“Studia il viso del giovane paride, ci vedrai il piacere scritto a grandi
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“Studia il viso del giovane paride, ci vedrai il piacere scritto a grandi
Il Nuovo Friuli Concorso Trovare parole, edizione 2007 Secondo premio della giuria a ILARIA DI MAIO, classe III A Liceo scientifico Insegnante coordinatrice: M. Rossetti Giulietta non deve morire “Studia il viso del giovane Paride, ci vedrai il piacere scritto a grandi lettere….” E che battuta mi tocca? Ah, quella che mi piace tanto, forse una delle poche decenti in tutta questa storia strappalacrime di una ragazzina che deve morire… “Cercherò di farlo, se questo è il vostro comando, ma i miei sguardi non si azzarderanno a volare oltre i confini stabiliti dalla vostra volontà.” Ok, fatta anche questa scena, esco; tra poco succede tutto il patatrac: quando vedo Romeo… “Romeo, oh, Romeo, perché sei tu Romeo?” …certo che un attore più carino potevano pure mettermelo vicino… “Rinnega tuo padre e rifiuta il tuo nome, o se non vuoi farlo giura di amarmi e non sarò più una Capuleti .” Tienitelo e basta, chissenefrega di chi è… E quel santo di Shakespeare non poteva, che ne so, scrivere qualcosa di meno smielato, farla finire bene… Sempre le donne devono morire? E poi, se una proprio è innamorata, se ne va con l’amato: no? Non è che io sto qui, passiva, ad aspettare che quel poverello torni da me; magari intanto mi sposo un altro, ci faccio la famigliola e chi s’è visto s’è visto. Ah, ah, Giulietta, Giulietta, perché sei stata così stupida? Fossi stata in te, io mi sarei incazzata, avrei lasciato tutto, per seguire il mio amore, il mio sposo segreto. E avrei ricominciato una nuova vita, insieme a lui, solo con lui, senza pregiudizi e lotte tra famiglie, lontano da Verona. Sì, sì, sono romantica, ma morire no! Caspita, mi ero persa nei miei pensieri. Allora, vediamo dove siamo arrivati con lo spettacolo: morto Mercuzio, morto Tebaldo… Ah, adesso c’è quel bacchettone del padre che vuole farmi sposare il fighetto… Giulietta, ribellati! “O vai in chiesa giovedì o non mi guardi mai più in faccia. Sei mia, non è vero? E io ti voglio dare al mio amico; e se non lo sei, addio, sparisci, fila via, crepa in mezzo a una strada, d’accordo?” Ecco! È quello che voglio. Non lo sposo quell’altro. Io amo Romeo. Potrò decidere IO chi amare e chi sposare? Vabbe’ andiamo dal frate, lui mi saprà aiutare… “Padre, se la vostra saggezza non sa trovare un rimedio, almeno approvi la decisione che ho preso…” Il padre non approva. OK. Dammi la fiala che mi fa sembrare morta, di corsa, che il vestito mi prude. Il mio Romeo se n’è andato ed io sono qui, sola. Domani mi sposo, anzi no, bevo ‘sta pozione che chissà se funziona, anzi funziona perché ormai la storia di questi due la sanno pure le pietre. Ma non si può fare una variazione sul tema? Non so: muore Paride, muore quel bastardo del padre, Romeo ritorna… ma NON SEMPRE QUEI DUE POVERACCI! Ancora la storia di Giulietta e Romeo, interpretata per l’ennesima volta da due attori bravi ma un po’ pallosi e sfigatelli. La prossima volta parlo con il regista e allora vedremo come va a finire questa maledetta storia. “Secondo l’uso, con le sue vesti più ricche, portatela in chiesa…” Sono morta, mi mettono nel sepolcro, tra poco arriva Romeo tutto disperato e lui STUPIDO non si accorge che mi sto svegliando. Come mi irrita questa scena! Vedi la tua bella morta? Prendila, scuotila, urla, fai qualcosa per l’amor di Dio, così magari si sveglia un attimo prima e scopri tutto anche se non ti è arrivata la lettera! “Giulietta, perché sei ancora così bella?.....così, in un bacio, addio……..” Plof…ops…. Che cosa hai combinato, Romeo? Non è possibile. Gli è caduta la fiala mentre stava per bere: MANIDIBURROOOOOOOO! Ma adesso potrei saltargli addosso, baciarlo, è ora che mi svegli, è il mio momento! Giulietta non morirà, non stasera, non qui, in questo teatro, non con me! “Romeo! Che c’è? Veleno? Vuoto?” Mi guarda un po’ sbigottito il mio Romeo. “Oh Romeo, le tue burrose mani hanno salvato la nostra infelice vita e il nostro amore… Portami con te, iniziamo una nuova vita, lasciamoci le lotte alle spalle, andiamo via, dove nessuno ci conosce, dove nessuno sa chi siamo. Insieme, innamorati, per sempre…” Sipario. Regista furioso a ore nove. Applausi fragorosi a ore dodici. A tutte le Giuliette e ai loro Romei. Motivazione della giuria: Il testo ironizza sulla tragedia di Shakespeare con giovanile irriverenza, rivendicando una conclusione per una volta felice alle vicende dei due (e di tutti i) giovani innamorati, alla quale il racconto perviene con originale passaggio dalle fantasie della protagonista alla loro realizzazione casuale e comica. La spigliatezza anche formale del monologo interiore ravviva le ironie sulla retorica shakespeariana e gli aspetti grotteschi di una rappresentazione dilettantesca, ma simpaticamente si stempera in un finale augurio di felicità.