ritorno al marigold hotel

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RITORNO AL MARIGOLD HOTEL
di John Madden
(The Second Best Exotic Marigold Hotel) REGIA: John Madden. SCENEGGIATURA: Ol Parker. INTERPRETI: Bill
Nighy, Maggie Smith, Richard Gere, Judi Dench, Dev Patel, David Strathairn, Penelope Wilton, Celia Imrie.
FOTOGRAFIA: Ben Smithard (Formato: Cinemascope/Colore). MUSICA: Thomas Newman. PRODUZIONE:
Blueprint Pictures, Participant Media. DISTRIBUZIONE: Fox. GENERE: Commedia. ORIGINE: USA. ANNO: 2015.
DURATA: 122’.
Del precedente “Marigold Hotel”, tratto nel 2011 dal romanzo “These
foolish things” di Deborah Moggach e diretto dal medesimo John Madden,
già a partire dal prologo ritroviamo in scena quasi tutti i pensionati inglesi
che approdarono in India nell’elegante ma decadente albergo del titolo,
ereditato dal giovane ed ingenuo Sonny Kapoor, con il volto del Dev Patel di
“The millionaire”, intenzionato a trasformarlo in un hotel di lusso. Quindi,
se Muriel Donnelly, alias Maggie Smith, è ora co-direttrice della struttura al
fianco dello stesso Sonny, insieme al quale, considerando l’affluenza di
clienti propensi a trattenersi per periodi prolungati, sogna di ingrandirsi nel
secondo Marigold Hotel, Judi Dench e Bill Nighy tornano a vestire i panni di
Evelyn e Douglas, che si avventurano a Jaipur con un piano di lavoro in
mente e chiedendosi a cosa porterà il loro appuntamento fisso a colazione;
mentre Ronald Pickup e Diana Hardcastle sono ancora Norman e Carol,
finiti a navigare nelle acque vorticose di una relazione speciale, e Madge,
ovvero Celia Imrie, si destreggia tra due corteggiatori entrambi molto allettanti. Tutti in ottima forma,
come di consueto, per riportare sullo schermo la combriccola di simpatici personaggi che hanno
decretato il successo del capostipite ed ai quali vanno ad aggiungersi l’investitore ed imprenditore
David Strathairn, con le fattezze di Ty Burley, Lavinia Beech, con quelle di Tamsin Greig, unicamente
interessata a scovare il luogo ideale dove la madre possa soggiornare rilassandosi, e Guy Chambers,
incarnato da Richard Gere, che trova una musa per il suo prossimo romanzo nella genitrice di Sonny. E
sono proprio le schermaglie di quest’ultimo a discapito della “povera” Lavinia a riservare alcuni dei
momenti più divertenti dell’operazione, gradevole quanto il precedente capitolo – sceneggiato da Ol
Parker come questo secondo – e destinata a tirare in ballo anche situazioni di danza in stile Bollywood. I
giorni passano tra incontri e scontri di vario tipo che modificano i modi di pensare e comportarsi dei
vari personaggi nei confronti degli altri, ribadendo che le cose buone bisogna attirarle perché non
vengono da sole e che, per alcune di esse, vale la pena aspettare.
* Il film è una commedia sofisticata e ricca di humor in cui le tensioni sono discretamente gestite
all’interno delle diverse vicende ed immancabile risulta l’indispensabile spruzzata di buoni sentimenti,
nel ricordare che non vi è un dono grande come il tempo e che non esiste fine, ma solo un posto in cui si
lascia una storia. Soprattutto, il messaggio del film è che non dobbiamo cercare di controllare cosa sarà
di noi, in quanto il divertimento comincia quando ci si lascia andare, accettando ciò che ogni giorno ci
può portare in dono.