn.
pera di Eduardo “Le Voci di dentro”.
Molto apprezzata la scelta del Premio
Premio alla Miglior attrice ampiamente
Speciale della Stampa che è stato
meritato per Flavia Palumbo, splendida
assegnato quest’anno da Campo de’ fiori
interprete di Livia Arciani ne’ “La ragione
alla
Compagnia
Filarmonico
degli altri” di Pirandello portata in scena
Drammatica di Macerata per aver brildalla Compagnia dell’Eclissi di Salerno, già
lantemente portato in scena la commedia
ammirata nel Teatro d’Autunno nella parte
“Il marito di mio figlio” affrontando con
di Blance nel “Tram chiamato Desiderio”.
garbo, bravura ed equilibrio un tema di
Miglior Attore quest’anno in ex equo a
dibattuta attualità , quale l’omosessualità .
due grandissimi interpreti che hanno emoVince il Premio Arco d’Oro Miglior
zionato e divertito il pubblico del Palarte,
spettacolo della Rassegna 2012 “Le
vale a dire il bravissimo interprete di
voci di Dentro” di Eduardo De Filippo
Eduardo De Filippo nella commedia “Le
portato in scena dalla Compagnia Teatro
voci di Dentro” Renato Roma della
Club di Torre del Greco.
Compagnia Teatro Club di Torre del
Il Sindaco Mario Scarnati, consegnando
Greco ed il divertente ed esilarante Luca
l’ambito premio, si è impegnato per
Sargenti che ha portato a Fabrica una
migliorare e far crescere in prestigio e
maschera di Pulcinella capace di incantaqualità la Rassegna. Appuntamento al
re e stupire travolgendo il pubblico in un
prossimo anno!
mare di risate. Infatti “Pulcinella cornuErmelinda Benedetti
Campo de’ fiori
21
“Il Fumetto”
LETTERATURA PER IMMAGINI CHE EMOZIONA
UBELBLATT di Etorouji Shiono
edito da J-Pop – 12 volumi, in corso
C
oinvolgente ed emozionante. Ubelblatt narra un antico mito
secondo il quale, per contrastare il terribile esercito delle
tenebre, l’imperatore inviò quattordici valenti guerrieri,
armandoli con quattordici lance sacre. Tre di loro, i “gloriosi guerrieri senza ritorno”, perirono in battaglia. Altri quattro, soprannominati “le lance del tradimento”, vennero giustiziati dai loro compagni per diserzione. Gli ultimi sette portarono a termine la cruenta missione e, al loro ritorno, furono acclamati e accolti come eroi.
Ma, venti anni dopo, un gruppo di ribelli autoproclamatisi anch’essi “le lance del tradimento” sfidano ancora una volta l’autorità dell’impero... Oscura, avvincente, leggendaria.
di
(Trama ripresa dal sito dell’editore).
Daniele Vessella
Amanti del fantasy medioevale non potete lasciarvi sfuggire quest’opera che unisce elementi fantastici come elfi, antiche leggende e profezie, al mondo
delle spade, dei guerrieri e della magia. La trama,
ricca di pathos e di colpi di scena, ci rivela una
L’antico mito che
verità nascosta dai sette eroi. Una verità che solo
narra la storia di
Koinzell, il protagonista, conosce e vorrebbe farla
emergere per compiere giustizia nel suo mondo.
quattordici cavalieri,
Koinzell persegue il suo obiettivo senza risparmiarimperdibile per tutti
si. Determinato, come dovremmo essere tutti noi…
Lascio l’indirizzo del mio blog:
http://danielevessella.blogspot.com/
gli amanti del
fantasy medievale
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22
Campo de’ fiori
Che cos’è “la conoscenza”?
La singola lettera
dell’alfabeto è il più
piccolo pezzo destinato a formare la
parola, paragonabile
al primo “atomo”
dell’universo spirituale, che a sua
volta è il più piccolo
pezzo necessario a
del Prof. Massimo
formare una propoMarsicola
sizione, che a sua
volta è il più piccolo
pezzo necessario per un ragionamento,
che a sua volta è il più piccolo pezzo
necessario ad avere una conoscenza, che
a sua volta è la più piccola parte necessaria per avere una cultura! Mi fermo qui, ma
potrei continuare negli esempi: l’approdo
sarebbe Dio-Logos, contenente in sè tutte
le idee, tutte le parole, tutte le conoscenze. Ciò per dire che la conoscenza
l’uomo se la deve costruire mediante
il linguaggio, a partire dall’esperienza che fa. La conoscenza si conquista
e si implementa attraverso lo studio
e l’esperienza, si trasforma e ci
accompagna nelle diverse stagioni
della vita. Si potrebbe dire che, in un
certo qual modo, essa è la nostra stessa
persona. Non può sfuggire infatti che se
gli altri ci riconoscono per i tratti distintivi
del corpo, noi ci relazioniamo agli altri
mediante la nostra cultura, fatta delle
conoscenze in nostro possesso. Ed è la
trasmissione delle nostre conoscenze che
fa la differenza nei rapporti umani ed
interpersonali. L’atto, prodotto dalle conoscenze che abbiamo, è un fatto culturale.
E presenta sempre ciò che noi stessi
siamo oltre, e al di là di ciò che il nostro
corpo presenta. E poichè quelli che mi
conoscono meglio sanno che insisto nel
dire che “noi siamo ciò che pensiamo”, il nostro pensiero dà senso alla
nostra stessa persona. Pertanto non è
sbagliato dire che la cultura è una persona o, se si vuole, la conoscenza è una
persona. E’ la persona che noi stessi
siamo. Uno dei fondamentali capitoli del
mio ultimo libro(1) è dedicato proprio alla
“conoscenza”. Se la Critica della ragion
pura prende le mosse dalle domande: ”chi
è il soggetto della conoscenza”; “che cosa
conosce”; “in che modo conosce”; la
domande da me poste sono: “che cos’è la
conoscenza”? “Perchè la conoscenza”? E
nel rispondere ho dovuto articolare in varie
tappe la questione. La conoscenza riguarda l’uomo da sempre e lo riguarda sempre. Sulla base di essa si pensa, si dice e
si fa. La storia stessa è mossa dalla conoscenza o, che è lo stesso, dall’assenza di
conoscenza. La storia personale e la storia
sociale, quella nazionale e quella sovranazionale sono connesse, si intrecciano e si
fanno per la conoscenza. E quando parlo
di conoscenza non mi riferisco tanto
e solo a quella che più genericamente e ampiamente chiamiamo cultura.
Questa purtroppo, ben pochi ce l’hanno.
Mi riferisco alla conoscenza che invece
tutti raggiungono e possiedono, più o
meno ampia, più o meno profonda, più o
meno coerente. Quella mediante la quale
l’uomo nella quotidianità è , per i suoi atti,
uomo.
Si è trovato altresì che così come il cibo
è alimento per il corpo, “la conoscenza” è
alimento per l’anima. E, dalla ricerca è
emerso un vero e proprio parallelismo tra
i due tipi di cibo e i loro rispettivi effetti,
ma anche complementarietà ed integrazione fra i due tipi di res, direbbe Cartesio:
la res cogitans(l’anima) e la res extensa(il
corpo). Ma dire “parallelismo” è riduttivo
oltre che sbagliato. Il corpo e l’anima stanno tra loro come una monodualità . Sono
due distinti diversi che proprio per questa
loro differenza e distinzione possono fare
quell’uno et unicum che è la persona.
Bisogna dire che l’anima e il corpo stanno
tra loro, oltre che come paralleli (non sono
ad esempio asintotici), anche come elementi complementari, opposti, corrispondenti, interattivi, integrati, dipendenti e
correlati. Ma, ultima rilevazione necessaria
da fare, stanno tra loro, in ordine alla lega-
lità , come inversamente proporzionali.
Seguono cioè , leggi opposte.
La conoscenza permette alle facoltà dell’anima dapprima di essere sollecitate, poi di
costituirsi e di emergere, di esercitarsi,
irrobustirsi, perfezionarsi, lavorare al
meglio, infine di chiedere per sè il “giusto
cibo”, respingendo, contestualmente quello considerato nocivo. L’ho già detto:
“l’uomo è ciò che pensa”. E l’anima è il
luogo ove il pensiero nasce, si esercita, si
alloca, si nutre, cresce, progetta, opera.
Se il valore dell’essere umano, la sua
dignità (rispetto a tutte le cose), sono dati
dal fatto di possedere un’anima che lo
rende simile a Dio, la differenza tra le persone o, se si vuole, il valore aggiunto di
una persona, è dato dalle conoscenze che
ha. Ma non vale solo il detto: “più conosci
più vali”; vale piuttosto il detto: “dimmi
che cosa conosci e ti dirò chi sei”.
Quella è la frequentazione vera ed immediata di ciascuno: le sue conoscenze. “Le
sue conoscenze sono anche i suoi principali amici”. I suoi pensieri rivelano il cuore.
Che in altri termini significa: “dalle tue
conoscenze posso stabilire chi sei e il tuo
valore”. Da tutto questo si può comprendere la grande importanza che rivestono la
“buona educazione” e la “buona istruzione”. Non dico “educazione” ed “istruzione”,
ma “buona educazione” e “buona istruzione”. Non tutte le istruzioni (conoscenze) si
equivalgono; e non tutte le educazioni
sono buone. Noi cattolici questo lo sappiamo da sempre. Vogliamo oggi ricordarlo
specialmente a coloro che soffrono per la
maleducazione degli altri.
1. Cfr. M. Marsicola, Egologia, (inedito)
Campo de’ fiori
23
Manifesto per una
Costituente per la
Cultura.
Questo articolo che
vi accingete a leggere sarà diverso dai
miei soliti contributi
che si concentrano
tutti su una visione
globale delle tecnologie
informatiche
legate all’informaziodi Patrizia Caprioli ne ed alla comunicazione. Oggi si parla di
Cultura, anche perché la multimedialità
che noi viviamo attraverso i vari strumenti
e dispositivi messi a nostra disposizione
dalla Rete può racchiudere un mondo culturale che può e deve essere scoperto,
fruito, sviluppato, assaporato.
La mia idea nello stendere questo articolo
è nata dalla lettura di una serie di servizi
pubblicati su un inserto culturale che esce
ogni domenica con il giornale Il Sole 24
Ore, che è chiamato appunto Domenica.
Dal primo articolo apparso domenica 19
febbraio 2012 è nato una specie di movimento cittadino che inneggia a fare della
Cultura una fonte primaria per lo sviluppo
economico del nostro Paese.
Il progetto messo in campo ha come
obiettivo quello di far nascere una
vera e propria Costituente in seno al
nostro Governo per far si che la
Cultura divenga materia prima nella
nostra economia e che senza utopie
nasca un accordo tra Pubblico e
Privato che incentivi occupazione e
crescita sociale.
Questa Costituente si basa su 5 punti
fondamentali:
- La nascita di una vera e propria
Costituente per la Cultura, per l’appunto,
in seno al Parlamento Italiano.
- Strategie di lungo periodo che inneschino studi e ricerche di fattibilità in ambito
culturale.
- Una cooperazione reale e tangibile tra
tutti i Ministeri, non delegando al solo
Ministero dei beni e delle attività culturali,
l’onere di occuparsi della rinascita economica della nostra Cultura. Devono per
forza di cose essere coinvolti anche il
Ministero dell’Economia, il Ministero del
Lavoro, il Ministero dell’Istruzione e così
via.
- L’Arte deve essere studiata nelle scuole,
dalle elementari all’Università , non solo a
livello storico ma anche creativo, senza
abbandonare la ricerca scientifica che è
legata alla Cultura.
In quest’ultimo punto vengono racchiusi
tre obiettivi principali. Il primo è il riconoscimento reale del merito delle menti artistiche. Il secondo è la complementarità
pubblico-privato, dove l’area pubblica si
occupi principalmente di quelle zone della
cultura che non possono dare margini di
guadagni per investimenti privati, e che
incentivi la ricerca sotto tutti i punti di
vista. L’area privata deve abbracciare la
Cultura come fonte di guadagno certo,
investendo seriamente nella creazione di
eventi culturali. In ultimo, gli sgravi fiscali
concreti dovrebbero incentivare questa
tipologie di imprese, come si fa in tanti
paesi a livello mondiali.
Tutto questo per far comprendere a tutti
che la Cultura può diventare fonte di
guadagno e di incremento occupazionale, perché se incominciamo a pensare
che andare a teatro, al cinema, al museo
non è una perdita di tempo, ma un reale
arricchimento della nostra anima allora
incominceremo davvero a credere che noi
italiani possediamo un enorme patrimonio
culturale che ci invidia tutto il mondo, e
che possiamo adoperare per creare lavoro,
guadagno e prospettive future di rinascita
sociale.
Gli articoli del Sole 24 Ore propongono
una sottoscrizione pubblica facendo appello a tutti gli italiani affinché aderiscano
all’Idea della Rinascita della Nostra Cultura
Italiana. Il testo del Manifesto per una
Costituente della Cultura lo potete trovare
all’indirizzo
in
rete
http://240.it/ManifestoCultura , potete firmare virtualmente scrivendo a [email protected] oppure dalla Home
Page del quotidiano www.ilsole24ore.com
Non deve meravigliare che un giornale che
si occupa principalmente di Economia
dedichi intere pagine alla Cultura, perché
è proprio quest’ultima che deve divenire
industria fertile e sempre in attivo.
Molti sono gli esempi di Buone Pratiche di
valorizzazione del patrimonio artistico del
proprio paese che possiamo osservare a
livello internazionale, mi riferisco soprattutto agli Stati Uniti, ma anche a paesi
emergenti come la Cina ed il Brasile. E noi
perché dovremmo essere da meno? Noi
che non abbiamo solo il Colosseo, che
nelle nostre piccoli comunità abbiamo
nascosti tesori e gioielli che nessuno più
valuta come tali e non li valorizza, non li
sfrutta per tranne guadagno e creare
occupazione, non li sfrutta per darci di
rimando una buona dose di piacere estetico.
Attraverso la lettura di questi contributi ho
realizzato che una delle necessità che
resta primaria è il riabituarsi alla Buona
Cultura, al Gusto estetico delle cose, alla
Bellezza artistica sotto tutti i suoi aspetti
ed a tutti i livelli. Posso vedere il bello e
provare un piacere estetico se leggo un
libro, vado ad una mostra, guardo un film,
ascolto musica. Allora portiamo noi stessi
ed i nostri figli, ragazzi, genitori ad uno
spettacolo, giriamo per le vie storiche dei
nostri centri cittadini, guardiamo i monumenti, i palazzi, ricordiamoci chi siamo e
da dove veniamo quando osserviamo le
nostre opere d’arte più belle.
La vita non può essere solo piacere materiale delle cose, perché queste stesse cose
hanno in sé un’anima che va alimentata
con tanta, tanta cultura.
La foto messa all’inizio di questo contributo è stata scattata da un ignoto fotografo
nel settembre del 1940 dopo un bombardamento tedesco che distrusse la Holland
House Library a Kensington, Londra. Vi
invito a riflettere sul contegno dei tre personaggi nella foto: tutto è scomposto,
distrutto, irriconoscibile, ma loro, imperturbabili, danno attenzione solo ai libri.
Buona cultura a tutti!
L’ANGOLO DEL PROF.A cura di Patrizia Caprioli
Mini-spazio dedicato a siti, portali, risorse in rete (gratis!) da poter usufruire come supporto
didattico per gli insegnanti interessati a dare sempre nuovi input ai loro piccoli studenti.
EUROPA=NOI: http://www.educazionedigitale.it/europanoi/
Qual è la storia dell’UE? Qual è il suo assetto geografico? Sono solo alcune delle domande che trovano risposta nella
piattaforma digitale EUROPA=NOI, un nuovo percorso didattico dedicato ai temi della cittadinanza europea promosso dal
Dipartimento Politiche Europee. L’iniziativa inoltre punta a creare una rete che possa aggregare scuole e insegnanti impegnati nell’ambito della cittadinanza europea.
Campo de’ fiori
25
Come eravamo
QUANDO NEI CAMPI SI….”PIANTAVA MAGGIO”!
mo esattamente come le
generazioni che ci avevano
preceduto, aspettavamo la
primavera per dar sfogo a
tutte le nostre passioni,
libertà di correre, giocare e
rotolarsi sull’erba, e perché no, amoreggiare con
le nostre irraggiungibili
Silvia. Erano i nostri
divertimenti, sicuramente un po’ diversi.
Lasciavamo i giochi delle
piazzette di paese, riponevamo i piccoli di
legno, toglievamo dai
triangoli e dai quadrati
disegnati in terra, le palline di
vetro multicolori, raccoglievamo in fretta le
figurine, insomma tutto, tranne le palle di
gomma e i palloni. Quelli no, ci sarebbero
serviti “pe’ ‘nnà a piandà Maggio”. C’era
tutto un rito, quasi propiziatorio, nell’organizzare le scampagnate; prima di tutto
ogni gruppo cercava
di accoppiare amicizie
secondo il suo “piacimento”, l’importante
che ci fosse stata
Silvia. Di una cosa
però tutti eravamo
certi, non avremmo
dovuto fare missioni
di convincimento con
i genitori di Silvia
(come per le festicciole da ballo in casa,
luce accesa e porta
aperta, ricordate?),
perché l’usanza era
che ognuno andava
col suo gruppo noi
con noi, e le Silvie
con le Silvie. Quindi genitori tranquilli e noi che, felicissimi già pregustavamo timidi baci e innocenti carezze.
Si partiva di primo pomeriggio per “giù a
Madonna de’ Piagge, a’ Fundana
lunga, lì ‘o Castellaccio, su a
Terrano, giù a Santa Susanna”, ed
altri luoghi adatti a scampagnate varie di
cui la nostra Civita era ricca, lasciandoci
l’imbarazzo della scelta. Dopo aver divorato i panini con frittata, carne panata, pane
e salame, e affettati vari, preparati da
mamme premurose: “Magnative tutto,
me riccommanno, nun riportate a
casa gnende”, si passava agli agognati
giochi all’aperto. Si partiva dal “malizioso”
Ruba bandiera, quando ti trovavi Silvia
davanti, e con mosse strane cercavi, sfiorandola, di rubargli il fazzoletto, al “coinvolgente” Palla prigioniera, quando fingendo di sbagliare mandavi la palla oltre la
siepe, e rincorrevi Silvia sperando in uno
scivolone per provare sensazioni insperate. Il culmine dei giochi era però
“nascondino” da noi
Lasciavamo i
“’nguattarella”, quando
giochi delle piazzette finalmente potevi mettere in
tutte le tue strategie
di paese, riponevamo i atto
amorose, cercando insieme
piccoli di legno,
a lei il nascondiglio che
toglievamo dai triangoli avrebbe reso difficile la
dei tuoi amici. Se ci
e dai quadrati disegnati ricerca
riuscivi, per quei tempi così
in terra, le palline di
difficili da un punto di vista
sessuale, ti sentivi il dio delvetro multicolori,
l’amore, poi ti accorgevi che
raccoglievamo in fretta con te non c’era Venere, ma
le figurine, insomma
quella Silvia irraggiungibile,
che
avevi dovuto imparare a
tutto, tranne le palle di
memoria sui banchi di scuogomma e i palloni
la.
“
“
“Era il maggio odoroso”
così
cantava
il
Leopardi
alla
sua
amata e irraggiungibile
Silvia. Le stagioni
erano vere, ognuna
con le sue caratteristiche climatiche ben precise: le tradizioni, gli
di Alessandro Soli
usi e i costumi si rafforzavano per rimanere
nella memoria, insomma Maggio era
Maggio, tiepido, odoroso, fatto di scampagnate spensierate, nei campi verdeggianti
che lambivano i nostri centri abitati. Ecco
allora il detto: “che si nnat’a ppiandà
mmà ggio?” Il nostro concittadino, il
Prof. Luigi Cimarra nel suo vocabolario del dialetto di Civita Castellana, a
proposito di Maggio, traduce così questa
frase dialettale: Andare ad amoreggiare in campagna. Sembra anacronistico
ricordarlo, ma per chi ha vissuto quegli
anni, mi riferisco agli anni ’60, noi faceva-
26
Campo de’ fiori
AGOSTINO PARADISI
Civita Castellana 1654 - Modena 1732
del Prof. Architetto Enea Cisbani
... continua dal numero 90
Il 26 novembre 1732, dunque, viene
rogato in Modena l’atto notarile dove
l’avvocato Agostino Paradisi, nomina
come Eredi Testamentari, il vescovo
e la municipalità di Civita Castellana,
per una somma valutata sulla reale
consistenza dei beni in Modena,
Bologna, Ferrara e Reggio, in
120.000,00 scudi romani.
Ora per farsi un’idea dell’eredità , dobbiamo pensare che nel 1702 il ponte
Clementino è costato 15.000,00 scudi
romani e i restauri della Cattedrale nel
1736-1750, ben 30.000,00 scudi romani.
Uno scudo romano, vale oggi tra i 60 e gli
80 euro: una cifra davvero notevole.
Nel testamento il Paradisi incarica Ignazio
Finizzani di Modena, della vendita di tutti i
beni sopracitati nonchè del palazzo con gli
arredi della residenza Modenese e di versare il ricavato ai procuratori testamentari,
Giuseppe Orsi e Ludovico Muratori, che
dovranno convertirlo in un unico legato o
deposito fruttifero in Bologna o Modena, a
favore del Collegio Paradisi di Civita
Castellana.
Qualora nelle suddette città , dispone
ancora il Paradisi, non si trovasse un conveniente deposito, i procuratori testamentari dovranno versare l’intera somma di
120.000,00 scudi romani nelle mani del
vescovo e del gonfaloniere di Civita
Castellana.
Dispone, inoltre, che il Collegio sia dedicato alla Beata Vergine Maria e a
Sant’Agostino.
Al detto Collegio, precisa il testamento,
siano ammessi gratuitamente cinque alunni della città e sia retto e guidato da un
rettore, da un maestro, un servitore e un
cuoco.
La direzione sia sempre del vescovo protempore, coadiuvato da un rappresentante designato dal comune e da un economo
tenuto a redigere ogni anno un preciso e
dettagliato rendiconto della gestione
finanziaria del Collegio.
Le precisate e dettagliate disposizioni
emergono dalla lettura di una
lettera che il 6 dicembre 1732 il
procuratore
testamentario
Giuseppe Orsi invia al vescovo Tenderini, precisando i
termini del testamento, che
viene allegato in copia alla
missiva, e informandolo che
l’avvocato Agostino Paradisi
il giorno 22 ottobre 1732
era stato colpito da un Ictus
in forma lieve, che non
aveva avuto conseguenze
gravi e seppur compromessa la funzionalità del braccio sinistro, non gli aveva
impedito di presenziare il 26
novembre alla stipula dell’atto notarile.
Il Tenderini, avuta la missiva,
informa il consiglio municipale e
i Conservatori della città e con
lettera indirizzata all’avvocato
l’11 gennaio 1733, lo ringraziano dell’importante Lascito.
Un ritratto di Raffaello da Lugagnano, Ministro della
Dalla lettura dei carteggi del
Provincia francescana di Modena, inviato dal Vescovo
tempo, emergono chiaramente i
Tenderini, presso l’avvocato Paradisi, per portare a lui i
dubbi del vescovo Tenderini
ringraziamenti della città di Civita Castellana a seguito
circa la concreta attuazione
dell’importante lascito di 120.000, 00 scudi romani
della donazione, ora che l’avvofattole dall‘avvocato.
cato si trova in precarie condidonazione, ma essenzialmente per
zioni di salute che verso la fine del 1732,
valutare lo stato del Paradisi e i suoi
si aggravano ulteriormente, costringendopropositi ora che è ammalato.
lo a rimanere sempre nel letto e raramenLo stesso Paradisi rassicura il vescovo che
te seduto se non con grande sforzo e aiula sua disposizione, attentamente valutata,
tato dai suoi servitori.
avrebbe avuto concreta attuazione e nulla
Il Paradisi, come attestano i documenti,
lo avrebbe distratto dal suo proposito,
seppur afflitto dalle dolorose piaghe di
quale segno tangibile di gratitudine verso
decubito, è cosciente e con la mente semla sua Patria e città natale.
pre lucida segue le sue cause civili e penaIl Tenderini, avuta la relazione dal ministro
li, servendosi di un apposito timbro in
Francescano, avverte la municipalità di
legno recante la sua firma per la sottoscriquanto riferito e avviano i primi lavori di
zione dei vari atti legali.
restauro della chiesa di Santa Maria del
Il Tenderini invia allora in Modena il
Carmine, fin quando ecco irrompere
3 giugno 1733, frate RAFFAELLO da
sulla scena il NIPOTE dell’avvocato.
LUGAGNANO,
Ministro
della
Nelle grandi eredità , è accertato,
Provincia Francescana di Modena,
esiste sempre il NIPOTE!
con il preciso incarico di portare
all’avvocato i saluti e i ringraziamen... continua sul prossimo numero
ti dell’intera città per l’importante
Campo de’ fiori
27
ATTENTI AL ... FISCO
TERMINE DEL 30 GIUGNO 2012 PER RIVALUTARE
TERRENI E QUOTE SOCIALI
Con il recente d.l.
70/2011 (cosiddetto
“decreto Sviluppo”) è
stata riaperta la possibilità di rideterminare
il costo fiscalmente
rilevante dei terreni
(edificabili e con destinazione agricola) e
del Dott. Stefano
delle partecipazioni in
Menichini
società non quotate
posseduti, alla data del
1° luglio 2011, da persone fisiche, società
semplici e enti non commerciali. Tali beni
devono essere detenuti non in regime
d’impresa, quindi al di fuori di ogni attività
imprenditoriale eventualmente esercitata.
Per usufruire di tale facoltà occorre porre
in essere, entro il termine perentorio del
30 giugno 2012 (che è un sabato, quindi
la scadenza effettiva slitta a lunedì 2
luglio), i seguenti due adempimenti.
In primo luogo deve essere redatta e asserivalutazione – applicando l’aliquota del 4
verata da parte di un professionista abiliper cento al “nuovo” valore dei terreni e
tato – geometra, ingegnere, architetto,
delle partecipazioni qualificate (cioè quelecc. per i terreni; dottore commercialista,
le rappresentative di una percentuale dei
revisore legale, ecc.
diritti di voto esercitabili
per le quote sociali –
in
assemblea ordinaria
L’imposta sostitutiva da
la perizia di stima del
superiore al 20 per cento
versare si calcola – ana- o di una percentuale di
terreno o della partecipazione che si inten- logamente alle precedenti partecipazione al capitade rivalutare; il valore
le o patrimonio della
leggi di rivalutazione –
di perizia deve essere
società superiore al 25
applicando l’aliquota del per cento) ovvero l’aliriferito alla data del 1°
luglio 2011.
quota del 2 per cento al
4 per cento al “nuovo”
L’asseverazione della
valore dei terreni e delle “nuovo” valore delle parperizia è perfezionata
tecipazioni non qualificapartecipazioni qualificate. te.
mediante giuramento
in tribunale oppure
La convenienza fiscale
presso un notaio o un giudice di pace.
della rivalutazione – ovviamente da verifiInoltre, sempre entro il termine del 30 giucarsi caso per caso – può rinvenirsi nella
gno 2012, il contribuente interessato alla
possibilità di utilizzare, in ipotesi di futura
rivalutazione deve versare l’imposta sosticessione a titolo oneroso dei terreni e delle
tutiva per l’intero suo ammontare ovvero,
partecipazioni, il nuovo valore “periziato”,
in caso di opzione per la rateazione, per un
in luogo del costo d’acquisto o del preceimporto pari alla prima delle due o tre rate
dente valore fiscale, quale termine di rifeannuali di ugual valore.
rimento per determinare la relativa plusvaL’imposta sostitutiva da versare si calcola
lenza imponibile. In tal modo, dunque, si
– analogamente alle precedenti leggi di
realizza, in tutto o in parte, un affranca-
mento fiscale della plusvalenza conseguita.
A tal proposito appare utile ricordare che i
terreni con destinazione agricola generano
plusvalenza imponibile soltanto se rivenduti nel corso del quinquennio di possesso. La cessione di terreni edificabili, di contro, costituisce sempre presupposto per
l’imponibilità della relativa plusvalenza.
Quanto ai terreni, il valore di perizia costituisce valore normale minimo di riferimento, oltreché per le imposte dirette, anche
per le imposte di registro, ipotecaria e
catastale.
Per coloro che intendono rideterminare il
valore fiscale di un terreno o di una partecipazione già oggetto di una precedente
rivalutazione il legislatore ha previsto la
possibilità di scomputare, dall’imposta
sostitutiva dovuta per la nuova rivalutazione, quella in precedenza già versata. In
alternativa, quest’ultima può essere
richiesta a rimborso nel termine di 48 mesi
decorrenti dalla data di versamento dell’imposta sostitutiva relativa alla nuova
rivalutazione (e cioè dal momento in cui si
verifica la duplicazione del versamento).
28
Campo de’ fiori
Associazione Artistica Ivna
POESIA E PITTURA PARLANO AL CUORE… ATTRAVERSO
LA POESIA DI ANGELO BINI E L’ARTE VISIVA DI MANUELA PETTI.
STORIA DI UNA PRIMAVERA
Immagini nuove nella fantasia
di chi sa ascoltare la voce
nascosta nel vento gelido
delle sere d’inverno.
Imprecisa, nei contorni, avanza da
lontano una figura. I passi lievi e
cadenzati. Il portamento sereno.
Aria assorta.
Uno sguardo al cielo, uno ai
dintorni, uno lontano oltre gli
orizzonti; sembra quasi che non si
voglia curar di nulla. Crea
qualcosa. Sembra non trovarlo.
Finché non ti guarda negli occhi.
Non scruta, eppur sembra
aspettar qualcosa da te.
Se tu ti distrai, non curi l’attesa,
ti lascia, stizzita, ritornando sui
passi suoi. E ti sta lontana.
Non ti guarda.
Indifferente non si cura più del
freddo, della notte, dell’Inverno.
Non sorge più la Primavera. Eppur
ridiscende.
Opere a olio su tela della pittrice Emanuela Petti
Dal fiume. Nessuno la vede.
Tutti lo sanno. Esiste. A tutti
sembrerà di vederla nei sogni
di quell’età che fa sentire eterni.
Tenaci i sentimenti a rincorrere
impietosi la figura più bella. Allora
inquiete le sere. Agitate le notti.
Soli con il mondo che dimentica.
Era il giorno limpido di una
Primavera antica. Ti guardasti
intorno smarrita. Due occhi, tanti,
giù su di te. Il peso del mondo
l’assenza del respiro, la cadenza
spenta di quel fiore che sembrava
eterno. Spenti Stelo, Petali,
Corolla.
Te innanzitutto. Ritorna allora
quel vento che, bambino, ti tarpò
le ali, ti legò alla terra, ti impedì ,
per sempre, il volo più bello.
Ecco perché , guardasti, anche tu,
attonita, quel volo che un
aquilone compì . Senza ritorno, del
vento.
Per ogni fiore, allora, una storia di
malinconia. Per ogni filo d’erba.
Un futuro di tormento. E la
tormenta ti colse. Assorta a
contemplar la vita. Ti sollevò il
turbine della vita intensa.
Addio ai prati, ai fiori, alle albe
della fanciullezza amica.
Presto i tramonti di fuoco.
Eri nuova a riascoltar la vita.
Festoso mormorar degli alberi sui
viali senza fine. Voli nuovi intorno
all’anima tua. Mai però al di là del
cielo.
Eppur … Ma … scendendo la riva,
apparse all’orizzonte. Sospeso su
un filo il sapore infinito. Una
rondine, nella sera serena, in
quella calma estate, si liberò nel
volo più bello.
POESIA composta dal Professor
ANGELO BINI
Campo de’ fiori
30
Curiosando a Civita Castellana
verso la fine dell’Ottocento
Una serie di simpatici avvenimeti ritrovati scartabellando tra vecchi giornali
Leggendo
vecchi
giornali ho trovato
delle notizie molto
simpatiche
sulla
nostra città riguardanti la fine dell’ottocento e gli inizi del
novecento.
Nel 1878 dopo le piogdi Francesca
gie torrenziali, la ghiaia
Pelinga
di cui era ricoperta la
salita del ponte Clementino era stata trasportata dall’acqua causando problemi ai
cittadini. Purtroppo la “salita del pianto”
non si smentisce mai.
Nacque la passeggiata della via Romana e
i cittadini chiesero al sindaco Coluzzi di far
piantare degli alberi contro la malaria,
malattia molto conosciuta a Civita per via
del clima, possibilmente dei tigli o degli
eucaliptos e che l’alberata fosse fatta in
doppia fila , di mettere non piu di quattro
sedili, due a metà passeggiata, due alla
fine e che per preservare l’opera contro il
vandalismo, fosse fatta una legge che
puniva con il carcere i contravventori.
Quell’anno ci furono molte processioni e
durante una di queste, mentre i fedeli
uscivano dalla chiesa di San Francesco,
accadde una colluttazione tra i mazzieri
che portavano lo stendardo, il quale cadde
e si ruppe in più pezzi e fu una fortuna
che non fracassò la testa di nessuno. Il
rev. Montanari camerlengo e governatore
della confraternita fu invitato affinchè le
processioni fossero fatte più di rado. La
fabbrica dei fratelli Cassieri si faceva pubblicità vendendo due dozzine di piatti,scodelle due piatti tondi, due ovali, una terrina, due fruttiere, un insalatiera per la
modica cifra di L.25, il trasporto a carico
del committente. Mentre si facevano i
lavori nel porticato del duomo e si praticava lo scavo per le nuove scale, fu ritrovato
un sarcofago contenente delle ossa e e
siccome non vi era nessuna iscrizione fu
ritenuto essere molto antico. Purtroppo
continuava a piovere allora si pensò di
esporre i santi Giovanni e Marciano nella
cattedrale e di offrire denaro e suono di
campane perché facessero il miracolo di
far tornare il sole. Ci fu poi la clamorosa
notizia che il seminario non aveva pagato
alla signora Rosa Caprari tredicimila libre
di pane nonostante lo stesso fosse stato
rifornito dalla signora sin dal 1860. Aveva
ricevuto solo qualche acconto. A maggio vi
era la festa della Società Operaia di cui ho
parlato in un precedente articolo,vi era la
fiera di merci e bestiame,una tombola di
L.200,fuochi d’artificio, e globo aerostatico. Nell’anno 1878 nasceva anche una
Società Filarmonica di cui il maestro
Antonio Cavicchioli era direttore stipendiato dal comune. Nacque la prima banda
musicale di Civita, che, nel 1895, partecipò ad una gara di bande a Roma e venne
premiata; spesso la domenica vi era il con-
certo musicale in piazza. Una disposizione
del 1875 proibiva a tutti di copiare le divise dei militari, ma purtroppo il maestro
indossava i distintivi e le spalline dei sottotenenti riciclate dalla divisa della soppressa Guardia Nazionale e fu aspramente
ripreso; non solo, non potè, poi, eseguire
i brani secondo il programma per la mancanza di alcuni giovani musicisti per cui il
Municipio prese provvedimenti. Dopo la
morte nel 1904 del Cavicchioli si formarono due bande, una comunale e l’altra del
circolo Cattolico che funzionarono in modo
discontinuo per diversi anni. Nel 1895, il
15 settembre, si inaugurò l’illuminazione
elettrica con la piccola centrale costruita
sul Rio maggiore dai capomastri Paolelli;
erano concesse ai privati soltanto le lampade a tre candele. Nel 1895 si impiantò
la prima linea telefonica Roma, Viterbo.
Sull’angolo fra la via del Corso e del Forte
si trovava l’antico negozio di manifatture
della ditta del sig. Demetrio Felici. Alla sua
morte fu condotto dal figlio Angelo, che
lo ampliava facendone un negozio degno
di stare a Roma. Si vendevano: panni,stoffe, novità per uomo e donna, cantili di filo
bianco e colorati, velluti, coperte, maglie
di lana, biancheria per corredi, tende per
finestre, lana per materassi, bambagie, e
tanti altri articoli, in più un magazzino di
cappelli per uomo il tutto ad un prezzo
“abbordabile”. C’era anche un nuovo negozio, era stato aperto in via del Corso dal
sig. Cesare Travis e vendeva sempre a
prezzi modici lo zucchero, il caffè , lo zolfo
di Rimini, cristallerie, mercerie, cartoleria e
farina. Nel 1905 nacque la ceramica
Marcantoni, nacque la tramvia RomaCivita Castellana. Nel 1910 si iniziarono i
lavori per la tratta Civita–Fabrica per il proseguimento della tramvia sino a Viterbo,
venne anche abbattuta la porta del ponte
Clementino per permettere il passaggio
del treno. Ci furono poi le prime emigrazioni dei civitoni, prima per il Brasile poi in
America. Furono anni di grandi cambiamenti che portarono Civita ad essere quella di oggi.
Campo de’ fiori
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L’angolo del Bon Ton
Le posate
Riprendiamo il discorso, ormai cominciato
qualche numero fa,
sulla descrizione dell’apparecchiatura della
tavola, dopo la tovaglia
e i piatti, in questo
nostro nuovo incontro,
prenderemo in esame
di Letizia Chilelli
le posate che a seconda della loro grandezza e del loro uso si
dividono in:
- forchetta grande
- forchetta da dessert
- forchetta da pesce
- coltello grande
- coltello da dessert
- coltello da pesce
- cucchiaio da minestra
- cucchiaio da dessert
- cucchiaio da tè
- cucchiaino da caffè
La disposizione sulla tavola
I coltelli grandi ed eventualmente quelli da
pesce vanno sempre apparecchiati per
primi, verranno posizionati alla destra del
piatto con la lama rivolta verso questo, il
bordo del manico deve essere allineato
con il bordo del tavolo
A sinistra si posizioneranno le forchette
grandi e se occorreranno le forchette da
pesce, i rebbi saranno rivolti verso l’alto e
anche qui il bordo del manico della posata
sarà allineato al bordo del tavolo, anche
se spesso, la forchetta più esterna viene
spostata verso l’alto di circa 4 cm rispetto
a quella vicina.
Se si useranno i cucchiai grandi, verranno
apparecchiati alla destra del piatto, accanto ai coltelli, la parte concava sarà rivolta
verso l’alto e anche qui il manico sarà allineato al bordo del tavolo.
Discorso a parte meritano le posate da
dessert: il coltello infatti verrà apparecchiato perpendicolare alla punta del coltello grande (in poche parole nella parte alta
rispetto alla posizione del piatto, al centro)
con il manico a destra e la lama rivolta
verso il bordo del piatto.
La forchetta da dessert, andrà posizionata
accanto al coltello, con i rebbi verso l’alto
ma con l’impugnatura a sinistra.
Il cucchiaino da dessert sarà parallelo alla
forchetta, con la parte concava rivolta
verso l’alto e con il manico rivolto a destra.
Se il pranzo prevede l’utilizzo di molte
posate, è buona regola, per non appesantire la tavola, non disporre su di essa 7-8
pezzi alla volta, le altre posate si potranno
apparecchiare successivamente.
Una volta seduti, si comincerà a mangiare
utilizzando le posate più esterne.
Piccola storia delle posate
Alla sua prima apparizione sulla tavola, il
coltello era a serramanico con la lama
lunga e acuminata e spesso non era in uso
sulla tavola, ma veniva direttamente portato da ogni commensale che tagliava la
sua parte di carne, posta al centro della
tavola, che poi però portava alla bocca
con le mani, dopo averlo adagiato nel proprio piatto.
Il coltello da tavola, assunse la forma
odierna, ovvero dalla punta arrotondata
grazie al Cardinale Richelieu, ma vi si trovano tracce anche nel regno di Carlo V di
Francia, quando i segni della pazzia del Re
indussero gli orafi di corte ad arrotondare,
appunto, le punte di tutti i coltelli.
Il coltello dalla punta arrotondata, però ,
venne prodotto in serie dal XVIII secolo.
Gli antichi Romani conoscevano l’uso della
forchetta che veniva usata dai patrizi in
occasioni importanti e spesso erano in oro
o in argento ed il manico in cristallo.
Più tardi se ne trovano menzioni anche
nell’inventario della corte di Re Edoardo
d’Inghilterra.
Particolare importante è che nel XIV secolo e nel XV secolo le forchette venivano
usate solo per la frutta, il cibo si mangiava
con il coltello e con le dita; si dovrà arrivare al Settecento per avere l’uso comune
della forchetta su tutte le tavole.
Il cucchiaio veniva usato dai Romani ed è
arrivato a noi senza grandi modifiche della
forma, eccetto del manico che era dapprima dritto con semplici decorazioni e poi
leggermente ricurvo.
La moda del Cinquecento, poi, cambiò
forma al manico del cucchiaio che venne
fabbricato molto lungo, questo per evitare
che i liquidi sporcassero le gorgerette inamidate e plissettate, indossate dai signori
dell’epoca.
(Bibliografia,
La
Agostini,Novara)
mia
cucina,
De
Campo de’ fiori
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Per ricordare Silvia Quattrini Ferrelli
( quinta parte )
Silvia Quattrini Ferrelli
in una recente foto
Alberto, che aveva perso il papà all’età di
6 anni, dopo sposato andò ad abitare
con Silvia insieme alla sua nonna Aurelia,
in un appartamento sito nel palazzo di proprietà Ferrelli di Via circonvallazione Dalla
Chiesa.
Il 27 maggio 1952 nacque l’unico figlio di
Alberto e Silvia, Giantommaso; essendo il
primo nipote, crebbe coccolato e spupazzato da tutti i parenti più prossimi!
Nel 1957 anche i genitori di Silvia si trasferirono da Gallese a Fabrica di Roma;
andarono ad abitare nel palazzo del conte
Cencelli, in un appartamento che da un
lato era posto al piano terra. In questo
appartamento vi restarono alcuni anni.
Pochi mesi fa, recandomi all’ufficio protocollo del comune di Fabrica, guardandomi
intorno, mi sono reso conto che l’ufficio
della Signora addetta al protocollo, è ubicato esattamente dove, molti anni prima,
si trovava la sala da pranzo dei genitori di
Silvia Quattrini!
Il palazzo del Conte Cencelli è attualmente la sede del Comune di Fabrica, ma gli
ambienti divenuti a me, precedentemente
in qualche modo familiari, non si dimenticano più per tutta la vita!
A metà degli anni sessanta, i genitori di
Silvia, si trasferirono di nuovo, andando ad
abitare nel palazzo dei Ferrelli, dove era
stato realizzato un nuovo appartamento,
rialzando il piano superiore. Alla morte dei
suoi genitori, Silvia e la sua famiglia si trasferì in questo appartamento.
Agli inizi degli anni novanta Giantommaso
si sposò ed andò a vivere a Canale
Monterano.
Silvia Quattrini fu vicinissima alla chiesa di
Fabrica di Roma; oltre ad essere iscritta
all’Azione Cattolica, partecipava a tutte le
iniziative prese dalla Parrocchia. Ella si
dava da fare in tutti i modi per aiutare la
sua comunità parrocchiale , arrivando perfino ad essere nominata, dal Vescovo,
Ministro Straordinario dell’ Eucarestia su
mandato a tempo per cinque anni.
Il giorno che gli fu conferito il mandato,
Silvia lo ricordava come uno dei giorni più
belli della sua vita!
Nell’anno 2000 Silvia ed Alberto festeggiarono il loro cinquantesimo anno di matrimonio insieme a parenti ed amici.
Nel 2002, Alberto lasciò Silvia e ritornò
alla casa del Padre, dopo una breve ma
sofferta malattia; nel dicembre 2010 Silvia
si ammalò seriamente e nell’agosto 2011
anche Lei raggiunse Alberto. Ella aveva da
pochi giorni compiuto 80 anni
….Fine…..
Arnaldo Ricci
Maggio 2005.
Castel Sant’Elia,
cerimonia nel giorno del
conferimento a Silvia
della funzione di Ministro
Straordinario
dell’Eucarestia
Fabrica di Roma Aprile 2000.
Silvia e Alberto nel giorno delle nozze d’oro
Campo de’ fiori
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A Montefiascone un allevamento di pastori Collie
Rivive nella Tuscia il mito di Lessie
I
ndissolubilmente legato ai ricordi d’infanzia grazie alla fama televisiva di
Lassie ,fa piacere scoprire che dal lavoro paziente e dalla dedizione per questa
razza di due nostre concittadine Maria
Cristina Baleani e Silvia Ceccarelli,
nasce un allevamento a scopo amatoriale
di pastori scozzesi collie. Ricordiamo e
riscopriamo così le inconfondibili caratteristiche di questa razza.
Il Collie oggi considerato un cane da compagnia, nell’800 era un cane da lavoro
adibito alla conduzione delle greggi. Fu
solo quando la Regina Vittoria facendo un
viaggio in Scozia, vide dei Collies condurre
le greggi e se ne innamorò , portandone
alcuni esemplari nei canili reali, che questi
cani cominciarono ad attirare l’attenzione
anche delle classi privilegiate.
L’aspetto del collie, seducente per la sua
grande bellezza e dignità , può trarre in
inganno: il suo pelo, il portamento , l’espressione sognante fanno pensare che
sia un cane altero e distante. In realtà è
un cane molto dolce che ama la compagnia dell’uomo. Il collie possiede un carattere del tutto particolare.
E’ forse il più fedele dei cani, il più
delicato, il più dolce, non ama la violenza nemmeno verbale, per questa
ragione a volte sembra timido.
Comunque, sempre intelligentissimo, sembra che ragioni come un essere umano.
Possiede una forza telepatica particolarmente sviluppata, più di quanto si possa
notare nelle altre razze. Il suo ruolo di
ausiliare del pastore ne fa un cane che
desidera avere un compito da svolgere, e
il fatto di vivere in famiglia lo porta ad
usare il suo vivo senso della proprietà che
gli permette di capire quando intervenire:
non si scaglierà mai su un visitatore che il
padrone farà entrare in casa, ma fermerà
un intruso in modo molto convincente dal-
l’introdursi nella proprietà , pur non avendo avuto nessun addestramento specifico.
Il collie ha certamente acquisito durante i
lunghi anni di stretta collaborazione con il
compagno uomo queste qualità che lo
fanno il cane perfetto da avere in famiglia.
Sarà un ottimo e attento guardiano
per i bambini molto piccoli, avvertirà
la persona anziana che non sente
molto bene che suonano alla porta, o
squilla il telefono.
Chi possiede o ha posseduto un Collie difficilmente cambierà razza, per le grandi
doti di questo magnifico cane.
LE PROPOSTE EDITORIALI DELLE COLLANE DI CAMPO DE’ FIORI
Il bullismo. Come riconoscerlo e combatterlo
è un libro unico nel suo genere.
Un manuale guida per cercare di arginare questo male dilagante!
E’ possibile averne una copia acquistandolo nelle librerie della zona, nelle edicole o presso
la nostra redazione. Potete anche ordinarlo versando l’importo di  10.00,
sul c/c postale n. 42315580, intestato ad Associazione Accademia Internazionale d’Italia.
E’ un’occasione da non perdere, soprattutto per gli insegnanti, che possono inserirlo nel
P.O.F. d’Istituto e nella programmazione educativa annuale del docente, ma anche per i
genitori e per tutti gli educatori sociali.
L’apparenza, a volte, è la maschera perfetta di una realtà ben diversa. L’incontro con un giovane che racconta di essere quello che non è , stravolgerà , almeno temporaneamente, la vita di una famiglia perbene, che si offre di accoglierlo ed ospitarlo. La fine di un vecchio amore da parte del protagonista, per la nascita di uno nuovo e non ricambiato,
spezzerà il cuore della giovane che lo aspettava da tempo e spaventerà l’ingenua fanciulla, che diventa l’oggetto di
un suo desiderio morboso. La descrizione accurata e particolareggiata che l’autore fa della storia, rende la narrazione coinvolgente ed intrigante. Sembra di essere lì presenti, e, quasi come spettatori di una rappresentazione teatrale, i lettori possono immaginare i personaggi muoversi su di un palcoscenico ben allestito. Una storia ambientata in un
Ermelinda Benedetti
tempo neanche troppo lontano, che ci ricorda i racconti dei nostri nonni di campagna.
NOTA DELL’EDITORE
In questo romanzo Augusto Stefanucci narra il sentimento morboso e mortale di un personaggio fantastico della sua
Fabrica di altri tempi. La scrittura bella e diretta tratta la forza dell’egoismo di un amore ossessionato, che fa ineluttabilmente scivolare nella disperazione e nel dramma il protagonista. Qui c’è tormento, ambiguità e violenza, ma
Sandro Anselmi
soprattutto amor fatale!
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Campo de’ fiori
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Una serata in allegria per
“I ragazzi del girasole”
Il Rotary Club Flaminia Romana, in discoteca per raccogliere fondi
da destinare all’associazione delle famiglie dei ragazzi disabili
Venerdì 23 marzo, presso la discoteca
civitonica Prinz, il Club Rotary Flaminia
Romana ha voluto organizzare una serata
danzante un po’ particolare, i cui fondi raccolti sono stati destinati all’associazione “I
ragazzi del girasole”, fondata recentemente dalle famiglie dei giovani disabili che
frequentano il centro socio educativo
“Rosa Merlini Frezza”. L’obiettivo principale, al raggiungimento del quale hanno contribuito anche le offerte raccolte in quella
serata, è quello di allestire un dopo di noi
al piano superiore della struttura sita in
località San Giovanni, per cercare di
garantire un futuro sicuro a chi non è in
grado di gestirsi autonomamente, soprattutto dopo la scomparsa dei propri cari.
Attualmente, infatti, i ragazzi sono ospiti
della struttura, unica nel raggio di chilometri, soltanto in orario diurno, che dà ,
però, una mano concreta alle loro famiglie
e cerca di alleviare la sofferenza ed il disagio di questi giovani che altrimenti
vivrebbero nell’emarginazione. Qui, infatti,
socializzando possono disegnare, realizzare ceramiche, cucinare, guardare la tv, ed
esercitarsi nell’attività fisica. L’azione del
Rotary Club Flaminia Romana di Civita
Castellana punta a dotare la struttura di
attrezzature che possano permettere agli
ospiti di misurarsi con lo sport e favorire
così la loro riabilitazione motoria, affinchè
sia loro garantito il diritto inalienabile ad
una vita libera e tutelata, nel rispetto della
loro dignità . La serata, organizzata in collaborazione con il Rotaract è stata allieta-
ta dalle musiche
del dj Leonardo
Conti. Attraverso
essa il Club ha
voluto far conoscere ai cittadini
la sua azione. A
gennaio, tra l’altro, ha donato
alla cittadinanza,
con una cerimonia che si è svolta nell’aula consigliare
del
comune di Civita Castellana, un defibrillatore semiautomatico di ultima
generazione. Ora tutta l’attenzione
del Club è rivolta all’associazione “I
ragazzi del girasole”: “Abbiamo
avuto modo di conoscere i ragazzi
che sono ospitati nella struttura – ha
detto il presidente del Club Flaminia
Romana, Desirèe Ragazzi – e li
abbiamo visti impegnati in diverse
attività ricreative. Ci ha colpito l’impegno col quale vengono seguiti e la
serenità che si respira al centro. Il
progetto che il nostro Club sta realizzando per loro è in fase di ultimazione.
Il nostro obiettivo è quello di intervenire
con azioni mirate e dare un servizio reale
alla comunità .” Alla festa hanno partecipato anche alcuni dei ragazzi del centro, che
hanno ballato nella mischia divertendosi e
trascorrendo una serata davvero fuori dall’ordinario!
Alcuni momenti
della serata
danzante
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NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NE
Ciack si gira: Pupi Avati a Fabrica di Roma per
alcune scene della fiction “Un matrimonio”
A volte ritornano, come nel caso dei fratelli Avati, la famosissima
coppia di fratelli grandi produttori e registi del cinema italiano.
Lunedi 23 Aprile hanno girato a Fabrica tre scene del loro prossimo lavoro, una fiction chiamata “Un matrimonio”. Tre attori di
prima grandezza, quali Andrea Roncato, Micaela Ramazzotti e
Valeria Fabrizi in un impegno cinematografico che ha visto
Fabrica di Roma come set, privilegiato come lo scorso anno quando girarono “ Il cuore grande delle ragazze”.
Ad ambientare le scene, la stazione ex ferrovie dello stato, in Via
Vignanello, (che per l’occasione diventa Fasano) ed il tipico ristorante fabrichese “ Da Antonella”, noto per i suoi funghi e per il suo
ambiente piu’ che caratteristico. Di fronte a diversi curiosi, seppure la notizia non era stata fatta trapelare per non creare intralcio
alle riprese, la troupe di Pupi Avati (circa sessanta persone, diversi camion e altrettante auto) è stata ospite della cittadina per l’intera giornata. Per una manciata di secondi di scena registrata si
è mosso un apparato veramente importante, e chi non sapeva
nulla della cosa ha rallentato e si è fermato con l’auto chiedendo
il perché di tanto assembramento in vie assai trafficate di Fabrica.
Pupi ed Antonio Avati sono stati accolti nella cittadina da una delegazione del
Comune di Fabrica, con il Vicesindaco Cimarra e la Consigliera Melissano che
hanno portato il saluto della Amministrazione, insieme al compiacimento di avere
ancora una volta a Fabrica ospiti così interessanti .
Da parte sua Pupi Avati ha sottolineato la grande ospitalità e aiuto che è stato
offerto dalle strutture comunali (polizia locale, protezione civile e ufficio cultura)
per girare le scene. A tutto il cast sono stati offerti prodotti tipici locali e Pupi
Avati ha ricevuto un libro che illustra tutte le bellezze nascoste della Tuscia, nella
certezza che possano essere sfruttate per altre situazioni, films od altro. In un
clima di grande cordialità il regista, il fratello
Antonio e i diversi responsabili della fiction, si
sono prestati anche ad alcune domande ed
hanno espresso apprezzamento per i luoghi
visitati.
E… non è detto che non tornino ancora, come
hanno lasciato intendere in tardo pomeriggio,
dopo aver terminato di girare presso la trattoria di Antonella.
Doriano Pedica
Foto di Francesca Patrizi
Fabrica di Roma in campo per l’EARTH DAY
Il Comune di Fabrica di Roma, domenica 22 Aprile, è stato uno dei pochi che ha inteso
ricordare la “ Giornata mondiale della terra”, più conosciuta in inglese come EARTH DAY,
giornata in cui si celebra la salvaguardia dell’ambiente e del Pianeta Terra.
Semplicemente facendo un appello a tutti i cittadini ed alle associazioni a vario titolo presenti sul territorio locale, le quali, a parte alcune scontate defezioni, hanno risposto all’appello, riunendosi presso il Piazzale Materano di buonora, dando esempio di quanto si può
realizzare anche con il gesto semplice di raccogliere una bottiglia di plastica lasciata inopportunamente nel bosco. Va segnalata la presenza importante e significativa di un folto
gruppo di cacciatori, spesso vituperati per la loro passione, ma comunque sempre pronti
a metterci faccia e braccia. E poi i componenti del GAV Protezione civile, gli operatori della
Croce Rossa, i ciclisti, qualche altra associazione che ha curato la documentazione fotografica e diverse famiglie con i figli, anche piccoli, che hanno dato una nota di allegria e spontaneità. Divisi i gruppi dal coordinamento del Consigliere delegato all’agricoltura e territorio Sciarrini Sigismondo, ognuno ha fatto il suo compito, e poi tutti si sono riuniti presso il Centro Ippico “ Il mio angelo” per una
lezione sulla pericolosità e la difficoltà nello smaltire i rifiuti, tenuta da un esperto accompagnatore e guida naturalistica. Ottima giornata quindi, in parte limitata da un tempo che ha dato qualche problema e che in prima mattinata ha probabilmente scoraggiato altri
partecipanti. Centrato l’obiettivo di dare un segnale sul rispetto della natura e sulla consapevolezza specialmente ai più giovani che
non ci sono due terre e che dobbiamo anche con gesti semplici contribuire a salvare quella che ci è stata data come luogo di vita.
D. Pedica
Fo
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MOGOL E GLI ALLIEVI DEL C.E.T.
AL TEATRO FLORIDA DI CIVITA CASTELLANA
Il teatro Florida di Civita Castellana ha
avuto il grande onore di ospitare uno dei
più grandi autori musicali italiani: Giulio
Rapetti Mogol. Grande attesa per l’evento
svoltosi domenica 22 Aprile, durante il
quale si sono esibiti i ragazzi del Centro
Europeo di Toscolano, Cet, l’Università
della musica da lui fondata ad Avigliano
Umbro. I giovani di età compresa tra i 14
ed i 36 anni, accompagnati al pianoforte
dal maestro Giuseppe Barbera e dal maestro Alessio Nelli, talento civitonico, da
poco diplomato al Cet, che ha, tra l’altro,
organizzato lo spettacolo, si sono succeduti sul palco interpretando alcuni tra i più
grandi successi della musica italiana ed
internazionale.
Grandi protagonisti, ovviamente, molti
brani famosi scritti proprio da Mogol. Non
sono mancati, però, brani inediti, composti e interpretati dai ragazzi.
Particolarmente sentito ed apprezzato dal
pubblico l’intervento che Mogol ha voluto
fare durante la serata, non solo per eloggiare i suoi studenti, ma anche per spronare il pubblico ad assumere un atteggiamento diverso nei confronti di chi fa musica: “I giovani che avete sentito hanno
dimostrato come si possa fare arte semplicemente con il talento ed il fascino musicale, senza dover forzare con la voce, una
pratica a cui il pubblico italiano oggi è abituato. – Ha detto Mogol - Questi ragazzi
sono artisti, altri invece diventano famosi
senza esserlo. Ci sono tanti artisti, ma
Da sx: Mogol ed Alessio Nelli in primo piano, dietro gli allievi del C.E.T. che si sono esibiti al
Teatro Florida di Civita Castellana il 22 Aprile.
alcuni non li conoscerete mai, perché oggi
vige solo la legge del profitto. Non so se
oggi io e Lucio Battisti avremmo avuto
successo. Ma vale la pena essere artisti
anche se non si diventa famosi. Questi
ragazzi non hanno solo talento, ma hanno
studiato e si sono impegnati. Perché il
talento va coltivato. Tutti hanno talento e
possono svilupparlo con gli strumenti e gli
insegnanti giusti. Ma soprattutto con la
passione. Questo andrebbe insegnato ai
bambini fin dalle scuole elementari e
medie.”
L’evento ha riunito, per la prima volta su
uno stesso palco a Civita Castellana, giovani di tutta Italia: gli studenti dell’ultimo
corso del C.E.T., terminato lo scorso feb-
braio. La scuola, concepita dallo stesso
Mogol come un campus americano, costituisce per gli aspiranti compositori, interpreti e autori, un luogo dove, oltre a studiare musica, possono sviluppare le proprie capacità critiche e, come in una grande famiglia, trovano i punti di riferimento
fondamentali per la propria crescita interiore e artistica.
“L’esperienza al C.E.T. è quanto di meglio
possa chiedere un giovane che si avvicina
al mondo della musica, con la M maiuscola” ha dichiarato Alessio Nelli, che si è ritenuto molto soddisfatto della riuscita dell’evento, anche grazie agli sponsor ed a
quanti lo hanno aiutato.
Flash Mob di Zumba a Civita Castellana: scoppia la ZUMBA FITNESS MANIA
Foto Tatiana Amadei
Anche a Civita Castellana dilaga la moda del Flash Mob, grazie al gruppo di Zumba
Fitness delle giovanissime zumbere guidate dalla Zin (Zumba Instructor Network)
Eleonora Comite.
Dopo la prima improvvisata, programmata per sabato 31 Marzo, presso il Centro
Commerciale Marcantoni, che ha colto letteralmente di sorpresa i passanti assorti
nei loro acquisti, a grande richiesta il gruppo si è esibito per altre due volte, il 15 e
il 21 Aprile 2012, grazie anche alla complicità del direttore del centro, Aldo De
Marchis. Precedute da una musica tutta latino americana, le ragazze si sono fiondate all’interno del Centro attirando
su di loro tutta l’attenzione dei presenti, non solo attraverso i loro abiti
dai colori sgargianti, ma soprattutto
grazie alle coreografie che hanno iniziato a ballare, coinvolgendo gli spettatori.
E’ bastato poco per far respirare un
atmosfera decisamente primaverile, di
grande allegria! Chissà che non si
ripeta, ma come si sa, avviene tutto
all’improvviso… Guardatevi bene
intorno allora, perché potreste essere
travolti da un momento all’altro da un
gruppo di zumbere stracolme di enerFoto Tatiana Amadei
gia!
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NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS N
ALLA VIII EDIZIONE DEL PREMIO CINEMA GIOVANE VINCE “SCIALLA!”
DI FRANCESCO BRUNI IL FILM PIU’ VOTATO DAL PUBBLICO
il film più votato dal pubblico alla VIII edizione del Premio Cinema Giovane come
Migliore Opera Prima è “Scialla!” di Francesco Bruni. La originale commedia si è imposta sui due altri film in concorso: Into Paradiso di Paola Randi e Corpo Celeste di Alice
Rhorwacher. Oltre tremila, di cui mille studenti, le presenze alle proiezioni con voto nei
primi tre giorni della rassegna. Per il premio al Migliore Attore Giovane un ex aequo
tra Filippo Pucillo per la sua interpretazione di Terraferma e Filippo Scicchitano,
esordiente in Scialla! Il Premio come Migliore Attrice Giovane per la sua interpretazione in Et in terra pax è andato a Ughetta D’Onorascenzo mentre il riconoscimento
per l’attrice non protagonista è stato assegnato a Antonia Truppo per La Kryptonite
nella borsa; a consegnare questi premi, Pietro Manganozzi della Banca Intesa San Paolo,
che ha sponsorizzato la manifestazione. Il Premi speciali della Direzione Artistica
vanno invece a Carlo Brancaleoni, responsabile dei film d’esordio di Rai Cinema ed ad Amir & Caesar band per il miglior tema
musicale del film Scialla!. A consegnare questi premi Pietro Murchio Direttore Artistico della Rassegna - che ha avuto modo di dichiarare: “Qualità dei dieci film della rassegna, partecipazione entusiasta degli artisti e abnegazione di molti volontari della Associazione
hanno consentito il successo sia organizzativo che di pubblico di questa edizione del Premio. Purtroppo la assenza di sostegno economico da parte delle istituzioni pubbliche rende critica la continuità futura della Manifestazione“. I riconoscimenti sono stati consegnati
durante la cerimonia di premiazione condotta da Catello Masullo e Alessio Giannone, presso l’Auditorium del San Leone Magno a Roma
in via Bolzano 38, sede della manifestazione. E’ stata inoltre assegnata una targa alla migliore recensione presentata dagli studenti nell’ambito del ”Progetto di educazione al cinema d’autore“.La rassegna ha presentato una selezione di dieci tra i migliori film del cinema
giovane italiano, di cui nove opere prime, distribuiti nell’arco del 2011, a latere delle proiezioni dei film ha proposto un momento di
riflessione sullo stato del cinema italiano, con il Forum” Il Cinema Giovane Italiano: tra autorialità e mercato” a sottolineare
l’importanza di un approfondimento necessario sulle prospettive concrete che si presentano ai giovani autori del nostro cinema. Al
Forum- che si è svolto giovedì 29 marzo- hanno preso parte: l’attore Giorgio Colangeli, Elio Girlanda, Catello Masullo, Tina
Bianchi, Fabio Meloni, Enzo Natta e il direttore Pietro Murchio.
Bilancio dunque positivo per la VIII edizione della rassegna che ha registrato anche per quest’anno il tutto esaurito per quasi tutte le
19 proiezioni dei film, ad ingresso gratuito. Il Premio Cinema Giovane è promosso dall’Associazione Cinecircolo Romano e si avvale di una Commissione di Selezione composta da esperti e qualificati rappresentanti del mondo cinematografico.
A CORCHIANO TUTTE LE ASSOCIAZIONI DI VOLONTARIATO A SCUOLA
Tutte riunite presso la scuola media “Dante Alighieri” di Corchiano, le associazioni locali, sabato 14 Aprile, grazie ad un progetto ideato dalla professoressa Narduzzi, con
lo scopo di far conoscere ai ragazzi le varie realtà associative delle quali poter entrare a far parte, impegnandosi a favore del paese in cui vivono. Le associazioni di tutte
le categorie erano presenti ciascuna con i propri rappresentanti, alcuni dei quali sono
stati invitati a dare una testimonianza dell’operato svolto dal momento della loro costituzione: Geltrude Profili, per l’Arnies no profit, Silvestro Meconi per l’A.V.I.S.,
Quinto Prosperi per la Pro-Loco, Andrea Mazzasette per la Banda musicale
Giuseppe Verdi, un giovane del G.A.R. (Gruppo Archeologico Romano) ed io
per L’U.N.I.T.A.L.S.I. I nostri interventi sono stati intervallati dalle letture di poesie da parte di alcuni alunni, fino ad arrivare alla conclusione, quando Francesca e Chiara Rossi, insieme al maestro Mazzasette hanno salutato gli intervenuti con un breve intrattenimento musicale. Importante è il messaggio che la professoressa Narduzzi ha voluto lanciare, con questa lodevole iniziativa, come ha sottolineato anche il preside Pierini, ai giovani di Corchiano, per i quali le insidie sono sempre dietro l’angolo, come per tutti del resto.
Entrare a far parte di una associazione di volontariato è un modo per rendersi utili alla società in cui si vive e per evitare di fare scelte sbagliate.
Le associazioni si sono riunite, poi, domenica 15 Aprile in località Madonna del Soccorso, per rievocare la tradizionale festa della
“Poggiata”, piuttosto sentita negli anni passati, ma trascurata e poi definitivamente abbandonata. Tra gli anni ’50 e ’70, era, infatti,
consuetudine, la domenica dopo la Pasqua, che le famiglie di Corchiano si incontrassero in questo luogo dove pranzare al sacco tutti
insieme e trascorrere una giornata in allegria.Con l’intento di ripristinare questa festa, seppur in modo diverso da come avveniva tanti
anni fa, ciascuna associazione ha allestito il proprio stand dove offrire bibite, dolcetti, pizze fritte e quant’altro per allietare, insieme a
tanta musica, un pomeriggio di primavera.
Ermelinda Benedetti
ARTE E VEGETARIANESIMO
Acceso dibattito il giorno 23 marzo presso la sede “ Fiori della mente” a Capranica (Vt). Il tema
riguardava l’influenza che il vegetarianismo ha nell’ arte. Il primo a parlare dell’ argomento è
stato l’ artista Pietro Sarandrea che ha esposto alcune sue ultime opere. L’artista, vegetariano da circa 20 anni, spiega al pubblico i motivi che lo hanno portato a fare questa scelta alimentare e come è cambiato il suo percorso artistico. L’esigenza di abbandonare l’ alimentazione carnea, spiega Pietro Sarandrea, è stata naturale mentre frequentava corsi di yoga; il
beneficio di tale disciplina ha cambiato radicalmente il suo pensiero, facendogli percepire una
dimensione più sottile che ha influito notevolmente sulle sue composizioni. Prende, in seguito, la parola il dott. Franco Libero Manco, presidente dell’ A.V.A. ( associazione vegetariana
Da sinistra: Franco Libero Manco,
animalista), che porta avanti un discorso più tecnico ed etico; afferma che oltre alla disgustoPietro Sarandrea, Roberto Bisconti
sa prassi dell’ uccisione di un animale, che ha una coscienza ed è in grado di provare sentimenti come quelli umani, ci sono anche ragioni salutistiche, in quanto una alimentazione vegetariana, povera di grassi, tiene lontano
molte malattie. Il dibattito è stato moderato magistralmente da Roberto Bisconti, padrone di casa e ideatore insieme alla moglie
Letizia De Berardinis di questi appuntamenti culturali
Dott. Paola Lamonica
Campo de’ fiori
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WS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS
Trincea ferroviaria di via Mazzini: al via i lavori di copertura
Hanno preso il via a Civita Castellana i lavori che porteranno alla copertura della
trincea ferroviaria di via Mazzini, facenti parte dei Contratti di Quartiere. La consegna dei lavori era avvenuta il 15 febbraio scorso, dopo la firma del contratto
a seguito della gara di appalto aggiudicata il 13 ottobre 2011.
I lavori oggetto del Contratto di Quartiere si suddividono in due parti: la realizzazione di un edificio con residenze speciali e mini incubatori nel Comparto C1
e la copertura della trincea ferroviaria con l’arredamento urbano. Nel lotto di
proprietà comunale, in prossimità della via S. Giovanni verrà realizzato un edifico in grado di garantire alloggi da destinare a categorie svantaggiate e speciali e contestualmente dei mini-incubatori. I mini-incubatori sono strutture operative volte a valorizzare giovani che hanno intenzione e voglia di intraprendere
attività economiche, ma hanno difficoltà oggettive. Il progetto prevede la creazione di “spazi attrezzati per imprese start-up”, con relativi servizi comuni. Il bilancio energetico dell’edificio risulterà della classe energetica “A”.
La copertura della trincea ferroviaria è un intervento di ampio respiro sotto l’aspetto del paesaggio urbano. Una piccola rivoluzione per
il quartiere di via Mazzini. L’intervento contribuisce all’attenuazione del passaggio della linea ferroviaria per ben 240 metri in corrispondenza di via Mazzini. Ne deriva in questo tratto una vera e propria ricucitura della “ferita” costituita dal passaggio della ferrovia,
un vantaggio considerevole in termini di impatto sonoro e visivo. Si aggiunge la creazione di un nuovo spazio urbano arricchito dall’arredo.
Parcheggio a Via della Corsica: appaltati i lavori di asfaltatura
Con procedura negoziata in data 28.03.2012 sono stati appaltati alla ditta Edilpro Srl di
Civita Castellana i lavori di sistemazione del parcheggio con un ribasso d’asta del 4,87%
per un importo netto, escluso oneri di sicurezza, di  134.534,45.
L’iter di realizzazione dell’opera è stato molto veloce, nel 2009 l’Amministrazione ha acquistato l’area e realizzato il progetto preliminare. Nel 2010 è stata effettuata la variante urbanistica, acquisiti i pareri del Ministero dei Beni Culturali e della Regione Lazio, approvato il
progetto definitivo. A gennaio di quest’anno è stato approvato il progetto esecutivo.
I lavori inizieranno non appena saranno state espletate le procedure contrattuali con l’impresa. Ha spiegato l’assessore all’Urbanistica e ai Lavori Pubblici, Gianluca Cerri “Mettiamo
un altro tassello all’opera di riqualificazione della parte sud est del Centro Storico iniziata
con il recupero delle ex carcerette, continuata con l’apertura del passaggio pedonale verso la biblioteca e che proseguirà , a breve, con
la sistemazione della pavimentazione di via Panico e di Piazza San Clemente”.
I lavori consisteranno nella pavimentazione, realizzazione marciapiedi e illuminazione, inoltre ci sarà un passaggio pedonale direttamente da via della Corsica.
Campo de’ fiori
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Vorrei incontrarti fra cent’anni
Elena Marinozzi
Nonostante inferma da circa 30 anni, per la sua festa, realizza con le proprie mani le bomboniere!
Elena Marinozzi nel 1934 con il fratello
Fiorino a Roma - Piazza San Pietro
Il 22 marzo scorso ha raggiunto il traguardo dei cento anni la signora Elena
Marinozzi di Civita Castellana. Elena è
nata a Corridonia (Mc) il 22 marzo
1912 (circa un mese prima dell’affondamento del Titanic!); della sua infanzia,
ricorda molto bene i festeggiamenti popolari, in occasione della fine della prima
guerra mondiale. Ella si trasferì a Civita
Castellana, insieme ai suoi familiari, nel
1930, dove ancora risiede.
Nel 1937 sposò un civitonico ( Domenico
Ricci, nato a Civita Castellana nel 1911 ).
Da questo matrimonio nacque nel 1938
Annunziata e nel 1947 Arnaldo. Purtroppo
al ritorno dalla guerra, Domenico si ammalò seriamente e lasciò Elena ed i suoi figli
il 10 giugno 1948.
Dopo la morte del marito, Elena andò ad
abitare, con i due figli a casa dei suoi genitori; si rimboccò le maniche ed iniziò a
lavorare nella mensa scolastica o refezione
come si chiamava in quegli anni.
Fece vari lavori per sopperire alla mancanza del marito e riuscì a far crescere i sui
due figli, Annunziata ed Arnaldo, in modo
dignitoso, grazie anche all’aiuto dei suoi
genitori e di tutti i suoi fratelli, compreso il
fratello Federico che risiedeva in Argentina
fin dal 1926; ella è rimasta vestita di nero
argomenti. Il giorno 24
marzo alle ore 16.00 con
Elena presente, è stata
poi celebrata una messa
presso la chiesa Madonna
del Carmine di Civita
Castellana, dal sacerdote
Don Michele ed in quella
occasione è stato letto
di
anche il messaggio
auguri del Papa, pervenuto ad Elena in pergamena
che riportiamo di seguito
integralmente.
“…………..SUA SANTITA’ BENEDETTO XVI di
cuore imparte una speciale benedizione apostolica
ad
ELENA
MARINOZZI in occasioCivita Castellana 22 marzo 2012, Elena, i suoi due figli ed il
ne del 100° compleanSindaco Avv. Angelelli
no,
estendendola
volentieri ai famigliari
ed amici tutti, invocando nuova effuper tutta la vita. I figli affermano che non
sione di grazie celesti e la materna
l’hanno mai vista vestita con colori diffeprotezione della beata vergine Maria.
rente dal nero.
Chiesa Madonna del Carmine, Civita
Quando il 22 marzo scorso il sindaco Avv.
Castellana 24 marzo 2012
Angelelli è andato a farle visita, alla
Dal Vaticano, 8 marzo 2012
domanda “…quale episodio di Civita è
+ Felia Del Blanco Prieto
rimasto più impresso nella sua mente?…”
Arcivescovo Elemosiniere di SUA
ella ha risposto “…..quando verso le ore
SANTITA’……”
11.30…non mi ricordo più se nel 1943 o
Durante la messa è stato anche letto un
nel 1944…..vi fù il primo bombardamento
telegramma di auguri trasmesso dal sindaalleato a Civita Castellana….ed andarono
co di Corridonia (Mc) comune di nascita di
in frantumi tutti i vetri delle finestre…….ci
Elena Marinozzi.
rifugiammo nelle grotte e furono giorni
terribili………….”
Elena è vissuta dal 1948 al 1997 presso la
casa dei suoi genitori, in via Vincenzo
Ferretti, poi per motivi di salute è andata
ad abitare in periodi alterni con i figli.
Attualmente vive con la famiglia della figlia
Annunziata, dove viene amorevolmente
assistita da tutti i suoi familiari. E’ ovvio,
non mancano le visite di parenti ed amici;
quasi tutti i giorni vi è qualcuno che va a
farle visita.
E’ da mettere in evidenza che Elena, con le
sue mani, ha realizzato le bomboniere da
distribuire per il suo centesimo compleanno; in totale ha fatto con l’uncinetto ben
150 bomboniere! ha iniziato il suo lavoro a
99 anni e l’ha portato a termine pochi giorni prima di compiere cento anni!
Quando il Sindaco è andato a farle gli
auguri, egli è rimasto stupito dalla lucidità
di Elena, nel sostenere i discorsi su vari
Elena all’età di 99 anni,
mentre sta realizzando le sue bomboniere
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Dopo la cerimonia religiosa si è svolto un ricevimento di parenti ed amici
dove Elena ha riconosciuto tutti i presenti e con tutti ha scambiato conversazioni.
La torta del ricevimento, è stata realizzata dai maestri pasticcieri fratelli
Giorgio e Roberto Dobboloni, nipoti
da parte del marito di Elena.
Civita CastellanaChiesa Madonna del Carmine, 24 marzo 2012
Quando alle ore 20.30 i suoi familiari,
con l’aiuto di Claudio Telli (compagno
di scuola di Arnaldo) hanno riportato
Elena a casa, ella ha esclamato
“…sono un po’ stanca ma soddisfattissima…….”
Di cuore la redazione di
Torta realizzata da Giorgio e Roberto Dobboloni
Campodefiori augura altri cento anni
alla dolce mamma del nostro collaboratore Arnaldo.
La redazione di Campo de’ fiori
La rubrica dei cognomi
C
ome appare
nella
lista, il
cognome più
diffuso
a
Vignanello
è
Bracci.
di Arnaldo Ricci
[email protected]
livello nazionale.
Adesso vediamone
la diffusione e la
dislocazione
a
Bracci: (presente in soli 304
comuni d’ Italia) queste poche presenze, sono quasi tutte concentrate nell’Italia
centrale con evidente intensità nel Lazio,
Marche ed alta Toscana; ve n’è poca diffusione al sud come al nord; in particolare
esso è totalmente assente in Trentino,
Molise e Basilicata. Si presume con estrema probabilità , esso sia di origine proprio
Vignanellese.
Ceccarelli:
(presente in 745
comuni d’Italia) esso è maggiormente
diffuso nel Lazio, Marche, Umbria e
Toscana; è scarsamente presente al sud,
I cinque Cognomi più
diffusi a
Vignanello
Tali cognomi in ordine
di diffusione sono i seguenti:
1°
2°
3°
4°
5°
Bracci
Ceccarelli
Stefani
Olivieri
Ciambella
nelle isole ed al nord; in particolare, in
Basilicata è totalmente assente. Dalle
ricerche effettuate, si presume che abbia
le sue origini proprio a Roma.
Stefani:
(presente in 1015
comuni d’Italia ) esso è maggiormente
diffuso nel Nord – Est d’Italia; presenta
una minore diffusione nel Lazio; in tutte le
altre regioni è scarsamente presente; in
particolare vi è assenza completa nel
Molise. Si evince dalla ricerca, che abbia
origine nel Veneto.
Olivieri:
(presente in ben 1465
comuni d’Italia) anche se presente in
tutta Italia, esso è maggiormente diffuso
in quella del Centro – Nord con particolare concentrazione in Liguria, Emilia
Romagna e Lombardia; ve n’è una buona
diffusione, anche se minore, nel Lazio e
costa marchigiana, nel sud comprese le
isole è scarsamente presente; la sua origine è da attribuirsi o in Liguria oppure
nell’Emilia Romagna.
Ciambella: (presente in soli 50
comuni d’Italia) le poche presenze di
questo cognome sono quasi tutte concentrate nel Lazio e più precisamente a
Vignanello; vi sono pochissime presenze
nel resto d’Italia, in particolare esso è
totalmente assente in Valle d’Aosta,
Trentino, Friuli, Veneto, Marche, Molise,
Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia. Questo
cognome è , senza tema di essere smentiti, di origine prettamente vignanellese.
Seguirà sul prossimo numero lo stesso
studio per il comune di
Vallerano.
Visita il nostro sito
www.campodefiori.biz
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Campo de’ fiori
L’arte di arredare
Dalla falegnameria della “casa bianca”, con lavoro, dedizione e soprattutto passione, passando
per via Fontana Matuccia, si arriva a “Casale
Ettore”. Nei nuovi locali, oltre ad arredamenti e
mobili tradizionali, si inizia anche a produrre arredi moderni, in particolar modo da bagno, sia con
marchio proprio che su commissione delle più
importanti aziende ceramiche del distretto industriale di Civita Castellana. La grande esperienza
artigianale, unita alla forte innovazione tecnologica, ha permesso che la bottega di Mastrofiore si
proponesse al mercato italiano ed internazionale
in occasione del Cersaie di Bologna, ottenendo
apprezzamenti ed ottimi risultati commerciali.
Oggi possiamo affermare che la bottega di
Mastrofiore è diventata una realtà “artigianale
tecnologicamente avanzata”, in grado di produrre
ogni genere di arredamento, dal classico al rustico, al moderno, per ogni tipo di abitazione, e
tutto con la passione di chi questo mestiere lo fa
da tre generazioni.
www. mastrofiore.it
Campo de’ fiori
Domenica 22 Aprile 2012
il Bar Sergio e Danilo ha festeggiato
i suoi primi 30 anni di attività!
E’ stata una bella festa, una grande festa,
alla quale hanno partecipato numerosissimi clienti della prima ora, per dimostrare in
questa occasione speciale la loro gratitudine agli amici di sempre Sergio e Danilo.
Era il 1982 quando, lasciato il lavoro come
operai ceramici, aprivano la loro prima attività in Corso Bruno Buozzi.
Otto anni dopo si trasferivano al Centro
Commerciale Rio dove tuttora, nonostante il particolare momento economico,
continuano ad avere quei risultati che sono
il frutto della loro simpatia, cordialità e
professionalità .
L’insostituibile sostegno e la collaborazione
delle mogli Carla e Nadia e dei figli Fabio e
Silvia fanno di loro una squadra vincente.
Festeggiare l’anniversario è stata l’occasione migliore per poter ringraziare l’affezionata clientela, che ha sempre riscontrato in loro disponibilità e amicizia vera.
Queste aziende familiari hanno la forza e
le motivazioni della nostra Italia dei tempi
migliori ed è con profonda sincerità che
auguriamo loro altrettanto feste di anniversari.
Sergi e Danilo e tutto lo staff ringraziano di vero cuore quanti in questi
30 anni li hanno preferiti per i loro
modi gioviali ed allegri, ma non solo.
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Campo de’ fiori
AGENDA
Tutti gli appuntamenti più importanti
Ultimo appuntamento per Sabato in Concerto degli Amici della Musica di Roma
E’ così che volge al termine la Sesta stagione concertistica Sabato
in Concerto degli Amici della Musica di Roma, Associazione musicale operante sotto la Presidenza Onoraria di Ennio Morricone.
Protagonista del Concerto di Chiusura sarà il conosciutissimo e singolare MUSICHE MIGRANTI TRIO in scena il 19 Maggio 2012 presso la
St. Andrew’s Church di Roma (Via Venti Settembre 7) alle ore 18.30.
Atteso come ospite d’onore ENNIO MORRICONE. L’evento si svolge con
il Patrocinio di Roma Capitale.
Il programma della serata intitolata MUSICHE MIGRANTI: UN SUGGESTIVO RACCONTO
TRA PAROLE, MUSICA E TANGO, sotto la direzione artistica della dott.ssa Laura
Ruzza, prevede l’esecuzione di musiche della tradizione popolare italiana come pizziche e tarantelle oltre che classici della canzone napoletana alternati ad alcuni famosissimi tanghi. Il
TRIO MUSICHE MIGRANTI è composto da Roberto Mattioni (voce, chitarra classica e chitarra battente), Alberto Poli (violino) e Cleo Galiani (fisarmonica e mandolino). .Il concerto sarà preceduto da una breve Guida all’Ascolto tenuta dalla dott.ssa
Laura Ruzza, musicologa, docente di conservatorio e critico musicale e seguito da un Rinfresco e Brindisi finale (gentilmente offerti dagli sponsors CUOCHEPERCASO, BIRRA DEL BORGO, CANNOLERIA SICILIANA e GELATI DI VINI) per concludere brillantemente questa Sesta Stagione Concertistica ed incontrare da vicino i musicisti della serata. Il costo del biglietto a posto unico è di
soli  10 mentre per i giovani fino a 15 anni il costo del biglietto è di  5. Prenotazione telefonica GRATUITA
INFO: Amici della Musica di Roma - Tel. 3336470115, E-mail [email protected] , Sito web www.amicimusicaroma.it
VII Premio Nazionale di poesia in lingua 2012
"Maestro Roberto Costanzelli"
Per ricordare l’azione educativa, l’opera poetica e l’amore verso la terra falisca, che hanno caratterizzato la vita dell’indimenticabile insegnante scomparso, è indetta la VII edizione del Premio nazionale di poesia in lingua “Maestro Roberto COSTANZELLI”
La scadenza entro la quale presentare i lavori è stabilita per le ore 24,00 del giorno 8 giugno 2012. Il concorso è articolato in due sezioni: A. Categoria giovani (riservata a concorrenti in età dai 14 ai 18 anni); B. Categoria adulti (riservata a concorrenti in età superiore ai 18 anni). Per le modalità di partecipazione contattare il Sig. Carlo Costanzelli, presso TELLIGRAF, località Prataroni, 01033 CivitaCastellana(VT) tel 0761/599222-599322.
Prima Nazionale
26 Aprile - 20 Maggio 2012
Il Monaco nel Letto
Commedia Musicale in due atti
Libero riadattamento da ‘O Scarfalietto di E. Scarpetta
Scritto e diretto da Enzo Avolio
Con GIANNI NAZZARO - DONATELLA PANDIMIGLIO
E con la partecipazione di Luigi Montini
Musiche originali di Stefano Fresi
Teatro Greco - Via Ruggero Leoncavallo, 16 - Roma,
Orario spettacoli: dal martedì al sabato ore 21.00
domenica e festivi ore 17.30
Prezzo biglietti: Intero  20,00 - Ridotto  15,00
Gruppi  10,00 - Per i minori, accompagnati da adulti paganti,
2,00 (COSTO SIAE)
Campo de’ fiori
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AGENDA
Tutti gli appuntamenti più importanti
VISITE ALL’ABBAZIA CISTERCENSE
DI SANTA MARIA IN FALERI
Con l’arrivo della primavera, a Fabrica di Roma riprendono le aperture dell’ Abbazia cistercense di Santa Maria in Falleri, edificata a partire dalla seconda metà del XII secolo da monaci provenienti direttamente dalla Francia. L’edificio religioso, si integra perfettamente con
l’ambiente circostante caratterizzato dalla possente cinta muraria, in
gran parte conservata, dell’ antica città falisco-romana di Falerii Novi,
fondata nel 241 a.C.. Il visitatore rimarrà sorpreso già all’inizio del
percorso, entrando dalla monumentale Porta di Giove, uno dei nove
accessi alla città rimasto in uso fino ai giorni nostri. Il sito è immerso nella natura ed è il luogo ideale per passare una piacevole mattinata all’aria aperta all’insegna della storia e dell’archeologia.
Orario di apertura (Aprile - Novembre 2012):
sabato-domenica 9:00-13:00
Sono possibili aperture durante i giorni feriali per appuntamento
telefonando a: Ufficio Cultura del Comune di Fabrica di Roma
0761569001 - [email protected]
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Campo De Fiori Rivista
Seguiteci anche su
Campo de’ fiori
50
Una “Fabrica” di ricordi
Personaggi, storie ed immagini di Fabrica di Roma
S
La Cesa
Gli altarini
otto le case, nei
giardini o in campagna, le edicole
votive (gli “altarini”)
sono un segno della
devozione popolare
con la quale, specialmente in passato, ci si
di Sandro Anselmi voleva ingraziare la
benevolenza
del
Divino, per loro stessi e le proprie famiglie.
Le offerte di fiori e di lumini rinnovavano
una fede autentica, spontanea e diretta, e
le preghiere sincere, non mediate, rimandavano ad un culto antico.
Oggi, coerentemente ai nuovi costumi,
pochi si accorgono degli “altarini” e se non
fosse per le persone di una certa età ,
sarebbero abbandonati, senza più un lume
né un fiore.
Facendo un giro per il mio paese ne ho
scoperte tante e tutte belle; sono curate e
visitate ed in una di queste ho incontrato,
appunto, una vecchietta che, inginocchiata, pregava.
Mi sono fermato per fare una foto all’ edicola, ma lei, schiva, si è allontanata non
prima di avermi detto, però , che stava
pregando per un suo nipote ammalato.
Chissà se il nipote, che speriamo presto
guarito, verrà mai a deporvi un fiore?
San Rocco
Gricciano
La Mola
Le Fornaci
Viale degli Eroi
Castagneti
Campo de’ fiori
51
La Redazione di Campo de’ fiori si associa agli auguri
I tuoi meraviglio- Tantissimi
auguri di
si …..anta sono la
Buon
dimostrazione di
come l’amore per Compleanno
gli altri ti mantie- a Valentina
che il 20
ne giovane!
aprile ha
Auguri Joselia
da tutti quelli che compiuto 18 anni. Continua ad
essere la ragazza semplice che
ti vogliono bene!
sei. Ti vogliamo un mondo di
bene. Mamma, papà il tuo fratellino Domenico e Daniele.
In questi anni in cui i
principi azzurri sempre
più spesso cadono da
cavallo, è bello vedere
che il “vissero sempre
felici e contenti” non lo si
trova solo nelle fiabe.
Auguri ad Elio ed Ilvana
per i vostri 60 anni insieme che festeggerete il
27 aprile, da tutta la
famiglia (One e Totò
compresi).
Tantissimi auguri di buon compleanno al piccolo Flavio Martorelli
ed al suo papà Stefano che compiranno rispettivamente 3 e 40 anni
il 26 aprile, dagli zii Ornella e
Claudio e da tutti quelli che
vogliono loro bene.
Tantissimi auguri al nostro
papà che il 15 Marzo ha
compiuto gli anni, dicendogli grazie.......per ciò che
stai facendo! Tanti auguri
da Giovanna, Gabry, Dany,
Anna i i generi e nipoti......AUGURONI
Tanti auguri di
buon compleanno a
Federico che il 20
Aprile ha compiuto
gli anni, dalla
mamma, il papà, la
sorella Cecilia e
tutta la redazione
di Campo de’ fiori
Un caloroso benvenuto nel gruppo
delle zumbere, guidate da Eleonora,
a Valentina !!!!
Complimenti per le
vostre performance … continuate
così… Il vostro
nuovo fan Valerio!
Sono 3 anni che
riempi la nostra
vita di gioia,tanti
auguri di un bellissimo compleanno Nicolò da
mamma e papà!
Tanti auguri a
Flora Iaffei che
ha compiuto gli
anni, dalle figlie e
dai parenti
Auguri a Lucia
Zappaterreno di
Caprarola che il 21
Aprile ha compiuto
ben 100 anni!
52
Campo de’ fiori
SCOMPARSO
a gennaio
2012,
in Località
Quartaccio
a Fabrica di
Roma. Si chiama Google è
un cagnolone
buono e dolcissimo trovato due anni
fa in condizioni davvero disperate, aiutateci a ritrovarlo, anche se, dato il
tempo trascorso, non ci speriamo poi
molto. (Avvistato forse a Vallerano e/o
Vignanello). Tel. 366.5750543
QUALCUNO L’HA
RICONOSCE!!!!!!!
TROVATA A
TREVIGNANO l’11 aprile
SENZA CHIP CON COLLARINO
ROSSO E COLLARE SCALIBUR
NUOVO T.340 8353646
VITERBO: smarrito GIGHEN, maschio, incrocio
SPRING/BRETON, di circa 7 anni, pelo lungo, di
colore nero e bianco maculato, con microchip.
380098100751347, al momento dello smarrimento indossava un collare blu. Gighen ha un
occhio velato, che i suoi padroni stavano curando. Smarrito a
Viterbo in zona Paradiso lunedì 09 aprile 2012. Tel
328.6919734
Mamma e figlia...ridotte alla
fame...neanche un tetto sopra la
testa..urgente trovare una famiglia che
si prenda cura di loro..anche singole...ma non lasciamole morire, è una
corsa contro il tempo. Per favore, non
sapete qnt pena mi hanno fatto vederle così...la tristezza nei loro occhi....se avete novità rintracciatemi via
messaggio su facebook al mio profilo Paco Frescadepino
Rita STORRI-Presidente
3391123663
www.incrociamolezampe.org
TROVATA A
CASTEL SANT’ELIA
(VITERBO) IL
30/03/2012
PASTORE
TEDESCO,
FEMMINA,
BUONISSIMA,
NO CHIP, COLLARE ROSSO NUOVISSIMO,
OTTIMO STATO DI SALUTE. CHI L’HA
SMARRITA????? RITA 339/1123663
SCOMPARSO 
PLUTONE
simil volpino
sparito il 2
Aprile, da località
Bandita a Fabrica
di Roma.
SORDO e vecchietto. Se per caso lo avete raccolto
sappiate che c’è una famiglia angosciata.
Ha bisogno di cure. Tel. 3335874507.
Dog park e Adotta un cane:
a Civita iniziative
a sostegno degli animali
Due sono le iniziative intraprese dal comune di
Civita Castellana a favore degli animali, in particolare dei cani. La prima riguarda i cani randagi
che al momento sono ospitati nei canili. Sul sito
del Comune di Civita Castellana è stato
creato uno spazio apposito, dal titolo “E
dai, adotta un cane” in cui si possono vedere tutte le foto dei cani “ricoverati” presso
il canile di Viterbo per scegliere quello che
si vuole adottare. Presso il giardino di via
Marinai d’Italia invece si sta predisponendo il primo dog park della città , anche su
indicazione del Consiglio dei Giovani di Civita
Castellana.
Campo de’ fiori
Roma com’era
Campo de’ fiori
Roma. Fine ‘800.
Una pittoresca immagine di Piazza di Spagna con al centro la statua dell’Immacolata Concezione.
La calma con la quale i ritratti passegiano e sostano non presagisce neanche lontanamente il caos odierno.
21
53
Civita Castellana - Squadra di Rugby, anno 1981-1982.
In piedi da sx: Angelo Proietti, Roberto De Julis, Fabrizio Taizzani, ... Ceccarelli, ... D’Amico, L. Fantera, ... Censi, ...
Marchetti, ... Tontoni, ... Gentili, ... Oddi, ... Stinchelli.
In basso da sx: ... Anselmi, ... Cicconi, ... Martino, V. Fantera, T. De Julis, ... Farina, ... Agostinelli, ... Cipriani, ... Lucidi.
Foto tratta dal libro “50 anni di strani rimbalzi a Civita Castellana” di Ugo Baldi.
Campo de’ fiori
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Campo de’ fiori
Album de
Campo de’ fiori
55
dei ricordi
Campo de’ fiori
Civita Castellana - Bar L’Aquila. Primi anni ‘60. Da sx: Rina di Giovenale e Linda Pallozzi. Chi è che vi fa questa sorpresa?
Campo de’ fiori
Monte Tancia - 4 Aprile 1982. In piedi da sx: Sandro Riganelli, Alberto Sacchi, Pasquale Mancini.
In basso da sx: Alberto Marangoni, Gianni Formichetti, Marcello Percossi, Alfredo Anzellini.
56
Campo de’ fiori
Album de
2
1
4
3
6
5
Campo de’ fiori
Fabrica di Roma - Agosto 1979 - II Trofeo Festa dell'Unità. 1. Sergio Tabacchini, 2. Enrico D’Antonangelo,
3. Gianni Bernacchi, 4. Gino Guidi, 5. Eraldo Biondini, 6. Filiberto ... . Foto di Eraldo Biondini.
Campo de’ fiori
Campo de’ fiori
Fabrica di Roma - Anni ‘60.
Carmelita Marinelli e Domenico Anselmi.
Fabrica di Roma - Anni ‘40.
Da sx Paolo Carosi e Francesco Potere.
1
2
3
4
5
10
6
11
7
8
9
Classe 1931 di Fabrica di Roma. 1. Anna Angeletti, 2. Imperia Angeletti, 3. Rosanna Pascucci, 4. Anna Maria Stefanucci,
5. Augusto Stefanucci, 6. don Silvano Francola, 7. Mario Tiritera, 8. Giovanni Costantini, 9. Luigi Censi, 10. Giuseppe Ceccarelli,
11. Meris ... Foto di don Silvano Francola.
Campo de’ fiori
Campo de’ fiori
57
dei ricordi
11
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14
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7
8
9
10
Riproponiamo la foto già pubblicata sul numero 89 di Campo de’ fiori per correggere alcuni nomi erroneamente riportati ed aggiungerne altri.
Fabrica di Roma - anno scolastico 1963/’64. Scuola media, classe I .
1. Rita Quintiliani, 2. Rita Baldassi, 3. Elisabetta Bedini, 4. Ottaviana Morini, 5. Mirella Pesaresi, 6. Laura Pierantonelli, 7. Prof. Sangiorgi,
8. Carla Fossicelli, 9. ... Orsi, 10. Giuliana Monfeli, 11. Patrizia Scarnati, 12. Maria Antonia Rotella, 13. Anna Maria Benedetti, 14. Marisa Anselmi.
Campo de’ fiori
1
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4
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Campo de’ fiori
Album de
Campo de’ fiori
59
dei ricordi
Campo de’ fiori
Corchiano. Primi anni '50.
Scampagnata alla
Madonna del Soccorso,
in occasione della tradizionale
“Poggiata”
Foto del sig. Alfonso Mechelli,
secondo da dx.
Corchiano. Metà anni ‘50.
Da sx: Pompeo, Maria e Gerardo Nardone.
Campo de’ fiori
60
LAVORO
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notte, baby-sitter, con referenze, 46 anni. Tel.
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o lungo orario. Zona Faleria, Rignano, Civita
Castellana. Tel. 0761.587979 o.p.
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In alternativa inviare le candidature al numero
di fax 0746/755374 o via e-mail a:
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commessa, assistenza domiciliare, mansioni
varie dalle ore 9 alle 15. Zona Anguillara,
Bracciano, Cesano, Olgiata. Tel. 334.5910917
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giardiniere, operario muratore, badante per
uomo, qualsiasi impiego. Tel. 342.6377952
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sitter. Tel. 389.3461019
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come baby-sitter o commessa, zona Civita
Castellana, Fabrica di Roma, Corchiano. Tel.
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- DONNA cerca la voro come badante anche
giorno e notte. Tel. 388.9314500.
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Campo de’ fiori
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lavoro come assistente anziani, anche di notte,
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Fabrica di Roma, Corchiano e d’intorni. Tel.
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case di cura, baby-sitter, cameriera esperta,
aiuto in pizzeria o per pulizie. Referenziata. Tel.
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62
Campo de’ fiori
Oroscopo di Maggio
ARIETE 21 Marzo - 20 Aprile
E’ il mese giusto per intraprendere nuove conoscenze ed approfondire i rapporti con le persone che vi
stanno vicino. Questa primavera porterà novità inaspettate e piacevoli soprattutto per quanto riguarda i
sentimenti: State sempre all’erta.
TORO 21 Aprile - 20 Maggio
Questo maggio 2012 rappresenterà lavorativamente una buona chanche per
evolvere dalla vostra
situazione attuale. Cercate
di essere elastici ed aperti a tante delle
possibilità che vi verranno offerte. Stato
positivo anche per la salute: di ferro.
GEMELLI
Giugno Un
21
Maggio-21
periodo che non
porterà con sé tante novità . La routine quotidiana
potrebbe talvolta risultare
noiosa ed infruttifera, ma
la vostra lungimiranza vi porterà spesso e
giustamente a guardare in avanti per pianificare progetti a lungo termine.
CANCRO 22 Giugno - 2
Luglio E’ il mese in cui vi
guarderete attorno senza
troppa considerazione per
gli altri. State cercando
una svolta ma dovrete mettere da parte la
fretta che caratterizza gli ultimi vostri
movimenti e le vostre mosse. Pazientate e
sarete soddisfatti anche a breve.
LEONE 23 Luglio - 22
Agosto La riflessione tiene
occupato gran parte del
vostro tempo. State effettuando le vostre scelte
con davvero molta razionalità anche se tante volte sarebbe giusto
per voi affidarvi a senzazioni ed istinto.
Non siate troppo pignoli con gli altri.
VERGINE 23 Agosto - 22
Settembre La vostra estrema attività di questo ultimo periodo potrebbe finire per stressarvi, cercate
dunque di dare una certa
moderazione ai vostri movimenti. Lo spirito è quello giusto e il buon umore caratterizza gran parte delle vostre giornate.
BILANCIA 23 Settembre - 22 Ottobre Il mese
di maggio sarà per voi
un mese di grande equilibrio
e
stabilità .
Rafforzerete le vostre
posizioni e i legami con le persone che vi
stanno vicino. Abbiate cura di voi stessi e
non trascurate gli stress fisici.
SCORPIONE 23 Ottobre 21 Novembre In questo
mese l’aggressività è
per voi motivo di vita.
Siete spesso propensi a
cercare lo scontro e il
confronto con tutte le persone che vi stanno attorno, e cercate sempre di far valere
con decisione le vostre posizioni.
by Cosmo
SAGGITTARIO
22
No-
Avete
la propensione per cercare il diaologo con chi vi sta
attorno, ma spesso siete
anche troppo diplomatici.
Non abbiate il timore di far valere le vostre
posizioni quando è giusto che queste vengano rispettate. Non trascurate il vostro
aspetto e il vostro benessere fisico.
CAPRICORNO 21 Dicembre
- 19 Gennaio Siete davvero
al massimo della forma e
queste settimane lo dimostreranno con decisione. Il
vostro carattere brillante
illumina queste vostre giornate e quelle
delle persone che vi stanno attorno.
ACQUARIO 20 Gennaio - 18
Febbraio La vostra predisposizione all’aria aperta e allo
svago vi sta portando in
questo mese di maggio a
tenere in poco conto quelli
che invece dovrebbero essere i vostri
impegni. Cercate di conciliare le vostre esigenze con quelle del vostro prossimo.
PESCI 19 Febbraio - 20
MARZO Il mese di maggio è
per voi un periodo senza
grandi tensioni e impegni.
Utilizzate il tempo in questione per rilassarvi e per
stemperare le tensioni che fino a poco
tempo fa potevano aver turbato la vostra
quiete. Dedicatevi pure a voi stessi.
vembre - 20 Dicembre
Campo de’ fiori
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