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PROVINCIA
L’ECO DI BERGAMO
Seriate, arriva
il consultorio
per le famiglie
Bilancio approvato
ma per un soffio
La minoranza esce
primo in Bergamasca ad attuare le direttive
della legge regionale per gli interventi alla persona in ambito sociosanitario».
Per il progetto serve anche la condivisione
dell’Azienda ospedaliera Bolognini che occupa i locali del palazzo e ha un contratto triennale valido. Ma l’Azienda Bolognini diretta da
Amedeo Amadeo è intenzionata a lasciare liberi i locali per trasferirsi nell’ex palazzina di
otorinolaringoiatria dell’ospedale venuta libera in seguito all’ampliamento dell’ospedale.
Amadeo conferma la sua collaborazione al Comune: «I locali di via Marconi saranno gradualmente lasciati liberi dai nostri uffici. Abbiamo già trasferito ad Alzano i servizi di Formazione e di Sicurezza. Entro fine anno dovremmo aver concluso».
All’inizio di giugno è previsto un sopralluogo degli 11 sindaci dell’Ambito al palazzo di
via Marconi dove i funzionari dell’Ufficio di
Piano illustreranno le possibili sistemazioni
dei servizi. «Noi mettiamo a disposizione questo bell’ambiente – spiega Santisi Saita – ma i
Comuni dovranno contribuire alle spese». Vi
si trasferirà anche il Distretto sanitario, lasciando libera l’attuale sede di via Paderno, di proprietà del Comune. «Decideremo in seguito
come utilizzarle», anticipa il sindaco.
Il consultorio potrà contare su operatori diversi: ostetrica, ginecologo, psicologo e assistente sociale; sui servizi di tutela della maternità e del bambino, di ascolto e consulenza per
il benessere della coppia. Il Distretto sanitario
invece si occupa di esenzioni ticket, moduli
per assistenza sanitaria all’estero, domande di
rimborso di prestazioni sanitarie urgenti, patenti e porto d’armi, domande di invalidità,
vaccinazioni; ambulatorio per diabetici, celiaci e incontinenti; domande per pannoloni, cateteri, letti, carrozzine, busti ortopedici. Si fa
tutto in via Marconi.
La macchia oleosa resiste nel canale
Continua la bonifica vicino al Serio
Si sta rivelando più complessa del previsto l’operazione di bonifica del liquido oleoso finito nel canale di derivazione e parzialmente confluito nel Serio, per via della massiccia quantità di sostanza che continua e
fuoriuscire dal canale sotterraneo, attraverso il complesso industriale denominato Dell’Acqua, posto in via Serio a Casnigo. L’ispezione effettuata lunedì dal sub della ditta di
spurghi Zappettini, incaricata di aspirare
con pompe idrovore il liquido oleoso, si è ripetuta ieri con l’ausilio di un gommone che
ha risalito il canale per tutta la sua lunghezza. Il monitoraggio ha permesso di constatare la presenza di una vasta chiazza di sostanza oleosa sulla superficie d’acqua per
smaltire la quale occorrerà del tempo. Ieri
la ditta Zappettini, cha aveva sul posto tre
autobotti, ha aspirato tra mattino e primo
pomeriggio 42 metri cubi di liquido (acqua
mista e sostanza catramosa) pari a circa
42.000 litri, caricati nelle cisterne della capacità di 14 metri cubi l’una circa e poi avviate in provincia di Milano dove il materia-
le verrà trattato per separare il catrame dall’acqua. L’operazione di bonifica è proseguita per tutta la giornata ma la bocca della galleria continuava a «vomitare» la sostanza
vischiosa nerastra che, fortunatamente era
bloccata dalla doppia barriera di panne galleggianti che hanno evitato finisse nel Serio,
con imprevedibili danni ambientali. Sul posto ieri il vicesindaco Gian Battista Bernardi che ha assistito alle operazioni seguendo
l’evolversi della situazione. Con lui nel pomeriggio anche il sindaco Giuseppe Imberti. Tra le manovre effettuate a bordo del gommone anche quella mirata a sospingere manualmente la coltre di nafta pesante verso
l’uscita del tunnel per agevolare l’operazione di aspirazione da parte della pompa idrovora (le acque del canale erano praticamente ferme per via della spinta controcorrente
proveniente da un altro canale). Nel tardo
pomeriggio la bonifica era ancora in atto e
l’attività proseguirà anche oggi.
Franco Irranca (foto Fronzi)
Emanuele Casali
Scontro fra camion Telgate Corteo dei dipendenti della Milesi, sito ora più a Nord
Un ferito ad Arzago Ruspe in centro: non toccate la cava
TELGATE Scavatori, betoniere di calcestruzzo e ca- favorire la cava a Sud, nella zona industriale: è l’umion colmi di ghiaia: una trentina di mezzi dell’azien- nica soluzione per evitare che cento posti di lavoro
da Milesi hanno sfilato ieri mattina per le vie di Tel- siano a rischio».
La situazione ha creato tensioni in azienda: «Ho un
gate per chiedere a gran voce la ricollocazione della
cava di proprietà della ditta nel territorio di Telgate. mutuo da pagare e due figli da mantenere - ha dichiaUna manifestazione che l’azienda aveva già prean- rato Domenico Basso, operaio specializzato -, non posnunciato e che ha visto protagonisti tutti i dipenden- so perdere il posto di lavoro». Thioune Abdou, senegalese, 45 anni, in Italia da 20, ha aggiunti e il direttivo aziendale per un totale di
to: «Ho sei figli e la moglie incinta in Seun centinaio di persone, scese in piazza
negal: se perdo il lavoro come faccio a
sotto il municipio con fischietti e a bordo
L’azienda
Sono disperato». E ancora
dei propri mezzi da lavoro. «Lo scopo di
al Comune: torni mantenerli?
Miriam Plebani: «Lavoro alla Milesi da
questa protesta è quello di sensibilizzasui suoi passi,
30 anni, i datori sono sempre stati corretre l’Amministrazione comunale e la poti e puntuali con noi. Sanno che siamo
polazione al problema che la nostra azienconfermando la
qui per guadagnarci il pane. Io ho 46 anda sta vivendo – ha spiegato Luciano Miposizione a Sud. ni e ho due bambini, sono donna e se perlesi, uno dei titolari dell’azienda presendo il lavoro come faccio a trovarne un alte sul territorio telgatese dagli anni ’70
Cento posti di
tro al giorno d’oggi?». Tina Iovine, sinda–. Quello che noi chiediamo è la ricollolavoro a rischio
calista di Feneal Uil, ha spiegato: «Per
cazione della cava nei terreni di nostra
l’interesse di pochi si stanno mettendo a
proprietà nella zona industriale a Sud del
paese, lontana dal centro abitato, che ci è stata nega- rischio i posti di lavoro». Si attende la decisione deta a causa delle forzature di pochi. Secondo noi la ca- finitiva della Regione il 13 maggio. «Non siamo abiva a Nord non va bene, perché troppo vicina al cen- tuati a protestare, ma a lavorare e in 40 anni non abtro abitato: aumenterebbe il traffico di mezzi pesan- biamo mai dato fastidio – ha concluso Luciano Mileti nel paese e i terreni non sono di nostra proprietà, si – ma se l’azienda è a rischio, non escludiamo di oranzi alcuni sono già occupati da capannoni. Chiedia- ganizzare manifestazioni per far sentire la nostra voce».
mo all’Amministrazione di fare un passo indietro e
Laura Ravelli
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ARZAGO Una mancata precedenza è all’origine dello scontro che ieri mattina ad Arzago ha visto coinvolti due camion, alla rotatoria tra la provinciale Rivoltana e la strada che a Nord porta verso il centro del paese e a Sud verso Agnadello (Cremona).
Ad avere la peggio il camionista alla guida di un
Man con rimorchiati una ruspa e un veicolo rullo
compressore: A. B., quarantenne di Cortenuova, è
stato ricoverato precauzionalmente in osservazione nell’ospedale di Treviglio. Illeso invece S. S., il
corriere marocchino di 43 anni residente a Castiglione delle Stiviere (Mantova), alla guida di un Volvo furgonato della Executive.
L’incidente è avvenuto ieri poco dopo le 8. Stando alla ricostruzione dei carabinieri di Caravaggio,
sarebbe stato il camion del nordafricano a immettersi dalla rotatoria sulla Rivoltana, verso Arzago,
proprio mentre dalla sua destra e diretto a Milano
giungeva l’altro automezzo pesante. Nell’impatto
la cabina del camion col rimorchio è rimasta seriamente danneggiata e il suo conducente ferito,
mentre l’altro mezzo è stato colpito nella parte laterale destra, girandosi e terminando la sua corsa in
mezzo alla carreggiata, con l’anteriore rivolto verso
Mozzanica. Sul posto oltre al 118 e ai carabinieri,
anche due squadre dei vigili del fuoco di Treviglio.
Il traffico ha subito forti rallentamenti per due ore.
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Ancora tensioni a Clusone
IIIII CASNIGO
A «palazzo rosa», riferimento per 11 paesi
Il sindaco Saita: un unico polo sociosanitario
SERIATE Un nuovo consultorio familiare per
problemi sociosanitari, il distretto sanitario, il
servizio tutela minori, guardia medica, neomamma. Sono alcuni servizi di carattere sanitario e sociale destinati ai cittadini degli undici comuni dell’Ambito di Seriate che presumibilmente entro l’anno si riuniranno sotto un
unico tetto: il «palazzo rosa» detto «Due Torri» di via Marconi, strada che dal centro di Seriate va verso la pianura. È un grande palazzo
costruito in tempi recenti, con una serie di appartamenti residenziali, e un’ampia superficie di 1.800 metri quadrati destinata a uffici
pubblici. È stato sede degli uffici Asl e adesso
è il quartier generale della direzione dell’Azienda ospedaliera Bolognini che ha giurisdizione sugli ospedali di Seriate, Alzano, Gazzaniga, Clusone, Lovere, Trescore e Sarnico.
Ma adesso il «palazzo rosa» cambia destino. Lunedì, nel corso dell’assemblea dei sindaci degli 11 comuni dell’Ambito di Seriate,
il sindaco Silvana Santisi Saita, ha annunciato che «dopo tante nostre insistenze presso l’Asl di Bergamo, finalmente anche a Seriate torna il consultorio familiare soppresso inopinatamente qualche anno fa e mai più ripristinato. Siamo orgogliosi di ridare alla gente un
servizio sempre molto utilizzato. Riapriremo
il consultorio in una sede ampia e prestigiosa,
facile da raggiungere e con molti parcheggi».
«Vogliamo fare un unico polo sociosanitario - aggiunge il sindaco - in modo che il cittadino trovi a portata di mano quello che gli serve». Un polo unico per i circa settantamila cittadini di Seriate, Albano, Bagnatica, Brusaporto, Cavernago, Costa di Mezzate, Grassobbio, Montello, Pedrengo, Scanzorosciate, Torre de’ Roveri.
Progetto ambizioso condiviso dall’Asl di Bergamo, rappresentata da Fabrizio Barcella, coordinatore sociale del Distretto sanitario di Seriate: «Stiamo lavorando insieme al Comune
per realizzare questo progetto che sarebbe il
MERCOLEDÌ 7 MAGGIO 2008
CLUSONE Per ora si salvano, il sindaco Guido Giudici e la sua maggioranza (Clusone 2000). Approvato il bilancio di previsione, l’Amministrazione
comunale di Clusone può continuare il suo (accidentato) cammino. Ma il via libera, l’altra sera in
Consiglio comunale, è stato tutt’altro che indolore, con l’assessore all’Istruzione Mario Tanza sul
punto di defilarsi al momento della votazione decisiva e la «Lista civica» d’opposizione che, dopo aver abbandonato l’aula, minaccia di non rimetterci più piede.
Servivano nove voti per approvare il bilancio
(un passo che, se non compiuto, porta al commissariamento del Comune). Giusto quelli a disposizione della maggioranza dopo le defezioni dei mesi scorsi di Andrea Giudici e Ottavio Gualdi, che
hanno costituito un loro gruppo, e dell’ex assessore al Bilancio Francesco Moioli, proclamatosi indipendente. Al momento decisivo, Moioli ha annunciato l’intenzione di non partecipare al voto,
mentre il gruppo della «Lista civica» ha lasciato il
Consiglio per protesta. Assenti Gualdi e Giudici,
in aula sono rimasti otto consiglieri e il sindaco. A
quel punto, l’assessore Tanza ha chiesto cinque minuti di sospensione. Ne è seguita una scena surreale, con l’aula consiliare semideserta e, nella stanza accanto, un confronto serrato tra i consiglieri di
maggioranza, di cui si sono potuti percepire i toni
concitati. Sembra che pure Tanza volesse abbandonare la seduta. Ma, rientrato in aula, scuro in
volto, l’assessore all’Istruzione ha votato come i
colleghi a favore del bilancio e del piano delle opere pubbliche (che ha avuto anche il sì di Moioli).
Ieri, abbiamo tentato, senza successo, di contattare Mario Tanza per avere una sua versione dei
fatti. Secondo il capogruppo della «Lista civica»,
Carlo Caffi, «si è arrivati ad aggredire verbalmente un consigliere di maggioranza eletto dai cittadini. Il Consiglio non è più luogo di un dibattito libero, ma il momento in cui il sindaco cerca di imporre decisioni preconfezionate. Ecco perché la
pattuglia leghista ha deciso di abbandonare l’aula
– prosegue Caffi –. Scelta che vuole evidenziare il
nostro rifiuto di partecipare ai lavori di un Consiglio comunale che ormai riteniamo ai limiti della legittimità e antidemocratico».
«Non c’è stata alcuna aggressione verbale – replica il sindaco –, solo una richiesta di spiegazioni. Caffi parla di democrazia. Ma è forse democratico decidere di abbandonare il Consiglio? Noi cerchiamo solo di portare avanti il programma sulla
base del quale i cittadini ci hanno dato fiducia. Altri oppongono solo dei no».
Nicola Andreoletti