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CV e Programma di Leonardo D’Urso
LEONARDO D’URSO
Cofondatore e amministratore delegato di ADR Center si occupa da 15
anni a tempo pieno di risoluzione delle controversie civili e commerciali e
gestione del conflitto. Dopo una lunga esperienza di studio e lavoro negli
Stati Uniti, alla fine degli anni novanta ha contribuito alla nascita del
movimento ADR (Alternative Dispute Resolution) in Italia. E’ esperto di
economia e politica economica della giustizia civile. E’ stato consulente
della Banca Mondiale, della Inter-American Development Bank e della
Commissione Europea in diversi progetti nel settore dell’ADR in Nigeria,
a Barbados, nei 10 Paesi dell’area MEDA e nella Comunità Europea. E’
autore e co-autore di diversi volumi e articoli in tema di tecniche
negoziazione, mediazione e gestione del conflitto tra cui il "Manuale del
Mediatore Professionista" e il "Il Ruolo dell’Avvocato in Mediazione". Laureato in Economia, ha
conseguito nel ’95 il Master in Business Administration (MBA) presso Thunderbird – The School of
Global Management (Phoenix, Arizona – USA).
INFORMAZIONI PERSONALI
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Nato a Catania il 25 settembre 1968
Residente a Roma
Email: [email protected]
Sposato con due figli
ATTIVITA’ PROFESSIONALI
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1998 – Presente. Cofondatore e amministratore delegato di ADR Center (organismo di
risoluzione alternativa delle controversie e gestione del conflitto).
2012. Ha curato il rapporto “Study on the use of Alternative Dispute Resolution for Business
to Business disputes in the European Union” per la Direzione Generale della Giustizia della
Commissione Europea volto alla quantificazione dei costi del contenzioso B2B in Europa e
dei risparmi ottenibili tramite l’incremento dell’utilizzo delle procedure ADR.
Negli ultimi dieci anni ha gestito con successo centinaia di conflitti nel campo civile,
societario e commerciale. E’ stato facilitatore di diverse procedure di Partnering Dialogue in
complessi progetti con molteplici parti del valore di oltre 100 milioni di euro volti alla
prevenzione delle liti al fine di consegnare le opere nei tempi e nei budget stabiliti.
Per società multinazionali ed enti pubblici ha progettato e realizzato procedure di
prevenzione e risoluzione efficiente delle controversie seriali, con particolare attenzione alla
quantificazione e al controllo dei costi legati alla gestione della conflittualità interna e
esterna.
Ha progettato ed è stato docente di programmi di formazione in tecniche di negoziazione
base, avanzate e internazionali per diverse aziende tra le quali: Finmeccanica, Alenia, Diesel,
Enel, General Electric.
Ha progettato la piattaforma ODR Center – On Line Dispute Resolution per la gestione online
delle controversie seriali di modesto valore o nate su internet.
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2009. Ha contribuito a fondare JAMS International, la joint venture basata a Londra tra ADR
Center e JAMS (Judicial Arbitration Mediation Services, organismo americano di mediazione
e arbitrato leader al mondo).
2008-2013. Team Leader nel programma Civil Justice: Use of Mediation Easily Available
Throughout the E.U. Il progetto ha diffuso in tutti i 27 paesi dell’Unione europea le tecniche
di mediazione attraverso l’utilizzo di video guide nelle 23 lingue dell’Unione.
2009 -2010. Ha ricoperto il ruolo di “Manager ADR” nel progetto Alternative Dispute
Resolution Programme in Barbados finanziato dalla Inter-American Development Bank per la
formazione di magistrati e avvocati sulle tecniche di risoluzione delle controversie per
favorire la sostenibilità delle pratiche di ADR all’interno dell’intera comunità locale di
Barbados.
2008-2011. Ha gestito un progetto triennale della Banca Mondiale “Expanding Commercial
Alternative Dispute Resolution (ADR) Mechanism in Nigeria” volto alla progettazione e
realizzazione di programmi di court-annex ADR presso i tribunali locali nei tre Stati della
Nigeria di Abia, Kaduna e Lagos.
2005-2008 Esperto ADR nel progetto Europeo “Promotion of International Commercial
Arbitration and other Alternative Dispute Resolution Techniques in the MEDA Region”
1995-1997. Responsabile del mercato USA del gruppo AAT- Oranfresh. Ha ideato e realizzato
il progetto di introduzione delle spremiagrumi Oranfresh nel gruppo Autogrill e del
conseguente sviluppo del mercato delle arance da spremuta.
PUBBLICAZIONI
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<<Politica Economica della Giustizia Civile>>, in corso di pubblicazione.
Autore di diversi interventi in materia di efficienza della giustizia civile e ADR sul sito
lavoce.info (“Troppi azzardi morali nella giustizia civile”, “10 proposte per ridurre il numero
dei processi”), noiseFromAmerika.org (Un’agenda di politica economica per la giustizia civile)
e su Il Sole 24 Ore.
<<Il ruolo dell’avvocato nella mediazione – Procedure e tecniche>> Giuffrè Editore (2011) con
Giuseppe De Palo e Rachele Gabellini.
<<Manuale del Mediatore Professionista – Strategie e tecniche per la mediazione delle
controversie civili e commerciali>> Giuffrè Editore (Ed. 2010 e 2003) con Giuseppe De Palo e
Dwight Golann.
<<Arbitrato, ADR, Conciliazione>> Zanichelli Editore (2009), opera diretta da Mauro Rubino
Sammartano, co-autore del capitolo “La conciliazione: un modello in quattro fasi”.
<<Strateghi della negoziazione: storie, strategie e tattiche per avere successo negli affari e
nella vita quotidiana>> G. Richard Shell – Il Sole 24 Ore (2007), presentazione e curatore
della edizione italiana con Giuseppe De Palo.
<<Il vantaggio di Negoziare – Storie e strategie di professionisti della trattativa>> Richard
Shell, Giuffrè Editore (2005), presentazione e curatore della edizione italiana con Giuseppe
De Palo.
Autore di numerosi articoli in materia di ADR tra cui: Per risolvere controversie societarie e
bancarie anche il commercialista è conciliatore accreditato in Guida Normativa de Il Sole 24
Ore (maggio 2006); co-autore di La procedura di conciliazione stragiudiziale professionale in
Diritto e Pratica delle Società (marzo 2003).
<<Risoluzione Alternativa delle Controversie Commerciali– Le procedure di conciliazione
come moderno strumento di “conflict management” nel commercio internazionale>> Ricerca
ICE pubblicata da Il Sole 24 Ore (2001) con Giuseppe De Palo.
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ORDINI PROFESSIONALI E ASSOCIAZIONI
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Iscritto all’Ordine dei Dottori Commercialisti dal 1996.
Membro di NOVA – Associazione Italiana MBA.
STUDI E SPECIALIZZAZIONI
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Ha frequentato diversi corsi di specializzazione in Negoziazione e Mediazione al Program On
Negotiation at Harvard Law School.
1993-95. Master in Business Admnistration (MBA) a Thunderbird School of Global
Management (Phoenix Arizona – USA). Primo programma di MBA Full Time nella categoria
“International Business” in tutte le classifiche internazionali di riferimento (The Economist,
Financial Times, US News and World Report).
1993. Vincitore della borsa di studio del CERISDI, della borsa di viaggio Fullbright e di un
progetto di ricerca dell’Università di Catania.
1992-1993. Accademia della Guardia di Finanza, 36° AUC
1991. Laureato in Economia e Commercio cum laude all’Università degli Studi di Catania.
1989-1990. Progetto Erasmus presso la Haarlem Business School, Haarlem-Olanda
LINGUE
Parla correntemente l’inglese.
POSSIBILI AREE DI COMPETENZA POLITICA
Non ha mai ricoperto incarichi in associazioni, movimenti e partiti politici nonché cariche
pubbliche. Non ha mai avuto condanne penali e non è mai stato soggetto a procedimenti penali o
civili.
L’impegno politico è finalizzato, in maniera particolare, nell’apportare un contributo professionale
nelle seguenti quattro aree.
Giustizia civile. L’erogazione del servizio di giustizia civile in Italia è caratterizzata da una gestione
monopolistica dello Stato e da una elevata sovvenzione da parte dei contribuenti che non
ricorrono al servizio: solo il 10,7% del budget statale della giustizia è coperto dal contributo
unificato (le court fees) contro una media europea del 28,3%. La visione “tribunale-centrica” della
gestione di ogni tipo di contenzioso ha la conseguenza di inondare la giurisdizione di cause
pretestuose o facilmente conciliabili che rallentano quelle reali. Il raffronto dei dati internazionali
dimostra che i tempi dei processi civili in Italia sono straordinariamente lunghi a causa di uno
squilibrio tra una domanda eccessiva a fronte di una offerta e di investimenti in linea alle medie
europee. Esiste quindi una relazione positiva tra il numero annuale di cause nuove e la durata
media dei processi. Per poter accelerare i tempi dei processi civili occorre prioritariamente
adottare delle politiche volte a: 1) ridurre di almeno il 30% il numero delle nuove cause riportando
il ricorso alla giurisdizione da 3.958 cause per 100.000 abitanti alla media europea di 2.738.; 2)
adottare una decisa azione - forse non indolore - per la riduzione dell'arretrato. Senza queste due
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azioni prioritarie tutte le proposte per snellire e informatizzare lo svolgimento del processo e
adottare in tutti i tribunali le best practices organizzative saranno vanificate dalla continua
inondazione di cause pretestuose. L’ingolfamento dei tribunali civili ha un ulteriore effetto spesso
poco considerato: il drenaggio di magistrati e risorse dal settore penale a quello civile. La
diminuzione delle cause civili libererebbe giudici, personale e strutture a favore della giustizia
penale rafforzando la lotta giudiziaria alle mafie e alla criminalità, accelerando i processi degli
imputati in attesa di giudizio e impendendo la prescrizione delle pene. Come negli Stati Uniti, i
processi penali dovrebbero avere sempre la priorità. Per un approfondimento su questi temi, si
rimanda agli articoli pubblicati su lavoce.info.
Istituzione del “Garante della Trasparenza e della Privacy”. L’adozione di un Transparency Act
delle spese della pubblica amministrazione è particolarmente importante per consolidare i
risparmi che potrebbero essere presto vanificati. La trasparenza delle spese consente il controllo
da parte dei cittadini, giornalisti ed esperti e induce comportamenti virtuosi nella PA
responsabilizzando gli amministratori pubblici. Esistono diversi modelli stranieri di
regolamentazione sulla trasparenza, ma il principio cardine è semplice: il contribuente deve
sempre poter conoscere in dettaglio come vengono spesi i soldi dalle pubbliche amministrazioni
provenienti da tasse e imposte. Un esempio è il Federal Funding Accountability and Transparency
Act (FFATA) che siglato nel 2006 impone la pubblicazione sul sito www.usaspending.gov di tutti i
contratti superiori a 20mila dollari siglati dal governo federale degli Stati Uniti. Occorre imporre a
tutte le amministrazioni pubbliche nazionali e locali, senza alcuna distinzione, di pubblicare nel
proprio sito, e in ogni caso fornirlo a chi ne fa richiesta, un rendiconto di spesa trimestrale con
importi e beneficiari dei contratti secondo uno schema chiaro e dettagliato (senza accorpamenti).
Nella sua semplicità, sarebbe una rivoluzione. A questo scopo, l’attuale Garante della privacy si
dovrebbe trasformare, senza alcun ulteriore costo, in “Garante della Trasparenza e della
Protezione dei Dati Personali” in modo da poter definire e vigilare i confini tra trasparenza e
privacy e comminare eventuali multe ai trasgressori.
“Fare Impresa in Italia”. Il rapporto “Doing Business - Measuring Business Regulations” pubblicato
annualmente dalla Banca Mondiale classifica 185 economie sulla base delle normative in vigore
applicate alle PMI. In particolare, il rapporto analizza e classifica la facilità di fare impresa durante
le 10 fasi principali della vita di una azienda. Dalla apertura dell’impresa stessa all’accesso al
credito bancario, dall’ottenimento di permessi di costruzione alla facilità nel pagare le tasse fino al
recupero di un credito per via giudiziaria e alla gestione del possibile fallimento. Tra i 31 Paesi del
gruppo OCSE con “high-income”, l’Italia si classifica al penultimo posto superando solo la Grecia.
Questo ci deve far riflettere non poco. Occorre presentare un pacchetto coerente di norme
ispirate al rapporto Doing Business adottando le best practices internazionali utilizzate dai paesi
più competitivi in ciascuna delle 10 aree prese in esame.
Università. E’ inderogabile l’eliminazione del valore legale della laurea e l’eliminazione delle
protezioni e dei sussidi statali che alterano la concorrenza tra università a discapito della qualità
dell’insegnamento e della preparazione degli studenti alle esigenze del mondo del lavoro. Occorre,
con una cura shock, rendere il sistema universitario italiano simile a quello post-graduate
statunitense mettendo al centro delle università le imprese e il mondo del lavoro che assumono i
neolaureati.
Autorizzo il trattamento dei dati contenuti nel presente documento per l’espletamento del
procedimento di candidatura.
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