CHE COS`È IL MERCATO UNICO. VANTAGGI E PROBLEMI A) Che
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CHE COS`È IL MERCATO UNICO. VANTAGGI E PROBLEMI A) Che
CHE COS’È IL MERCATO UNICO. VANTAGGI E PROBLEMI A) Che cos’è il mercato unico. a) Uno strumento unico al mondo Entrato in vigore il primo gennaio 1993, al termine di un complesso processo di preparazione sviluppatosi sotto la spinta dell’allora presidente della Commissione europea Jacques Delors, il mercato unico comprende oggi tutti i 27 Paesi dell’Unione europea, un’area dove risiedono quasi mezzo miliardo di persone. Il mercato unico è stato creato per consentire ad ogni cittadino europeo di profittare pienamente dei vantaggi che derivano dall’opportunità di poter vivere, lavorare, trasferirsi, studiare, produrre, vendere, acquistare in qualunque località dell’Unione europea liberamente e senza vincoli di sorta. Nel corso dei 15 anni trascorsi dalla sua creazione, il mercato unico ha eliminato progressivamente gran parte degli ostacoli che impedivano o condizionavano la libera circolazione delle persone, delle merci, dei servizi dei capitali all’interno dell’UE. Ossia le quattro libertà che costituiscono i pilastri sui quali si fonda il mercato unico. Più in particolare, qual è il significato concreto di queste libertà, proclamate dai Trattati, per i cittadini europei in generale, e più in particolare per i consumatori e per le imprese? • Per i cittadini il diritto di vivere, di lavorare, di studiare o di trascorrere gli anni della pensione in uno qualsiasi dei 27 Paesi che fanno parte dell’Unione europea. • Per i consumatori, una concorrenza più ampia e più libera che comporti la riduzione dei prezzi, che offra una sempre maggiore scelta di prodotti, che assicuri il più alto livello di tutele e di protezioni. • Per le imprese, la possibilità di produrre e vendere in qualunque Stato membro dell’Unione nel modo più semplice e meno oneroso possibile. b) Un percorso di oltre mezzo secolo Il mercato unico è nato il primo gennaio 1993, al termine di una gestazione lunga più di quarant’anni. Da allora ne sono trascorsi altri quindici. Ecco qui, in sintesi. le tappe principali: • 1951. Sei Paesi europei (Belgio, Francia, Germania federale, Italia, Lussemburgo, Olanda) firmano il trattato che istituisce la CECA, Comunità europea del carbone e dell’acciaio, che supera le competenze nazionali relative alla produzione e all’utilizzazione di due materie prime allora strategiche. • 1958. Nasce la CEE, Comunità economica europea, costituita fra gli stessi sei Paesi riuniti nella CECA, per la costituzione del mercato comune europeo. • • • • 1968. La CEE abolisce i contingenti e i diritti di dogana per lo scambio di merci fra i sei Stati membri. Sono mantenute però le differenze non tariffarie fra i Paesi in questione. Di fatto, questo impedisce un’autentica liberalizzazione degli scambi. 1985. La Commissione lancia un piano globale per la realizzazione di un vero mercato unico senza frontiere alla fine del 1992. In quel lasso di tempo la stessa Commissione sforna 280 direttive che saranno successivamente e gradualmente introdotte nell legislazioni nazionali. 1993. Il primo gennaio vede la luce il mercato unico. 1993-2008. Nel corso degli ultimi 15 anni, mentre l’Europa si allargava ulteriormente, il mercato unico è cresciuto ancora: numerosi altri ostacoli sono stati eliminati, i commerci si sono estesi, la prosperità è cresciuta, molti nuovi posti di lavoro sono stati creati. B) I vantaggi del mercato unico a) Un’infinità di benefici per tutti Se oggi possiamo volare da Roma a Londra o ad Amburgo o a Barcellona con tariffe che possono anche non raggiungere i cento euro, lo dobbiamo al mercato unico. Se, passeggiando sugli Champs Elysées, sorseggiando una birra sulla Grand Place o salendo la scalinata di Trinità dei Monti, possiamo telefonare a casa (a Lisbona, ad Atene o a Dublino) a costi ormai contenuti, questo è uno dei tanti effetti positivi del mercato unico. Se i nostri figli possono studiare per un ancora limitato periodo di tempo in un’altra università dell’Ue, sostenervi gli esami e vederseli poi riconosciuti dall’università del paese d’origine, dobbiamo dire grazie al mercato unico. Se al passaggio in treno o in auto da un Paese all’altro dell’Unione nessuno ci chiede più i documenti, e in molti casi non ci rendiamo conto più neppure del passaggio attraverso la frontiera, questo è un altro dei benefici che ci ha regalato il mercato unico. Se, viaggiando (per lavoro, per studio o per vacanza) in un altro Paese dell’Unione, sempre più spesso non abbiamo più bisogno di cambiare la valuta e possiamo usare le stesse banconote e le stesse monete che maneggiamo in patria, anche questa è una conquista del mercato unico. Se, facendo la spesa al supermercato, possiamo scegliere, a prezzi equivalenti, fra prodotti provenienti da uno qualsiasi dei 27 Stati membri dell’Unione europea, anche questa è un’opportunità che ci viene offerta dall’appartenenza al mercato unico. b) Mille vantaggi per i cittadini Il mercato unico offre tantissimi vantaggi ai 480 milioni di cittadini che vivono nei 27 stati membri dell'Unione europea. Ecco i più rilevanti: • l'incremento del benessere: rispetto alla situazione senza mercato unico, è calcolato nella misura di 518 euro a persona nel 2006, corrispondente a un aumento del 2,15% del prodotto interno lordo nel periodo 1992-2006; • la possibilità di studiare all'estero: l'84% dei cittadini UE la considera un fatto positivo; grazie al programma Erasmus, un milione e mezzo di giovani hanno compiuto parte dei loro studi universitari in un altro Stato membro; • la possibilità di viaggiare in un altro Stato membro: il 72% dei cittadini degli Stati • • membri ritiene che viaggiare all'interno dell'UE sia ora più agevole rispetto a dieci anni fa, in particolare negli Stati membri che hanno firmato l'accordo Schengen; il diritto di lavorare e vivere all'estero: oltre 15 milioni di cittadini UE si sono stabiliti in un altro Stato membro. Nella località in cui risiedono, hanno diritto di voto attivo e passivo. I cittadini dell'UE hanno il diritto alla parità di trattamento sul lavoro (assunzione, retribuzione, prestazioni sociali, agevolazioni fiscali). Possono essere accompagnati dai familiari, indipendentemente dalla cittadinanza di questi; l'introduzione della tessera di assicurazione sanitaria europea: ogni cittadino UE ha diritto all'assistenza sanitaria pubblica in un altro Stato membro anche in caso di soggiorno temporaneo. La mobilità dei ricercatori è agevolata. Ci sono norme per il riconoscimento automatico dei diplomi per un'ampia gamma di professioni. c) Mille vantaggi per i consumatori I cittadini europei, in quanto consumatori, usufruiscono di tutta una serie di vantaggi che derivano dall'appartenenza al mercato unico. Qui di seguito ne vengono indicati alcuni: • i cittadini godono dei pieni diritti dei consumatori quando fanno acquisti in un altro Stato membro. Secondo la maggior parte dei cittadini (il 53%), il mercato interno ha potenziato la protezione dei consumatori all'interno dell'UE. Sono obbligatori in Europa livelli elevati di sicurezza per i prodotti, esistono norme per combattere la pubblicità ingannevole, le clausole contrattuali sleali, per tutelare i diritti dei passeggeri dei trasporti aerei e per semplificare l'apertura di un conto bancario in un altro Stato membro; • con il mercato unico c'è una più ampia scelta di merci e di servizi di alta qualità: tre cittadini europei su quattro ritengono che la possibilità di commercializzare prodotti di altri Stati membri alle medesime condizioni dei prodotti nazionali abbia avuto effetti positivi. L'introduzione dell'euro ha facilitato la comparazione dei prezzi sui diversi mercati nazionali. L'introduzione di norme comuni ha favorito la presenza sul mercato di prodotti più sicuri e più ecologici (si pensi ai prodotti alimentari, alle automobili ed alle medicine); • in molti casi si è registrato un calo dei prezzi delle merci e dei servizi: il 67% dei cittadini europei ritiene che l'accresciuta concorrenza nei trasporti, nelle telecomunicazioni, nei servizi bancari e in quelli assicurativi sia positiva. Nelle telecomunicazioni, inoltre, la concorrenza ha stimolato l'introduzione delle reti a banda larga, accessibili ora all'85% della popolazione. Le tariffe telefoniche applicate dagli ex-monopolisti nazionali per le telefonate nazionali e internazionali sono diminuite in media di oltre il 40% tra il 2000 e il 2006. d) Mille vantaggi per le imprese Tutte le imprese – piccole, medie e grandi – che hanno sede in uno o più dei 27 Stati membri dell'Unione europea profittano dei vantaggi del mercato unico. Ecco alcuni esempi: • • mercato unico di quasi mezzo miliardo di persone: le imprese di maggiori dimensioni possono così beneficiare di enormi economie di scala, anche grazie a reti meglio connesse e meno costose nei settori dei trasporti, delle telecomunicazioni e dell'energia elettrica. Parallelamente, per le esportazioni delle piccole e medie imprese si sono aperti nuovi mercati, ai quali esse non avrebbero potuto accedere in passato a causa dei costi e delle difficoltà pratiche; scambi commerciali transfrontalieri più facili: l'abolizione delle formalità amministrative alle frontiere e la diffusione dell'euro hanno abbreviato i termini di • • • • consegna e ridotto i costi. Prima il solo sistema fiscale richiedeva ogni anno 60 milioni di documenti di sdoganamento, oggi non più necessari. Inoltre, nella maggior parte dei casi è sufficiente un'unica autorizzazione, dello Stato membro di origine, per fornire un prodotto in qualsiasi località dell'UE. Strumenti di soluzione dei problemi, come SOLVIT, possono essere attivati anche riguardo agli scambi commerciali transfrontalieri; modalità più agevoli per costituire o acquistare un'impresa: il costo medio per creare una nuova società è sceso da 813 euro nel 2002 (quando l’Ue contava 15 Stati membri) a 554 euro nel 2007 (quando gli Stati membri sono diventati 27); il tempo per le pratiche amministrative di registrazione di una società è stato ridotto da 24 giorni nel 2002 a 12 oggi; diffusione delle norme e delle etichette UE: grazie alle iniziative di armonizzazione tecnica e all'operato degli istituti di normalizzazione, le merci prodotte in conformità degli standard prescritti possono circolare liberamente all'interno del mercato unico. In tal modo, le società hanno accesso ai mercati in tutta l'UE, si sono semplificate le procedure, sono diminuiti i costi e si sono assicurati interoperabilità tecnica ed elevati standard di sicurezza; nuove fonti di contratti e di finanziamenti: l'integrazione dei servizi finanziari comporta finanziamenti meno costosi per le imprese di tutte le dimensioni e libera le società quotate in Borsa dall'obbligo di rispettare regolamentazioni nazionali divergenti quando vogliono raccogliere fondi. Le società possono ora concorrere in gare d'appalto per fornire merci e per prestare servizi alle pubbliche autorità di altri Stati membri; migliore collaborazione transnazionale e maggior trasferimento di tecnologia: le reti di sostegno alle imprese e all'innovazione offrono assistenza a chiunque voglia costituire un'impresa in qualsiasi parte dell'Europa. La nuova rete raggiungerà 2 milioni di PMI in tutto lo Spazio economico europeo e in taluni paesi candidati e potenziali candidati, e consentirà alle PMI di avvalersi agevolmente dei servizi informativi degli Eurosportelli e dei centri di collegamento per l'innovazione grazie a un accesso unificato. e) Mille vantaggi per l’economia in generale L'economia intera dei 27 Paesi che compongono l'Unione europea ha tratto profitto dal mercato unico. Questa che segue è una sommaria elencazione dei benefici: • nel periodo 1992-2006 i profitti derivanti dal mercato unico sono stati pari al 2,15% del prodotto interno lordo dell'Unione europea e hanno portato a 2,75 milioni di posti di lavoro in più; • in rapporto al PIL, gli scambi infracomunitari sono aumentati del 30% tra il 1995 e il 2005; • anche gli investimenti transfrontalieri hanno registrato un incremento e la quota del totale degli afflussi degli investimenti diretti esteri nei Paesi dell'Ue-15 in provenienza da Paesi esterni all'Ue-15 è aumentata dal 53% nel 1995 al 78% nel 2005; • grazie a regole sugli appalti pubblici che assicurano maggiore apertura e concorrenza, i governi hanno potuto realizzare risparmi stimabili, secondo alcuni studi, tra il 10% e il 30% e dispongono pertanto di maggiori risorse da spendere su priorità come la sanità e l'istruzione. C) Che cosa non va nel mercato unico a) Successi evidenti ma anche nuove questioni Il mercato unico è un lungo elenco di successi indubitabili. Ma, al tempo stesso, presenta una lista di nuove questioni ancora non risolte, di punti critici che è doveroso affrontare, di barriere che è necessario abbattere nell'interesse dei cittadini, dei consumatori e delle imprese. Il motivo è che “il mercato unico – recita la relazione intermedia che la Commissione ha redatto per il Consiglio europeo della primavera 2007 – ha carattere dinamico, è in costante evoluzione e si adatta alle nuove realtà. In quanto tale, esso non sarà mai 'realizzato' o 'compiuto'”. Una prospettiva, questa, perfettamente in linea con quel che preconizzava Robert Schuman nella sua Dichiarazione del 9 maggio 1950. “L'Europa – disse quel giorno l'allora ministro degli Esteri francese – non si edificherà in un solo colpo né in una costruzione d'insieme: essa si farà attraverso realizzazioni concrete che creino innanzi tutto una solidarietà di fatto”. Restano dunque molte cose da fare per rendere i vantaggi del mercato unico ancora più tangibili in un'ampia gamma di attività economiche e per accrescere la fiducia dei cittadini e dei consumatori nella qualità dei prodotti e dei servizi, tanto per quelli nazionali quanto per quelli importati, tanto per i settori tradizionali quanto per quelli emergenti. Quella che segue è quindi una lista di questioni da affrontare redatta sulla base dell'esperienza di un quindicennio di mercato unico, nonché dai risultati che la Commissione ha tratto da una consultazione pubblica, da alcuni sondaggi Eurobarometro, da un'audizione pubblica oltre che da apporti di altre istituzioni comunitarie. b) Nuovi bisogni e cambiamenti socio-economici In un contesto modificato dalla crescita della globalizzazione dell'economia, da sensibili cambiamenti strutturali socio-economici oltre che dall'ulteriore ampliamento dell'UE, sono venute emergendo nuove esigenze che, se non soddisfatte, comporterebbero gravi limiti per lo sviluppo ulteriore del mercato unico. Innanzitutto per porsi in grado di affrontare le sfide e cogliere le opportunità della globalizzazione, in modo da rafforzare la posizione dell'economia europea nel mondo. Alla luce di questi nuovi bisogni, si può dire che il mercato, avendoli considerati sinora soprattutto sotto il profilo economico, non ha tenuto in debito conto gli aspetti riguardanti le scelte e la soddisfazione dei cittadini, dei consumatori e delle imprese. Che non ha seguito da sufficientemente vicino il funzionamento e i risultati delle normative introdotte. Che è stato non abbastanza sensibile alle ripercussioni sociali di una maggiore integrazione e dell'apertura di alcuni settori alla concorrenza. c) Eccesso di legislazione, eccesso di contenzioso L'introduzione del mercato unico in un contesto formato da un gruppo consistente e crescente di Stati membri, ciascuno con una propria legislazione, ha portato a una conseguenza che probabilmente era inevitabile: la proliferazione legislativa anche su questioni di dettagli che avrebbero potuto essere oggetto di armonizzazione o addirittura di autoregolamentazione. L'eccesso di regolamentazione normativa europea ha determinato un livello di contenzioso in continua crescita, a volte su questioni di dettaglio e spesso anche senza fondamento. Alla fine del 2006 i dossier aperti (reclami più casi aperti d'ufficio) erano 3.200; a metà novembre 2007 erano diventati 3.617. Di questi ultimi, bene 359, ossia il 9,9% del totale, riguardavano l'Italia. Nella stragrande maggioranza dei casi i dossier sono stati archiviati: il 70% prima della messa in mora, l'85% prima del parere motivato, il 93% prima della sentenza della Corte europea di giustizia. La durata media dell'istruttoria di un dossier per l'archiviazione è di ben 26 mesi. d) Le indicazioni dell'indagine 2006 L'indagine della Commissione condotta nel 2006, che ha coinvolto 25.000 cittadini e 7.500 imprese degli allora 25 Stati membri dell'UE, ha registrato, insieme con un largo sostegno al mercato unico, anche una serie di indicazioni critiche. In particolare: Il mercato unico è percepito spesso come uno strumento che offre benefici soltanto alle imprese di più grandi dimensioni, come le multinazionali. La globalizzazione viene vissuta con una sensibilità ambivalente: come un'opportunità ma anche come un'insidia. La consapevolezza dei benefici del mercato e la capacità di sfruttarne appieno le potenzialità da parte dei cittadini e delle imprese sono ritenute insufficienti da molti. L'attenzione delle istituzioni europee, e conseguentemente delle normative, verso le piccole e medie imprese è considerata debole. Nell'applicazione delle regole europee si riscontrano lacune. e) I settori in cui gli effetti attesi sono mancati A fine 2007 la Commissione ha presentato un documento che illustra i risultati di uno screening condotto per individuare i settori in cui il mercato unico non ha prodotto gli effetti che erano attesi., Sulla base di questo documento, sono 23 i settori in cui la Commissione ha rilevato “segnali di un cattivo funzionamento del mercato” nell'ottica dei consumatori e delle imprese. Questi settori, distribuiti piuttosto equamente fra la produzione di beni e i servizi, rappresentano il 44,5% del valore aggiunto e il 45,5% dell'occupazione dell'intera Unione. Lo screening ha operato quindi una ulteriore e più approfondita selezione che ha portato all'individuazione di 9 settori (che rappresentano il 26% del valore aggiunto e il 28% dell'occupazione dell'UE) in cui i problemi sono più acuti. Si tratta in massima parte di aree riguardanti servizi ad alta intensità di tecnologie dell'informazione e della comunicazione. Più in particolare, l'elenco include attività di distribuzione (ingrosso e dettaglio), servizi finanziari (intermediazione, assicurazioni, fondi pensione), servizi postali e di telecomunicazioni, prestazioni professionali. Nel campo delle industrie manifatturiere, i settori sotto osservazione sono tre: due concernono la produzione di ICT (macchinari elettrici, e radio, Tv e comunicazioni) e uno ad alta intensità di consumo di ICT (macchinari) f) I nodi più intricati sono nel mercato dei servizi La maggior parte dei benefici attesi dal mercato unico sono stati realizzati in quello delle merci. Quello dei servizi invece, secondo la Commissione, non ha funzionato come avrebbe dovuto. Già nel 2000 il Consiglio europeo di Lisbona aveva richiesto l'avvio di una strategia indirizzata alla soppressione delle barriere nei servizi transfrontalieri. Nel 2002 un Rapporto della Commissione sullo stato del mercato unico dei servizi ha stilato un inventario degli ostacoli giuridici, amministrativi e pratici alla libera circolazione dei servizi transfrontalieri. Questo Rapporto ha accertato l'esistenza di un grosso scarto fra la visione di un'economia integrata e la realtà vissuta dai cittadini e dai prestatori di servizi. Dagli studi condotti dalla Commissione emerge la constatazione che le barriere individuate hanno un impatto negativo serio sul costo e sulla qualità dei servizi prestati indipendentemente dal fatto che i destinatari siano produttori, consumatori o essi stessi prestatori di servizi. Queste barriere penalizzano in particolare le piccole e medie imprese che sono colpite in misura sproporzionata da obblighi amministrativi e legali complessi. Per questo motivo le PMI sono scoraggiate, molto più che le grandi, dall'impegnarsi in attività transfrontaliere. E, poiché le PMI costituiscono la grandissima maggioranza delle imprese attive nel settore dei servizi, le difficoltà indicate costituiscono un serio ostacolo alla crescita economica in questo specifico campo del mercato unico. g) Risultati modesti per i servizi finanziari Un'area in cui i risultati ottenuti con il mercato unico non sono soddisfacenti è inoltre quella dei servizi finanziari (come è noto, quest'area è esclusa dalla direttiva servizi). In particolare, è stato rilevato che: • La possibilità di scelta e la mobilità del consumatore restano limitate per quel che riguarda il conto corrente bancario, un prodotto finanziario utilizzato dalla grande maggioranza dei cittadini europei. • L'apertura del mercato delle assicurazioni al dettaglio è ancora molto ridotta. Non esiste ancora, per esempio, un quadro di valutazione per i premi delle assicurazioni auto in Europa. • Le norme che regolano la distribuzione al dettaglio dei prodotti di investimento necessitano di indicazioni più adatte e coerenti. • La conoscenza di tutti i cittadini in campo finanziario presenta zone d'ombra. Mancano ancora tutte le condizioni necessarie per l'accesso a un conto corrente di base per tutti.