Bollettino 1 A5 - ASG San Giorgio

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Bollettino 1 A5 - ASG San Giorgio
LA CAVA PEGOLLO
Cavità artificiale 03 – “Cava Pegollo”
Loc. Rocca delle Fene, M.te Trabocchetto, Pietra Ligure (SV)
Sviluppo: 187 mt.
Dislivello: +1 mt.
Introduzione.
La cava Pegollo (C.A. 03) si apre in località Rocca delle Fene, sulle alture di Pietra Ligure
(SV), a circa 190 mt. di quota.
Poco sotto l’ampio piazzale di cava, costituito da tre grandi terrazze di scavo, si nota, tra
arbusti e rovi, l’ingresso del tunnel artificiale nel quale, tramite piccoli vagoni trainati da cavalli, si
estraeva materiale (pietrisco) che successivamente veniva trasformato in cemento per l’edilizia.
Cenni storici.
Le prime notizie sull’apertura di tale cava e del suo grande tunnel risalgono al 1933, quando
l’impresa Pegollo acquistava dapprima il terreno ed iniziava, poco dopo, l’estrazione di marmo usato
soprattutto per arte funeraria.
Successivamente l’Italcementi di Bergamo rilevava tale terreno (comprensivo delle adiacenti
costruzioni adibite a dormitorio e mensa per gli operai) e costruiva l’interessante tunnel, per prelevare
materiale da trasformare in loco in ottimo cemento.
La chiusura di impianti e tunnel risale alla metà degli anni ’70.
Descrizione.
L’ingresso, dalla forma semicircolare, si presenta con il soffitto e le pareti ricoperte con
solido cemento: al soffitto intaccate da ruggine e muffe resistono alcune staffe che fungevano da
supporto per i tubi di aerazione.
Parallelo a questo corre l’impianto di illuminazione, o meglio ciò che ne resta, che venne
installato solo negli anni ’60 in sostituzione delle lampade a carburo.
Distribuite in modo regolare nei primi metri del tunnel troviamo alcune nicchie, che
fungevano da riparo ai minatori durante il transito dei carrelli, essendo il punto più stretto della galleria.
Nel ramo A si nota ancora oggi il canale di scolo delle acque che filtravano attraverso le bocche di
carico.
Proseguendo per il ramo principale, e seguendo i binari che qua e là affiorano dalla spessa
coltre di fango, si superano alcuni puntelli di legno, a sostegno di rocce quanto mai instabili, che a
fatica assolvono il loro compito.
Poco dopo incontriamo la prima delle due finestre di carico: poco è visibile dell’ingegnoso
sistema di carico usato per riempire i vagoni.
Il funzionamento era semplicemente costituito da leve che aprivano e chiudevano portelli di
robusto ferro. Con la seconda finestra di carico si giunge al termine del tunnel (Ramo A).
Ramo B.
Incontriamo subito una vasca usata per ripulire attrezzi di scavo, ricavata alla base della
galleria ed alimentata dal solito canale di scolo che percorre tutto il ramo B, proveniente anche questi
da percolamenti esterni, che filtrano sempre dalle bocche di carico.
Sorpassata una frana, che ostruisce parzialmente l’avanzata (segnaliamo la particolare
instabilità di questo tratto), si incontra una solida galleria di cemento armato: il soffitto quasi si sfiora
con il casco e si valuta che il pavimento si sia alzato di almeno 50 cm. rispetto al ramo A, poiché le
notevoli infiltrazioni di acqua e fango in questo punto si sono depositate con facilità.
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Si giunge così alla seconda bocca di carico, parzialmente sbarrata da robuste assi di ferro
applicate dagli operai, le quali stanno cedendo sotto la pressione di tonnellate di rocce che incombono
sopra al tunnel: una frana interna ostacola parzialmente il nostro movimento.
Di qui in poi tutto è instabile e molto pericoloso: anche le solide pareti di cemento stanno
cedendo e le numerose crepe non lasciano presagire nulla di buono.
Superata l’ennesima bocca di carico giungiamo al fondo del tunnel che si presenta con
fenomeni di crollo recenti e smottamenti laterali.
Conclusioni.
Siamo di fronte a costruzioni spettacolari, certamente costate sacrifici e molta fatica, che
oggi meriterebbero senza dubbio più considerazioni da parte degli amanti della speleologia artificiale.
Possiamo affermare che i tunnel (solo a Pietra Ligure se ne contano almeno quattro)
rappresentano la storia del proprio paese, e delle persone che vi hanno lavorato.
Raccomandazioni.
Visto il pericolo reale di frane e crolli, soprattutto nel ramo B, raccomandiamo molta
prudenza a chi volesse visitare il tunnel.
Ringraziamenti.
Desideriamo ringraziare il Sig. Roncelli Giancarlo che, prodigo di informazioni e sempre
molto disponibile, ha reso possibile questa nostra avventura.
Roberto Panaro
Sandro Ivaldi
Gianni Macciò
Alessandro Vinotti
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