trasportonotizie - Gente in Movimento

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trasportonotizie - Gente in Movimento
FAMIGLIA
PROFESSIONI
IMPRESA
POSTE ITALIANE S.P.A. - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N. 46) ART. 1, COMMA 1, NO/CUNEO - SUPPLEMENTO N.1 AL NUMERO 3-2015 ANNO XVII DI TN TRASPORTONOTIZIE - IN CASO DI MANCATO RECAPITO INVIARE AL CMP/CPO CUNEO PER LA RESTITUZIONE AL MITTENTE PREVIO PAGAMENTO RESI.
IL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA
GENTE IN MOVIMENTO
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Gente in Movimento
IL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA
SOMMARIO
IL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE
DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA
EDITORIALE
PAG. 02
ATTUALITÀ
PAG. 04
IMPRESA
PAG 06
PROFESSIONI
PAG. 12
INNOVAZIONE
PAG 20
EUROPA
PAG. 21
POLITICA
PAG. 23
ECONOMIA E LAVORO
PAG 27
PREVIDENZA
PAG. 34
COSTUME E SOCIETÀ
PAG. 35
CONSUMATORE
PAG. 43
SICUREZZA
PAG. 44
MOTORI
PAG. 45
DESIGN
PAG. 49
VIAGGI
PAG. 51
SPORT
PAG. 54
FOOD & WINE
PAG. 55
BENESSERE E BELLEZZA
PAG. 58
MODA
PAG. 61
FOTOGRAFIA
PAG. 62
EVENTI E SPETTACOLI
PAG. 64
CINEMA E LIBRI
PAG. 69
COMICS & GAMES
PAG. 70
MUSICA
PAG. 71
N.3 | MAGGIO - GIUGNO 2015
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gente in movimento
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Cuneo (CN).
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Questo numero è stato chiuso in redazione il
30/06/2015
NUMERO 3 | MAGGIO - GIUGNO 2015
GENTE IN MOVIMENTO
1
editoriale
IL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA
EDITORIALE
Direttore responsabile Secondo Sandiano
GENTE IN MOVIMENTO
Iscrizione al 3/14 del Registro
Stampa del Tribunale di Aosta
in data 29/09/2014
ADERENTE A:
Unione Stampa Periodica Italiana
PROPRIETARI
DGConsulting s.c., Roberto Gianusso
EDITORE: DGConsulting s.c.
Iscrizione al ROC n. 24934
Azienda Certificata ISO 9001:2008
Cari lettori,
permettetemi di esordire con un ringraziamento rivolto a tutti i
nostri lettori, che ci leggono e seguono con interesse, e ai nostri
collaboratori, da quelli presenti dal primo e storico numero fino
ad arrivare alle neo firme.
Questa rivista è creata da professionisti ed esperti di molti settori, tutti accomunati da un unico comun denominatore: la passione per il proprio lavoro e la conseguente volontà di condividere
le proprie esperienze con gli altri.
Su questo numero spicca lo Speciale Festival del Lavoro, svoltosi
a Palermo lo scorso giugno.
Un evento, organizzato dal Consiglio Nazionale e dalla Fondazione Studi dei Consulenti del Lavoro, dall’importanza fondamentale per la ripresa del Paese, a cui anche noi di Gente in Movimento abbiamo partecipato.
All’interno della rivista troverete infatti sei pagine di approfondimento, con un resoconto dettagliato dei principali convegni e
tavole rotonde che si sono susseguite durante la tre giorni palermitana, con un commento sul festival rilasciatoci in esclusiva dal
Sottosegretario del Ministero del Lavoro Luigi Bobba.
Gente in Movimento - oramai lo sapete - è il magazine dove potrete far vagare la vostra “mente in movimento”!
Un viaggio nel segno della mobilità sostenibile, e questo numero
ne è l’emblema.
Spazio infatti a moltissimi contenuti sulle nuove forme di mobilità, dalla chiacchierata sentenza Uber-Pop all’innovativa scelta
della Provincia di Reggio Calabria per dare un’alternativa efficiente al TPL, passando per moltissimi eventi sul tema.
Seguiteci su tutti i nostri canali e condividete con noi la lettura di
questo numero, anche in questi mesi più caldi! Gente in Movimento
è perfetta da leggere anche sotto l’ombrellone: mandateci la vostra
foto mentre sfogliate la rivista con l’hashtag #invacanzaconGM
Scriveteci a [email protected] per restare in contatto, “Sharing is caring”. Buona lettura!
COEDITORE
Alpina Edizioni s.c.
DIRETTORE RESPONSABILE
Secondo Sandiano
IN REDAZIONE
Elisa Galvagno,
Francesca Vinai,
Fabrizio Civallero, Gabriella Tomasi
SEDE REDAZIONE
DGConsulting s.c.
Corso Soleri 3,
12100 Cuneo
Tel. 0171.412816
[email protected]
WEB
www.genteinmovimento.com
AMMINISTRAZIONE
Ilaria Ponzo, Marcella Farina
PUBBLICITÀ
Tel. 0171.412816
[email protected]
COLLABORATORI
Vedi pagina 72
STAMPA
Tipografia Tipolitoeuropa di Cuneo
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GENTE IN MOVIMENTO
NUMERO 3 | MAGGIO - GIUGNO 2015
TRASPORTONOTIZIE
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Poste Italiane - Spedizione in abbonamento postale - 70% aut. DCB/CUNEO N. 1772 - Nr. 6 Anno XVI - contiene I.P.
In caso di mancato recapito inviare al CMP/CPO Cuneo per la restituzione al mittente previo pagamento resi
Poste Italiane - Spedizione in abbonamento postale - 70% aut. DCB/CUNEO N. 1772 - Nr. 1 Anno XVII - contiene I.P.
In caso di mancato recapito inviare al CMP/CPO Cuneo per la restituzione al mittente previo pagamento resi
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NUMERO 3 | MAGGIO - GIUGNO 2015
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GENTE IN MOVIMENTO
TNtrasportonotizie
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attualità
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IL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA
Tariffe telefoniche,
addio roaming
Difendersi
dall’internet delle cose
A chi non è mai capitato di vedersi arrivare a casa una bolletta del telefono salatissima dopo un viaggio all’estero?
La situazione è destinata a cambiare: il roaming, ovvero
la possibilità dei cellulari di connettersi a reti differenti
da quella del proprio operatore, sparirà (quasi) del tutto.
I vertici di Bruxelles hanno infatti deciso che, per evitare
la concorrenza fra compagnie nei diversi Paesi membri, è
prevista una clausola per un uso equo del roaming, ovvero reintroducendo un costo extra sulla chiamata solo se
l’uso della scheda è per periodi lunghi.
Per chi è all’estero, i prezzi da maggio 2016 si ridurranno
ad un sovrapprezzo massimo di cinque centesimi al minuto per le chiamate, cinque centesimi a megabyte per i
dati, due centesimi per gli sms.
L’ultimo lustro ha visto il boom dell’internet delle cose,
ovvero quegli oggetti che acquisiscono intelligenza grazie
al fatto di poter dialogare con altri dispositivi. Si passa da
orologi in grado di trasferire chiamate a sveglie che suonano prima in caso di traffico, senza citare tutti i dispositivi o
elettrodomestici collegati agli smartphone.
Come difenderci da questi strumenti? È la domanda che si
è posto il Garante per la privacy, che ha deciso di avviare
una consultazione pubblica per valutare il fenomeno e tutelare gli utenti e i loro dati personali.
L’utilizzo di questi dati implica la raccolta di moltissime
informazioni, il tutto all’oscuro dell’utente. Il rischio di
violazione della privacy infatti, spiega il garante, non è da
sottovalutare.
La scuola
diventa più buona
Giovani,
la diagnosi è sul web
Sta per essere approvato (ndr: al momento di scrivere) in
via definitiva alla Camera dei Deputati il DDL di riforma
della Scuola.
La Buona Scuola mette al centro l’autonomia, con un organico potenziato per coprire le cattedre vacanti.
Maggiori poteri anche per i dirigenti scolastici, che diventano leader educativi: meno burocrazia e più attenzione
all’organizzazione della vita scolastica.
Tra le altre introduzioni, l’alternanza scuola-lavoro, che diventa strutturale, una carta elettronica per l’aggiornamento degli insegnanti e l’introduzione dello school bonus, per
donazioni a favore delle scuole per la costruzione di nuovi
edifici, per la manutenzione e la promozione di progetti.
La maggior parte dei giovani italiani cerca informazioni
sulla propria salute su internet. Sono questi i dati della
ricerca condotta da Family Smile.
Le informazioni più ricercate riguardano la forma fisica
(27%) e l’alimentazione (26%). Seguono tra le ricerche la
sessualità e le malattie sessualmente trasmissibili, insieme all’alcol e le droghe. Circa il 10% dei giovani ricerca
notizie su medicinali e farmaci.
Nel cercare di dare una risposta all’incremento di questo
fenomeno, il 92% dei giovani intervistati è propenso a
cercare informazioni sul web in quanto disponibili 24/7,
mentre solo il 45% dichiara di sentire il bisogno di confrontarsi con i genitori sulle ricerche effettuate.
GENTE IN MOVIMENTO
NUMERO 3 | MAGGIO - GIUGNO 2015
attualità
IL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA
Netflix,
rivoluzione alle porte
Caro smartphone,
quanta acqua mi costi!
Ottobre 2015. È questa la data prevista per l’arrivo di
Netflix, il servizio streaming che fornirà film, telefilm e
documentari ad alta definizione su qualsiasi schermo
connesso ad Internet. La vasta gamma di pellicole a disposizione saranno visibili sia in lingua originale sia doppiata.
Il servizio è in abbonamento a partire da 7,99 euro per
qualità SD, 8,99 per 2 schermi HD e 11,99 euro per 4 schermi.
Per schermi s’intende il numero di connessioni contemporanee massime da dispositivi differenti, in questo modo, un
singolo abbonamento sarà condivisibile da più dispositivi.
Netflix ha già conquistato tutti, con 40 milioni di abbonati
solo negli USA, per un totale di quasi 60 milioni se si considerano anche gli altri Paesi nei quali è attivo.
Per costruire uno smartphone, una t-shirt o un paio di stivali serve più acqua di quanto immaginiamo.
È quanto emerge da un’indagine promossa da “Friends of
the Earth”, una rete di organizzazioni ambientali presente
in 74 Paesi, che studia il grave impatto ecologico di una
serie di articoli di larga diffusione.
Secondo lo studio “Mind Your Step”, occorrono infatti 13
tonnellate d’acqua per produrre uno smartphone, mentre
per un paio di stivali servono almeno 14,5 tonnellate d’acqua e 50 metri quadrati di suolo.
La T-shirt è più eco-friendly rispetto ai precedenti, con uno
spreco di “solo” quattro tonnellate. L’invito dunque per l’industria è di prestare attenzione non solo all’impronta di carbonio dei loro prodotti, ma agli altri elementi di consumo.
Formaggio senza latte?
Ora (purtroppo) si può
AAA
cercasi campeggio
Sembra un paradosso, eppure è tutto vero. In Italia il formaggio potrebbe non contenere più latte, ma ciò che colpisce di più è che la richiesta arriva direttamente dall’Europa.
L’UE ritiene infatti troppo stringenti le leggi italiane in
materia e richiede che l’Italia tolga il divieto di utilizzo di
latte in polvere concentrato e ricostituito per la fabbricazione del formaggio.
La proibizione dell’uso di surrogati viene dunque considerata come un ostacolo alla libera circolazione delle
merci, dato che nel resto dell’UE l’uso di latticini senza
latte è prassi.
Se la richiesta fosse accolta, il Made in Italy accuserebbe
un duro colpo.
Le vacanze per molti italiani sono ancora un bene irrinunciabile, magari in versione low cost.
Qui entra in gioco la nuova applicazione Campeggi.com,
che ricerca campeggi e villaggi in Italia, Francia e Croazia.
L’app permette di scegliere e visionare la scheda personale delle 2.500 strutture convenzionate, dando la possibilità di prenotare direttamente con lo smartphone e
pianificare il percorso per arrivare a destinazione.
La prenotazione delle vacanze è infatti anno dopo anno
sempre più digital.
Secondo un’indagine di Nextplora, il 69% degli italiani
prenota le proprie vacanze online.
NUMERO 3 | MAGGIO - GIUGNO 2015
GENTE IN MOVIMENTO
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impresa
IL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA
Reverse mentoring:
i giovani fanno scuola
Quando le nuove
generazioni insegnano
ai top manager: il
lavoro per i giovani
italiani passa anche
dal reverse mentoring.
a cura di Marina Verderajme
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GENTE IN MOVIMENTO
Q
uando avevo 6 anni spesso sentivo mio nonno
materno Michele, nato
nel 1898, chiedere aiuto
a mia madre Laura per usare il telecomando della televisione, ovvero
“quel diabolico elettrodomestico con
emissione di immagini e suoni”.
Al compimento del mio 16esimo
compleanno ricordo ancora mio fratello seduto accanto a mio padre, impegnato ad insegnargli cosa fosse un
pc (per farsene acquistare uno!).
Stamattina mia figlia di 13 anni, prima di andare a scuola, mi ha tenuto
una fondamentale lezione su WhatsApp, in particolare sulla pubblicazione di foto acquisite dalla galleria
della fotocamera.
In ambito familiare non è una novità
che, soprattutto con l’avvento del-
la tecnologia nella vita quotidiana,
nipoti e figli insegnino agli adulti ad
accendere, spegnere e usare elettrodomestici ed elettronica di vario tipo.
Perché allora non trasferire queste
buone abitudini familiari anche in
azienda?
Niente di nuovo sotto il sole transoceanico: in America lo hanno già
codificato da alcuni anni nelle più
grandi aziende e lo chiamano reverse mentoring: sono programmi di affiancamento, tutoring e formazione
in azienda in cui manager, soprattutto top level, trascorrono alcune ore
della propria giornata lavorativa con
giovani e giovanissimi colleghi, che
insegnano loro a navigare in internet,
usare i social, costruire profili e reputation sul web.
Un sistema piuttosto diffuso tra maNUMERO 3 | MAGGIO - GIUGNO 2015
impresa
IL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA
nager americani del settore tech e
advertising come General Electric
oppure Ogilvy e Mather.
I “nativi digitali” hanno l’innato dono
del trasferimento delle loro competenze digitali senza bisogno di frequentare corsi e i nostri giovani e
giovanissimi italiani non sono certo
secondi ai coetanei americani o australiani.
Con internet si è livellata la conoscenza e la condivisione di canali e
sistemi digitali di socializzazione e
di scambio, e la velocità di apprendimenti di questi strumenti non ha
confini geografici.
Il mercato del lavoro italiano di certo
non gode della flessibilità e del tasso
di occupazione giovanile americano,
dunque non tutte le aziende hanno
tra le proprie risorse giovani nativi
digitali da affiancare ai più adulti.
Segnalo un’esperienza in corso proprio in tal senso, tra le prime in Italia
realizzata da Actl, che sta proponendo alle aziende di accogliere giovani
che stanno frequentando un intensivo corso in “Digital Marketing” proprio con l’obiettivo del reverse mentoring.
I vantaggi sono per tutti e su più fronti: il personale delle aziende viene
formato a costo zero ed è pronto per
adeguamenti e cambiamenti tecnologici, le aziende si avvalgono di
risorse aggiornate e nuove competenze per migliorare performance e
obiettivi aziendali, i giovani hanno la
I “nativi digitali”
hanno l’innato dono del trasferimento
delle loro competenze digitali senza
bisogno di frequentare corsi.
possibilità di trascorrere un periodo
in azienda arricchendo il proprio cv.
Non ci sono costi per le aziende e Actl
si occupa di tutta la gestione ammi-
nistrativa.
Facciamo spazio dunque ai nostri
giovani verso il futuro digitale delle
nostre imprese!
DIMMI COSA TI RENDE FELICE
Edenred presenta i risultati del barometro Ipsos sul benessere dei lavoratori: ecco il decalogo di cosa rende felice un dipendente.
Dalla ricerca è emerso il desiderio di una nuova organizzazione del lavoro e di una nuova cultura manageriale fondata su
tre pilastri: maggiore delega, lavoro di squadra e propensione al rischio.
Se si considera il fattore welfare, nella top ten dei benefit troviamo la richiesta
di maggior investimenti in formazione (scuole manageriali, università e centri di
formazione), la salvaguardia della salute e del benessere psicofisico.
Gradito è anche un pacchetto di benefit su misura (personalizzati cioè per neomamme, senior, divorziati); anche la presenza di buoni pasto e le spese per il
trasferimento casa-lavoro sono ritenuti un plus.
L’aiuto alla sfera familiare è anch’esso tra i primi posti delle agevolazioni più apprezzate.
Ad esempio, la disponibilità di un asilo nido all’interno delle strutture lavorative o
attraverso voucher dedicati per retribuire le baby-sitter.
NUMERO 3 | MAGGIO - GIUGNO 2015
GENTE IN MOVIMENTO
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impresa
IL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA
Fiscalità diversa
per le microimprese
Per non perdere il
treno della ripresa
serve un diverso
approccio per la spina
dorsale della nostra
economia: le piccole e
microimprese.
a cura di L.P.
Ufficio Stampa Cepi-Uci
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GENTE IN MOVIMENTO
L
a Confederazione Europea delle Piccole Imprese si è espressa
in queste settimane su alcune delle questioni cruciali che
hanno impattato il mondo che Cepi-Uci rappresenta.
Come è noto, i giudici della Consulta
hanno stabilito che quella parte della
legge Fornero che bloccava l’indicizzazione delle pensioni era incostituzionale.
Questa decisione ha conseguenze sulla vita dei cittadini pensionati e sulle
casse dello Stato. Il Governo ha scelto
di applicare la sentenza con un Decreto Legge.
Così Rolando Marciano, Presidente
Cepi-Uci, ha commentato il provvedimento governativo. “Il Governo semplicemente non poteva non tenere
conto della sentenza della Corte Costituzionale. Il rimborso è ineludibile.
Può però calibrare modi e tempi, anche in considerazione dei vincoli europei cui il nostro Paese è soggetto”.
“Bene ha fatto Renzi a cominciare dai
redditi più bassi, venendo incontro a
più che comprensibili esigenze sociali
- aggiunge Marciano - sia chiaro però
che questo non dovrà incidere in alcun
modo sul carico fiscale delle imprese e
delle famiglie. Non siamo disposti a pagare un solo centesimo di tasse in più
a causa di un errore commesso dallo
Stato”.
Dati parzialmente incoraggianti sono
invece giunti dall’ISTAT sulla disoccupazione e dal Cerved (il più grande Information Provider in Italia e una delle
principali agenzie di rating in Europa)
sulla diminuzione dei fallimenti.
“I dati resi pubblici dall’Istat sulla disoccupazione, insieme a quelli diffusi
dal Cerved sulla diminuzione dei fallimenti in Italia, sembrano far vedere un
barlume di luce in fondo al tunnel. Certo è che particolarmente significative
sono le diminuzioni dei fallimenti per
quel che riguarda le piccole e microimprese, in particolar modo le imprese
individuali”.
Così Rolando Marciano, Presidente
della Confederazione Europea Piccole Imprese, commenta i dati diffusi da
Istat e Cerved.
“Questo conferma - prosegue Marciano
- che è necessario puntare su una fiscalità differente per le microimprese. Se
non vogliamo perdere, come rischiamo di fare, il treno della ripresa dobbiamo mirare ad un diverso approccio
nei confronti di quelle che da sempre
sono la spina dorsale della nostra economia: le piccole e le microimprese”.
“Da queste può venire una risposta
forte anche sul piano occupazionale.
Le microimprese e le imprese individuali non possono essere lasciate sullo
stesso livello fiscale e burocratico dei
loro competitori più grandi. Spesso la
fiscalità, insieme alla burocrazia, sono
i principali avversari di questa straordinaria forza produttiva del nostro Paese”.
“Dobbiamo intervenire - conclude
Marciano - altrimenti continueremo
ad avere, negli anni, tassi di crescita
decimali alternati a tassi di decrescita
purtroppo molto più sostanziosi”.
NUMERO 3 | MAGGIO - GIUGNO 2015
impresa
IL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA
Benvenuta FIAM
C
epi-Uci, Confederazione
Europea Piccole Imprese,
è una realtà in forte espansione che racchiude differenti ambiti della piccola e media
imprenditoria italiana.
Una delle ultime arrivate tra le federazioni è la FIAM, la Federazione Italiana Arti e Mestieri.
L’intento è quello di valorizzare il patrimonio e le eccellenze Italiane in
chiave sostenibile, con particolare
attenzione allo sviluppo di percorsi
naturalistici e storici.
È quanto esposto dal Presidente
Carlo Angiolo Veronesi, dal Vice presidente Giuseppe D’Urso e dalla responsabile della Segreteria Alessia
Del Treste ai vertici Cepi-Uci.
La Federazione si impegna nella promozione delle eccellenze artigiane,
gastronomiche, del turismo nazionale e dell’imprenditoria artigianale,
oltre che alla divulgazione delle tradizioni peculiari di ogni singola regione, con un impegno pluridisciplinare
e filantropico.
Uno degli obiettivi è quello di costruire un distretto turistico sostenibile,
diffondendo e promuovendo pratiche di turismo responsabile “secondo i principi di giustizia sociale
ed economica e nel pieno rispetto
dell’ambiente e delle culture, favorendo la positiva interazione tra industria del turismo, comunità locali
e viaggiatori”. Queste direttive sono
sancite dai principi della CETS, ovvero la Carta Europea Turismo Sostenibile.
La FIAM coniuga lo sport con il turismo, anche attraverso le ippovie e
altre discipline sportive e pratiche
outdoor (nello specifico, l’equitazione, le monte da lavoro e l’ippoterapia, la riscoperta dei valori equestri
della cultura, dell’arte e del folklore),
consentendo così a chi fa turismo di
conoscere la natura, rispettandola e
tutelandola, nella specificità territoriale.
Così facendo, si ripercorre la storia
NUMERO 3 | MAGGIO - GIUGNO 2015
del nostro Paese attraverso antichi
sentieri ed importanti vie di comunicazione.
Le attività sono incentrate sul recupero della storia, le tradizioni e
naturalmente il territorio, fondato
sull’integrazione efficace tra le risorse paesaggistiche e culturali e il
sistema economico-sociale già presente o da creare ad hoc, attraverso
una rete di aziende ed associazioni
virtuose impegnate nella diffusione
dell’arte, dello sport e del patrimonio ambientale.
“La Fiam sarà sicuramente uno dei
punti di forza della nostra confederazione, in particolar modo la loro
capacità di contaminare diverse discipline con i territori e la cultura del
nostro Paese sarà preziosa non solo
per CEPI ma anche per i territori stessi.”
Così Marciano, Presidente Cepi-Uci,
ha commentato la nascita della FIAM.
Nasce la Federazione
Italiana Arti e Mestieri
per promuovere
l’imprenditoria
artigianale e il turismo
nazionale.
a cura di L.P.
Ufficio Stampa Cepi-Uci
GENTE IN MOVIMENTO
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IMPRESA
IL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA
Difendersi dalle banche,
istruzioni per l’uso
Le aziende vittime
di usura bancaria
possono dire “basta”
grazie al supporto
di professionisti
qualificati.
a cura di Anna Lisa Cuppone
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GENTE IN MOVIMENTO
S
empre più imprenditori negli
ultimi decenni sono divenuti
vittime del capitalismo e delle banche.
Quante le storie di esseri umani che
sono finiti nel baratro perdendo l’azienda, i risparmi di una vita, la casa,
sino ad arrivare a compiere l’ultimo
gesto estremo, “togliersi la vita”.
Troppi i suicidi!
È ora di dire basta!
La disavventura degli imprenditori
italiani ha quasi sempre un minimo
comune denominatore: l’istituto di
credito comunica che il fido concesso è troppo alto, che i crediti non
rientrano abbastanza velocemente.
Quindi, la banca intima il rientro immediato o il ripianamento del debito,
facendo contrarre agli imprenditori
un mutuo così - a suo dire - si “aiuta
l’azienda”, ma non a salvarsi, bensì a
sprofondare in una palude di debiti
dalla quale difficilmente potrà uscire.
L’indebitamento aumenta, il costo
del denaro lievita perché il cliente
non sa che continua a pagare molto
spesso interessi su interessi e costi
occulti nelle operazioni finanziarie
proposte.
Fortunatamente qualcosa sta cambiando, molti imprenditori hanno
smesso di avere paura ed hanno iniziato a comprendere, grazie all’ausilio di consulenti specializzati, che ci
si può difendere dalle banche ed che
il maltolto può trasformarsi in un piccolo tesoretto nei bilanci aziendali.
Il primo passo è quello di far analizzare i conti correnti, gli anticipi fatture, i leasing ed i mutui attraverso una
perizia econometria, in modo da farsi
NUMERO 3 | MAGGIO - GIUGNO 2015
IL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA
un’idea di quale sia la reale situazione finanziaria dell’azienda al netto di
eventuali interessi usurai.
Molto spesso, anzi, direi il più delle
volte per esperienza consolidata, i
conti correnti affidati da un po’ di
anni si ritrovano, dopo un’attenta analisi, a trasformarsi da conti
correnti con saldo negativo a conti
correnti con saldi attivi a favore del
correntista, per effetto delle indebite
competenze, degli interessi anatocistici e degli effetti dei cosiddetti giorni valuta sugli interessi applicati, ed
infine degli interessi usurai per effetto del superamento del Tasso Soglia.
Il reato di usura nella nostra legislazione è ancora un reato grave e la
lobby bancaria continua a fare pressione per derubricarlo, come di fatto
stava accadendo quando il Governo
ha tentato di rendere legittimo il calcolo degli interessi sugli interessi, il
cosiddetto “anatocismo”, vietato dal
Codice Civile sin dal lontano 1942.
Chi decide di agire contro le banche
è sottoposto ad una serie di minacce
da parte delle stesse, circa possibili
segnalazioni incentrate su rischi e revoche immediate dei fidi.
Tutto ciò non deve scoraggiare gli
imprenditori che, anzi, dovrebbero
essere decisi e sicuri nelle azioni che
intendono perseguire, perché le banche sanno di essere in torto e molto
NUMERO 3 | MAGGIO - GIUGNO 2015
spesso optano per una transazione
o mediazione stragiudiziale, al fine
di evitare i contenziosi che farebbero
emergere anche ulteriori posizioni aggravanti per gli istituti stessi, come la
nullità dei contratti, danni morali e da
lucro cessante e danni esistenziali.
Ma attenzione ai “finti salvatori”: guardarsi bene da chi sta facendo di questo
problema sociale un mezzo per fare
mercato, come i procacciatori, venditori di perizie, profeti dell’antiusura,
che fanno firmare contratti capestro,
promettendo mari e monti, facendo
anche sottoscrivere delle polizze “soddisfatti o rimborsati” in caso di esito
negativo del giudizio.
È importante rivolgersi solo a professionisti del settore, a Consulenti
tecnici specializzati e ad Avvocati che
trattano specificatamente la materia
bancaria, iscritti in appositi albi professionali, ed allontanare i “loschi”
che adocchiano le possibili vittime di
usura bancaria, per divenire poi loro
vittime. In questo modo si può stare
tranquilli che le banche si guarderanno bene dal fare passi sbagliati.
È utile documentarsi su internet e sulle riviste specializzate per verificare
chi sono i professionisti e le associazioni a cui chiedere aiuto: sono le sentenze che parlano, non le chiacchiere
dei millantatori.
La giurisprudenza cammina fortuna-
IMPRESA
tamente a grandi passi, le ultime sentenze favorevoli alle vittime costringono gli istituti di credito a risarcimenti
che arrivano a sfiorare milioni di euro.
Nel campo della contrattualistica poi,
quando si chiedono alle banche i contratti di apertura di conto, si trovano
spesso cose assurde: contratti stipulati con normative vecchie di oltre
trent’anni, con nullità di tutti gli interessi pagati, clausole vessatorie, tassi
non indicati, polizze non sottoscrivibili
per scarsa propensione al rischio del
sottoscrittore.
Insomma, spesso la clausola interessi
è nulla già per irregolarità contrattuale.
Interessantissima poi la sentenza n°
350 del gennaio 2013, che rende nulla
la clausola interessi su mutui e leasing
qualora la somma del tasso di mora sia
superiore al tasso soglia.
Uno strumento importante per le famiglie, che possono chiedere sul mutuo
l’annullamento degli interessi pagati
e di quelli futuri, sempre con la dovuta
prudenza e con una preventiva analisi
del caso trattato.
Attraverso una continua campagna di
sensibilizzazione, rivolgendosi a professionisti seri ed onesti, si potranno
aiutare tante famiglie ed imprenditori ad uscire da questa crisi, e fare in
modo che siano sempre meno le vittime di usura bancaria.
GENTE IN MOVIMENTO
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professioni
IL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA
Speciale
Festival del Lavoro
Grande successo
per la manifestazione
palermitana che esalta
l’importanza della
formazione e del
capitale umano.
a cura di Rosario De Luca
C
onsulenti del Lavoro in prima linea lo scorso 25-27
giugno a Palermo, riuniti
insieme per la 6° edizione
del Festival del Lavoro.
L’evento, organizzato dal Consiglio
Nazionale e dalla Fondazione Studi,
ha coinvolto non solo chi si occupa
di diritto del lavoro, ma chiunque sia
interessato a fornire il proprio contri-
buto per la ripresa di cui necessita il
Paese.
Quello allestito in piazza Verdi a Palermo è un vero e proprio Villaggio
del Lavoro, ricco di stand e gazebi, dal
quale è stato possibile accedere a numerose tavole rotonde, il tutto nella
splendida cornice del Teatro Massimo, del Teatro al Massimo e del Cinema Rouge et Noir.
SI ALZA IL SIPARIO
La cerimonia di apertura della 6° edizione del Festival del Lavoro ha visto
la lettura del messaggio di buon lavoro inviato dal Capo dello Stato Sergio
Mattarella: “Il lavoro costituisce l’elemento fondante della democrazia italiana ed è componente essenziale del processo produttivo.
Approfondire i problemi del mercato del lavoro e i nodi strutturali dell’economia italiana offre un contributo alla riflessione sulle condizioni di benessere
del Paese”.
Ad aprire le danze della tre giorni di festival al Teatro Massimo di Palermo,
i saluti di Marina Calderone, Presidente del Consiglio nazionale dei Consulenti del Lavoro, Rosario Del Luca, Presidente Fondazione Studi Consulenti
del Lavoro, Luciano Fontana, Direttore Corriere della Sera, Leoluca Orlando, Sindaco del Comune di Palermo, Roberto Lagalla, Rettore Università di
Palermo e Vincenzo Barbaro, Presidente Consiglio Provinciale di Palermo.
A presentare la cerimonia d’apertura Ignazio Marino, il Responsabile della
comunicazione del Festival.
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GENTE IN MOVIMENTO
Filo conduttore di questa edizione è
“L’ora del capitale umano”, caratterizzata da numerose riflessioni sullo sviluppo del Paese e sulla valorizzazione e formazione delle risorse umane
per rappresentare, ancora una volta,
un’importante occasione di crescita e
confronto tra colleghi, oltre che un’opportunità per ampliare le proprie conoscenze e le relazioni personali.
Il Teatro Massimo ha ospitato personaggi di grande rilievo per discutere di
crisi di lavoro e di nuove frontiere del
welfare, delle criticità legate all’Europa e al problema immigrazione, di
professioni, fisco, imprese così come
degli incentivi all’occupazione, non
sempre sufficienti a garantire una reale ripresa dell’occupazione.
Tanti i temi previsti anche nelle altre
tre sessioni: “La riforma del lavoro
live”, con gli esperti della Fondazione
Studi che hanno commentato i decreti attuativi del Jobs Act, “La fabbrica
delle idee” con le proposte per migliorare l’attività professionale, e “Lavoro
2.0” per un professionista al passo con
l’innovazione digitale.
Nelle prossime pagine un focus sui
principali workshop e convegni.
NUMERO 3 | MAGGIO - GIUGNO 2015
IL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA
professioni
Emergenza occupazione
G
li sgravi contributivi previsti dall’ultima legge di Stabilità e in particolare il Jobs
Act riusciranno ad invertire
la rotta e dare quindi una nuova opportunità agli italiani che un lavoro non ce
l’hanno ancora o l’hanno perso? È la
base da cui è partito il dibattito sull’emergenza occupazionale.
Ad intervenire con un video messaggio
il Ministro del lavoro Giuliano Poletti, il
quale ha ribadito come il nostro Paese
abbia tutte le potenzialità per continuare ad essere protagonista delle scene economiche e sociali mondiali.
Successivamente il Ministro ha anche
chiesto ai Consulenti del Lavoro di
instaurare una larga collaborazione
per costruire un grande futuro per l’Italia, esprimendo apprezzamento per
il confronto e la discussione apertasi
all’evento di queste tre giornate, “fondamentali per il Ministero del Lavoro”.
Poletti si è successivamente soffermato sulle differenti tipologie contrattuali, sugli ammortizzatori sociali e sulle
politiche attive che dovranno cambiare per permettere alla nostra economia
di competere nella dimensione globale: “Siamo consapevoli che essere intervenuti in maniera così consistente
su tutta la materia del diritto del lavoro
può proporci nel tempo la possibilità di
riconsiderare alcune scelte e tornare su
alcuni argomenti - ha affermato il Ministro - ma credo che questa scelta possa
essere considerata fondamentalmente
in termini definiti a partire da un obiettivo, quello di portare la regolazione
del lavoro del nostro Paese in linea con
la regolazione e la gestione europea”.
Secondo il Ministro del Lavoro, negli
ultimi 20 anni sono state giustamente introdotte tipologie contrattuali e
flessibilizzati i rapporti di lavoro, “ma
il guaio è stato combinare questo dato
con un dato di costo e di regole che
hanno reso questi contratti più flessibili e meno costosi”.
In tema di assunzioni infatti, l’importante per il Ministero è che il contratto
a tempo indeterminato torni ad essere
il modo normale di assunzione nel nostro Paese. “Lo abbiamo fatto - ha continuato il Ministro - affrontando una
discussione difficile nel merito della riforma del contratto, intervenendo sulla sua struttura e regolamentazione, lo
abbiamo fatto sul fattore economico
con la Legge di Stabilità, attraverso la
decontribuzione e togliendo dalla base
imponibile per l’Irap il costo del lavoro
dei contratti a tempo indeterminato. I
numeri ci stanno dando ragione, perché da 4 mesi i contratti a tempo interminato aumentano e, quindi, c’è un
passaggio da forme più precarie a forme più stabili e credo che questo sarà il
segno di quest’anno”.
Anche il Presidente al Parlamento europeo Schulz ha voluto lasciare il suo
messaggio, enfatizzando come, in un
contesto fragile in cui l’economia è in
fase di recupero e la creazione di nuovi
posti di lavoro è ancora lenta, l’opportunità che il Festival del Lavoro concede è ciò di cui l’Italia e l’Europa hanno
bisogno.
L’arte del comunicare
“
Come sfondare su internet” è il
titolo del workshop svoltosi al
Teatro al Massimo, all’interno del
concept “La Fabbrica delle Idee”.
Sono intervenuti il Presidente della
Fondazione Studi dei Consulenti del
Lavoro nonché giornalista Rosario De
Luca, Nino Amatore del Sole 24 Ore, Fabrizio Bontempo dell’Associazione nazionale Giovani CDL, Francesco Piccini
di fanpage.it e Pino Maniaci, direttore
Telejato.
In tale occasione è stata presentata
ufficialmente la nuova App dei Consulenti del Lavoro, da oggi presente per i
dispositivi Android e Ios.
L’Ordine dei Consulenti del Lavoro è il
primo in Italia ad aver creato una mobile app per inviare news, comunicati
e aggiornamenti a tutti i propri iscritti,
NUMERO 3 | MAGGIO - GIUGNO 2015
che, però, non sarà limitata alle sole
notizie provenienti dal Consiglio Nazionale ma includerà anche quelle di
tutti gli Ordini Provinciali che aderiranno.
L’applicazione rappresenterà quindi
una vera e propria banca dati delle
notizie e delle info dei Consulenti del
Lavoro.
Un nuovo ed unico punto di accesso
per tutte le informazioni pubblicate
dal Consiglio Nazionale, dalla Cassa di
previdenza, dalle Fondazioni Studi e
Lavoro e dagli ordini provinciali.
GENTE IN MOVIMENTO
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PROFESSIONI
IL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA
Welfare, nuove frontiere Jobs Act
G
randi personalità riunite al
tavolo di discussione sul
tema del welfare. La crisi economica infatti, con
il parallelo ridursi dei redditi e delle
prestazioni pubbliche, sta portando
tanti gruppi industriali a riscoprire le
pratiche di assistenza un tempo molto
diffuse.
Questi dati sono confermati dal fatto che un italiano su due dichiara di
essersi informato su quali misure integrative sono previste dal proprio
contratto e che il 70% desidera che nel
proprio contratto di lavoro vengano
previste coperture per le prestazioni
sanitarie, per l’assistenza di figli piccoli o di genitori/parenti malati. La
contrattazione di secondo livello è un
mezzo importante che bisogna sviluppare proprio perché, nell’epoca dello
“Stato in spending review”, le azioni
dirette tra datore di lavoro e lavoratore divengono fondamentali sia per
incrementare la produzione (datore di
lavoro) che per garantire prestazioni di
assistenza e tutela (lavoratori).
Alla discussione, moderata dalla giornalista Simona D’Alessio, sono intervenuti Cesare Damiano, Presidente
della Commissione Lavoro alla Camera dei Deputati, l’On. Giorgia Meloni,
il Direttore INPS Regione Lombardia
Antonio Pone, il Segretario Confederale UIL Gugliemo Loy e Stefano Sassara
del Consiglio Nazionale Consulenti del
Lavoro.
Anche Tito Boeri, Presidente INPS, ha
lasciato il suo contributo al workshop
con un messaggio video dedicato.
Per Boeri la ricetta per un welfare efficiente si basa sulla formazione dei dipendenti e sul recupero di risorse della
lotta all’evasione contributiva, chiedendo altresì ai Consulenti del Lavoro
supporto e collaborazione stretta per
il Durc on line, al fine di semplificare la
procedura.
“
Entro l’estate il Jobs Act concluderà il suo iter e tutti i decreti
saranno operativi”. Sono queste le parole di Bruno Busacca,
Responsabile segreteria tecnica del
Ministero del lavoro e delle politiche
sociali, che conferma che a breve arriveranno gli ultimi quattro decreti attuativi della riforma del lavoro, ovvero:
• semplificazione dell’attività ispettiva in materia di lavoro e legislazione
sociale;
• riordino della normativa in materia
di ammortizzatori sociali in costanza
di rapporto di lavoro;
• riordino della normativa in materia
di servizi per il lavoro e di politiche
attive;
• razionalizzazione e semplificazione
delle procedure e degli adempimenti a carico di cittadini e imprese e
altre disposizioni in materia di rapporto di lavoro e pari opportunità.
L’opinione del Presidente dell’Ordine
Marina Calderone in merito è più che
positiva ed evidenzia come un’ulteriore scommessa del mercato del lavoro
debba essere la riforma dell’articolo
117 della Costituzione, riportando,
quindi, ad una competenza nazionale
le 20 legislazioni regionali.
La Calderone, che presiede anche il
CUP, riporta l’attenzione anche sull’importanza di arrivare ad un unico soggetto rappresentativo per rafforzare le
professioni.
QUALE LAVORO SENZA INFRASTRUTTURE (SICURE)?
Non si può discutere di lavoro, di welfare, di soluzioni per risollevare le sorti
del Belpaese senza passare per le infrastrutture, arterie - spesso malridotte della nostra penisola.
Dalle scuole agli asili nido, dalle strade provinciali alle grandi vie di comunicazione, sono quasi 700 le opere attualmente incompiute in Italia, per le quali
sono stati già spesi oltre 3 miliardi di euro e, per il cui completamento, occorre
ancora sborsare 1,5 miliardi di euro.
Di tutto ciò hanno discusso, presso il Teatro Massimo della capoluogo siciliano, il Vicedirettore di Rai3 Luca Mazzà e Riccardo Nencini, Viceministro del
Ministero Infrastrutture e Trasporti. Tra gli altri presenti alla tavola rotonda,
anche il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, rappresentante di una regione
che, per ragioni geografiche, subisce a pieno queste criticità.
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GENTE IN MOVIMENTO
NUMERO 3 | MAGGIO - GIUGNO 2015
IL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA
PROFESSIONI
L’ora del capitale umano
P
ermessi, burocrazia, regole
incerte e credito con il contagocce.
L’Italia non può certo dirsi la
patria degli aspiranti imprenditori.
Ultimamente qualcosa, però, sta
cambiando: dalle start up innovative
al Microcredito passando per i fondi
europei.
Se ne è parlato in un convegno dedicato al Festival del lavoro.
In particolare, il sottosegretario del
Ministero del Lavoro e delle politiche
sociali Luigi Bobba commenta la sua
partecipazione alla tavola rotonda
dal titolo “L’Impresa di fare impresa”.
“È stata una chiacchierata sui temi
del mercato del lavoro, dell’occupazione, della legalità, tutti aspetti
strettamente collegati alla valorizzazione e allo sviluppo del capitale
umano - filone conduttore del Festival del Lavoro di questo anno - temi
che coinvolgono in larga misura le
giovani generazioni. I giovani rappresentano il fulcro del futuro sviluppo
economico e sociale del Paese: occorrono quindi maggiori opportunità nell’istruzione e nel mercato del
lavoro, occorre metterli nella condizione di avere un ruolo attivo e partecipativo nella società. È necessario
creare le condizioni per fare impresa
e promuovere start-up giovanili, prevedendo non solo misure di sostegno, ma anche alleggerendo il peso
NUMERO 3 | MAGGIO - GIUGNO 2015
degli adempimenti e delle norme.
In questa direzione è orientato uno
dei decreti attuativi del Jobs Act, varato dal Governo e ora all’esame del
Parlamento, che riguarda la razionalizzazione e la semplificazione degli
adempimenti a carico di cittadini e
imprese per l’instaurazione dei rapporti di lavoro”.
Prosegue il sottosegretario: “Abbiamo poi il Programma sulla Garanzia
Giovani, sul quale il Governo ha puntato molto per contrastare la disoccupazione giovanile, in particolare,
di coloro che non sono inseriti in un
percorso di studi scolastico o forma-
tivo e non sono impegnati in attività
lavorative. Uno dei punti di forza del
Programma è il coinvolgimento del
mondo imprenditoriale, che è un
obiettivo prioritario per incrementare le opportunità di lavoro e di formazione per i giovani”.
“I numeri – conclude Bobba - ci confermano la fiducia dei giovani nei
riguardi del piano: più di 640.000 si
sono registrati e a molti di loro (oltre 119.000) è stata proposta almeno
una misura tra quelle previste dal
Programma, compreso il sostegno
all’autoimpiego e all’auto imprenditorialità”.
GENTE IN MOVIMENTO
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PROFESSIONI
IL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA
Immigrazione, rigore o accoglienza?
U
no dei temi più rimbalzati di
questo ultimo periodo è sicuramente l’immigrazione, che
vede l’Italia una delle principali mete dei flussi migratori. A Teatro
Massimo si è discusso con esperti del
settore della necessità di un’azione più
incisiva per controllare un fenomeno in
crescita e della convinzione che sia da
porre in essere una politica d’integra-
zione per quei nuovi cittadini italiani
che sempre più spesso fanno i lavori
che gli italiani non vogliono più fare.
Un dibattito acceso, da cui sono emerse posizioni contrapposte: il Sindaco di
Palermo Leoluca Orlando ha proposto
l’abolizione del permesso di soggiorno, identificando la migrazione non
come sofferenza, ma come diritto alla
mobilità mondiale mentre Matteo Sal-
vini, Segretario Generale Lega Nord, in
collegamento video, ha invece sostenuto la necessità di regole certe per
non cadere nell’anarchia.
Per il leader del carroccio occorre far
rispettare le regole: chi scappa dalla
guerra va certamente accolto, mentre
i clandestini vanno rimpatriati.
Anche il Ministro dell’Interno Angelino
Alfano ha mandato un contributo video, dichiarandosi parzialmente soddisfatto dell’apertura dell’Europa nella
distribuzione dei migranti, che di fatto
apre una seppur piccola breccia negli
accordi di Dublino. Il Ministro ritiene
doveroso accogliere i profughi mentre chi non ha diritto a restare in Italia
deve essere rimpatriato.
Un successo meritato
C
ifre da record per la 6° edizione del Festival del Lavoro.
Consulenti del lavoro,
esperti in materia ed esponenti ministeriali hanno stilato le basi per la
ripresa del settore.
Marina Calderone, nel chiudere i
lavori, ha affermato che il compito
del Festival del Lavoro è quello di
mettere in relazione i territori e valorizzarne le positività, affrontando i
problemi lì dove sono più pressanti,
e di riunire le riflessioni tecniche con
quella sensibilità sociale che caratterizza i Consulenti del Lavoro.
Nella corsa della manifestazione
sono stati presentati numerosi documenti operativi: dall’Asseco al microcredito, dal ricollocamento alla mediazione, un vademecum sulla tutela
professionale, una guida sul welfare e
sulla busta paga, una guida per aiutare
i giovani a cercare lavoro, una ricerca
sul lavoro che c’è ed un sondaggio sui
primi quattro mesi di Jobs Act.
Tutti i documenti sono disponibili sul
sito www.consulentidellavoro.it.
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GENTE IN MOVIMENTO
FESTIVAL IN CIFRE
13.500 accreditati in tre giorni
4.500 presenze al giorno
200 relatori
40 tavole rotonde
30 ore di diretta
10 documenti operativi presentati
NUMERO 3 | MAGGIO - GIUGNO 2015
PROFESSIONI
IL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA
Internet e il cybercrime
I
nternet e la tecnologia che lo circonda sono senza dubbio una delle più importanti rivoluzioni del
nostro tempo.
Una rivoluzione che ha profondamente modificato molte delle nostre abitudini, cambiando (in alcuni casi, stravolgendo) le relazioni interpersonali,
il modo di concepire il nostro tempo
libero e quello lavorativo, portandoci a
riorganizzare il nostro modo di pensare
e di agire.
Basti considerare il senso di smarrimento che colpisce ciascuno di noi
quando, con profondo disappunto,
ci accorgiamo di aver dimenticato lo
smartphone oppure il tablet, inibendo la possibilità di controllare (spesso
compulsivamente) la posta elettronica, i messaggi WhatsApp, il sito del
meteo e quant’altre “App” abbiamo
scaricato e messo a portata di un click.
NUMERO 3 | MAGGIO - GIUGNO 2015
Questi straordinari mezzi di comunicazione rendono possibile condividere
con chiunque (sempre che si tratti di
un soggetto “tecnologicamente aggiornato” della nostra community) una
quantità infinita di informazioni, immagini, video e canzoni.
In una parola: la nostra vita e le nostre
emozioni.
Il web sovente si presenta (o meglio,
viene percepito) come un luogo senza
confini, collocato in uno spazio indefinito.
Dietro lo schermo sembra aprirsi un
mondo sottratto alle tradizionali coordinate spazio-temporali che regolano la nostra quotidianità: i concetti di
“tempo” e “luogo” vengono sostituiti
con l’immaterialità di un mondo irreale, assoggettato soltanto alla nostra
volontà di mantenere attiva la connessione.
A fianco all’utilità del
web esistono diverse
forme di manifestazione
del crimine:
il carattere “virtuale” di
un mondo reale.
a cura di Maurizio Riverditi
GENTE IN MOVIMENTO
17
PROFESSIONI
Questa percezione del web induce talora a pensare che tutto ciò che accade
“nella rete” sia destinato a rimanere
“virtuale”, privo di consistenza e di
conseguenze.
Ma dietro lo “schermo” del web si cela
un mondo tutt’altro che “virtuale”, saldamente ancorato alla realtà di chi lo
governa e di chi ne fa uso.
E come ogni comunità, anche questa
particolare forma di community ha le
sue regole, i suoi aspetti positivi, le sue
contraddizioni ed i suoi pericoli.
A fianco degli indiscutibili elementi di
forza e di utilità di Internet, si collocano, infatti, anche le più disparate forme
di manifestazione del crimine, che, per
semplicità, possono essere schematicamente distinte nelle seguenti categorie: ingiurie e diffamazioni; molestie
e stalking; pedofilia e pedopornografia; sfruttamento della prostituzione;
violazione della privacy; violazione del
diritto d’autore e della normativa in
tema di marchi e brevetti.
Per ciascuna di queste tipologie di reato, i repertori della giurisprudenza
penale sono ormai ricchi di esempi e
consentono di affermare che anche il
diritto e la sua interpretazione ed applicazione nelle aule di giustizia si è
ormai “adattato” alle nuove modalità
(solo apparentemente) “virtuali” di
aggressione al patrimonio giuridico e
morale altrui.
Basti pensare, per citare solo alcuni
18
GENTE IN MOVIMENTO
IL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA
degli esempi più eclatanti e di comune
esperienza, all’impatto dirompente,
per chi ne sia vittima, di una diffamazione a mezzo Internet, oppure alla
frequenza con cui apprendiamo dalle
cronache di truffe realizzate nei modi
più disparati.
Purtroppo, sempre più frequenti sono
ormai anche fatti assai più gravi, talora culminati con il suicidio di giovani
rimasti vittime del c.d. cyberbullismo.
Un aspetto sovente dimenticato, ma
che, in molti casi, raggiunge la stessa ragion d’essere della (apparente)
gratuità di gran parte del mondo di
Internet è la “profilazione” degli utenti, funzionale a conoscerne abitudini
e preferenze commerciali, modalità
d’impiego del tempo libero, criteri di
scelta delle vacanze, ecc.
Tutte informazioni che consentono
di alimentare il mercato pubblicitario
che, immancabilmente ed inevitabilmente, ci assale ogni volta che “navighiamo”.
Senza dimenticare che la memoria
della rete è molto più longeva di quanto si possa immaginare: un messaggio
lanciato dalla nostra tastiera non solo
è in grado di raggiungere una platea
immensa di destinatari, ma ben difficilmente rimarrà sotto il nostro esclusivo controllo, come ben sanno tutti
coloro che, con fatica e spesso senza
riuscire pienamente nel loro intento,
hanno chiesto la cancellazione dai mo-
tori di ricerca di frasi, immagini o video
che, nonostante fossero stati rimossi
dal “luogo” in cui erano stati pubblicati, continuano a “vivere” nei risultati
dei motori di ricerca.
Tutti elementi, questi, che consentono
la c.d. profilazione del cibernauta e la
possibilità di esaminarne la reputazione goduta nel web, tanto che tutti i più
noti e recenti procedimenti penali dedicano non poca (e forse troppa) attenzione al “profilo internet” dell’imputato, per carpirne le abitudini e gli stili di
vita (in ambito sessuale e non), quasi
che in questo modo si potesse saggiare
(il che non è!) la bontà delle tesi dell’accusa e della difesa
Di fronte a questi semplici e comuni
dati esperienziali, il carattere “virtuale”
ed immateriale di Internet (lo stesso discorso vale, a maggior ragione, anche
per i c.d. social media quali Facebook,
Twitter, ecc) perde necessariamente
consistenza: dimenticare che la rete
è fatta e gestita da persone significa
dimenticare che l’uso di Internet deve
necessariamente rispettare le comuni
regole cui deve ispirarsi il nostro agire
nella quotidianità “reale”.
Ma soprattutto, questa consapevolezza deve indurci ad abbandonare l’idea
che la “navigazione” sulla rete sia protetta dallo schermo del nostro computer o del nostro smartphone: si tratta
di uno schermo, questo sì virtuale, che
se non è in grado di proteggerci dalle
aggressioni altrui, nemmeno è in grado
di nascondere chi se ne renda responsabile.
Anche il mondo di Internet ha le sue
regole e coloro che vi accedono hanno
diritti ed obblighi precisi, che dovrebbero conoscere ed approfondire prima
di lasciarsi allucinare dall’idea che sul
web tutto è possibile e niente è reale.
E, probabilmente, il primo dovere d’informazione spetta ai genitori, che debbono sapere non solo i rischi cui sono
esposti i loro figli, ma anche i diritti che
possono vantare nei confronti dei vari
gestori dei servizi offerti in rete, oltre
che i diritti/doveri nei confronti dei figli
per quanto concerne la regolamentazione dell’utilizzo del web.
Insomma: chi vuole Internet è un mondo virtuale solo quando a frequentarlo
sono gli altri.
NUMERO 3 | MAGGIO - GIUGNO 2015
PROFESSIONI
IL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA
Professione valutatore
D
opo 13 anni di attività come
auditor-certificatore-valutatore si possono tirare delle
conclusioni su questo strategico mestiere. Formalmente, l’obiettivo di un auditor è attestare il rispetto
dei requisiti di un norma volontaria
(ISO 9001, 14.001, 22.000, ecc.) all’interno di un’organizzazione attraverso
gli Enti di certificazione da cui dipende.
Con gli anni ho compreso il significato
latino di “audire”, cioè la capacità di
sapere ascoltare. Perché non tutte le
organizzazioni sono uguali, anche nello stesso settore, non tutti gli imprenditori applicano i punti della norma allo
stesso modo.
Questa caratteristica di sapersi immedesimare è fondamentale nell’attuale
contesto economico: se qualche lustro
fa l’ispettore era visto come un controllore rigido e severo, ora è necessario
capire le aziende, ascoltare le loro problematiche e, astenendosi dal ruolo di
consulente, dare un valore aggiunto
attraverso l’applicazione della normativa di riferimento.
Sempre più le aziende richiedono una
preparazione sul settore di appartenenza e spiccate doti comunicative da
parte dell’auditor.
Come in tutti i mestieri bisogna rendere “artistico” quello che si svolge.
Raccogliere evidenze oggettive in tutti
i processi aziendali, attraverso le interviste ai vari responsabili/operatori,
deve permettere di costruire uno schema complessivo che indichi all’azienda
il percorso per il miglioramento continuo.
Se da una parte l’auditor deve accertare il rispetto dei requisiti alla norma,
dall’altra deve fornire attraverso “costruttive” non conformità il gap che
l’organizzazione deve colmare per divenire sempre più competitiva in un
mercato sempre più esigente. In tale
modo, il processo di certificazione è
una partnership strategica per il sistema industriale.
Raccontato così sarebbe un mestiere
di cui andare orgogliosi, ma siamo in
NUMERO 3 | MAGGIO - GIUGNO 2015
Italia, dove può accadere di tutto. E
allora è giusto raccontare il malessere
che si vive nell’osservare quello che
avviene: alcuni Enti di certificazione
si affidano ad auditor con poca o nulla precedente esperienza lavorativa in
azienda. Verificatori full time pagati
sempre meno, “spremuti come limoni”
perché la politica di riduzione dei costi
la fa da padrona.
Di questa situazione gli Enti seri soffrono di una concorrenza sleale che sta
portando il sistema ad un pericoloso
avvitamento, con un peggioramento
della percezione di valore aggiunto da
parte delle aziende.
Un quadro alquanto complesso, che a
breve dovrà confrontarsi con la nuova
norma ISO 9001:2015 che prevede l’introduzione di termini come risk-based,
business environment, organizational
knowledge e risk management.
Le organizzazioni dovranno quindi valutare i cambiamenti di elementi costitutivi del contesto esterno per gestire i
rischi e le opportunità, una vera e propria rivoluzione non solo concettuale!
L’auditor, come l’azienda, dovrà impegnarsi duramente per comprendere
appieno i nuovi requisiti della norma.
Occorre identificarsi nell’organizzazione che la deve applicare ed acquisire
infine quell’abilità che gli consentirà di
valutarne efficacemente l’applicazione. Auguro un buon lavoro a tutti.
Il mestiere di auditor
rappresenta una
partnership strategica
per il sistema
industriale.
a cura di Aurelio Prisco
GENTE IN MOVIMENTO
19
INNOVAZIONE
IL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA
Google (r)innova le città
Sidewalks Labs: una
start-up innovativa
che migliora la
vita degli abitanti
delle città caotiche.
a cura di Anna Pellegrino
20
GENTE IN MOVIMENTO
G
oogle si lancia in un nuovo
ambizioso progetto con lo
scopo di “migliorare la vita
in città”.
Si chiama Sidewalks Labs e dovrebbe
rendere migliore la vita a quei 3,5 miliardi di persone che vivono nelle città.
Non stiamo parlando soltanto di smart
city, le città intelligenti a misura d’uomo che tutto il mondo occidentale sta
cercando di riprodurre.
L’imponente progetto è di giocare un
ruolo importante nello sviluppo tecnologico e nella risoluzione dei problemi cittadini, attraverso una serie di
prodotti, piattaforme e infrastrutture
avanzate.
Questa novità di casa Google avrà il
compito di aiutare ad affrontare alcune problematiche tipiche delle metropoli, come quelle di congestionamento, passando per i trasporti e l’uso
dell’energia.
Come fa intuire il nome, Sidewalks
Labs, ovvero laboratori da marciapiede, parla dunque di tecnologia urbana.
Connettività diffusa ed internet delle
cose saranno solo alcuni degli elementi utilizzati per rendere più efficienti i
trasporti, ridurre il costo della vita e
l’uso dell’energia e anche aiutare le
amministrazioni a lavorare in modo
più efficace.
In un periodo storico di nuova trasformazione delle città, in cui salute e
ambiente sono tra i principali fattori
di preoccupazione, Sidewalks Labs dà
vita a questo progetto con l’obiettivo di
rendere i centri cittadini più efficienti e
flessibili.
Il sistema sarà formato sostanzialmente da una rete di incubatori, che
accoglieranno le nuove tecnologie per
l’ottimizzazione della vivibilità; il primo “laboratorio da marciapiede” dovrebbe nascere a New York, sede, tra
l’altro, degli uffici dedicati alla nuova
startup.
Google ha affidato il ruolo di numero
uno della Sidewalks Labs a Dan Doctoroff, 57 anni, ex responsabile dello
sviluppo economico per la città di
New York negli anni dell’amministrazione di Michael Bloomberg, nonché
ex Presidente e Amministratore Delegato di Bloomberg LP, una delle più
grandi multinazionali dei mass media
al mondo.
L’amicizia con l’ex sindaco di New York
e l’incredibile esperienza di gestione
cittadina hanno reso Dan Doctoroff
il candidato ideale per la nuova sfida
proposta da Google.
Doctoroff non ha lasciato passare
inosservato, nelle sue interviste, l’impatto che la nuova startup potrebbe
avere sullo sviluppo cittadino, citando
un esempio tra tutti: la disponibilità
dei trasporti ha un impatto sulla scelta della località in cui vivere e quindi
un effetto sui prezzi delle case e sulla
qualità della vita.
La cifra dell’investimento iniziale non
è ancora stata resa nota ma pare che
sia “relativamente modesta”, nonostante Sidewalks Labs sia già stato paragonato ad altre innovative startup di
Google, come Calico e Google X.
Certo, il campo della tecnologia urbana non è molto pertinente con le
attività classiche di Google, che però
si dice pronta ad affrontare questa
scommessa ricca di opportunità.
Riusciranno Google e Doctoroff ad
interfacciarsi con le macchinose burocrazie delle amministrazioni, a collaborare nel dare vita a nuove città
intelligenti, aiutando a risolvere i problemi che i cittadini affrontano ogni
giorno?
NUMERO 3 | MAGGIO - GIUGNO 2015
EUROPA
IL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA
Europa più sostenibile
Le pratiche
commerciali in Europa
subiranno una vera
rivoluzione grazie
al Common
European Sales Law.
a cura di Angelica Marino
T
ra le sfide che si è posta l’Unione Europea fin dalla sua
costituzione vi è anche l’unione economica e monetaria,
ovvero la costituzione di un mercato
senza confini geografici per permettere a persone, merci e capitali di circolare liberamente.
A questo passaggio si è affiancato un
rapido sviluppo tecnologico che in parallelo ha istituito a sua volta un mercato digitale.
A che cosa ci stiamo riferendo?
A un mercato che si è liberato dei limiti
territoriali permettendo l’acquisto di
beni e servizi tramite l’accesso a internet. Le migliori performance virtuali
sono state realizzate da Google, E-bay,
Paypall, ecc.
Attualmente ad ogni innovazione tecnologica si accompagna una disciplina
normativa al fine di tutelare il più possibile gli attori e incentivare l’accesso
di nuovi in questo ormai consolidato
mercato digitale. La Commissione europea, constatando la difficoltà che le
varie imprese affrontavano nell’accedere a queste pratiche commerciali,
si è occupata di questo nuovo mercato ed ha proposto di istituire il Diritto
comune europeo delle vendite (“Common european sales law”), conosciuto
anche come CESL.
NUMERO 3 | MAGGIO - GIUGNO 2015
Tale strumento va a regolare i contratti
transfrontalieri conclusi sia tra imprese
che tra impresa e consumatore, al fine
di presentarsi come un unico diritto
che va a disciplinare i rapporti tra i vari
attori di questo mercato.
Si tratta di uno strumento giuridico
opzionale, che dunque non sostituirà i
diritti nazionali dei singoli Stati, ma si
affiancherà ad essi secondo la volontà
espressa dalle parti ad un contratto.
Gli aspetti positivi che si attendono da
questo nuovo strumento normativo
sono innanzitutto una riduzione dei
costi di scambio transfrontalieri, in
quanto verrà meno l’esigenza di una
consulenza legale inerente al diritto
da applicare. Altresì viene meno l’esigenza di conformare i siti web al diritto
dei Paesi in cui si intende realizzare tali
scambi commerciali. Tutti questi fattori si traducono in un abbassamento dei
costi affrontati dalle imprese nel processo della commercializzazione.
Un impatto positivo si avvertirà anche
nei confronti dei consumatori, ai quali
saranno offerti beni e servizi a prezzi
più competitivi e saranno maggiormente tutelati da un’unica disciplina
europea.
A beneficiarne ulteriormente saranno anche le piccole e medie imprese,
le quali dunque, sostenendo dei costi
meno onerosi rispetto al valore del
contratto concluso, avranno la possibilità di essere più competitive nei mercato offrendo dunque i loro prodotti a
prezzi più vantaggiosi.
Ebbene si, ci rendiamo conto che si
tratta di uno strumento che porterà
una rivoluzione sulle pratiche commerciali concluse online e speriamo
che quest’ultimo possa presentarsi come un incentivo per la crescita
dell’economia europea, che da un po’
di anni sta affrontando una dura fase di
recessione.
Attualmente la proposta istitutiva di
tale diritto è in esame presso il Consiglio dell’UE.
Oltre all’istituzione di questo strumento, la Commissione ha dichiarato che
entro il 2015 intende giungere ad un
accordo sulla materia della protezione dei dati personali, soprattutto per
le operazioni commerciali online, aggiornare le norme sui diritti d’autore e
disporre l’erogazione di incentivi per la
creazione di nuove start-up.
Il tutto per completare il sistema normativo che regolerà nei dettagli il mercato digitale.
Vi invitiamo a consultare il nostro sito
www.cherchilaw.eu e la nostra pagina
Facebook e Twitter, per rimanere aggiornati sulle novità in ambito europeo.
GENTE IN MOVIMENTO
21
EUROPA
IL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA
Life, una nuova vita
per l’ambiente
Pubblicati
nuovi bandi da 240
milioni di euro per
tutelare l’ambiente e lo
sviluppo sostenibile.
a cura della redazione
L
o Studio legale Cherchi &
Partners informa che è stato
pubblicato il nuovo bando
europeo Life 2015, che vede
come beneficiari gli enti pubblici,
le organizzazioni private (comprese
PMI e grandi imprese) e gli enti privati senza fini di lucro (incluse le ONG).
LIFE 2014-2020, che sostituisce il
programma Life+ 2007-2013, è il principale strumento finanziario per la
tutela ambientale e lo sviluppo sostenibile.
Il programma è suddiviso in due sottoprogrammi “Ambiente” e “Azione
per il clima”, ciascuno a sua volta articolato in 3 aree d’azione prioritarie.
Il sottoprogramma Ambiente fa riferimento al finanziamento di progetti
nei seguenti settori: Ambiente e uso
efficiente delle risorse (scadenza 1°
ottobre 2015); Natura e biodiversità;
Governance ed informazione in materia ambientale (entrambi a scadenza 7 ottobre 2015).
Nel sottoprogramma Azione per il clima potranno essere presentati progetti nei settori mitigazione dei cambiamenti climatici, adattamento ai
cambiamenti climatici e Governance
ed informazione in materia di clima.
Il budget totale stabilito per il 2015 è
di 240 milioni di euro.
Per avere maggiori informazioni e visionare la modulistica, visitare il sito
ufficiale della Commissione europea
http://ec.europa.eu/environment/
life/funding/life2015/index.htm.
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22
GENTE IN MOVIMENTO
NUMERO 3 | MAGGIO - GIUGNO 2015
POLITICA
IL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA
Scontro tra civiltà
I
n questa estate segnata dal terrorismo islamico, consiglio di rispolverare Claude Lévi-Strauss, antropologo e filosofo, che nel 1985 mise
in chiaro la sua visione dell’occidente:
“Ho cominciato a riflettere in un’epoca
in cui la nostra cultura aggrediva altre
culture e a quel tempo mi sono eretto a
loro difensore e testimone”.
“Oggi ho l’impressione che il movimento si sia invertito e che la nostra
cultura sia finita sulla difensiva di fronte a minacce esterne, fra le quali figura
probabilmente l’esplosione islamica. E
di colpo mi sono ritrovato ad essere un
difensore etnologico e fermamente deciso della mia stessa cultura”.
Molti anni prima un altro antropologo
Lev Gumiliev, uno che in Russia è stato
più volte incarcerato ai tempi di Stalin,
scrisse che le civiltà conoscono fasi
precise tanto nella loro ascesa, quanto
NUMERO 3 | MAGGIO - GIUGNO 2015
nella decadenza.
Dopo la massima aggressività, ogni
civiltà conosce un periodo di estremo
benessere detto “omeostasi”, i nostri
anni ottanta e novanta ad esempio,
ai quali segue un declino rapidissimo
che Gumiliev divide in due momenti.
Nel primo, detto “chimera”, le istituzioni vanno in crisi, divampando falsi
conflitti culturali che oscurano dal vero
pericolo, che risiede proprio nella vicinanza di un’altra civiltà in una fase di
aggressività.
Noi siamo qui. Se non poniamo rimedio subito, il passo successivo sarà
quello del “relitto”, in cui del mondo
che conosciamo non resterà più nulla
se non qualche parola galleggiante e
svuotata di ogni senso.
Oriana Fallaci - a proposito di letture
da riprendere in mano - l’aveva capito
benissimo.
La nostra cultura è finita
sulla difensiva di fronte
a minacce esterne,
fra le quali figura
l’esplosione islamica.
a cura di Matteo Salvini
GENTE IN MOVIMENTO
23
POLITICA
IL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA
Trasporto rifiuti,
telenovela Sistri
70 milioni di euro
complessivi spesi
dai contribuenti,
in cambio di un
servizio inefficiente.
a cura di Patrizia Terzoni
I
l Sistri, il sistema di controllo della
tracciabilità dei rifiuti, nasce nel
2009 con l’intento di permettere
l’informatizzazione dell’intera filiera dei rifiuti speciali e di contrastare
eventuali traffici illeciti degli stessi.
Uno strumento volto a rendere più
facile la vita alle aziende operanti
nel settore ed a garantire maggiore
trasparenza in un segmento che da
sempre strizza l’occhio alle ecomafie.
Modernizzazione, semplificazione, efficienza.
Tante parole “al miele”, ma dopo la
firma dell’accordo tra il governo Berlusconi e la Selex, impresa che si impegna a progettare il sistema, arrivano un filotto di rinvii.
Ben nove in quattro anni, fino all’ultimo che vuole il Sistri al via da gennaio
2015.
In questi sei anni di melina da parte
degli esecutivi passati per Palazzo
Chigi, il Sistri diventa terreno fertile
per un intreccio di subappalti, false
fatturazioni, soldi trasferiti in quattro
e quattr’otto nei paradisi fiscali che
hanno portato a decine di denunce e
di arresti.
Inoltre, la tecnologia pensata per ren-
24
GENTE IN MOVIMENTO
dere efficace il sistema di tracciabilità
si rivela obsoleta e superata a detta
degli stessi esperti del settore.
Alla luce di questo quadro torbido,
come Movimento 5 Stelle nel marzo 2014 abbiamo chiesto al Governo
Renzi di rivedere la legittimità del
contratto con la Selex e, nell’indire il
nuovo bando, di chiedere una formulazione di un progetto al passo con i
tempi e trasparente non soltanto a
parole, ma i nostri appelli sono caduti
mestamente nel vuoto.
E invece si va avanti con un meccanismo considerato all’unanimità farraginoso e zavorrante, che mette in difficoltà le migliaia di imprese obbligate
ad aderire al sistema.
Un meccanismo complesso e difficilmente aggiornabile, che è diventato
una vera dannazione per le aziende
del settore, le quali dal 2010 hanno
“foraggiato” la bellezza di 70 milioni di
euro complessivi per avere in cambio
un sistema totalmente inefficiente.
Il Governo, ad inizio 2015, ha annunciato per bocca del Ministro dell’ambiente Gianluca Galletti un nuovo
bando per luglio, costringendo però
le aziende a presentare la propria
adesione entro aprile al sistema “vecchio”, con tanto di sanzioni.
Come Movimento 5 Stelle, abbiamo
presentato un emendamento per prolungare fino a fine 2015 il rinvio delle
sanzioni per la mancata iscrizione al
Sistri, ma il Governo ha fatto in modo
che venisse tempestivamente bocciato.
Così, le aziende si sono trovate a dover continuare a pagare per un servizio inesistente.
La presa in giro si è definitivamente
consumata lo scorso 10 giugno, quando in commissione Ambiente lo stesso PD ha presentato una risoluzione
con all’interno la stessa proposta
di sospensione all’adesione al Sistri
chiesta da noi a gennaio. Un teatrino
dell’assurdo, visto che i termini per
iscriversi scadevano ad aprile.
Noi pensiamo che sul dramma di migliaia di imprese, di lavoratori e su un
sistema di tracciabilità dei rifiuti necessario all’economia e all’ambiente
di questo Paese, non si debbano fare
questi giochetti.
Altro che risoluzione in commissione!
Il PD è al Governo: affronti e risolva la
vicenda Sistri!
NUMERO 3 | MAGGIO - GIUGNO 2015
POLITICA
IL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA
Ecoreati,
giustizia è fatta!
Una nuova
legge introduce
nuovi delitti a tutela
dell’ambiente,
un provvedimento
atteso da 21 anni.
a cura di Salvatore Micillo
E
ra attesa dall’ambiente e dai
cittadini questa legge, definitivamente approvata dal Senato lo scorso 19 maggio, ovvero la riforma della disciplina dei reati
ambientali, nota ora come legge n° 68
del 22 maggio 2015 sulle disposizioni
in materia di delitti contro l’ambiente.
Una vittoria del MoVimento 5 Stelle attraverso il cofirmatario Salvatore Micillo, il cui nome si lega nel testo unificato
a Realacci (Pd) e Pellegrino (Sel). Micillo proviene proprio dalla così detta
“Terra dei Fuochi”, ha un consolidato
impegno alle spalle su battaglie contro
discariche e roghi.
Da qui la necessità di presentare una
propria proposta di legge per contrastare e reprimere inquinamenti e disastri.
Per 21 anni i partiti se ne sono stati a
dormire mentre le terre venivano devastate sopra e nel sottosuolo. Due anni
esatti sono stati impiegati, ma alla fine
hanno vinto quelli che hanno a cuore
l’ambiente, comitati e future generazioni.
Il provvedimento introduce nuovi
delitti a salvaguardia dell’ambienNUMERO 3 | MAGGIO - GIUGNO 2015
te, stabilendo pene più gravi rispetto
all’attuale sistema sanzionatorio, che
puniva tali illeciti prevalentemente
attraverso contravvenzioni e sanzioni amministrative previste dal Codice
dell’ambiente (D.lgs. n. 152 del 2006).
Dal 19 maggio ci sono 5 nuovi “delitti”:
• inquinamento ambientale, che punisce con la reclusione da 2 a 6 anni e
con la multa da 10.000 a 100.000 euro
chiunque abusivamente cagioni una
compromissione o un deterioramento significativi e misurabili dello stato
preesistente «delle acque o dell’aria,
o di porzioni estese o significative del
suolo e del sottosuolo» o «di un ecosistema, della biodiversità, anche agraria, della flora o della fauna»;
• disastro ambientale, che sanziona
con la reclusione da 5 a 15 anni in seguito ad un’alterazione irreversibile
dell’equilibrio di un ecosistema;
• traffico e abbandono di materiale ad
alta radioattività, che punisce con la
reclusione da 2 a 6 anni e con la multa
da 10.000 a 50.000 euro chiunque abusivamente «cede, acquista, riceve, trasporta, importa, esporta, procura ad
altri, detiene, trasferisce, abbandona
materiale di alta radioattività ovvero,
detenendo tale materiale, lo abbandona o se ne disfa illegittimamente»;
• impedimento del controllo;
• omessa bonifica, che punisce con la
reclusione da 1 a 4 anni e con la multa
da 20.000 a 80.000 euro chiunque, essendovi obbligato, non provvede alla
bonifica, al ripristino e al recupero dello stato dei luoghi.
Tra le novità del provvedimento, diminuzioni di pena per l’ipotesi colposa di
inquinamento ambientale e di disastro
ambientale, nonché per coloro che collaborano con le autorità ed evitano che
i delitti contro l’ambiente siano portati
a conseguenze ulteriori.
Previsto altresì un aggravamento di
pena per i reati associativi connessi ai
delitti contro l’ambiente e l’introduzione dell’aggravante ambientale, in base
a cui la pena è aumentata quando un
fatto-reato sia commesso per la commissione di un delitto contro l’ambiente.
In ultimo, la legge obbliga il condannato al recupero e - ove possibile - al
ripristino a proprio carico dello stato
dei luoghi.
GENTE IN MOVIMENTO
25
POLITICA
IL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA
Sos immigrazione
L’opinione dell’Italia
dei Valori su questo
tema scottante:
“Tratteniamo i fondi
da dare all’Europa”.
a cura di Ignazio Messina
26
GENTE IN MOVIMENTO
L
’Italia è Paese di frontiera, dove
l’emergenza sbarchi degli immigrati è sempre più grave, e
per questo occorre che il nostro
Governo solleciti con forza l’Europa ad
aumentare considerevolmente i fondi
destinati alla gestione del flusso migratorio nel nostro Paese.
Proponiamo di trattenere i fondi inviati dall’Italia in Europa, poiché siamo in credito di 6mld di euro l’anno e
chiediamo anche di ottenere ciò che la
Germania ha ottenuto già dal 2017, e
cioè l’aliquota di prelievo ridotta della
risorsa IVA, che è dello 0,15% rispetto
allo 0,30% degli altri Paesi compresa
l’Italia. Dal 2014 al 2020 hanno riottenuto questo meccanismo correttivo di
nuovo la Germania, Paesi Bassi e Svezia. Basta. La cifra che andremmo a risparmiare sarebbe di circa un miliardo
di euro, che rimarrebbero nelle tasche
dei cittadini italiani senza finanziare
questa Europa che non ci ascolta.
È quanto propone il segretario nazionale dell’Idv Ignazio Messina.
L’Idv ha anche depositato un’interrogazione alla Camera con Nello Formisano e al Senato con Michelino Davico,
in cui si chiede al Governo di “avviare
un accertamento capillare sulla verifica delle procedure di affidamento e di
aggiudicazione dei servizi per l’accoglienza dei richiedenti asilo”.
Nell’atto, Formisano e Davico chiedono di sapere “se i ministri competenti hanno intenzione di richiedere
formalmente, agli Organismi europei
competenti, la revisione del sistema
di contribuzione dell’Italia in favore
dell’Unione Europea, dal momento
che il nostro Paese è di fatto isolato nel
far fronte ai flussi migratori dei richiedenti asilo e dei rifugiati”.
NUMERO 3 | MAGGIO - GIUGNO 2015
ECONOMIA E LAVORO
IL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA
Lavorare
durante le vacanze
Studenti e lavoro
accessorio.
In estate si può,
ecco come.
a cura di Bruno Bravi
È
questo il periodo dell’anno
durante il quale i ragazzi desiderano trovare un lavoro
che permetta loro di ottenere un’entrata economica. Le aziende,
però, non sono molto propense a procedere con regolari assunzioni per brevi periodi, oltretutto per personale non
dotato di alcuna esperienza. Cosa fare?
Esiste una soluzione? Senz’altro si.
Infatti, a partire dall’inizio del mese di
giugno e fino a tutto settembre, gli studenti tra i 16 ed i 25 anni regolarmente iscritti ad un ciclo di studi possono
svolgere attività di lavoro accessorio.
Il lavoro accessorio è una particolare
modalità di prestazione lavorativa la
cui finalità è quella di regolamentare quelle prestazioni occasionali, che
non sono riconducibili a veri e propri
contratti di lavoro in quanto svolte in
modo saltuario, e quindi di tutelare situazioni altrimenti non regolamentate
che, altrimenti, rischierebbero di ricadere nel lavoro nero.
In buona sostanza, si tratta di quelle
prestazioni il cui pagamento avviene
attraverso la corresponsione di buoni
lavoro, ognuno dei quali ha un valore
lordo pari a 10€, comprendente sia la
retribuzione del lavoratore che la contribuzione previdenziale (ai fini pensionistici) ed assicurativa (contro gli
infortuni sul lavoro). Al lavoratore (nel
NUMERO 3 | MAGGIO - GIUGNO 2015
nostro caso, lo studente) rimangono
in tasca 7,50€ all’ora. Il tutto esentasse. Va peraltro precisato che i buoni
lavoro non danno diritto a prestazioni
di malattia, maternità, disoccupazione ed assegni familiari, e che possono
essere utilizzati esclusivamente in caso
di prestazioni lavorative svolte direttamente a favore dell’utilizzatore finale,
essendo escluso che un’impresa possa
reclutare e retribuire lavoratori per
svolgere prestazioni a favore di terzi,
come nel caso dell’appalto o della
somministrazione.
L’unica limitazione posta dal legislatore è di carattere quantitativo:
il lavoratore non può guadagnare in
un anno più di 5.060€ netti, anche
sommando più rapporti lavorativi.
Inoltre, se l’attività viene svolta per
imprese o studi professionali, ogni
singolo committente non può pagare
più di 2.020€ all’anno al medesimo
lavoratore. Nell’ambito del settore
agricolo vige una regolamentazione
particolare, che però non è molto
dissimile da quella appena descritta.
Solitamente ciò che limita l’utilizzo dei normali contratti lavorativi è
costituito dai vari vincoli burocratici,
spesso inutili e ripetitivi, che “fanno
scappare la voglia” di regolarizzare
questi rapporti di lavoro instaurati per
brevi periodi con questi ragazzi. Ebbe-
ne, il bello del sistema dei voucher è
proprio quello di aver superato la maggior parte delle difficoltà legate alle varie comunicazioni obbligatorie. Infatti,
per poter lavorare con questo sistema
gli studenti non devono affrontare alcun impegno burocratico.
Il committente, da parte sua, per poter
far lavorare con il sistema dei voucher,
deve adempiere a ben pochi e semplici
adempimenti:
• innanzitutto, deve acquistare i voucher (presso l’Inps, o presso un ufficio postale, o in tabaccheria ovvero
in banca), in numero sufficiente per
poter pagare tutte le ore di lavoro
che stima necessarie;
• prima dell’inizio dell’attività lavorativa, deve “attivare” i voucher acquistati, comunicando telematicamente
all’Inps i dati anagrafici del lavoratore, il luogo in cui si svolgerà l’attività
lavorativa nonché la sua durata presunta;
• al termine, consegnare al lavoratore
i voucher in misura (almeno) pari ad
uno di essi per ogni ora lavorata.
Il nostro ragazzo, dal canto suo, non
dovrà fare altro che presentare i buoni ricevuti ad un qualsiasi ufficio postale, unitamente ad un documento
di identità, e convertirli, così, in denaro sonante.
Facile no?
GENTE IN MOVIMENTO
27
ECONOMIA E LAVORO
IL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA
Aspettando la Green
Economy Revolution
Sfruttare
le potenzialità
dell’economia verde
per creare fino a
2,8 milioni di posti
di lavoro.
a cura di Eleonora Evi
28
GENTE IN MOVIMENTO
L
’ambiente, per noi del Movimento 5 Stelle, è un tema fondamentale, come lo è il tema
dell’occupazione.
Per questo motivo mi sono fatta promotrice, io nella Commissione Ambiente del Parlamento europeo e poi
la mia collega Agea nella Commissione Occupazione e Affari sociali, di
punti importanti che hanno trovato
una larga condivisione fra i gruppi politici e hanno determinato l’adozione
del testo finale all’unanimità dei voti.
Le questioni principali che ho sollevato a Bruxelles riguardano la fondamentale necessità di attuazione ed
esecuzione delle vigenti direttive sulle energie rinnovabili e sull’efficienza
energetica, in modo che sia sfruttato
appieno il potenziale di creazione di
posti di lavoro verdi nell’UE.
Dobbiamo essere consapevoli che, ad
oggi, un miglioramento dell’efficienza
delle risorse potrebbe generare tra 1,4
e 2,8 milioni di posti di lavoro in Europa.
Analogamente, un passaggio ad un’economia basata sulla durata e la riparabilità dei prodotti potrebbe creare
posti di lavoro lungo l’intero ciclo di
vita dei prodotti in vari settori, come
quello della manutenzione, delle riparazioni, dell’ammodernamento e del
riutilizzo.
Infine, la prevenzione dei rifiuti, la
progettazione ecocompatibile, il riutilizzo e misure analoghe potrebbero
far risparmiare 600 miliardi di euro
netti alle imprese dell’UE.
E allora, cosa stiamo aspettando?
Dobbiamo, il più rapidamente possibile, passare da un’economia lineare
NUMERO 3 | MAGGIO - GIUGNO 2015
ECONOMIA E LAVORO
IL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA
ad un’economia circolare, adottando
un approccio olistico che contempli l’intero ciclo di vita dei prodotti, nell’ottica di consentire la ripresa
dell’occupazione in seno all’Unione
europea.
Le misure fiscali che ho proposto riguardano, in primis, l’eliminazione
progressiva di tutte le sovvenzioni dirette e indirette dannose per l’ambiente - incluse quelle per i carburanti fossili - e un’armonizzazione fiscale che
sposti la tassazione dal lavoro all’inquinamento ambientale, nello spirito
del “chi inquina paga”.
Ho, in secondo luogo, proposto l’introduzione di un sistema di sgravi fiscali
per le PMI, che sono la spina dorsale
dell’Europa, tramite idonei strumenti
di defiscalizzazione per le imprese che
producono prodotti e servizi ad elevato valore aggiunto ambientale.
Sempre a favore delle imprese, ho
chiesto di utilizzare in modo più efficace i Fondi europei e gli strumenti finanziari a disposizione, al fine di promuovere la transizione verso un’economia
più verde.
In quest’ottica, ho invitato la Commissione affinché gli aiuti previsti dal
Fondo europeo per gli investimenti
strategici (FEIS) venissero indirizzati
preferibilmente alle micro, piccole e
NUMERO 3 | MAGGIO - GIUGNO 2015
Occorre utilizzare in modo più efficace
i Fondi europei per promuovere
la transizione verso
un’economia più verde.
medie imprese che investono in cicli
produttivi o forniture di servizi funzionali al sostegno dell’economia verde e
circolare.
La potenzialità del FEIS, infatti, potrebbe essere importante per agevolare lo
sviluppo di attività ad elevato grado di
innovazione ambientale e sociale da
parte delle micro, piccole e medie imprese.
Ho, in conclusione, inserito il tema della riqualificazione in modo da favorire
importanti settori come quello della
ristrutturazione in ambito edile.
Di pari passo, ho promosso progetti di “manutenzione” del territorio
(combattendo i problemi del dissesto
idrogeologico).
Delle misure importanti che, mi auguro, determineranno presto una green
economy revolution.
L’ambiente è un tema
importante per te e per
chi ti è intorno?
Hai un argomento che
ti sta a cuore?
Scrivici a:
[email protected]
GENTE IN MOVIMENTO
29
ECONOMIA E LAVORO
IL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA
UE-Turchia,
un binomio vincente
Le relazioni
UE-Turchia
ed il rinnovo della
Unione Doganale.
Un’integrazione
economica vincente.
a cura di David Borrelli
30
GENTE IN MOVIMENTO
L
a storia delle relazioni fra l’Europa e la regione anatolica è
lunga ed affascinante; e oggi si
fa pure attuale e indifferibile.
La Turchia contemporanea è però
“nata” solo negli anni ‘20, sotto la guida di Mustafà Kemal, noto anche come
Ataturk o “padre dei turchi”. Dopo l’ingresso nella NATO (1952) la Turchia
scelse di gravitare nell’allora “Blocco occidentale”; le relazioni ufficiali
con l’Unione europea iniziarono poco
dopo, nel 1963, con un embrione di
unione doganale (Custom Union o CU)
successivamente stipulata nel 1995 fra
l’allora Comunità Economica Europea
(CEE) e la Turchia.
La crescita economica europea e la
successiva stabilizzazione della politica e dell’economia turca hanno portato negli anni una serie di positivi “divi-
dendi” nelle relazioni fra le due parti.
Ben diverse, invece, rimasero le prospettive economiche; con la fine degli
anni 2000 e l’inizio del successivo decennio il PIL della Turchia crebbe vertiginosamente, arrivando addirittura a
+9% negli anni 2010-2011.
Questo trend permise quindi una maggior interazione economica fra l’Unione europea e il paese anatolico, con
effetti positivi su entrambi i mercati.
Per dare qualche dato: secondo stime del 2013 fra i principali sei partner
dell’export turco ben quattro erano
europei, ovvero Germania (9%), Gran
Bretagna (5.7%), Italia (4.5%) e Francia
(4.2%). Un discorso analogo vale per
le importazioni, con Germania e Italia
che da sole contribuiscono quasi al
15% dell’import turco.
Le relazioni UE-Turchia, quindi, preNUMERO 3 | MAGGIO - GIUGNO 2015
IL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA
sentano un solido background e delle grandi potenzialità. L’Europa, ad
esempio, può fornire materiali e tecnologie avanzate, know-how o moda;
la Turchia invece è un forte esportatore
di tessili e vestiti, alimenti processati e prodotti metallici, oltre ad essere
ormai un hub energetico di primaria
importanza, grazie alla sua posizione
strategica ed alla vicinanza con paesi
esportatori di petrolio e/o gas quali l’Iran o l’Azerbaijan.
Le attuali relazioni economiche
UE-Turchia sono basate su un accordo
noto come Custom Union Agreement
(in italiano “Unione Doganale”) entrato in vigore nel 1995.
Per vent’anni gli scambi commerciali
fra i due partner si sono svolti nell’ambito di questa cornice, creando una
success story o, come detto da un recente rapporto della Commissione europea, uno “sforzo pionieristico rimasto unico”.
Dal 1996 ad oggi l’interscambio commerciale si é quadruplicato, chiaro
segnale dell’integrazione delle due
economie. Oltre alla mera crescita degli scambi, poi, l’Unione Doganale ha
permesso alla Turchia di allinearsi agli
standard europei, comportando anche
dei sensibili miglioramenti per i consumatori turchi.
A vent’anni di distanza, quindi, si può
dire che l’accordo del 1995 sia stato un
successo ed abbia contribuito concretamente al benessere di entrambe le
parti, in una logica definibile win-win.
Eppure, come recentemente annunciato dalla Commissaria europea Cecilia Malmstrom e come pure evidenziato dai rapporti della Banca Mondiale,
è giunto ormai il momento di revisionare la Custom Union, aggiornandola
e adeguandola all’attuale livello di
scambi fra Unione europea e Turchia.
Ad esempio l’attuale accordo copre
solamente i beni industriali e i prodotti agricoli lavorati: queste previsioni,
sicuramente in linea con la situazione
economica turca ed europea degli anni
‘90, sono oggi superate.
La Turchia e l’UE, quindi, hanno quindi
un comune interesse a rinegoziare la
CU tenendo conto di diverse variabili,
ovvero:
• allargare i settori di competenza delNUMERO 3 | MAGGIO - GIUGNO 2015
la CU, includendo alcuni nuovi ambiti
ormai trainanti per l’economia, quali i
beni agricoli non lavorati (ad esempio
olio o pomodori), il mercato dei servizi, gli investimenti e gli appalti pubblici
(public procurement);
• risolvere alcune asimmetrie, quali la
mancanza di un organismo di consultazione e di decisione riguardo alla
CU, il ruolo dei vari accordi di libero
scambio (Free Trade Agreement o FTA)
in vigore in UE ma non in Turchia e la
questione delle “quote stradali” o road
quotas, per la circolazione di veicoli da
trasporto turchi in Unione europea;
• il possibile impatto del TTIP (Transatlantic Trade and Investment Partnership) nelle relazioni UE-Stati Uniti
e quindi, di conseguenza, UE-Turchia,
anche in chiave politica e geopolitica.
Il combinato disposto di questi elementi, quindi, rende la rinegoziazione
della CU fra UE e Turchia un ambito
affascinante ma alquanto complesso.
Per questo l’Unione europea e le sue
istituzioni dal 2014 hanno iniziato ad
affrontare i vari step per aggiornare
l’Unione Doganale, in un’ottica di avvicinamento delle due economie.
Per questo l’Unione europea e le sue
istituzioni dal 2014 hanno iniziato ad
affrontare i vari step per aggiornare
l’Unione Doganale, in un’ottica di avvicinamento delle due economie.
La rinegoziazione della CU, quindi, presenta una serie di notevoli potenzialità
ma anche qualche elemento dubbio.
Vi è però un dato di base: la Turchia è
un paese che negli ultimi venti anni è
profondamente cambiato, ha un mercato interno imponente (oltre 80 milioni di consumatori) ed una dinamicità
economica ben lontana dalla stasi o
dalle crisi che attanagliano diversi stati europei. In un certo senso, quindi, si
ECONOMIA E LAVORO
può dire che oggi Europa e Turchia siano partner più “simmetrici” rispetto
allo squilibrio di metà anni ‘90.
Questo maggior allineamento potrebbe portare dei frutti molto positivi nei
nuovi settori che andrebbero negoziati:
secondo stime della Banca Mondiale,
infatti, la revisione della CU e l’inclusione dei nuovi ambiti potrebbero generare maggiori ricavi per 1,1 miliardi di
dollari. Basti pensare che il settore dei
servizi costituisce il 60% dell’economia
turca e l’agricoltura un altro 10%, ma
oggi entrambi sono fuori dalla custom
union. Includerli, quindi, sarebbe un
immediato valore aggiunto per le relazioni economiche dei due partner,
anche se l’integrazione di nuovi settori
richiederebbe una certa gradualità: nel
campo agricolo, per esempio, l’UE ha
delle regole alquanto severe in materia di sicurezza alimentare alle quali la
Turchia dovrebbe adeguarsi.
In altre parole, le possibili riforme in
materie settoriali che oggi sembrano
indispensabili, devono essere inserite
in un quadro più ampio di rinegoziazione dell’Unione Doganale, e non essere
oggetto di accordi separati.
Per quanto urgente, accelerare la discussione di alcuni capitoli negoziali
senza una visione generale rischierebbe di impattare in modo negativo sulle
relazioni d’insieme UE-Turchia.
Nel corso dei prossimi mesi questo tipo
di analisi e valutazioni saranno oggetto
di discussione non solo dei singoli Governi, ma anche nel Parlamento europeo.
E questo è il compito che come Presidente del Gruppo di Monitoraggio
UE-Turchia del Parlamento europeo
intendo svolgere al fine di contribuire
al risultato negoziale più equo ed efficace per ambo le parti.
GENTE IN MOVIMENTO
31
ECONOMIA E LAVORO
IL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA
Jobs Act,
a che punto siamo?
La nuova riforma
e Garanzia Giovani:
ecco i primi effetti
sul mercato
del lavoro.
a cura di Simone Pivotto
I
l 20 maggio scorso si è tenuto,
presso lo spazio Urban Center
di Milano, il convegno “Jobs Act
e Garanzia Giovani, Incentivi e
opportunità per inserire i giovani in
azienda”.
Si è trattato di un’importante occasione per fare il punto della situazione venutasi a creare in seguito alle
ultime novità legislative.
Il quadro che ci viene restituito presenta luci ed ombre: se da una parte si registra infatti un aumento del
24% delle assunzioni con contratto a
tempo indeterminato (con la nuova
formula delle “tutele crescenti”) nel
primo trimestre dell’anno, dall’altra
va ricordato che la disoccupazione
si attesta comunque al 13%, con un
trend addirittura in crescita.
Gli incentivi per le assunzioni a tempo indeterminato hanno sortito, almeno in parte, gli effetti desiderati,
ma da soli non bastano: il costo del
lavoro rimane ancora troppo alto.
Andrebbero inoltre maggiormente
coinvolti gli operatori privati nell’ot-
32
GENTE IN MOVIMENTO
tica della fornitura di un supporto
attivo alla ricerca di un impiego per
i giovani.
Marina Verderajme, presidente di
ACTL Sportello Stage, che ha aperto
il convegno, ha dichiarato: “Gli oltre
18.000 giovani inseriti nel mercato
del lavoro in Lombardia tramite Garanzia Giovani (equivalenti ad un terzo degli iscritti totali) sono un primo
risultato importante.
In qualità di ente accreditato, stiamo
proseguendo un lavoro capillare di
informazione e assistenza alle imprese per promuovere le opportunità
e agevolazioni previste dal bando e
sempre più aziende stanno inserendo giovani in tirocinio con prospettive di inserimento.”
Nel corso della mattinata è intervenuta anche Valentina Sgambetterra,
del Dipartimento mercato del lavoro
e formazione della Cisl Milano Metropoli, che ha commentato gli effetti
positivi prodotti dal Jobs Act, nell’ottica della creazione di una maggior
stabilità nei contratti lavorativi.
Le nuove disposizioni e novità contenute in Jobs Act e Garanzia Giovani
sono state in seguito approfondite
da Gabriele Fava, responsabile dello
studio Fava & Associati e da Giannicola Rocca di Rocca & Partners.
Il convegno, moderato dal giornalista Enzo Argante di Sky Reteconomy,
si è concluso con la testimonianza di
Chiara Pirani, HR manager di Baglioni Hotels, azienda che ha utilizzato il
bando come strumento per l’inserimento in organico di nuove risorse.
Hai quesiti
sulla riforma del lavoro?
Fai una domanda
ai nostri esperti!
[email protected]
NUMERO 3 | MAGGIO - GIUGNO 2015
IL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA
ECONOMIA E LAVORO
Fare volontariato
in un fondo azionario
Per risolvere
in parte la crisi
nell’Eurozona, arriva
l’idea del fondo
di volontariato
azionario europeo.
a cura di Vinicio Paselli
L
a mia idea consiste nel pubblicare su un elenco ufficiale della
Commissione Europea i nomi
delle società donatrici di fondi,
peraltro non necessariamente quotate
in Borsa.
Un simile meccanismo garantirebbe
la pubblicità dei donatori, innescando
una gara a donare fondi, anche in virtù
del prestigio aziendale e di una rinnovata solidità patrimoniale delle società
donatrici agli occhi dei rispettivi azionisti.
L’uso dei fondi, al fine di evitare effetti
di inflazione fine a se stessa e dunque
di recessione del Pil reale (potere d’acquisto), peraltro con il rischio di perdita di competitività, dovrebbe essere
monitorato da autorità quali la Banca
Europea degli Investimenti, la Commissione Europea, l’Ocse e vari organismi autorevoli.
Naturalmente i rischi di aggravare la
corruzione clientelare nel cosiddetto
“Club Med”, per quanto in tal caso essa
non ricadrebbe direttamente sui contribuenti, sarebbero non indifferenti
ed è per questo che occorrerebbe uno
stretto monitoraggio, ai fini di evitare
NUMERO 3 | MAGGIO - GIUGNO 2015
una riduzione della propensione all’investimento produttivo.
I casi di autostrade di dubbia utilità,
oppure di interminabile costruzione,
o di immani costi, o di perdite private
a carico - di fatto - del contribuente, o
ancora casi di esproprio di agriturismi
o aziende o terreni agricoli ai fini di
opere pubbliche superflue e spesso
corrotte sono del resto tristemente
noti in Italia.
Occorre appunto una supervisione
adeguata ai fini di “impugnare il coltello dalla parte del manico”, concetto
non dissimile a quello sull’uso della
moneta e della politica monetaria stessa.
Paesi quali Venezuela e Argentina, malgrado stampino continuamente moneta, non mi paiono particolarmente
progrediti, anzi ultimamente sentiamo
parlare di crisi da iperinflazione, oltre
al fatto che la democrazia, almeno in
Argentina, non pare essere garantita.
La moneta ha due facce, dipende da
come la usiamo.
L’idea di un fondo di volontariato azionario europeo ritengo sia urgente: non
bastano Banca Etica e progetti di finan-
ziamento solidale fra persone comuni;
occorre qualche veicolo che metta in
concorrenza pubblicitaria i grandi imprenditori, che devono essere spinti
a donare, facendo così pubblicità alla
propria impresa.
Non è un concetto dissimile rispetto
a quello delle donazioni ai poveri o ai
malati, molto in voga nei paesi di cultura anglosassone, ma non solo. Facciamo una donazione ad un ente parastatale che controlli come vengono
spesi i soldi, possiamo progettare un
apparato europeo, qualcosa di efficace, che funzioni.
Teoricamente, possiamo anche costituire un apparato di cittadini comuni
che eleggono imprenditori privati per
eseguire le opere, disposti ad autofinanziarsi, mettendosi in concorrenza
con le procedure “regolari” degli appalti pubblici.
È possibile lanciare questo progetto e
proporre provvedimenti adeguati in
sede europea, partendo da un’operazione di condivisione popolare prima
che politica, così che nessun politico
possa arrestare questo processo.
È possibile.
GENTE IN MOVIMENTO
33
PREVIDENZA
IL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA
Bonus Bebè
Uno strumento
di sostegno alle
giovani mamme,
nato per invogliare la
popolazione ad alzare
il tasso di natalità.
a cura di Giovanni Firera
P
er ogni figlio nato o adottato
tra il 1° gennaio 2015 ed il 31
dicembre 2017, nell’ambito
della Legge di Stabilità 2015,
l’INPS erogherà un assegno annuo di
importo pari a 960 euro (erogato mensilmente, 80€ al mese per 12 mesi)
fino al terzo anno di vita del bambino,
oppure fino al terzo anno dall’ingresso in famiglia del figlio adottato.
L’assegno è previsto per i figli di cittadini italiani o comunitari, oppure per
i figli di cittadini extracomunitari con
permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo, residenti
in Italia.
Al fine di godere di questo beneficio,
i cittadini stranieri aventi lo status di
rifugiato politico o lo status di protezione sussidiaria sono del tutto equiparati ai cittadini italiani.
Gli interessati, per godere del bonus
bebè, devono avere residenza in Italia ed il minore deve assolutamente
convivere con i genitori (naturali o
adottati), e per convivenza l’Istituto
di Previdenza Sociale intende quelle
persone che coabitano e che hanno
dimora abituale nello stesso comune.
Come abbiamo detto, potranno usufruire del Bonus anche le famiglie
degli immigrati e tali misure avranno, per potere usufruire del sostegno
economico, delle regole ben precise:
34
GENTE IN MOVIMENTO
la condizione essenziale è il possesso
di un ISEE, in corso di validità con un
valore non superiore a 25.000€ annui.
Per i nuclei familiari in possesso di un
ISEE non superiore a 7.000 euro annui,
l’importo corrisposto è esattamente il
doppio, 160 euro al mese, 1.920 euro
all’anno, 5.760 euro nel triennio, sempre in rate mensili e con le stesse decorrenze e durate.
L’attestato ISEE va chiesto con il modello DSU (dichiarazione sostitutiva
unica) ovviamente prima della presentazione della richiesta del Bonus
Bebè.
Nel caso in cui il minore sia affidato a
una famiglia occorre tenere conto del
reddito ISEE di questa famiglia e non
di quella naturale.
La richiesta va fatta entro 90 giorni
dalla nascita del bambino o dell’ingresso nella famiglia adottiva.
Nel caso in cui si lasci scadere il termine, non si perde il diritto di poter usufruire dell’assegno, ma ovviamente il
bonus sarà fatto decorrere dal mese
in cui è stata presentata la richiesta.
Ovviamente si perde il diritto all’erogazione per i mesi precedenti.
In via del tutto transitoria, per gli
eventi che si sono verificati tra il 1°
gennaio e il 27 aprile 2015 la scadenza
è rinviata al prossimo 28 luglio.
La domanda per il riconoscimento
della prestazione deve essere presentata all’INPS esclusivamente in via telematica, mediante uno dei seguenti
canali:
• servizi telematici accessibili direttamente dal cittadino tramite PIN dispositivo direttamente con il portale
dell’Inps (www.inps.it);
• Contact Center Integrato, numero
verde 803.164;
• patronati, attraverso i servizi offerti
dagli stessi.
Il pagamento mensile è effettuato direttamente al richiedente secondo le
indicazioni contenute nella domanda
stessa (accredito in conto corrente,
ecc.).
Con questo sostegno il Governo, attraverso l’Inps, ha voluto e cerca di
mettere un freno al calo demografico
che sembra non subire tentennamenti negli ultimi anni.
Persino il Papa, nel viaggio effettuato
di recente a Torino, ha voluto sottolineare l’aspetto di scarsa tutela delle
famiglie da parte del sistema politico
che, con la contingenza economica
avversa, si ritrovano ad affrontare i
problemi che oramai sembrano essere diventati generazionali.
La richiesta di sostenere la famiglia,
oltre il sistema economico, è diventato oramai un problema quasi di emergenza sociale.
NUMERO 3 | MAGGIO - GIUGNO 2015
COSTUME E SOCIETÀ
IL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA
L’Europa abbatte
i confini online
Con l’introduzione del
Mercato Unico Digitale,
l’Unione europea si
prepara a far cadere le
frontiere del web.
a cura di Herbert Dorfmann
I
nternet e le tecnologie digitali influenzano sempre più il modo in
cui viviamo. Tuttavia, l’Europa non
è ancora riuscita a sfruttare appieno questa rivoluzione.
Lo scorso 6 maggio la Commissione
europea ha reso pubblici i piani per l’eliminazione delle barriere che ostacolano le transazioni online.
Inizia così un percorso di riforma che ci
vedrà impegnati nella realizzazione di
un ambizioso obiettivo: la creazione di
un mercato unico digitale europeo.
Nel 2014, solo il 15% dei consumatori
europei ha effettuato acquisti online
da un altro Stato membro.
Questa è soprattutto la conseguenza
di una serie di pratiche discriminatorie come, ad esempio, il cd “blocco
geografico”, che impedisce ad un consumatore di accedere ad un sito internet sulla base della sua ubicazione o
lo reindirizza verso un sito di vendite
locale, che pratica prezzi diversi. Si stima che se i nostri cittadini potessero
scegliere fra l’intera gamma di beni e
servizi offerta nell’Unione europea, risparmierebbero fino a 11,7 miliardi di
euro l’anno.
Lo scorso anno, solo il 7% delle piccole
e medie imprese che operano online
ha venduto all’estero. La causa prinNUMERO 3 | MAGGIO - GIUGNO 2015
cipale sono i costi supplementari da
sostenere per commerciare la propria
produzione negli altri Stati membri.
Per adattarsi alle diverse normative
nazionali, infatti, le imprese che operano online possono arrivare a pagare
fino a 9.000 euro.
A tal proposito, si stima che se tutti i
Paesi membri applicassero al commercio elettronico le stesse regole, il 57%
delle imprese comincerebbe o intensificherebbe la vendita online in altri
paesi dell’Unione.
Il nostro obiettivo è eliminare le barriere nazionali alle transazioni online.
Al momento, stiamo esaminando in
Parlamento il testo presentato dalla
Commissione. Si tratta di una proposta
molto ambiziosa, che mira ad agevolare il commercio elettronico transfrontaliero, eliminando il blocco geografico
ingiustificato, tutelando in maniera più
rapida ed omogenea i consumatori,
modernizzando la legislazione d’autore, riducendo gli oneri amministrativi
alle imprese (che derivano dai diversi
regimi IVA) e aumentando l’accesso
transfrontaliero ai servizi radiotelevisivi in Europa.
Quello dell’accesso transfrontaliero
ai servizi radiotelevisivi in Europa è
un tema per il quale mi batto fin dalla
scorsa legislatura. L’inesistenza di un
mercato unico digitale europeo non
è, infatti, un tema astratto ma, piuttosto, un fastidio che ogni utente prova
quando tenta, ad esempio, di collegarsi dall’estero al sito della Rai e si vede
negare l’accesso ai contenuti perché
questi sono disponibili unicamente
per chi risiede in Italia. Si tratta di una
problematica che interessa in particolare le realtà di frontiera come, ad
esempio, il Sudtirolo, dove la televisione pubblica tedesca non ha il diritto di
trasmettere eventi sportivi internazionali, come i mondiali di calcio o i Giochi Olimpici, perché i diritti per questi
eventi sono concessi solo a livello di
Stato e non di singole Regioni. Per meglio rispondere ai bisogni della popolazione di questi territori, sarebbe quindi
opportuno modificare la legislazione
vigente in modo tale da allocare i diritti
non su base nazionale, ma seguendo i
confini linguistici.
Nel prossimo anno si decide il futuro
digitale dell’Europa. Ci impegneremo
per rimuovere le barriere che ostacolano la libera circolazione dei contenuti
digitali, mossi dalla ferma convinzione
che ogni cittadino deve poter accedere
senza discriminazioni all’intera offerta
digitale europea.
GENTE IN MOVIMENTO
35
COSTUME E SOCIETÀ
IL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA
Uber POP,
esercizio abusivo?
Il Tribunale di
Milano si pronuncia
in merito al servizio di
trasporto non di linea
Uber POP.
a cura di Gabriele Matteo Fiorentini
36
GENTE IN MOVIMENTO
L
o scorso 25 maggio, la Sezione
specializzata in materia d’impresa del Tribunale di Milano
si è pronunciata sull’esito di un
giudizio cautelare ante causam instaurato da diverse associazioni, operatori
e consorzi di taxi contro diverse società
parte della compagine Uber.
Oggetto del contendere, l’applicazione
informatica Uber POP, un programma
scaricabile ed accessibile da tutti i dispositivi mobili, collegato ad una piattaforma telematica.
Tale applicazione svolge un servizio
d’intermediazione, mettendo in contatto la domanda e l’offerta di trasporto privato.
A differenza dell’ordinario servizio
Uber, gli autisti non sono però dei professionisti, ma dei privati.
Anche i veicoli, anziché essere le lus-
suose auto scure, caratteristiche del
servizio classico, sono spesso comuni
utilitarie.
Secondo i ricorrenti, il servizio denominato “Uber POP” - consentendo a comuni cittadini, privi di autorizzazione
o licenza, di porre in essere servizi di
trasporto a pagamento - costituirebbe
una forma di concorrenza sleale nei
confronti dei tassisti italiani. Pertanto,
essi hanno chiesto al Tribunale di inibire in via cautelare ad Uber la prosecuzione della citata attività.
Il Tribunale ha valutato gli specifici
requisiti richiesti per l’esercizio dell’azione di accertamento dell’illecito concorrenziale.
Il primo requisito attiene all’esistenza
di un rapporto di concorrenza, e quindi di interferenza, tra i servizi posti in
essere rispettivamente dalle parti riNUMERO 3 | MAGGIO - GIUGNO 2015
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correnti e resistenti. Il giudice ha riconosciuto la sussistenza di tale requisito
valorizzando, in particolare, le analogie tra la richiesta di trasporto proposta mediante l’applicazione Uber POP
e quella che passa attraverso i servizi
di Radio Taxi, da anni diffuse in tutte le
città. Nel prosieguo, il Tribunale si concentra sulla possibilità di assimilare
Uber POP al servizio taxi.
Al fine di negare tale natura al servizio
da essi offerto, i resistenti hanno sostenuto che il sistema darebbe vita ad
una community chiusa, limitata ai passeggeri e ai guidatori aventi installato
l’applicazione.
Conseguentemente, il relativo trasporto dovrebbe considerarsi privato.
Il Tribunale, nel rigettare tale tesi, ha
osservato che il servizio è svolto, a
pagamento, nell’interesse di persone
diverse dall’intestatario della carta di
circolazione, e che la sussistenza di
una community non consente, a legislazione vigente, di esercitare in forma
privata, senza titolo autorizzativo, una
tale attività.
La successiva questione affrontata
dal Tribunale è strettamente legata a
quella della qualificazione da dare alla
somma ricevuta dall’autista.
Le società resistenti sostenevano che
tale somma fosse un mero rimborso
spese, così da far rientrare il servizio
Uber POP all’interno della categoria, di
non ancora precisa definizione normativa, del car pooling. Il giudice ha escluso espressamente la riconducibilità di
Uber POP a tali forme di mobilità condivisa, in quanto l’autista non ha un
interesse proprio a raggiungere il luogo indicato dall’utente e “in assenza di
alcuna richiesta, non darebbe luogo a
tale spostamento”.
A questo punto della motivazione, il
Tribunale ha affrontato una delle questioni più complesse del caso.
Il fatto che il singolo autista, svolgendo il servizio senza licenza, ponga in
essere una condotta vietata, non comporta di per sè una responsabilità per
concorrenza sleale del fornitore di un
servizio di intermediazione.
Il Tribunale, tuttavia, ha osservato
che le società resistenti sono di fatto
responsabili di aver generato il fenomeno, consentendo un incremento
NUMERO 3 | MAGGIO - GIUGNO 2015
esponenziale del perimetro di attività,
della clientela e del numero dei soggetti privi di licenza svolgenti servizi di
trasporto analoghi a quello taxi.
In virtù di tali attività, il ruolo di Uber
nella vicenda supererebbe ampiamente quello di mero intermediario, coinvolgendo invece “aspetti direttamente
organizzativi e propulsivi” del servizio.
Così ricollegata l’attività delle società
resistenti a quella del singolo autista
senza licenza, il Tribunale ha ritenuto
integrato l’illecito concorrenziale ex
art. 2598, comma 3, c.c..
Per queste ragioni, il Tribunale, accertata la concorrenza sleale posta in
essere dalle parti resistenti, ha inibito
alle stesse l’utilizzazione dell’app Uber
POP sul territorio italiano e, più in generale, la prestazione di un servizio,
comunque denominato, tale da organizzare e promuovere la prestazione
di servizi di trasporto a pagamento, su
itinerari e secondo orari di volta in volta stabiliti, da parte di soggetti privi di
licenza o autorizzazione.
Il Tribunale ha poi previsto una penale di Euro 20.000,00 per ogni giorno di
ritardo nell’attuazione dell’inibitoria,
a partire dal quindicesimo giorno successivo alla comunicazione dell’Ordi-
COSTUME E SOCIETÀ
nanza.
Infine, è stata disposta la pubblicazione del dispositivo, per trenta giorni,
sulla home page italiana del sito www.
uber.com.
Sicuramente, la vicenda non è ancora
arrivata alla sua fine.
Uber pare intenzionata a procedere
nella battaglia legale e, parallelamente, in quella politica, mirante alla modifica della normativa che regola il settore dei servizi di trasporto pubblico
non di linea (taxi e NCC). Non vi è dubbio che quest’ultima mostri crescenti
profili di obsolescenza, con norme che
non tengono il passo rispetto alle evoluzioni tecnologiche diffusesi negli ultimi vent’anni.
Inoltre, manca ancora nell’ordinamento una definizione normativa di car
pooling, attualmente rimessa agli interpreti.
Per Uber, risulta probabilmente più
opportuno concentrarsi sull’attività di
lobbying in sede legislativa, anche al
fine di sostenere una maggior liberalizzazione del settore.
Al contrario, le possibilità di ottenere
una vittoria nella sede giurisdizionale
di merito risultano, alla luce della legislazione vigente, piuttosto esigue.
GENTE IN MOVIMENTO
37
COSTUME E SOCIETÀ
IL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA
Fenomeno mediatico
L’opinione
di un imprenditore
dei trasporti sul caso
Uber, anche alla luce
della sentenza del
Tribunale di Milano.
a cura di Gaetano La Legname
38
GENTE IN MOVIMENTO
S
e l’obiettivo di Uber fosse
quello di attuare una multimodalità del trasporto insieme ad altri competitor, molto
probabilmente non si sarebbe arrivato a tutto ciò e il management avrebbe trovato il favore almeno di una
parte della politica italiana, ovvero
quella dell’intergruppo innovazione.
È mia opinione personale, invece, ritenere che il management di Uber voglia solo trarre un vantaggio mediatico da tutto ciò che sta accadendo e lo
fa con una precisione certosina.
Ma quello che è peggio e mi rattrista
è l’esaltazione di molti nel definire
quest’applicazione il futuro del trasporto. Ma andiamo con ordine.
In un’ottica di rete, di multimodalità
del trasporto e, perché no, nell’auspicabile Open Transport Data Manifesto, affermare che questa app darebbe vita ad una community chiusa
equivale a dire che l’euro può circolare solo tra le persone che lo usano,
un’assurdità. Il trasporto è rete.
Un city logistics manager, anche mediocre, riesce a percepire un sistema
nel suo complesso con una visione
allargata ed interconnessa, i romani
lo sapevano bene ed è grazie a questo che sono riusciti a costruire un
impero.
Uber parte da pochi utilizzatori reclutando al tempo stesso gli autisti,
organizzando tutta la parte logistica,
superando la mera intermediazione
tra domanda ed offerta.
Per il futuro si possono aprire due
scenari: nel primo caso, se non ci
sarà nessun’altro a fargli concorrenza, si andrà verso una situazione
di monopolio mentre, nel secondo
caso, se ci saranno altri concorrenti,
si avrà una frammentazione dei sistemi di trasporto che genererà inefficienza. Capire questo è abbastanza
elementare.
Uber promette di trovare un driver
nelle vicinanze che percorre il tuo
NUMERO 3 | MAGGIO - GIUGNO 2015
COSTUME E SOCIETÀ
IL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA
stesso itinerario.
Non è proprio così, almeno ora. Io
l’ho usato diverse volte ed è arrivata
un’utilitaria (UberPop) che è partita da un punto abbastanza distante
per portarmi a destino, esattamente
come il servizio svolto dal radio taxi.
Tra l’altro pagando la tariffa di UberBlack e in questo purtroppo c’è ambiguità.
BlaBlaCar, per citare un altro sistema
telematico, basa invece la sua efficienza su due assunti: “Dimmi dove
vai” e “Dimmi quanto spazio hai”.
Da questo punto di vista la piattaforma potrebbe funzionare anche nei
percorsi urbani, dimostrando di essere nettamente migliore di UberPop.
Ma per poter raggiungere l’ottimo
tutti i cittadini dovrebbero poter conoscere questi dati e far combaciare
le loro richieste con le offerte di passaggio.
Se esiste concorrenza, invece, i dati
non potranno mai essere aggregati
se non da un soggetto super partes
che ha un fine superiore nei confronti
della collettività.
È molto semplice, tanto che non si riesce a capire come sia possibile che
un’azienda con disponibilità economica illimitata (o quasi) non abbia
queste funzionalità.
Quindi dov’è l’innovazione? Dov’è
l’ottimizzazione?
Inoltre, i dati di Uber sono accessibili
alle altre modalità di trasporto?
No, ovviamente. Loro non ci tengono
a condividere il loro database, perché mai dovrebbero farlo se sono i
paladini del libero mercato e della
competizione?
Queste domande le rivolgo a tutti coloro i quali, per partito preso e senza
alcuna competenza nel trasporto di
persone o merci, elogiano oltremodo
le caratteristiche di Uber.
Per creare un trasporto efficace ed efficiente bisogna saper trovare il giusto equilibrio tra logica di profitto e
logica di servizio, spostare la lancetta
da un lato o dall’altro significa creare
entropia sociologica nel primo caso
ed inefficienza nel secondo.
A questi stessi individui vorrei fare
un’altra domanda: se, ipoteticamente, qualcuno di voi avesse necessità
NUMERO 3 | MAGGIO - GIUGNO 2015
Uber promette di trovare
un driver nelle vicinanze
che percorre il tuo stesso itinerario.
Non è proprio così...
di un trasporto di merci del tipo panic (in gergo tecnico, è un trasporto
con resa immediata per evitare fermi
di produzione o mancate forniture)
e il vostro interlocutore vi chiedesse
un prezzo irragionevole, come reagireste?
Sicuramente gli direste che sta approfittando della situazione, che sta
attuando un atto di sciacallaggio.
Bene, sappiate che questo è il funzionamento dell’algoritmo “surge”
dell’app in questione, contestato dal
Tribunale di Milano nel caso della remunerazione degli autisti.
Continuando il paragone con l’autotrasporto di merci su strada, sia Uber sia
le borse noli telematiche usano la leva
tariffaria generando offerte al ribasso.
Mentre Uber lo fa nei confronti di una
pluralità di soggetti come i taxi e gli
NCC, le borse noli lo fanno solo all’interno della stessa categoria, quella
degli autotrasportatori.
La tariffa si dovrebbe abbassare andando a migliorare l’efficienza del
trasporto e non mettendo uno contro
l’altro i giocatori.
Alla fine, chi ci guadagna è solo chi
offre il servizio di mediazione, con
l’aggravante che Uber non rispetta
la normativa mentre le borse noli sì,
in quanto utilizzano professionisti in
regola con la normativa.
Chi scrive sa bene che la normativa
non è più al passo con i tempi ed è
d’accordo, in linea di principio, con le
osservazioni dell’Autorità di Regolamentazione dei Trasporti nella parte
in cui propone un diverso uso dei taxi e
degli NCC, integrandoli con il trasporto
pubblico locale e definendo il car pooling come servizio di cortesia attuato
da non professionisti che ricevono dai
passeggeri il solo contributo spese.
Quindi, attendiamo l’evoluzione di
questa vicenda, sono sicuro che avrà
risvolti interessanti.
GENTE IN MOVIMENTO
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COSTUME E SOCIETÀ
IL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA
La nuova era della
mobilità sostenibile
CHI-AMA Bus e
C’ENTRO, i servizi
di mobilità avanzata
della Provincia di
Reggio Calabria.
a cura di D. Catalfamo, G. Chilà e
M.R. Trecozzi
L
a Provincia di Reggio Calabria
è beneficiaria di un finanziamento POR Calabria FESR
2007-2013 per la realizzazione del Progetto Integrato di Sviluppo
Locale “Meglio Muoversi”.
Il progetto riguarda i Sistemi di Mobilità Intercomunale, finalizzati a
sostenere la domanda di mobilità a
scala intercomunale (studenti, lavoratori, etc.) all’interno delle aree territoriali conurbate e verso i Comuni
dove sono localizzati i principali servizi pubblici (scuole, ospedali, uffici,
ecc.), nell’ottica della mobilità sostenibile.
L’idea forza di Meglio Muoversi è avviare un processo di pianificazione,
di gestione integrata e monitoraggio
e di servizi di mobilità avanzata.
Tale processo è volto a modificare i
comportamenti di viaggio degli utenti, infittire le reti di connessione materiali ed immateriali, favorire l’integrazione tra differenti modalità di
trasporto, che sono azioni indispensabili per un sistema dei trasporti so-
40
GENTE IN MOVIMENTO
stenibile a livello sociale, economico
e ambientale.
Meglio Muoversi fornisce ai cittadini due nuove alternative modali e si
articola in due operazioni: CHI-AMA
Bus, che offre un servizio a chiamata nella forma di NCC (noleggio con
conducente) e “C’ENTRO con Car
Sharing & Car Pooling”, che offre un
servizio di car sharing e promuove il
car pooling.
Entrambe le operazioni realizzano servizi di trasporto flessibili nel
tempo e nello spazio, innovativi per
il contesto provinciale reggino e regionale, con una funzione complementare ed integrativa rispetto ai
trasporti pubblici esistenti.
I servizi erogati consentono di migliorare gli spostamenti verso poli ad
alta attrattività, quali le strutture sanitarie, i nodi di trasporto, le sedi di
studio e di lavoro, ma anche i poli di
interesse turistico.
La flotta CHI-AMA Bus è composta da
auto a 9 posti e autobus, concessi in
usufrutto ad operatori economici che
hanno aderito al progetto, attraverso
un accordo quadro, con la Provincia
di Reggio Calabria.
La flotta C’ENTRO è composta da
auto a gasolio ed elettriche che possono essere noleggiate in parcheggi
dedicati su tutto il territorio provinciale.
Una centrale di mobilità è preposta
all’organizzazione dei servizi.
È il motore di intelligenza umana e
artificiale del progetto, dovendo assolvere alla funzione di programmazione e gestione dei servizi, e di mediazione tra le richieste dell’utenza e
le esigenze operative.
Delle pensiline multimediali, installate sul territorio, fungono sia da punto
di raccolta, sia da sistema di comunicazione con la centrale operativa, essendo dotate di schermo touch screen con connessione internet.
Un’app, fruibile da tutti i dispositivi
devices, consente l’accesso al sito
web dedicato per la registrazione, le
prenotazioni e altre funzioni di informazione all’utenza.
NUMERO 3 | MAGGIO - GIUGNO 2015
IL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA
COSTUME E SOCIETÀ
È il tuo migliore amico,
perché abbandonarlo?
“
Chi non ha mai posseduto un
cane, non può sapere che cosa
significhi essere amato”, disse Schopenhauer. Purtroppo
non sempre l’uomo contraccambia
l’amore incondizionato del proprio
cane.
La stagione estiva comporta inesorabilmente il verificarsi di un fenomeno
tanto triste quanto, purtroppo, ricorrente.
Ogni estate in Italia vengono abbandonati oltre sessantamila animali da
coloro che, al momento di partire per
le vacanze, li vedono come un problema a cui rimediare con la soluzione più crudele: l’abbandono.
Secondo la Lega Nazionale per la DiNUMERO 3 | MAGGIO - GIUGNO 2015
fesa del Cane, un animale abbandonato è spaesato, si muove in modo
confuso ed insegue i passanti, in cerca di acqua, cibo e affetto.
Qualora si trovi un cane smarrito,
occorre avvicinarlo con cautela e pacatezza e contattare i Vigili Urbani.
Se l’animale è ferito, in ogni caso,
va contattato il Servizio Veterinario
dell’Asl di competenza territoriale,
che ha l’obbligo di prestare assistenza 24 ore su 24.
L’abbandono di animali è un reato contravvenzionale disciplinato
all’art. 727 del codice penale che punisce con l’arresto fino ad un anno o
con l’ammenda da 1.000 a 10.000 €
chiunque abbandoni animali dome-
Con l’estate aumentano
i casi di abbandono
di animali. Un gesto
duramente punito dalla
legge, oltre che dalla
morale comune.
a cura di Elisa Fea
GENTE IN MOVIMENTO
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COSTUME E SOCIETÀ
IL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA
La denuncia per abbandono
di animali può essere presentata
personalmente presso
qualsiasi ufficio di Polizia Giudiziaria.
stici o che abbiano acquisito abitudini alla cattività.
La denuncia per abbandono di animali può essere presentata personalmente presso qualsiasi ufficio di Polizia Giudiziaria, eventualmente con il
sostegno di Associazioni animaliste.
Ai fini dell’integrazione del reato di
abbandono di animali non è necessario il dolo, cioè la volontà del soggetto agente di infierire deliberatamente sull’animale, né che quest’ultimo
riporti una lesione all’integrità fisica,
potendo la sofferenza consistere in
soli patimenti e potendo l’elemento
psicologico del reato consistere in
una semplice negligenza che configuri, pertanto, la colpa.
Il reato contravvenzionale di abbandono di animali, nella versione modificata dalla legge 20 luglio 2004, n.
189, concorre con gli ulteriori reati
previsti dalle leggi speciali.
Si ricorda, poi, che il distinto reato di
maltrattamento di animali disciplinato all’art. 544-ter del codice penale
non configura una contravvenzione, bensì la figura di reato più grave
rappresentata dal delitto e prevede
la pena della reclusione da tre a diciotto mesi o della multa da 5.000 a
30.000 €.
Con una recente e significativa sen-
tenza, il Tribunale di Trento ha condannato i padroni di un pastore tedesco per il reato di abbandono di
animali per avere tenuto il cane in
stato di incuria.
Il pastore tedesco vittima della triste
vicenda che ha portato alla condanna dei suoi padroni-carnefici si era ripetutamente lamentato, abbaiando
ed ululando, a causa delle condizioni
in cui era costretto a vivere: relegato
su un terrazzino, spesso privo di acqua e cibo.
Il Tribunale di Trento ha, dunque,
sottolineato che la nozione di abbandono di cui all’art. 727 del codice penale postula una condotta ad ampio
raggio, che include anche la colpa
intesa come indifferenza, trascuratezza, disinteresse nei confronti
dell’animale.
FIRMIAMO.IT
Un’importante battaglia per i diritti degli animali ha l’obiettivo di porre finalmente fine al fenomeno dei canili lager. È
infatti aperta una petizione sul sito Firmiamo.it per chiedere controlli serrati e pene severe contro i responsabili dei canili
degli orrori: azioni necessarie che non possono essere rimandate ulteriormente e che sono state rese ancora più impellenti da diversi episodi di cronaca.
La richiesta che si legge nella petizione è tanto forte quanto veritiera: “Siamo stanchi di questi assassini, siamo stanchi
che questi crimini non vengano puniti con le giuste punizioni. La vita è vita, non importa se di uomo, di cane o di gatto, e
in quanto tale va rispettata e difesa: chiediamo che venga fatta giustizia subito e con punizioni severe, nessuno deve più
toccare un animale per fargli del male!”.
42
GENTE IN MOVIMENTO
NUMERO 3 | MAGGIO - GIUGNO 2015
IL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA
CONSUMATORE
I giovani sono vittime?
Le nuove generazioni
sono soggette
a questa “malattia”
chiamata consumismo?
a cura di Martina Peruffo
C
he cos’è il consumismo?
Noi giovani spesso non conosciamo il significato di
questa parola, eppure siamo classificati come sue vittime, quindi vediamo di scoprire di cosa siamo
“malati”.
Il termine consumismo è usato per descrivere gli effetti dell’identificazione
della felicità personale con l’acquisto,
il possesso ed il consumo continuo di
beni materiali, generalmente favorito
dall’eccessiva pubblicità.
Ora che conosciamo la sua definizione,
dovremmo porci un’altra domanda:
siamo davvero soggetti a questa “malattia”?
Sinceramente non credo. Sì, i giovani
di oggi stanno dietro alla moda, comprano i vestiti non solo in base alla loro
comodità o resistenza, ma soprattutto
in base alle star che li hanno indossati
e che li pubblicizzano.
Inoltre, tra di loro ritengono “fortunato” chi ha tante cose, chi viene accontentato dai suoi genitori in ogni sua
richiesta, chi, insomma, possiede più
degli altri.
Tuttavia, non si può generalizzare e
non si può identificare la nostra generazione come un gruppo di ragazzi
superficiali che passano le loro giornate al cellulare o nei negozi di abbigliamento: anche in questa generazione
ci sono ragazzi di sani principi, ragazzi
NUMERO 3 | MAGGIO - GIUGNO 2015
che non sognano di sfondare in tv sedendosi su un trono, ma che studiano
per assicurarsi un futuro basato sul lavoro e sulla famiglia, principi sui quali
poggia la nostra Costituzione.
Per quanto riguarda la parte di giovani vittime del consumismo, c’è da dire
che questa è continuamente influenzata e spronata dalla pubblicità, non solo
televisiva ma propria di qualsiasi mezzo di comunicazione, che invita i giovani a comprare ogni tipo di cosa, magari
promettendo loro miracoli ed effetti
straordinari e quasi mai ottenuti: così
questi ragazzi vestono tutti nello stesso modo, ascoltano tutti la stessa musica, frequentano tutti gli stessi locali
ed hanno tutti gli stessi interessi.
Colpa loro? Non sempre e non necessariamente. Perché in fondo diciamocelo: chi di noi può permettersi di
d’identificare la propria felicità con
l’acquisto e con il consumo?
Forse pochi lo possono fare, e quindi è
necessario andare più a fondo per analizzare il fenomeno consumistico tra
i giovani d’oggi: tutti sappiamo come
a volte alcuni ragazzi vengano emarginati perché non facenti parte del
“gregge”, ovvero perché non possiedono abiti all’ultima moda o non sono
aggiornati sugli ultimi avvenimenti
mondani o, peggio, perché si dedicano
troppo allo studio.
In questi casi, l’acquistare diventa un
modo per integrarsi, un modo per essere considerati una “pecora” come
tutte le altre, anche se in realtà è solo
l’inizio di una pseudo-malattia: non è
certo omologandosi a tutti gli altri che
si viene accettati e non è venendo accettati che si è migliori, perché non si è
stati accettati per come siamo ma per
cosa abbiamo acquistato.
D’altra parte, nell’epoca dei computer
e dei cellulari, in un periodo dove il terrorismo minaccia la stabilità della salute mondiale, tutti vorremmo avere delle certezze e tutti cerchiamo conferme
nella società, non importa che questa
ci voglia tutti uguali e quale sia il costo
di tale sicurezza.
Con questo non intendo certamente
giustificare il consumismo, ma neanche biasimare del tutto le sue vittime:
in un mondo dove la sicurezza è data
dall’essere tutti uguali, chi vorrebbe
fare l’originale e vivere nell’instabilità?
Sinceramente nessuno.
In conclusione, quindi, il consumismo
pervade la nostra società dal secondo dopoguerra e da tempo è dunque
espressione della classe borghese dominante: niente di nuovo influenza la
nostra generazione e coloro che considerano noi giovani un gruppo di superficiali non possono che ammettere
che non abbiamo creato il mondo in
cui viviamo ma, al massimo, possiamo
cercare di migliorarlo.
GENTE IN MOVIMENTO
43
SICUREZZA
IL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA
Rivoluzione eCall
Un numero unico
europeo per il
soccorso stradale,
un salvavita
in caso di incidente.
a cura di Silvia Gironi
R
ientra nel progetto UE finalizzato al miglioramento
progressivo della sicurezza
stradale in Europa, con l’intento di salvare 2.500 vite all’anno ed
un risparmio economico di 26 miliardi di Euro.
Le statistiche di proiezione dicono
che dal 2010 al 2014 il numero delle vittime nel vecchio continente è
diminuito del 18,2% (5.700 vittime
all’anno in meno, nel 2009 erano state più di 35.000).
Interpretando le statistiche, però, si
rileva che nel periodo tra il 2001 ed
il 2010 la mortalità per incidenti stradali si è sì dimezzata, ma nel 2014 il
tasso di diminuzione è stato solo del
1%.
In testa il Regno Unito e la Svezia, e
44
GENTE IN MOVIMENTO
dati confortanti anche per quando
riguarda l’Italia, la Grecia ed il Portogallo, seguiti da Danimarca, Spagna,
Croazia, Slovenia, Cipro, Repubblica
Ceca e Malta.
Male invece Bulgaria, Lituania, Romania e Lettonia.
Il 28 aprile il Parlamento europeo ha
approvato a larga maggioranza l’adozione del dispositivo “eCall”.
Entro il 31 marzo 2018 tutte le auto
ed i furgoni leggeri circolanti su tutto il territorio dell’Unione dovranno
esserne equipaggiati, tutte le auto
di nuova produzione ne saranno dotate.
Come funziona l’eCall?
Permetterà di effettuare chiamate di
emergenza in caso di sinistri in automatico al 112, numero unico europeo
per i soccorsi.
Attraverso il dispositivo saranno inviate le coordinate geografiche relative al veicolo incidentato, sarà
rilevato il tipo di veicolo così come il
numero di passeggeri a bordo dello
stesso ed il tipo di carburante presente.
I dati rilevati saranno visibili solo ai
mezzi di soccorso, ambulanze e vigili
del fuoco, e verranno in seguito cancellati.
Si ritiene che, con l’introduzione
dell’eCall, il numero dei decessi
causati da incidenti stradali possa diminuire di un altro 10%, grazie
alla prevista maggiore tempestività
nell’arrivo dei soccorsi, con tempi
che dovrebbero ridursi del 50% nelle
zone rurali e del 40% nelle zone urbane.
Entro tre anni il Parlamento europeo
deciderà se il provvedimento debba
essere esteso anche ai mezzi pesanti
(Tir, autobus e grandi furgoni).
Già nei prossimi mesi la Commissione dovrebbe mettere a punto un nuovo piano, ma sembra davvero piuttosto difficile che entro il 2020 si possa
ottenere un miglioramento pari al
31,8%.
NUMERO 3 | MAGGIO - GIUGNO 2015
MOTORI
IL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA
Auto elettriche,
la ricarica si fa speedy
Ad Aosta apre il più
grande Supercharger
Tesla d’Europa,
che ricarica mezzi
in meno di un’ora.
a cura di Anna Pellegrino
A
fine maggio Tesla Motors
Inc., l’azienda automobilistica specializzata in veicoli
elettrici, ha inaugurato il
quarto Supercharger italiano vicino
ad Aosta, presso l’Autoporto Pollein.
La “Tesla” nasce nel 2003 a San Carlos
in California e prende il nome dall’inventore Nikola Tesla, famoso nel
mondo per i suoi rivoluzionari studi
sull’elettromagnetismo.
La novità delle stazioni Tesla, denominate Supercharger, è la possibilità
di ricaricare le nuove macchine elettriche in pochi minuti invece che in
intere ore.
Questi distributori di energia sono
posizionati strategicamente lungo le
strade più frequentate e nelle città
più trafficate: uno dei motivi per cui
è stata scelta la zona vicino ad Aosta,
infatti, è per agevolare coloro che
provengono dalla Francia passando
dal tunnel del Monte Bianco e dalla
Svizzera attraverso il Gran San Bernardo.
Il sogno del fondatore della Tesla,
Elon Musk, di creare una rete di punti
di ricarica si sta avverando con 445
stazioni nel mondo, che attualmente
permettono di muoversi liberamente
NUMERO 3 | MAGGIO - GIUGNO 2015
in Europa, America del Nord e parte
dell’Asia.
Nelle stazioni Supercharger la versione economica della Tesla, denominata Model S con 380 km di autonomia,
è ricaricata al 100% in 75 minuti e
all’80% in 40.
Le batteria Tesla infatti sono studiate per essere caricate fino all’80%
al massimo della potenza, che solitamente permettere di raggiungere
la stazione successiva. Il nuovo super distributore della Valle d’Aosta,
quarto in Italia, potrà ricaricare fino
a quattordici auto contemporaneamente, divenendo così il Supercharger più grande di Europa.
È importante ricordare che la Regione Valle d’Aosta è da sempre in prima
linea nel sensibilizzare ed incentivare l’utilizzo di mezzi a basso impatto
ambientale: in particolare la Giunta
regionale, già nel 2011, ha approvato
alcune agevolazioni per la realizzazione di importanti iniziative volte ad
favorire cittadini e privati interessati
alla mobilità elettrica.
Nel 2014, ad esempio, la città di Aosta ha dato vita alla prima giornata
cittadina della mobilità elettrica,
evento dal duplice obiettivo: divul-
gare le novità sulle azioni intraprese
dall’amministrazione e favorire l’approccio ai mezzi elettrici.
L’amministrazione cittadina e regionale si è detta entusiasta della nuova
stazione Supercharger, che asseconda in toto la volontà della Valle d’Aosta di avere una posizione centrale
nella rete europea di distributori
elettrici che sta creando Tesla.
È stata quindi inaugurata a Pollein,
zona autoporto, la nuova stazione
che permetterà ai soli modelli Tesla
di ricaricarsi, senza doversi collegare
alla normale presa elettrica casalinga; per i “Model S” da 85 km/h l’accesso sarà libero, mentre per i modelli base da 60km/h l’accesso sarà
consentito tramite abbonamento.
Agli inizi di giugno è stata inaugurata
la quinta stazione Supercharger ad
Arezzo, con il commento entusiasta
della società su Twitter: “Aperto il
#Tesla #Supercharger di #Arezzo, il
quinto italiano. Il Sud è sempre più
vicino.”
Il progetto “Tesla” non si ferma qui:
nel 2015 pare che saranno attivate altre cinque stazione “Supercharger” a
Firenze, Roma, Genova, Trieste e nelle vicinanze del traforo del Brennero.
GENTE IN MOVIMENTO
45
MOTORI
IL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA
Auto sotto le stelle,
buona la prima!
A Torino chiude
con il botto la prima
edizione del Salone &
Gran Premio al Parco
Valentino, un evento che
riporta l’auto alla gente.
a cura della redazione
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GENTE IN MOVIMENTO
T
ra il capoluogo piemontese e
i motori è sempre stato amore a prima vista.
La città è da sempre riconoscente alla celebre casa automobilistica Fiat per il boom economico del
dopoguerra, ma in questi anni la città
si è emancipata, pur non dimenticando le proprie radici.
Una manifestazione che ha riunito
appassionati e non lo scorso 11-14
giugno è stato il Salone dell’auto
all’aperto, organizzato tra i viali del
famoso Parco del Valentino, lungo il
fiume Po.
Un evento dedicato alle quattro ruote che riporta l’auto alla gente, come
affermano gli organizzatori stessi,
un’esposizione di pezzi unici che è
culminata con il Gran Premio della
domenica, una parata che ha visto
protagoniste le automobili più rappresentative tra le case costruttrici,
un omaggio che il Parco Valentino ha
reso a Torino Capitale Europea dello
Sport 2015.
350 equipaggi hanno sfilato per la città, partendo dal parco del Valentino
fino a giungere al cortile della Reggia
di Venaria Reale: protagoniste le auto
da competizione del Motorsport, capitanate dalla leggendaria Lancia
D50, e le automobili di serie più belle
di sempre guidate da collezionisti e
da personaggi noti del mondo dello
spettacolo, del mondo dello sport e
NUMERO 3 | MAGGIO - GIUGNO 2015
IL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA
dell’imprenditoria.
Tanti pezzi unici a rappresentare la
bellezza del made in Italy: il meglio
del design Pinifarina, il tributo Pagani, Ferrari, Lamborghini e Maserati.
Passione e coinvolgimento sono stati il filo conduttore delle esposizioni
lungo i viali alberati di Torino: a dimostrazione del fatto che il Salone &
Gran Premio è uno degli eventi principali del 2015 nel campo dell’automotive, un parterre di brand di tutto
prestigio con Abarth, Alfa Romeo,
Audi, Bentley, Bmw, Ferrari, Fiat, Jaguar, Jeep, Kia, Lamborghini, Lancia,
Land Rover, Lexus, Lotus, Maserati,
McLaren, Mercedes, Porsche, Pagani, Subaru, Suzuki, Tesla, Toyota e
Volkswagen.
In particolare, tra le case automobilistiche che hanno esposto i loro
modelli lungo il percorso di Parco
Valentino citiamo: Audi R8 e RS6
Avant, BMW con quattro vetture della
gamma M, Bentley Continental GTC,
Ferrari 488 GTB e California T, Lamborghini Aventador LP 750-4 Superveloce e Huracan LP 610-4, McLaren
con l’anteprima nazionale 570 S, Porsche 911 GT3 RS e Cayman GT4, Suzuki Vitara, Tesla Model S P85D.
Una pedana speciale è stata riservata
alla vincitrice del prestigioso concorso Auto dell’Anno, quest’anno conquistato da Volkswagen Passat.
Da citare l’area riservata a Carrozzieri
e Centri Stile, con le più importanti
firme del design che dettano le re-
NUMERO 3 | MAGGIO - GIUGNO 2015
gole del car style mondiale. Centro
Stile Ferrari, Fioravanti, I.DE.A Institute, IED Torino, Italdesign Giugiaro,
Pininfarina, Spada, Studiotorino,
Torino Design e UP Design sono solo
alcuni nomi da menzionare, mentre
l’avanguardia in tema di sviluppo
ingegneristico è stata rappresentata
dal Politecnico di Torino e da B-Tron.
Due anteprime mondiali hanno scelto Parco Valentino per svelarsi al
mondo: Umberto Palermo ha presentato Mole, costruzione artigianale in serie modello 001 firmato UP
Design per la prima volta in moto in
occasione del Gran Premio.
Inoltre, una Super Sport con motore
a 12 cilindri, 800 cv e telaio in fibra di
MOTORI
carbonio è stata svelata da Roberto
Piatti di Torino Design.
Una formula vincente, confermata
dai grandi numeri: 300.000 spettatori
in totale, con oltre 200 testate nazionali e internazionali accreditate.
Andrea Levy, Presidente del Comitato Organizzatore Parco Valentino,
spiega, all’indomani dell’inaugurazione, i segreti di un successo preannunciato: “Si è rivelato vincente l’approccio all’esposizione, la medesima
per ciascun brand, che si trasforma in
un vantaggio per le Case, tenute solo
a far arrivare i modelli in pedana.
Ciò semplifica l’impegno, in termini
di budget e di tempi organizzativi.
Quanto illustriamo oggi è il frutto di
un intenso lavoro di squadra e colgo
l’occasione per ringraziare pubblicamente il Comitato d’Onore, in cui
sono confluite diverse personalità
ed imprenditori che hanno dato un
importante contributo allo sviluppo
dell’automotive e del Made in Italy”.
Entusiasmo espresso dallo stesso
Sindaco di Torino Piero Fassino nel
corso dei pubblici ringraziamenti al
Comitato Organizzatore: “Per me è
stato un momento molto importante, che ho condiviso con coloro che
han creduto e aderito con entusiasmo a questa iniziativa. Insieme ci
metteremo subito al lavoro per Parco
Valentino 2016”.
L’appuntamento è infatti per l’anno
prossimo con la seconda edizione
già, ovviamente, confermata.
GENTE IN MOVIMENTO
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MOTORI
IL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA
Porsche 911
Targa 4 tuning Techart
Cerchi personalizzati e
sistema di sollevamento
di 45 mm. Ecco
l’ottimizzazione della
Porsche 911 Targa 4
tuning Techart.
a cura di Silvia Gironi
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GENTE IN MOVIMENTO
S
iamo alla settima generazione e c’è aria di un grande
cambiamento.
Il reparto engineering di Techart si è messo al lavoro per mettere
a punto l’ottimizzazione della Posche
911 Targa 4.
Come?
Partendo dall’aerodinamica attraverso una rivisitazione di tutti i componenti (dallo spoiler al diffusore posteriore), e mettendo in gioco tutto il
bagaglio di competenze tecniche ed
esperienziali.
Si passa infatti al sistema di scarico
gas grazie all’introduzione di una valvola a controllo elettronico per consentire e, così facendo, si modifica
il sound tramite un pulsante posto
nell’abitacolo, e la successiva dispersione dei gas combusti tramite quattro terminali ovali posti due a sinistra
e due a destra.
Anche i cerchi vengono personalizzati: stiamo parlando di cerchi Formula
IV a cinque doppie razze da 20 e da
21” o ancora quelli modello forgiato
Formula III da 21”, entrambe le proposte realizzabili in vari colori.
Infine, il sistema di sollevamento di
45 mm dell’assale anteriore attivabile fino a 60 km/h, perfetto per affrontare rampe o dossi, e che evita il
pericoloso contatto spoiler-asfalto,
che può sortire effetti negativi sulla
carrozzeria dell’auto.
NUMERO 3 | MAGGIO - GIUGNO 2015
DESIGN
IL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA
L’arte del Feng Shui
Q
uando si parla di Feng Shui,
in apparenza tutti sanno di
cosa si tratta e, proprio a
causa di questa conoscenza
superficiale, alcuni credono sia un filone di arredamento d’interni, legato in
particolar modo alla salute dell’uomo
e alla sua prosperità economica.
Altri pensano sia piuttosto una corrente esoterica collegata a riti magici (dal
propiziatorio all’apotropaico) e per taluni, è uno stile architettonico.
Si tratta, invece, di un’antichissima disciplina cinese, vecchia di quattromila anni che, se conosciuta e applicata
bene, è in grado di suggerire come “vivere consapevolmente sulla Terra”.
Letteralmente Feng Shui significa
“vento” e “acqua”, e il suo scopo consiste nel cercare di riportare l’equilibrio
tra uomo e ambiente, sia all’interno sia
all’esterno della casa.
NUMERO 3 | MAGGIO - GIUGNO 2015
I principi basilari su cui si fonda sono
riassunti “nella quiete contrapposta
al movimento”, chiaro richiamo alla
fondamentale teoria degli opposti (Yin
e Yang), caposaldo di molte discipline
orientali nell’annosa conquista della
concordanza universale.
La peculiarità di questa disciplina
si esprime nell’applicarne i dettami
all’urbanistica, all’architettura e all’arredamento, mirando alla formazione
di spazi di benessere.
Nel Feng Shui lo studio delle relazioni
esistenti tra i luoghi e gli uomini fa sì
che ne scaturiscano consigli su base
esperienziale da adottare per le localizzazioni antropiche: il legame che
collega l’uomo all’ambiente è mosso
dallo stesso spirito vitruviano riguardante la sacralità della struttura edilizia, fatta anche di fenomeni mistici
e naturali oltre che di disegno, forma,
Una disciplina che
forma spazi di
benessere in grado di
suggerire come “vivere
consapevolmente
sulla Terra”.
a cura di Francesca Landriani
GENTE IN MOVIMENTO
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DESIGN
materiali, performance tecniche, collegati tra loro all’interno di un equilibrio
universale.
La conseguenza è costituita da una
consapevolezza progettuale composta
da indicazioni presenti da sempre nel
corretto costruire. Tra questi spiccano
la ricerca dell’esposizione migliore, il
corretto utilizzo/riutilizzo dei materiali,
la riflessiva dislocazione nell’ambiente
dei manufatti umani.
Ogni epoca e ogni territorio (dal Vitruvio all’Alberti, passando dal Feng Shui)
ha generato ordinamenti al proposito,
riportati in auge recentemente dalla
bioarchitettura.
Lo stretto legame esistente nel Feng
Shui tra l’uomo e la natura vira verso la
sostenibilità, vista la cospicua catena
di variabili esistenti alla base del processo realizzativo di ogni insediamento urbano.
Tra queste variabili si possono primariamente annoverare l’uomo, il territorio e le componenti climatiche.
Proprio il ritmo di precedenza e di
rapporto tra di loro costituisce lo strumento fondamentale per l’attuazione
del giusto equilibrio tra insediamenti
umani e natura.
Solo così si dà vita ad un’architettura intesa non come egemonia umana
sulla natura, ma piuttosto come una
forma riconoscibile di una compiuta
euritmia, sinergicamente celebrata.
È evidente a tutti come molta dell’architettura contemporanea subisca le
limitazioni dettate da vincoli e normative, che a volte la aiutano a seguire
strade degeneranti in perdita di innesto con il contesto a favore di un’aumentata produttività immediata e
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GENTE IN MOVIMENTO
IL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA
poco duratura.
Una buona e sana architettura nasce
dall’ampia visione di tutte le componenti presenti ed interagenti nel dibattito progettuale, senza limitare lo
sguardo ad un unico punto di vista,
compositivo o tecnologico che sia.
Far rientrare la conoscenza e la corretta applicazione del Feng Shui in questi
processi, significa contribuire a restituire all’architettura il suo legame con
l’ambiente ospitante.
Un aspetto fondamentale del Feng
Shui è quello che riguarda il concetto
di energia (in cinese Ch’i, energia vitale).
Certo, per noi occidentali è difficile
capire queste nozioni, però è possibile avvicinarsi ad esse cercando di
comprenderne i principi, semplificando e rendendo pragmatici i canali di
lettura, basando l’interpretazione sul
buon senso e sull’esperienza di secoli,
cogliendo l’obiettivo finale rappresentato dalla formulazione dei giusti consigli atti al miglioramento della qualità
di vita degli individui.
La lettura alternativa parte dall’individuare lucidamente l’insieme di sensazioni oggettive che proviamo quando
entriamo in un edificio.
Se l’impressione è negativa, la nostra
prima reazione sarà di scappare via,
ma se queste percezioni sono di benessere, comfort, energia positiva e
felicità la nostra risposta sarà quella di
soggiornare a lungo in tale spazio confinato.
Questo catalogo di intuizioni apparentemente possono sembrare scollegate
da qualsiasi ragione o regola evidente,
ma in realtà discendono da una “sa-
pienza progettuale” consapevole.
Di conseguenza, è possibile codificare
scientificamente queste scelte (con la
bioarchitettura) o intuitivamente (con
il Feng Shui).
Fino a non molto tempo fa, anche se in
modo altalenante, queste attenzioni
compositivo/costruttive sono sempre
state tenute nella giusta considerazione.
In molte aree dell’Estremo Oriente
(Singapore, Malaysia, Hong Kong,
Taiwan, Giappone) il ricorso ai consigli del Maestro di Feng Shui fa ancora
attualmente parte della quotidianità,
e lo si interpella prima di effettuare un
intervento urbanistico o la costruzione
di un edificio.
In Italia pare siano i milanesi i più affascinati da questa disciplina orientale,
tanto che una transazione immobiliare
su cinque segue i consigli dell’esperto di Feng Shui (indagine svolta dalla
Camera di Commercio del capoluogo
lombardo).
Volendo stare con i piedi ben piantati per terra, è comunque abbastanza
facile fugare l’alone di mistero che
ammanta alcuni dei consigli del Feng
Shui, grazie al “buon senso”.
Buttato il fumo, è interessante applicare l’interpretazione scientifica che
rimane.
Così si capisce il perché del consiglio
di non dormire sotto una finestra
aperta: un po’ per il Ch’i, ma molto di
più per l’esposizione ad umidità e correnti d’aria.
E s’intuisce il motivo del tener lontano
il Fuoco (il calore del forno) dall’Acqua
(frigorifero) all’interno di una cucina:
per ottenere una migliore efficienza
energetica dei due elettrodomestici.
La saggezza popolare, ad esempio,
faceva dire a mia nonna che “aria ‘d
filura, aria ‘d sepoltura”, nel senso
che l’aria dello spiffero portava al funerale.
Esattamente come indicato dai precetti del Feng Shui, che raccomandano di non soggiornare mai tra tre
aperture a causa del transito troppo
veloce del Ch’i (leggi corrente d’aria)
per non correre il rischio di contrarre
un semplice raffreddore o addirittura
una polmonite, pericolosa fino a pochi decenni fa.
NUMERO 3 | MAGGIO - GIUGNO 2015
VIAGGI
IL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA
Bali, oasi di pace
I
vulcani sornioni. I templi quieti di
pietra e paglia. Le pittoresche risaie. Le foreste silenziose. L’acquario in un mare. La sabbia dorata,
o sorprendentemente grigia. Gli aspri
pendii. Gli specchi d’acqua.
La gente che sorride, che prega. Gli dei
da allietare. I demoni da placare. Gli
eleganti sarong per strada. Gli sgargianti batik nelle botteghe.
È Bali, Indonesia. È l’isola degli dei,
una piccola oasi di pace, in cui perdersi a contemplare silenzi e suggestioni.
Per farlo, non ci si può certo fermare
alle attrazioni della costa. Perché la
vera anima di Bali non si avverte nella
caotica Denpasar, capoluogo dell’isola, sulle affollate spiagge intorno a
Kuta o nei resort di Nusa Dua. Si annida fra le montagne, sede degli dei
induisti-balinesi. Si irradia fra le campagne a partire da Ubud, centro della
vita culturale e artistica dell’isola.
È qui che sorgono villaggi in cui si dipinge, si intaglia, si forgia e si tesse. E
NUMERO 3 | MAGGIO - GIUGNO 2015
si coltiva il riso, alimento base della
cucina balinese. È qui che viviamo la
Bali più autentica, durante il nostro
viaggio alla scoperta dell’isola.
Fra piantagioni di caffè, tè e spezie,
sostiamo in un piccolo centro produttivo, dove sorseggiamo caffè al
ginseng, tè allo zenzero e alle radici di
limone e assaggiamo le tipiche pisang
goreng (banane impanate e fritte).
Sempre nei dintorni di Ubud, ammiriamo gli artisti all’opera in una bottega artigiana del batik, dove acquistiamo una delle coloratissime tele.
E poi ci intrufoliamo nel bel mezzo
dei preparativi di una festa al tempio
della Grotta dell’elefante, luogo sacro
risalente all’XI secolo. Osserviamo incuriositi gli uomini, che costruiscono
capanni provvisori in canne di bambù,
agili come gatti, e le donne, impegnate a comporre elaborati cestini in foglie di palma per le offerte di riso e fiori agli dei. È un affaccendarsi operoso
e lieto che coinvolge l’intera comunità
La bellezza mistica
dell’isola indonesiana
al di là delle spiagge.
Fra terrazze di riso,
templi scenografici
e tazze di caffè
al ginseng.
a cura di Francesca Vinai
GENTE IN MOVIMENTO
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VIAGGI
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del villaggio.
Immancabile il pranzo in un ristorantino tipico, dove gustiamo per poche
rupie ottimi lumpia (involtini fritti di
verdure e carne) e nasi goreng (riso
saltato con pollo e verdure), rinfrescandoci con una birra Bintang. Il tutto su una terrazza affacciata sul vulcano Agung e sulle risaie.
Le risaie di Bali. Un vero capolavoro
di architettura rurale, realizzato nei
secoli dai contadini, che ancora oggi
svolgono a mano il durissimo lavoro
di coltivazione e raccolta del riso. Le
floride terrazze d’acqua e riso sono
enormi gradini con argini in pietra e
argilla, che si inerpicano su per ripidi
pendii. È un tripudio di verde, in tutte
le gradazioni, accese e riflesse dai luccichii dell’acqua.
Accanto alle risaie, l’altro segno distintivo della bellezza sobria e intensa
di Bali sono i pura (templi), che sorgono a migliaia sull’isola. Nei villaggi,
nei cortili di ogni casa, sulle stradine
polverose, nelle foreste, abbarbicati
su speroni rocciosi a picco sul mare e
sulle sponde dei laghi.
Ogni tempio, luogo di preghiera e incontro per uomini e dei, è uno spazio
sacro a cielo aperto, cintato da mura
e sorvegliato all’ingresso da statue di
demoni, incaricati di tener lontani gli
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GENTE IN MOVIMENTO
spiriti maligni. All’interno si susseguono più cortili, contenenti padiglioni,
altari, reliquiari e meru, le celebri pagode in legno su basamenti di pietra
vulcanica, con più tetti sovrapposti in
paglia di riso, che si assottigliano verso l’alto.
Varcare la soglia di un tempio balinese - con sarong in vita a coprire le
gambe, tassativo anche per gli uomini
- è un’esperienza di autentica distensione. I rumori del mondo esterno si
spengono e si respira pace e armonia.
È ciò che avvertiamo nel Taman Ayun
di Mengwi, delimitato da fossati d’acqua in cui riposano ninfee e fiori di
loto. O nel Pura Dalem di Alas Kedaton, uno dei templi immersi nella penombra della foresta balinese e abitati da famiglie di (sfrontati) macachi.
Un’esperienza meno spirituale ce la
regala il celebre Tanah Lot, schiaffeggiato dalle onde del mare e affollato
da un’orda di turisti in trepida attesa
del tramonto, quando l’elegante profilo nero dei suoi meru ritaglia lo sfondo dorato del cielo.
Il tempio che più ci ha stregati? Il Pura
Besakih, il tempio madre. A circa 1000
metri di altitudine, è abbarbicato alle
pendici del vulcano Agung, montagna
sacra perché Olimpo degli dei balinesi.
Il Pura Besakih è un complesso di
templi nel tempio, posti su più livelli
a terrazza.
La scenografia è spettacolare. Una
carovana di donne, fasciate nei loro
kebaya (camicie leggere) e sarong
(panni avvolti intorno alla vita come
lunghe gonne) - percorrono in un continuo saliscendi la ripida scalinata
centrale del tempio, portando ceste
sul capo con le offerte agli dei. Il via
vai è incessante, il brulichio ordinato e
composto. Gli uomini cantano solennemente con il sacerdote, di bianco
vestiti, in uno degli spazi sacri adibiti
alla preghiera.
Nuvole leggere rotolano giù dalla vetta dell’Agung. Portano con sé una luce
eterea e, forse, il respiro degli dei.
NUMERO 3 | MAGGIO - GIUGNO 2015
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In rotta verso Santiago
Ricordi, pensieri e
incontri per costruire
una nuova prospettiva.
Un manager in viaggio
con la maglia numero 9.
a cura di Marco Monacelli
M
arco Monacelli ha 47
anni, è sposato con 3 figli. Nel giugno 2015 decide di percorrere 150
km a piedi nel Cammino Inglese del
cammino di Santiago.
9 giorni, 9 tappe, come il numero che
portava sulla schiena quando era il
centravanti delle giovanili della Juventus. 9 come il giorno in cui ha incontrato sua moglie, ha firmato il suo
primo contratto e nato uno dei suoi
figli. 9 come i pensieri raccolti di questo viaggio come in una poesia.
Torino, Barcellona, La Coruna, Ferrol, Pontedeume, Betanzos, Sigueiro,
Santiago de Compostela, Torino.
Lo stereotipo del top manager è
quello che scova dentro di sé il successo, che ha sviluppato leadership e
carisma per gestire i giorni passati a
negoziare, persuadere, delegare, motivare, controllare.
Il Cammino di Santiago è una sfida
meravigliosa da percorrere soli. Ti
distrugge e ti svuota. E poi ti ricostruisce. Ti prende tutte le energie e te le
restituisce moltiplicate per nove.
Un momento di riflessione sulla vita
e sulle azioni che hanno segnato
giorno per giorno la vita tra CEO e
CFO, riunioni, report, risultati, compromessi e privilegi.
Ricordi ed emozioni che, passo dopo
passo, si fondono e amplificano atNUMERO 3 | MAGGIO - GIUGNO 2015
traverso la fatica e gli incontri in strada.
Il tutto alla ricerca di una nuova sintesi, l’essenziale per provare a penetrare nel cuore e la verità delle cose.
Perché il Cammino fa scordare velocemente le ragioni per cui si è partiti,
ma è la strada che continua ad agire
su chi la sta percorrendo.
Sempre avanti con la maglia numero 9.
IL 9 LUNGO IL CAMMINO DI SANTIAGO
1. Il sole è caldo, fresca è la brezza, falchi si incrociano in volo nel blu, il
colore del cielo e delle libellule che sbattono le ali ome sbattono finestre
bianche in un salotto di poltrone rosse.
2. Mi offrono cibo dal Portogallo, io proseguo rapito da una SEAT 600 gialla.
3. Fragoline di bosco sono miele fresco e inaspettato.
4. Giochi e altalene si alternano a croci, acqua e al caleidoscopio di fiori.
5. Qui costruiscono giochi per bambini, vivono e credono nel futuro.
6. Notte d’estate, la prima a Santiago, ballano colorati i cuori, illusione,
differenza, Portogallo, Spagna e Italia sono una sola bandiera, energie positive e negative si vedono nella notte. Noi siamo dalla parte bella e giusta.
7. L’essenziale è visibile agli occhi. Mi stringe la mano il male ma perde
contro la mia forza sorridente. Non c’è proprio partita! “Amargo” non è il
liquore di cui ci dissetiamo noi, meglio Hierbas con la quale brindiamo ai
nuovi incontri, “mexla” di cammini differenti, il destino sceglie e crede, non
esistono incidenti. Chulo! Grazie Josè, Bruno, Antonio, Vanesa, Monica i
nostri sorrisi sono veri. “Seguro que non se olvida este camino!”.
8. Non importa se la strada è in salita o in discesa, se lungo la strada ci
sono boschi e frutteti, cani, gatti, mucche e maiali, fiumi che scorrono
mentre le barche riposano sulla sabbia. Gli stessi fiumi su cui passano cadaveri dei nemici o se, invece, ci sono amici da aiutare con cui brindare e
condividere verità. La sola che conta davvero.
9. Ho raggiunto un bel traguardo, l’ho fatto con il cuore pieno di chi è davvero sempre dentro di me e sempre al mio fianco. Grazie amore mio.
Buen camino!
GENTE IN MOVIMENTO
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SPORT
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And the winner is…
Le Finals NBA
hanno scritto il loro
capitolo conclusivo,
a trionfare sono i
Golden State Warriors.
a cura di Federico Rosa
È
calato il sipario sull’appuntamento conclusivo della
stagione NBA, le Finals che
hanno visto protagoniste la
vincitrice della costa Est, i Cleveland
Cavaliers capitanati da Lebron James
contro la squadra dominatrice dell’Ovest, i Golden State Warriors del fresco
MVP (Most Valuable Player) di stagione
Stephen Curry. La serie ha mantenuto
le promesse, regalando delle partite
combattute e decise spesso all’ultimo
tiro, purtroppo però lo spettacolo è
stato funestato dalla cattiva sorte.
I Cavaliers dovevano già rinunciare alla
star Kevin Love (infortunatosi ai quarti
di finale) e al centro titolare Anderson
Varejao, ma hanno anche perso il playmaker titolare (anche lui talentuoso all
star) prima della fine di gara 1.
Riviviamo in breve le emozioni della
finale.
Gara 1 è giocata in una bolgia. La Oracle Arena è elettrizzante, con i tifosi caldissimi sulle tribune a spingere i propri
beniamini. Cleveland non demorde ed
attaccata con un monumentale Lebron
James (autore di una prestazione da
44 punti, 8 rimbalzi e 6 assist), che resta in scia.
Non solo, avrebbe anche la possibilità
di vincerla con un tiro allo scadere di
Lebron stesso, che rimbalza sul ferro, e
anche il successivo tentativo di Shumpert balla sul ferro e manda la partita ai
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GENTE IN MOVIMENTO
supplementari. I Cavs, dalla rotazione
obbligata a 8 uomini, staccano la spina
e diventa decisiva la panchina di Golden State. Finisce 108 a 100 con tanti
rimpianti di Cleveland. Gara 2 è sempre giocata nella baia di San Francisco.
Cleveland deve gioco forza rinunciare a
Irving, riducendo ulteriormente la sua
rotazione a 7 elementi contati.
La serie pare finita ancor prima di cominciare. Se non fosse che Lebron James decide di caricarsi di peso la squadra e strappa un’incredibile vittoria al
supplementare con un’altra prestazione da applausi: saranno infatti 39 punti, 16 rimbalzi e 11 assist. Gara 3 e gara
4 si spostano in Ohio. La città, che da
54 anni sta aspettando una vittoria, ha
fame di sport. I posti sono andati volatilizzati in pochi minuti, l’arena è straripante. Media e tifosi sono convinti che
i Cavs si siano giocati il jolly, Golden
State è una squadra troppo superiore
per non riuscire a vincere.
E invece, sempre lui, Lebron James,
ben accompagnato dall’australiano
Dellavedova, strappa di forza Gara 3,
regalando il vantaggio alla sua franchigia. Attualmente, a parte qualche fiammata, gli splash brothers dei Warriors
stanno deludendo, mentre dall’altra
parte Lebron sta trascinando ad un insperato vantaggio nella serie. In Ohio
l’entusiasmo è palpabile, i tifosi ci credono, la stampa inizia a dubitare.
Solo che quando iniziano ad esserci
delle certezze, vengono subito smentite. Steve Kerr, ora allenatore dei Warriors ma in passato fido scudiero dei
Bulls di sua maestà Michael Jordan,
applica dei cambiamenti nelle rotazioni e, grazie finalmente ad un decisivo
apporto di Curry, riporta le Finals in
parità.
Due a due e si ritorna nella baia. I Cavs
sono usciti distrutti da queste gare.
Giocare a questa intensità con gli uomini contati prosciuga le energie e l’inerzia sembra essersi spostata di nuovo dalla parte dei guerrieri della baia.
Gara 5 e Gara 6 seguono un identico
copione.
Partite combattute, che tengono gli
spettatori attaccati allo schermo. Poi
nell’ultimo quarto Cleveland lascia il
passo alla fatica, l’acido lattico rende
meno lucide le giocate e i Warriors, che
invece possono contare sulla squadra
al completo, riescono a portarsi il vantaggio dalla loro e chiudere la serie 4-2.
Sono state finali entusiasmanti, nonostante gli infortuni che hanno condizionato le prestazioni, ma va reso
omaggio a Lebron James, protagonista indiscusso della serie e all’essere
squadra corale di Golden State. L’mvp
delle Finals, infatti, per la prima volta
nella storia dell’Nba va ad un giocatore
che è sempre partito dalla panchina:
Andre Igoudala.
NUMERO 3 | MAGGIO - GIUGNO 2015
IL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA
FOOD & WINE
Food, tra allarmismo e
coscienza alimentare
I
l terrorismo va di moda. Rassicuratevi, non stiamo parlando dell’IRA
irlandese, dei Baschi spagnoli o
del tanto temuto ISIS musulmano,
ma, anche se non è un terrorismo grondante sangue, misfatti e genocidi, non
per questo è un qualcosa di innocuo o
peggio di trascurabile. Anzi.
Parliamo un po’ di terrorismo alimentare, cioè di quel diffusissimo sport - che
batte come popolarità a mani basse il
calcio nazionale - che interessa molta
più gente, molte più persone comuni,
molte più vittime di quella sottile e
serpeggiante sorta di moderna guerra
fredda ideologica che vede come armi
usate i grassi, le proteine, il sale e tutti
gli altri piccoli e grandi incubi nutrizioNUMERO 3 | MAGGIO - GIUGNO 2015
nali aleggianti sulle nostre teste.
Mi scuso per la dicitura “gente comune”, che non mi piace, da un lato perché intrinsecamente poco rispettosa
verso coloro i quali ne vengono fatti
oggetto e, dall’altro, perché presuppone l’esistenza di una categoria di persone superiori, che, in campo alimentare,
non pare di vedere più di tanto, oggi
come oggi.
Eppure, l’ingrediente principale di questa grande minestra fatta di disinformazione, creduloneria bonaria, ansia
più che legittima per la propria salute,
freddo calcolo ed interessi mastodontici è proprio rappresentato dalla gente comune, da quelli che guardano la
TV mentre mangiano cena, da quelli
Una puntuale riflessione
sull’alimentazione.
Tra disinformazione
e bombardamenti
mediatici è il caso di
dirlo: attenti al lupo.
a cura di Ferruccio Marello
GENTE IN MOVIMENTO
55
FOOD & WINE
che vorrebbero dare ai propri figli cose
buone e non pericolose da mangiare,
ma soprattutto da coloro i quali ritengono di essere molto acculturati sulle
tematiche alimentari, ma non lo sono
più di tanto.
C’è un modo di dire tecnico, forse un
po’ esoterico, rappresentato dalla cosiddetta asimmetria informativa, vale
a dire quella particolare situazione per
cui non tutte le persone facenti parte di
un particolare gruppo hanno la possibilità di agire e prendere decisioni partendo dalle medesime informazioni di
base.
Un osservatore molto arguto dei fatti
della rete aveva tempo indietro paragonato Internet ad un rubinetto da cui
fuoriesce acqua a tre atmosfere per un
assetato nel deserto, individuando a
mio avviso molto bene il grandissimo
limite che ha un fenomeno epocale
come Internet e cioè la profusione d’informazioni sempre e dovunque disponibili.
Solo l’aggettivo “epocale” forse riesce
a definire l’impatto di Internet nella
nostra vita quotidiana, ma, se per certi
ambiti la dovizia quasi rovinosa delle
notizie che qualunque motore di ricerca può rovesciarci addosso su qualsivoglia argomento è un fatto stupendo,
perché può veramente aumentare la
cultura degli utenti, in altri settori questo non è un bene, ma anzi un male
molto grande e foriero di pericoli.
Purtroppo, la mancanza di controlli
sulle notizie diffuse rende frequentissima la dispersione di informazioni incomplete, superficiali, sentite dire da
chissà chi, mai filtrate da qualcuno che
abbia titolo per affossare le bugie, ma
56
GENTE IN MOVIMENTO
IL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA
comunque sempre confezionate nel
modo migliore per ottenere il risultato
finale desiderato, visibilità, visibilità e
ancora visibilità.
La smania di protagonismo affligge
molti guru dell’alimentazione di avanguardia, dai cuochi che affollano tutte le reti televisive maltrattando i loro
collaboratori e scaraventando le loro
creazioni nella spazzatura, ai saggi nutrizionisti che il lunedì magari additano
il sale come peggiore assassino del genere umano ed il martedì sono capaci
di elevarlo a prodotto salvavita.
Nel mezzo vi è una enorme massa di
personal trainer, portatori di filosofie
più o meno orientali, vegetariani e vegani che bollano di assassinio i mangiatori di carne o mangiatori di sola
carne, che sottolineano la strabiliante
varietà di fitofarmaci utilizzati per la
frutta e la verdura, dietisti, dietologi,
macrobiotici, nonché venditori di diete
miracolose capaci di far impallidire gli
sciroppi panacea universale dell’iconografia western.
Anche i social network ci mettono del
loro, poichè oggi come oggi un sito non
è “in” se non ha le icone per segnalare
che piace o che non piace, se non viene
viralizzato su YouTube o ritwittato su
Twitter, nell’immane sforzo di arrampicarsi sempre più in alto nella classifica
dei più piaciuti.
Gli antichi romani, quando volevano
capire il perché di un qualcosa, erano
soliti domandarsi “Cui prodest?”, ovvero “A chi giova?”. Se è vero che vi è una
vasta fetta di esperti o presunti tali che
vogliono conquistarsi un posticino al
sole e quindi spargono a piene mani
mezze notizie a volte vere a volte no,
in altri casi la paura alimentare ha una
finalità molto più sottile, inquietante e
determinata, laddove entrano in gioco
il denaro e gli interessi economici.
Dietro il mondo alimentare vi sono interessi politici, economici e lavorativi
molto grandi ed è giusto che sia così,
perché la presenza di questi tre volani ben distinti rappresenta un motore
complessivo di grande potenza per
tutto il comparto, anche solo partendo
dalla banale considerazione che il consumatore potrà rinunciare a qualunque cosa, ma al cibo no.
La pubblicità ed il marketing, che han-
no coniato il terrificante termine di
“consumatore”, hanno di fatto generato una categoria di cittadini che, come
dice il termine stesso, consumano e
quindi vengono ad assumere un’importanza vitale per le imprese proprio
perché consumano.
Se non lo fanno, intere filiere possono
subire dei contraccolpi molto dolorosi,
perdere mercati importanti, posti di
lavoro, opportunità di crescita, mentre se lo fanno, si entra nei periodi di
vacche grasse, gli introiti crescono sia
per la Sig.ra Maria che per la grande
multinazionale alimentare ed il futuro
è subito più roseo.
Il grande caos primordiale dell’informazione, in cui galleggia molto stentatamente il consumatore alimentare,
peggiora ancora di più quando la Grande Distribuzione, ormai diventata campo di battaglia di una guerra dei prezzi
all’ultimo sangue fra le varie catene,
inculca nella testa dei telespettatori
dell’ora di cena, con martellante assiduità, concetti basati su controsensi in
termini, come per esempio “Alta qualità e prezzo basso”, oppure distorsioni
logistiche, come per esempio “Prodotti a Km 0”.
Il povero consumatore, ormai giunto
alla frutta e non solo della sua cena,
guarda con occhio preoccupato magari l’ultimo scandalo alimentare riportato dall’efficiente inviata, e poi volge
un occhio ancora più preoccupato al
contenuto del suo piatto, non potendo
non domandarsi che diavolo di fregatura gli abbiano appena rifilato a sua
insaputa.
D’altra parte si sa, la legalità non alza
l’audience, la correttezza non impenna
lo share, l’onestà annoia, così disperatamente priva di intrighi, malefatte e
furberie.
Lo scandalo invece aiuta molto qualunque giornale o rete televisiva, il
male avvince, la scorrettezza paga, la
bontà dell’informazione è un optional,
laddove sono gli ascolti a farla da padrone e non certo un eventuale tentativo di aumentare la conoscenza alimentare o di rendere più consapevole chi
compera cibo per sé e la sua famiglia.
Cultura, conoscenza e consapevolezza
sono dei bei concetti, ma un po’ di vecchia e sana ignoranza non guasta.
NUMERO 3 | MAGGIO - GIUGNO 2015
FOOD & WINE
IL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA
Riso venere
alle verdure croccanti
Una ricetta estiva
suggerita da Gabriella
Tomasi, un piatto che
accontenta anche i
vegetariani.
a cura della redazione
INGREDIENTI PER 4 PERSONE
320 gr c.a. di riso nero venere
2 carote,
2 zucchine,
¼ di cavolo rosso, 3 rape,
1 porro di Cervere,
1 spicchio d’aglio,
6 foglioline di mentuccia romana,
6 foglie di salvia,
1 rametto di rosmarino,
curry q.b.,
olio extravergine di oliva.
COME SI PREPARA
Far bollire il riso in acqua salata e tagliare tutte le verdure alla julienne
In una pentola antiaderente versare un giro di olio extravergine, il rosmarino e lo
spicchio d’aglio intero e, seguendo l’ordine indicato, aggiungere le rape e rosolarle
un po’, il cavolo rosso, le carote, le zucchine, la salvia, il porro, aggiungere, se necessario, un mestolino di acqua per ammorbidire le verdure e, in ultimo, il curry.
Le verdure devono risultare cotte ma croccanti, a quel punto unire il riso nero e
mescolare aggiungendo la mentuccia fresca sminuzzata.
Servire tiepido oppure freddo.
Personalmente, non per i vegetariani, consiglio di servire il piatto con una grattatina di pecorino.
Buon appetito!
SAPORE DI MARE
Se vi trovate a Mondello (Palermo) vi consigliamo di fermarvi alla trattoria di mare “da Piero”, sita in Piazza Mondello
12, qui le pietanze hanno un sapore vero, non solo uno spettacolo per la vista, ma soprattutto piacere per il palato!
Polpo appena pescato da Vincenzo (padre di Piero), il famoso pescatore della borgata, cotto e preparato a vista
dall’ospitale Piero. Frutti di mare che “zampillano”, granchi e altro ancora, in base a quanto il mare ha permesso di
pescare, e si continua con sugo d’aragosta e pasta fatta in casa.
Sono solo alcuni tra i piatti proposti.
Noi ci siamo stati, e ci siamo sentiti
ospiti speciali tanto da fare amicizia
con gli altri clienti, come Giovanna
e Vincenzo, persone particolari che
con grande ospitalità ci hanno portati, per concludere la serata, a conoscere i luoghi migliori di Palermo.
NUMERO 3 | MAGGIO - GIUGNO 2015
GENTE IN MOVIMENTO
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BENESSERE E BELLEZZA
IL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA
Tintarella protetta,
let the sun shine!
Guida pratica
per prendere il
sole in sicurezza.
Perché prevenire è
meglio che curare.
a cura di Elisa Galvagno
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GENTE IN MOVIMENTO
L
’arrivo dei primi raggi solari è
visto da molti come l’abbandono dell’eterea carnagione
tipica del periodo estivo, un
“arrivederci” alla famosa tintarella di
luna.
Soprattutto nella cultura mediterranea - è fatto noto - l’abbronzatura
è sinonimo di colorito sano, spesso
senza considerare le ripercussioni
che il sole ha sulla nostra cute.
Da qui la messa in commercio di chimeriche creme con fattore di protezione solare (SPF) 6, oltre alla diffusa
convinzione che, dopo i primi giorni
di esposizione solare, non sia più necessario applicare la crema protettiva.
Nulla di più sbagliato, perché ci si
può abbronzare anche applicando
protezioni solari alte, ottenendo un
colorito duraturo nel tempo.
Le regole per una corretta esposizione solare sono elementari: evitare
completamente le ore centrali della giornata (dalle ore 11.00 alle ore
16.00), ricordando che l’ombrellone
non ripara al 100% dai raggi solari,
ed applicare una crema protettiva
ogni due ore, oltre che dopo essersi
bagnati.
Anche la scelta della giusta crema
solare è importante: innanzitutto, è
fondamentale scegliere un prodotto
che protegga sia dai raggi UVA che
UVB, perché i secondi proteggono
NUMERO 3 | MAGGIO - GIUGNO 2015
IL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA
dall’ustione solare, inducendo ad
un’apparente sensazione di protezione, ma non difendono la pelle dall’invecchiamento cutaneo.
Inoltre è importante che la crema sia
“fotostabile”, ovvero che il filtro al suo
interno abbia la capacità di agire in un
tempo prolungato.
L’efficacia della protezione può essere
minata da componenti esterni: profumi e colonie sono da evitare durante
l’esposizione solare perché fotosensibili, ma anche prodotti utilizzati “a
distanza” dal sole possono essere dannosi.
Se si utilizzano creme per il viso o per
il corpo che contengono acido glicolico
(utilizzato per trattamenti esfolianti), è
sconsigliato prendere il sole, in quanto
questo elemento è fotosensibilizzante.
Sebbene la protezione solare sia essenziale per tutti, è altresì vero che alcune carnagioni ne hanno più bisogno
di altre.
Per scegliere l’SPF adatto è necessario
conoscere il proprio fototipo, ossia la
tipologia della pelle determinata sulla
base della quantità e qualità della melanina, oltre che dalla carnagione, dal
colore dei capelli, etc.
Esistono 6 differenti classificazioni,
che spaziano dal fototipo 1 (persone
bionde o rosse con pelle chiarissima)
al fototipo 6 (persone con capelli scurissimi e pelle non particolarmente
sensibile).
NUMERO 3 | MAGGIO - GIUGNO 2015
BENESSERE E BELLEZZA
L’ABC DEI RAGGI SOLARI
La luce solare è composta da diverse radiazioni: la luce visibile, gli infrarossi e
gli ultravioletti. Quest’ultima radiazione si suddivide così:
UVA: sono la principale componente della radiazione ultravioletta e sono
presenti in maniera costante tutti i giorni dell’anno e per tutta la giornata, con
un lieve picco nei periodi estivi. Sono radiazioni potenti, che penetrano in profondità nelle pelle (causando l’abbronzatura) ma sono i responsabili dell’invecchiamento cutaneo, oltre ad incrementare il rischio di tumori alla pelle.
UVB: sono presenti principalmente nelle ore più calde della giornata e si limitano a colpire gli strati superficiali dell’epidermide. Nonostante siano meno
potenti dei raggi UVA, sono altrettanto insidiosi in quanto favoriscono le mutazioni nelle cellule che, oltre a provocare scottature ed eritemi, aumentano i
rischi di tumore alla pelle.
UVC. Meno famosi rispetto ai primi due, sono anche i meno pericolosi in
quanto filtrati dall’atmosfera. Negli ultimi anni, tuttavia, si ipotizza siano la
causa di irritazioni e congiuntivi a causa della rarefazione della fascia d’ozono.
Sono utilizzati nel campo della sterilizzazione per il loro potere battericida.
VERO O FALSO?
Il cielo è nuvolo, la protezione non serve! Falso.
La scottatura è dietro l’angolo in quanto le nuvole non filtrano i raggi UV, in
particolare quelli UVA.
Un SPF 15 protegge la metà rispetto ad un SPF 30? Falso.
I numeri in questo caso non sono da prendere alla lettera.
Un prodotto con SPF 15 fornisce protezione contro il 93% dei raggi UVB, mentre quella con un SPF 30 ne scherma il 97%.
GENTE IN MOVIMENTO
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BENESSERE E BELLEZZA
IL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA
Vincere lo stress
con lo yoga
Lo yoga ha il
potere di guarirci,
riconducendoci
al nostro stato di
equilibrio e armonia.
a cura di Aurelio Prisco
60
GENTE IN MOVIMENTO
L
o yoga e la meditazione sono
rimedi naturali contro lo stress,
ed è questo uno dei motivi per
cui, in tutto il mondo, sempre
più persone li praticano.
Lo yoga usa principi antichi, dagli efficaci effetti calmanti e rigeneranti. Ha il
potere di guarirci dall’interno del nostro essere.
Che cosa deve cambiare? Quando ci
sentiamo stressati tendiamo istintivamente a pensare: “Il mio attuale lavoro
deve cambiare. La famiglia deve cambiare”.
La disciplina dello yoga ha sempre detto: il mondo non sarà mai compiuto e
noi non potremmo mai controllarlo,
ma possiamo cambiare le “circostan-
ze” interiori mutando il modo in cui
reagiamo. Un modo pratico per cambiare interiormente è la consapevolezza che non esistono compartimenti
stagni nella propria vita: considerare
il corpo un mondo, la mente un altro,
e la mente un altro ancora è un grave
errore.
Lo Yoga, in particolare l’Ananda Yoga,
ci aiuta a rendere armoniosi tutti questi aspetti del nostro essere. Dobbiamo
includere, consapevolmente, tutti e tre
questi livelli nelle pratiche che ci vengono insegnate.
I benefici del vero Yoga non hanno fine:
ovunque ci troviamo nel nostro “viaggio yogico”, c’è sempre qualcosa in più
da scoprire.
NUMERO 3 | MAGGIO - GIUGNO 2015
MODA
IL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA
La moda si tinge di blu
Chi l’ha detto che
la moda è solo al
femminile? Pitti Uomo
detta i trend per l’uomo
contemporaneo.
a cura della redazione
T
endenze, lifestyle, colori e
tessuti innovativi.
Ancora un’edizione di grande
successo per Pitti Immagine
Uomo, il salone della moda maschile
conclusosi lo scorso 19 giugno: crescono del 5% i buyer e raggiungono
quota 20.000 presenze, a + 6,5% i
compratori esteri, con ottime performance su tutti i mercati europei.
Grande energia alla Fortezza da Basso, eventi speciali seguitissimi e apprezzati, e oltre 30.000 le presenze totali per un appuntamento in crescita e
sempre più worldwide.
I commenti dei partecipanti sono ancora una volta positivi, consolidando
la manifestazione come leader inter-
NUMERO 3 | MAGGIO - GIUGNO 2015
nazionale per la moda uomo.
“L’atmosfera tra gli stand è stata piena di energia - commenta l’AD di Pitti
Immagine Raffaello Napoleone - abbiamo visto collezioni ricche di creatività e costruite con attenzione al
mercato, e abbiamo raccolto giudizi
molto positivi sull’offerta delle varie
sezioni e sui nuovi progetti espositivi
lanciati a questa edizione”.
Lo stile e la tendenza non si fermano
solo ai vestiti.
L’estate di Pitti Uomo si è celebrata
anche nei modi di vivere e nei linguaggi grazie a “That’s Pitticolor!”.
Installazioni e giochi di luce hanno
accompagnato il salone fiorentino:
“È il tema-guida dei saloni di giugno
- sono le parole di Agostino Poletto, vicedirettore generale di Pitti Immagine
- e parlerà di colore e di colori, quelli
in cui siamo da sempre continuamente immersi, quelli che ci stanno attorno, che portiamo addosso, che sono
dentro di noi e davanti ai nostri occhi.
Il linguaggio del colore è anche uno
dei codici fondamentali della moda, e
porterà ancora una volta a un’energetica immersione in nuovi stili e modi
di vivere”.
In alto :
PH AKAstudio collective.
In basso:
PORTS indigitalitalia.com;
AKAstudio-collective
GENTE IN MOVIMENTO
61
FOTOGRAFIA
IL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA
Come fare di ogni scatto
una cartolina
Piccolo vademecum
per comporre
buone fotografie
con fotocamera o
smartphone.
a cura di Francesca Vinai
U
na vacanza di relax o un
viaggio avventuroso, una
giornata sulle spiagge di
casa nostra o un fine settimana in montagna. Ma anche una
situazione comica, un dettaglio per
strada, un piatto prelibato, un arcobaleno. Tutto diventa occasione per
immortalare istanti, luoghi, pose ed
emozioni.
È indubbio che avere una fotocamera
reflex - ossia un corpo macchina con
obiettivi intercambiabili - consenta
di scattare fotografie migliori da un
punto di vista tecnico e qualitativo,
sempre che sia utilizzata con piena
62
GENTE IN MOVIMENTO
consapevolezza (le foto in modalità
automatica, per capirci, le facciamo
bene tutti, o quasi).
Nulla vieta, però, di scattare belle foto
anche con strumenti meno sofisticati.
Non saranno probabilmente scatti da
mostra o da concorso, ma anche con
una fotocamera compatta o con uno
smartphone di ultima generazione si
possono realizzare istantanee da incorniciare.
Sembra impossibile? Non se si applicano alcuni stratagemmi per riempire al meglio lo spazio di ogni fotografia.
E non parliamo di tecnica fotografica,
ossia di quell’insieme di regole (di natura matematica) relative a tempi di
esposizione, apertura di diaframma,
sensibilità ISO, messa a fuoco, ecc.
Parliamo, invece, di semplici accorgimenti capaci di rendere più interessante ogni scatto fotografico. Si
tratta di consigli applicabili sempre,
indipendentemente dal dispositivo
che si utilizzi per fotografare. Sono le
basi della cosiddetta “composizione
fotografica”.
Per composizione fotografica intendiamo la somma di scelte che il fotografo prende al momento di scattare,
per rendere la scena inquadrata un
insieme organizzato e armonioso di
forme, proporzioni, colori e giochi di
luce. Scelte che derivano dalla sua
creatività, dal suo senso estetico e
dall’esperienza che ha acquisito.
I princìpi generali di composizione
fotografica possono essere di grande
aiuto per conferire ordine e carattere
ad ogni scatto, ma non devono considerarsi regole ferree. La fotografia
deve pur sempre restare una finestra
privilegiata sulla nostra personalissima visione del mondo.
Prendete allora le poche “regole” che
trovate qui di seguito come utili sugNUMERO 3 | MAGGIO - GIUGNO 2015
FOTOGRAFIA
IL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA
gerimenti e... date spazio alla vostra
creatività!
O
sserviamo. Prima di fotografare
dobbiamo imparare ad osservare. Non basta guardare e scattare:
dobbiamo esaminare la scena, valutare la direzione della luce, cogliere la
visione d’insieme e i singoli dettagli e
capire su cosa vogliamo puntare l’attenzione.
I
nquadriamo. L’inquadratura è fondamentale, perché delimita la porzione di spazio da far rientrare nella
fotografia. È l’atto decisivo con cui
escludiamo certi elementi dal campo
visivo e decidiamo come posizionare
quelli inquadrati, gli uni rispetto agli
altri. In questa fase dobbiamo far attenzione a tenere fuori dal campo
ogni eventuale elemento di disturbo.
D
efiniamo il taglio. Il taglio della fotografia che solitamente si
predilige è quello orizzontale; d’altra
parte è la forma dello schermo e del
mirino di ogni fotocamera a rendere
più comoda la composizione dell’immagine in orizzontale. Non dimentichiamoci, però, di variare, scegliendo
di tanto in tanto un taglio verticale per
le nostre fotografie.
Andiamo oltre l’abitudine che associa
il taglio orizzontale alle istantanee di
paesaggi e quello verticale ai ritratti di figure intere, non fermiamoci
all’“ovvio”. Ruotiamo la fotocamera e
facciamo scelte nuove, anche inconsuete.
trebbero non far risaltare il soggetto
principale. No all’inquadratura centrale: meglio collocare il soggetto lateralmente, vicino al margine sinistro
o destro del campo, per legarlo meglio al contesto in cui si trova.
forza.
S
cegliamo l’angolazione. Ogni
scena o soggetto può essere inquadrato da più angolazioni, ottenendo ogni volta risultati diversi. Proviamo, dunque, a cambiare angolo di
visione, non limitandoci alla classica
ripresa frontale. Spostiamoci lateralmente, abbassiamoci con la fotocamera e alziamola sopra la nostra
testa. E di volta in volta scatteremo
fotografie con prospettive e proporzioni differenti tra gli elementi della
composizione.
fruttiamo le linee guida. Per indirizzare lo sguardo dell’osservatore
su un dettaglio della scena inquadrata, è molto utile sfruttare le linee guida, ossia quelle linee rettilinee o curve
create naturalmente da strade, fiumi,
alberi, recinzioni, ringhiere, braccia,
ecc.
Una delle linee guida più utilizzate è
l’orizzonte, che divide la fotografia in
due parti, terra e cielo. Se vogliamo
dare risalto al panorama terrestre,
teniamo alta la linea dell’orizzonte,
mentre se vogliamo valorizzare il cielo, teniamola bassa. L’importante è
riprodurla perfettamente allineata
in orizzontale, per evitare sgradevoli
pendenze.
A
P
S
pplichiamo la regola dei terzi.
Osservando la scena dal mirino
o dallo schermo di una fotocamera o
di uno smartphone, dividiamo idealmente l’immagine in nove parti uguali
con due linee orizzontali e due verticali. Posizioniamo gli elementi della
scena di maggiore interesse nei punti
di intersezione delle linee divisorie veri e propri punti di forza della composizione - o sulle linee stesse.
Nell’immagine di esempio sottostante, vediamo che il faro, la linea dell’orizzonte e il sole sono collocati in corrispondenza delle linee o dei punti di
ercepiamo le simmetrie. Quando
osserviamo la scena da fotografare, facciamo attenzione alle eventuali
simmetrie presenti ed esaltiamole.
Se, ad esempio, abbiamo di fronte un
lago di montagna in una giornata di
sole, poniamo al centro dell’inquadratura la linea dell’orizzonte, per
valorizzare al meglio la simmetria fra
terra e cielo creata dalla superficie riflettente del lago.
Un esempio di fotografia in cui
è applicata correttamente la regola dei terzi.
P
osizioniamo il soggetto. Per scattare una buona fotografia occorre definire il rapporto fra soggetto e
sfondo.
Se siamo alle prese con un ritratto,
ossia vogliamo che il soggetto abbia
un ruolo centrale, avviciniamoci a lui
per riprenderlo più da vicino. In tal
modo non lasceremo inutili spazi vuoti all’interno della fotografia, come
una striscia di cielo o di suolo eccessivamente alta (ma ricordiamoci di non
“tagliare” le gambe, in caso di ritratto
a figura intera).
Altri accorgimenti? No agli sfondi
troppo colmi di particolari, che poNUMERO 3 | MAGGIO - GIUGNO 2015
GENTE IN MOVIMENTO
63
eventi e spettacoli
IL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA
Citytech raccoglie
idee sulla mobilità
Il rilancio del
TPL e i modelli di
liberalizzazione
sono tra i temi
più gettonati del
Citytech-BUStech 2015.
a cura della redazione
64
GENTE IN MOVIMENTO
R
itorna a Roma il 17 e 18 settembre il Citytech, il contenitore d’idee sulla mobilità
nuova - promosso da Roma
Servizi per la Mobilità e dal Ministero
dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare - che, nella suggestiva
cornice dello Spazio Factory presso la
Pelanda e Città dell’Altra Economia,
convoca Istituzioni, produttori di tecnologie, aziende di trasporto, operatori del settore e appassionati di sostenibilità.
Un format consolidato che, alla sua
terza edizione, si conferma essenziale
per tutte le aziende che vogliono lanciare le novità del settore: promozione
del brand, visibilità per prodotti e servizi innovativi, speaking opportunity,
occasione di networking con i protagonisti del trasporto e della gestione
urbana. Citytech cerca le risposte più
efficaci, sicure e sostenibili su tutti i
temi caldi dell’attualità: intermodalità
ed interconnessione, Sharing Mobility e App che rivoluzionano il modo
di muoverci, logistica e infomobilità,
parcheggi, ciclabilità, mobilità elettrica e giovani, innovazione tecnologica
e mobilità. Due giorni di dibattiti, in-
contri con i protagonisti e confronti a
tutto tondo per un settore che produce PIL, crea lavoro, fa risparmiare CO2
e migliora la qualità della vita in città.
Il tutto per far emergere un piano di
sviluppo pluriennale, condiviso tra gli
attori della politica, dell’economia e
della società.
In contemporanea, un focus sul Trasporto Pubblico Locale con BUStech,
che rimette al centro la tecnologia del
trasporto e il suo principale protagonista: l’autobus.
L’importanza di questa manifestazione
assume connotati ancora più importanti se si considerano alcuni dati statistici.
Sfumato il piano decennale per il rinnovo del parco mezzi, l’Italia resta infatti il Paese con gli autobus circolanti
più vecchi d’Europa e il turnover più
lento.
Nel 2014 sono stati venduti 1.500 autobus, meno di un terzo di quelli necessari. Ad una domanda crescente di
trasporto non corrispondono quindi
politiche d’investimento adeguate e
le gare uniche regionali per il servizio
sono l’unica ricetta per il 2015.
Ora risulta necessario tratteggiare le
priorità: ricerca e tecnologia sono le
soluzioni, perché il Trasporto Pubblico
rimane un fattore chiave ed una risorsa
irrinunciabile per l’attività economica
e sociale del Paese.
Non è solo una questione di risorse
pubbliche da destinare al settore del
TPL, occorre anche ristrutturare le reti,
integrando meglio i servizi di gomma
con quelli su ferro.
Qui entra in gioco BUStech, che sarà
una vetrina di eccellenze tecnologiche
disponibili sul mercato, con i costruttori, le aziende della filiera, i convegni, i
test su strada e le istituzioni.
Save the date: 17 e 18 settembre tutti
a Roma a discutere della mobilità del
futuro.
NUMERO 3 | MAGGIO - GIUGNO 2015
eventi e spettacoli
IL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA
Collisioni, al via il
festival agri-rock
Nella splendida cornice
delle langhe piemontesi
va in scena il festival
internazionale agri-rock
più atteso dell’anno.
a cura della redazione
È
tutto pronto per il festival
della letteratura e della musica Collisioni 2015, che si
svolgerà dal 17 al 21 luglio
a Barolo, nel magnifico paesaggio
delle Langhe piemontesi, patrimonio
UNESCO.
Un palcoscenico naturale pronto ad
ospitare nelle sue piazze musica, incontri, dialoghi con premi Nobel e
star della musica italiana e internazionale.
Il programma della kermesse è di tutto rilievo, ogni giorno sono previsti
concerti ed esibizioni per un pubblico da grandi occasioni, dalla presenza Mick Hucknall, leader dei Simply
Red allo show di Sting, passando
per Paolo Nutini, Fedez, J-Ax e Mark
Knopfler.
Tra gli ospiti attesi Alessandro Baricco, Vinicio Capossela, Cesare Cremonini (che ritirerà il Premio Giovani di
Collisioni), Eugenio Finardi ed il Premio Nobel Wole Soyinka.
Non solo musica per Collisioni, che
onora la terra che lo ospita per le sue
tradizioni vitivinicole.
Nasce infatti Wine-cult, un nuovo
NUMERO 3 | MAGGIO - GIUGNO 2015
progetto dedicato al vino e all’enogastronomia piemontese, a cura di
Ian D’Agata, autorevole firma di Decanter e Vinous, direttore scientifico
di Vinitaly International Academy e
direttore Wine and Food di Collisioni.
Il programma è molto ricco e prevede
degustazioni guidate, in cui il pubblico del festival potrà assaggiare durante i giorni di Collisioni le migliori
annate dei più grandi Barolo, Barbera e altri grandi vini del Piemonte.
“Nel giro di pochi anni Collisioni, portando letteratura e musica nel cuore
delle Langhe, è diventata un punto di
riferimento fra le manifestazioni italiane ed europee”.
Sono le parole dell’assessore alla
Cultura e al Turismo della Regione
Piemonte Antonella Parigi, nell’esprimere la grandezza di questa manifestazione, che prosegue: “Sono rassegne come questa, capaci di lavorare
con il territorio e di promuoverlo, l’esempio del percorso da compiere per
una promozione al contempo culturale, enogastronomica e turistica: il
compito della Regione Piemonte sta
proprio nell’agevolare e stimolare
sempre più progettualità di questo
genere.”
Non resta che lasciarsi coinvolgere
dai suoni e dalla convivialità che il
festival offre, attualmente considerato il più importante del Piemonte e,
a detta di gran parte della critica, il
miglior festival in Italia.
Foto credits:
Luca Capoccia e Bruno Murialdo
GENTE IN MOVIMENTO
65
eventi e spettacoli
IL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA
Expo 2015,
i padiglioni sul podio
L’esposizione
universale incanta
migliaia di turisti, che
ogni giorno visitano
il sito espositivo.
a cura della redazione
MOVE.APP EXPO 2015
È in fase di preparazione la nuova
edizione del Move.App Expo 2015,
l’evento internazionale dedicato
alla mobilità e ai trasporti che si
svolgerà dal 10 al 15 ottobre.
Tra i tanti convegni ed occasioni
d’incontro, ritorna la tavola rotonda sul trasporto intermodale e
la logistica, organizzato dall’associazione Assotrasporti e dal CIRT
Centro Ricerche Studi dell’Università di Genova.
Durante le scorse edizioni hanno
partecipato illustri personalità del
settore. Pertanto, anche quest’anno esperti ed esponenti politici
sono invitati a partecipare attivamente alla manifestazione, anche
inviando proposte ed argomenti
da trattare durante il workshop
direttamente
all’associazione
([email protected]).
66
GENTE IN MOVIMENTO
I
l sito espositivo milanese è invaso quotidianamente da ondate
di visitatori, curiosi di scoprire
tutti i padiglioni e le attrattività
di Expo 2015.
Nonostante l’esposizione si protragga ancora per diversi mesi, è già tempo di bilanci. Quali sono i padiglioni
più visitati? Scopriamolo insieme.
Che la lontana terra nipponica sia “la
nuova America” nei sogni di molti è
oramai fatto noto.
Pertanto, non stupisce che il 17.000
pezzi di legno che compongono il
padiglione giapponese siano tra i più
visitati, complice anche l’amore e curiosità per la loro cucina.
Kitagawara, l’architetto che ha progettato il padiglione, ha infatti sviluppato il progetto seguendo il tema
di “Diversità armoniosa”, coniugando
l’esperienza e la tecnica del cibo e
della cultura alimentare del Giappone.
Ad attirare una media di 15mila visitatori al giorno è la rete all’entrata
del padiglione brasiliano.
Un’enorme struttura flessibile che
accompagna il passaggio delle persone, facendole interagire con l’ambiente circostante con elementi sensoriali, tra cui il suono della foresta
amazzonica in sottofondo.
La maestosità è la prima caratteristica che salta alla mente quando
si pensa al padiglione degli Emirati
Arabi.
Una serie di mura ondulate alte 12
metri e lunghe 140 che ricordano un
canyon che incanta i visitatori.
E l’Italia? Sebbene l’ampio spazio
riservato con il Palazzo Italia e ben
quattro punti espositivi lungo il Cardo, l’attrattività del padiglione è stata superata in termini di visite dalla
Cina.
I primi quindici giorni dalla cerimonia di apertura il China Pavillon ha
ricevuto più visite di Palazzo Italia:
oltre 150.000 visitatori allo stand cinese contro le 90.000 visite per il padiglione nostrano.
NUMERO 3 | MAGGIO - GIUGNO 2015
ENT
FEATURED EV
ILES.EU
CTEDAUTOMOB
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2015 WORLD EDITION
AVL
AVM
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SAFETY
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SMART MOBILITY
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SMART CITY
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SHARING
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Networking
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RFID
E-MOBILITY
EVENTI E SPETTACOLI
IL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA
A Monza
la mobilità è smart
Sbarca a Monza
la più grande
manifestazione europea
sulla smart mobility.
a cura della redazione
I
l tempio indiscusso dell’automobile, l’Autodromo di Monza,
ospiterà l’edizione 2015 di Smart
Mobility World, la più grande
manifestazione europea dedicata ai
temi della mobilità smart collettiva
ed individuale, dai veicoli intelligenti,
sicuri e sostenibili alle infrastrutture
che rendono il traffico e il parcheggio
sempre più fluido e accessibile. La
tre giorni di appuntamenti sbarca a
Monza grazie ad un accordo di partnership tra gli organizzatori, ClickUtility Team e Innovability, e l’Autodromo, che con questa iniziativa rilancia
il suo ruolo di punto di riferimento
per l’innovazione a tutto tondo nella
mobilità.
Smart Mobility World si svolgerà dal
28 al 30 ottobre, idealmente chiudendo i sei mesi di Expo, articolando-
68
GENTE IN MOVIMENTO
si su conferenze internazionali, convegni, aree espositive, opportunità
di incontri tra imprese e una zona
experience che consentirà di provare
sulla pista dell’autodromo e ai box i
veicoli intelligenti, sicuri e sostenibili
già disponibili sul mercato e ancora
in fase di ricerca.
Partendo da una storia più che decennale di eventi sulla smart mobility, la manifestazione ha l’ambizione
di coprire in un unico appuntamento
tutte le tematiche che fanno la nuova mobilità collettiva e individuale,
urbana e a medio e lungo raggio, privata, pubblica e in sharing.
Smart Mobility World ospiterà infatti
la seconda edizione della conferenza
internazionale “Connected Automobiles”, dedicata ai nuovi veicoli connessi, convegni sulla sicurezza attiva
e passiva dei veicoli e delle infrastrutture, sulle nuove motorizzazioni e sui
carburanti alternativi, con particolare attenzione all’elettrico, al gas naturale e al biometano, fino alla nuova
frontiera dell’idrogeno.
Si parlerà poi di sistemi di informazione e intrattenimento a bordo veicolo, di sicurezza dei veicoli e delle
infrastrutture di fronte ad attacchi
informatici, di parcheggi smart e di
sistemi di gestione del traffico, fino
ad uno speciale focus sui pagamenti in mobilità e per la mobilità, che
porteranno a costruire la cashless
city, componente fondamentale della
smart city.
La scorsa edizione, tenutasi al Lingotto di Torino, ha avuto 3.500 visitatori e
oltre 150 aziende e partner sostenitori.
L’arrivo della manifestazione è occasione per l’Autodromo del rilancio di
un orientamento intrapreso da qualche anno e che, da ora in poi, costituirà un tratto costante delle sue attività,
che si baseranno sui due pilastri complementari dello sport e della collaborazione con le imprese e gli enti di
ricerca.
Maggiori informazioni su Smart Mobility World e sulle modalità di sostegno
e partecipazione sono disponibili su
www.smartmobilityworld.net.
NUMERO 3 | MAGGIO - GIUGNO 2015
IL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA
Cinema e libri
Libri sotto l’ombrellone
GLENN COOPER
Sotto l’ombrellone,
“La
porta
delle
tenebre”.
Dopo il successo di “Dannati”,
Cooper propone il secondo capitolo
della trilogia. John ed Emily sono
costretti a tornare nell’inferno per
salvare delle persone. Un romanzo
adrenalinico con elementi storici
rivisitati.
cosa può rilassare
E. L. JAMES
“Grey”. Non paga di essersi arricchita
sull’onda dell’ormone libero con una
trilogia, la scrittrice di 50 Sfumature
riporta sulle pagine il personaggio di
Christian Grey.
Un prequel della vita ante sfumature narrata dal protagonista più chicchierato degli ultimi tempi.
la mente più di un
bel libro? Ecco una
selezione delle novità
per tutti i gusti.
a cura di Federico Rosa
RUTH WARE
“L’invito”. Romanzo di debutto per la
giovane scrittrice inglese. Un thriller
adrenalinico che ha per protagonista
una giovane scrittrice. In un movimentato addio al celibato, qualcuno cerca
di incastrarla per un omicidio.
Uno dei thriller più coinvolgenti
dell’anno.
HARRY POTTER, A VOLTE RITORNANO
Milioni di fans in tutto il mondo rimpiangono ancora oggi la fine di una delle saghe più famose al mondo.
Dopo l’addio dell’ultimo “Harry Potter e i Doni della Morte”, torna a sorpresa il mago che ha fatto incantare intere generazioni con le sue magie ed avventure. Dimentichiamo tuttavia la carta stampata ed il cinema, perché la nuova storia
sarà a teatro. Ad annunciarlo è la stessa J.K Rowling, sul
suo account Twitter.
I dettagli non sono ancora stati rivelati, ma sarà un inedito
dal titolo “Harry Potter and the Cursed Child” e non sarà
un prequel.
Perché la scelta dell’opera teatrale? A rispondere è la creatrice stessa di Harry Potter: “Quando gli spettatori vedranno la rappresentazione concorderanno che il teatro è il
mezzo più appropriato per realizzarla”.
Gli appassionati possono già prenotare un volo per Londra,
l’appuntamento è per l’estate 2016.
NUMERO 3 | MAGGIO - GIUGNO 2015
GENTE IN MOVIMENTO
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COMICS & GAMES
IL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA
Batman, Arkham Knight
Il ritorno del cavaliere
oscuro tra le strade di
Gotham City. Salite a
bordo della Batmobile
ed iniziate l’avventura.
a cura di Federico Rosa
D
alle botti piccole esce il vino
buono? Parrebbe di si, dato
che il minuscolo studio londinese Rocksteady è riuscito
dove tutti gli altri produttori avevano
fallito: creare una versione videoludica
che desse il giusto merito al personaggio di Batman. Arkham Knight è il terzo
e conclusivo capitolo della trilogia di
Arkham.
I primi hanno scalato le classifiche di
vendita, ed è facile intuire che anche
questo sarà un successo.
Nell’anteprima per la stampa sono
state mostrate le novità nel gameplay,
piccoli scorci nella storia e le novità
grafiche.
La prima, e più corposa novità, è dedicata al mezzo di trasporto: finalmente
non saremo obbligati a svolazzare con
la tuta o camminare per le (pericolose)
strade di Gotham, ma saremo liberi di
esplorare i suoi vicoli bui (resi ancora
più estesi e percorribili) a bordo della
Batmobile!
Un design esclusivo, che unisce la versione elegante di Burton con il carro
armato di Nolan.
Cattiva, veloce e attrezzata con tutte le
ultimi armi disponibili, non sarà solo
un mezzo di trasporto ma la si potrà telecomandare a distanza oppure usarla
come trampolino di lancio tramite il
sedile per planare sui nemici, oppure
la si potrà utilizzare come ariete per
abbattere elementi architettonici di
intralcio o ancora per caricare dei per-
PLANETES DI MAKOTO YUKIMURA
sonaggi nei posti di carico nel retro, per
speciali missioni. A questo va aggiunta
una migliorata intelligenza artificiale, i nemici sono più organizzati e non
aspettano comodamente il loro turno
come nei precedenti capitoli.
Unite a nuove mosse e animazioni, i
combattimenti sono ancora più realistici e adrenalinici.
Ma tutte queste migliorie non otterrebbero lo stesso effetto se non fosse per
la grafica. Finalmente di alto livello,
sfrutta appieno la potenza delle console next gen, alta qualità di texture e
scene fluide.
Non vi basta?
Alla Rocksteady non hanno voluto badare ai complimenti e quindi, oltre ai
soliti sgherri, ci saranno da affrontare
Two Face, il Pinguino, Harley Quinn e lo
Spaventapasseri.
In sintesi un gioco adrenalinico, accompagnato da una storia che conclude in maniera degna una trilogia che
ha sempre saputo innalzarsi, senza
crogiolarsi sugli allori dei successi già
raggiunti.
Per tutti gli amanti del cavaliere oscuro, un must have d’ordinanza! Per chi
non ha mai giocato ad uno dei giochi
precedenti, nessun problema, la storia
vive di vita propria e l’esperienza di gioco non viene rovinata.
Sarà il gioco del 2015? È presto per dirlo, ma adesso scusate, devo andare a
spostare la Batmobile, l’ho lasciata in
doppia fila.
a cura di Roberto Giordanengo
In questi ultimi anni in cui la corsa allo spazio ha preso nuova vita, con la sonda New Horizons che scatta le prime foto
ravvicinate di Plutone e con l’orgoglio di un’astronauta italiana, quali letture migliori delle opere di fantascienza?
Planetes è ambientato nel 2075, dove l’umanità ha ormai iniziato la colonizzazione dello spazio. Qui, i nostri protagonisti
lavorano come spazzini spaziali: devono infatti ripulire le orbite dei pianeti da tutta quella serie di detriti che potrebbero
causare disastri enormi nel caso di contatto contro navicelle e basi spaziali. La colonizzazione dello spazio è difficoltosa e
i nostri eroi si troveranno spesso nel mezzo di problemi come attacchi terroristici per protesta all’espansione nello spazio,
incidenti e problemi di ogni tipo. Il vivere nello spazio viene usato come espediente narrativo per affrontare i problemi dei
personaggi principali, esseri umani che, come noi, riflettono sulle proprie esistenze. Disegni bellissimi, con molte pagine a
colori, situazioni basate su presupposti scientifici veri aiuteranno il lettore a riflettere sulle stesse tematiche, emozionarsi
e vivere una bellissima esperienza spaziale grazie ai tre volumi dell’opera edita da Planet Manga.
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GENTE IN MOVIMENTO
NUMERO 3 | MAGGIO - GIUGNO 2015
Musica
IL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA
Alta fedeltà, cd da ascoltare
MUSE
Le migliori uscite di
“Drones”. Torna la band capitanata da
Matt Bellamy e si mantiene sui livelli
(altissimi) dei lavori precedenti. Un
concept album incentrato sul rapporto
tra uomo e tecnologia. Si passa da
momenti funk, passando a momenti
prog fino ad attimi Queen. Un album
nuovo, eppure molto riconoscibile nei
riff e nella vocalità.
ROCKING LIKE A ROBOT
questo periodo estivo e
gli show di artisti italiani
ed internazionali da
vedere dal vivo.
a cura di Federico Rosa
ALVARO SOLER
“Eterno agosto”. Tratti da modello,
Soler è il giovane cantautore spagnolo
che sta spopolando con la sua hit
“El mismo sol”. Il suo primo album
è caratterizzato da un suono solare
che mescola beat lo fi contemporanei
a sonorità mediterranee. Non solo
canzoni danzerecce, ma anche
momenti più profondi.
È NATA UNA STELLA
Concerti da non perdere
SANTANA
2 CELLOS
COLLISIONI
Il virtuoso della chitarra porta in Italia il
The Coràzon Tour.
Due le tappe per gli amanti dell’artista,
il 20 luglio all’Arena di Verona e il 21
luglio in Piazza Duomo a Pistoia. Uno
spettacolo imperdibile per i nostalgici
e per gli amanti delle sonorità che solo
il genio messicano sa creare.
Se non li conoscete, consiglio di vedere
i video di Hysteria e di Thunderstruck.
Il duo di violoncellisti croato porta
in scena un repertorio moderno,
rivisitato con i soli due violoncelli, per
uno spettacolo adrenalinico. Cinque
date consecutive dal 29 luglio: Torino,
Ferrara, Roma, Molfetta e Tarvisio.
Torna a Barolo il festival culturale, con
ospiti di altissimo livello. Il 17 luglio
sarà protagonista Vinicio Capossela,
il giorno seguente Paolo Nutini e
The Passenger. Domenica 19 serata
dedicata ai giovani con Fedex e J Ax.
Chiuderanno il festival due icone del
rock: Mark Knopfler e Sting.
NUMERO 3 | MAGGIO - GIUGNO 2015
GENTE IN MOVIMENTO
71
COLLABORATORI
IL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA
HANNO COLLABORATO ALLA REALIZZAZIONE DI QUESTO NUMERO
72
ROSARIO
De Luca
LUIGI
Bobba
MARINA
Calderone
Consulente del lavoro,
avvocato e giornalista.
Ricopre la carica di Presidente della Fondazione Studi dei Consulenti
del lavoro.
Sottosegretario di Stato
del Ministero del Lavoro
e delle Politiche Sociali,
con delega alle politiche
giovanili.
Presidente del Comitato Unitario Permanente
degli Ordini e Collegi
Professionali (C.U.P.) e
Presidente del Consiglio
Nazionale dell’Ordine
dei Consulenti del Lavoro.
ANNA LISA
Cuppone
GIOVANNI
Firera
MATTEO
Salvini
GAETANO
La Legname
HERBERT
Dorfmann
Laureata in Giurisprudenza, è Presidente
ANCL Unione Provinciale di Lecce.
Responsabile
Area
Comunicazione
Sede
Regionale INPS del Piemonte, già Presidente
dei Giornalisti Uffici
Stampa del Piemonte, già Vicesegretario
dell’Associazione Stampa Subalpina.
Classe 1973, è un politico ed europarlamentare
italiano.
Dal dicembre 2013 è Segretario federale della
Lega Nord.
Imprenditore nel settore
del trasporto di merci,
logistico ed esperto in reti
d’impresa.
Collaboratore On. Ivan
Catalano.
Deputato al Parlamento
europeo e politico della
Südtiroler Volkspartei.
ANGELICA
Marino
DAVID
Borrelli
DOMENICA
Catalfamo
MAURIZIO
Riverditi
GABRIELE
Fiorentini
MARINA
Verderajme
È membro del Dipartimento “Affari europei”
dello Studio Legale
“Cherchi & Partners” a
Bruxelles.
Eletto al Parlamento Europeo nel 2014, co-Presidente del gruppo
Europa della Libertà e
della Democrazia Diretta. È membro della Commissione per il commercio internazionale INTA.
Ingegnere civile, è dirigente del settore Viabilità, Trasporti e Catasto
strade della Provincia di
Reggio Calabria.
Docente di diritto penale presso l’Università di
Torino, Dipartimento di
Culture, politiche e società, esercita la professione di avvocato penalista a Torino.
Collaboratore giuridico
dell’On. Ivan Catalano,
Vice-presidente della IX
Commissione alla Camera dei Deputati.
Presidente di ACTL, Associazione di Promozione Sociale, accreditata
dalla Regione Lombardia e Sicilia per i servizi
per il lavoro e certificata
Iso 9001.
PATRIZIA
Terzoni
MARTINA
Peruffo
FRANCESCA
Landriani
MARCO
Monacelli
BRUNO
Bravi
IGNAZIO
Messina
Deputata del Movimento 5 Stelle, dal maggio
del 2013 ricopre la carica di Segretario della VIII
Commissione Ambiente,
territorio e Lavori pubblici alla Camera.
È Responsabile Giovanile dell’A.E.C.I., l’Associazione Europea dei Consumatori Indipendenti.
Architetto in un prestigioso studio di Cuneo,
applica i dettami della
progettazione naturale dal 1990, come cifra
esclusiva del suo fare
architettura.
9 anni in Armando Testa
come Direttore Clienti,
9 anni in Fiat Chrysler e
IVECO come Marketing
Communication Director e Responsabile delle
sponsorizzazioni.
Consulente del Lavoro, esperto in materia
di diritto del lavoro ed
amministrazione del personale, collabora con le
principali società di formazione in materia.
Dal 30 giugno 2013, ricopre la carica di segretario
nazionale dell’Italia dei
Valori.
ELEONORA
Evi
FERRUCCIO
Marello
ELISA
Fea
AURELIO
Prisco
SALVATORE
Micillo
SILVIA
Gironi
Portavoce M5S al Parlamento Europeo e membro della Commissione
Ambiente, Sanità e Salute
Pubblica del Parlamento
Europeo.
Esperto in servizi di consulenza HACCP, certificazioni ISO 9001, servizi di
consulenza per attività
formative, servizi di consulenza per laboratori di
prova con metodiche accreditate ISO 17025.
Laureata in giurisprudenza,
attualmente
svolge la sua professione come praticante avvocato in un prestigioso
studio di Cuneo.
È consulente organizzativo presso prestigiose
aziende. Da molti anni
sviluppa l’integrazione
dei princìpi del Coaching
aziendale Ericksoniano e
quelli dell’Ananda Yoga
per la crescita delle risorse umane.
Deputato alla Camera
dei deputati, è capogruppo M5S dell’VIII
Commissione ambiente,
territorio e lavori pubblici.
È redattrice presso la
rivista specializzate IM
IsoMotori.
FEDERICO
Rosa
VINICIO
Paselli
SIMONE
Pivotto
ELISA
Galvagno
FRANCESCA
Vinai
ANNA
Pellegrino
Appassionato di libri, musica, cinema, serie tv e gastronomia. Ha collaborato
con Slow Food, RockIt ed
alcune testate locali del
torinese e del cuneese. In
gioventù fonda il gruppo
musicale
Adelinquere,
band pop-rock.
Economis blogger del portale Ecovinpas.blogspot.
it e laureando del CLEF,
Economics and Finance
presso l’Università degli
Studi di Bologna.
Da sempre appassionato
di nuovi media, opera
come formatore in ambito social media marketing.
Si occupa per ACTL di
marketing e comunicazione
Laureata in Economia,
nel 2007 fonda il beauty
blog “Elisavsmakeup”,
che da sette anni dispensa consigli sul mondo
della bellezza.
Grazie alla sua attività
collabora attivamente
con le principali case cosmetiche.
Viaggiatrice entusiasta
dai tempi dei suoi soggiorni di studio all’estero,
collabora con il portale
web Latitudes Life, con
il blog NonSoloTuristi e
con la community di viaggiatori Turisti per caso. È
redattrice di TN Trasportonotizie.
Laureata in Comunicazione pubblica e politica,
scrive di politica locale e
costume per una testata
online.
GENTE IN MOVIMENTO
NUMERO 3 | MAGGIO - GIUGNO 2015
SERVIZI PER IL TRASPORTO
E LA CIRCOLAZIONE STRADALE
NI
ASSICURAZIO
TESSERE
E
CARBURANT
PAGAMENTO
PEDAGGI
NE
PRENOTAZIO
TRAGHETTI
Imprenditori e Professionisti s.c.a r.l.
Via XX Settembre 2, 12100 Cuneo • Tel. 0171 41.31.46 • Fax 0171 42.69.64
Email: [email protected] • Web: www.imprenditorieprofessionisti.it
Azienda con Sistema Qualità conforme secondo la norma Uni En Iso 9001:2008