Quando l`arte rinverdisce un vino ancestrale

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Quando l`arte rinverdisce un vino ancestrale
Visita
in
Cantina
Cantine del Castello
Via Borgomanero, 15 - 28014 Maggiora (NO)
Tel: 0322/87187 - www.castelloconti.it
Quando
l’arte rinverdisce
un vino ancestrale
Se c’è un’azienda
vitivinicola curiosa,
sono le Cantine
del Castello della
famiglia Conti
a Maggiora, sui
primi rialzi del
Novarese.
di Samuel Cogliati
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Il Turismo Culturale
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S
ulle boscose colline dell’Alto Piemonte,
la viticoltura è poco più che il ricordo di
un glorioso passato.
Negli scorsi decenni la vite è quasi scomparsa,
inghiottita dai boschi, portando con sé un’antica forma di allevamento, come non se ne vede
più: la maggiorina ha ceppi alti, avviluppati a un
telaio in legno che dirama tralci in tre o quattro direzioni, come lo scheletro di un pergolato.
Questo sistema farebbe impallidire qualunque
moderno agronomo; a torto, perché a Maggiora
si facevano vini dalla matrice antica, memoria di un’epoca agreste che serbava una particolare forma d’eleganza. Quando quest’area
ottenne la denominazione d’origine controllata
Boca, nel 1969, il declino del vino locale era tristemente avanzato. Un lutto, perché sul porfido
morenico delle colline novaresi si ottengono
rossi di carattere, nervosi e duraturi, trainati
dalla grinta cristallina del re dei vitigni rossi
nazionali: il Nebbiolo. Il cavaliere Ermanno
Conti è tra coloro che continuò a credere nelle
potenzialità di questo luogo. Anzi, fu lui, già
impegnato nel commercio di altri vini piemontesi, a far piantare un ettaro di vigneto con
scelte agronomiche nuove (la cosiddetta “spalliera”). Diede i primi frutti nell’estate del 1973.
Da allora, il Boca della famiglia Conti non ha
smesso di assomigliare a se stesso, rifuggendo
le mode e tenendosi stretto alla tradizione, vera
custode di un potenziale degno dei più famosi
cugini langaroli, come il Barolo o il Barbaresco,
cui i vini alto piemontesi non vanno mai comparati, nonostante la parentela.
Il rosso delle donne
Ermanno lavora da tempo con un enologo di
fiducia, Corrado Masserano, che a giudicare
dai vini non ha ceduto a facilitazioni tecnologiche capaci di snaturare il Boca, rendendolo
più immediato da apprezzare.
Da qualche anno, alla coppia d’origine si sono
affiancate le figlie del proprietario: Elena, Paola
e Anna. Ecco perché il vino ha aggiunto alla
denominazione d’origine il nome di fantasia
“Rosso delle donne”, spinto da un’audace opera
di restyling. Lo zampino di questo trio femminile ha portato l’arte in cantina – o forse è
meglio dire “nel castello”, dato che casa Conti
è una vera e propria riproduzione novecentesca di una fortezza medievale, votata al tempo
stesso all’affinamento dei vini e alle esposizioni d’arte.
L’ammodernamento delle etichette, firmate da
artisti come Oreste Sabadin e Mauro Maulini,
è solo la punta dell’iceberg di una svolta generazionale. Paola è laureata in sociologia, Elena
in storia dell’arte al Dams di Bologna, Anna
si dedica principalmente all’organizzazione di
eventi, dal teatro alla musica. Il castello ospita
mostre d’arte e personali di pittori contemporanei (www.castelloconti.it), che a rotazione
danno il senso di una feconda promiscuità tra
vino e creazione icastica, dalla pittura alla fotografia. Al punto che la cantina della famiglia
Conti è diventata un riferimento per questo
territorio tornato a crescere sia sotto il profilo
culturale sia da un punto di vista vitivinicolo.
Anche grazie alle tre sorelle di Maggiora. Un
distretto a lungo depresso dall’indolente circospezione piemontese, per troppo tempo
incapace di valorizzare queste colline ondulate e verdeggianti, cariche di castagni e ricche
di corsi d’acqua.
Oggi, una manciata di aziende coltiva qualche
decina di ettari (lo 0,01 per cento della produzione regionale). Un piccolo ma significativo scatto d’orgoglio, per un vigneto che ha
rischiato di scomparire.
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| VISITA IN CANTINA | Cantine del Castello |
il boca
Benché meno noto di altri vini alto-piemontesi, come il
Gattinara o il Ghemme, anche il Boca ha il suo aneddoto.
Nel 1900, il patriarca di Venezia, Giuseppe Sarto, visitò il
santuario di Boca. Assaggiando una pregiata bottiglia locale,
commentò: "Questo è vino da papi". Fu profetico, perché
tre anni dopo fu eletto pontefice con il nome di Pio X.
Il castello ospita mostre d’arte e
personali di pittori contemporanei
(www.castelloconti.it), che a rotazione
danno il senso di una feconda
promiscuità tra vino e creazione
icastica, dalla pittura alla fotografia
piem o n te
SENSI
Maggiora e dintorni
ATL NOVARA
Baluardo Quintino Sella, 40 - 28100 Novara
Tel: 0321/394059 www.turismonovara.it
www.piemontefeel.org
maggi o ra
n o vara
t o ri n o
Da vedere Il santuario del
Santissimo Crocifisso di Boca
Nel mezzo del Parco Naturale del monte Fenera, sorge
l’imponente santuario del Santissimo Crocifisso di Boca.
Questo titanico edificio religioso vale una visita, se non altro
per le ambiziose dimensioni e la collocazione naturalistica,
testimonianza di un certo gusto alto piemontese: si pensi al
santuario di Oropa o al colosso di San Carlo Borromeo ad Arona.
Fondato nel 1768, varie volte rimaneggiato, ampliato,
ricostruito (ci lavorò anche Alessandro Antonelli, artefice
della Mole Antonelliana), è tutt’oggi meta di pellegrinaggi.
www.santuariodiboca.it
Nei dintorni Orta San Giulio
Sedici chilometri separano Maggiora da Orta San Giulio, paese di
1200 abitanti sulla riva orientale del lago omonimo, tra i più belli
delle Prealpi. Oltre ai graziosi vicoli e alla piazzetta, va vista l’isola
di San Giulio, con la sua basilica, a cinque minuti di battello.
www.ortasangiulio.com
Prodotti tipici La paniscia
La paniscia è un verace piatto novarese (nel Vercellese è chiamata
panissa), di struttura generosamente corroborante e di grande
spessore gustativo. In buona sostanza, si tratta di un risotto
“rinforzato” con salame, lardo (o cotenne) e vino, poi cotto utilizzando
il brodo e la parte solida di un minestrone di cipolle, verze e carote
che comprenda anche fagioli borlotti. Perfetto da abbinare al Boca.
I vini delle Cantine del Castello
Secondo il disciplinare, il Boca dev’essere
prodotto con un taglio di Nebbiolo (45/70 per
cento), Vespolina (20/40) e Uva Rara (max 20).
Il Nebbiolo – un tempo localmente detto anche
Spanna – deve rimanere maggioritario. Non è
un caso: se la Vespolina dà colore e generosità,
e l’Uva Rara un guizzo vinoso, il Nebbiolo è il
vero “neurotrasmettitore” del terroir.
E quello di Boca è tutt’altro che anonimo: i porfidi derivati dal monte Rosa sono molto acidi
(pH 4, talvolta inferiore) e il vino ne trae un
sapore tagliente e vibrante, dato dall’incontro
dell’acidità e dei tannini di questo austero vitigno. Ecco perché nessun Boca può risparmiarsi
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un prolungato e fruttuoso invecchiamento in
botte, prima di passare in bottiglia e quindi
in commercio.
Le Cantine del Castello hanno in vendita l’annata più recente – generalmente invecchiata
più a lungo del minimo di tre anni previsto
dalla legge – ma anche vecchi millesimi. Il
Boca 2003 dà prova di questa lentezza evolutiva: è ancora piuttosto chiuso al naso e in
bocca primeggia la muscolatura dei tannini,
lontani dall’essersi acquietati. Trasmette il
calore dell’annata, unito a una certa severità
della vinificazione tradizionale, frutto di lunghe macerazioni in vasca inox. Bisogna rivolgersi al 2000 per trovare un rosso maturo –
nonostante le reminiscenze vinose – compatto,
speziato e improntato a note di cuoio; in bocca
è spigliato, non possiede una lunghezza fenomenale ma ha precisione e purezza. Chinato,
mediterraneo, viscerale, con note d’inchiostro
e colatura di alici il 1996.
È il 1984 a rivelare appieno la longevità del
Boca: solido, teso e ben fuso in bocca, brilla per
limpidezza, sorretto da una buona vena sapida;
gli aromi rievocano il ’96, con in più note di
rabarbaro ed erbe aromatiche esemplari del
Nebbiolo invecchiato. Nelle annate meno favorevoli alla produzione del vino maestro, con le
stesse uve l’azienda produce anche un rosso
Colline Novaresi più giovanile
.
Dove mangiare
Ristorante Ori Pari
Elegante “osteria con uso di cucina”, dal 2001 Ori Pari propone
un menu che cambia quasi ogni giorno, basato su ingredienti
provenienti dalle piccole aziende agricole della zona. Ottimi la
paniscia (su prenotazione) e le paste ripiene e fresche, fatte in casa;
tra i secondi, la fa da padrona la carne, dal fassone piemontese
al pollame nostrano. Vini Doc e Docg delle Colline Novaresi.
Via Partigiani, 9 - 28010 Boca (NO)
Tel: 0322/87961 www.oripari.it PrezzI: 35-40 € (vini esclusi)
Dove dormire
Hotel Ristorante Villa Crespi
Via G. Fava, 18 – 28016 Orta San Giulio (NO)
www.villacrespi.it
Prezzi: camera doppia a partire da 200 €
Hotel Le Palme
Corso Cavour, 130 – 28040 Dormelletto (NO)
www.lepalmehotel.com
Prezzi: camera doppia a partire da 75 €
B&B L’Eucalipto
Via Dante Alighieri, 23 – 28014 Maggiora (NO)
Tel: 366/5338002
[email protected]
Prezzi: camera doppia a partire da 50 €
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