mozione di laura bianconi sul programma universale di

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mozione di laura bianconi sul programma universale di
MOZIONE
Il Senato,
premesso che:
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il Papillomavirus Umano (HPV) rappresenta la causa principale dello sviluppo del cancro alla
cervice uterina: è la seconda forma di cancro più diffusa tra le donne dopo il tumore al seno e
colpisce oltre 500.000 soggetti ogni anno ed è l'unica forma di cancro di cui si conoscono
esattamente le cause e i metodi di prevenzione;
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in Italia, oltre al PAP-test, le donne hanno a disposizione dal 2007 il vaccino anti HPV,
introdotto gratuitamente per la coorte di femmine dodicenni, assicurando come unico obiettivo
per la sanità pubblica la prevenzione del cancro della cervice uterina e un target di copertura del
95% con tre dosi di vaccino, entro i cinque anni dall’inizio del programma di vaccinazione;
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con l'evoluzione della ricerca scientifica, nuove evidenze hanno dimostrato che la vaccinazione
contro l'HPV, oltre a prevenire il cancro della cervice uterina, previene altri tumori maligni
(genitali, anali e orofaringei) che per 1/3 sono a carico del maschio, sia per incidenza che per
trasmissione, come dimostrato da numerosi studi (tra gli altri Lancet Oncology 2012 e BMC
Cancer 2012). A tal proposito il 55% dei condilomi genitali affligge il maschio e rappresentano
il 24% della spesa sanitaria totale legata alle patologie HPV correlate con un'alta prevalenza
pari a circa il 10% con 600.000 nuovi casi all'anno in Europa;
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i dati di prevalenza dell’infezione da HPV nelle donne dimostrano un primo picco d’infezione
intorno ai 25 anni di età che diminuisce con il progredire della età, ripresentandosi con un
secondo picco intorno ai 45 anni di età. Invece nei maschi, dai 18 fino ai 70 anni di età, gli
studi hanno evidenziato una prevalenza complessiva dell’infezione del 65,2% che rimane
costante lungo tutta la vita. Il maschio è quindi un portatore di HPV con una prevalenza
superiore e costante rispetto a quella della donna e il virus non potrà essere eradicato senza
un’azione anche sul maschio;
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contrariamente al cancro del collo dell’utero, per le altre neoplasie non esistono programmi di
screening organizzati per la diagnosi precoce. Nel maschio non ci sono studi diagnostici
standardizzati per le infezioni HPV. I tumori che si sviluppano sono spesso riconosciuti in una
fase avanzata e associata ad un’alta morbilità e mortalità. L’HPV si trasmette tra maschi e
femmine: entrambi i sessi possono essere affetti da malattie HPV e dovrebbero avere lo stesso
diritto di usufruire direttamente dei benefici della vaccinazione anti-HPV;
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nel nostro paese, si stima che ogni anno il costo complessivo della prevenzione secondaria e del
trattamento dei principali genotipi dell'HPV (quali i ceppi 6, 11, 16 e 18) solo come costi diretti
sia pari a circa 291 milioni di Euro per anno (range: 274,5 – 315,7 milioni di Euro).
Considerato che:
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dal 2007, anno di implementazione del programma vaccinale, ad oggi, ogni regione ha attuato
una propria strategia vaccinale;
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alcune regioni hanno allargato l'offerta in gratuità ad altre coorti di giovani donne, oltre a quella
delle dodicenni indicata dal Ministero;
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le coperture vaccinali attraverso le regioni e nelle varie fasce di età sono state molto differenti,
ma in nessuna regione è stato raggiunto l’obiettivo di copertura del 95% posto dal Ministero;
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in particolare, come rilevato dall’Istituto Superiore di Sanità (Epicentro) dopo 4 anni dall’avvio
del programma di immunizzazione contro l’HPV, la copertura vaccinale per tre dosi di vaccino
HPV sembra essersi stabilizzata intorno al 69%. Inoltre, sette regioni (Valle d’Aosta, Piemonte,
Friuli Venezia Giulia, Toscana, Liguria, Puglia e Basilicata) hanno esteso l’offerta attiva e
gratuita della vaccinazione ad altre fasce di età;
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è quindi evidente una disomogeneità tra i dati regionali, che contrasta con la necessità di
garantire in modo uniforme a tutta la popolazione italiana un uguale diritto di accesso agli
interventi di prevenzione vaccinale, che rientrano nei LEA;
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confrontando l’offerta vaccinale regionale e il prezzo medio di acquisto del vaccino da parte
delle regioni/Asl nel periodo 2010-2013, il budget annuo totale per l'acquisto dei vaccini
stanziato per raggiungere l'obiettivo definito dalle autorità sanitarie del 95% è stato di circa
53,2 milioni di euro/anno. Tuttavia, per l'anno 2013 si stima che in base alle coperture vaccinali
registrate dall'ISS e ai prezzi vigenti, la spesa reale, per il SSN, sia stata di circa 36,0 milioni di
euro (-17,2 milioni rispetto al budget);
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secondo le normative europee, è un diritto di ogni individuo poter accedere ai programmi di
prevenzione delle malattie, laddove esista un mezzo efficace di prevenzione come per il
vaccino anti-HPV;
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il superamento del confine tra donna e uomo nella prevenzione delle malattie sessualmente
trasmesse, appare sulla base degli studi sull’incidenza universale dell’HPV e nelle nuove
raccomandazioni delle autorità regolatorie e di controllo di riferimento come in Stati Uniti,
Canada e Australia e, in Europa, Austria e Germania dove sono stati proposti programmi di
vaccinazione anche per il maschio in una fascia di età che richiama la storia naturale
dell’infezione nella donna;
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un programma universale di vaccinazione anti-HPV riduce i pregiudizi creati intorno a una
vaccinazione del solo genere femminile, aiutando a ridurre le barriere socio-culturali e quindi
aumentando l’accettabilità e le coperture vaccinali;
Impegna il Governo:
a) ad adottare iniziative per il raggiungimento in tutte le regioni dell’obiettivo di copertura
vaccinale HPV previsto nel Piano nazionale della prevenzione vaccinale 2012-2014, perché
sia garantito in modo uniforme ai cittadini l’accesso alla prestazione, che rientra nei Livelli
Essenziali di Assistenza;
b) ad utilizzare le risorse residue del budget annuo destinato alla prevenzione dell’HPV – pari
per il 2013 a 17,2 milioni di euro - per estendere la vaccinazione in gratuità anche ai maschi
nella fascia d’età di dodici anni, con il duplice scopo di sanare un’iniquità sociale di accesso
nella prevenzione delle patologie HPV correlate, e di permettere al Servizio sanitario
nazionale di evitare i costi sanitari per la cura delle stesse.
Roma, 3 aprile 2014
Sen. Laura Bianconi