Scarica l`Articolo

Transcript

Scarica l`Articolo
ARTE E NATURA
SIMONA GAVIOLI
ARTE E NATURA
131
IL SOSTENIBILE
MIRACOLO
DEL CORPO
Simona Gavioli
Giorgio Lupattelli
Fast Forward (start, M. Bolt)
208x120
(2009)
I
Giorgio Lupattelli
Just do It
pittura sagomata 250x100 (2002)
l corpo. I corpi. La nascita del corpo, il suo
uso, la sua idea, la sua morale, il suo senso, la
sua potenza, la sua energia, la sua bellezza e
ancora il corpo della donna e quello dell’uomo,
il corpo di Cristo e il suo senso, il corpo che
nasce, scorre, si evolve, cambia, fiorisce e cresce. Il
corpo che matura, muore, si trasforma in materia e
si dissolve nella natura integrandosi con essa. Il corpo
degli altri e il nostro che osserviamo continuamente.
Esiste una cultura del corpo, una manipolazione del
corpo, una coscienza del corpo, c’è il sacramento
del corpo (di Cristo) e il corpo come contenitore
dell’eternità.
Il termine corpo in filosofia riespone il significato del
linguaggio comune dichiarando come “corpo ogni
essere esteso nello spazio e percepibile attraverso i
sensi”. Così M. Foucault vede nel corpo un “luogo
assoluto” che è sempre altrove, ma legato fortemente a
tutti gli “altrove del mondo”. Merleau-Ponty afferma
che “il corpo è l’unico mezzo che abbiamo per andare
al cuore delle cose” e per Bodei “il corpo è ciò che
pone l’uomo in contatto con il mondo” ribadendo
che “l’uomo non ha un corpo, ma è un corpo”. Non
c’è nulla di così immediato e concreto che attragga
e allo stesso tempo respinga quanto un corpo. In lui
viviamo, fuggiamo, cerchiamo, amiamo e odiamo, per
lui curiamo, ascoltiamo, esultiamo e disprezziamo.
Siamo completamente schiavi della nostra corporeità,
Fast Forward (M. Phelps)
310x100 (2009)
cercando complessi equilibri ed esigenti armonie che
esaltino il nostro essere fisico. Allora il corpo diventa
una specie di carcere dal quale non possiamo ne
fuggire ne prescindere, diviene “il luogo senza appello
a cui siamo condannati” facendoci raggiungere la
consapevolezza che il corpo è, senza remissioni. Un
corpo che attraverso i sentimenti ci racconta che siamo
“qui e ora” e che, con le sue manifestazioni, si trasforma
in uno specchio dell’anima. Il corpo, sfuggendo alla
sua origine naturale, è un “filtro culturale” in cui, la
società, manifesta gli usi e i costumi di tutte le epoche
e culture. Così, l’immagine corporea si modifica e a
contatto con il mondo esprime lo stile e il senso della
nostra biografia, la storia dell’individuo riflette la sua
condizione, la nostra società e il nostro IO.
C’è, quindi, il “corpo disprezzato” nel Medioevo, in
cui la salvezza passa attraverso la penitenza corporale,
c’è “la perfezione delle sfere” nel Rinascimento, c’è
il corpo “incipriato e frivolo” nel Settecento e ci
sono le varie declinazioni del “corpo-detrito e corpo-
133
ARTE E NATURA
SIMONA GAVIOLI
Giorgio Lupattelli
Fast Forward
150x140
(2010)
...Il corpo è ciò che pone l’uomo
in contatto con il mondo.
Vorrei ribadire che, secondo
la filosofia contemporanea,
l’uomo non ha un corpo,
ma è un corpo. Seguendo
questa concezione, corpo ed
anima non sono separati.
Pure ammettendo che tale
separazione ci sia, il corpo
può fungere da veicolo per la
crescita e per la grandezza
dell’anima...
Remo Bodei
frammento” nell’Ottocento, in cui i corpi cercano
di recuperare una bellezza perduta inventando una
nuova fede al limite tra raffinatezza, gusto, eccentricità,
grazia e “sregolamento dei sensi”. Un corpo s/vestito
della sua sensualità e dell’eros in cui si percepisce
il crepuscolo tra moralismo e trasgressione. Nel
Ventesimo secolo ritorniamo alle origini consacrando
come punto di partenza la centralità del corpo e il suo
essere nudo o vestito. Il Novecento modifica il corpo,
lo rifà, lo reinventa, lo polverizza, lo distrugge per poi
rimontarlo, lo reinterpreta, lo travisa, lo modifica, lo
maschera, lo distorce, lo interrompe, lo deforma e
lo restituisce mostruoso, lo rende un oggetto su cui
sperimentare ma soprattutto lo erotizza ricercandone
la verità dello spirito. Nell’arte contemporanea il
corpo diviene la rappresentazione dello stato d’animo
di chi produce l’opera e nella pittura diviene la verità
della nostra società. È un corpo su cui si riversa tutto
e che abbiamo bisogno di esibire nella sua totalità. E
135
ARTE E NATURA
SIMONA GAVIOLI
Giorgio Lupattelli
Equilibrium
pittura e ferro 250x250
(2002)
Il mio corpo, in realtà, è
sempre altrove. È legato a tutti
gli altrove del mondo. E, a
dire il vero, è altrove solo nel
mondo. Perché è intorno a esso
che le cose si dispongono, è
rispetto a esso, e rispetto a esso
come rispetto a un sovrano,
che ci sono un sopra, un sotto,
una destra, una sinistra, un
avanti, un dietro, un vicino, un
lontano. Il corpo è il punto zero
del mondo, là dove i percorsi e
gli spazi si incrociano. Il corpo
non è da nessuna parte.
Michel Foucault
poi c’è il nuovo millennio, l’anno zero e il ritorno alla
pittura pura che vede il corpo nella sua raffigurazione
di energia, potenza, forza e bellezza perentoria. Un
corpo che attinge la sua immagine dalla televisione,
dai giornali e dai nuovi media. Nel Ventunesimo
secolo i corpi acquistano luminosità, divengono lucidi,
la pelle è liscia e levigata e i muscoli tesi allo sforzo
appaiono in tutta la loro dirompenza come nelle opere
di Giorgio Lupattelli (Magione, PG). Qui il corpo
evidenzia il suo splendore, è quasi un miracolo. Le
immagini raffigurano atleti nel momento di massima
tensione, pronti allo scatto, in attesa del “pronti, via”.
I suoi sportivi si preparano allo start. Sono nuotatori,
centometristi o ballerini, tutte eccellenze in procinto
di partire, con la muscolatura tesa, la concentrazione
trapelante, lo sforzo che fuoriesce dalla tela. Sono
uomini e donne che hanno regalato la loro esistenza
alla ricerca della perfezione che non è da intendersi
solo fisica. La saturazione iperrealista della superficie
137
ARTE E NATURA
SIMONA GAVIOLI
dipinta prepara l’attesa del superamento di un limite,
c’è sempre la possibilità di non arrivare primi ma si
è in gara per esserlo. Così il colore diventa effetto,
le sfumature catturano l’emozione, i contorni si
muovono come se fossimo noi stessi l’immagine che
stiamo guardando. C’è una tensione trasudante in
tutta la composizione, la pennellata sembra respirare
in attesa della vittoria. Lupattelli rappresenta il corpo
al massimo delle sue potenzialità fisiche, nel momento
di culmine, lo esibisce ossessivamente mostrandolo
nella sua radiosa e quasi eterna giovinezza. Un
corpo-mondo, che con la sua figura integrale vuole
essere messo a nudo, toccato, sfiorato, conosciuto e
visto nella sua intimità. L’estrema concentrazione
della pennellata crea un intervallo tra la suspance e
ciò che succederà tra pochi minuti. Siamo di fronte
a campioni, numeri uno diventando spettatori di
una possibile vittoria data dall’unione inscindibile tra
corpo e mente. Ma qual è il destino del corpo e cosa
significa nelle opere di Lupattelli? È consapevolezza,
rispetto, cura, salute, bellezza, fatica, dolore, sport
Tutte risposte possibili che dichiarano che il corpo non
esiste solo nella bellezza ma anche nella raffigurazione
dell’imperfezione (quasi impercettibile), nella tensione
della mente, nell’emozione dell’anima. Il destino del
corpo lupattelliano è quello di esorcizzare il dolore
e la sofferenza, Mens sana in corpore sano, sembrano
sussurrarci i suoi sportivi, nel destino hanno un’unica
scritta, Just do it, fallo ora.
Giorgio Lupattelli,
Magione, Perugia.
Dopo la maturità scientifica si iscrive a ingegneria,
dove completa il biennio. In seguito si trasferisce
a Firenze per proseguire gli studi in architettura.
Il carattere tecnico scientifico del suo percorso
formativo si ritrova nella sua ricerca artistica che ha
come centro l’uomo contemporaneo in rapporto con
la società e con i progressi della tecnologia e della
scienza. La sua prima mostra personale risale al
1993 presso la Galleria Neon di Bologna.
Simona Gavioli
Critico e curatore
La sua galleria di riferimento è Betta Frigieri Arte
Contemporanea, Modena.
138
ARTE E NATURA
SIMONA GAVIOLI
CALEIDOSCOPIO
LE BIRRE COLLESI DI APECCHIO SUL PODIO
ALL’INTERNATIONAL BEER CHALLENGE DI LONDRA
In linea con l’euforia dei mercati e con il clamoroso fermento nel settore delle birre
artigianali italian style, anche la recente ricerca di AssoBirra-ISPO che ha analizzato
il consumo di birra in Italia e da cui è emerso che questa bevanda viene oramai
consumata dal 71% degli italiani, il suo gradimento cresciuto del 26% nell’ultimo
anno ed è la “bevanda preferita” da un italiano su tre, soprattutto tra gli under 55.
Le birre Collesi di Apecchio sul podio all’International Beer Challenge di Londra
replicano il successo ottenuto di recente negli Stati Uniti e dimostrano che il
fermento in questo settore è inarrestabile e non conosce crisi. n poco tempo le
birre Collesi si sono, infatti, affermate a New York e Chicago ma anche in Europa.
E’ recente il riconoscimento del birrificio di Apecchio ottenuto a Londra, una
delle più autorevoli competizioni mondiali dedicate all’alogastronomia, che ha visto
premiate la Imper Ale Chiara, con la medaglia d’oro, l’argento alla Imper Ale Nera e
alla Triplo Malto, mentre quella di bronzo alla Imper Ale Ambrata.
www.collesi.com
NUOVA CONFEZIONE PER IL BRANDY
SPAGNOLO CARDENAL MENDOZA
Da oltre un secolo il Cardenal Mendoza è uno dei
Brandy più famosi del mondo. Il suo nome deriva da
quel Cardinal Pedro Gonzáles de Mendoza (1423 1495) che tanto favorì Cristoforo Colombo nel suo
primo viaggio di scoperta del Nuovo Mondo.
Ottenuto da uve autoctone Airén e prodotto tramite
una lenta distillazione in alambicchi di rame, il
Brandy spagnolo Cardenal Mendoza invecchia per
oltre 15 anni in botti che hanno precedentemente
contenuto Sherry Oloroso e Pedro Ximenez.
Di colore scuro, brillante e luminoso, il Brandy
Cardenal Mendoza ha profumo elegante, profondo,
con sentori di frutta secca mirabilmente amalgamati
a ricordi di rovere; al gusto è pieno, morbidissimo,
con retrogusto persistente e molto equilibrato.
A temperatura ambiente, è un distillato straordinario
per concludere un pranzo o una cena importante,
ed è accompagnamento di elezione per un grande
sigaro caraibico; unito a ghiaccio e soda, può essere
usato splendidamente anche nel bere miscelato.
Da oggi il celebre distillato iberico rinnova
il suo astuccio cambiando la
forma della confezione - da
rotonda a quadrata - e colore da beige chiaro a bruno scuro
- evidenziando maggiormente
la leggendaria etichetta gialla.
www.rinaldi.biz
PIOGGIA DI MEDAGLIE
PER I CALVADOS
BOULARD
Fondata nel 1825, la Maison
Boulard è stata la prima Società
nel Calvados a integrare
tutta la filiera produttiva:
dalla produzione delle mele (di cui seleziona ben
120 qualità differenti), alla produzione del sidro
base (100% del proprio fabbisogno), fino alla doppia
distillazione del Calvados (100% A.O.C. Pays d’Auge,
la denominazione più pregiata). La Boulard opera una
rigorosa selezione fra famiglie diverse di mele. Tutte
le mele devono provenire dalla regione
Pays d’Auge, come pure all’interno dei
confini della regione devono svolgersi la
produzione del sidro base e il processo
di doppia distillazione del Calvados. Il
2012 è stato finora prodigo di medaglie
e riconoscimenti per la Maison Boulard:
medaglia d’oro, doppia medaglia d’oro,
menzione di “Best Brandy in Show”,
menzione di “Best Calvados” al “San
Francisco World Spirits Competition”;
finalista, con menzione “Excellent,
highly recommended” all’“Ultimate
Beverage Challenge” di New York; una medaglia d’oro
e due medaglie d’argento al “Concours Mondial de
Bruxelles” e altre due medaglie d’oro al “Concours des
A.O.C. de Cambremer”.
I celebri Calvados possono essere apprezzati lisci, on
the rocks o come ingredienti di prestigiosi cocktail e
long drink, e possono inoltre completare egregiamente
molte raffinate preparazioni gastronomiche.
www.calvados-boulard.com - www.rinaldi.biz
CALEIDOSCOPIO
Giorgio Lupattelli
Start
pittura 100x150
(2002)
139