Quando l`arte rinverdisce un vino ancestrale
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Quando l`arte rinverdisce un vino ancestrale
Visita in Cantina Cantine del Castello Via Borgomanero, 15 - 28014 Maggiora (NO) Tel: 0322/87187 - www.castelloconti.it Quando l’arte rinverdisce un vino ancestrale Se c’è un’azienda vitivinicola curiosa, sono le Cantine del Castello della famiglia Conti a Maggiora, sui primi rialzi del Novarese. di Samuel Cogliati 72 Il Turismo Culturale gennaio febbraio 2009 S ulle boscose colline dell’Alto Piemonte, la viticoltura è poco più che il ricordo di un glorioso passato. Negli scorsi decenni la vite è quasi scomparsa, inghiottita dai boschi, portando con sé un’antica forma di allevamento, come non se ne vede più: la maggiorina ha ceppi alti, avviluppati a un telaio in legno che dirama tralci in tre o quattro direzioni, come lo scheletro di un pergolato. Questo sistema farebbe impallidire qualunque moderno agronomo; a torto, perché a Maggiora si facevano vini dalla matrice antica, memoria di un’epoca agreste che serbava una particolare forma d’eleganza. Quando quest’area ottenne la denominazione d’origine controllata Boca, nel 1969, il declino del vino locale era tristemente avanzato. Un lutto, perché sul porfido morenico delle colline novaresi si ottengono rossi di carattere, nervosi e duraturi, trainati dalla grinta cristallina del re dei vitigni rossi nazionali: il Nebbiolo. Il cavaliere Ermanno Conti è tra coloro che continuò a credere nelle potenzialità di questo luogo. Anzi, fu lui, già impegnato nel commercio di altri vini piemontesi, a far piantare un ettaro di vigneto con scelte agronomiche nuove (la cosiddetta “spalliera”). Diede i primi frutti nell’estate del 1973. Da allora, il Boca della famiglia Conti non ha smesso di assomigliare a se stesso, rifuggendo le mode e tenendosi stretto alla tradizione, vera custode di un potenziale degno dei più famosi cugini langaroli, come il Barolo o il Barbaresco, cui i vini alto piemontesi non vanno mai comparati, nonostante la parentela. Il rosso delle donne Ermanno lavora da tempo con un enologo di fiducia, Corrado Masserano, che a giudicare dai vini non ha ceduto a facilitazioni tecnologiche capaci di snaturare il Boca, rendendolo più immediato da apprezzare. Da qualche anno, alla coppia d’origine si sono affiancate le figlie del proprietario: Elena, Paola e Anna. Ecco perché il vino ha aggiunto alla denominazione d’origine il nome di fantasia “Rosso delle donne”, spinto da un’audace opera di restyling. Lo zampino di questo trio femminile ha portato l’arte in cantina – o forse è meglio dire “nel castello”, dato che casa Conti è una vera e propria riproduzione novecentesca di una fortezza medievale, votata al tempo stesso all’affinamento dei vini e alle esposizioni d’arte. L’ammodernamento delle etichette, firmate da artisti come Oreste Sabadin e Mauro Maulini, è solo la punta dell’iceberg di una svolta generazionale. Paola è laureata in sociologia, Elena in storia dell’arte al Dams di Bologna, Anna si dedica principalmente all’organizzazione di eventi, dal teatro alla musica. Il castello ospita mostre d’arte e personali di pittori contemporanei (www.castelloconti.it), che a rotazione danno il senso di una feconda promiscuità tra vino e creazione icastica, dalla pittura alla fotografia. Al punto che la cantina della famiglia Conti è diventata un riferimento per questo territorio tornato a crescere sia sotto il profilo culturale sia da un punto di vista vitivinicolo. Anche grazie alle tre sorelle di Maggiora. Un distretto a lungo depresso dall’indolente circospezione piemontese, per troppo tempo incapace di valorizzare queste colline ondulate e verdeggianti, cariche di castagni e ricche di corsi d’acqua. Oggi, una manciata di aziende coltiva qualche decina di ettari (lo 0,01 per cento della produzione regionale). Un piccolo ma significativo scatto d’orgoglio, per un vigneto che ha rischiato di scomparire. 73 | VISITA IN CANTINA | Cantine del Castello | il boca Benché meno noto di altri vini alto-piemontesi, come il Gattinara o il Ghemme, anche il Boca ha il suo aneddoto. Nel 1900, il patriarca di Venezia, Giuseppe Sarto, visitò il santuario di Boca. Assaggiando una pregiata bottiglia locale, commentò: "Questo è vino da papi". Fu profetico, perché tre anni dopo fu eletto pontefice con il nome di Pio X. Il castello ospita mostre d’arte e personali di pittori contemporanei (www.castelloconti.it), che a rotazione danno il senso di una feconda promiscuità tra vino e creazione icastica, dalla pittura alla fotografia piem o n te SENSI Maggiora e dintorni ATL NOVARA Baluardo Quintino Sella, 40 - 28100 Novara Tel: 0321/394059 www.turismonovara.it www.piemontefeel.org maggi o ra n o vara t o ri n o Da vedere Il santuario del Santissimo Crocifisso di Boca Nel mezzo del Parco Naturale del monte Fenera, sorge l’imponente santuario del Santissimo Crocifisso di Boca. Questo titanico edificio religioso vale una visita, se non altro per le ambiziose dimensioni e la collocazione naturalistica, testimonianza di un certo gusto alto piemontese: si pensi al santuario di Oropa o al colosso di San Carlo Borromeo ad Arona. Fondato nel 1768, varie volte rimaneggiato, ampliato, ricostruito (ci lavorò anche Alessandro Antonelli, artefice della Mole Antonelliana), è tutt’oggi meta di pellegrinaggi. www.santuariodiboca.it Nei dintorni Orta San Giulio Sedici chilometri separano Maggiora da Orta San Giulio, paese di 1200 abitanti sulla riva orientale del lago omonimo, tra i più belli delle Prealpi. Oltre ai graziosi vicoli e alla piazzetta, va vista l’isola di San Giulio, con la sua basilica, a cinque minuti di battello. www.ortasangiulio.com Prodotti tipici La paniscia La paniscia è un verace piatto novarese (nel Vercellese è chiamata panissa), di struttura generosamente corroborante e di grande spessore gustativo. In buona sostanza, si tratta di un risotto “rinforzato” con salame, lardo (o cotenne) e vino, poi cotto utilizzando il brodo e la parte solida di un minestrone di cipolle, verze e carote che comprenda anche fagioli borlotti. Perfetto da abbinare al Boca. I vini delle Cantine del Castello Secondo il disciplinare, il Boca dev’essere prodotto con un taglio di Nebbiolo (45/70 per cento), Vespolina (20/40) e Uva Rara (max 20). Il Nebbiolo – un tempo localmente detto anche Spanna – deve rimanere maggioritario. Non è un caso: se la Vespolina dà colore e generosità, e l’Uva Rara un guizzo vinoso, il Nebbiolo è il vero “neurotrasmettitore” del terroir. E quello di Boca è tutt’altro che anonimo: i porfidi derivati dal monte Rosa sono molto acidi (pH 4, talvolta inferiore) e il vino ne trae un sapore tagliente e vibrante, dato dall’incontro dell’acidità e dei tannini di questo austero vitigno. Ecco perché nessun Boca può risparmiarsi 74 Il Turismo Culturale gennaio febbraio 2009 un prolungato e fruttuoso invecchiamento in botte, prima di passare in bottiglia e quindi in commercio. Le Cantine del Castello hanno in vendita l’annata più recente – generalmente invecchiata più a lungo del minimo di tre anni previsto dalla legge – ma anche vecchi millesimi. Il Boca 2003 dà prova di questa lentezza evolutiva: è ancora piuttosto chiuso al naso e in bocca primeggia la muscolatura dei tannini, lontani dall’essersi acquietati. Trasmette il calore dell’annata, unito a una certa severità della vinificazione tradizionale, frutto di lunghe macerazioni in vasca inox. Bisogna rivolgersi al 2000 per trovare un rosso maturo – nonostante le reminiscenze vinose – compatto, speziato e improntato a note di cuoio; in bocca è spigliato, non possiede una lunghezza fenomenale ma ha precisione e purezza. Chinato, mediterraneo, viscerale, con note d’inchiostro e colatura di alici il 1996. È il 1984 a rivelare appieno la longevità del Boca: solido, teso e ben fuso in bocca, brilla per limpidezza, sorretto da una buona vena sapida; gli aromi rievocano il ’96, con in più note di rabarbaro ed erbe aromatiche esemplari del Nebbiolo invecchiato. Nelle annate meno favorevoli alla produzione del vino maestro, con le stesse uve l’azienda produce anche un rosso Colline Novaresi più giovanile . Dove mangiare Ristorante Ori Pari Elegante “osteria con uso di cucina”, dal 2001 Ori Pari propone un menu che cambia quasi ogni giorno, basato su ingredienti provenienti dalle piccole aziende agricole della zona. Ottimi la paniscia (su prenotazione) e le paste ripiene e fresche, fatte in casa; tra i secondi, la fa da padrona la carne, dal fassone piemontese al pollame nostrano. Vini Doc e Docg delle Colline Novaresi. Via Partigiani, 9 - 28010 Boca (NO) Tel: 0322/87961 www.oripari.it PrezzI: 35-40 € (vini esclusi) Dove dormire Hotel Ristorante Villa Crespi Via G. Fava, 18 – 28016 Orta San Giulio (NO) www.villacrespi.it Prezzi: camera doppia a partire da 200 € Hotel Le Palme Corso Cavour, 130 – 28040 Dormelletto (NO) www.lepalmehotel.com Prezzi: camera doppia a partire da 75 € B&B L’Eucalipto Via Dante Alighieri, 23 – 28014 Maggiora (NO) Tel: 366/5338002 [email protected] Prezzi: camera doppia a partire da 50 € 75