nov-dic 2008

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nov-dic 2008
2008
Numero novembre dicembre
Siate i
benvenuti tra noi!
Newsletter di aggiornamento sui progetti di
Amici dei Bambini in Marocco
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PDF créé avec la version d'essai pdfFactory Pro www.gs2i.fr/fineprint/pdffactory.htm
Marhaba Bicum, ovvero “siate i benvenuti
tra noi”. Eccovi il quarto numero on line
del 2008, dalla nostra redazione estera,
che entra direttamente nelle vostre case
per tenervi aggiornati su quanto si sta
facendo in loco anche grazie al vostro
aiuto e sostegno.
Ricordiamo ancora che Marhaba Bicum
potrà arrivarvi comodamente a casa, sul
vostro computer, se vorrete segnalarci il
vostro indirizzo e-mail; se invece ricevete
il notiziario ma non lo desiderate, basta
inviarci
un
messaggio
all’indirizzo
sottostante e verrete cancellati dal nostro
indirizzario generale.
Se l’idea riscontra il Suo interesse e
desiderasse aderire a questa iniziativa è
necessario che comunichi la Sua e-mail
all’indirizzo di posta elettronica del nostro
ufficio: [email protected], affinché possa ricevere i
prossimi numeri del notiziario.
Su questo numero:
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I passi dell’accoglienza
Con Ai.Bi. in Marocco
Turismo Responsabile
Educazione ai valori della cittadinanza
Carissimi sostenitori,
I nostri e vostri bambini sostenuti sono pian piano tornati nei propri
centri e hanno ripreso le attività quotidiane e il rientro scolastico.
Terminate ormai le varie feste religiose, sia musulmane che cattoliche,
dalla prossima settimana riprenderemo le visite consuete e potremo
smistare la vostra corrispondenza.
Vi ringraziamo sempre per tutte le lettere e regalini che mandate, specie
in questo periodo: rappresentano un ponte d’affetto di valore
inestimabile per i bambini.
Come sempre, vi ricordiamo, nel caso di invio di un regalo, di NON inserire
sulla busta il nome del bambino, ma solo l’indirizzo di Ai.Bi. (l’ufficio
postale altrimenti si rifiuta di consegnarci il pacco).
Grazie mille a tutti voi e buona lettura!
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I passi dell’accoglienza
Ero in visita al centro Le Nid della Fondation Rita Zniber di Meknes martedì 11
novembre, quando ho assistito ad uno dei tanti momenti legati all’adozione e, in quel
caso, all’adozione internazionale. Un momento che, seppur breve, mi ha trasmesso tutte
le sensazioni e le emozioni legate ai passi dell’accoglienza.
Era un martedì mattina come tanti per i neonati e bambini del Centro, ma non per lei!
La piccola Hiba (nome inventato per ovvie ragioni) che in arabo significa “dono di Dio”,
stava per diventare a tutti gli effetti, il dono che Dio aveva riservato ad una coppia di
coniugi francesi. La procedura della kafala era già stata avviata mesi prima e quello era
il “grande giorno”!
Chissà se Hiba capiva quello che le stava succedendo, chissà se intuiva che quel
bagnetto caldo, quelle calzette bianche, le scarpette rosa abbinate alla maglia, il
vestitino in jeans, quel giorno non avrebbero rallegrato gli occhietti dei suoi
compagnetti del centro, o delle infermiere che sin dalla sua nascita si sono prese cura di
lei… no, quel giorno avrebbero riempito il cuore di una mamma e di un papà, pronti ad
accoglierla nella loro famiglia e a garantirle un futuro migliore!
Quando sono entrata nella stanzetta dove una delle infermiere era intenta a sistemarle
il vestitino e le scarpette, gli occhioni azzurri di Hiba brillavano di gioia, forse capiva
che qualcosa di importante le stava per accadere.
Dopo pochi minuti è arrivata al centro la mamma adottiva, con altre 2 donne, correvano
elettrizzate da una parte all’altra del
nido, subito ad accertarsi che la
bimba stesse bene e poi ad occuparsi
degli ultimi passetti burocratici.
Le osservavo superemozionate e mi
sono emozionata anch’io per loro…
chissà quanto batteva il cuore di
quella neomamma, chissà se le
tramavano le gambe e chissà che
progetti ha in testa per il futuro della
bambina.
Ma soprattutto mi emozionavo per
Hiba e per la sua nuova vita, che quel
giorno l’avrebbe fatta rinascere!!
Daniela Ciliberti
Volontaria Espatriata Ai.Bi.
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Con Ai.Bi in Marocco
L'opportunità di svolgere uno stage di 5 settimane ospite di Ai.Bi. Marocco mi ha
consentito di approfondire la realtà sociale marocchina e di conoscere da vicino il
sistema giuridico della kafala e le sue vie procedurali nel Paese.
Durante il mio soggiorno, oltre a visitare i centri per minori orfani o abbandonati in cui
Amici dei Bambini opera, ho avuto modo di partecipare alle riunioni di un’associazione
di genitori kafalini, nata con il contributo di Ai.Bi. circa 2 anni fa’.
Riunirsi in associazione per sostenersi a vicenda, per aiutare altre coppie nel percorso
adottivo, per fare lobby e cercare in futuro di intervenire su migliorie legislative a tutela
dell’infanzia e dell’incontro tra bambini sfortunati e famiglie pronte ad accoglierli.
Queste le ragioni che hanno spinto dei genitori kafalini a intraprendere un’esperienza
associazionistica che si è rivelata un’occasione inaspettata di scambi di vissuti e
relazioni interpersonali. La gioia di scoprire passioni comuni e discutere con persone
sconosciute ma al tempo stesso intime, perché condividono l’amore per i bambini, che
sono entrati a far parte della loro vita familiare come un vero e proprio “dono divino”.
L’associazione non poteva che chiamarsi Osraty, che in arabo significa famiglia.
L’obiettivo che si prefigge,
infatti,
è
che
ogni
bambino
abbia
una
famiglia. C’è un aspetto
umano-religioso
molto
forte, quasi viscerale, che
fa sì che le donne
associate
in
Osraty
abbiano voluto un bambino
in kafala. Talune, già
madri biologiche, hanno
sentito di dover compiere
quest’atto
nobile
e
generoso come se fosse un
dovere morale-religioso,
altre impossibilitate ad
avere figli hanno scelto l’iter dell’adozione.
Tra i racconti di cui sono stata testimone, in alcuni casi è successo che una donna per la
strada abbia chiesto loro fugacemente di tenere il bambino, con l’assicurazione di
tornare subito per comprare dell’acqua piuttosto che per recuperare l’altro figlio.
Che fare una volta constatato che la signora si è dileguata? Portare il bambino alla
polizia, come prima alternativa, implica la sua fine in istituto. Dopo il primo abbandono,
questo è un ulteriore abbandono secondo le madri kafaline. Nel momento in cui hanno
sentito quel bambino come un segno di Allah, inizia la procedura di adozione, lunga e
tortuosa, spesso purtroppo scoraggiante ma che avviene in nome di un bene supremo
che non ha costi né tollera impazienze: la felicità di un bambino, la felicità di un nucleo
familiare rigenerato da nuova luce.
Arianna Obinu
Studente del corso per “operatori di pace”
organizzato dalla Regione Sardegna
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Turismo Responsabile
Probabilmente qualcuno di voi ne avrà già
sentito parlare, molti altri invece no. Si tratta
di un nuovo tipo di turismo che sta spopolando
negli ultimi anni e che quest’anno ha visto
coinvolgere anche Ai.Bi. Marocco. Il turismo
responsabile
permette
di
vivere
con
consapevolezza l’arte del viaggiare; mettere al
centro dei servizi turistici le comunità
ospitanti, creare un’opportunità di incontro e di
crescita con gli attori della società civile del
paese visitato; mettersi in gioco, oltre che in
viaggio,
aprendosi
alle
culture
altre,
assaporandone usi, costumi locali, storia, cultura, gastronomia, paesaggi e rituali.
E così, durante le feste Natalizie, il primo gruppo
di turisti responsabili, ha visitato il Marocco,
Ai.Bi. e i nostri progetti! Una famiglia di 5
persone, composta da mamma, babbo e 3 figli, il
minore dei quali ha 7 anni; 2 coppie di coniugi
romani e milanesi; la guida del gruppo.
E’ stato molto bello poter far conoscere il lavoro
di Ai.Bi. a chi magari nemmeno aveva mai
sentito nominare la nostra ONG, il contesto
sociale marocchino in cui essa opera, la
condizione dei minori abbandonati e poter dare
loro la possibilità di avere un contatto diretto
con i bambini.
Quest’ultimo è stato possibile a Meknes, dove la Fondazione Rita Zniber ci ha permesso
di visitare sia il Nido, all’ultimo piano dell’ospedale della città, dove sono accolti tutti i
bambini appena nati, fino ai 4-5 anni e i diversamente abili; sia l’Annexe, la struttura
che invece accoglie tutti i bambini dai 6 anni ed
adolescenti.
La visita è avvenuta in una giornata di fine anno,
fredda e uggiosa, ed è cominciata proprio dal
Nido! Inizialmente i turisti sono apparsi piuttosto
attoniti ed emozionati, nel vedere tutte quelle
culle piene di bambini così piccoli e senza
famiglia. Poi i loro visi si sono fatti sempre più
distesi e rilassati, tanto da lasciarsi coinvolgere
da ogni situazione imprevista: coccole per i
neonati in lacrime (che in realtà hanno fatto
scappare anche a loro qualche lacrimuccia),
sorrisi, abbracci, carezze. Il tutto è sfociato in
una gioia incontenibile quando siamo passati all’Annexe, dove ci siamo riuniti tutti nella
grande sala relax e lì è scoppiata la festa con i bambini: balli, canti e percussioni, per
concludere una esperienza che sono certa rimarrà a lungo nel cuore dei nostri visitatori.
Daniela Ciliberti
Volontaria Espatriata di Ai.Bi.
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Educazione ai valori della cittadinanza
Il 16 novembre 2008, in occasione della VI sessione nazionale del Parlamento del
Bambino, la Principessa Lalla Meryem, presidente dell’ONDE (Osservatorio Nazionale dei
Diritti del Fanciullo), ha presieduto la riunione incentrata sul tema “Dinamizzazione del
ruolo del bambino a livello locale e regionale: per la consacrazione di una piena
cittadinanza”. L’esercizio alla pratica della democrazia è un mezzo utile ai bambini per
l’acquisizione dei valori della cittadinanza di cui il Governo va fiero.
Grazie all’impegno costante di Mohammed VI, il Parlamento dei Bambini dispone di un
bilancio e di un piano di attività parallelo al Piano Nazionale 2006-2015.
Dopo i debiti saluti alle autorità presenti, la Principessa Lalla Meryem ha esordito con la
recitazione di alcuni versetti coranici, per poi dare lettura del messaggio del sovrano
Mohammed VI ai partecipanti all’assemblea.
Il re ha esortato gli addetti ai lavori a proseguire nel cammino di protezione
dell’infanzia, consapevoli che i miglioramenti delle condizioni di vita dei minori debbono
essere l’obiettivo principale del loro operare. Inoltre, ha sollecitato un ruolo attivo dei
piccoli parlamentari come portavoce delle istanze e dei diritti di tutti i bambini
marocchini, sottolineando l’importanza di fornirgli gli strumenti atti a tutelare la loro
sicurezza, dignità ed equilibrio, con particolare riguardo alle categorie di minori che
soffrono di privazione, sfruttamento e sopruso, o che sono caduti nella devianza.
I piccoli parlamentari hanno posto interrogazioni verbali ai parlamentari adulti e ai
membri del Governo presenti, su temi quali l’educazione, la salute, lo sviluppo sociale,
la gioventù e lo sport.
Il Ministro Nouzha Skalli, in qualità di coordinatrice del comitato interministeriale
sull’infanzia, ha ribadito gli sforzi che il comitato sta compiendo in particolar modo a
favore dei bambni in situazione difficile, per realizzare in modo congiunto “un Marocco
senza piccole bonnes né bambini di strada, un Marocco che assicuri la scolarizzazione a
tutti i minori, ai bambini come alle bambine”.
La seduta si è conclusa con il messaggio di fedeltà al re letto da un piccolo
parlamentare, e con l’intonazione dell’inno nazionale.
Fonte Le Matin 16.11.2008
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Carissimi sostenitori,
Sperando che abbiate gradito la lettura di questo Sol, vi ricordiamo che siamo
sempre a Vostra disposizione per chiarimenti o informazioni tramite il nostro
indirizzo mail: [email protected] e invitiamo chi non lo avesse ancora fatto
a comunicarci il Suo indirizzo di posta elettronica.
Vogliamo ricordare ancora una volta il nostro indirizzo per la comunicazione
cartacea:
AiBi, Servizio traduzioni Sad,
42 rue El Mourabitine, apt. 52,
Hassan – Rabat, Maroc
Grazie mille per il vostro interessamento e per tutti i contatti che stabilite con
i vostri bambini sostenuti!
Un caloroso saluto dalla redazione del Sol ed équipe Ai.Bi. Marocco:
Bouchra El Mahadoui – operatrice Sad
Zineb Chakir – contabile
Hicham Chkik – responsabile network Ai.Bi. Marocco
Daniela Ciliberti – volontaria espatriata Ai.Bi.
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