53 - Anafi
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a cura di Delia Pertici L’ESTATE È UN MOMENTO DIFFICILE PER PRODURRE LATTE! Quasi in tutto il mondo si presenta il problema dell’estate, quando la produzione di latte diminuisce. Le temperature che superano i 25° C e l’umidità provocano infatti una riduzione del consumo di nutrienti, con conseguente riduzione della produzione. La soluzione di tutto, dice Charles C. Stallings, dell’Extension service del Politecnico della Virginia, è riuscire a fare mangiare le vacche! Ma come fare? • Per cominciare, fate in modo che la zona attorno e vicino alla mangiatoia sia piacevole ed invitante; • mantenete l’aria in movimento con ventilazione naturale o forzata; • fate in modo che ci sia dell’ombra. Una zona d’ombra è assolutamente necessaria e, per semplicità e convenienza, si può ricavare usando delle reti tipo quelle antigrandine; • una alimentata in più serve a mantenere il cibo più fresco, ma andrebbe fatta nelle ore più fresche, quando le vacche sono più disposte a mangiare; • non dimeticatevi di dare acqua fresca e pulita in abbondanza; • fate in modo che le vacche non si trovino ammassate per dei lunghi periodi di tempo, per esempio nella zona di attesa, prima della mungitura. Ricordatevi che se voi avete caldo, le vacche hanno ancora più caldo perché devono digerire maggiori quantitativi di cibo. È stato dimostrato che aumentare il quantitativo di sodio e potassio in razione può portare dei benefici durante la stagione calda. Le razioni possono anche essere rese più energetiche con l’aggiunta di grasso derivante da semi interi, sego e grassi ruminali protetti, senza però che questo superi il 7% della sostanza secca. PIÙ SOSTANZA SECCA CON PIU NDF I ricercatori della Università dello Stato del Michigan hanno valutato la digeribilità di fibra detersa neutra (NDF) da foraggio ed i suoi effetti sulla resa di vacche in latte. Lo studio ha utilizzato i risultati medi ottenuti dal confronto di 13 diversi tipi di foraggio e le conclusioni sono state riportate sul «Journal of Dairy Science» di marzo 1999. Gli studiosi hanno trovato che la maggiore digeribilità dell’NDF aveva un effetto decisamente positivo sulla ingestione di sostanza secca e la produzione di latte. Di media, ad una unità di aumento della digeribilità dell’NDF aveva corrisposto un aumento di 0,167 kg di Sostanza Secca e una maggiore produzione di latte (corretto al 4% di grasso) di quasi 250 g. Secondo i ricercatori, la digeribilità dell’NDF andreb- be controllata più di frequente e di routine, per stabilire la qualità del foraggio. Avere queste informazioni può essere utile soprattutto per fare una accurata valutazione dei foraggi, che possono essere diversi per resa e qualità. UNA STORIA CHE DOVREBBE FAR PENSARE… Se pensate che testare per mastiti tutte le eventuali vacche che acquistate sia uno spreco di tempo e di denaro, guardate cosa è successo a tre allevamenti degli Stati Uniti, la cui storia è stata presentata all’ultimo convegno annuale del National Mastitis Council da David Wilson e Ruben Gonzalez, del Servizio Qualità Latte della Cornell University. Azienda A: Aggiunte 110 vacche ad un allevamento di 485 vacche in lattazione. La conta delle cellule somatiche (CCS) è passata da 350.000 a 670.000 in due mesi, dopo l’aggiunta delle nuove vacche. 49 animali vengono identificati con Strep ag. Azienda B: Aggiunte 142 vacche ad un allevamento di 690 in lattazione. La CCS è passata in due mesi da 300.000 a 700.000. 68 animali vengono identificati con Strep ag. Azienda C: Aggiunte 450 vacche ad un allevamento di 450 in lattazione. Tutte le vacche sono state controllate con coltura. La CCS è passata da 120.000 a 180.000. Azienda A Azienda B 2.300 8.883 514 $6.626 $5.265 $26.649 $6.949 $1.465 $0 Numero animali eliminati 24 Costo totale eliminati3 $16.800 11 $7.700 7 $4.900 Costo medicinali $2.100 Perdita premi qualità latte $13.500 $2.772 $46.575 $0 $0 Costo totale Costo totale per vacca $90.645 $108,94 $6.365 $10,61 Numero colture1 Costi laboraotorio Latte perso2 $4.291 $91,32 Azienda C 1. Le colture nell’azienda A e B sono state fatte dopo lo scoppio delle mastiti e prima dell’acquisto nel caso dell’azienda C. 2. Calcolato sull base di un trattamento per 4,5 giorni, con una perdita di 27 litri di latte al giorno. 3. Prezzo medio di un animale scartato: $700. Questo studio dimostra che il costo iniziale del controllo di nuovi animali che entrano in azienda è molto inferiore rispetto a quello di un eventuale epidemia di mastiti. BIANCO NERO . LUGLIO ’99 53 IL MOMENTO MIGLIORE PER METTERLE NEL GRUPPO L’ACQUA FA BENE, È PROVATO Da una ricerca svolta Sia gli allevatori che gli alimentaristi spesso dibattono su quale sia il momento migliore per spostare le vacche fresche nel gruppo in lattazione. La risposta giusta, secondo Mike Hutjens, alimentarista dell’Università dell’Illinois, è: «quando sono pronte». Per capire quando sono pronte, Hutjens ritiene che gli allevatori debbano osservare varie cose, tra cui le più significative sono: – Ingestione: la vacca dovrà mangiare con avidità almeno 2,2 kg di fieno di buona qualità ogni giorno. L’ingestione di sostanza secca di una primipara Holstein dovrebbe essere di 14 kg - 15,8 kg e 16,7 kg nelle prime 3 settimane dal parto, mentre per le secondipare e le pluripare l’ingestione dovrebbe essere di 15,8 - 19 e 20,8 kg di sostanza secca al giorno. – Temperatura corporea: deve essere inferiore ai 39° C per tre giorni consecutivi. – Corpi chetonici: deve essere stata testata negativa per corpi chetonici nell’urina o nel latte. – Movimenti del rumine: i movimenti del rumine devono essere superiori ai due cicli al minuto. Per controllare si può usare uno stetoscopio. – Sanità dell’utero: vanno controllati eventuali spurghi e cattivi odori. Se si verifica che l’involuzione dell’utero ritarda, bisogna intervenire con i trattamenti del caso. Soprattutto, dice Hutjens, assicuratevi che le vacche fresche abbiano un ottimo alloggiamento, un ambiente adatto e confortevole e sufficiente spazio in mangiatoia. Si tratta di vacche speciali, che hanno bisogno della migliore delle gestioni. nella Università di Auburn e riferita in occasione della conferenza sulla gestione dell’allevamento da latte tenutasi a Georgia (Usa), risulta evidente come l’uso di acqua per raffreddare le vacche durante i mesi più caldi (abbinata a ventilatori, doccette o vaporizzatori) incida positivamente sulla produzione di latte e sulla ingestione di cibo. Lo studio ha messo a confronto la resa di bovine che non avevano avuto a disposizione un ulteriore raffreddamento, con quella di bovine raffreddate con doccette e ventilatori, o con vaporizzatori e ventilatori sopra la zona pasto. Durante i due anni della ricerca, le vacche raffreddate con acqua hanno avuto fino a 3,5 kg in più di latte al giorno rispetto alle altre. Ecco in tabella i risultati ottenuti dalla ricerca. Nessun Raffreddam. Tasso respiratorio 1994 Tasso respiratorio 1995 Ingestione S.S. (kg./gg) 1994 Ingestione S.S. (kg./gg) 1995 Latte (kg/gg) 1994 Latte (kg/gg) 1995 67 76 16,9 17,9 23 20,7 Solo ventilatori Ventilatori + Ventilatori + doccette nebulizzatori 66 77 17 17,4 22,3 20,9 54 58 18,9 20,4 24,9 23,9 57 66 18,4 19,5 22,9 24,1 Source: Pete Moss and Keith Cummins, Auburn University. CUCCETTE? MEGLIO SE SONO DI PIÙ Se il vostro obiettivo è massimizzare il comfort dei vostri animali, allora dovreste pensare di avere più cuccette del necessario. Una stalla con il 10% in più di cuccette rispetto agli BIANCO NERO . LUGLIO ’99 54 animali presenti, significa che ogni vacca ha un posto per riposare quando vuole farlo. Il che, a sua volta, siginifica che le vacche passano meno tempo in piedi e più tempo a riposo, dice Dave Bray, specialista della Università della Florida. Da una ricerca svolta in Inghilterra da Roger Blowey, medico veterinario dello Gloucestershire, appaiono chiari i benefici del maggior numero di cuccette per quanto riguarda i problemi ai piedi e l’aumento della produzione. È la prima ricerca che mostra il valore del minore affollamento, dopo anni in cui si è sostenuto il contrario, dice Bray. Ovviamente sarà necessario valutare i pro e i contro e gli eventuali guadagni, ma forse è proprio arrivato il momento di cambiare l’atteggiamento verso questo problema ed accettare l’idea che ci vogliono più cuccette! PER UN INTERPARTO DI 365 GIORNI Avete controllato di recente se riuscite a raggiungere i vostri obiettivi di interparto? Se non lo avete fatto, dovreste dare un’occhiata ai dati prersentati da Jeff Stevenson, professore di zootecnia della Univesità del Kansas, alla Conferenza degli Stati del Sud Ovest su Alimentazione e Gestione (Southwest Nutrition and Management Conference). Le quattro componenti che determinano un tipico periodo di interparto sono costituite da: il periodo di attesa volontario (PAV), il periodo che va dalla fine del PAV e il rilevamento del primo calore, il periodo di effettiva fecondazione dei singoli animali, e la gravidanza. Basandovi su questi elementi, dice Stevenson, tenete a mente quanto segue: – un PAV di 40-50 giorni è probabilmente sufficiente per la maggior parte delle vacche; – con un tasso di fertilità del 65%, la media dei giorni dalla fine del PAV alla gravidanza dovrebbe essere di 35 nel 95% delle vacche; – se volete che il 95% delle vacche partorisca, potete avere una media di interparto di 365 giorni se le vacche hanno un PAV di 50 giorni, il tasso di rilevamento calori ed il tasso di fertilità sono attorno al 65% e le vacche hanno una gestazione media di 280 giorni. Pro-memoria su come si calcola il tasso di gravidanza Per trovare il tasso di gravidanza delle vostre vacche dovete moltiplicare il tasso di rilevamento calori per il tasso di concepimento. Per fare prima, il professor Stevenson ha preparato questa semplice tabellina: Rilevamento calori x Tasso concepimento = Tasso gravidanza 60 30 = 18 60 40 = 24 60 50 = 30 60 60 = 36 40 50 = 20 50 50 = 25 60 50 = 30 70 50 = 35 Se avete un tasso di rrilevamento calori del 60% ed un tasso concepimento del 40%, il tasso di gravidanza delle vostre vacche sarà del 24%. BIANCO NERO . LUGLIO ’99 55