Allegato Perizia -Libro Valutazione

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Allegato Perizia -Libro Valutazione
RELAZIONE EX ART. 2343 CODICE CIVILE
VALUTAZIONE DI UN RAMO D’AZIENDA
DELLA C S.p.A.
RELATIVO AD UN IMPIANTO DI PRODUZIONE DI CEMENTO
SITO IN LOCALITA’ CONT (RI)
DA CONFERIRE ALLA S S.p.A.
1
2
Indice
1.
Conferimento e oggetto dell’incarico.
Documentazione esaminata
1.1. Conferimento e oggetto dell’incarico
1.2. Documentazione esaminata
2.
Presentazione e breve storia del gruppo C e del
ramo d’azienda “CONT” oggetto di conferimento
2.1. Presentazione e breve storia del Gruppo C
2.2. La Società C S.p.A. e il ramo d’azienda “CONT”
3.
Breve analisi del mercato di riferimento
3.1. Quadro di sintesi sulla situazione economica nazionale
3.2. Linee di tendenza della domanda nel settore delle
costruzioni
3.3 Produzione e consumi di cemento in Italia
3.4. Struttura del settore dal lato dell’offerta
4.
Descrizione del ramo d’azienda “CONT” oggetto
di conferimento
4.1. Individuazione delle attività e passività da conferire
4.2. Dettagliata descrizione delle attività e passività da conferire
5.
Brevi note in ordine alla valutazione d’azienda e
di rami d’azienda ed alle relative metodologie
5.1. Il concetto di capitale economico [Omissis]
5.2. Le metodologie di stima del capitale economico [Omissis]
6.
Scelta della metodologia valutativa
6.1. Scelta della metodologia valutativa
7.
La valutazione del ramo d’azienda “CONT”
7.1. Considerazioni introduttive
7.2. Determinazione del patrimonio netto rettificato
3
7.3.
7.4.
7.5.
7.6.
Determinazione del reddito medio normale atteso
Determinazione del tasso di capitalizzazione
Applicazione del metodo reddituale puro
Determinazione del valore economico del ramo d’azienda
“CONT”
8.
Conclusioni sulla valutazione del ramo
8.1. Conclusioni sulla valutazione del ramo
Allegati
-
4
Perizia giurata sul valore dei beni dello stabilimento di
CONT redatta dall’Ing. Raffaele Rossi in data 6 dicembre
2011 corredata di note introduttive [Omissis]
- Dichiarazione sostitutiva di atto notorio dell’Amministratore
Delegato della C S.p.A. con documentazione solidalmente
allegata [Omissis]
1. Conferimento e oggetto dell’incarico. Documentazione
esaminata
1.1. Conferimento e oggetto dell’incarico
In data ………………….. l’Illustrissimo Presidente del Tribunale Ordinario
di Milano ha designato, con atto Rg. 446/2001 e su istanza presentata in data
……………… dalla Società S S.p.A., Cod. Fisc. 01234567890, nella
persona del suo Legale Rappresentante Ing., il sottoscritto Prof. Dott. Dottore Commercialista in, n. ….., con studio in ……………, Cod.
Fisc…………, per la redazione di una relazione ex art. 2343 Codice Civile
riguardante la valutazione di un ramo d’azienda della C S.p.A., relativo
all’impianto di produzione di cemento sito in località CONT (RI), da
conferire alla S S.p.A. da parte della Società C S.p.A..
La descrizione dei beni oggetto del conferimento, il valore a ciascuno di essi
attribuito ed i criteri di valutazione adottati sono esposti nella presente
relazione.
1.2. Documentazione esaminata
Il sottoscritto ha adempiuto all’incarico affidatogli procedendo ad una serie
di indagini e stime e basandosi sull’esame di una lunga serie di documenti
forniti dalla C S.p.A..
In particolare lo scrivente ha esaminato la seguente documentazione, parte
della quale sottoscritta dall’Amministratore Delegato della C S.p.A. con
dichiarazione sostitutiva di atto notorio:
1) bilanci di esercizio e bilanci consolidati C S.p.A. relativi al 2007, al
2008, al 2009, al 2010;
2) descrizione catastale dello stabilimento di CONT redatta in data 28
ottobre 2011;
3) descrizione degli impianti dello stabilimento di CONT;
5
4) perizia giurata di stima delle immobilizzazioni materiali facenti capo
allo stabilimento di CONT redatta in data 6 dicembre 2011 dall’Ing.
Raffaele Rossi;
5) elenco sintetico degli elementi attivi e passivi del patrimonio della C
S.p.A. costituenti il ramo d’azienda denominato “CONT” al 31
dicembre 2011;
6) elenco sintetico delle risorse umane impiegate nello stabilimento di
CONT al 7 dicembre 2011, con indicazione delle relative retribuzioni
lorde medie annue, fornito dall’Area Risorse Umane della C S,p.A.;
7) relazioni presentate all’Assemblea annuale delle associate
dall’Associazione Italiana Tecnico Economica del Cemento (AITEC)
per gli anni 2007, 2008, 2009 e 2010;
8) studio condotto dalla EUROCONSTRUCT nel giugno del 2011 sulla
situazione del settore italiano delle costruzioni;
9) note introduttive alla perizia giurata sul valore dei beni dello
stabilimento di CONT redatta in data 6 dicembre 2011 dall’Ing.
Raffaele Rossi, recanti data 13 gennaio 2012;
10) valutazione delle riserve della miniera dello stabilimento di CONT
effettuata nell’ambito della proprietà societaria dall’Ing. Roberto
Valenza in data 23 maggio 2010 e relativa Appendice – Allegato “A”
recante data 15 giugno 2010;
11) dettaglio sui debiti verso fornitori del ramo al 31 dicembre 2001;
12) dettaglio affitti palazzine sociali del ramo al 31 dicembre 2001;
13) conto economico ramo d’azienda CONT 1997-2001;
14) dettaglio Fondo TFR ramo d’azienda CONT al 31 dicembre 2001;
15) dettaglio giacenze di magazzino ramo d’azienda CONT al 31
dicembre 2001;
16) dettaglio voce C17 del conto economico della C S.p.A. al 31
dicembre 2001;
17) copia contratto fra la C S.p.A. e la S S.p.A. del 5 gennaio 2001;
18) copia contratto fra la C S.p.A. e la S S.p.A. del 5 dicembre 2001;
Il perito ha inoltre avuto contatti con il Legale Rappresentante e con i
dirigenti della C S.p.A. ai quali ha richiesto ulteriori informazioni sulla
situazione della Società ed ogni altro chiarimento resosi necessario per
integrare le notizie tratte dalla sopraelencata documentazione.
Il perito ha infine effettuato un sopralluogo presso lo stabilimento di CONT.
Prima di passare alla diretta applicazione della metodologia valutativa si è
ritenuto opportuno schematizzare rapidamente le principali vicende
societarie ed economico-aziendali della C S.p.A. fin dalla sua costituzione,
6
inserite nel contesto ambientale di riferimento e in particolare nel relativo
mercato nel quale opera, per fare meglio comprendere il significato della
presente relazione di stima.
Come emergerà chiaramente in seguito, la presente relazione è inoltre il
frutto di una preventiva analisi dei principali possibili metodi di valutazione
del capitale economico elaborati dalla Dottrina economico-aziendale e dalla
prassi.
Si è ritenuto infatti opportuno procedere ad una analisi, sia pur sintetica, dei
punti di forza e di debolezza dei principali metodi di valutazione anche e
soprattutto in rapporto allo specifico complesso di beni oggetto della
presente attività peritale, per poi passare alla stima del ramo d’azienda
oggetto del conferimento in base al metodo ritenuto più appropriato.
E’ opportuno rilevare da subito che il ramo d’azienda in questione, da un
lato, presenta una elevata consistenza patrimoniale, dall’altro, una
significativa redditività, componenti che devono essere variamente
considerate nella valutazione e che devono entrambe necessariamente
incidere sul valore da determinare mediante le modalità che espliciteremo.
7
2. Presentazione e breve storia del gruppo C e del ramo
d’azienda “CONT” oggetto di conferimento
2.1. Presentazione e breve storia del Gruppo C
La C S.p.A. è la capogruppo di un insieme di società che opera da circa 80
anni nel settore della produzione e commercializzazione di cemento.
La C viene costituita nel 1920 con la denominazione di “Società Cementi
Italia” attraverso l’accorpamento in un unico soggetto economico di diverse
società già impegnate nella produzione di cemento.
Attraverso una progressiva attività di espansione della propria attività il
gruppo passa dai poco meno di 250 dipendenti occupati nel 1935 agli oltre
1.100 della metà degli anni Sessanta, raggiungendo e superando nel 1975,
con 8 unità produttive, 1.600.000 tonnellate annue di prodotto.
Nel corso degli ultimi venticinque anni il gruppo C si è orientato verso la
progressiva razionalizzazione della propria presenza sul mercato puntando
soprattutto sul conseguimento di economie di scala, mediante l’impiego di
pochi grandi impianti di notevole capacità produttiva e tecnologicamente
avanzati.
Tale attività di consolidamento ha portato oggi il gruppo C, con circa 450
dipendenti direttamente occupati, 4 stabilimenti dedicati alla produzione di
cemento e 19 centrali di produzione di calcestruzzo, a rappresentare uno dei
principali operatori del settore, con una quota pari a circa il 4% del mercato
nazionale1.
2.2. La Società C S.p.A. e il ramo d’azienda “CONT”
All’interno del gruppo, la Società C S.p.A. svolge la propria attività
produttiva attraverso i tre stabilimenti di Siena, CONT (RI) e Genova.
1
Dati forniti dall’Associazione Italiana Tecnico Economica del Cemento (AITEC) nella
Relazione all’Assemblea annuale delle associate, Roma, 11 luglio 2001.
8
L’ubicazione degli stabilimenti, in prossimità delle principali reti stradali ed
autostradali del Paese, consente loro di servire agevolmente il mercato di
riferimento, oggi principalmente rappresentato dalle Regioni dell’Italia
centrale e settentrionale.
Lo stabilimento di CONT oggetto del conferimento, in particolare, situato a
circa 10 Km da Rieti nell’entroterra laziale, è stato realizzato all’inizio degli
anni Sessanta ed è entrato in funzione nel 1970.
La sua attuale configurazione lo fa attestare su una produzione annua di
oltre 500.000 tonnellate di cemento impiegando n. 91 dipendenti così
suddivisi2:
- 1 dirigente;
- 26 impiegati;
- 3 intermedi;
- 61 operai.
2
Cfr. Documento 6.
9
3. Breve analisi del mercato di riferimento3
3.1. Quadro di sintesi sulla situazione economica nazionale
La crescita che ha caratterizzato il sistema economico europeo nel corso
dell’anno 2000, come diretta conseguenza della progressiva espansione di
quello mondiale e dell’incremento di competitività del quale il sistema
Europa ha beneficiato anche per effetto del deprezzamento subito dalla
moneta unica in tale periodo, ha coinvolto anche e soprattutto l’economia
italiana che, in particolare, ha fatto registrare un tasso medio di crescita del
2,9%, con un incremento rispetto al 1999 di almeno 1,3 punti percentuali e
quindi con un risultato che, assieme a quello conseguito nel 1995,
costituisce il più significativo dell’ultimo decennio.
Nonostante l’economia italiana risulti in ritardo rispetto a quella dei
principali partners europei nel recupero di adeguati ritmi di espansione, il
tasso di crescita differenziale rispetto alla restante area dell’euro si è ridotto
nell’anno 2000 allo 0,5% rispetto allo 0,9% registrato nel 1999: il
miglioramento si è manifestato soprattutto nel settore dei servizi, cresciuto
di circa il 3%, mentre quello dell’industria in senso stretto ha registrato
un’espansione di circa il 2,7%.
Nel caso specifico del settore delle costruzioni, dopo la crescita di oltre il
5% nel 1999, nel 2000 si è concretizzato un ulteriore incremento fino a circa
il 5,6%, dovuto soprattutto alla notevole ripresa del segmento dell’edilizia
residenziale attestatosi su circa il 6,2% di incremento (cfr. grafico di pagina
seguente).
3
Le informazioni riportate nel presente capitolo fanno riferimento ai dati emergenti dalle
Relazioni presentate all’Assemblea annuale delle associate dall’Associazione Italiana
Tecnico Economica del Cemento (AITEC) per gli anni 1997, 1998, 1999 e 2000, oltre che a
quelli forniti da uno studio condotto dalla EUROCONSTRUCT nel giugno del 2001 sulla
situazione del settore italiano delle costruzioni.
10
Fonte: CRESME
Ciò ha consentito non solo al settore delle costruzioni di mantenere anche
per il 2000 un peso di circa il 15% sull’intero comparto delle attività
industriali del Paese, ma più in particolare, al sottosettore dell’industria
cementiera di raggiungere un incremento della propria produzione di oltre il
4,5%, chiudendo l’anno 2000 con un saldo commerciale di scambio con
l’estero in attivo per oltre 200.000 tonnellate di prodotto venduto.
3.2. Linee di tendenza della domanda nel settore delle costruzioni
I dati riportati nel precedente paragrafo consentono di concludere come
l’anno 2000 abbia fatto registrare al sistema economico nazionale un
risultato decisamente positivo, con una domanda in beni di investimento e
un’attività nel settore delle costruzioni in sensibile espansione.
Stando infatti ai dati forniti dall’ISTAT, gli investimenti nel settore delle
costruzioni sono passati dai 168.734 miliardi di lire del 1999 ai 180.562
miliardi di lire correnti del 2000, facendo quindi registrare un incremento
assoluto di 11.828 miliardi, pari a circa il 7%.
11
Dopo una fase di sostanziale stagnazione nel periodo 1994-1997, seguita
alla grande crisi del 1993-1994, il settore italiano delle costruzioni sta
attualmente attraversando una fase favorevole caratterizzata da un tasso
medio annuo di crescita del comparto di oltre il 5% per due anni consecutivi
(1999 e 2000). Il trend positivo dovrebbe perdurare, secondo le attuali
previsioni, almeno per tutto il triennio 2001-2003, sia pure con un tasso
medio atteso di crescita più contenuto, pari a circa il 2%. Questi dati sono
schematizzati nel grafico riportato nella pagina seguente.
Le motivazioni della tendenza positiva del settore sono molteplici.
La prima è certamente rappresentata dal nuovo impulso che l’attività di
manutenzione dei fabbricati ad uso abitativo ha ricevuto per effetto
dell’introduzione da parte della Legge Finanziaria per il 1998 di specifiche
agevolazioni fiscali, quali appunto la detraibilità delle spese sostenute a
fronte di interventi di manutenzione ordinaria, straordinaria e di
manutenzione edilizia nella misura del 41%4 del loro importo complessivo e
la previsione di una aliquota IVA agevolata (fissata al 10%).
Fonte: CRESME
Una seconda motivazione va ricercata in un riacquisito dinamismo da parte
del mercato delle nuove abitazioni civili, dovuto alle maggiori possibilità
per le famiglie di contrarre mutui fondiari a condizioni interessanti.
4
Aliquota ridotta successivamente al 36% per l’anno 2000.
12
Tutto ciò ha fatto sì che nel loro complesso gli investimenti in abitazioni
civili siano cresciuti dai 92.622 miliardi del 1999 ai circa 97.874 miliardi
del 2000, ossia con un incremento prossimo al 5,7% in termini nominali
(2,5% in termini reali).
Infine una terza ma non meno importante causa di ripresa del settore dal lato
della domanda è costituita dalla nuova tendenziale crescita, piuttosto
sostenuta, degli investimenti per la realizzazione di opere pubbliche ed
infrastrutture a fronte di una sostanziale tenuta di quelli effettuati dalle
imprese nel comparto dei fabbricati produttivi: nel corso dell’anno 2000,
confermando peraltro un trend già in atto dal 1997 senza soluzione di
continuità, gli investimenti nel comparto del Genio Civile hanno registrato
un incremento di circa il 3% in termini reali5, mentre il comparto dei
fabbricati produttivi si è ampliato di circa il 6,5% in quantità, soprattutto
sotto la spinta di agevolazioni fiscali introdotte per sollecitare l’acquisto di
nuovi beni strumentali finalizzati allo svolgimento dell’attività d’impresa.
In generale l’intero segmento dell’edilizia non residenziale (fabbricati
produttivi e opere pubbliche) ha registrato nell’anno 2000 un volume di
investimenti per circa 82.688 miliardi con una crescita complessiva del
5,1% circa in termini reali.
3.3. Produzione e consumi di cemento in Italia
La progressiva ripresa degli investimenti nel settore delle costruzioni ha
naturalmente avuto favorevoli ripercussioni sul mercato italiano del
cemento, per il quale i risultati conseguiti nell’anno 2000, in termini sia di
produzione sia di consumi interni al sistema Paese, si inseriscono in un
sostanziale trend positivo avviatosi nella seconda metà degli anni ’90 a
seguito della stagnazione che ha caratterizzato l’intero comparto negli anni
1994-1997 e sulla quale ci siamo brevemente soffermati nel corso del
precedente paragrafo.
Mentre la produzione interna è passata dalle circa 37.298.944 tonnellate del
1999 alle circa 39.020.149 del 2000, con un incremento in valore assoluto di
1.720.205 tonnellate pari a poco più del 4,6%, i consumi interni di cemento
5
Anche per l’anno 2001 le proiezioni fornite dall’Associazione nazionale dei costruttori
edili (ANCE) preannunciano un sostanziale incremento degli investimenti nel settore delle
opere pubbliche con un tasso medio annuo di crescita atteso di circa il 2,5% in termini reali.
13
hanno raggiunto
ggiunto le 38.337.636 tonnellate, con una crescita rispetto al 1999
di circa 2.190.000 tonnellate, pari al 6,1% (cfr. grafico seguente).
Fonte: AITEC, anno 2000
Nel biennio 1998-1999
1999 il prodotto è stato assorbito dall’edilizia residenziale
per circa il 36,1%,
6,1%, dall’edilizia strumentale per circa il 32,6% e dalle opere
pubbliche per il restante 31,3%6.
6
Dati emergenti dal Rapporto finale di un recente studio pubblicato dall’Associazione
Italiana Tecnico Economica del Cemento (AITEC) alla fine dell’anno 2000 sul comparto
dell’industria cementiera per il biennio 1998
1998-1999.
Da una precedente indagine portata a termine nel 1991 l’Associazione rilevava i seguenti
dati relativi al consumo di cemento sul mercato italiano nel 1991: edilizia residenziale:
34,5%; edilizia strumentale: 29,7%; opere pubbliche: 35,8%..
14
3.4. Struttura del settore dal lato dell’offerta
La struttura del settore italiano del cemento dal lato dell’offerta ha fatto
registrare nel corso degli ultimi anni variazioni di scarsa entità nelle proprie
peculiarità, rappresentate da una articolata distribuzione delle unità
produttive sul territorio nazionale e da una rilevante attenzione da parte
delle imprese al consolidamento della propria posizione sul mercato
mediante l’ottimizzazione degli impianti ed il conseguente contenimento dei
costi di produzione.
In Italia il processo di concentrazione, in atto da molto tempo anche in
questo settore, nonostante non si sia verificata l’accentuazione recentemente
manifestatasi in tutti gli altri Paesi ad economia avanzata, ha ridotto il
numero degli operatori dalle 30 unità del 1999 alle 28 censite nell’anno
2000 per un totale di 86 stabilimenti (gli operatori italiani del settore erano
37 nel 1996, 42 nel 1989 e ben 72 nel 1969)7.
Il tasso di concentrazione, sensibilmente inferiore alla media europea, è
tuttora in grado di garantire un sufficiente livello di concorrenzialità fra le
imprese italiane con conseguenti vantaggi per la clientela sotto il profilo sia
del prezzo sia del livello qualitativo del prodotto offerto.
La situazione di tendenziale concentrazione dal lato dell’offerta nell’ambito
del settore e l’elevata distribuzione degli stabilimenti produttivi su tutto il
territorio nazionale sono sintetizzati nelle tabelle riportate nella pagina
seguente.
7
Dati riportati nelle Relazioni presentate all’Assemblea annuale delle associate
dall’Associazione Italiana Tecnico Economica del Cemento (AITEC) per gli anni 1997,
1998, 1999 e 2000.
15
Fonte: AITEC, anno 2000
16
4. Descrizione del ramo d’azienda “CONT” oggetto di
conferimento
4.1. Individuazione delle attività e passività da conferire
Gli elementi attivi e passivi del patrimonio della Società conferente C S.p.A.
da apportare alla Società conferitaria S S.p.A., costituenti il ramo d’azienda
denominato “CONT” al 31 dicembre 2001, sono stati individuati dalla stessa
C S.p.A.8 nelle voci seguenti:
ATTIVITA’
A. IMMOBILIZZAZIONI TECNICHE
1. Terreni agricoli
2. Area e fabbricati civili
3. Terreni adibiti a cava
4. Area e fabbricati industriali
5. Impianti e macchinari
6. Attrezzature industriali e commerciali (“Attrezzature di servizio”)
7. Immobilizzazioni in corso e acconti
B. RIMANENZE
1. Materie prime, sussidiarie e di consumo
2. Prodotti in corso di lavorazione e semilavorati
3. Prodotti finiti e merci
C. CREDITI
1. Verso clienti
2. Verso INAIL
3. Depositi cauzionali
D. DISPONIBILITA’ LIQUIDE
8
Cfr. Documento 5.
17
1. Denaro e valori in cassa
PASSIVITA’
A. TRATTAMENTO DI FINE RAPPORTO
B. DEBITI
1. Verso banche
2. Verso fornitori
4.2. Dettagliata descrizione delle attività e passività da conferire
Sulla base dell’elencazione fornita dalla stessa Società conferente C S.p.A.,
le singole voci costituenti gli elementi attivi del ramo d’azienda denominato
“CONT”, possono essere sinteticamente dettagliate nel modo seguente:
ATTIVITA’
A. IMMOBILIZZAZIONI TECNICHE
Terreni agricoli9
Si tratta di terreni agricoli ubicati nel Comune di Montasola per 97.850 mq,
in quello di Greccio per 120.950 mq e in quello di Roccantica per 171.632
mq non destinati allo svolgimento dell’attività principale.
1.
2. Area e fabbricati civili10
Fanno parte del ramo d’azienda “CONT”:
- una palazzina di 14 appartamenti ed una autorimessa sita nel Comune di
CONT in Viale Velino, n. 12;
- una palazzina di 12 appartamenti ed una autorimessa sita nel Comune di
Greccio in Via Paolo Meacci, n. 8;
- una palazzina di 12 appartamenti, di cui solo 9 di proprietà, ed 8 garages,
di cui solo 5 di proprietà, sita nel Comune di Greccio in Via Paolo
Meacci, n. 5;
9
Cfr. Documento 4.
Cfr. Documento 2 e 4.
10
18
- un appartamento di civile abitazione con annessa autorimessa sito nel
Comune di Cottanello in Via Le Tre Mole.
3. Terreni adibiti a cava
La zona mineraria occupa una superficie di circa 1.246.049 mq11 e si
estende in massima parte nel territorio del Comune di CONT, per la restante
in quello di Greccio12.
La coltivazione della miniera è attualmente affidata in appalto ad una ditta
esterna con costi di estrazione inferiori a quelli che deriverebbero da una
gestione di tipo diretto da parte della Società13.
Le risorse del giacimento sono oggi in grado di far fronte da sole alla
domanda dello stabilimento14.
Le riserve di marna sono di entità notevole e potranno essere ulteriormente
incrementate mediante l’acquisto di altre frazioni di terreno già comprese
nell’area mineraria15.
4. Area e fabbricati industriali16
L’area occupata dallo stabilimento ed adibita ad uso industriale si estende
per 426.763 mq sul territorio del Comune di CONT e per 177.100 mq su
quello del Comune di Greccio.
Prima di effettuare l’individuazione dei fabbricati facenti parte del ramo, è
opportuno sottolineare che alcuni di questi, pur fisicamente indipendenti,
sono in senso funzionale strettamente collegati a specifici impianti
produttivi.
Tali opere murarie e assimilate trovano collocazione in questo paragrafo
mentre dal punto di vista valutativo, come vedremo, sono opportunamente
assimilate agli impianti e macchinari in quanto la loro stima non può
prescindere dal collegamento funzionale con questi ultimi con i quali
costituiscono un tutto inscindibile.
I fabbricati industriali comprendono:
- un capannone in cemento armato con struttura in acciaio e lamiera di
4.100 mq e 39.500 mc adibito a deposito per la marna frantumata;
11
Cfr. Documento 4.
Cfr. Documento 2.
13
Cfr. Documento 3.
14
Cfr. Documento 3.
15
Cfr. Documento 3.
16
Cfr. Documento 4.
12
19
- una struttura in cemento armato di 710 mq e 14.000 mc adibita al
processo di macinazione crudo;
- un capannone in cemento armato con struttura in acciaio di 39.800 mc
adibito a deposito delle materie prime;
- una struttura in cemento armato di 42.500 mc adibita al processo di
macinazione del cemento;
- un silo in cemento armato di 1.500 mc adibito a deposito per
l’essiccazione;
- una struttura in cemento armato di 4.850 mc adibita al deposito e al
processo di macinazione del carbone;
- una struttura in cemento armato di 10.875 mc adibita al processo di
insaccamento.
Ad essi occorre poi aggiungere:
- una palazzina per uffici, costituita da un fabbricato in cemento armato di
363 mq e 1.100 mc;
- un magazzino per mattoni refrattari, costituito da un fabbricato in
cemento armato di 430 mq e 2.200 mc;
- un garage, costituito da un fabbricato in cemento armato di 300 mq e
1.250 mc;
- una cabina elettrica, costituita da un fabbricato in cemento armato di 140
mq e 700 mc;
- la diga del bacino idrico, costituita da una struttura in cemento armato;
- un magazzino per materiali ed officine, costituiti da un fabbricato in
cemento armato di 950 mq e 5.000 mc;
- una cabina per la decompressione del metano, costituita da un fabbricato
in cemento armato di 70 mq e 220 mc;
- una sala centralizzata con annesso laboratorio e sala compressori,
costituiti da un fabbricato in cemento armato di 310 mq e 2.400 mc;
- un locale adibito a mensa e spogliatoi in un fabbricato in cemento armato
di 410 mq e 1.250 mc;
- un deposito per pianali, costituito da un fabbricato in cemento armato di
40 mq e 195 mc;
- un capannone per palettizzatrici, costituito da un fabbricato in cemento
armato di 2.900 mq e 14.550 mc;
- una palazzina per le spedizioni, costituita da un fabbricato in cemento
armato di 315 mq e 900 mc;
- una struttura per servizi igienici, costituita da un fabbricato in cemento
armato di 18 mq e 45 mc;
20
- una cabina elettrica per il filtro del forno, costituita da un fabbricato in
cemento armato di 105 mq e 360 mc;
- una cabina elettrica per elettrofiltro, costituita da un fabbricato in
cemento armato di 97 mq e 368 mc.
5. Impianti e macchinari17
La voce “impianti e macchinari” comprende i cespiti di seguito descritti.
- Impianto di frantumazione della marna.
L’impianto è costituito da un frantoio Hazemag a martelli tipo AP5 da
350 t/h e da un filtro Standard 4RK72, oltre che da tre nastri trasportatori
in gomma (1.200 x 80.500, 1.200 x 14.000 e 1.200 x 60.000) che
provvedono al trasporto della marna frantumata al capannone di deposito.
- Macchinari del capannone di deposito della marna.
Il prelevamento della marna frantumata dal deposito avviene tramite due
grattatrici laterali (una Miag a pettini tipo ZKN 315 e una Laker a tazze),
azionate in automatico dal controllo del livello di riempimento delle
tramogge dei mulini per la macinazione del crudo.
Ad esse vanno aggiunti tre nastri trasportatori in gomma (800 x 120.000,
800 x 55.000 e 650 x 77.000) e un trasportatore Stic (1.300 x 18.000).
- Impianto di 00 del crudo.
L’impianto si costituisce di due mulini verticali a pista e rulli, entrambi
della Loesche.
Il mulino principale è un Loesche LM/23 da 60 t/h con elettrofiltro Elex,
dotato di 3 bilance Hasler Freres a nastro.
L’altro è un Loesche LM/16 da 30 t/h, dotato anch’esso di 3 bilance
Hasler Freres a nastro.
- Impianto di miscelazione e omogeneizzazione.
L’impianto si costituisce di due sili della capacità complessiva di 50.700
mc, realizzati con sistemi di omogeneizzazione diversi in modo da
garantire una sufficiente qualità della miscela in alimentazione ai forni.
Il primo silo, da 19.400 mc, è dotato di un impianto di fluidificazione
Claudius Peters e di due filtri Beth.
Il secondo, da 31.300 mc, è anch’esso dotato di un impianto di
fluidificazione Claudius Peters, al quale si aggiunge un impianto di posta
pneumatica Krupp.
- Macchinari del capannone di deposito delle materie prime.
17
Cfr. Documento 4, con integrazioni dal Documento 3.
21
-
-
-
-
22
Si tratta di una piattaforma Bertoya, di un estrattore a tappeto Bedeschi,
di trasportatori di alimentazione del deposito e di due escavatori
Bedeschi tipo BEL F32/12.
Impianto di macinazione del cemento.
L’impianto si compone di un mulino principale della Polysius istallato
nel 1980 e impiegato per la produzione di cemento 32,5 e 42,5 oltre che
di C.E.I., e di un mulino Tosi per la produzione del cemento 52,5.
Il mulino Polysius da 88 t/h è dotato di cinque sili in ferro da 120 mc,
cinque filtri Standard DSK 36/2,5, altrettante bilance Saet a nastro ed un
separatore Polysius.
Il mulino Tosi è invece dotato di un filtro Standard VK 33, 4 bilance Saet
a nastro, un elevatore a tazze Gambarotta (500 x 23.600) ed un
separatore.
Impianto di essiccazione.
Si tratta di un impianto per la produzione di cemento pozzolanico
costituito da un essiccatore Hazemag M/810 dotato di filtro Standard VK
32/3,5.
Completano l’impianto i trasportatori di alimentazione dell’essiccatore,
due elevatori a tazze Gambarotta (500 x 12.500 e 400 x 21.200) ed un
trasportatore Stic (1.000 x 8.100).
Impianto di cottura.
L’impianto si compone di un forno Krupp istallato nel 1972 e
ammodernato nella seconda metà degli anni ’90 e di un forno Polysius
installato nel 1976.
Il primo forno è un modello rotante Krupp (3.500 x 50.000) da 30 t/h con
scambiatore di calore Krupp e griglia di raffreddamento Fuller, dotato di
filtro a maniche Redecam con scambiatore di calore (installato nel 1995)
ed elettrofiltro Elex (installato nel 1998). Ad esso sono correlati due
elevatori Beumer a tazze (500 x 35.000 e 500 x 42.400), un trasportatore
Aumund a tazze ed un silo di deposito del clinker da 7.650 mc.
Il secondo forno è un modello Polysius (3.000 x 45.000) da 20 t/h con
griglia Polysius tipo Lepol e griglia di raffreddamento Polysius tipo
Recupol, dotato di filtro Redecam BI-GET H 15 x 16/2 ed elettrofiltro
Redecam RED 1/3/12/400/7,4/5/3AAT. Completano la struttura un
elevatore a tazze Gambarotta (400 x 20.000), un granulatore Polysius
(4.000), un trasportatore Aumund (540 x 250 x 53.000) ed un silo
Cavazza da 7.600 mc.
Serbatoio di deposito dell’olio combustibile.
Si tratta di un serbatoio da 2.200 mc dotato di pompe di estrazione.
- Impianto per il deposito e la macinazione del carbone.
L’impianto è costituito da un frantoio Contimpianti a martelli e da un
mulino Contimpianti tubolare da 10 t/h, dotati di filtro Contimpianti NG
125/1,25.
Completano la struttura 4 sili in ferro da 630 mc e trasportatori Stic a
catena raschiante.
- Impianto per lo stoccaggio dei prodotti finiti.
L’impianto è costituito da cinque sili in cemento armato, due dei quali da
10.300 mc e i restanti tre da 2.835 mc., dotati di sistema di alimentazione
ed estrazione Moller, otto filtri Standard DSK 36/2,5 e due elevatori
Gambarotta (500 x 41.000), ai quali occorre aggiungere un silo Cifa da
170 mc e due filtri Sonair e Luhr.
- Impianto di insaccamento.
L’impianto si costituisce di due insaccatrici Haver & Boecker tipo 6
RCV, ciascuna delle quali dotata di infilasacchi Haver & Boecker e due
filtri Standard DSK 36/2,5.
Ognuna delle due insaccatrici è inoltre corredata da un trasportatore
Molliconi (1.000 x 6.300), da un elevatore Gambarotta (630 x 21.600) e
dai relativi nastri trasportatori in gomma.
- Impianto di palettizzazione.
L’impianto si costituisce di due palettizzatrici Ocme PAF/S, ciascuna
delle quali dotata di un caricatore Gambarotta a ponte e dei relativi nastri
trasportatori in gomma.
Alla voce “impianti e macchinari” sono inoltre riconducibili alcuni mezzi, in
generale adibiti alla movimentazione dei materiali e delle merci.
In particolare:
- un carrello FENDWIR 5390 (del 1972);
- una motospazzatrice Dulevo 120 (del 1977);
- un carrello CGT V60B (del 1980);
- una motospazzatrice Manuter SNC3 (del 1980);
- un carrello CGT V60 (del 1982);
- un carrello CGT VC60 (del 1987);
- una motospazzatrice Dulevo 250 (del 1987);
- un carrello CGT F60DSA (del 1992);
- una pala gommata CGT 916 (del 1993);
- due carrelli CGT V60B (del 1999);
- un muletto Ormic (del 2000);
- una motoscopa Dulevo RW 228 (del 2000);
- un carrello CGT EP30F 80E (del 2001);
23
- un carrello elettrico Still (del 2001);
- un carrello elettrico F40 (del 2001).
Fra gli impianti occorre infine ricondurre l’impianto di pesa, fra i
macchinari quelli della sala centralizzata nonché la cabina elettrica.
6. Attrezzature industriali e commerciali18
In questa categoria includiamo innanzitutto i veicoli costituenti il parco
autovetture della Società19, che comprende in particolare:
- una Jeep del 1978 (targa: RI 24596A);
- un FORD Transit VAN 100 DSL del 1990 (targa: RI 87633L);
- un FIAT Fiorino del 1991 (targa: RI 13107B);
- una ALFA ROMEO 33 1.3 del 1992 (targa: RI 30991T);
- una FIAT Uno D del 1994 (targa: RI 17213S);
- una FIAT Uno Trend del 1999 (targa: RI 90910B);
- una FIAT 180NC con botti del 1999;
- una FIAT 619 del 2000;
- una TOYOTA Yaris 1.0 del 2000 (targa: PP 313 PK);
- una FORD Combi Cusron 100 del 2001 (targa AM 972 TC).
Vi sono inoltre altre attrezzature di varia natura, costituite in particolare da:
- mobili e arredi;
- macchine per ufficio;
- attrezzatura del laboratorio chimico e fisico;
- attrezzatura dell’officina meccanica;
- impianto idrico.
7. Immobilizzazioni in corso e acconti
B. RIMANENZE
1. Materie prime, sussidiarie e di consumo20
Rientrano in questa categoria, oltre alle materie prime impiegate dagli
impianti dello stabilimento ai fini della produzione del cemento quali
prevalentemente gesso, pozzolana, sabbia e additivi di varia natura, anche i
combustibili impiegati per l’alimentazione energetica degli impianti stessi,
18
Cfr. Documento 4.
Ci conformiamo in questa occasione alla classificazione suggerita dalla migliore dottrina
che include le autovetture aziendali, e gli automezzi in generale, fra le attrezzature
industriali e commerciali. Cfr. in proposito F. DEZZANI–P. PISONI–L. PUDDU, Il bilancio,
Giuffrè, Milano, 1996, II ed., pp. 121-129.
20
Cfr. Documento 15.
19
24
quali prevalentemente coke di petrolio o semigrafitato, olio combustibile
ATZ e gas metano.
2. Prodotti in corso di lavorazione e semilavorati21
Si tratta di giacenze di marna, polverino, farina e clinker frutto dei diversi
stadi di lavorazione necessari alla realizzazione del processo di produzione
del cemento.
3. Prodotti finiti e merci22
Rientrano prevalentemente in questo raggruppamento le giacenze di
magazzino relative alle diverse tipologie di cemento prodotto dal “ramo”
quali:
- cemento superbianco 52,5;
- cemento T/52,5;
- cemento bianco;
- cemento 32,5 II B-L;
- cemento 32,5 IV-B;
- base cemento;
- cemento 42,5 II A-L;
- C.E.I.;
- calce idrata.
Ad esse occorre aggiungere le giacenze di prodotti di saccheria impiegati
per il confezionamento del prodotto e le giacenze di beni necessari alla
ordinaria attività di manutenzione degli impianti e dei macchinari dello
stabilimento (bulloni, cinghie, ecc.).
C. CREDITI
1-3. Verso clienti, verso INAIL e depositi cauzionali
Oltre ai depositi cauzionali, la voce comprende una serie di crediti vantati
nei confronti della S S.p.A..
D. DISPONIBILITA’ LIQUIDE
1. Denaro e valori in cassa
Si tratta delle disponibilità di denaro contante e degli altri valori relativi alla
cassa dello stabilimento di CONT.
21
22
Cfr. Documento 15.
Cfr. Documento 15.
25
PASSIVITA’
A. TRATTAMENTO DI FINE RAPPORTO
Lo stabilimento di CONT impiega attualmente, come già sottolineato, 91
dipendenti così suddivisi23:
- 1 dirigente;
- 26 impiegati;
- 3 intermedi;
- 61 operai;
ai quali corrisponde un FTFR ripartito nelle diverse categorie di dipendenti
B. DEBITI
1-2. Verso banche e fornitori
Oltre agli ordinari debiti di funzionamento fisiologici allo svolgimento
dell’attività di stabilimento24, rientra in questa categoria un finanziamento
per Lit. 28.000.000.000, pari a €. 14.460.793,17 concesso dal Monte dei
Paschi di Siena S.p.A. alla C S.p.A. e assistito dall’iscrizione di ipoteca di
primo grado sui terreni dello stabilimento e sul sovrastante complesso
industriale.
23
24
Cfr. Documento 6.
Cfr. Documento 11.
26
5. Brevi note n ordine alla valutazione d’azienda e di rami
d’azienda ed alle relative metodologie
5.1. Il concetto di capitale economico
[Omissis]
5.2. Le metodologie di stima del capitale economico
[Omissis]
27
6. Scelta della metodologia valutativa
6.1. Scelta della metodologia valutativa
Prima di esplicitare la metodologia adottata ed esporre i risultati della
valutazione, riteniamo opportuno premettere quanto segue.
1) I dati utilizzati includono in particolare i bilanci della C S.p.A. ed i
risultati “di stabilimento” relativi all’unità produttiva di CONT forniti dalla
Società e riferiti al 1997, 1998, 1999, 2000 e 200125. I risultati di
stabilimento sono stati sottoscritti con dichiarazione sostitutiva di atto
notorio da parte del rappresentante legale della Società.
2) La valutazione di un’azienda non è un processo standardizzato privo di
elementi di incertezza; pertanto il valore determinato rappresenta uno dei
possibili valori della società in oggetto, anche se nel caso di specie
costituisce un importante punto di riferimento ed a nostro avviso il più
attendibile.
3) Esistono diversi criteri valutativi che conducono a differenti risultati. La
maggior parte di tali criteri si basa sulla contemporanea considerazione della
redditività del complesso aziendale e della consistenza patrimoniale stimata
a valori correnti.
Il metodo da noi adottato è il “metodo misto del valore medio”,
rappresentato dalla media semplice dei seguenti metodi autonomamente
applicati:
- metodo patrimoniale semplice;
- metodo reddituale puro.
E’ stato opportuno applicare questo “metodo misto” per tenere conto
contemporaneamente ed in eguale misura della componente patrimoniale e
di quella reddituale. Pertanto la valutazione del ramo d’azienda “CONT”
assume la seguente formulazione, assegnando alla componente patrimoniale
uguale peso rispetto a quella reddituale:
25
Al momento della stesura della presente relazione i dati aziendali al 31/12/2001 sono
contenuti in una situazione patrimoniale aggiornata a tale data, sottoscritta con
dichiarazione sostitutiva di atto notorio da parte del rappresentante legale della Società.
28
W=
1
R
 K '+ 
2
i 
dove:
W = capitale economico;
K’= patrimonio netto rettificato;
R = reddito medio normale atteso;
i = tasso di capitalizzazione;
La scelta di tale metodo, a nostro avviso, coglie pienamente le
caratteristiche strutturali ed operative della società ed in particolare dello
specifico ramo d’azienda.
Riteniamo pertanto opportuno adottare il metodo del “valore medio” per due
ordini di motivi:
- l’elevata consistenza patrimoniale del ramo d’azienda che rende
necessaria una stima puntuale del valore dei singoli cespiti; il ramo
“CONT” è caratterizzato infatti da beni strumentali di ingente valore e
conseguentemente la componente patrimoniale risulta di fondamentale
importanza e non può essere ignorata;
- la necessità comunque di valutare l’attitudine del ramo a produrre reddito
superiore rispetto a quello considerato “congruo”.
E’ bene, infatti, sottolineare come le società operanti nel settore del
cemento, così come in quello dei laterizi e delle ceramiche, e in tutti quei
settori caratterizzati dalla produzione di beni c.d. “poveri” con pesi specifici
molto elevati e prezzi di mercato proporzionalmente molto ridotti,
necessitino, per potere svolgere la loro attività in modo economico, di una
imponente struttura produttiva rispetto al fatturato da realizzare.
La C S.p.A., in sostanza, opera in un settore che più di ogni altro presenta
barriere all’entrata dal punto di vista degli investimenti e la sopravvivenza al
suo interno è assicurata solo se si raggiungono elevate economie di scala. In
sostanza, dovendo valutare una società capital intensive, è necessario
considerare dapprima la sua componente patrimoniale e successivamente
quella reddituale che non può comunque essere trascurata, in quanto
un’azienda ha tanto più valore quanto più elevato è il reddito che produce.
Utilizzando il metodo misto con applicazione della media fra le risultanze
del metodo patrimoniale e del metodo reddituale si può tenere equamente
conto del valore dello stabilimento produttivo congiuntamente alla sua
29
capacità di produrre reddito, dalla quale in qualsiasi valutazione, ad avviso
di chi scrive, non si può prescindere.
Per queste motivazioni non abbiamo ritenuto opportuno applicare né metodi
finanziari puri, né metodi reddituali puri, in quanto avrebbero considerato il
valore del ramo in termini di flussi trascurando l’aspetto patrimoniale che,
nel caso specifico, sembra di grande importanza.
La formula precedente può essere scritta anche nel seguente modo lasciando
inalterato il suo significato:
1R

W = K '+  − K ' 
2 i

Dal punto di vista formale tale ultima espressione ci sembra ancora più
chiara per esprimere la consistenza economica di un ramo d’azienda, in
quanto valuta, dapprima il patrimonio netto rettificato (K’) inteso come
somma algebrica delle diverse componenti patrimoniali riespresse a valori
correnti, successivamente l’eventuale avviamento che nell’ambito del ramo
d’azienda dovrà essere considerato come voce aggiuntiva dell’attivo
patrimoniale.
Il metodo del valore medio, in particolare in questa seconda formulazione,
ci pare pertanto particolarmente adeguato ad evidenziare il valore
economico del ramo d’azienda suddiviso nelle diverse componenti
patrimoniali, ivi compreso l’avviamento.
In sintesi, con il metodo del valore medio espresso nella seconda
formulazione, il patrimonio netto rettificato viene incrementato della metà
R
del differenziale
− K ' , vale a dire della metà dell’avviamento: il metodo
i
del valore medio si presenta per questo motivo particolarmente prudente, in
quanto non considera per intero l’avviamento. Tale procedimento si basa
sull’assunto che l’avviamento debba comunque essere considerato con
cautela e limitazione, data la componente di indeterminatezza ed
evanescenza che spesso lo contraddistingue.
In ultimo si sottolinea la complementarità del valore patrimoniale e del
valore reddituale che si fondono in un valore unico pur suddiviso nelle
diverse componenti.
4) Nell’ambito di un determinato criterio valutativo si rende necessario il
ricorso ad ipotesi ed informazioni la cui scelta presenta elementi soggettivi e
caratterizzati da incertezza. Le scelte da noi operate vengono motivate di
volta in volta nel corso della relazione peritale e rappresentano quelle che,
30
secondo il nostro giudizio professionale, meglio concordano con l’obiettivo
generale della presente valutazione.
In base all’incarico ricevuto lo scrivente ha proceduto alla valutazione del
ramo d’azienda della C S.p.A. denominato “CONT” riferita al 31 dicembre
2001, poiché successivamente al ricevimento del presente incarico sono
risultati disponibili dati aggiornati a tale data e messi a disposizione dalla
Società prima della conclusione delle operazioni peritali.
E’ opportuno chiarire da subito:
- la valutazione degli elementi patrimoniali immobilizzati è effettuata sulla
base di una perizia giurata redatta da un perito indipendente iscritto in
apposito albo professionale, l’Ing. Raffaele Rossi, sulla cui attendibilità
non si hanno elementi per dubitare. Per quanto riguarda gli altri elementi
patrimoniali ci siamo basati, come punto di partenza, su dichiarazioni
sostitutive di atto notorio del rappresentante legale della società alle quali
è seguita verifica contabile a campione.
- l’applicazione del metodo reddituale, con conseguente determinazione
dell’avviamento è effettuata sulla base dei redditi operativi di
stabilimento riferiti agli esercizi 1997, 1998, 1999, 2000, 2001, dai quali
sono stati ricavati i redditi netti normalizzati con i procedimenti che
illustreremo in seguito. La componente reddituale si basa sul calcolo
della media dei redditi normalizzati del ramo per il periodo 1997-2001,
periodo sufficientemente ampio nel quale sono comprese tutte le fasi
dell’andamento economico del settore e dell’impresa, e come controllo
sull’estrapolazione di un “reddito medio normale” indicativo della
capacità di reddito dell’azienda, che tenga conto delle potenzialità in
grado di essere espresse nel tempo.
Nel capitolo che segue tali preventive considerazioni sono esplicitate in
modo sistematico contemporaneamente alla determinazione del capitale
economico della società.
31
7. La valutazione del ramo d’azienda “CONT”
7.1. Considerazioni introduttive
Il ramo d’azienda “CONT” è valutato con il metodo misto del valore medio,
espresso, come già ricordato, dalla formula seguente:
W=
1
R
 K '+ 
2
i 
dove:
W = valore del capitale economico
K’ = patrimonio netto rettificato
R = reddito medio normale atteso
i = tasso di capitalizzazione
Risulta chiaramente dalla formula sopra indicata che il metodo di
valutazione adottato considera, con peso uguale, sia gli aspetti patrimoniali
sia quelli reddituali, addivenendo ad una stima che è la media semplice dei
valori risultanti dall’applicazione del metodo patrimoniale semplice e del
metodo reddituale puro.
La considerazione degli aspetti patrimoniali, di primaria importanza in una
impresa industriale ad alta intensità di capitale e a contenuto tecnologico
relativamente basso, come quella in esame, va integrata comunque da una
valutazione che consideri altresì gli aspetti reddituali.
Come già sottolineato, si assegna nell’ambito della valutazione un peso di
1/2 alla componente patrimoniale e di 1/2 a quella reddituale per conferire al
ramo d’azienda un valore congruo che tenga conto, dapprima della sua
struttura produttiva, poi della capacità dell’azienda di produrre reddito e
quindi del suo avviamento. In realtà il valore reddituale, come abbiamo
avuto modo di sottolineare esponendo il significato della formula:
1R

W = K '+  − K ' 
2 i

32
funge in questo caso, dato il settore di appartenenza e la situazione specifica
della società, da correzione del valore patrimoniale, in positivo o in
negativo, rappresentata dall’avviamento (positivo-goodwill o negativoR
badwill) espresso dalla differenza
− K' .
i
In sintesi è stato necessario adottare il suddetto metodo di stima per cogliere
la reale essenza dell’attività svolta dalla società ed è ritenuto dallo scrivente
il più opportuno in questa sede.
Procediamo di seguito a stimare i diversi elementi che determinano il valore
economico del ramo “CONT” al 31 dicembre 2001.
7.2. Determinazione del patrimonio netto rettificato
Nel procedere alla stima del capitale economico del ramo d’azienda
“CONT”, partiamo dai valori contabili degli elementi attivi e passivi che
costituiscono il patrimonio del ramo stesso, così come riportati nella sua
situazione patrimoniale aggiornata al 31 dicembre 2001, data di riferimento
della presente relazione di stima.
Tali valori, evidenziati nella tabella seguente, sono naturalmente diretta
conseguenza dell’applicazione dei criteri civilistici ed esprimono pertanto
tali elementi patrimoniali a “valori di libro”, oltre a riportare i beni
ammortizzabili ed i crediti verso la clientela, per definizione, al netto
rispettivamente dei corrispondenti fondi di ammortamento e delle
corrispondenti svalutazioni crediti.
Ai fini della determinazione della componente patrimoniale è innanzitutto
necessario riesprimere a “valori economici” tali elementi patrimoniali, così
da evidenziare la misura del loro effettivo contributo alla formazione del
patrimonio del ramo d’azienda in esame, sempre assumendo come
riferimento la data del 31 dicembre 2001.
33
Situazione patrimoniale al 31 dicembre 2001
del Ramo d'azienda "CONT" (in Euro)
Voce
Patrimoniale
Valore
Contabile
ATTIVO
Immobilizzazioni Tecniche
Terreni Agricoli
Area e Fabbricati Civili
Terreni Adibiti a Cava
Area e Fabbricati Industriali
Impianti e Macchinari
Attrezzature Industriali e Commerciali
24.752,72
820.955,16
44.696,79
279.105,54
2.393.240,98
132.417,14
Subtotale
Immobilizzazioni in Corso e Acconti
3.695.168,33
34.954,32
3.730.122,65
Rimanenze
Materie Prime, Sussidiarie e di Consumo
Prodotti in Corso di Lavorazione e Semilavorati
Prodotti Finiti e Merci
166.318,94
644.203,34
2.448.502,84
3.259.025,12
Crediti
Verso Clienti
Verso INAIL
Depositi Cauzionali
3.500.000,00
0,00
36.800,38
3.536.800,38
Disponibilità liquide
Denaro e Valori in Cassa
2.428,79
2.428,79
TOTALE ATTIVO
10.528.376,94
PASSIVO
Trattamento di Fine Rapporto
Trattamento di Fine Rapporto
1.505.717,58
1.505.717,58
Debiti
Verso Banche
Verso Fornitori
14.460.793,17
3.490.376,96
17.951.170,13
TOTALE PASSIVO
19.456.887,71
SBILANCIO
TOTALE
34
-8.928.510,77
ATTIVITA’
Immobilizzazioni Tecniche
Abbiamo sottolineato in precedenza come tra le voci che costituiscono il
patrimonio aziendale dal lato delle attività, le immobilizzazioni materiali o
tecniche costituiscano solitamente per le imprese industriali e, nel caso
specifico, per le società operanti nel settore dei materiali da costruzione, le
componenti caratterizzate da maggior incidenza.
Risulta quindi di tutta evidenza l’importanza che la corretta valutazione
delle immobilizzazioni tecniche riveste ai fini della presente relazione di
stima, così come la necessità di individuare un criterio di valutazione che sia
il più possibile rispettoso di quei requisiti di razionalità, obiettività e
generalità propri di un’attendibile metodologia valutativa del capitale
economico di un’azienda (o di un ramo di essa).
La migliore Dottrina economico-aziendale individua sostanzialmente tre
diversi possibili criteri per procedere alla valutazione delle
immobilizzazioni tecniche in esame26:
- il metodo del valore corrente di mercato;
- il metodo del costo corrente (di riproduzione o di sostituzione del bene);
- il metodo del valore di sostituzione per stralcio.
Il primo metodo consiste nella stima dei beni secondo il valore che sarebbe
comunemente assegnato dal mercato a beni ad esso similari, sulla base del
rapporto domanda-offerta.
Tale metodo, proprio perché presuppone l’esistenza di un significativo
mercato di riferimento per il bene in esame, con negoziazioni frequenti e
quotazioni sufficientemente affidabili, trova evidentemente applicazione per
quelle sole categorie di immobilizzazioni tecniche come terreni, fabbricati
civili, automezzi, ecc. per le quali siano verosimilmente riscontrabili
elementi di riferimento di mercato tali da garantire, attraverso prezzi
sufficientemente omogenei per età del bene, suo stato di usura, ecc., una
adeguata attendibilità del valore assegnato dal valutatore.
La natura stessa del metodo inoltre, proprio perché presuppone
intrinsecamente che i beni da valutare possano essere ceduti separatamente
gli uni dagli altri e in tempi rapidi, restringe la sua corretta applicabilità alle
26
Cfr. L. GUATRI–G. BRUGGER, La valutazione dei cespiti, EGEA, Milano, 1989, pp. 4-8;
O. PAGANELLI, Valutazione delle aziende, UTET, Torino, 1990, pp. 15-16; G. ZANDA–M.
LACCHINI–T. ONESTI, La valutazione delle aziende, Giappichelli, Torino, 1997, pp. 147150. Cfr. inoltre D. BALDUCCI, La valutazione dell’azienda, FAG, Milano, 2000, IV ed.,
pp. 118-123.
35
sole immobilizzazioni tecniche non funzionali, o quantomeno non più tali,
all’ordinario svolgimento dell’attività tipica dell’impresa alla quale
pertengono.
Il metodo del costo corrente, viceversa, trova generalmente applicazione in
tutte quelle occasioni in cui i beni oggetto di stima non sono correttamente
valutabili attraverso i dati forniti da un preesistente e consolidato mercato
dell’usato e stima il valore del bene attenendosi ad uno dei seguenti due
criteri:
- l criterio del costo di ricostruzione (o riacquisto o riproduzione);
- il criterio del costo di sostituzione (o rimpiazzo).
Il primo criterio stima il valore dell’immobilizzazione assegnando ad essa
un valore pari all’importo della somma che sarebbe necessario investire per
acquistare (o riprodurre in economia), porre in opera e mettere in funzione
un cespite identico per caratteristiche tecniche ed operative a quello oggetto
della stima.
Il secondo associa all’immobilizzazione un valore pari a quello del bene o
dei beni che sarebbe necessario acquistare per porre in essere un
investimento che, seppure non identico a quello oggetto della valutazione
per via dello sviluppo tecnologico nel frattempo intervenuto, sia ad esso
sostanzialmente equipollente, per rendimento qualitativo e quantitativo.
Appare chiaro che il criterio del costo di ricostruzione si presta ad essere
adottato in tutte quelle situazioni in cui l’acquisto di un cespite identico a
quello da valutare costituisca, in astratto, il sistema economicamente più
conveniente o l’unico concretamente praticabile per rimpiazzare
quest’ultimo.
Al contrario, in tutte quelle circostanze in cui ciò non dovesse accadere,
magari poiché alla data alla quale fa riferimento la valutazione l’innovazione tecnologica fa risultare più vantaggioso ricorrere all’acquisto di un
bene succedaneo ed equivalente in termini di utilità economica a quello da
valutare o ha reso realisticamente non più praticabile la strada di una
riproduzione fedele dello stesso, il criterio da prediligere sarà quello del
costo di sostituzione.
Naturalmente la corretta applicazione del metodo del costo corrente (a
prescindere da quale dei due criteri esaminati, di riproduzione o di
sostituzione del bene, si intenda far ricorso) presuppone che il valore da
assegnare in sede di valutazione al cespite oggetto di stima sia debitamente
ridotto per tener conto di tutti quegli aspetti che determinano la sua
inferiorità rispetto a quello che bisognerebbe assegnare ad un corrispondente
bene di nuovo acquisto (o costruzione).
36
Nel caso dell’applicazione del criterio del costo di ricostruzione è necessario
tener conto sia degli aspetti tecnici sia di quelli economici, entrambi
riconducibili alla minore vita economica residua del bene, alla sua
inferiorità operativa dovuta all’usura ed alla minore produttività rispetto a
quella di un impianto appena acquisito ed al minor valore che al bene stesso
deriva da fattori esogeni quali l’ubicazione, i costi di approvvigionamento di
fattori produttivi, i vincoli derivanti dalle norme poste a tutela
dell’ambiente, ecc.
Nel caso invece in cui si ricorra all’applicazione del criterio del costo di
sostituzione, poiché in tal caso occorre far riferimento al complesso degli
oneri che sarebbe necessario sostenere per rimpiazzare il bene da valutare
con uno che, pur beneficiando delle innovazioni tecnologiche intervenute,
sia equivalente per utilità ad esso, occorrerà tener conto, oltre che dell’obsolescenza tecnica e di quella economica, anche di quella funzionale
ossia dei minori costi operativi generalmente associati ad un cespite di
concezione più moderna sotto i più svariati profili (minore superficie
occupata, disponibilità di migliori materiali, ecc.).
Infine il terzo metodo, quello del valore di sostituzione per stralcio, assegna
al bene un valore pari alla somma che sarebbe possibile incassare dalla sua
vendita in occasione della cessazione dell’attività dell’impresa e
liquidazione del suo patrimonio.
Il metodo trova materialmente applicazione assumendo come valore quello
ottenuto mediante l’impiego di uno degli altri due metodi sopra descritti,
debitamente ridotto per tener conto di tutta quella serie di circostanze
inerenti l’ipotetica cessione che potrebbero incidere negativamente sul
valore complessivo della somma realizzabile, dalla aleatorietà tipica di ogni
operazione di negoziazione alle varie spese che si renderebbero necessarie
per portare a compimento l’operazione di vendita (spese di intermediazione,
oneri tributari, ecc.).
Le oggettive difficoltà che il processo di stima del valore delle
immobilizzazioni tecniche di un’azienda o di un ramo di essa secondo i tre
metodi appena illustrati presenta, portano solitamente il professionista
incaricato della valutazione ad avvalersi dell’assistenza di un perito
indipendente e specializzato che, iscritto in apposito Albo professionale,
possa offrire adeguate garanzie circa l’attendibilità delle valutazioni fornite
e dei pareri tecnici espressi.
Nel caso specifico, la stima del valore delle immobilizzazioni tecniche
afferenti al ramo d’azienda “CONT” si attiene in particolare ai dati forniti
dalla perizia giurata sul valore dei beni dello stabilimento redatta dall’Ing.
37
Raffaele Rossi in data 6 dicembre 200127, sulla veridicità e attendibilità
della quale non si hanno elementi per dubitare.
Nel procedere alla valutazione, l’Ing. Rossi ha innanzi tutto preso in esame
sia il presumibile valore a nuovo di ciascuna immobilizzazione presente
nello stabilimento, procedendo all’esame di varie offerte di macchine e
apparecchiature similari disponibili sul mercato nel biennio 2000-2001, sia
il periodo di vita normale di ognuna di esse28.
Sulla base di tali informazioni, e deducendo il periodo di vita residua di
ciascun immobilizzo facente parte del ramo dal suo grado di obsolescenza
funzionale ed operativa29, è pervenuto alla determinazione dei valori di
stima riportati nel documento citato.
Procediamo pertanto alla riespressione in termini correnti del valore
contabile delle immobilizzazioni tecniche del ramo d’azienda oggetto della
presente relazione di stima. I risultati di tale operazione sono riportati nelle
seguenti tabelle30.
Precisiamo che per quanto riguarda gli impianti e i macchinari si è reso
necessario procedere ad un abbattimento a titolo prudenziale del 30% sui
valori di stima contenuti nella citata perizia e basati di fatto su metodologie
“di mercato”.
Data la finalità della nostra valutazione e del procedimento da noi seguito
riteniamo opportuna l’applicazione, per quei beni cd “esclusivamente
funzionali”, di criteri che prescindano dal valore corrente di mercato, che
riteniamo invece utilmente e concettualmente utilizzabili per i beni che
27
Cfr. Documenti 4 e 9.
Ai fini della determinazione del periodo di vita normale degli impianti, il perito ha tenuto
conto di una serie di fattori quali:
- lo stato di conservazione delle apparecchiature;
- la capacità produttiva delle singole macchine in relazione agli attuali livelli di
produzione;
- l’attuale stato dell’arte in relazione allo sviluppo di nuove tecnologie;
- la disponibilità di assistenza e ricambi;
- l’affidabilità nel funzionamento;
- la possibile introduzione di norme o regolamenti che ne impedirebbero l’utilizzo e la
gestione.
29
In particolare l’Ing. Raffaele Rossi a proposito dell’obsolescenza funzionale e operativa
degli immobilizzi del ramo d’azienda in analisi prende in considerazione “la perdita di
valore causata da fattori inerenti la singola macchina o impianti quali: mancanza di capacità
rispetto all’equilibrio produttivo dell’intero complesso, inadeguatezza o incapacità a
svolgere le funzioni designate, avanzamenti tecnologici intervenuti nel settore”.
30
Si precisa che i valori contenuti nelle tabelle seguenti derivano dalla conversione in Euro
di importi espressi in Lire. I valori in Euro sono arrotondati alla seconda cifra decimale.
28
38
generalmente mantengono il valore nel tempo o lo incrementano come i
terreni ed i fabbricati. Relativamente a questi ultimi il suddetto abbattimento
non è stato, infatti, effettuato.
Si sottolinea inoltre, ancora una volta, che le opere murarie funzionalmente
collegate ad impianti e macchinari sono ad essi assimilate e quindi riportate
nell’apposita tabella “per destinazione” e non “per natura”.
Tabella 1
Terreni Agricoli
VALUTAZIONE
Mq
Valore stimato
Euro/mq
Comune di Montasola
Comune di Greccio
Comune di Roccantica
0,18
0,18
0,26
97.850
120.950
171.632
TOTALE
VALORE
CONTABILE
RETTIFICA
17.559,53*
21.771,00**
44.415,29*
4.483,27
4.588,21
15.681,24
13.076,26
17.182,79
28.734,05
83.745,83
24.752,72
58.993,11
* Il valore qui riportato converte in Euro quello in Lire presente nella perizia dell'Ing. Raffaele
Rossi. Quest'ultimo risultava essere approssimato al milione di lire rispetto a quello che si otterrebbe
dalla semplice moltiplicazione dei valori contenuti nelle due colonne di sinistra.
** Voce non presente nella perizia dell'Ing. Raffaele Rossi. Il valore di stima assegnato è stato
pertanto ottenuto sulla base dei dati forniti dalla Società e coerentemente con la metodologia utilizzata
nella citata perizia.
Tabella 2
Area e Fabbricati Civili
VALUTAZIONE
VALORE
CONTABILE
RETTIFICA
N° 14 appartamenti - Comune di CONT
N° 21 appartamenti - Comune di Greccio
N° 2 appartamenti - Comune di Cottanello
929.622,42
1.650.079,79
206.582,76
321.106,72
473.456,20
72.474,29
608.515,70
1.176.623,59
134.108,47
TOTALE
2.786.284,97
867.037,21
1.919.247,76
VALUTAZIONE
Mq
Valore stimato
VALORE
CONTABILE
Tabella 3
Terreni Adibiti a Cava
Euro/tonn
Zona Mineraria
TOTALE
1,29*
1.246.049
RETTIFICA
9.683.566,86**
44.696,79°
9.638.870,07
9.683.566,86
44.696,79
9.638.870,07
* Costo di estrazione per tonnellata di marna.
** Ipotizzando una produzione di cemento annua di 450.000 tonnellate l'Ing. Raffaele Rossi stima che
il consumo di marna per i prossimi 15 anni si attesti a circa 7.500.000 tonnellate.
° Costo di acquisto dei terreni adibiti a Zona Mineraria.
39
Tabella 4
Area e Fabbricati Industriali
Euro/mq
VALUTAZIONE
Mq
Valore stimato
VALORE
CONTABILE
RETTIFICA
Area Industriale
Comune di CONT
15,49 426.763
6.610.648,31*
83.931,86
6.526.716,45
Area Industriale
Comune di Greccio
15,49 177.100
2.633.930,19*
0,00
2.633.930,19
15.630,15
0,00
371,38
0,00
12.788,79
2.485,57
0,00
3.422,17
5.306,70
0,00
14.790,16
6.996,13
0,00
41.426,29
45.874,29
170.294,33
154.937,07
108.084,57
51.645,69
90.502,59
291.894,86
12.911,42
197.996,02
206.440,63
7.746,85
734.072,34
155.687,79
5.164,57
15.383,97
31.594,24
Palazzina Uffici
Magazzino Mattoni Refrattari
Garage
Struttura per Cabina Elettrica
Diga Bacino Idrico
Magazzino Materiali e Officine
Cabina Decompressione Metano
Sala Centralizzata - Laboratori – Sala Compressori
Locale Mensa e Spogliatoi
Deposito Pianali
Capannone Palettizzatrici
Palazzina spedizioni
Servizi Igienici
Cabina Elettrica per Filtro Forno
Cabina Elettrica Elettrofiltro
TOTALE
185.924,48
154.937,07
108.455,95
51.645,69
103.291,38
294.380,43
12.911,42
201.418,19
211.747,33
7.746,85
748.862,50
162.683,92
5.164,57
56.810,26
77.468,53
11.628.027,08
233.023,49 11.395.003,59
* Il valore attribuito è largamente approssimato per difetto rispetto a quello che si otterrebbe dalla
moltiplicazione dei valori contenuti nelle due colonne di sinistra.
40
2
289.215,86
2.530.638,81
3.072.918,55
1.265.319,40
1.012.255,52
156.737,82
903.799,57
686.887,68
1.879.903,11
1.265.319,40
976.103,54
5.928.925,20
542.279,74
11.713.242,47
VALUTAZIONE*
Impianto Frantumazione
Macchinari Capannone Deposito Marna Frantumata
Impianto Macinazione Crudo
Impianto Miscelazione e Omogeneizzazione
Macchinari Deposito Materie Prime
Impianto Macinazione Cemento
Impianto Essiccazione
Impianto Cottura
- Forno Rotante Krupp
8.821.083,84
- Forno Polysius
2.892.158,63
Serbatoio Deposito Olio Combustibile
Impianto Deposito e Macinazione Carbone
Impianto Stoccaggio Prodotti Finiti
Impianto Insaccamento
Impianto Palettizzazione
Mezzi per Movimentazione Materiali e Merci
- carrello FENDWIR 5390 (del 1972)
2.530,64
- motospazzatrice Dulevo 120 (del 1977)
5.422,80
- carrello CGT V60B (del 1980)
5.422,80
- motospazzatrice Manuter SNC3 (del 1980)
0,00**
- carrello CGT V60 (del 1982)
5.422,80
- carrello CGT VC60 (del 1987)
5.422,80
- motospazzatrice Dulevo 250 (del 1987)
14.460,79
- carrello CGT F60DSA (del 1992)
12.653,19
- pala gommata CGT 916 (del 1993)
21.691,19
- carrello CGT V60B (del 1999)
10.845,59
- carrello CGT V60B (del 1999)
10.845,59
- muletto Ormic (del 2000)
742,01**
- motoscopa Dulevo RW 228 (del 2000)
18.075,99
- carrello CGT EP30F 80E (del 2001)
26.210,19
- carrello elettrico Still (del 2001)
6.868,88
- carrello elettrico F40 (del 2001)
10.122,56
Impianti e Macchinari
Tabella 5
0,00
0,00
1.650,08
0,00
952,86
883,14
1.162,02
906,38
0,00
1.629,42
258,23
1.060,02
1.717,22
33.698,81
8.831,41
13.014,71
1.310.512,32
220.888,22
0,00
41.506,85
0,00
114.188,13
205.011,38
65.764,30
8.391,57
8.965,66
50.635,36
3.761,39
28.750,95
200.679,34
221,43
1.531.400,54
VALORE CONTABILE
2.530,64
5.422,80
3.772,72
0,00
4.469,94
4.539,66
13.298,77
11.746,81
21.691,19
9.216,17
10.587,36
-318,01
16.358,77
-7.488,62
-1.962,53
-2.892,15
7.510.571,52
2.671.270,41
289.215,86
2.489.131,96
3.072.918,55
1.151.131,27
807.244,14
90.973,52
895.408,00
677.922,02
1.829.267,75
1.261.558,01
947.352,59
5.728.245,86
542.058,31
10.181.841,93
RETTIFICA
2
36.543.708,65
542.279,74
0,00°
939.951,56
0,00°
108.455,95
0,00°
542.279,74
723.039,66
1.265.319,40
198.835,91
2.424.244,11
0,00
0,00°
0,00
0,00°
0,00
0,00°
0,00
65.591,54
13.607,03
85.768,64
34.119.464,54
542.279,74
0,00
939.951,56
0,00
108.455,95
0,00
542.279,74
657.448,12
1.251.712,37
113.067,27
* Il valore originario di stima è stato inserito abbattuto del 30%.
** Voce non presente nella perizia dell'Ing. Raffaele Rossi. Il valore di stima assegnato è stato pertanto ottenuto sulla base dei dati contabili forniti
dalla Società abbattuti del 30%.
° Il valore della struttura in c.a. è incorporato in quello dell'impianto che essa è destinata a contenere.
TOTALE
Capannone Deposito Marna Frantumata
Struttura in c.a. Impianto Macinazione Crudo
Capannone Deposito Materie Prime
Struttura in c.a. Impianto Macinazione Cemento
Silo di Deposito Impianto Essiccazione
Struttura in c.a. Impianto Deposito e Macinazione Carbone
Struttura in c.a. Impianto Insaccamento
Macchinari Sala Centralizzata
Cabina Elettrica
Impianto Pesa
2
PP 313 PK
AM 972 TC
RI 24596A
RI 87633L
RI 13107B
RI 30991T
RI 17213S
RI 90910B
Targa
7.230,40
14.460,79
216.911,90
90.379,96
72.303,97
1.807,60
7.230,40
3.615,20
3.253,68
3.615,20
1.807,60
13,56**
0,00**
7.772,68
7.000,00°
437.402,92
401.287,01
36.115,91
VALUTAZIONE*
2.694,85
20.269,88
25.220,59
10.766,44
34.761,17
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
193,67
19,37
0,00
6.907,61
580,43
101.414,01
93.712,93
7.701,08
VALORE CONTABILE
4.535,55
-5.809,09
191.691,31
79.613,52
37.542,80
1.807,60
7.230,40
3.615,20
3.253,68
3.615,20
1.613,93
-5,81
0,00
865,07
6.419,57
335.988,91
307.574,08
28.414,83
RETTIFICA
* Il valore originario di stima è stato inserito abbattuto del 30%.
** Voce non presente nella perizia dell'Ing. Raffaele Rossi. Il valore di stima assegnato è stato pertanto ottenuto sulla base dei dati contabili forniti
dalla Società abbattuti del 30%.
° Voce non presente nella perizia dell'Ing. Raffaele Rossi. Il valore di stima assegnato è stato pertanto ottenuto sulla base delle informazioni fornite
dalla Società e sulla base dei valori di mercato abbattuti del 30%.
TOTALE
Autovetture
- Jeep del 1978
- FORD Transit VAN 100 DSL del 1990
- FIAT Fiorino del 1991
- ALFA ROMEO 33 1.3 del 1992
- FIAT Uno D del 1994
- FIAT Uno Trend del 1999
- FIAT 180NC con botti del 1999
- FIAT 619 del 2000
- TOYOTA Yaris 1.0 del 2000
- FORD Combi Cusron 100 del 2001
Attrezzatura Varia
- Mobili e Arredi
- Macchine per Ufficio
- Attrezzatura Laboratorio Chimico e Fisico
- Attrezzatura Officina Meccanica
- Impianto Idrico
Attrezzature Industriali e Commerciali
Tabella 6
Tabella 7
Immobilizzazioni in Corso e Acconti
VALUTAZIONE
VALORE
CONTABILE
RETTIFICA
Immobilizzazioni in Corso e Acconti
34.954,32
34.954,32
0,00
TOTALE
34.954,32
34.954,32
0,00
Nel procedere all’esame dei dati in esse contenuti occorre comunque tener
presenti alcune considerazioni.
Nel riesprimere a valori correnti gli elementi attivi e passivi del ramo
d’azienda oggetto della presente relazione, particolare attenzione occorre
rivolgere alla valutazione della voce “Terreni adibiti a cava” presente all’interno della categoria delle “Immobilizzazioni tecniche”, anche e soprattutto
in ragione della specifica attività d’impresa svolta nello stabilimento di
CONT.
Il dato in base al quale le formazioni geologiche relative ai materiali in
coltivazione nella miniera di proprietà del ramo d’azienda si estendono ad
interessare l’intera regione circostante, consente infatti di considerare
potenzialmente illimitato l’ammontare delle riserve di marna disponibili per
lo svolgimento dell’attività tipica.
Ai fini della stima del valore della voce dell’attivo patrimoniale qui in
esame, tale ammontare viene quindi preliminarmente ridotto all’ambito dei
soli terreni di proprietà sociale e successivamente, a titolo prudenziale, alle
sole aree nelle quali sono ubicati i due cantieri attualmente in coltivazione
presso lo stabilimento.
Tali vincoli consentono di dedurre, sulla base delle informazioni fornite
dalla valutazione delle risorse della miniera effettuata nell’ambito della
proprietà societaria dall’Ing. Roberto Valenza in data 23 maggio 200031, un
ammontare di dette riserve per circa 15 milioni di metri cubi, pari a circa 34
milioni di tonnellate di marna.
Ipotizzando un consumo medio annuo di tale materia prima da parte degli
impianti dello stabilimento di circa 500.000 tonnellate, è possibile oggi
dedurre per le coltivazioni presenti all’interno dell’attuale proprietà
societaria una capacità stimata residua di far fronte alle esigenze produttive
del “ramo” pari ad un arco temporale superiore ai 65 anni.
Sotto questo profilo dunque i 15 anni presi in considerazione dall’Ing.
Raffaele Rossi32 per procedere alla stima del valore da attribuire alla voce
31
32
Cfr. Documento 10.
Cfr. Documento 4.
44
“Terreni adibiti a cava” assieme al dato rappresentato dal costo medio di
estrazione per tonnellata di marna pari a €. 1,29, consente senza dubbio di
ottenere una riespressione a valore corrente della zona mineraria di proprietà
del “ramo” che ben risponde a necessari criteri di prudenza.
Infine si precisa che le “Immobilizzazioni in Corso e Acconti” sono valutate
al valore contabile non essendoci elementi a supporto di una loro
rivalutazione.
Rimanenze
La valutazione delle giacenze dello stabilimento per quanto concerne:
- materie prime, sussidiarie e di consumo;
- prodotti in corso di lavorazione e semilavorati;
- prodotti finiti e merci
conferma per composizione, consistenza e valori i dati forniti dalla Società
stessa e sintetizzati nella tabella n. 9 riportata nelle pagine seguenti.
Crediti
La valutazione dei crediti vantati dal ramo d’azienda in esame riproduce il
valore contabile degli stessi alla data del 31 dicembre 2001.
A parte la voce “Depositi Cauzionali”, peraltro di modesto importo, si tratta
infatti di crediti vantati dal ramo oggetto di conferimento nei confronti della
stessa S S.p.A. e, come tali, non soggetti ad alcun tipo di perplessità sotto il
profilo del loro presunto grado di esigibilità.
I dati in questione sono riportati nella tabella seguente.
Tabella 8
Crediti
VALUTAZIONE
VALORE
CONTABILE
RETTIFICA
Verso Clienti (verso S S.p.A.)
Verso INAIL
Depositi Cauzionali
3.500.000,00
0,00
36.800,38
3.500.000,00
0,00
36.800,38
0,00
0,00
0,00
TOTALE
3.536.800,38
3.536.800,38
0,00
Disponibilità Liquide
Le disponibilità di denaro e valori in cassa alla data del 31 dicembre 2001
sono sintetizzate nella tabella seguente.
45
2
- Sacchi 32,5 IV B da 50 Kg
- Sacchi T/42,5 II AL da 25 Kg
- Saccheria
- Cem. superbianco 52,5
- Cemento T/52,5
- Cem. bianco (da 25 Kg)
- Cemento 32,5 II B-L
- Cemento 32,5 IV-B (da 50 Kg)
- Cemento 32,5 IV-B
- Base cemento
- Cemento 42,5 II A-L
- C.E.I.
- Cem. Bianco (da 50 Kg)
- Calce idrata
Prodotti in Corso di Lavoraz. e Semilavorati
- Marna
- Polverino
- Farina
- Clinker
Prodotti Finiti e Merci
- Prodotti
- Fossile
- Coke di petrolio
- Olio comb. ATZ
- Residui lav. tabacco
- Metano
- Coke semigrafitato
- Combustibili
- Gesso
- Cen. lignite umide
- Pozzolana
- Sabbia
- Solf. di alluminio
- Fanghi tratt. acque
- Add. Fluivol QI 10
- Loppa7
- Add. Ma. Ga. C100
Materie Prime, Sussidiarie e di Consumo
- Materie prime
Rimanenze
Tabella 9
101.238,22
2.750,53
0,00
68.610,90
4.828,84
54.389,07
0,00
196.146,32
0,00
222.409,43
30.416,53
0,00
1.419,49
0,00
78.136,19
14.500,49
0,00
0,00
416,70
1.104,62
0,00
39.342,42
0,00
0,00
0,00
11.089,84
0,00
21.728,68
279.374,19
578.220,58
21.219,85
0,00
12.606,28
610.377,21
93.053,38
73.265,56
644.203,34
166.318,94
2.448.502,84
VALUTAZIONE
101.238,22
2.750,53
0,00
68.610,90
4.828,84
54.389,07
0,00
196.146,32
0,00
222.409,43
30.416,53
0,00
1.419,49
0,00
78.136,19
14.500,49
0,00
0,00
416,70
1.104,62
0,00
39.342,42
0,00
0,00
0,00
11.089,84
0,00
21.728,68
279.374,19
578.220,58
21.219,85
0,00
12.606,28
610.377,21
93.053,38
73.265,56
2.448.502,84
644.203,34
166.318,94
VALORE CONTABILE
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
RETTIFICA
0,00
0,00
0,00
2
TOTALE
- Pezzi di ricambio (bulloni, cinghie, ecc.)
- Sacchi CEI da 25 Kg
- Sacchi 32,5 II-BL da 25 Kg
- Sacchi 32,5 IV/B da 25 Kg
- Sacchi T/42,5 II AL da 50 Kg
- Sacchi 32,5 II-BL da 50 Kg
- Sacchi C.E.I. da 50 Kg
18.385,04
5.200,20
34.394,85
64.171,18
28.709,65
24.524,52
1.590.908,07
3.259.025,12
18.385,04
5.200,20
34.394,85
64.171,18
28.709,65
24.524,52
1.590.908,07
3.259.025,12
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
47
0,00
Tabella 10
Disponibilità Liquide
VALUTAZIONE
VALORE
CONTABILE
RETTIFICA
Denaro e Valori in Cassa
2.428,79
2.428,79
0,00
TOTALE
2.428,79
2.428,79
0,00
PASSIVITA’
Trattamento di Fine Rapporto
La consistenza del Fondo Trattamento di Fine Rapporto alla data del 31
dicembre 2001 per ciascuna delle tre categorie di dipendenti impiegati
presso il “ramo” viene riportata nella tabella seguente e non è ovviamente
oggetto di alcuna rettifica.
Tabella 11
Trattamento di Fine Rapporto
Trattamento di Fine Rapporto
- Operai
- Impiegati
- Dirigenti
TOTALE
VALUTAZIONE
VALORE CONTABILE
1.505.717,58
790.594,68
686.022,06
29.100,84
1.505.717,58
790.594,68
686.022,06
29.100,84
1.505.717,58
RETTIFICA
0,00
0,00
0,00
0,00
1.505.717,58
0,00
Debiti
Al di là degli ordinari debiti di funzionamento fisiologici allo svolgimento
dell’attività tipica del ramo e riportati nella voce “Debiti verso Fornitori”, la
voce “Debiti verso Banche” registra l’ottenimento da parte della Società C
S.p.A. di un finanziamento per Lit. 28.000.000.000, pari a €. 14.460.793,17
concesso dal Monte dei Paschi di Siena S.p.A. e assistito dall’iscrizione di
ipoteca di primo grado sui terreni dello stabilimento e sul sovrastante
complesso industriale.
Il finanziamento, erogato dall’istituto mutuante a seguito di contratto del 4
dicembre 2001, ha durata di 8 anni e prevede, dopo un periodo di
preammortamento che avrà termine in data 31 dicembre 2002, il rimborso
mediante 14 rate consecutive semestrali (scadenti il 30 giugno ed il 31
dicembre di ciascun anno) di quote capitali a far data la prima dal 30 giugno
2003 e l’ultima il 31 dicembre 2009.
48
Il pagamento degli interessi avverrà con scadenza semestrale alle stesse date
ma a partire dal 30 giugno 2002 ad un tasso nominale annuo, con
arrotondamento ai cinque centesimi superiori, pari al tasso “EURIBOR 6
MESI” maggiorato di uno spread di un punto percentuale.
I “Debiti verso Banche” e i “Debiti verso Fornitori” non sono oggetto di
alcuna rettifica sul valore contabile.
Tabella 12
Debiti
VALUTAZIONE
VALORE
CONTABILE
RETTIFICA
Verso Banche
Verso Fornitori
14.460.793,17
3.490.376,96
14.460.793,17
3.490.376,96
0,00
0,00
TOTALE
17.951.170,13
17.951.170,13
0,00
Sulla base del sistema dei valori appena ottenuto attraverso la riespressione
in termini correnti del valore contabile degli elementi attivi e passivi del
“ramo”, è ora possibile procedere al confronto tra i predetti valori stimati ed
i rispettivi valori contabili quali risultanti da una situazione patrimoniale
riconciliata con la classificazione effettuata dall’Ing. Raffaele Rossi nella
citata perizia giurata.
I risultati di tale operazione sono sintetizzati nella tabella seguente.
Situazione patrimoniale al 31 dicembre 2001
del Ramo d'azienda "CONT" (in Euro)
Voce
Patrimoniale
Valore
Stimato
Valore
Contabile
Rettifica
ATTIVO
Immobilizzazioni Tecniche
Terreni Agricoli
Area e Fabbricati Civili
Terreni Adibiti a Cava
Area e Fabbricati Industriali
Impianti e Macchinari
Attrezzature Industriali e Commerciali
Subtotale
Immobilizzazioni in Corso e Acconti
83.745,83
2.786.284,97
9.683.566,86
11.628.027,08
36.543.708,65
437.402,92
24.752,72
867.037,21
44.696,79
233.023,49
2.424.244,11
101.414,01
58.993,11
1.919.247,76
9.638.870,07
11.395.003,59
34.119.464,54
335.988,91
61.162.736,30
3.695.168,33
57.467.567,97
34.954,32
34.954,32
0,00
61.197.690,62
3.730.122,65 57.467.567,97
Rimanenze
Materie Prime, Sussidiarie e di Consumo
Prodotti in Corso di Lavorazione e Semilavorati
Prodotti Finiti e Merci
166.318,94
644.203,34
2.448.502,84
166.318,94
644.203,34
2.448.502,84
0,00
0,00
0,00
3.259.025,12
3.259.025,12
0,00
3.500.000,00
3.500.000,00
0,00
Crediti
Verso Clienti
49
Verso INAIL
Depositi Cauzionali
0,00
36.800,38
0,00
36.800,38
0,00
0,00
3.536.800,38
3.536.800,38
0,00
Disponibilità liquide
Denaro e Valori in Cassa
TOTALE ATTIVO
2.428,79
2.428,79
0,00
2.428,79
2.428,79
0,00
67.995.944,91 10.528.376,94 57.467.567,97
PASSIVO
Trattamento di Fine Rapporto
Trattamento di Fine Rapporto
1.505.717,58
1.505.717,58
0,00
1.505.717,58
1.505.717,58
0,00
14.460.793,17
3.490.376,96
14.460.793,17
3.490.376,96
0,00
0,00
17.951.170,13 17.951.170,13
0,00
19.456.887,71 19.456.887,71
0,00
Debiti
Verso Banche
Verso Fornitori
TOTALE PASSIVO
VALORE PATRIMONIALE del RAMO “CONT”
TOTALE
48.539.057,20 -8.928.510,77 57.467.567,97
Il valore economico del ramo “CONT” con l’applicazione del metodo
patrimoniale semplice è pertanto di €. 48.539.057,20.
7.3. Determinazione del reddito medio normale atteso
Come è noto, il reddito medio normale atteso si sostanzia in un valore
reddituale unico, normale e costante nel tempo che nel caso di specie si
considera di durata illimitata essendo il ramo oggetto di valutazione
destinato a perdurare indefinitamente.
Per la sua determinazione si assumono come dati di partenza i risultati “di
stabilimento” relativi al ramo d’azienda “CONT” forniti dalla Società,
sottoscritti dall’Amministratore Delegato e riferiti al quinquennio appena
concluso 1997-200133, periodo dal quale è possibile trarre una serie di dati
altamente espressiva della dinamica reddituale aziendale all’epoca di
riferimento della presente valutazione (31 dicembre 2001).
Tale periodo, infatti, è sufficientemente ampio per spiegare l’andamento del
settore ed in particolare del ramo d’azienda: ad anni di crisi del settore con
33
Cfr. Documento 13.
50
prezzi di vendita molto contenuti (1997 e 1998) che hanno risentito della
crisi ancora più rilevante degli anni precedenti, sono seguiti anni con forte
crescita della domanda (1999, ma soprattutto 2000 e 2001) con un trend che
sulla base delle previsioni già presentate dovrebbe arrestarsi solo nel 2003.
Trattandosi di un settore cd “ciclico” riteniamo che il periodo 1997-2001,
proprio perché ha riguardato la parte centrale del ciclo economico
pluriennale del settore, non considerando infatti gli “estremi” rappresentati
dagli anni nei quali il trend è fortemente negativo (prima del 1997) o
fortemente positivo (dopo il 2001 e fino al 2003 secondo le previsioni), sia
quello più rappresentativo per individuare la redditività del “ramo”.
I risultati di stabilimento non emergono dal bilancio della C S.p.A., riferito
all’intero contesto aziendale comprensivo degli altri stabilimenti, e pertanto
sono il frutto di estrapolazioni dalla contabilità analitica della Società. Come
noto la contabilità analitica è finalizzata al controllo della gestione ed il
sistema mediante il quale essa viene posta in essere è funzione degli
obiettivi che la Società intende perseguire in termini di monitoraggio e
programmazione dell’attività svolta.
In questa ottica i suddetti risultati attengono ai ricavi ed ai costi diretti dello
stabilimento di CONT riguardanti la gestione caratteristica, non
considerando alcuni costi comuni alle altre due unità produttive della
Società, in particolare quelle di Siena e Genova.
Per queste considerazioni i risultati di stabilimento, rappresentati da redditi
operativi (o margini operativi netti) del ramo “CONT, anche se nel
documento fornito dalla Società sono denominati “risultati industriali”34, al
fine dell’applicazione del metodo reddituale devono essere “trasformati” in
redditi netti. Si rende pertanto necessario:
a) imputare pro-quota quei costi amministrativi sostenuti dalla Società nel
suo complesso, ma che devono essere ai nostri fini riferiti al “ramo”;
b) imputare i fitti attivi rivenienti dalla locazioni di immobili ad uso
abitativo;
c) imputare gli oneri finanziari convenzionalmente afferenti al “ramo”;
d) calcolare le imposte sui redditi lordi per ricavare risultati netti.
Riteniamo di trascurabile importanza considerare eventuali proventi
finanziari; i componenti atipici di gestione così come quelli straordinari
sono ignorati, data la loro dipendenza rispettivamente da accadimenti
estranei alla gestione oggetto di valutazione e da accadimenti di tipo casuale
od occasionale.
34
Cfr. Documento 13.
51
Relativamente ai costi sub a) si ritiene opportuno includere unicamente
quelli che C S.p.A. fatturerà a S S.p.A., la Società conferitaria del ramo
d’azienda “CONT”, per i servizi contabili ed amministrativi svolti
direttamente dalla prima relativamente al “ramo” stesso; per quantificare tali
costi si determina il differenziale negativo fra il corrispettivo a favore di C
S.p.A. concordato per il 2001 (Lit. 270.000.000 / €. 139.443,36)35 e quello
concordato per il 2002 (Lit. 350.000.000 / €. 180.759,91)36 ipotizzando il
conferimento del “ramo” in S S.p.A. (differenziale di €. 41.316,55).
I fitti attivi sono desunti da apposito prospetto redatto dalla società per il
periodo di riferimento i cui valori abbiamo provveduto a convertire in
Euro37.
Gli oneri finanziari del ramo “CONT” sono calcolati in base ad un
procedimento convenzionale, ma che riteniamo significativo. Si parte
comunque dall’assunto che la risorsa finanziaria è per ogni impresa una
risorsa indifferenziata vale a dire che va ad interessare l’intero contesto
aziendale: infatti le fonti finanziarie non sono mai collegabili a singoli
investimenti se non nel momento in cui vengono accese. Al fine di
determinare gli oneri finanziari di pertinenza del “ramo” è tuttavia
necessario procedere nel seguente modo: si ripartiscono gli oneri finanziari
complessivi della C S.p.A. risultanti dal bilancio fra i diversi “rami”
aziendali in base ai ricavi delle vendite e delle prestazioni di ciascuno. Si
tratta di un metodo empirico che mira ad imputare gli oneri finanziari in
base al contributo che essi hanno dato alla gestione del ramo d’azienda da
valutare. Nel calcolo degli oneri finanziari non sono inclusi quelli che
scaturiscono dal nuovo finanziamento a medio-lungo termine di Lit.
28.000.000.000 (€. 14.460.793,17) contratto il 4 dicembre 2001 e facente
parte del ramo “CONT”, in quanto i suoi effetti in termini economici
sull’esercizio 2001 non sono rilevanti. Si preferisce infatti, non potendo
peraltro oggettivamente stimare l’impatto che il finanziamento avrà sulla
situazione economico-finanziaria del “ramo”, considerarlo solo in termini
patrimoniali e non in termini reddituali positivi (effetto leva sulla redditività
operativa) e reddituali negativi (oneri finanziari).
Le imposte di cui al punto d) sono calcolate prudenzialmente nella misura
del 50% sul reddito lordo, in quanto nel nostro Paese, come noto, le imposte
effettive sono di fatto superiori a quelle nominali espresse in percentuale;
ciò dipende da una generale elevata base imponibile dovuta ad oneri
35
Cfr. Documento 17.
Cfr. Documento 18.
37
Cfr. Documento 12.
36
52
fiscalmente non deducibili e ad una ancora più elevata base imponibile per il
calcolo dell’IRAP, in particolare per alcuni settori come quello in esame.
E’ opportuno inoltre specificare come la redditività del ramo “CONT” sia
stata considerata in modo indipendente rispetto ai valori patrimoniali
rivalutati; infatti per coerenza valutativa si pone spesso il problema di
sostituire gli ammortamenti di bilancio con quelli ricalcolati in base agli
stimati maggiori valori delle immobilizzazioni. In realtà, nel caso specifico,
l’adozione del metodo misto del valore medio si basa sulla media semplice
delle risultanze del metodo patrimoniale semplice e del metodo reddituale
semplice applicati in modo indipendente e per tale motivo le distinte
applicazioni di tali metodi non si devono influenzare reciprocamente.
Considerando il reddito operativo nel periodo 1997-2001 ed applicando le
suddette rettifiche per giungere al reddito netto del “ramo” si redige la
seguente tabella, considerando importi espressi in Euro.
Determinazione del reddito netto (in Euro)
1997
Reddito Operativo
Differenziale Oneri per
Servizi Cont./Amministr.
Fitti Attivi
Oneri Finanziari
1998
1999
2000
2001
4.810.000,00 4.026.000,00 9.465.000,00 11.188.000,00 10.047.000,00
-41.316,55
-41.316,55
-41.316,55
-41.316,55
-41.316,55
24.882,82
41.048,32
31.237,30
22.652,53
17.775,42
-1.839.083,42 -1.426.784,65 -2.639.302,78 -1.296.422,49
-927.326,62
Reddito Lordo
2.954.482,85 2.598.947,12 6.815.617,97 9.872.913,49 9.096.132,25
Imposte e Tasse (50%)
1.477.241,42 1.299.473,56 3.407.808,98 4.936.456,75 4.548.066,12
Reddito Netto
1.477.241,42 1.299.473,56 3.407.808,98 4.936.456,75 4.548.066,12
Pertanto, i redditi normalizzati nel quinquennio considerato sono i seguenti:
1997:
1998:
1999:
2000:
2001:
€. 1.477.241,42
€. 1.299.473,56
€. 3.407.808,98
€. 4.936.456,75
€. 4.548.066,12
53
Per la determinazione del reddito medio normale è necessario riesprimere
preliminarmente i suddetti redditi nello stesso metro monetario, all’epoca di
riferimento della valutazione (31 dicembre 2001), considerando i tassi medi
di inflazione rilevati per esprimere a valori del 2001 i redditi del 1997, 1998,
1999 e 2000:
Anno Inflazione
1997
1998
1999
2000
2001
1,017
1,016
1,025
1,027
1,000
Redditi
Nominali
1.477.241,42
1.299.473,56
3.407.808,98
4.936.456,75
4.548.066,12
Redditi
Reali
(Redd.'97 * 1,017 * 1,016 * 1,025 * 1,027)
(Redd.'98 * 1,016 * 1,025 * 1,027)
(Redd.'99 * 1,025 * 1,027)
(Redd.'00 * 1,027)
(Redd.'01)
1.606.794,91
1.389.810,11
3.587.315,32
5.069.741,08
4.548.066,12
Ottenuti i redditi reali per ciascun periodo considerato è possibile
determinare il reddito medio atteso, a nostro avviso mediante l’utilizzo di
due metodi alternativi:
- con l’estrapolazione statistica dei redditi reali per gli anni 1997, 1998,
1999, 2000, 2001;
- con la media aritmetica dei redditi reali per lo stesso periodo.
La determinazione del reddito medio atteso, come espressione della capacità
reddituale di una società che per sua natura è destinata a durare
indefinitamente nel tempo, ci sembra senza dubbio opportuna in luogo di
considerare per un limitato arco temporale redditi individuati puntualmente.
Il primo metodo permette, sulla base dei suddetti redditi, di ricavare un
risultato economico che sia rappresentativo della capacità di reddito
prospettica della società.
Prima di applicare il metodo della regressione statistica, è necessario in ogni
caso accertarne la significatività, che sussiste se il coefficiente di
determinazione (r2), come di seguito calcolato, è superiore a 0,5.
X
1997
1998
1999
2000
2001
1
2
3
4
5
Y
1.606.794,91
1.389.810,11
3.587.315,32
5.069.741,08
4.548.066,12
Sx
-2
-1
0
1
2
Sy(*)
-1.633.550,60
-1.850.535,40
346.969,81
1.829.395,57
1.307.720,62
SxSy
3.267.101,20
1.850.535,40
0,00
1.829.395,57
2.615.441,23
9.562.473,40
(*) La media aritmetica dei redditi reali è pari a € 3.240.345,51
54
Sx
2
4
1
0
1
4
10
2
Sy
2.668.487.555.403
3.424.481.276.607
120.388.051.053
3.346.688.153.310
1.710.133.212.306
11.270.178.248.679
Ne deriva:

r2 = 


∑ Sx
2
2
2

9.562.473,40

 = 
 =
2 
10
*
11.270.178
.248.679


Sy
∑ 
∑ SxSy
2
9.562.473, 40


=
 =
 3,16227766 ∗ 3.357.108, 61437021 
2
 9.562.473, 40 
=
 = 0,8113527
 10.616.109 ,57398 
Essendo il coefficiente di determinazione r2 superiore a 0,5, la regressione è
validamente impiegabile per la determinazione del reddito medio atteso; è
altresì opportuno sottolineare che l’utilizzo della regressione lineare è, in
questo caso, particolarmente appropriato, assumendo r2 un valore prossimo
all’unità.
In questo modo il reddito medio prospettico è quindi determinato con il
metodo della regressione lineare, basato sulla individuazione della retta di
regressione:
Y = a + bX
dove:
a è uguale alla media di Y, ovvero €. 3.240.345,51
b è calcolato in base alla seguente tabella:
X
1997
1998
1999
2000
2001
-2
-1
0
1
2
Y
1.606.794,91
1.389.810,11
3.587.315,32
5.069.741,08
4.548.066,12
XY
-3.213.589,82
-1.389.810,11
0,00
5.069.741,08
9.096.132,25
9.562.473,40
2
X
4
1
0
1
4
10
55
b=
XY 9.562.473,40
=
= 956.247,34
X2
10
La retta di regressione è, pertanto, la seguente:
Y = 3.240.345,51 + 956.247,34 ⋅ X
Il reddito netto normalizzato atteso è:
3.240.345,51 + 956.247,34 * 3 = €. 6.109.087,53
Il reddito medio atteso, stimato con l’estrapolazione dei redditi passati, è di
€. 6.109.087,53 e viene per definizione assunto come costante per un
numero illimitato di anni.
In alternativa, come evidenziato, può essere applicato il metodo della media
aritmetica fra i redditi netti, anch’essi opportunamente rivalutati. Come già
sottolineato, trattandosi di un settore ciclico, che alterna fasi di crescita
molto elevate ad altre di declino, soprattutto per quanto riguarda i prezzi di
vendita dei prodotti, proprio questo metodo ci sembra il più adeguato, in
quanto permette di neutrallizzare i “picchi”.
Alla opportunità di ordine metodologico si accompagna anche l’esigenza di
determinare un valore il più prudenziale possibile: obiettivo non pienamente
raggiungibile con l’estrapolazione della redditività storica nella sua fase
virtuosa.
Dalla media dei redditi netti rivalutati si determina il reddito medio normale
che, per le ragioni esposte assumiamo come parametro per l’applicazione
del metodo reddituale.
Pertanto:
R=
1.606.794,91 + 1.389.810,11 + 3.587.315,32 + 5.069.741,08 + 4.548.066,12
5
R = 3.240.345,51
Ne deriva come il reddito medio normale atteso calcolato con tale
procedimento risulti molto più contenuto, e quindi decisamente più
prudenziale di quello estrapolato dal trend dei risultati storici.
56
7.4. Determinazione del tasso di capitalizzazione
Il tasso di capitalizzazione i, secondo elemento da determinare per
l’applicazione del metodo reddituale puro, è, come noto, la sommatoria di
due componenti:
i1 = tasso di remunerazione per il “puro investimento di capitale” (risk free
rate);
i2 = tasso di remunerazione per il rischio di impresa.
i1 è determinabile considerando alternativamente vari parametri che
riflettano comunque la redditività di investimenti a rischio tendenzialmente
nullo.
La teoria e la prassi sono concordi nell’assegnare validità, quali parametri
per determinare il risk free rate, ai rendimenti dei titoli di stato a lungo
termine, che riflettono la durata teorica illimitata della vita dell’azienda.
In questa ottica potremmo utilizzare il “Rendistato”, costituito dalla media
dei rendimenti dei titoli di stato con particolare riferimento a quelli a mediolungo termine, o meglio ancora, utilizzare il tasso di remunerazione dei titoli
di stato a lungo termine ed a rendimento fisso per eccellenza, vale a dire i
Buoni del Tesoro Poliennali (BTP).
Il tasso sui BTP considerato è quello ufficiale effettivo netto, riferito al 28
dicembre 2001 per BTP in scadenza dopo dieci anni, pari al 4,52%38.
Essendo il reddito medio normale atteso, così come calcolato, una entità
reale, anche il tasso appena considerato deve essere depurato dalla
componente inflazionistica, depurazione che si ottiene tramite
l’applicazione della regola elaborata da I. Fisher39, tenuto conto che il tasso
di inflazione ufficiale riferito al 2001, che considereremo come tasso di
inflazione medio atteso, risulta pari al 2,7%40:
Tasso di
Rendimento reale
=
=
Rendimento nominale – tasso di inflazione
1 + tasso di inflazione
0,0452 − 0,027
= 1,77215189 87%
1 + 0,027
38
Cfr. Il Sole-24Ore del 3 gennaio 2002.
Cfr. I. FISHER, Appreciation and Interest, MacMillan, New York, 1986.
40
Cfr. Indici dei prezzi (Costo della Vita) ISTAT.
39
57
Il tasso i1, ovvero il tasso di remunerazione per il puro investimento di
capitale, è quindi pari a 1,7721518987 %.
La componente i2, premio per il rischio di impresa, potrebbe essere a nostro
avviso calcolata applicando la c.d. “regola di Stoccarda”. Tale regola, nella
sua formulazione generale, rappresenta il metodo di apprezzamento del
rischio generale di impresa raccomandato dall’ U.E.C., l’Unione Europea
degli Esperti Economici, Contabili e Finanziari. Tale procedimento, in base
alla raccomandazione dell’U.E.C., suggerisce di abbattere del 30% il
“reddito durevole” per tenere conto del rischio generale di impresa, mentre
il rischio specifico d’impresa rientra indirettamente nel processo di
valutazione attraverso un prudente apprezzamento del reddito medio
prospettico.
Nel caso di specie si potrebbe applicare la “regola di Stoccarda” in base ad
un procedimento “corretto” che, raccomandato dalla migliore dottrina41,
tiene presente il diverso grado di rischio proprio di ciascun settore
economico. Tale procedimento poggia su una classificazione delle attività
svolte dal complesso aziendale da valutare e sulla loro suddivisione in base
a cinque profili di rischio: basso, medio-basso, medio, medio-alto, alto, ai
quali sono associate altrettante percentuali di abbattimento del reddito.
L’attività posta in essere dalla società C S.p.A., in particolare nello
stabilimento di CONT, collocandosi in un settore tradizionale e a contenuto
tecnologico relativamente basso, è soggetta ad un rischio derivante più che
altro dalla congiuntura del mercato dell’edilizia. E’ ragionevole, dunque,
adottare nel caso specifico un profilo di rischio “medio”, al quale
corrisponde un abbattimento percentuale del reddito pari al 22,5%.
Pertanto, in base alla “regola di Stoccarda corretta”:
i2 = i1
abbattimento percentuale
1 – abbattimento percentuale
i2 = 1,7721518987%
0,225
0,775
i2 = 0,5144957125 %
41
Cfr. G. ZANDA-M. LACCHINI-T. ONESTI, La valutazione delle aziende, cit., pp. 99-103.
58
Nel caso del ramo d’azienda “CONT” tale metodo si presenta tuttavia
fallace, in quanto, proprio per il modo in cui è strutturato, sottostima il
premio per il rischio in presenza di un contenuto risk free rate.
In questo caso, sempre in un’ottica orientata alla prudenza, è opportuno
stimare il tasso di remunerazione per il rischio d’impresa rifacendosi a
valori suggeriti dalla dottrina e dalla prassi professionale, in generale e
rispetto allo specifico settore.
Il tasso di remunerazione per il rischio generale di impresa viene stimato:
- dalla dottrina nella misura del 3,77%42;
- dalla Comit nella misura del 4,13%43;
- dal Credito Italiano nella misura del 3,8%44;
- dalla Banca d’Italia nella misura del 3,5%45.
Mediando i suddetti valori ne deriva un tasso di remunerazione per il rischio
di impresa del 3,8%, che deve necessariamente essere rettificato in positivo
od in negativo sulla base dello specifico profilo di rischio del ramo
d’azienda da valutare.
Allo scopo è opportuno utilizzare il coefficiente “β” per il settore specifico,
che, nell’ambito dei materiali per costruzioni, assume in Italia la misura
dello 0,9646.
Il coefficiente “β”, come noto, esprime il rischio di una specifica impresa
rispetto al rischio generale di mercato ed è elemento fondamentale
dell’applicazione della metodologia del Capital Asset Pricing Model
(CAPM). Nel nostro caso possiamo concettualmente e praticamente
applicarlo giungendo alla determinazione di i2:
i2 =3,8%*0,96=3,648%
Il valore di i è pari a i1 + i2 e quindi pari a:
1,7721518987% + 3,648% = 5,4201518987 %
42
Cfr. L. GUATRI, Trattato sulla valutazione delle aziende, Egea, Milano, 1998, p. 83.
Cfr. L. GUATRI, Trattato sulla valutazione delle aziende, cit., p. 84.
44
Cfr. L. GUATRI, Trattato sulla valutazione delle aziende, cit., p. 84.
45
Cfr. L. GUATRI, Trattato sulla valutazione delle aziende, cit., p. 84.
46
Cfr. L. GUATRI, Trattato sulla valutazione delle aziende, cit., p. 96. L’Autore riporta dati
elaborati da Datastream.
43
59
7.5. Applicazione del metodo reddituale puro
Determinato il reddito medio normale atteso sulla base della media dei
redditi netti rivalutati ed il tasso di capitalizzazione, entrambi con criteri
decisamente prudenziali, si applica il metodo reddituale puro, giungendo al
seguente valore:
R
3.240.345,51
=
= €. 59.783.297,01
i 0,054201518987
7.6. Determinazione del valore economico del ramo d’azienda
“CONT”
Sulla base dei valori determinati e delle motivazioni economico-aziendali
che hanno portato alla loro stima, si giunge al valore economico del ramo
d’azienda “CONT” al 31 dicembre 2001, mediante l’applicazione del
metodo misto come descritto precedentemente e che viene esplicitato ancora
una volta:
W=
1
R
 K '+ 
2
i 
che diventa:
1 R

W = K '+ ⋅  − K ' 
2  i

e pertanto sulla base dei valori determinati:
W = 48.539.057,20 +
1
(59.783.297,01 − 48.539.057,20)
2
W = €. 54.161.177,11
60
W = 48.539.057,20 + 5.622.119,91
Il valore economico del ramo d’azienda “CONT” della C S.p.A., applicando
il metodo misto del valore medio, è pari ad €. 54.161.177,11 che,
arrotondato all’unità di Euro, diventa di €. 54.161.177.
Si precisa che €. 5.622.119,91 costituiscono l’avviamento, inteso come
capacità del “ramo” di produrre un sovrareddito. Infatti le potenzialità
reddituali sono già considerate in parte nei cespiti patrimoniali rivalutati ma
emergono completamente solo con la considerazione di un plus
rappresentato dall’avviamento.
61
8. Conclusioni sulla valutazione del ramo
8.1. Conclusioni sulla valutazione del ramo
Ai fini della valutazione del ramo d’azienda denominato “CONT” è stato
adottato il metodo misto del valore medio. L’applicazione disgiunta del
metodo patrimoniale e di quello reddituale confermano sostanzialmente la
congruità del valore determinato col metodo misto.
Pertanto, ai fini della valutazione ex art. 2343 Cod. Civ., il perito fa presente
quanto segue:
1. il valore economico complessivo del ramo “CONT” al 31/12/2001 è pari,
per arrotondamento, ad €. 54.161.177;
2. questa stima è la risultante del valore netto degli elementi attivi e passivi
da conferire e già contabilizzati in C S.p.A. e, per la parte residua, del
valore dell’avviamento.
Pertanto il ramo d’azienda “CONT” può configurarsi come nella tabella di
pagina seguente.
La differenza fra elementi attivi ed elementi passivi appena evidenziata di €.
54.161.177,11 (per arrotondamento €. 54.161.177), rappresenta il valore
economico complessivo del ramo d’azienda denominato “CONT” da
conferire dalla C S.p.A. alla S S.p.A..
Situazione patrimoniale stimata al 31 dicembre 2001
del Ramo d'azienda "CONT" (in Euro)
Voce
Patrimoniale
Valore
Stimato
ATTIVO
Avviamento
5.622.119,91
Immobilizzazioni Tecniche
Terreni Agricoli
Area e Fabbricati Civili
Terreni Adibiti a Cava
Area e Fabbricati Industriali
Impianti e Macchinari
Attrezzature Industriali e Commerciali
83.745,83
2.786.284,97
9.683.566,86
11.628.027,08
36.543.708,65
437.402,92
Subtotale
Immobilizzazioni in Corso e Acconti
61.162.736,30
34.954,32
61.197.690,62
62
Rimanenze
Materie Prime, Sussidiarie e di Consumo
Prodotti in Corso di Lavorazione e Semilavorati
Prodotti Finiti e Merci
166.318,94
644.203,34
2.448.502,84
3.259.025,12
Crediti
Verso Clienti
Verso INAIL
Depositi Cauzionali
3.500.000,00
0,00
36.800,38
3.536.800,38
Disponibilità liquide
Denaro e Valori in Cassa
2.428,79
2.428,79
TOTALE ATTIVO
73.618.064,82
PASSIVO
Trattamento di Fine Rapporto
Trattamento di Fine Rapporto
1.505.717,58
1.505.717,58
Debiti
Verso Banche
Verso Fornitori
14.460.793,17
3.490.376,96
17.951.170,13
TOTALE PASSIVO
19.456.887,71
VALORE ECONOMICO del RAMO "CONT"
54.161.177,11
Ai sensi del comma primo dell’art. 2343 Cod. Civ., il perito attesta che il
valore nominale complessivo, aumentato dell’eventuale sovrapprezzo, delle
azioni che S S.p.A. dovrà emettere a fronte del conferimento non potrà
essere superiore ad €. 54.161.177.
63
Il perito, a conclusione dell’incarico, ringrazia l’Illustrissimo Presidente del
Tribunale di Milano per il mandato ricevuto e per la fiducia accordata.
In fede
Roma, …………………
(Prof. Dott.)
La presente relazione di stima consta di n. 70 pagine siglate oltre agli allegati.
64
65