SCUOLA INFANZIA PLESSO “PARCO DI GIULIO” PLESSO “VIA

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SCUOLA INFANZIA PLESSO “PARCO DI GIULIO” PLESSO “VIA
SCUOLA INFANZIA
PLESSO “PARCO DI GIULIO”
PLESSO “VIA CICERONE”
A.S. 2015/16
Vi sono svariati modi per suscitare interesse e curiosità nei bambini,
per esercitare la loro fantasia, per stimolare la voglia di conoscenza
ed il racconto dei miti greci è proprio un modo per offrire tutto ciò.
Il mito è la storia per eccellenza in cui si intrecciano magia, fantasia
e valori morali, che educano allo stupore ed alla meraviglia; è una
storia che ci permette di conoscere cose nuove ma che dà anche
tanti spunti di riflessione.
Per il corrente anno scolastico si prenderà in esame l'Odissea con il
viaggio di Ulisse; opera che affronta le tematiche del viaggio della
vita dell'uomo in cui i momenti negativi si superano con la
determinazione, l'intelligenza e la solidarietà, in nome di quei valori
fondamentali quali la giustizia, l'amicizia e le radici della famiglia.
Tale lavoro offrirà spunti impareggiabili in quanto ad ogni tappa del
viaggio si potranno compiere piccoli passi alla scoperta di parte di
se stessi, delle proprie emozioni, del rapporto con gli altri, con
l’ambiente. Personaggio guida sarà la figura di Ulisse perché in
fondo, ogni bambino è un piccolo Ulisse, curioso, aperto alla
conoscenza e alle sorprese che la vita può riservare. Sarà Ulisse con
la sua astuzia e il suo coraggio, la sua intelligenza e la sua voglia di
sapere, a trasmettere ad ogni bambino sicurezza, autostima, sete di
conoscenza e voglia di fare. Con i bambini di tre anni nel primo
periodo si punterà l’attenzione soprattutto sull’ambiente “mare” ,
ambiente familiare a tutti perchè ognuno di loro ha la possibilità di
goderne in diversi periodi dell’anno e con diverse modalità.
FINALITA’
Bambini di 3 a.
- Favorire il progressivo adattamento alla realtà scolastica
attraverso l’esplorazione di uno spazio accogliente, sereno e
stimolante per un positivo inserimento ed una positiva
socializzazione
Bambini di 4 e 5 a.
- Rinnovare e consolidare il senso di appartenenza alla comunità
scolastica.
Bambini di 3, 4 e 5 a.
- Sviluppare e consolidare la consapevolezza della necessità di
norme che regolano la vita di gruppo e l’importanza di
osservarle.
OBIETTIVI
Anni 3
- Accettare il distacco dai genitori
- Esplorare l’ambiente-scuola
- Stabilire il contatto con i compagni e con le insegnanti
- Conoscere e rispettare semplici regole
- Conoscere e orientarsi negli spazi della scuola
- Riconoscere l’appartenenza ad un gruppo
- Esplorare e conoscere i materiali a disposizione
- Sviluppare l’autonomia
Anni 4-5
- Re-instaurare relazioni con coetanei e insegnanti
- Favorire momenti di socializzazione
- Partecipare ad attività e giochi
- Riconquistare ambienti conosciuti
- Collaborare nell’organizzazione dell’accoglienza dei nuovi iscritti
- Rispettare e applicare semplici regole
METODOLOGIA
Le vacanze al mare nella nostra realtà sono un’esperienza diffusa e
condivisa dalla maggior parte dei bambini e rappresentano una
meravigliosa opportunità per entrare in contatto con un ambiente
naturale che offre infinite possibilità di scoperta, di gioco e di
emozioni.
L’anno scolastico inizierà proprio con momenti di conversazioni e
riflessioni sulle vacanze al mare, i primi giorni di scuola saranno
dedicati alle conversazioni in gruppo, ai ricordi estivi, alla
preparazione di scenari marini su cui troveranno posto conchiglie,
sassolini, sabbia, pesciolini. In seguito si faranno ritrovare insolite
tracce come delle impronte, dei remi, un messaggio di aiuto e una
barca. Si presenterà la figura di Ulisse, abile marinaio, guerriero
astuto e coraggioso, un supereroe dei tempi passati. Nel corso
dell’anno poi, saranno raccontate le avventure che il nostro eroe
compie a partire dal cavallo di Troia, i ciclopi con Polifemo, la
maga Circe, le sirene, Calipso, Nausicaa, Penelope e il ritorno a
casa.
Nel corso dei singoli interventi didattici si adotteranno metodi
pedagogici di tipo “relazionale” e “attivo”. Il primo pone attenzione
alla motivazione ad apprendere del bambino e alla qualità della
relazione interpersonale: la relazione e il dialogo con i bambini
diventano infatti condizione primaria dell’apprendimento. D’altra
parte, il metodo attivo propone tecniche in cui il bambino apprende
per mezzo della propria attività, scopre in maniera autonoma, viene
posto di fronte al problema e deve imparare a cercare soluzioni in
grado di risolvere tale situazione problematica.
ATTIVITA’
- scoperta dell’ambiente scuola con i materiali e gli oggetti a
disposizione;
- l’appartenenza alla sezione e la conoscenza dei coetanei e degli
adulti presenti;
- attività di routine, di vita pratica e igienico-alimentari
- attività di gioco/canto/danza sia in piccolo gruppo che in grande
gruppo;
- scoperta delle regole di vita quotidiana;
- attività espressive libere e guidate legate al disegno, alla pittura,
alla manipolazione di materiali;
- giochi liberi ed organizzati;
- ascolto e comprensione della storia di Ulisse.
SCELTE ORGANIZZATIVE
Nei giorni di lunedì 14 e martedì 15 saranno accolti a scuola i
bambini di 4 e 5 anni, insieme si scoprirà il piacere del ritrovarsi e
del raccontarsi, del coccolarsi ed ascoltarsi.
Mercoledì 16 settembre sarà il primo giorno di frequenza per i
bambini di 3 anni che saranno accompagnati in sezione dai propri
genitori i quali rimarranno nei locali della scuola solo il tempo
necessario a mettere a proprio agio i bambini. Durante la prima
settimana si lasceranno i bambini, soprattutto quelli di tre anni,
liberi di scegliere l’attività da fare per favorire un graduale
passaggio dal periodo di vacanza all’inizio del nuovo anno
scolastico. Passati i primi giorni si cercherà di coinvolgere anche i
bambini di 3 anni nelle attività programmate per questo periodo,
spesso stare insieme ai bambini più grandi, ormai autonomi e
indipendenti spesso è fonte di rassicurazione per i più piccoli.
Il progetto accoglienza si concluderà con un momento di festa che i
bambini più grandi organizzeranno in onore dei piccolini, alla
presenza delle famiglie di questi ultimi. In questa occasione i
bambini si esibiranno in balli e canti e a fine giornata sarà fatto
dono ad ogni bimbo di 3 anni di un ricordo della giornata realizzato
dai cinquenni
TEMPI
Il progetto avrà inizio con l’avvio dell’anno scolastico e si protrarrà
per tutto il mese di settembre ma, ciò non toglie che, essendo
l’accoglienza un metodo di lavoro e di essere dell’adulto, durerà
tutto il tempo necessario ai bambini per trovare la loro giusta
dimensione scolastica.
SPAZI E STRUMENTI
Tutto l’ambiente scolastico interno ed esterno, materiale strutturato
e non di cui la scuola dispone.
VERIFICA E VALUTAZIONE
Tenendo conto che valutare nella scuola dell’infanzia non significa
classificare e dare giudizi, ma piuttosto individuare nel bambino le
strategie messe in atto per apprendere e per relazionarsi, durante
il percorso messo in atto, si darà valore all’osservazione mirata e
sistematica dei comportamenti dei bambini, dei prodotti da loro
realizzati (rappresentazioni grafiche, schede operative...) e dei loro
processi attivi (dialoghi, atteggiamenti, partecipazione...), si terrà
conto delle conoscenze, delle abilità, delle strategie di ciascuno,
rispettando bisogni, attitudini e caratteristiche personali di ognuno.
IL RACCONTO
C’era una volta…
Tanto tempo fa…
Ulisse, uomo molto curioso, intelligente e
furbo.
Ulisse aveva una moglie che si chiamava Penelope, un figlio di nome
Telemaco e un cane che si chiamava Argo. Vivevano su un’isola chiamata
Itaca
di
cui
era
re.
Un giorno però dovette partire per una guerra: la guerra di Troia.
Troia era una grande città circondata da alte mura che nessuno mai era
riuscito a scavalcare. Oltre ad Ulisse parteciparono alla guerra tanti altri eroi.
La guerra durò dieci lunghi anni, ogni giorno si combattevano dure battaglie,
ma non c’era mai un vero vincitore, finché ad Ulisse venne una brillante idea.
Facendosi aiutare dai suoi compagni, di notte mentre i Troiani dormivano, si
mise a costruire un enorme cavallo di legno e lo lasciò sulla spiaggia.
Ulisse e gli altri fecero finta di ripartire
abbandonando la guerra, invece si
nascosero nella pancia del grande cavallo e
aspettarono zitti zitti che i Troiani lo
portassero dentro le mura, credendo fosse
un regalo.
Fu così che i troiani, con un grande sforzo, trascinarono il cavallo di legno
dentro le mura della città, richiusero il cancello e fecero una grande festa in
cui danzarono, si ubriacarono e poi andarono a dormire.
Durante la notte, però, Ulisse e gli altri guerrieri greci uscirono quatti quatti e
cominciarono a bruciare le case, i templi e tutta la città.
I Greci furono davvero crudeli, ma vinsero così la guerra di Troia.
Ulisse, a causa della cattiveria della guerra, fu costretto a vagare per altri
dieci anni per mare.
Ulisse partì con la sua nave insieme ai suoi soldati e arrivò nell’isola dei
Ciclopi, erano uomini giganti che vivevano dentro le grotte, che bevevano
latte e mangiavano pecore.
Ulisse, curioso, con altri dodici compagni entrò nella grotta di Polifemo,
un gigante con un grande occhio sulla fronte.
Polifemo mangiò a due a due i compagni di Ulisse.
Ulisse furbo, però, ad un certo punto lo fece ubriacare con del vino e poi,
mentre dormiva lo accecò. Polifemo urlò talmente forte che arrivarono in suo
soccorso gli altri Ciclopi e gli chiesero:
“ Che ti succede? Chi ti ha fatto del male?” E questi rispose:
“Nessuno, Nessuno”.
Ulisse infatti aveva detto al gigante di chiamarsi Nessuno. Così gli altri ciclopi
se ne tornarono a dormire senza aiutare Polifemo credendo stesse
sognando.
Il giorno dopo il gigante Polifemo, sebbene fosse accecato, aprì la porta della
caverna sbarrata da una grossa pietra e Ulisse insieme ai pochi compagni
rimasti uscirono attaccandosi alla pancia delle pecore che andavano al
pascolo.
Così Ulisse riuscì a ripartire e navigando navigando arrivò su un isolotto dove
viveva Eolo, il dio del vento
Ulisse gli raccontò delle storie, informandoli di quello che succedeva nel
mondo. Eolo fu molto contento e gli regalò un otre piena di venti, ma gli
disse di non aprirla mai, poi soffiò un venticello chiamato Zefiro che spinse la
nave dell’eroe verso Itaca.
Quando stavano per arrivare, Ulisse stanco si addormentò e i suoi compagni,
curiosi quanto lui, pensarono di aprire il recipiente pensando che in esso vi
fosse contenuto un tesoro, invece, tolto il sigillo, uscirono tremendi venti che
fecero tornare la nave indietro.
Dopo aver incontrato cannibali e pericoli, finalmente Ulisse e compagni
arrivarono su una graziosa isola. Ulisse mandò avanti due dei suoi marinai a
perlustrare la zona, questi entrarono nella casa di Circe, una maga, che li
trasformò subito in maiali facendo loro bere una pozione magica.
Ulisse, non vedendoli tornare, prese le sue armi e decise di andare a vedere
cosa fosse successo. Prima di arrivare a casa della maga incontrò il dio Ermes
il messaggero degli dei, che gli disse: “ Guarda che i tuoi compagni sono stati
trasformati in maiali, mangia quest’erba altrimenti anche tu verrai
trasformato dalla maga”.
Ulisse ingoiò l’erba e andò dalla maga.
Circe lo accolse e gli diede da bere,
ma Ulisse non si trasformò
in maiale.
Circe allora chiese all’eroe di restare con lei, ma Ulisse non si fidava di una
maga che chissà quali incantesimi avrebbe potuto fargli e così le disse :
“ Rimarrò stanotte con te, solo se mi prometterai che non mi farai niente di
male e trasformerai i miei compagni in uomini “.
Circe giurò e avvenne
così.
Ulisse e i suoi compagni rimasero un anno intero su quell’isola mangiando,
bevendo e divertendosi molto.
Dopo un anno però sentirono la nostalgia della loro casa e dei loro familiari e
così decisero di riprendere il viaggio.
Quando Ulisse lasciò la maga Circe, lei disse all’eroe di fare molta attenzione
poiché molti altri pericoli lo attendevano.
Se avessero incontrato in mare le sirene avrebbero dovuto mettersi nelle
orecchie dei tappi di cera d’api così che non udissero il loro canto e si
gettassero in mare andando incontro a morte sicura.
Ulisse fece così, ma lui si fece legare all’albero della nave perché era troppo
curioso, voleva sentire il canto di quelle sirene senza gettarsi in mare. Così,
quando udì il canto che diceva : “ Ulisse, Ulisse vieni qui da noi”, incominciò a
dimenarsi per liberarsi, ma i suoi compagni lo legarono ancora più stretto per
impedirgli di tuffarsi in mare.
In mare c’erano i corpi morti di tutti i marinai che ascoltando il loro canto si
erano tuffati per raggiungere la voce melodiosa delle sirene.
Ulisse e compagni, grazie alla loro astuzia, riuscirono a superare il pericolo
delle sirene ed arrivarono su un’ isola dove pascolavano delle vacche sacre e
per questa ragione non si potevano toccare.
I compagni di Ulisse, affamati, invece ne uccisero alcune e le mangiarono
così quando ripartirono un fulmine spezzò la nave e tutti i compagni di Ulisse
annegarono.
Solo Ulisse si salvò attaccandosi ad un pezzo di legno. Arrivò sull’isola di
Ogigia dove incontrò Calipso,
una ninfa molto bella che si innamorò di lui.
.
Lì Ulisse trascorse diversi anni, ma poi volle ripartire, voleva solo tornare a
casa da suo figlio, sua moglie e il suo cane.
Sua moglie dopo tanti anni lo aspettava ancora ad Itaca nella loro reggia,
anche se alcuni nemici chiamati Proci volevano diventarne i padroni.
Penelope avrebbe dovuto sposare uno di loro che sarebbe diventato re al
posto di Ulisse, ma lei non voleva e sperava che un giorno suo marito facesse
ritorno. Così per guadagnare tempo, Penelope che in fondo era la moglie di
Ulisse e quindi anche lei molto furba, inventò un trucchetto.
Disse ai Proci :
“ Sposerò uno di voi, solo quando avrò finito di tessere la mia tela che
raffigura il volto di Laerte, padre di Ulisse! “.
Penelope però di giorno tesseva la tela e di notte la disfaceva, così da non
finire mai la sua opera e sperava che nel frattempo Ulisse ritornasse a casa.
Intanto Ulisse, si costruì una zattera e partì solo soletto.
Dopo tanti giorni di navigazione naufragò sull’isola dei Feaci dove incontrò
Nausicaa e le sue ancelle che lavavano la biancheria e giocavano a palla sulla
spiaggia.
Nausicaa ebbe compassione delle disavventure che l’eroe aveva affrontato
così lo aiutò a tornare a casa mettendogli a disposizione una nave.
Ulisse finalmente tornò ad Itaca, sull’isola da dove era partito vent’anni prima
ma, appena sbarcato, non si fece riconoscere subito dai suoi sudditi. Vestito
da mendicante, si recò al suo palazzo per capire cosa fosse accaduto durante
la sua assenza.
Argo, il suo cane, lo
riconobbe subito
anche se il suo
padrone era ormai
vecchio
Durante la sua assenza, il palazzo di Ulisse era stato occupato dai Proci,
questi credendolo morto desideravano che la moglie Penelope sposasse uno
di loro diventando così padroni di Itaca.
Penelope accolse il mendicante alla sua reggia e parlò con lui chiedendogli se
durante il suo peregrinare avesse mai incontrati il suo caro marito.
Il mattino dopo, nessuno dei proci riuscì a tendere l’arco, sapeva farlo solo
Ulisse, che chiese di partecipare alla prova e fu il solo a riuscire a scagliare la
freccia. Suo figlio Telemaco lo aiutò ad uccidere tutti i proci e finalmente
Ulisse poté riabbracciare sua moglie Penelope.
Ulisse era riuscito a salvarsi con la sua forza, la sua tenacia e il suo coraggio.
… Il viaggio era finito.
Ulisse era ora un po’ più vecchio, un po’ più stanco, ma tanto, tanto più
saggio.