Ambasciata d`Italia Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
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Ambasciata d`Italia Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
Ambasciata d’Italia CANBERRA Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia Settembre 2001 Ufficio dell’Addetto Scientifico Ambasciata d’Italia Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia CANBERRA I Ambasciata d’Italia Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia CANBERRA Presentazione Cari lettori, è con vero piacere che porgo il mio cordiale e caloroso saluto a tutti voi. Questa terza edizione del Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia rappresenta la continuità di quell’attività di cooperazione scientifica e tecnologica fra due Paesi che, come a tutti noto, condividono obiettivi e strategie di sviluppo. La rivista, diventata definitivamente periodica, con cadenza trimestrale, mira ad aggiornare ricercatori e scienziati italiani sulle evoluzioni della scienza e della tecnologia in Australia, stimolandoli alla cooperazione con questo Paese scientificamente all’avanguardia nella ricerca scientifica e tecnologica. È nostra convinzione sostenere questa iniziativa perchè riteniamo che la scienza sia essenzialmente un sistema aperto, sovranazionale e che progredisce attraverso l’interazione, la collaborazione e la competizione su scala mondiale. Il “sistema della cooperazione scientifica e tecnologica” che questa Ambasciata intende realizzare si basa su una serie di iniziative sinergiche tra loro e considerate assi portanti dell’attività di cooperazione: oltre alla redazione di questo Bollettino e la promozione dell’Associazione degli scienziati e ricercatori italiani e di origine italiana presenti in Oceania, è in corso di preparazione la Mostra Convegno Italo Australiana sull’innovazione tecnologica che si svolgerà nel marzo 2002 a Melbourne. In particolare, quest’ultimo evento rappresenta il punto focale della cooperazione, ove i risultati di ricerca diventano essenziali nella creazione II Ambasciata d’Italia Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia CANBERRA di quelle innovazioni tecnologiche necessarie ad assicurare alle industrie dei nostri due Paesi una maggiore competitività nello scenario internazionale. Nel concludere vorrei rivolgere un particolare ringraziamento a tutti i ricercatori e scienziati italiani e di origine italiana che, operando in questa terra meravigliosa, con il loro significativo impegno stanno rendendo più incisiva l’attività di cooperazione tra l’Australia e l’Italia. Dino Volpicelli Ambasciatore D’Italia III Ambasciata d’Italia Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia CANBERRA Introduzione Elemento determinante dell’innovazione di un Paese è la presenza sul territorio nazionale di università, centri di ricerca ed imprese “high-tech”, scientificamente all’avanguardia ed inseriti in una rete internazionale. L’innovazione di processo e di prodotto ha modo di svilupparsi attraverso una presenza significativa di Nuove Imprese Tecnologiche (New Technology-based firm) ovvero di nuove imprese autonome che basano la loro attività sullo sfruttamento di un’invenzione o di un’innovazione tecnologica (ref. Arthur D. Little Group). La definizione di imprese “hightech” è ancorata a quella di Butchart (1987), che si riferisce ad aziende che hanno un rapporto tra investimenti in R&S e fatturato più alto della media, o che impiegano un numero proporzionale più elevato di ricercatori e ingegneri qualificati. Negli Stati Uniti, in questo settore considerato spesso un Paese da imitare, vi sono numerosi esempi di Nuove Imprese Tecnologiche (NIT) che hanno conseguito tassi di crescita straordinari nell’occupazione, nelle vendite, nell’esportazioni e nella capitalizzazione. Negli USA, inoltre, le aree geografiche in cui le NIT hanno una certa rilevanza (fra i quali la zona “Route 128” vicino a Boston e la “Silicon Valley” in California) hanno mostrato un gran proliferare di nuove imprese, spesso nate grazie ai risultati di ricerca di giovani studenti (spin-off), e alti tassi di nuova occupazione nel settore terziario. Determinante è quindi il ruolo delle NIT nel “Sistema dell’Innovazione” costituito da università, centri di ricerca ed industrie, poiché, esse rappresentano il “mercato” dei risultati di ricerca definendo le specifiche del prodotto innovativo ed indicando lo skill professionale al momento necessario. Le NIT implementano le tecnologie del futuro ed è dimostrato che la qualità dei posti di lavoro offerti è notevolmente migliore di quella delle attività tradizionali. IV Ambasciata d’Italia Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia CANBERRA L’Italia e l’Australia hanno posto nelle loro strategie di Governo una particolare attenzione all’innovazione scientifica e tecnologica. I due Programmi nazionali, “il Piano Nazionale Ricerca” e “l’Innovation Action Plan”, hanno definito per i prossimi anni una spesa pubblica aggiuntiva per la ricerca che tenderà a sviluppare la propensione alla commercializzazione dei risultati di ricerca. In Italia, i principali strumenti utilizzati per sviluppare l’innovazione sono le leggi nazionali e regionali incentivanti le imprese alla spesa in R&S e che trovano nei “distretti industriali”, costituiti da un numero rilevante di NIT, l’ambiente più favorevole. In Australia la situazione è pressocchè simile, strumenti incentivanti l’innovazione sono: il programma “Cooperative Research Centre” del Governo Federale, l’esenzione contributiva pari al 175% della spesa sostenuta in R&S, il venture capital (recentemente ad un boom storico) e le numerose leggi predisposte dai singoli Stati che trovano nelle aree industriali allocate in prossimità dei grandi centri urbani l’ambiente più idoneo. È in questo contesto di comune interesse che nasce la Mostra Convegno Italo-Australiana sull’Innovazione Tecnologica promossa da questa Ambasciata e sostenuta da numerosi Enti Australiani e Italiani. L’iniziativa, programmata a Melbourne per il prossimo marzo, mira a favorire la cooperazione scientifica e tecnologica fra i principali protagonisti dell’innovazione stimolando il trasferimento tecnologico dal mondo della ricerca alle NIT. Tale evento rappresenta una pietra miliare nella cooperazione scientifica e tecnologica fra i due Paesi in quanto presenterà lo stato della ricerca in Italia ed Australia in campo scientifico e tecnologico, fornirà un’analisi delle V Ambasciata d’Italia Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia CANBERRA collaborazioni esistenti fra università ed istituti di ricerca e promuoverà nuove attività di collaborazione sulla base dell’interesse dei gruppi di ricerca e dei singoli ricercatori ed imprenditori. Nicola Sasanelli Addetto Scientifico VI Ambasciata d’Italia Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia CANBERRA VII Ambasciata d’Italia Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia CANBERRA Bollettino della Comunita’ Scientifica in Australasia Settembre 2001 Direttore responsabile: ing. Nicola Sasanelli Responsabile e coordinamento editoriale: dott.ssa Alessandra Iero Comitato di Redazione: dott.ssa Annamaria Arabia dott.ssa Paola Bernard dott.ssa Daniela Rubatto dott. Massimiliano Tani VIII Ambasciata d’Italia Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia CANBERRA Ambasciata d’Italia in Canberra Ufficio dell’Addetto Scientifico Comitato di Redazione 12 Grey Street DEAKIN ACT 2600 Tel. (0061) (2) 6273 3333 Fax (0061) (2) 6273 2406 http://www.ambitalia.org.au [email protected] Il Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia si basa sul libero apporto dei ricercatori. Per tale motivo gli autori se ne assumono interamente la responsabilità. The Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia is based on the free contribution of researchers. For this reason, the authors take on full responsibilities. IX Ambasciata d’Italia Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia CANBERRA Sommario Complessi dei metalli di transizione per applicazione nella chimica verde, nelle biotecnologie e nella nanotecnologia pag.1 dott. Leone Spiccia Telemedicina in Australia pag.9 prof. Marcello Costa Produzione, recupero ed uso di arterie costruite in vivo da cellule staminali adulte pag.13 dott. Piero Giorgi Gli inquinanti organici persistenti in Australia: il Trattato di Stoccolma e alcuni siti contaminati pag.21 dott.ssa Alessandra Iero Ricerche sul cuore artificiale pag.31 dott.ssa Paola Bernard Processi geologici a velocità straordinaria pag.37 dott.ssa Daniela Rubatto dott. Jörg Hermann Attivita di calibrazione e validazione del satellite EO-1 in Australia Dott. Vittorio E. Brando X pag.39 Ambasciata d’Italia Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia CANBERRA L’influenza dei navigatori di lingua italiana sulla storiografia australiana pag.43 Amedeo Sala Il Protocollo di Kyoto: la commercializzazione delle quote di emissione pag.49 dott. Massimiliano Tani Lintek e la “Vacuum Metalliser Technology”: Un’innovazione nella produzione di circuiti stampati per l’industria elettronica pag.55 Aurelio E. Frammartino “An Agenda for the Knowledge Nation”: Il programma pre-elettorale dei Laburisti per incentivare l’istruzione e la ricerca pag.63 ing. Nicola Sasanelli Viaggio nel mondo accademico e della ricerca del territorio dell’Australasia: CSIRO e CSIRO Land and Water pag.71 Ente di Ricerca Scientifica e Industriale del Commonwealth Australiano CSIRO and CSIRO Land and Water Commonwealth Scientific and Industrial Research Organization dott.ssa Alessandra Iero XI pag.76 Ambasciata d’Italia Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia CANBERRA Notizie flash dal mondo delle riviste tecnico-scientifiche Australiane ü Attualità pag.89 • Nuovo sito web • Alleanza contro il cancro • Nuovo anestetico locale • Il “Gene Technology Act” entra in vigore • Boom nel venture capital • Nuovo Centro per lo studio del fenotipo • Un nuovo centro di ingegneria marittima • Un generatore a vento per la stazione antartica di Mawson ü Ricerca, Sviluppo e Innovazione pag.93 • Spedizione NASA in Western Australia • BioProspect si espande nel settore della tecnologia medica • Novità sul fronte della clonazione di animali • Nuovo centro per lo studio dei fotoni • Nuovo centro per la nanotecnologie • Nipah virus ü Nuove Tecnologie e nuovi Materiali • Spinta verso l'utilizzo dell'energia solare • Un sensore australiano ha individuato l’eruzione dell’Etna da satellite • Primo nano-prodotto australiano entra in commercio • Nuova tecnica di immunizzazione genetica • Nuove tecnologie per l’analisi del DNA • Una nuova tecnica per prevedere la durata della gomma XII pag.97 Ambasciata d’Italia Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia CANBERRA ü Information Technology pag.101 • Nuovo brevetto nel campo delle telecomunicazioni a banda larga • Scelti i progetti relativi alla reti a banda larga • Nuovo centro per l’Information and Communication Technologies ü Sanità pag.103 • Nuovo farmaco anticancerogeno • Nuovo centro per la lotta contro il cancro • Nuovo farmaco anti cancro alla prostata • Olio di pesce • Sudi sul virus “fever dengue” • Novità sulle cellule staminali • Progressi in angiogenesi • Scoperto come agisce il virus del Ross river ü Ambiente pag.107 • Biologi marini studiano lo sbiancamento dei coralli • Nuovi sviluppi nella tecnologia per ridurre il livello di salinità • “Atlante” delle risorse naturali • Diminuzione di pioggia in Western Australia • Creazione di un erbario virtuale • Studi Ambientali nei mari del Timor ed Arafura ü Spazio pag.111 • Nuovo centro di difesa aerospaziale • Luce verde per la base spaziale delle Christmas Island XIII Ambasciata d’Italia Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia CANBERRA • Conferma della teori della relatività • Stazione di osservazione dello spazio • Nuovo spettrografo per il progetto Gemini Programma delle Conferenze scientifiche in Australasia per il 2001-2002 pag.115 Principali siti Web pag.123 XIV Ambasciata d’Italia Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia CANBERRA XV Ambasciata d’Italia Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia CANBERRA “Con le terre unite alla massa centrale sotto il nome comune di Australasia, dalla Nuova Guinea alla Nuova Zelanda, la superficie emersa in questa parte dell’Oceano Pacifico e’ di pochissimo inferiore a quella dell’Europa” Il geografo Elisee Reclus, Parigi 1889 XVI Ambasciata d’Italia Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia CANBERRA Complessi dei metalli di transizione per applicazione nella chimica verde, nelle biotecnologie e nella nanotecnologia Leone Spiccia Un campo di ricerca di grande interesse internazionale riguarda lo sviluppo dei complessi metallici di transizione per le applicazioni mediche, scientifiche e ingegneristiche. Questi composti consistono di uno o più metalli a cui sono coordinati uno o più leganti. I leganti possono essere delle molecole semplici (come il cloruro o l’ammoniaca) o complesse costituite da impalcature organiche che sostengono gli atomi che si legano a centri metallici di varia natura. Con il sussidio dei programmi di modelli molecolari e l'uso della chimica organica si possono progettare nuovi leganti in grado di formare complessi con proprietà tali da realizzare l'applicazione voluta. Il nostro gruppo, che ha sede nella Scuola di Chimica della Monash University, è in grado di effettuare studi dettagliati sui complessi dei metalli di transizione per l’applicazione degli stessi nei più svariati campi, quali: • complessi per uso nella separazione delle proteine e complessi mimetici che riproducono l’attivitá di diverse famiglie di metallo-enzimi (in collaborazione con il Professor Milton Hearn – biochimica); • processi “verdi” per l’estrazione dei minerali e il trasporto e deposito dei minerali nelle condizioni geochimiche e nei sistemi acquatici (in collaborazione con Dr ‘Bear’ McPhail – geologia); • complessi metallici come catalizzatori nella chimica organica. Lo scopo delle nostre ricerche è lo sviluppo di processi e tecnologie chimiche che abbraccino i principi della chimica verde (processi sostenibili), che permettano di preparare e analizzare piccole quantitá di molecole (nanogrammi) e di controllare i cambiamenti strutturali e la funzione delle stesse a livello nanometrico. La chimica verde e la nanochimica (o nanotecnologia) sono due campi che attualmente attraggono l'investimento scientifico e monetario di molti governi ed industrie. In 1 Ambasciata d’Italia Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia CANBERRA questo articolo presento un breve riassunto delle nostre ricerche in queste aree tematiche. Agenti mimetici biolotici - metalloenzime Gli enzimi metallici sono composti macro-molecolari contenenti uno o piú metalli che inducono trasformazioni chimiche naturalmente troppo lente per mantenere una funzione biologica. Ad esempio, il sito catalitico della citocromo ossidasi ha due metalli (Fe-Cu) legati alla proteina, che aiutano la conversione dell’ossigeno nell’acqua utilizzando l’energia prodotta dalle cellule ed ancora, la fosfolipasi C utilizza tre atomi di zinco per catalizzare la dissociazione idrolitica del legame estere dei fosfolipidi. Studi cristallografici recenti delle strutture metalloenzimatiche hanno determinato un notevole interesse per le piccole molecole (complessi metallici sintetici) che riproducono la struttura, le proprietà fisico-chimiche e la reattivitá del sito catalitico di tanti metalloenzimi. Queste attività di ricerca forniscono informazioni sul meccanismo di azione degli enzimi e offrono l’opportunitá per sviluppare prodotti, preparati con processi chimici di laboratorio, che potrebbero essere usati come farmaci, agenti catalitici e sensori chimici. Un metodo utilizzato da noi e dai gruppi che conducono ricerche in questo campo, sfrutta la grande varietà di molecole organiche che coordinano i metalli di transizione sostituendosi ai gruppi che legano i metalli alla proteina. L’idea principale é che, nel grippaggio di queste molecole ai metalli, sul metallo stesso restino uno o più siti mediante i quali può essere fissato il substrato, che può reagire con un nucleofilo, se fissato al metallo come nella proteina in esame. In particolare, il nostro gruppo utilizza derivati di un piccolo legante macrociclico, 1,4,7-triazacyclononano (tacn, fig. 1)1,2 per lo sviluppo degli agenti mimetici degli enzimi del rame e del manganese che catalizzano l’ossidazione dei substrati organici o che coinvolgono l’interconversione fra acqua, perossido e ossigeno (laccasi e ossidasi dell’ascorbato con tre centri di Cu in prossimitá, fotosistema II con 2 Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia Ambasciata d’Italia CANBERRA quattro centri di Mn in prossimitá) ed enzimi dello zinco che inducono l’idrolisi degli esteri di fosfato (fosfolipasi C e P1 nucleasi che hanno tre centri di zinco in prossimitá). Queste ricerche forniscono esempi di nanomolecole che assomigliano ai siti di attività enzimatica (Fig. 2). Abbiamo trovato dei complessi del rame che hanno ottime attivitá di clivaggio degli esteri fosfati e per uno di essi la velocità di reazione è ai limiti superiori della massima attività catalitica riportata nella letteratura scientifica. Questi studi offrono l’opportunitá di sviluppare catalizzatori eterogenei che inducono il clivaggio degli esteri di fosfato presenti in tante molecole biologiche.3 Recentemente è stato sviluppato un metodo che utilizza l’informazione strutturale del sito attivo dei metalloenzimi per identificare i gruppi che partecipano alla funzione di controllo del processo enzimatico agendo come leganti del metallo o utilizzando interazioni sopramolecolari. Queste informazioni sono utilizzate nella progettazione dei peptido-mimetici contenenti i gruppi essenziali per svolgere le funzioni enzimatiche.4 Nelle nostre ricerche utilizziamo quindi, questa idea “mimica” per disegnare dei mimetici nanomolecolari di metalloenzimi del rame che catalizzino l'ossidazione dei vari substrati organici. Egualmente ci interessiamo delle metallonucleasi artificiali che, come le proteine naturali, si legano a siti specifici sul DNA trasportando così i centri metallici necessari per effettuare la fenditura idrolitica selettiva del DNA. Applicazioni biologiche e farmaceutiche di tali agenti di fenditura possono essere facilmente immaginate. N N NH N N N H N HN N H OH HN NH N N HN N H N H NH N HN N N H HOOC N N N H N N N H C OOH NH N Tacn derivatives N H [ Zn2( Me3tacn) 2(OH2)4(PO3OPh)]2 + 3 Ambasciata d’Italia Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia CANBERRA Complessi per la Purificazione delle Proteine L’Human Genome Project ci darà informazioni tali da permettere il disegno di diversi tipi di molecole con attivitá biologica (per uso medico, analitico o diagnostico). Ci sarà la necessità di mettere a punto le strategie ed i metodi sintetici di purificazione per la separazione veloce ed efficiente di molti tipi di molecole biologiche. Un metodo di purificazione che potrebbe soddisfare molti dei bisogni biotecnologici è “l’Immobilised Metal Affinity Chromatography” (IMAC).5 Con questo metodo, le molecole biologiche sono separate mediante un complesso metallico immobilizzato su un supporto cromatografico, un Immobilised Metal ion Chelate Complex (IMCC). La reazione del supporto con un sale del metallo produce un complesso metallico con molecole che possono essere facilmente sostituite dai radicali liberi presenti sulla molecola biologica. H2O LM OH2 + :X LM X H2O La forza dell'interazione, fra le molecole biologiche ed il complesso, varia e dipende principalmente dai tipi di atomi leganti che sono situati sull'esterno della molecola ma è anche influenzata dagli effetti sopramolecolari. La separazione delle molecole, effettuata mediante cromatografia su colonna, in alcuni casi usa un legante con una maggiore affinità specifica per il complesso immobilizzato piuttosto che per la molecola biologica. Differenti tipi di leganti sono stati usati in questa area di ricerca, l’iminodiacetate è un tipo di legante attualmente usato a livello industriale. Il nostro interesse si concentra essenzialmente nello sviluppo di famiglie di leganti che permetteranno l’uso dell’IMAC con un’ampia gamma di metalli. In collaborazione con il Professor Milton Hearn (Biochimica – Monash University), queste richerche si occupano dei leganti macrociclici, leganti 4 Ambasciata d’Italia Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia CANBERRA che a tutt’oggi sono stati poco studiati. Parte di questo lavoro utilizza il macrociclo, 1,4,7-triazacyclonone (tacn, usato nello sviluppo di agenti mimetici biologici), che, legato a supporti cromatografici, permette di separare molecole biologiche naturali da quelle ricombinanti. Questo legante ha caratteristiche superiori ad altri studiati fino ad oggi : • Tacn forma generalmente i complessi metallici molto stabili e questo minimizza la lisciviazione del metallo dalle colonne durante l’absorbimento o l'eluizione; • Poiché il tacn occupa soltanto tre siti di coordinazione sul metallo, due o più siti saranno disponibili per legare la molecola biologica. L'interpretazione dei nostri risultati è aiutata dal fatto che la disposizione geometrica del tacn intorno al metallo è fissa, data la geometria rigida di questo legante. In uno dei nostri studi recenti abbiamo esaminato l’affinitá di colonne cromatografiche costituite da complessi metallici del tacn (Cr3+, Mn2+, Co2+, Ni2+, Cu2+ and Zn2+) verso tre proteine ben note: lisozima (estratto da uova di pollo), il citocromo C (estratto dal miocardio di cavallo) e la mioglobina (estratto dal muscolo scheletrico del cavallo).6 Grazie a questi studi, abbiamo stabilito che la mioglobina si lega alla fase cromatografica con piú forza del lisozima e del citocromo C perché l'esterno è più ricco di gruppi istidinici che sono buoni leganti degli ioni metallici. Questi studi hanno indicato che le interazioni coordinative legano le molecole biologiche al complesso più dei legami idrogeno e degli effetti elettrostatici. Le variazioni del pH e della forza ionica nell'affinità di queste proteine per la fase solida, indicano che questi piccoli effetti servono a sintonizzare le forze delle interazioni solido-adsorbenti. Stiamo inoltre usando, con risultati interessanti, il sistema IMAC per separare le varie componenti proteiche del siero umano. Un gruppo di proteine (albumina, transferrina, α2microglobulina e IgG) sono ben adsorbite dalle colonne e si possono separare dal resto delle proteine presenti nel siero. Per esempio, l'albumina può essere separata, dalle altre proteine adsorbite, usando una miscela di sali 5 Ambasciata d’Italia Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia CANBERRA di acetato e di cloruro. Attualmente stiamo adattando i nostri metodi sperimentali per realizzare la separazione di particolari proteine preparate mediante tecniche ricombinanti. Processi verdi per l’estrazione del’oro Il settore minerario dà un contributo vitale all'economia australiana contribuendo per oltre 45 miliardi di dollari australiani agli introiti derivanti dalle esportazioni. In questo, e in molti altri settori, vi è la necessità di mettere a punto metodi di lavorazione che siano economicamente sostenibili e che minimizzino l'impatto ambientale. Ultimamente il processo di lavorazione industriale che richiede l'uso di cianuro per l’estrazione dell'oro dai minerali è stato fortemente combattuto. In Europa ed in Nuova Guinea si sono verificati degli inquinamenti da cianuro che hanno provocato la morte di molti animali, mentre in alcune Nazioni l'uso del cianuro, per l’estrazione dell'oro, é già proibito da tempo. In Australia le lavorazioni di alcuni prodotti industriali hanno già determinato concentrazioni di cianuro nelle acque reflue molto prossime alla soglia massima permessa per legge (~50ppm). L’anno scorso nel NSW il partito dei verdi ha proposto l’introduzione di una legge che impedisca l’uso del cianuro. Questi avvenimenti hanno aumentato l'interesse per lo sviluppo dei processi di lisciviazione dell'oro che non utilizzino il cianuro. Un processo molto interessante per effettuare la lisciviazione dell'oro utilizza una miscela di tiosolfato di rame e di ammoniaca. In questo processo, un complesso ammoniacale del rame(II) effettua l'ossidazione dell’oro che forma un complesso solubile di tiosolfato d’oro. Questo complesso solubile puó essere separato dagli altri composti, presenti in soluzione, mediante cromatografia su colonna. La riduzione elettrochimica è il processo terminale per il recupero di oro metallico.7 Al momento, questo processo è considerato economicamente valido solo per l’estrazione dei minerali d’oro con un elevato contenuto di carbonio poiché, la perdita del 6 Ambasciata d’Italia Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia CANBERRA tiosolfato, causata dall’ossidazione del composto, aumenta significativamente il costo del processo. Un progetto promosso dal Centro di Chimica Verde (Monash University) sta mirando a sviluppare il nuovo processo di lisciviazione dell'oro al fine di renderlo economicamente valido su una maggiore varietà di minerali. Nella prima fase del nostro progetto, l’obiettivo è di ottenere le informazioni fondamentali sulle reazioni chimiche che avvengono durante il processo dell'estrazione, sui complessi di oro e di rame che sono presenti in soluzione prima e dopo l’estrazione e sulle proprietà dei minerali (prima e dopo l’estrazione dell’oro). Queste informazioni fondamentali ci permetteranno di ottimizzare i termini dell'estrazione per tanti tipi di minerali dell'oro. Il progetto è pluridisciplinare poichè unisce tecniche geologiche e tecniche chimiche, quali metodi spettroscopici, microscopici e cristallografici. Attualmente stiamo identificando le specie di rame presenti nelle soluzioni che contengono cloruro,8,9 tiosolfato o ammoniaca, o una combinazione di queste molecole. Stiamo prendendo in considerazione il cloruro poiché l'acqua sotterranea, usata negli impianti di lavorazione locali, può contenere alte concentrazioni di cloruro (in certi casi superiore a 4M). Questi studi forniranno i dati termodinamici necessari per intraprendere gli studi con modelli numerici che consentiranno di identificare le condizioni ottimali per ogni tipo di minerale. È in progettazione uno studio sistematico che mira ad identificare nuovi complessi metallici (che consistono di diversi tipi di leganti e metalli) in grado di lisciviare l'oro efficacemente senza provocare l’ossidazione del tiosolfato. Rappresentazione dell’estrazione di oro dal processo del tiosolfato.7 7 Ambasciata d’Italia Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia CANBERRA Bibliografia 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. Towards synthetic models for trinuclear copper active sites of ascorbate oxidase and laccase: Self-assembly, crystal structure and magnetic properties of the copper(II) complexes of tris(1,4,7-triazacyclonon-1-ylmethyl)benzene. L. Spiccia, B. Graham, M. T. W. Hearn, G. Lazarev, B. Moubaraki, K. S. Murray and E. R. T. Tiekink, J. Chem. Soc., Dalton Trans., 1997, 4089-4097. Structural, spectroscopic and electrochemical studies of binuclear manganese(II) complexes of bis(pentadentate) ligands derived from bis(1,4,7-triazacyclononane) macrocycles. S. J. Brudenell, L. Spiccia, A. M. Bond, G. D Fallon, P. J. Mahon, D. C. R. Hockless and E. R. T. Tiekink, Inorg. Chem., 2000, 39, 881 - 892. Silica bound copper(II) triazacyclononane: a robust material for the heterogenous hydrolysis of a phosphodiester. B. R. Bodsgard and J. N. Burstyn, Chem. Commun., 2001, 647 – 648 Characterization of the Fundamental Protein Ligand Requirements of [4Fe-4S]2+/+ Clusters with Sixteen Amino Acid Maquettes. S. E. Mulholland, B. R. Gibney, F. Rabanal, and P. L. Dutton, J. Am. Chem. Soc. 1998, 120, 10296 -10302. Per esempio veda: Purification of proteins using polyhistidine tags. J. A. Bornhorst, J. J. Falke, Methods Enzymol. 2000, 326, 245 – 254. Immobilised metal affinity chromatography. J. Porath, Protein Expression Purif., 1992, 3, 263 – 281. Affinity chromatography and metal chelate affinity chromatography. A. J. Fatiadi, CRC Critical Reviews in Analytical Chemistry, 1987, 18, 1 – 37. Protein selectivity with immobilised metal ion-tacn sorbents: Chromatographic studies with model proteins and several other globular proteins. W. Jiang, B. Graham, L. Spiccia and M. T. W. Hearn, Journal of Analytical Biochemistry, 1998, 255, 47-58. Thiosulfate leaching of gold – A review. M. G. Aylmore and D. M. Muir, Mineral Engineering, 2001, 14, 135 – 174. Complexation of metal ions in brines: application of electronic spectroscopy in the study of Cu(II)-LiCl-H2 O system between 25 and 90 °C. J. Brügger, D. C. McPhail, J. Black and L. Spiccia, Geochimica Cosmochimica Acta, 2001, 65, 2691 – 2708. A spectrophotometric study of aqueous copper(I) chloride complexes in LiCl solutions between 100°C and 250°C. W. Liu, J. Brúgger, D. C. McPhail and L. Spiccia, submitted to Cosmochimica et Geochimica Acta. Dr Leone Spiccia School of Chemistry PO Box 23 Monash University, Victoria, 3800, Australia Email: [email protected],au 8 Ambasciata d’Italia Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia CANBERRA Telemedicina in Australia Marcello Costa Telemedicina è un termine che indica l'esercizio di attività di natura sanitaria a distanza. Naturalmente il concetto non è nuovo, ma negli ultimi anni ha acquistato un significato più futuristico, coinvolgendo tecnologie avanzate di comunicazione e d'informazione. L'Australia ha avuto sempre forti motivi per sviluppare questa forma di medicina a distanza. La distanza infatti è l'ostacolo tradizionale in questo continente così poco popolato nel centro. Il servizio del "Flying Doctor" è stato un primo approccio che ha permesso a popolazioni sparse nel vasto territorio, di ricevere un servizio medico tempestivo. L'Australia è fra i primi 4-5 paesi nello sviluppo della telemedicina. Più di recente le tecnologie avanzate di comunicazione hanno permesso lo sviluppo di un concetto più ampio di telemedicina. Innanzi tutto la possibilità di consultazione visiva a distanza, cioè mediante teleconferenze. Questo aspetto della telemedicina, sebbene non visto come particolarmente futuristico, non va sottovalutato. Viene infatti usato da parecchi anni dalla Facoltà di Medicina della Flinders University di Adelaide, per mantenere contatti diretti con la sua Scuola di Medicina dipendente situata a Darwin nel Territorio del Nord, a più di mille chilometri di distanza. Le riunioni dei vari Comitati di Facoltà avvengono da anni in circuito telematico. Inoltre gli studenti di medicina a Darwin possono partecipare all'insegnamento di gruppo assieme agli studenti in Adelaide. Uno dei ruoli più efficaci di questo metodo di comunicazione è quello di permettere ai pazienti il contatto visivo con specialisti. Il fiume Murray, fra i fiumi più lunghi del mondo, scorre per centinaia di chilometri nello stato del Sud Australia prima di aprirsi in un complesso delta di lagune e infine nel gelido e grandioso Oceano del Sud, a pochi chilometri da Adelaide. Lungo le sue rive vi sono diversi piccoli centri abitati dove prosperano piccole industrie di ortofrutticulture, molte delle quali di emigranti italiani. 9 Ambasciata d’Italia Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia CANBERRA Un servizio del dipartimento di Psichiatria si occupa della salute mentale degli abitanti di questa zona. La telemedicina permette ai pazienti di essere seguiti di persona ogni settimana con incontri diretti con i loro specialisti. I medici condotti del luogo sono coinvolti nella terapia di questi pazienti ed è stato dimostrato che questo processo diminuisce notevolmente l'acutizzarsi di difficili condizioni psicologiche. Questo ha ridotto sia il costo che la scomodità di dover mandare pazienti a Adelaide o di far venire con urgenza specialisti al "Riverland". Di fatto la Psichiatria è la disciplina medica che fa maggior uso in Australia di tecniche di medicina a distanza. Proprio perchè la Facoltà di Medicinà dell'Università di Flinders ha un territorio di insegnamento e di cura così esteso, nel Luglio del 1996 è stata fondata la prima cattedra di telemedicina. Il Professor Malcolm MacKinnon ha iniziato subito un processo di sviluppo di questa attività a livello commerciale. L’Università di Flinders non è l'unica organizzazione a sviluppare aspetti di telemedicina. Degna di nota è l'attività pionieristica dell’unità di nefrologia del Queen Elizabeth Hospital di Adelaide. Questa unità non solo ha sviluppato corsi di perfezionamento a distanza con altri servizi nel centro Australia, ma offre anche un servizio specialistico per pazienti sottoposti a dialisi renale nelle loro case, spesso a centinaia di chilometri da altri centri ospedalieri. L'idea è anche quella di estendere questi servizi a paesi del sudest asiatico con l'aiuto di industrie rilevanti. Un altro campo di indubbia importanza, per cui la telemedicina ha un ruolo importante, è quello della trasmissione di immagini diagnostiche. Gran parte della medicina moderna dipende dalla visualizzazione di segnali emessi dal corpo umano che indicano uno stato normale o patologico. Basti pensare alle lastre di raggi X o di tomografia computerizzata, alle registrazioni dell'attività elettrica del cuore (elettrocardiogramma), del cervello (elettroencefalogramma) e dei muscoli (elettromiogramma), così come le immagini dinamiche di strumenti ottici di studio di diverse cavità del corpo, dall'apparato digerente a quello riproduttivo. Queste immagini sono 10 Ambasciata d’Italia Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia CANBERRA adattissime ad essere trasferite per via telematica fra computer collegati in rete. Per esempio, i neurologi sparsi nel vasto stato del Sud Australia trasferiscono settimanalmente al Queen Elizabeth Hospital di Adelaide registrazioni di attività elettrica che diagnosticano malattie dei nervi periferici, per un consulto con diversi specialisti. Un altro esempio è fornito dalla collaborazione fra diversi ospedali cittadini e regionali del Sud Australia, con tre compagnie che operano nel campo radiologico per portare immagini radiologiche a computer portatili di dottori sparsi nel territorio. Si stanno formando molti gruppi di "multidisciplinary clinical meetings". Queste riunioni tele-cliniche sono composte da gruppi di specialisti che danno opinioni e consigli su terapie di pazienti distanti. Uno di questi gruppi, che è situato al Queen Elizabeth Hospital di Adelaide, si occupa di tumori del seno, delle ovaie e di altre malattie delle ghiandole endocrine. La telemedicina per servizi rurali, dedicata cioè agli abitanti lontani dalle grandi città della costa dell’Australia, è oramai uno strumento diffuso in tutti gli Stati dell'Australia. Il Queensland ha una rete di 30 centri per video teleconferenze per la sanità. Ad esempio anche specialisti in oftalmologia usano questo mezzo per scambiare immagini oftalmoscopiche della retina. Altre unità si occupano di mettere in contatto genitori che abitano lontano con i loro bimbi in ospedale. La compagnia Medical Imaging Australia, che occupa il 13% del mercato in radiologia in Australia, ha firmato un contratto per offrire ai suoi 5500 clienti dottori un nuovo sistema di teleradiologia. I dati di esami di pazienti vengono trasferiti con "encryption" ad una casella elettronica accessibile dal dottore per lettura delle diagnosi e di immagini compresse radiologiche. La parola telemedicina si sta naturalmente differenziando in termini ancora più specialistici quali, teleneurologia, telepediatria, teleradiologia, telepsichatria e questi nuovi termini stanno a indicare che l'uso della telemedicina sta diventando molto diffuso. Il mezzo più promettente è naturalmente l’ISDN (Integrated Services Digital Network) che viaggia con linee telefoniche. Si possono trasmettere grandi 11 Ambasciata d’Italia Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia CANBERRA quantità di informazioni di voce e segnali video ad alta velocità a costi contenuti. Non vi è dubbio che questa tecnologia avrà sviluppi notevoli nei prossimi anni e permetterà un uso universale da parte di dottori, pazienti, centri diagnostici e ospedali e permetterà di sviluppare strategie razionali per migliorare l'applicazione della medicina a distanza. Di grande interesse per comunità remote è l'uso potenziale di complete unità medico-chirurgiche contenute in un “container” con tanto di sala operatoria chirurgica collegata attraverso IDSN, via telefono satellitare o cavo, a centri medici con specialisti che possono dare consigli diretti a personale medico meno specializzato, il tutto corredato di apparecchiature diagnostiche per telemedicina. Queste unità prodotte in Adelaide da “DocTel”, sono già in commercio e sono in uso nel Territorio del Nord e nel Sud Australia. Vi è poco dubbio che la telemedicina perderà il senso di medicina futuristica e diventerà parte integrante della medicina moderna di tutti i giorni. L'Australia è anche in questo campo all'avanguardia. Un recente articolo sul quotidiano di tiratura nazionale "The Australian" parla di un boom della medicina o sanità via IT (Information Technology). L'Industria in Australia sta aumentando del 15% contro il 10% negli USA o il 14% in Canada. Naturalmente ci si attende che il governo favorisca questo processo mediante politiche che associno medicina e alta tecnologia. www.wch.sa.gov.au www.jma.com.au/teleprod.htm www.promedicus.com.au "DocTel" Dr Gary Shanks Fax 61-8-8373 0092; 198 Belair Road, Howthorn, South Australia 5062, Australia. Prof Marcello Costa Professor of Neurophysiology School of Medicine Flinder University Adelaide 12 Ambasciata d’Italia Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia CANBERRA Produzione, recupero ed uso di arterie costruite in vivo da cellule staminali adulte Piero P. Giorgi Nei casi d’infarto cardiaco dovuto a grave insufficienza coronaria, il trattamento attualmente più usato è il by-pass, cioè l’autotrapianto di un segmento d’arteria prelevata da un’altra regione del corpo. Questa pratica è efficace, ma presenta alcuni inconvenienti. Comporta un doppio intervento chirurgico sul paziente e lascia la regione del prelievo (in genere una gamba) con una circolazione sanguigna difettosa. Problemi della medicina dei trapianti La questione dell’origine dell’organo sano, comune a tutta la chirurgia dei trapianti, limita notevolmente le potenzialità di questo importante campo della medicina moderna con problemi etici (commercio degli organi), immunitari (rigetto) ed epidemiologici (trasmissione di malattie infettive), o di effetti negativi collaterali, come detto sopra. La soluzione a questi problemi sarebbe l’uso di organi artificiali, come nel caso dei cuori meccanici, o la produzione di organi in laboratorio partendo da cellule staminali, cioè non ancora differenziate o capaci di di-differenziarsi. Quest’ultimo approccio ha grandi potenzialità, grazie alla conoscenza ormai avanzata dei fattori di differenziamento e del loro modo d’azione a livello molecolare. Purtroppo un altro problema etico si è intromesso in questo campo di ricerca. Le cellule staminali potrebbero essere ottenute da embrioni rimasti inutilizzati dalle cliniche che praticano la riproduzione assistita, ma questa pratica è respinta da una parte significativa dell’opinione pubblica. La soluzione alternativa sarebbe l’uso di cellule staminali prelevate dagli organi adulti che possono rigenerare cellule vecchie o danneggiate, cioè la maggior parte degli organi nel nostro corpo. L’inconveniente in questo caso risiede, di nuovo, nel problema dell’origine 13 Ambasciata d’Italia Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia CANBERRA dell’organo e delle conseguenze etiche, immunitarie ed epidemiologiche menzionate sopra. Un approccio del tutto nuovo Come si vede, il campo dei trapianti d’organo ha grandi potenzialità tecniche ma numerose remore pratiche. Un gruppo di ricercatori che lavorano presso la University of Queensland (Brisbane) sta però sviluppando una soluzione per il trapianto d’arteria che probabilmente eviterà tutti gli inconvenienti menzionati sopra. La Professoressa Julie Campbell dirige il Centre for Research in Vascular Biology presso la School of Biomedical Sciences, ed il Wesley Research Institute presso l’ente ospedaliero privato Wesley Hospital di Brisbane. Assieme ai colleghi Gordon Campbell, Johnny Efendy, Chih-Lu Han e WaiLeng Chue, la Professoressa Campbell ha messo a punto una tecnica per produrre delle arterie senza ricorrere all’uso di embrioni o di organi donati. Le cellule staminali potrebbero cioè essere ottenute dalla cavità peritoneale del paziente stesso con una procedura abbastanza semplice e poco invasiva, la quale porterebbe alla produzione di un’arteria immunocompatibile, capace di essere trapiantata nello stesso paziente e resistente ad una pressione sanguigna compatibile con quelle delle arterie normalmente sostituite in chirurgia vascolare. Fin’ora la ricerca è stata condotta su modelli sperimentali animali, ma i risultati sono tali da giustificare ottimismo per un’applicazione clinica non lontana. La scoperta Il gruppo di ricerca di Brisbane ha dimostrato che l’inserzione di un tubo di polietilene di lunghezza varia (fino a 8 centimetri) nella cavità peritoneale di cani, conigli, ratti, e topi induce in 2-3 settimane la formazione di una capsula di tessuto attorno al tubo stesso. Si tratta di una normale reazione che avviene quando materiale estraneo (un grumo di sangue per esempio) 14 Ambasciata d’Italia Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia CANBERRA viene introdotto nella cavità peritoneale; lo scopo funzionale è di isolarlo dal resto del corpo. La capsula è composta (dall’interno all’esterno) di miofibroblasti, la loro matrice collagena extracellulare ed un singolo strato di cellule mesoteliali. I miofibroblasti derivano probabilmente da macrofagi della cavità peritoneale (vedi sotto), e le cellule mesoteliali dalla parete della cavità stessa. Queste ultime possiedono le stesse proprietà anti-trombotiche delle cellule endoteliali dei vasi sanguigni. La capsula che si forma attorno al tubo è quindi prodotta da normali cellule del corpo del paziente; essa è ottenuta per mezzo di un artificio, ma non è ‘artificiale’. L’applicazione clinica di questo metodo eviterebbe i problemi etici, immunitari ed epidemiologici di cui sopra. Preparazione dell’arteria e trapianto (*) La capsula così formata può essere rimossa dal tubo di polietilene semplicemente rivoltandola, come quando si toglie un calzettino. Basta tagliarla ad una estremità, trattenere il bordo e tirarlo indietro fintanto che non si sia sfilata per tutta la lunghezza. Questo tubo di tessuto vivente, così liberato dal supporto di polietilene, ha ora lo strato endoteliale all’interno, proprio come deve essere in un vaso sanguigno. Preparazioni di questo tipo con una lunghezza di circa 2 centimetri sono state usate per due tipi di trapianti nello stesso animale in cui si erano formate. Un primo tipo consisteva nel tagliare la carotide (nel coniglio) o l’aorta discendente (nel ratto) e ricongiungere le due estremità con quelle dell’arteria designer. Il secondo tipo era uno shunt arteriovenoso eseguito sui vasi femorali del coniglio. Alla data di questa pubblicazione, i vasi trapiantati appaiono ancora beanti 16 mesi dopo l’operazione, come dimostrato con il metodo degli ultrasuoni Doppler. L’indagine istologica ha mostrato che, 3-4 mesi dopo il trapianto in una posizione esposta ad alta pressione arteriosa, i miofibroblasti dell’arteria designer si sono differenziati in cellule simili a quelle muscolari 15 Ambasciata d’Italia Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia CANBERRA lisce; infatti la proporzione in volume degli elementi contrattili (miofibrille) non è molto diversa da quella delle vicine arterie normali. Per di più, fibre elastiche si sono formate nello strato omologo a quello medio, mentre alla superficie si è differenziato uno spesso strato di cellule omologo all’avventizia, il quale comprende anche i vasa vasorum. L’indagine fisiologica ha poi dimostrato che 6 settimane dopo il trapianto lo strato muscolare delle arterie designer è capace di contrarsi o rilassarsi, in presenza di agenti vasocostrittori o acetilcolina aggiunti in bagno d’organo. L’origine delle cellule della parete arteriosa Al fine di perfezionare il metodo qui descritto era necessario determinare l’origine dei miofibroblasti della capsula iniziale. Si sono dunque inseriti nella cavità peritoneale di topi, ratti e conigli segmenti di tubo di polietilene ed anche grumi di sangue coagulato e bollito proveniente da un’altra specie. Le capsule di tessuto così ottenute sono state analizzate a tempi successivi dopo l’operazione. Durante i primi due o tre giorni si osservano cellule rotondeggianti attaccate alla superficie dei corpi estranei. Queste cellule si marcano con anticorpi Ly5 (CD45), indicazione preliminare che tratta di elementi del ceppo ematopoietico del midollo osseo (vedi sotto per prove ulteriori). Dal punto di vista ultrastrutturale queste cellule assomigliano ai macrofagi che si trovano normalmente nella cavità peritoneale, o a cellule meno differenziate ancora localizzate nel midollo osseo. Nelle stesse preparazioni si osservano anche delle cellule mesoteliali. Sei giorni dopo l’operazione le capsule sono già abbastanza spesse, ma composte dagli stessi due tipi di cellule; uno strato di matrice extracellulare si è però formato al di sotto delle cellule mesoteliali. A questo stadio alcune cellule interne cominciano ad assumere l’apparenza di fibroblasti e solo poche cellule si marcano ancora con Ly5. Due settimane dopo l’operazione quasi tutte le cellule che formano la capsula hanno assunto la forma fusiforme tipica delle cellule muscolari lisce 16 Ambasciata d’Italia Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia CANBERRA e sono stratificate come nello strato medio di un vaso sanguigno. Esse contengono anche strati periferici di miofibrille. Controlli immunoistochimici Le cellule muscolari lisce differenziatesi all’interno della capsula prodotta come descritto sopra sono state sottoposte a indagine immunoistochimica per confermare l’ipotesi che si tratti di elementi del ceppo ematopoietico del midollo osseo. Due settimane dopo l’operazione le cellule dello strato medio possono essere marcate con anticorpi contro la alfa-actina specifica delle cellule muscolari lisce, mentre nessuna di loro si marca più con quelli contro Ly5 (vedi sopra), un antigene noto per la sua presenza nei miofibroblasti non ancora differenziati. Allo scopo di confermare l’origine dal midollo osseo, topi femmine del ceppo C57BL/6 che esprime la variante Ly5.2 alla superficie delle cellule ematopoietiche sono state irradiate con raggi X per distruggere il midollo osseo, e subito dopo trasfuse con 106 cellule nucleate del midollo osseo prelevate dal femore e dalla tibia di maschi congeniti appartenenti ad un ceppo che esprime la variante Ly5.1. Dopo quattro settimane il successo del trapianto delle cellule maschili è stato controllato nel sangue delle femmine ospiti con citometria di flusso (80-99% di cellule maschili). Segmenti di tubi di polietilene sono quindi stati inseriti nella cavità peritoneale delle femmine in questione e le capsule sono state prelevate dopo due settimane. L'origine maschile delle cellule allungate della capsula, e quindi la loro origine dal midollo osseo, è stata dimostrata per mezzo di ibridazione in vitro con una sonda del cromosoma Y. Un’altra interessante osservazione è stata fatta in queste femmine dal sangue chimerico. Dopo aver causato sperimentalmente una lesione per raschiamento (scratch injury) sulla parete interna delle arterie normali, è stato trovato che circa la metà delle molecole di alfa-miosina presenti nelle cellule muscolari lisce della neointima (tessuto di riparazione) erano derivate dal midollo osseo. Questo risultato mette in dubbio la tradizionale 17 Ambasciata d’Italia Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia CANBERRA interpretazione dell’origine delle cellule presenti nelle lesioni re-stenotiche (reblock) causate dagli interventi di angioplastica (chirurgia riparatrice delle placche aterosclerotiche), dato che fin’ora si pensava che provenissero dalla parete dei vasi sanguigni sani. Conclusione Questa linea di ricerca dimostra che una migliore conoscenza dei normali processi di difesa e riparazione dei tessuti può aprire nuove possibilità nel campo della produzione di organi utilizzabili per interventi di trapianto. Probabilmente nella maggior parte dei casi non è necessario ricorrere all’uso di tessuti embrionali, il che eviterebbe i molti problemi etici, immunitari ed epidemiologici. In termini più generali, l’antico criterio ippocratico, per cui il medico dovrebbe solo aiutare il corpo del paziente a riparare se stesso, sembra in parte rivivere in tutta la propria saggezza in questa procedura che sfrutta appunto un processo naturale di difesa e riparazione del corpo. La produzione di altri organi potrebbe trarre ispirazione da questa armonia tra antica saggezza e tecnologia di punta moderna. (*) Questa procedura è protetta da un brevetto in Australia, Europa ed USA. La licenza appartiene alla ditta VasCam di Brisbane. Bibliografia Campbell JH, Efendy JL, Campbell GR (1999) “A novel vascular graft grown within the recipients own peritoneal cavity.” Circ Res 85:1173-1178. Campbell JH, Efendy JL, Campbell GR (2000) “The effect of environmental cues on the differentiation of myofibroblasts in peritoneal granulation tissue.” J Pathol 192: 257-262. Campbell JH, Efendy JL, Han CL, Campbell GR (2000) “Haemopoietic origin of myofibroblasts formed in the peritoneal cavity in response to a foreign body.” J Vasc Res 37: 364-371. 18 Ambasciata d’Italia Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia CANBERRA Han C, Campbell GR, Campbell JH. (2001) “Circulating bone marrow cells can contribute to neointimal formation” J Vasc Res 38: 113-119. Il Dott. Piero P. Giorgi è Senior Lecturer presso la School of Biomedical Sciences, University of Queenland (Brisbane), Qld 4067, Australia, dove insegna neuroscienze e storia della medicina. Il Dott. Giorgi è anche il direttore di Convivio – Journal of Ideas in Italian Studies. Dr Piero Giorgi University of Queensland School of Biomedical Science telefono: +617-3365-2723 - 2702, fax: +617-33651299, email: [email protected] 19 Ambasciata d’Italia Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia CANBERRA 20 Ambasciata d’Italia Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia CANBERRA Gli inquinanti organici persistenti in Australia: il Trattato di Stoccolma, e alcuni siti contaminati Alessandra Iero Introduzione Il 22 e 23 maggio 2001, a Stoccolma, l’Australia insieme alle delegazioni ONU di altri 80 Paesi ha firmato il protocollo sui POPs (Persistent Organic Pollutants). Affinchè l’accordo sia valido, dovrà essere ratificato da almeno 50 Paesi entro il 2004. Questo Protocollo ONU mira all’eliminazione dal mercato o ad una significativa riduzione delle emissioni di 12 sostanze, ritenute estremamente nocive per l’ambiente e quindi per l’uomo: Aldrin, Dieldrin, DDT, Endrin, Eptaclor, Clordane, Esaclorobenzene (HCB), Mirex, Toxafene, PCB (209 congeneri), Diossine (75 congeneri) e Furani (135 congeneri). Le sostanze elencate, benché abbiano utlizzi molto diversi e composizione chimica molto diversa, sono accomunati dalla loro persistenza nell’ambiente. Tra questi 12 composti organici vi sono i pesticidi organoclorurati DDT, Dieldrin, Aldrin, Endrin, Mirex, Toxafene, Eptaclor, e Clordane, i composti per attività industriali PCB e HCB (anche pesticida organoclorurato), mentre diossine e furani sono sottoprodotti di attività industriali o di stoccaggio. La maggior parte di queste sostanze non sono più in uso nei Paesi occidentali, ma lo sono nei Paesi in via di sviluppo, e alcune di loro sono tuttora legali in Australia. L’ONU ha iniziato ad occuparsi ufficialmente degli inquinanti organici persistenti sin dalla Conferenza sull’Ambiente e lo Sviluppo tenutasi a Rio de Janeiro nel 1992, in seguito a cui, L’UNEP, invitò l’International Programme on Chemical Safety (IPCS) e l’Intergovernmental Forum on Chemical Safety (IFCS) a svolgere un lavoro ad hoc che identificasse i POPs più pericolosi. Durante la Conferenza di Washington del 1995, per la protezione delle risorse marine, i POPs sono stati indicati come un pericolo globale, in 21 Ambasciata d’Italia Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia CANBERRA quanto non solo persistenti, ma anche in grado di essere trasportati globalmente accrescendo notevolmente la loro concentrazione rispetto al punto di rilascio all’interno della catena alimentare. Per procedere all’identificazione dei 12 POPs, che oggi rientrano nella Convenzione di Stoccolma, l’UNEP ha commissionato una serie di rapporti scientifici ad esperti internazionali sulle caratteristiche chimico-fisiche e tossicologiche di queste sostanze; inoltre ha chiesto a tutti Governi un inventario della situazione di ciascun Paese soprattutto per quanto riguarda le emissioni di diossine e furani. Da questa attività preliminare promossa dall’UNEP sono stati generati due documenti principali (disponibili al sito web dell’UNEP): - Persistent Organic Pollutants. An Assessment Report on: DDT, Aldrin, Dieldrin, Endrin, Chlordane, Heptachlor-Hexachlorobenzene, Mirex, Toxaphene, Polychlorinated biphenyls, Dioxins, and Furans; - Dioxin and Furan Inventories: National and Regional Emission of PCCD/PCDF. In particolare, la Convenzione di Stoccolma mira a: • eliminare e interrompere la produzione di Aldrin, Dieldrin, DDT, Endrin, Eptaclor, Clordane, Esaclorobenzene (HCB), Mirex, Toxafene, PCB; • restrizioni d’uso per il DDT (soprattutto per andare incontro a quei Paesi in Via di Sviluppo in cui la malaria rappresenta ancora un problema e il DDT è comunque un preparato abbastanza diffuso e poco costoso); • ridurre considerevolmente le emissioni di diossine, furani, esaclorobenzene e PCB (questi ultimi quando si formano come sottoprodotti), attraverso l’utilizzo delle migliori tecnologie disponibili e delle migliori pratiche ambientali. Caratteristiche chimico-fisiche e tossicologiche I POPs, sono composti organici principalmente di sintesi, che resistono alla degradazione biologica, fotolitica e chimica e sono quindi persistenti per 22 Ambasciata d’Italia Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia CANBERRA lungo tempo nell’ambiente, sono particolarmente predisposti al bioaccumulo e alla bioconcentrazione, e quindi al passaggio attraverso la catena alimentare, costituendo un rischio soprattutto negli organismi superiori, in cui si accumulano principalmente nei tessuti grassi. Tra le proprietà fondamentali che distinguono i POPs vi è la persistenza, cioè la capacità di rimanere invariati per lungo tempo nell’ambiente: anche a causa della loro origine antropica non hanno una “via metabolica” di degradazione. I POPs sono infatti caratterizzati da un tempo di dimezzamento (tempo che impiega metà del composto chimico a essere rimossi dall’ambiente) superiore a sei mesi. Un’altra importante caratteristica dei POPs è la semivolatilità che fa sì che possano entrare nell’atmosfera e percorrere grandi distanze, tendendo a volatilizzare in zone molto calde e a condensare e quindi precipitare nelle zone più fredde (questo genere di sostanze sono di solito alogenate con peso molecolare tra 200 e 500 e una tensione di vapore minore di 1000Pa). I POPs, una volta condensatisi, riescono ad entrare nella catena alimentare, e grazie alla loro lipofilicità, vanno incontro ad un processo di bioconcentrazione (processo in cui un organismo può assorbire una sostanza dall’ambiente esterno ed accumularla) e di bioaccumulo (processo in cui un organismo può assorbire una sostanza sia dall’ambiente esterno, sia dal cibo, ed accumularla). Quindi, la lipofilicità, combinata con la persistenza e la resistenza alla biodegradazione, risulta essere un fattore determinante nella biomagnificazione (che risulta in una maggiore concentrazione della sostanza negli organismi ai vertici della catena alimentare). Al fine di quantificare il processo di bioconcentrazione, viene utilizzato il fattore di bioconcentrazione BCF (rapporto tra la concentrazione di un composto all’interno di un organismo e la concentrazione nell’ambiente esterno). Sperimentalmente, i POPs raramente sono stati associati ad intossicazione acuta, dovuta all’esposizione ad elevate concentrazioni in un ristretto periodo di tempo, con effetti facilmente rilevabili quali la compromissione di alcune funzioni vitali o la morte. I POPs invece sono stati associati ad 23 Ambasciata d’Italia Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia CANBERRA effetti cronici dovuti all’esposizione a concentrazioni non elevate ma per lunghi periodi di tempo. Per alcuni POPs, esiste l’evidenza sperimentale di effetti cronici non letali di immunotossicità, inabilità riproduttiva e carcinogenesi. L’immunotossicità è considerata come una causa plausibile di aumento di mortalità tra i mammiferi (sono documentati effetti sulle balene, sui delfini, sulle foche, sui visoni). In particolare, è provato che l’esposizione ai PCB e alle diossine riduce la vitalità delle larve in molte specie di pesci. Alcuni POPs inoltre potrebbero rientrare tra i cosiddetti “distruttori endocrini”, di cui non si sa ancora molto, se non che interferiscono con il sistema endocrino degli organismi, con effetti evidenti solo a lungo termine o addirittura nelle generazioni successive rispetto a quelle che hanno direttamente subito l’intossicazione. POP Aldrin Dieldrin DDT Endrin Heptachlor Chlordane Esaclorobenzene Mirex Toxaphene PCBs Diossine & furani Tempo di dimezzamento viene convertito rapidamente in dieldrin Circa 5 anni 10-15 anni fino a 12 anni. fino a 2 anni fino a 1 anno 2,7-22,9 anni fino a 10 anni. da 100 giorni a 12 anni 10 giorni (monoclorurati) - 1,5 anni (eptaclorurati) TCDD = 10-12 anni BCF 12500-13300 51335-154100* circa 6400 9500-14400* 16600–37400* 22000-106840* 2600-51400* 4247-76000* 120000-270000* 26707 * varia secondo la specie testata L’epidemiologia umana su queste sostanze è abbastanza carente e spesso legata a eventi accidentali, come il caso di Seveso del 1976 per quanto riguarda le diossine (2,3,7,8-TCDD) il cui effetto è stato un aumento del cloracne nella popolazione esposta, e l’intossicazione, dovuta a HCB 24 Ambasciata d’Italia Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia CANBERRA avvenuta 35 anni fa in Turchia, in cui il 90% delle persone intossicate sono morte e il resto hanno presentato gravi sintomi di cirrosi, porfiria, disordini artritici, neurologici e del tratto urinario. Spesso la tossicità di queste sostanze comporta disfunzioni del sistema immunitario, deficit neurologici, anomalie riproduttive, anormalità comportamentali e carcinogenesi Nella classificazione IARC, (International Agency for Research on Cancer), Eptaclor, Clordane, HCB, DDT, Mirex, Toxafene, 2,3,7,8-TCDD risultano classificati nel gruppo 2B (possibile carcinogeno) o nel 2A (probabile carcinogeno umano), mentre per le diossine e i furani, per endrin, aldrin e dieldrin non c’è sufficiente evidenza sperimentale perchè siano considerati anche solo dei possibili carcinogeni. La situazione australiana L’Australia ha aderito alla convenzione ONU a Stoccolma, benchè il Governo non abbia rilasciato dichiarazioni sui tempi di ratifica del protocollo. Finora, il Governo Australiano ha bandito l’importazione e l’uso di nove di queste sostanze: Aldrin, Dieldrin, DDT, Endrin, Eptaclor, Clordane, Esaclorobenzene, Toxafene. Il Mirex è tuttora utilizzato nel Northern Territory (dove si stima che ve ne siano ammassati 220 kg) e per il suo utilizzo l’Australia ha richiesto un’esenzione dai termini della convenzione. Per quanto riguarda le diossine, benchè inizialmente elencate all’interno del “State & Federal government's Draft National Strategy for the Management of Scheduled Waste”, preparato nel 1992, ne sono stati rimosse nel 1993. All’interno dell’Australian and New Zealand Environment and Conservation Council (ANZECC) sono stati sviluppati dei piani per la gestione dei rifiuti contenti PCB, HCB e pesticidi organoclorurati; inoltre lo scorso 30 giugno è stato annunciato il National Dioxin Program, che almeno inizialmente si incentrerà esclusivamente sulla raccolta di dati e non sulla riduzione delle emissioni. 25 Ambasciata d’Italia Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia CANBERRA Environment Australia (l’Agenzia governativa per la gestione dell’Ambiente a livello federale), ha impiegato sei anni per stendere l’inventario riguardante le emissioni di diossine dovute alle attività industriali (Sources of Dioxins and Furans in Australia: Air emission). Il rapporto, per ammissione degli stessi autori, presenta dei margini di incertezza elevati nella quantificazione delle emissioni. Infatti, i dati presentati non derivano da misure effettuate, ma sono dati teorici e risultati di modelli sviluppati in altre parti del mondo e adattati alla realtà australiana. Il rapporto, che riguarda solo le emissioni in atmosfera, individua le seguenti fonti principali di emissione: produzione del cemento e della calce, combustione di legname per uso residenziale e per uso industriale, combustione di petrolio, produzione di metalli non ferrosi, combustione di carbone, incenerimento di rifiuti ospedalieri, motoveicoli. Inoltre, sempre per andare incontro alle richieste dell’UNEP sull’inventario dei POPs, nel 1995 è stato redatto “Persistent Organic Pollutants in the Southern Hemisphere”, in cui gli autori concludono che benchè i dati a disposizione siano pochi, si può affermare che le contamimazioni da POPs presenti in Australia sono originate nel suo stesso territorio e che l’Australia non rappresenta un pericolo per quanto riguarda il trasporto globale. Nel complesso il New South Wales risulta lo Stato più contaminato, ma, in realtà è lo Stato su cui c’è maggiore disponibilità di dati. Infatti, come l’OECD ha sottolineato, i dati australiani di monitoraggio dell’ambiente sono spesso estremamente carenti a causa dell’estrema frammentazione dei governi locali, non adeguatamente coordinati a livello federale. Questa frammentazione a livello dei diversi Stati porta, inoltre, a standard di emissione, per le diossine così come per altre sostanze, molto diversi da Stato a Stato. Per esempio, lo standard di emissione degli inceneritori di rifiuti ospedalieri dello stato del Queensland è 1000 volte più elevato dello standard applicato nel New South Wales per gli inceneritori di rifiuti urbani. 26 Ambasciata d’Italia Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia CANBERRA Per prepararsi ai lavori della convenzione ONU, Greenpeace attraverso un lungo e complesso lavoro di raccolta dei dati in possesso dei Governi statali (raccolta resa ancora più complessa dal “Commercial Business Information” che rende pressocchè impossibile stabilire chi utilizza quale prodotto chimico) ha identificato 67 possibili siti contaminati da diossine e furani in Australia. Per la metà di questi, non esistono dati di monitoraggio delle emissioni. Anche i monitoraggi dei siti risultano molto difformi tra Stato e Stato: tra i siti identificati da Greenpeace ben il 68% di quelli del NSW, e il 73% di quelli del Victoria avevano dati di monitoraggio disponibili, mentre le autorità del Queensland avevano monitorato solo 2 siti (15% del totale) e il South Australia uno (13% del totale). Esempi di gestione di contaminanti persistenti, sono quelli relativi all’HCB, prodotto dalla ditta Orica a Botany Bay, Sydney, e il recupero del sito contaminato di Homebush Bay, diventato il Parco dei Giochi Olimpici di Sydney del 2000. Per quanto riguarda il caso “Orica”, il Piano per la gestione dei rifiuti del sito di Botany Bay contenenti HCB è stato approvato nel 1996 dall’ANZECC. La ditta Orica, inizialmente nota come ICI Australia, iniziò a produrre composti clorurati negli anni ’50 e nei decenni successivi implementò la produzione di PVC, dicloruro di etilene (EDC), cloruro di vinile monomero (CVM), pesticidi quali 2,4-D e 2,4,5-T (componenti primari dell’Agent Orange, il famoso desfoliante utilizzato nella guerra del Vietnam), HCB. Inquinamenti successivi della zona si sono verificati a causa del rilascio di inquinati nelle acque reflue e dello stoccaggio dei prodotti di scarto (stoccaggio che ha coinvolto anche alcuni siti di Homebush Bay). Il sito di Botany Bay presenta attualmente una serie di rifiuti tossico-nocivi: 8300 tonnellate di HCB cristallino, proveniente dalla produzione del 27 Ambasciata d’Italia Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia CANBERRA solvente, contenuto in barili di acciaio; 1000 tonnellate di HCB derivati dalla produzione di EDC, conservato in 25 metri cubi di cemento (noti come Vinyls Factory); 45000 tonnellate di suolo, cenere e torba contenenti HCB, tetracloruro di carbonio e idrocarburi clorurati, derivanti da operazioni di stoccaggio carenti, conservati in celle di smaltimento al di sotto del parcheggio dell’Orica. Numerosi studi ambientali sono stati condotti nella zona, campioni di granchi prelevati nel dicembre ’89 da Botany Bay, contenevano HCB superiore ai limiti delle linee guida australiane. Nel 1990 è stato inoltre condotto uno studio su diossine e furani che ha mostrato un elevato contenuto di 2,3,7,8TCDF nei sedimenti e segni di bioaccumulo nel biota. All’interno del Piano di gestione dell’ANZECC, l’Orica ha proposto due tecnologie pr la distruzione di questi rifiuti: il processo di “Gas Phase Chemical Reduction” e “Geomelt”, entrambi dovrebbero presentare caratteristiche di basso rischio per gli insediamenti circostanti e per lo staff impiegato nell’impianto. Il Comitato cittadino dei residenti, istituito all’interno del National HCB Management Plan, nell’ottica della partecipazione della comunità alle valutazioni di rischio, s’incontra ogni 15 giorni, ha scelto il processo Geomelt, (un processo in cui i rifiuti si mescolano con suolo e vengono sciolti con l’applicazione di energia elettrica tramite degli elettrodi) per il quale la ditta Orica dovrà presentare la valutazione di rischio. Homebush Bay, la sede delle Olimpiadi del 2000, è il risultato di un lavoro di dieci anni per il recupero dell’area contaminata. Infatti, il degrado della zona era iniziato agli inizi del ‘900, con le attività industriali. Le fabbriche, soprattutto di pesticidi, inclusi DDT e HCB, ftalati, plastiche, resine e pigmenti, e raffinerie di petrolio, rilasciavano rifiuti e contaminanti nella baia e li stoccavano in discariche (molto spesso abusive) della zona: distribuiti in vari siti sono stati infatti ritrovati diossine (36 barili da 200 litri 28 Ambasciata d’Italia Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia CANBERRA e 15 da 50 litri, oltre a una quantità stimata tra 4 e 30 kg dispersi in 300 tonnellate di rifiuti solidi), organoclorurati solidi e liquidi, e poi metalli pesanti, catrame, asbesto. Nel 1979, l’introduzione di una nuova legislazione ambientale ha obbligato le industrie ad adeguarsi alle nuove misure di controllo dell’inquinamento. Una preliminare indagine di rischio, condotta agli inizi degli anni novanta, indicava l’acqua come la fonte principale di rishio, a causa anche del trasporto sotterraneo dei contaminanti. L’analisi tossicologica di acqua, suolo e sedimenti indicava un allarmante trasporto lungo la catena alimentare. Il recupero del sito contaminato, condotto per tutti gli anni ’90, ha interessato nove metri cubi di rifiuti tossico-nocivi, oltre rifiuti domestici, industriali e commerciali ed è costato in totale 137 milioni di dollari australiani. Nel 1997, il governo del NSW ha finanziato l’attività di recupero del sito con 21 milioni di dollari australiani. L’Olympic Coordination Authority si è occupata di tutta l’attività di recupero del sito, interagendo con la NSW-EPA (Environment Protection Authority) e con i comitati cittadini. La metodologia principale del recupero è stata la riallocazione dei rifiuti in discariche in-sito, con la gestione dei percolati al fine di minimizzare il rischio per aria, suolo e acqua. In particolare per il trattamento delle diossine, l’OCA ha scelto i processi di “Indirect Thermal Absorption” e di “Base Catalysed Decomposition”, (al costo di 2.29 milioni di dollari australiani) attraverso i quali le diossine vengono ridotte a composti chimici di base non tossici. Australian and New Zealand Environment and Conservation Hexachlorobenzene Waste Management Plan, November 1996. ANZECC, Polychlorinated Byphenils Management Plan, July 1999. City of Botany Bay, Draft Local Waste Management Plan, 1999 29 Council, Ambasciata d’Italia Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia CANBERRA Des W. Connell, Gregory J.Miller, Munro R.Mortimer, Glen R. Shaw and Shelly M. Anderson Persistent lipophilic contaminants and other chemical residues in the southern hemisphere. Prepared for: Environment Australia. HCB Consultation Panel, Summary Report of the HCB Consultation Panel on Major Outcomes from HCB Public Consultation, December 1996. Southern Sydney Waste Planning & Management Board, Southern Sydney Regional Waste Plan, April 1997. UNILABS, Environmental Characterisation and Estimation of Dioxin and Furan Emissions from Waste Incineration Facilities. prepared for: Environment Australia. UNEP UNEP Chemicals WHO: Intergovernmental Forum on Chemical Safety Caratteristiche dei POPs Environment Australia www.chem.unep.ch Irptc.unep.ch/ www.who.int/ifcs/ www.iisd.ca/linkages/chemical/popsd/index.html www.ea.gov.au/industry/chemicals/infrastructure.ht ml Australian Dept. of Foreign www.dfat.gov.au/environment/haz_chem.html#persi Affaris: Global issues st Olympic Coordination Authority www.oca.org.au Greenpeace Australia: sostanze www.greenpeace.org.au/toxics tossiche Dott.ssa Alessandra Iero [email protected] 30 Ambasciata d’Italia Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia CANBERRA Ricerche sul cuore artificiale Paola Bernard Le malattie cardiache sono un problema sanitario in costante crescita in tutto il mondo occidentale, ed è stato stimato, che negli Stati Uniti, ne siano affette più di 81 milioni di persone con 400.000 nuovi casi all’anno e nella sola Australia, a causa di cardiopatie, ogni anno muoiono più di 52.000 persone. Malattie non gravi, come le irregolarità del ritmo cardiaco, possono essere trattate con farmaci, defibrillatori e pacemakers, ma nei casi di grave malfunzionamento l’unica terapia attuabile è il trapianto. Una delle malattie più gravi è la Congestive Heart Failure (CHF) causata dal cattivo funzionamento del cuore che non è più in grado di soddisfare il fabbisogno di ossigeno del corpo. Con il tempo, il malfunzionamento cardiaco determina l’ingrossamento dell’organo, l’ipertrofia delle pareti cardiache, la tachicardia, l’ipocinesi del ventricolo sinistro e la disfunzione renale. Condizioni predisponenti alla CHF sono l’arteriosclerosi dell’arteria coronaria, l’ipertensione (75% dei pazienti) e l’attacco cardiaco (22% dei pazienti) ma anche storie pregresse di diabete, fibrillazione atriale o media carenza renale. Uno studio epidemiologico, condotto di recente al Duke University Research Center su un gruppo di 3000 persone, con CHF diagnosticato, ha evidenziato che esistono differenze di razza, sesso ed età nell’incidenza di malattia. La malattia è in aumento in tutto il mondo occidentale e l’aspettativa di vita, con solo il 50% di sopravvivenza a 5 anni ed il 20% oltre i 10 anni, è comparabile a quella di alcune forme di cancro. Oggigiorno, il trapianto cardiaco è il solo modo provato di estendere la vita dei pazienti che soffrono di danno cardiaco grave. Negli Stati Uniti ogni anno c’è una richiesta di 100.000 nuovi cuori a fronte di una disponibilità di soli 2000 cuori derivanti dalla donazione di organi, la enorme disparità tra i due numeri dimostra chiaramente la necessità di 31 Ambasciata d’Italia Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia CANBERRA sviluppare la tecnica del cuore artificiale che, disegnato per rimpiazzare il cuore malato, è l’unica soluzione per risolvere il problema dei tanti pazienti in lista d’attesa per un trapianto istocompatibile. Nel 1957 venne impiantato il primo cuore artificiale (TAH) in un animale che rimase in vita per soli 90 minuti, nell’uomo il primo trapianto è stato invece tentato nel 1969 e poi nel 1982 presso il Texas Heart Institute ma in tutti i casi i pazienti sopravvissero solo per un periodo di tempo molto limitato, principalmente perché i TAH richiedevano collegamenti ad apparecchi esterni mediante tubi che aumentavano il rischio di infezioni e coaguli. In America nel 2000 è stato, con successo, impiantato per la prima volta l’abiocor, un nuovo modello al titanio che è utilizzabile in quei pazienti in cui sono irreversibilmente danneggiati ambedue i ventricoli e per i quali le attuali tecniche di intervento chirurgico o terapia medica sono inadeguate. L’abiocor è un apparecchio tecnologicamente all’avanguardia utilizzabile, per le sue dimensioni, solo negli adulti, è dotato di un sistema a batteria e sono stati notevolmente ridotti i rischi di infezioni e di coaguli; i ricercatori sono fiduciosi che in futuro il cuore artificiale potrà essere usato allo stesso modo di un pacemaker. Nelle forme iniziali di malattia è a volte possibile un trattamento farmacologico e attualmente è allo studio (trial) una forma di angiogenesi terapeutica mediante somministrazione intracardiaca di una proteina che induce i tessuti a produrre VEGF (vascular endothelial growth factor). È allo studio anche un pacemaker biventricolare che ha lo scopo di risincronizzare l’azione pompante del ventricolo sinistro. Normalmente i pazienti più gravi vengono sottoposti ad una operazione chirurgica per l’inserimento di un supporto ventricolare, “bridge to the transplant”, che può supportare il paziente solo per pochi anni lasciandolo in attesa dell’ indispensabile trapianto. Il medical centre dell’Università di Pittsburgh, che è un leader mondiale nel campo dei trapianti di cuore, ha valutato che circa il 60% dei pazienti in lista 32 Ambasciata d’Italia Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia CANBERRA di attesa potrebbero risolvere i loro problemi con l’impianto di un cuore artificiale, infatti, la CHF è spesso causata dall’incapacità del muscolo cardiaco a rilassarsi tra i battiti (diastolica CHF) piuttosto che da una reale debolezza del pompaggio ed in molti trial si è visto che, brevi periodi di riposo del muscolo cardiaco, possono essere sufficienti a far recuperare al cuore naturale la sua funzione evitando così la necessità del trapianto. Esistono tre tipi diversi di apparecchi artificiali: • apparecchiature centrifughe che usano supporti magnetici. apparecchi molto costosi con sistemi multipli di controllo elettronico; Sono • apparecchiature assiali; • apparecchiature rotative quali il ventrassist della MICROMEDICAL e l’abiocor della ABIOMED Inc. La compagnia australiana, Micromedical Industries di Sydney, all’avanguardia nel settore della ricerca di apparecchiature mediche, ha progettato un cuore artificiale rivoluzionario per le sue caratteristiche che non compete con l’apparecchio di progettazione americana ma lo complementa rivolgendosi ad una differente porzione di mercato. L’apparecchio può rivoluzionare la qualità di vita del paziente poiché svolge un’attività di supporto al cuore naturale lasciando che questo si riposi e, talvolta, si rafforzi tanto da guarire completamente eliminando, di conseguenza, la necessità del trapianto. Il nuovo apparecchio è in titanio, è molto più piccolo degli altri cuori artificiali in commercio, ed è perciò utilizzabile anche nei bambini, può essere facilmente rimosso e, inoltre, non necessita di terapia anticoagulante, il che lo rende utilizzabile nelle donne in gravidanza e in quei pazienti che non sopportano le terapie anticoagulanti. Il sistema viene impiantato con un’operazione chirurgica della durata di due ore, è dotato di un’unica parte mobile, idrodinamicamente sospesa, che direziona il flusso sanguigno, non richiedendo sostegni, valvole e tubi non danneggia il sangue, è molto efficiente ed ha un costo molto basso se 33 Ambasciata d’Italia Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia CANBERRA paragonato a quello degli altri sistemi attualmente in commercio. Il mese scorso la compagnia ha brevettato il suo prodotto negli USA coprendo soprattutto i diritti per la pompa rotativa propulsore della pompa sanguigna e il suo sistema di sospensione idrodinamica. La sospensione idrodinamica è un sistema semplice e sicuro, e rappresenta un vantaggio tecnologico notevole rispetto agli altri sistemi molto più complessi a sospensione magnetica. La Micromedical Corporate è composta dalla Cardiac e-health e dalla Ventrassist. La Cardiac e-health, con sede in Queensland, si occupa della costruzione e vendita di attrezzature per telemedicina, esporta in 25 stati e possiede già 11 approvazioni FDA per il marketing europeo. La compagnia produce anche un monitor portatile, usato dalla Nasa sullo Space-Shuttle, che accoppiato a speciali tecnologie della comunicazione, permette di inviare elettrocardiogrammi di ottima qualità in qualsiasi posto nel mondo, ad esempio da un aereo di linea ad un centro specializzato per una rapida analisi; l’ECG può anche essere scaricato su computer, conservato su disco o spedito tramite e-mail. La Ventrassist, con sede in NSW, è composta da 19 dipendenti tra ingegneri e ricercatori e si occupa dello sviluppo del nuovo sistema di cuore artificiale che è il prodotto più avanzato mai realizzato dall’industria australiana in questo specifico ambito medico. Nell’ottobre 2000 l’azienda è stata premiata per le sue scoperte nell’ambito dei programmi R&D ed ha ricevuto dal governo australiano, per l’anno 2001, un finanziamento di 3.5 milioni di dollari per continuare le sue ricerche ed iniziare il trial nell’uomo. Nello sviluppo del progetto la Ventrassist è affiancata da gruppi di ricercatori di spessore internazionale dell’università di Tecnologia di Sydney, del CSIRO, dell’università del New South Wales, dell’Alfred Hospital e del Baker Medical Research Institute di Melbourne. Inizialmente, 34 Ambasciata d’Italia Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia CANBERRA allo scopo di ridurre i tempi dei trial negli animali, sono stati usati solo test di laboratorio e modelli computerizzati. Uno dei test più sofisticati a cui è stato sottoposto il cuore artificiale, è quello svoltosi presso il simulatore di terremoti del Questacon di Canberra. Poiché prima di iniziare il trial clinico era importantissimo capire l’effetto della pressione e del movimento che lo strumento avrebbe sopportato dopo l’impianto nell’organismo umano, il cuore a pompa artificiale ventrassist è stato montato su un sostegno sospeso e, per due giorni è stato monitorato il funzionamento dell’apparecchio sotto l’effetto di sollecitazioni vibratorie a basse frequenze prodotte e controllate dai particolari sensori di cui è dotato il simulatore di terremoti. E’ stato eseguito anche un test di compatibilità ematica dell’apparecchio in assenza di anticoagulanti, il cuore artificiale ha pompato sangue umano ad alta velocità per più di 8 ore ed i test hanno mostrato un basso livello di danno ematico e l’assenza di coaguli. Il cuore artificiale chiamato anche LVAD (left ventricular assist device) è stato costruito in modo da eliminare la necessità di condotti e supporti che danneggiano il sangue e causano la formazione dei coaguli. Il processo di formazione dei coaguli e dei trombi può essere ridotto da appropriate combinazioni di superfici lisce e di campo di flusso vicino alle superfici. Infatti, superfici estremamente lisce non lasciano cavità in cui possano iniziarsi depositi cellulari ed una giusta geometria di flusso può pulire le superfici, dalle cellule depositate, prima che si possano formare aggregati di dimensioni tanto grandi da creare problemi (per questo motivo l’apparecchio non obbliga all’uso di terapia anticoagulante). Dopo un trial di 18 mesi sugli animali che ha coinvolto due chirurghi, due anestesisti, personale infermieristico e tecnico, e il personale medico della Monash University e dell’Alfred Hospital, lo scorso 19 giugno a Melbourne, per la prima al mondo, una pecora, a cui era stato impiantato il cuore artificiale, ha dato alla luce un agnellino in perfette condizioni di salute. 35 Ambasciata d’Italia Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia CANBERRA Il prof. Esmore, capo dell’Unità Trapianti Cardiaci e della Divisione Chirurgica dell’Alfred Hospital, ha detto che ambedue gli animali godono di ottima salute, e che la nascita dell’agnellino da un animale con l’impianto, dà nuova speranza a tutti quei pazienti che non possono tollerare la terapia anticoagulante, alle donne in gravidanza e per le sue dimensioni, ai bambini. Il trial sugli animali è oramai al termine e si pensa di iniziare entro l’anno il trial sull’uomo che sarà eseguito dal dott. Esmore presso l’Alfred Hospital che, in tutta l’Australasia, è il centro leader per i trapianti di cuori artificiali. Il cuore artificiale della Micromedical dà una nuova speranza ai pazienti perché agisce come un cuore permanente, ha la capacità di riabilitare completamente il paziente per il ritorno alla vita normale, le sue batterie durano fino a 12 volte più degli altri sistemi e la sua universale applicabilità fa si che il piccolo numero di organi trapiantabili non sarà più un fattore limitante. L’apparecchio potrà risolvere il problema tra l’alto numero di persone che aspettando per un trapianto e il numero di cuori disponibili dando così, nuova speranza a milioni di pazienti cardiopatici nel mondo. www.abiomed.com www.heartcenteronline.com www.ventrassist.com www.micromed.com.au Dott.ssa Paola Bernard Istituto di Medicina sperimentale CNR Area di Ricerca di Tor Vergata 36 Ambasciata d’Italia Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia CANBERRA Processi geologici a velocità straordinaria Daniela Rubatto e Jörg Hermann Le catene montuose si formano in seguito alla collisione delle placche crostali. Questo processo, tra i più importanti e studiati in geologia, produce inspessimento della crosta e subduzione di alcune sue parti a profondità del mantello. Le porzioni subdotte vengono poi in parte esumate ed entrano a far parte delle catene stesse. Collisione e subduzione sono guidate dal movimento delle placche e la velocità a cui procedono è data dalla velocità con cui si espandono i fondi oceanici. I dettagli del processo di esumazione sono invece molto meno chiari ed oggetto di intenso studio. In particolare, la velocità con cui tale processo avviene è fondamentale per capirne la dinamica e per costruire modelli realistici. Questa informazione può solo essere ottenuta tramite lo studio delle eclogiti, le rocce che hanno subito subduzone ed esumazione e che sono esposte sulla superficie terrestre. Le Alpi sono un terreno unicamente ricco in eclogiti e hanno il vantaggio di essere una catena giovane che permette alla geocronologia di risalire ai tempi dei diversi eventi tettonici che hanno portato alla loro formazione. Per definire la velocità di esumazione delle eclogiti si è proceduto alla datazione U-Pb di titaniti formatesi in diversi stadi durante l’evoluzione del Dora Maira, una unità tettonica che affiora a 80 km SW di Torino. Questa unità documenta estreme condizioni di subduzione a 120 km di profondità. Grazie alla microsonda ionica SHRIMP, dell’Australian National University, la datazione è stata fatta in-situ, direttamente in sezione sottile per preservare i rapporti tessiturali tra titaniti e minerali coesistenti. Il primo campione di calciosilicato preserva una paragenesi di ultra alta pressione (UHP) formatasi a una profondità di 120 km (temperatura = 750°C e pressione = 35 kbar). Esso contiene titaniti con un cuore di età pre-Alpina ed orli datati a 35.1 ± 0.9 Milioni di anni (Ma) con inclusioni di minerali di UHP. Il secondo campione contine una paragenesi di più bassa pressione e titaniti con ben tre stadi di crescita: • cuori pre-Alpini; 37 Ambasciata d’Italia Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia CANBERRA • zone datate a 32.9 ± 0.9 Ma con inclusioni di minerali che indicano pressioni di 10 kbar (~35 km di profondità) e temperature di 600 °C; • orli formatisi a 31.8 ± 0.8 Ma che sono in equilibrio tessiturale con una paragenesi di bassa pressione (tenperatura = 600 °C, pressione = 4-5 kbar, 17 km di profondità). Questo dettagliato lavoro di datazione isotopica combinata con la petrologia metamorfica consente di definire una precisa evoluzione pressionetemperatura-tempo per il Dora Maira. Dopo la subduzione a profondità del mantello, l’unita è stata velocemente esumata a ritmi di 3.4 cm/anno (34 km/Ma) fino alla base della crosta in soli 2.2 Ma. L’esumazione è poi proceduta ad una velocità più moderata di 1.6 cm/anno sino ad un livello crostale intermedio dove si è assemblata con le altre falde alpine. La parte finale dell’esumazione è poi avvenuta a ritmi più lenti di 0.5 cm/anno. L’iniziale esumazione estremamente veloce può essere spiegata solo con la combinazione di forze tettoniche e di galleggiamento, tipiche di una crosta continentale più leggera del mantello circostante. Contrariamente, la fase finale di esumazione è probabilmente da attribuirsi, almeno in parte, all’azione dell’erosione superficiale del rilievo alpino in formazione. Questi dati hanno importanti implicazioni per la tettonica non solo della Alpi, ma a livello globale. L’esumazione di crosta continentale può avvenire in tempi brevissimi con velocità paragonabile a quella del movimento delle placche in superficie. Tali velocità sono un ordine di grandezza superiore a quanto creduto in precedenza e stravolgono il concetto per cui eventi geologici avvengono in tempi estremamente lunghi dell’ordine di decine di milioni di anni. Dr. Daniela Rubatto Dr. Jörg Hermann Research School of Earth Sciences Australian National University [email protected] 38 Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia Ambasciata d’Italia CANBERRA Attivita di calibrazione e validazione del satellite EO-1 in Australia Vittorio E. Brando L’Australia partecipa all’esperimento Earth Observing One (EO-1) in qualità di membro del Science Validation Team. Tale attività è stata coordinata dal Dr. David Jupp del CSIRO Earth Observation Center e ha coinvolto tutti i laboratori del CSIRO che si occupano di telerilevamento iperspettrale. I siti Australiani hanno offerto una vasta gamma di applicazioni per la calibrazione: geologia e mineralogia, agricoltura, selvicoltura, acque costiere ed altro. Il Satellite EO-1 Il satellite EO-1 costituisce la prima piattaforma di osservazione della terra del New Millennium Program (NMP), gestito dalla NASA. Tale programma mira a sviluppare nuove tecnologie e strategie per migliorare la qualità delle osservazioni per le future missioni planetarie e terrestri della NASA, riducendo costi e tempi di sviluppo. Il satellite EO-1 contiene tre strumenti di osservazione e una varietá di tecnologie spaziale di nuova concezione. L’Advanced Land Imager (ALI) è un prototipo progettato per produrre immagini, direttamente comparabili a quelle dell’Enhanced Thematic Mapper Plus (ETM+) a bordo del satellite Landsat 7. Lo Spettrometro ad Immagini “Hyperion” è il primo spettrometro civile ad immagini ad alta risoluzione spaziale ad essere lanciato in orbita. Hyperion ha un singolo telescopio e due spettrometri, uno per il visibile e l’infrarosso vicino e uno per l’ infrarosso medio. L’intervallo spettrale tra i 400 nm e i 2500 nm è suddiviso in 242 canali spettrali con un’ampiezza media di 10 nm. Il terzo strumento a bordo di EO-1 è il LEISA (Linear Etalon Imaging Spectral Array) Atmospheric Corrector (LAC), uno strumento progettato per misurare il contenuto di vapor d’acqua dell’atmosfera. L’orbita del satellite EO-1 è in ‘formazione’ con quella del Landsat-7, questo garantisce l’acquisizione di immagini dello stesso sito a distanza di un minuto. Inoltre, EO-1 si unisce ad una costellazione di satelliti per l’osservazione terrestre, inclusi SAC-C e TERRA, che esaminano le radiazioni elettromagnetiche lungo la stessa traiettoria terrestre con diverse risoluzioni spaziali, spettrali e temporali. 39 Ambasciata d’Italia Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia CANBERRA Il satellite EO-1 ha una vita prevista di meno di due anni, poichè è una missione sperimentale concepita con la mimima ridondanza. Quindi la gestione della missione ha adottato un approccio di “missione accelerata” che ha permesso nella prima settimana dopo il lancio, avvenuto il 21 Novembre 2000, di verificare le funzionalità principali degli strumenti. Sono seguiti 120 giorni di analisi intensa degli strumenti, accompagnata da attività di validazione e calibrazione in campo, condotte principalmente nell’emisfero australe per le migliori condizioni meteoclimatiche. I risultati preliminari delle attività di misura, eseguite in Argentina e Australia, sono state presentate in una sessione speciale della conferenza IGARSS 2001 tenutasi a Sydney lo scorso luglio. Le acquisizioni sono continuate focalizzando l’attenzione sulla stagione estiva 2001 dell’emisfero boreale. Tra i siti prescelti per le campagne di misura nell’emisfero Nord, figura anche la laguna di Venezia. Attivita di calibrazione e Validazione in Australia: Le applicazioni nei siti Australiani di calibrazione e validazione sono state focalizzate principalmente su Hyperion, il primo sensore iperspettrale a bordo di un satellite civile, considerata l’esperienza dei ricercatori del CSIRO nel telerilevamento iperspettrale sviluppata nell’ultimo decennio con sensori aereotrasportati. Calibrazione: Lake Frome, South Australia. Lake Frome, un lago salato asciutto in South Australia, è stato scelto come sito di calibrazione per Hyperion innanzitutto per la sua luminosità ma anche per l’invarianza temporale e l’omogeneitá spaziale. Dati spettrali della superficie sono stati raccolti lungo un transetto che passa attarverso il centro del lago, durante un periodo di quattro giorni prima di un passaggio Hyperion. Gli spettri estratti dalle immagini per ognuno dei punti di misura sono stati confrontati con quelli ottenuti in campo, mostrando un eccellente accordo. Geologia e mineralogia: Mt. Fitton South Australia. Mt. Fitton è un sito ideale di studio per le applicazioni di geologia e mineralogia, poichè è un‘area esposta, in cui le zone di diverso materiale spettrale sono relativemente grandi. Inoltre per questo sito esiste una mappa geologica accurata, 40 Ambasciata d’Italia Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia CANBERRA ed è stato ampiamente caratterizzato spettralmente sia in sito che da aereo. Con i dati di Mt Fitton è stata valutata la risoluzione spettrale e l’integrità di Hyperion nell’InfraRosso Medio. Le mappe mineralogiche ottenute dalla classificazioni di Hyperion sono in buon accordo con le mappe esistenti. Agricultura: Coleambally Irrigation Area, New South Wales. La Coleambally Irrigation Area (CIA) è una zona di agricoltura intensiva di riso, mais, soia e sorgo, con una gestione accurata dell’acqua. I campi sono grandi (fino a 70 ettari) e ben mantenuti, rendendoli un ideale sito di calibrazione. Una serie di immagini Hyperion sono state acquisite nel corso della stagione di crescita 2000/2001, durante tutte le fasi dello sviluppo delle pia nte, dalla semina alla senescenza. Per validare le firme spettrali misurate con Hyperion, sono state effettuate analisi in campo diverse volte durante la stagione di crescita. Selvicoltura: Tumbarumba, New South Wales. La foresta di eucalipti presso Tumbarumba (Bago-Maragle State Forest) è composta da diverse specie di eucalipti, di varia età e produttività. Contemporaneamente all’acquisizione delle immagini Hyperion, è stato condotto una serie di analisi in campo finalizzate alla raccolta di dati forestali standard e alla raccolta di campioni di foglie, per acquisirne gli spettri e per procedere all’analisi di variabili biofisiche e biochimiche del fogliame. Questo dataset sarà la base del confronto tra la l’informazione spettrale acquisita in campo e gli spettri estratti dalle immagini Hyperion, per valutare la dinamica delle variabili biochimiche e del contenuto d’acqua a partire dale singole foglie fino all’intera foresta. Zone Costiere: Moreton Bay, Queensland. Moreton Bay è attualmente oggetto di studio per la valutazione dell’impatto urbano, industriale e agricolo sulle acque costiere, sulla vegetazione sommersa e sull’ecologia delle zone litoranee. La qualitá dell’acqua della baia, infatti, dipende dall'interazione dei due maggiori affluenti, uno caratterizzato da inquinamento urbano e industriale e l’altro a prevalente inquinamento agricolo, con le acque oceaniche. Recentememte bloom algali 41 Ambasciata d’Italia Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia CANBERRA tossici (Lyngbya) sono diventati un problema ambientale e per la salute umana. Le campagne di misura, eseguite in coincidenza con il passaggio del satellite, sono state mirate alla misura delle proprietà ottiche inerenti e apparenti della colonna d’acqua, delle firme spettrali dei substrati e alla valutazione dei parametri di qualitá dell’acqua. Spettri estratti dalle immagini Hyperion hanno mostrato un buon accordo con gli spettri misurati in campo. Attualmente sono in corso studi in campo: a Cape Tribulation (QLD) per caratterizzare la foresta pluviale, la produzione di canna da zucchero e il Coral Reef; a Kakadu (NT) per analizzare il monitoraggio di miniere e la vegetazione tropicale; a Kunoth Paddock (NT) per la valutazione degli effetti del pascolo sulla vegetazione in ambiente aridi. Papers presentati ad IGARSS 2001, Sydney: Campbell, Lovell, Jupp, Graetz, Barry, Jarecke, Pearlman., "The Lake Frome Field campaign in Support of Hyperion Instrument Calibration and Validation" Coops, Smith, Martin, Ollinger, Held, Dury., "Assessing the performance of Hyperion in Relation to Eucalypt Biochemistry: Preliminary Project Design and Specifications" Cudahy, Hewson, Huntington, Quigley, Barry. "The Performance of the Satellite-borne Hyperion Hyperspectral VNIR-SWIR Imaging System for Mineral Mapping at Mount Fitton, South Australia" Dekker, Brando, Anstee, Pinnel, Held. "Preliminary Assessment of the performance of Hyperion in Coastal waters. Cal/Val activities in Moreton Bay, Queensland, Australia" Ungar. Overview of EO-1, the First 120 days Van Niel, McVicar, Campbell, Liang, Kaul, Pearlman, Clancy, Segal. "The Coleambally Agricultural Component of Hyperion Instrument Validation" Earth Observing One (EO-1) CSIRO EOC http://eo1.gsfc.nasa.gov/ http://www.eoc.csiro.au. Dott.Vittorio E. Brando Postdoctoral Scientist Environmental Remote Sensing Group CSIRO Land&Water Canberra e-mail: [email protected] 42 Ambasciata d’Italia Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia CANBERRA L’influenza dei navigatori di lingua italiana sulla storiografia australiana Amedeo Sala Due naufraghi dalmati, salvati da aborigeni australiani hanno aiutato, a loro volta, a salvare la lingua indigena. Ricercatori dell’Università dell'Australia Occidentale hanno ricostruito la storia di una tribù aborigena, ora estinta, grazie all'opera di un gesuita, Padre Stefano Scurla, scritta in italiano nel 1876 e scoperta a Perth nel 1990. Per la prima volta si hanno dettagli di uno slang indigeno sviluppatosi nella zona del Capo Nord-Ovest dell’Australia in seguito a contatti tra i coloni bianchi e gli Aborigeni della tribù Yinikutira, ora scomparsa. La leggenda vuole che degli indigeni rimangano solo mucchi di ossa sparse su una spiaggia. II dott. Alan Dench, docente in linguistica dell’Università dell’Australia Occidentale (Perth) attesta, che gli aborigeni Yinikutira furono distrutti da epidemie di vaiolo e morbillo. Prima della sua scomparsa, la tribù fu il solo motivo di salvezza di due naufraghi dalmati, che, a loro volta, contribuirono alla sopravvivenza della storia e della lingua aborigena. Il 27 ottobre del 1875, il bark Stefano, diretto a Hong Kong, naufragò al largo del Capo Nord Ovest a circa 900 km da Perth. Dell'equipaggio di 17 uomini, solo 10 riuscirono a sfuggire ai mari in tempesta. II calore e l'aridissima terra australiana richiesero un loro ulteriore tributo: i naufraghi, in cerca di un centro abitato europeo e soprattutto di cibo ed acqua, seppellirono i compagni morti nel loro cammino lungo la costa. Un gruppo di aborigeni nomadi salvò i due soli sopravvissuti, benché si meritassero di essere abbandonati al loro destino, visto che all’epoca, i bianchi inducevano gli aborigeni in schiavitù per utilizzarli nell'industria perlifera. I naufraghi trascorsero tre mesi con gli aborigeni prima di essere ritrovati e rimpatriati. 43 Ambasciata d’Italia Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia CANBERRA Ritornati a Ragusa (l’odierna Dubrovnik), riferirono le loro vicissitudini a Stefano Scurla, un gesuita che pubblicò nel 1876 la loro storia assieme ad un glossario di parole aborigene imparate durante i sei mesi trascorsi a Capo Nord-Ovest. L'abate non avrebbe potuto immaginare il valore che il suo manoscritto avrebbe assunto più di un secolo dopo la sua pubblicazione. II dott. Dench fu incuriosito dal manoscritto perché dava una descrizione molto dettagliata delle attività quotidiane degli Yinikutira che vivevano a Capo Nord Ovest. II resoconto dello Scurla è molto ricco, e include la descrizione dell'apparenza fisica e degli ornamenti indossati dagli indigeni descrivendo anche il loro forte senso d’unità; l'opera dà dettagli dei metodi di caccia, dei cibi, degli attrezzi, delle armi e dei riti religiosi. II manoscritto di Scurla annota anche, e per la prima volta, la lingua aborigena in uso "ordinario" 44 Ambasciata d’Italia Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia CANBERRA dando un'idea dei contatti culturali nella regione. Il manoscritto è di eccezionale valore per la precisione con la quale registra la lingua. In breve, il valore dell'opera di Scurla per l'antropologia, l’archeologia, la linguistica e la storia degli indigeni australiani è inestimabile. Analizzando la lingua trascritta dallo Scurla si scopre che gli aborigeni parlavano un pidgin (slang) e non una vera e propria lingua aborigena. Questa lingua franca raccoglieva vocaboli da diverse lingue: per esempio la parola per "tartaruga" era "tataruga" che pare derivata dall'italiano. Gli indigeni Ngarluma dei centri di Cossack e Roebourne - dove si era sviluppata l’industria perlifera - inclusero parole inglesi e dei dialetti del sud probabilmente introdotti dai galeotti negri importati dall'Isola di Rottnest, situata di fronte a Fremantle. La scoperta di un pidgin indigeno è preziosa per la glottologia australiana ed ha importanti implicazioni per quel poco che si capisce degli altri dialetti in Australia. La regione del Pilbara (nella penisola del Capo Nord-Ovest) ha un'alta concentrazione di diversità linguistiche. Ci sono forse 20 lingue, alcune con quattro o cinque dialetti, oggi poco usate. Quelli che le parlano ancora sono solo gli anziani, mentre i giovani non le imparano poiché sono sostituite dall'inglese. II dott. Dench afferma che le epidemie e le malattie veneree, al giro del secolo, hanno drasticamente ridotto la fertilità dei negri e quindi il loro numero. Nella regione di Pilbara, già tra il 1870 e il 1880 non c'erano bambini con cui giocare, parlare e comunicare e quindi la lingua morì: semplicemente non c'era a chi trasmetterla. I linguisti registrano le lingue del Pilbara da tempo, ma di queste, solo frammenti di storie e canzoni sono sopravvissute, testimoni della drammatica scomparsa delle lingue. La scoperta del manoscritto di Padre Scurla è quindi ritenuta come una tra le più importanti della storiografia australiana. Quest’influenza dei naviganti di lingua italiana sulla storia d’Australia è perciò significativa, come lo suggerisce, peraltro, la recente scoperta di una 45 Ambasciata d’Italia Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia CANBERRA lettera (di cui si allega una copia) di un prelato, Monsignor Fioravanti, che, nel 1720, si avviava da Lisbona a Canton sulla nave austriaca, "Das Haus Oesterreich", al comando del Capitano Nash. Durante questo viaggio fu anche scoperta "l'isola" Cloates, oggi conosciuta come Capo Cloates. Questo prova che un italiano, il Monsignor Fioravanti, aveva avvistato la Nuova Olanda, in altre parole l’Australia, non solo prima della visita del Capitano Cook nel 1770, ma ancora prima della sua nascita. Amedeo Sala, AM [email protected] 46 Ambasciata d’Italia Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia CANBERRA 47 Ambasciata d’Italia Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia CANBERRA 48 Ambasciata d’Italia Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia CANBERRA Il Protocollo di Kyoto: la commercializzazione delle quote di emissione Massimiliano Tani Lo studio dei cambiamenti climatici è un’area di crescente interesse sia per le Scienze “esatte” che per quelle “sociali”. Mentre le prime sono più focalizzate nel capire la natura del fenomeno e se l’attuale fase in cui si trova il pianeta sia coerente rispetto al passato), le altre si concentrano sulle principali conseguenze di un clima più elevato. Tra le scienze sociali, l’Economia trova applicazione per analizzare le conseguenze dirette di un cambiamento climatico (per esempio se vi saranno, e quali entità potranno avere, le migrazioni causate dall’innalzamento del livello del mare o dalla desertificazione di zone per ora temperate), e anche per misurare l’effetto, ed indirettamente la validità, di alcune delle soluzioni proposte per ridurre l’Effetto Serra. Come riportato sul Bollettino di Giugno 2001 (p.37), il protocollo di Kyoto impegna gli stati sottoscrittori a non superare un certo livello massimo di emissioni di CO2 entro il 2008-2012, permettendo lo scambio a prezzi di mercato delle quote di emissioni non utilizzate tramite Emission Credits (EC). Inoltre, istituisce il Clean Development Mechanism (CMD), un sistema in cui i Paesi industrializzati possono accedere a EC investendo in “eco-progetti” attuati nei Paesi in via di sviluppo (PVS). In uno studio1 della Research School of Pacific and Asian Studies, dell’Australian National University di Canberra, focalizzato sulla costruzione di modelli intertemporali di equilibrio globale2 , sono stati simulati gli effetti dell’introduzione del protocollo di Kyoto sul prodotto interno lordo (PIL), sul tasso di cambio e sui movimenti e scambi 1 McKibbin, Shackleton and Wilcoxen (1998), Department of Economics, RSPAS WP no.98/9 (http://coombs.anu.edu.au/~ecopac/wpaper/wpaper.htm). 2 Questi modelli riproducono la struttura economica e gli scambi delle diverse aree in cui il mondo puo’ essere suddiviso e simulano gli aggiustamenti che portano ad una situazione di equilibrio generale (ove non vi siano possibilità di arbitraggio tra le diverse aree) usando la teoria economica. 49 Ambasciata d’Italia Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia CANBERRA internazionali di beni e di capitali dei Paesi firmatari. L’ipotesi di base del modello è che il cambiamento istituzionale promosso dal protocollo di Kyoto modifichi l’attuale prezzo relativo delle risorse utilizzate dai vari paesi nella produzione di energia. Tale variazione di prezzo indurrebbe un cambiamento nella domanda internazionale delle materie prime usate per la produzione di energia, a favore di alcuni Paesi e delle imprese ivi localizzate. Questi Paesi potranno cosi’ attrarre investimenti internazionali con il conseguente apprezzamento della loro valuta. Tra le simulazioni effettuate ne emergono tre dai risultati interessanti: Prima simulazione: tutti gli Stati che hanno firmato il protocollo di Kyoto rispettano il limite massimo di emissioni ma lo scambio di EC non è contemplato. Questa situazione consente di stimare i diversi costi di aggiustamento delle varie regioni in cui il globo è diviso (il modello ne stabilisce otto3 ) per rispettare il livello massimo di emissioni consentito. L’impossibilità di scambiare EC tra regioni fa sì che i loro prezzi di scambio possano variare, e che il costo di abbattimento per tonnellata di emissione stimato rappresenti un indicatore della disponibilità in ogni regione di fonti alternative per produrre energia. Nella simulazione, l’Australia risulta essere la nazione con il più basso costo di abbattimento per tonnellata di emissione (57 dollari USA) mentre l’Europa4 è quella con i costi più elevati (252 dollari USA). Minori costi di abbattimento di emissioni implicano minori costi di aggiustamento per un dato livello di produzione e quindi incidono di meno nella profittabilità delle imprese locali, attraendo quindi investimenti dall’estero, e viceversa. 3 Esse sono: gli USA, il Giappone, l’Australia, gli altri paesi membri dell’OCSE (la maggior parte dei quali sono stati membri dell’Unione Europea), la Cina, l’ex Unione Sovietica, i Paesi in via di sviluppo esportatori di petrolio, e gli altri Paesi in via di sviluppo. 4 Nel modello questa regione è chiamata ‘resto dell’OECD’. Dato che gli USA, l’Australia ed il Giappone sono rappresentanti come regioni indipendenti, i paesi non-europei che 50 Ambasciata d’Italia Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia CANBERRA L’Europa, caratterizzata da elevati costi di aggiustamento, si troverebbe così nella posizione di esportare capitali, mentre Australia, Paesi in via di sviluppo (che non hanno obbligo di rispettare un tetto massimo di emissioni in questa simulazione) e soprattutto Stati Uniti riceverebbero capitali dall’estero. L’arrivo di capitali farebbe apprezzare le valute di questi Paesi: il dollaro americano si apprezzerebbe del 13%, quello australiano del 17% e la moneta dei Paesi in via di sviluppo del 53% (poichè questi Paesi hanno un limitato stock di capitale non sarebbero in grado di assorbire un eccessivo livello di nuovi investimenti). La moneta europea si deprezzerebbe del 26% e lo yen del 24%, dato che questi Paesi vedrebbero una fuoriuscita di capitali. Le variazioni nei cambi modificherebbero la direzione del commercio internazionale, incrementando l’export di beni durevoli dall’Europa e dal Giappone e diminuendo nel contempo quello proveniente dagli USA e dai PVS. La previsione per l’Europa è una diminuzione del PIL, un deprezzamento dell’euro ed un aumento dell’export. Per l’Australia, è previsto un PIL in crescita, un apprezzamento della valuta e l’afflusso di capitali esteri. Seconda simulazione: come la precedente ma le regioni possono trattare EC a prezzi di mercato. Queste condizioni fanno sì che i Paesi in cui il costo di abbattimento per tonnellata di emissioni è minore, siano incentivati a ridurre emissioni e vendere EC. Il discorso opposto vale per i Paesi con alti costi di abbattimento. Quindi, lo scambio di EC tra regioni porterebbe alla determinazione di un prezzo unico internazionale. In questa simulazione, il modello prevede che la Confederazione Russa e gli stati dell’Europa dell’Est non utilizzino completamente la quota di emissioni prevista e diventino “venditori” di EC (per circa 41 miliardi di dollari USA nel 2020), mentre che Europa, Stati Uniti e Giappone ne siano compratori. L’acquisto di EC consentirebbe all’Europa ed al Giappone di ridurre il costo di appartengono a tale regione sono il Canada e la Nuova Zelanda, il cui peso nella domanda 51 Ambasciata d’Italia Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia CANBERRA abbattimento per tonnellata di emissioni del 76% ed 81% rispettivamente rispetto alla simulazione precedente. L’alta domanda di EC dall’Europa e dal Giappone, inoltre, fa sì che il prezzo di mercato degli EC raggiunga i 77 dollari USA. A tale prezzo, gli USA troverebbero più conveniente vendere EC e sarebbero indotti a ridurre il proprio livello di emissioni. I minori costi di abbattimento di emissioni, dovuti alla compravendita internazionale di EC, generano quindi minori differenze nella profittabilità delle imprese nelle varie regioni e minori movimenti internazionali di capitale. L’Europa continuerebbe ad esportare capitale e ad avere una valuta in deprezzamento, anche se in misura ridotta di circa il 50% rispetto al caso precedente. Terza simulazione: come la precedente ma anche i Paesi in Via di Sviluppo vengono inclusi nel protocollo di Kyoto. In questo caso, i Paesi firmatari del protocollo di Kyoto possono acquistare direttamente EC dai paesi in via di sviluppo. L’inclusione dei PVS aumenta l’offerta di EC e ne riduce il prezzo di mercato. I paesi “venditori” di EC continuerebbero ad essere gli Stati della Confederazione Russa e dell’Est Europa ma in aggiunta vi sarebbero la Cina e gli altri PVS. Il commercio internazionale di EC permetterebbe ai Paesi membri dell’OCSE di conseguire minori costi di abbattimento di emissioni (tra il 78% ed il 94%), ed avrebbe un impatto decisamente meno negativo sulla profittabilità delle imprese localizzate all’interno dell’OCSE e sulla fuoriuscita di capitale. Rispetto alla prima simulazione, i costi di aggiustamento nell’OCSE verrebbero ridotti del 90%, con evidenti vantaggi per Europa, Australia, Giappone e Stati Uniti. In questa simulazione, i “perdenti” sono i PVS in quanto riceverebbero meno afflussi di capitale dall’estero. Di conseguenza la valuta dei PVS non si apprezzerebbe in modo significativo e ciò avrebbe globale di energia è solo una frazione di quella degli altri paesi inclusi in tale regione. 52 Ambasciata d’Italia Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia CANBERRA implicazioni negative sull’attuale livello di debito estero di questi Paesi, che non verrebbe ridotto più da un tasso di cambio più elevato. Sebbene queste simulazioni vadano interpretate in quanto tali (dato che includono necessariamente un gran numero di assunzioni sulla struttura economica delle varie regioni e sulle loro relazioni economiche), producono tuttavia risultati inaspettati. Infatti, è quasi impensabile che l’estensione del protocollo di Kyoto ai PVS possa dare un enorme vantaggio ai Paesi sviluppati. Questa conclusione fornisce una chiave di lettura aggiuntiva alla mancata ratifica del protocollo da parte di alcuni Paesi inizialmente firmatari. http://coombs.anu.edu.au/ www.anu.edu.au Dott. Massimiliano Tani Associate Lecturer Research School of Social Science Faculty of Economics Australian National University e-mail: [email protected] 53 Ambasciata d’Italia Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia CANBERRA 54 Ambasciata d’Italia Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia CANBERRA Lintek e la “Vacuum Metalliser Technology”. Un’innovazione nella produzione di circuiti stampati per l’industria elettronica Aurelio E. Frammartino Premessa Il terzo millennio nasce sotto l’auspicio dell’essere sempre più innovativi, aumentando la frequenza degli eventi e diminuendo sempre più le dimensioni degli apparati che sono a noi sempre più familiari, quali il computer, il telefonino gli utensili domestici etc. Nello stesso tempo, si tende ad integrare e a rendere più affidabili i sistemi elettronici nei settori oggi ritenuti prioritari quali quello dell’automotive, della demotica, dell’automazione di fabbrica etc. Questa necessità non è del tutto nuova, infatti nel 1986 un gruppo di Italo Australiani in Canberra formarono un’azienda chiamata “Lintek P/L” e decisero di dare inizio ad una attività di ricerca finalizzata ad un sistema innovativo che desse la possibilità di realizzare Circuiti Stampati (PWB) più accurati, con maggiore densità d’integrazione, di facile costruzione, riducendo l’uso di prodotti chimici tossici e nocivi per la salute del tecnico lavoratore e nel rispetto dell’ambiente. Le spinte del mercato imponevano una maggiore integrazione di piste metalliche nei Circuiti Stampati, misurati in mils, a tal punto che ci si confrontava con quelli dei microchip misurati in sub-microns. Le piste metalliche di dimensioni sempre più ridotte e sempre più affidabili, che facilitano la maggiore capacità di memoria e di tuning dei circuiti elettrici, sono stati elementi considerati ad alta priorità per l’industria elettronica. A tali elementi si aggiungeva anche la capacità di migliorare la resa finale del circuito stampato utilizzando un processo di fabbricazione più pratico. 55 Ambasciata d’Italia Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia CANBERRA Lintek, dopo la fase di ricerca durata circa 15 anni, è progressivamente riuscita a finalizzare una nuova tecnologia chiamata “Vacuum Metalliser Technology”che usa una macchina interamente progettata e realizzata “in azienda” che permette, sotto vuoto, una deposizione sottilissima di rame puro su tutta la superficie di laminati gia perforati di dimensioni fino a 18” x 24” (457mm x 610mm). Lo spessore del rame può essere controllato accuratamente e varia da 0.1 microns a 3.0 microns. Il rame viene così depositato sulla superfice e nei fori, in una sola operazione, eliminando sia la electroless (deposizione convenzionalmente usata dal resto dell’industria) che l’overetch (comunemente presente per chi invece è costretto a lavorare, all’inizio del processo, con board che hanno rame con spessori molto maggiori). Il processo tecnologico usato dalla Lintek per realizzare i circuiti stampati è qui di seguito riportato. Il Processo tecnologico The automatic Horizontal In-Line Vacuum Metalliser is the heart of the Lintek process. This equipment enables the coating in high vacuum of a pure copper layer on both sides of bare drilled laminate panels of up to 18”x 24” (610 x 457 mm) in size. The coating thickness can be accurately controlled from 0.1 to 3.0 microns. The process speed can also be varied depending on via hole diameter and substrate thickness. Thick panels with small holes take longer to coat than thin panels with small holes. The metalliser was designed with a bypass conveyor so that if continuous 24 hour, 7 day per week production is required, two metallisers can be placed in series. This doubles throughput and enables one machine to be serviced while the other remains on line. Panels enter the machine/s main coating chamber via an airlock at 90 degrees to the conveyor. In the main chamber the first side of the panel is coated in a raster scan mode on the way in, 56 Ambasciata d’Italia Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia CANBERRA flipped over and the second side coated on the way back to the airlock. A new panel waiting in the airlock enters the main chamber and the coated panel moves back onto the conveyor and typically moves down the line to dry film lamination. Start up from cold to ready for processing is typically 15 minutes. Reliable turbo-molecular vacuum pumps are used to achieve and maintain the high vacuum environments required in the airlock and main chambers. When a metalliser is taken off line for service, high vacuum is vented to atmosphere and the machine is opened in typically 2 minutes. Total consumables cost for volume production is typically 10 US cents per square foot. (A total of 30 US cents to coat an 18”x 24” (610 x 457 mm) panel on both sides). A Photo of Metalliser showing bypass conveyor to the left, control panel and airlock in the centre and main chamber to the right. B Arrangement plan showing two metallisers in series for continuous operation and double throughput. 57 Ambasciata d’Italia Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia CANBERRA Confronto con il tradizionale processo tecnologico The major advantage of the Lintek ‘in line’ vacuum metallisation process is the ability to provide a thin pure (0.1 to 3.0 micron) layer of copper on large bare drilled substrate panels. This enables the manufacture of High Density Interconnects (HDI) down to 10 micron track and space with high accuracy using commercially available imaging equipment. A cross sectional representation of these densities is shown below: (scale = two microns per division) IDEAL VERY HIGH DENSITY CROSS SECTION *10 micron track and space +/- 0.5 micron accuracy. *10 micron copper thickness. *Straight side walls. *High yield >90%. LINTEK PATTERN PLATING PROCESS *Etch all ½ oz low profile copper off laminate. *Vacuum deposit 0.5 micron copper base layer. *Apply liquid photo-resist 10 microns thick. *Image resist using Laser Projection Imaging (LPI), (add 0.5 micron etch factor). *Develop resist. *Pattern plate copper to 10 microns thick. * Strip resist and micro-etch 0.5 micron all over. *Main limitations to higher density is film, imaging and clean environment. 58 Ambasciata d’Italia Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia CANBERRA The next Table compares an “ideal” cross section of 50 micron track and space with: a) conventional Panel Plating, b) b) conventional Pattern Plating, and c) Lintek Pattern Plating using 1 micron Vacuum Metallised copper. (scale = 10 microns per division) IDEAL HIGH DENSITY MICRO-SECTION *50 micron track and space, 35 micron Cu thickness. *Straight side walls. *No etch resist required. *Standard ½ oz laminate. *>90% yield. CONVENTIONAL PANEL PLATING *De-bur holes, apply electroless copper. *25 micron panel plating on ¼ oz (10 micron) base copper. Total thickness = 35 microns. *Liquid photo resist with etch factor added, image, develop, special etch. *Poor yield <50% due to difficulty of etch getting into dense spaces. *Dense areas have bridging, open areas are over etched resulting in thin tracks and open circuits. *No way to improve yields unless thinner copper plating is allowed. CONVENTIONAL PATTERN PLATING *De-bur holes, apply electroless copper. *Laminate 38 micron dry film on 59 Ambasciata d’Italia Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia CANBERRA ¼ oz (10 micron) base copper, image, develop. *Electroplate 25 micron pattern on 10 micron base to a total of 35 microns. *Plate etch resist (tin) and strip film. *Etch away 10 micron base layer, strip etch resist. *Better yields than for panel plate method (>50%) but adequate etching in high density areas to reduce short circuits results in over etching the open areas. *Only way to improve yields and accuracy is to ‘thin’ the base layer (difficult) or use laminate with thinner copper cladding (expensive). LINTEK PATTERN PLATING *Etch all ½ oz copper off drilled laminate. *Vacuum deposit typ’ 1/20 oz (1 micron) base layer. *Laminate 38 micron dry film on the 1 micron base copper, image, develop. *Electroplate 35 micron copper pattern on 1 micron base (No etch resist required). *Strip dry film and do fast microetch to take 1 micron off all. *Accurate track / space in Hi density and open areas. *High yield, >90%, ½ price of electroless copper, can use cheaper ½ oz copper clad laminate 60 Ambasciata d’Italia Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia CANBERRA Conclusioni Attualmente l’azienda ha un fatturato di circa 9 miliardi all’anno con 40 impiegati ed una lunga serie di brevetti relativi alla sua Tecnologia. Lintek, pur costruendo Circuiti per uso comune, si è specializzata nel progettare e realizzare Circuiti Stampati per le alte frequenze (fino a 42 Ghz) come board in PTFE (teflon) ad alta precisione. Grazie a questa nuova tecnologia, Lintek ricopre un’area di mercato costituita dai paesi più industrializzati del mondo come l’Inghilterra, gli USA, la Cina, Singapore, la Nuova Zelanda. Il maggiore vantaggio di questo nuovo processo tecnologico è la possibiltà di realizzare circuiti stampati con un’alta densità di piste metalliche (High Density Interconnect –HDI), con spessori e spazi di 10 microns assicurando non solo un’eccellente precisione ma sopratutto un’alta produzione di serie usando tecniche, macchine e prodotti fotografici comunemente usati. Aurelio E. Frammartino Direttore LINTEK [email protected] www.lintek.com.au 61 Ambasciata d’Italia Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia CANBERRA 62 Ambasciata d’Italia Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia CANBERRA “An Agenda for the Knowledge Nation”: Il programma pre-elettorale dei Laburisti per incentivare l’istruzione e la ricerca Nicola Sasanelli In pieno clima pre-elettorale, la propaganda del Partito Laburista, attualmente all’opposizione, differisce profondamente per contenuti da quella del partito di governo. Infatti, nel programma politico dei Laburisti giocano un ruolo centrale la formazione di base, l’istruzione universitaria, i centri di ricerca eccellenza e la ricerca di base. Negli ultimi anni, la spesa per la ricerca in Australia ha subito notevoli tagli e i finanziamenti sono stati, per più del 50%, reperiti dal settore privato. Quindi solo piccoli spazi sono stati riservati alla ricerca di base che si è orientata verso aree commercialmente non attraenti anche se vitali per l’interesse nazionale. L’attuale Governo Howard, attraverso il programma “Backing Australa’s Ability”, presentato lo scorso 29 gennaio a Sydney, prevede di recuperare tale situazione nei prossimi cinque anni. Infatti, l’obiettivo del nuovo programma è quello di stimolare l’impresa privata a finanziare la propria attività ricerca mediante un nuovo incentivo di defiscalizzazione per le spese sostenute in R&D. La legge (The Taxation Laws Amendement (Research and Development) Bill 2001) è attualmente dibattuta in Parlamento. All’inizio dello scorso mese di luglio, il leader dell’opposizione Kim Beazley, ha presentato il rapporto “An Agenda for the Knowledge Nation”, in cui il “Sistema della Conoscenza”, ovvero istruzione di base, formazione universitaria e di eccellenza e ricerca, è visto in un unico quadro strategico per il futuro della Nazione. Questo documento si basa sull’analisi svolta all’interno del precedente rapporto “The Comparative Performance of Australia as Knowledge 63 Ambasciata d’Italia Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia CANBERRA Nation” commissionato dal Chifley Research Centre di Canberra e realizzato da Mark Considine dell’Università di Melbourne, dal Prof. Simon Marginson del Monash Centre for Research in International Education e dal Prof Peter Sheehan del Centre for Strategic Economic Studies della Victoria University. In questo rapporto, pubblicato lo scorso maggio, veniva analizzata la performance australiana e il suo potenziale di sviluppo economico e sociale, utilizzando gli indicatori chiave dell’istruzione, della ricerca, dell’informazione e delle tecnologie di comunicazione. Questi indicatori venivano successivamente confrontati con gli equivalenti di altri paesi ad economia avanzata del Nord America, dell’Europa e dell’Asia dell’Est. Tale analisi concludeva che l’Australia risulta essere indietro rispetto a molti paesi dell’OECD per gli investimenti nella “Conoscenza”, con un rapporto tra gli investimenti nella “conoscenza” e gli investimenti “tradizionali” (ovvero costruzioni, industria manifatturiera etc.) caratterizzato da un andamento decrescente. Infatti, nel 1998 l’Australia ha investito in “Conoscenza” solo il 6.15% del PIL, valore basso se confrontato sia con gli USA che hanno investito l’8.73 % che con altri undici Paesi OECD che hanno speso in media circa l’8.22 %. La maggiore debolezza della politica Australiana manifestata negli ultimi anni rispetto alla “new economy”, è stata la continua diminuzione, dal 1995 ad oggi, della spesa pubblica per la ricerca, lo sviluppo tecnologico e le tecnologie dell’informazione. Elemento importante, se confrontato con i dati degli altri Paesi dell’OECD, la cui spesa, in tali settori si è mantenuta in crescita costante. La spesa pubblica per la ricerca ovviamente influenza quella privata. Infatti, la spesa in ricerca e sviluppo nel settore privato (Business Expenditure on Research and Development, BERD) ha continuato il suo lento declino rispetto al picco raggiunto nel 95-96, prima che la tassa di concessione su R&D venisse ridotta al 125%. 64 Ambasciata d’Italia Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia CANBERRA I dati divulgati dall’Australian Bureau of Statistics per gli anni 1999-2000 mostrano che il BERD è risultato inferiore del 3% rispetto ai livelli del ‘98‘99 e inoltre il BERD, calcolato come percentuale del GDP (corrispondente al PIL), è arrivato al valore di 0.64%. Il rapporto BERD/GDP in Australia rimane tra i più bassi tra le nazioni OECD (vedi tabella seguente) e, inoltre, tra questi Paesi l’Australia è l’unica a mostrare un trend decrescente di questo rapporto nell’arco degli ultimi quattro anni, dal 1995-96 al 1999-2000. Rapporto BERD/PIL dei Paesi più industrializzati Paesi 1997/98 (%) 1998/1999 (%) 1999/2000 (%) Finlandia Giappone 1.79 2.09 1.94 2.17 2.18 2.15 USA Corea 1.91 1.95 1.94 1.79 2.00 1.76 Germania 1.54 1.57 1.69 Francia Regno Unito 1.39 1.20 1.36 1.20 1.37 1.27 Danimarca Olanda 1.19 1.11 1.32 1.06 1.25 1.13 Islanda 0.75 0.75 1.08 Canada Rep. Ceca 1.01 0.73 1.03 0.82 0.99 0.81 Australia Italia 0.75 0.52 0.68 0.55 0.64 0.56 Spagna Polonia 0.40 0.28 0.47 0.30 0.46 0.31 Ungheria 0.30 0.26 0.28 Fonte: Australian Bureau of Statistic catalogo 8104, 1999-2000 65 Ambasciata d’Italia Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia CANBERRA Una riduzione sostanziale del BERD si è verificata nel settore minerario, in cui la spesa per R&D è passata da 478 milioni a 273 milioni di AU$ (una diminuzione del 43%) e, in cui, la spesa nel settore delle risorse umane è diminuita del 23%. La spesa in R&D nel settore manifatturiero è rimasta per lo più la stessa, essendo diminuita solo del 7% rispetto allo scorso anno, e la spesa in tutti gli altri settori industriali è aumentata del 12%. Il settore industriale che ha incrementato la spesa per R&D è stato quello dei servizi: in particolare quello finanziario e assicurativo (con un aumento del 56%), quello dei centri di ricerca applicata (un aumento del 30%) e quello dell’immobiliare (con un aumento del 18 %). Lo Stato del Western Australia è stato maggiormente colpito dal crollo della spesa del settore minerario, con una diminuzione della spesa di 98 milioni di AU$ nel 99-00 rispetto all’anno precedente. Nello Stato del Victoria, la spesa per R&D è aumentata di 36 milioni di AU$ e di 27 milioni di AU$ nel New South Wales. Il 34% della spesa totale per R&D è stata promossa dalle grandi imprese, con più di 1000 dipendenti, mentre le aziende con meno di 10 dipendenti hanno contato per solo il 5% della spesa complessiva. Mediamente, dunque, le grandi aziende hanno speso circa 10 milioni di AU$ per R&D procapite mentre le piccole aziende hanno speso circa 194 mila AU$ procapite. I settori in cui maggiormente si è speso in R&D sono stati: • computer software con 542 milioni AU$ (pari al 13%); • tecnologie della comunicazione con 356 milioni (9%); • manufacturing engineering con 346 milioni (9%); • automotive con 324 milioni (8%); • sistemi informativi con 264 milioni (7%); • scienze mediche e sanità con 253 milioni (6%). 66 Ambasciata d’Italia Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia CANBERRA Un altro indicatore preoccupante della perdita in competitività dell’industria australiana è l’esportazione di prodotti finiti, che cresciuta rapidamente nei periodi 1985-1986 e 1995-1996, è successivamente diminuita bruscamente dal 1996 ad oggi, passando da un tasso di crescita del 21.6% al 9.3% per anno. Tale situazione ha coinciso con una crescita delle importazioni nel settore, che ha portato nel 1999-2000 ad un deficit di circa 30 miliardi di AU$. Il rapporto presentato dai Laburisti introduce specifiche raccomandazioni per invertire l’attuale tendenza di spesa per la ricerca ed assicurare un rafforzamento dell’istruzione e della ricerca di base, delle materie letterarie, delle scienze sociali e delle arti creative. All’interno del rapporto si individuano, inoltre, delle aree tematiche strategiche per lo sviluppo del Paese nelle quali il prossimo governo dovrà investire particolarmente: tecnologie dell’informazione e della comunicazione, biotecnologie, ambiente, istruzione on-line e salute. In termini economici, il target specifico del programma delineato dalla “Knowledge Nation”, è di raddoppiare l’attuale spesa annuale per la R&D entro il 2010, in particolare aumentando lo staff universitario e i fondi pubblici per le università. Il Partito Laburista è dunque orientato a riportare le università a svolgere un ruolo centrale nella creazione, mantenimento, e disseminazione della “conoscenza”, ritenendole fondamentali per uno sviluppo sociale ed economico della Nazione. Tuttavia, il rapporto non è un vero e proprio programma politico, ma è un’agenda che contiene stimoli per un dibattito sul ruolo della ricerca di base ed in particolare delle università. Ing. Nicola Sasanelli 67 Ambasciata d’Italia Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia CANBERRA 68 Ambasciata d’Italia Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia CANBERRA Bollettino della Comunita’ Scientifica in Australasia Settembre 2001 Viaggio nel mondo accademico e della ricerca del territorio dell’Australasia A cura di Alessandra Iero 69 Ambasciata d’Italia Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia CANBERRA 70 Ambasciata d’Italia Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia CANBERRA CSIRO Commonwealth Scientific and Industrial Research Organisation Il principale Ente di ricerca pubblico in Australia è il CSIRO (Commonwealth Scientific and Industrial Research Organisation). Il CSIRO, istituito nel 1926, ha lo scopo di fornire alla comunità australiana risultati i cui benefici si possano vedere in industria, economia, ambiente e possano sostenere gli obiettivi internazionali della nazione. I principali settori di attività del CSIRO, agribusiness, ambiente e risorse naturali, information technology, infrastrutture e servizi, ricerche minerarie ed energetiche sono tali da far sì che l’attività delle 21 Divisioni coprano piu’ di un settore (tranne nel caso dell’Australia Telescope National Facility che svolge attività di ricerca solo nel settore della Radioastronomia). In tal modo, i team che svolgono le attività di ricerca sono spesso costituiti da personale di piu’ di una divisione. I laboratori del CSIRO sono distribuiti in oltre 65 siti in Australia e impiegano circa 65000 persone; nel corso dell’anno 98-99 il budget dell’Ente era cosi suddiviso: • 33% al settore dell’agribusiness (comprendente le Divisioni: “Meat, Diary & Aquacolture”, “Field Crops”, “Textile”, “Clothing & Footwear”, “Food Processing”, “Forestry, Wood & Paper Industry”, Horticulture”); • 19.7% al settore ambiente e risorse naturali (“Land & Water”, “Marine”, “Biodiversity”, “Climate & Atmosphere”); • 16.7% al settore minerario ed energetico (“Mineral Processing & Metal Production”, “Mineral Exploration & Mining”, “Energy”, “Petroleum”); • 15.5% alla produzione industriale (“Integrated Manufactured Products”, “Pharmaceuticals & Human Health”, “Chemicals & Plastic”); • 15.1 al settore dell’Information Technology, infrastrutture e servizi (“Built Environment”, Information Technology & Telecommunication”, “Radio Astronomy”, “Measurement Standard”, “Services”). Inoltre, il CSIRO stimola e costituisce accordi commerciali con molte altre organizzazioni nazionali, sia private che pubbliche per ricerche in collaborazione, contratti di ricerca, licenze commerciali e servizi di consulenze ed è il principale finanziatore del programma CRC (Cooperative Research Centres). 71 Ambasciata d’Italia Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia CANBERRA Il budget del 2001 del CSIRO è stato di 750 milioni di dollari australiani (circa 880 miliardi di lire), di cui circa 450 originatisi da fondi del Commonwealth e circa 300 dal settore privato. Le attività internazionali del CSIRO possono essere raggruppate in tre categorie: • Collaborazioni scientifiche che rafforzano la base strategica di ricerca del CSIRO: in particolare con altri Paesi ad economia avanzata, come USA, Giappone, Europa; • Collaborazioni commerciali su base di condivisione del rischio dell’investimento, condivisione dei costi, condivisione dei benefici, su tematiche particolarmente significative, come materiali per i velivoli, batterie per i veicoli, sistemi di imballaggio per le preservazione del cibo, esplorazioni petrolifere ecc; • Collaborazioni di ricerca/consulenze in un quadro di trasferimento tecnologico sotto forma di proprietà intellettuale al cliente: tipicamente nel settore della new-economy e nella fase di spin-off. In generale, circa un terzo delle attività internazionali del CSIRO viene svolta con USA (27%) e Giappone, un terzo con i Paesi Europei, e il rimanente terzo con i Paesi del sudest asiatico, inclusa la Cina. Il CSIRO ha numerosi Memorandum of Understanding con organizzazioni di altri Paesi. In particolare, con il CNR, il MOU prevede l’allocazione di 20.000 dollari australiani all’anno, per i progetti di collaborazione. Dal 1991, anno in cui il MOU tra CNR e CSIRO è stato avviato, sono stati finanziati 18 progetti. Le aree di principale collaborazione sono state: agribusiness, ambiente e risorse naturali, radioastronomia, produzione industria le e costruzione. Attualmente, all’interno dell’accordo recentemente rinnovato, per gli anni 20012003, sono stati finanziati i seguenti sei progetti: Molecular Approaches to Grapevine Improvement: Dr Mark Thomas Dr ssa Ivana Gribaudo Plant Industry CS per il Miglioramento Genetico e la Biologia della Vite (CVT) – [email protected] CNR Via Leonardo da Vinci, 44 10095 Grugliasco (To) [email protected] 72 Ambasciata d’Italia Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia CANBERRA Radio Astronomy Studies of Galactic and Extragalactic Objects: Prof R Ekers Dr ssa Lucia Padrielli Australian Telescope Ist di Radioastronomia – CNR National Facility (ATNF) Via P Gobetti, 101 40129 Bologna [email protected] [email protected] Durability, mechanical Properties & Characterisation of New Engineering Ceramic Composites: Richard Hannink Dr Goffredo de Portu Manufacturing Science Ist di Ricerche Tecnologiche per & Technology la Ceramica (IRTEC) – CNR Via Granarolo, 64 [email protected] 48018 Faenza [email protected] Marine Microalgae: Biomass and Bioactive Molecule Production for Biotechnology & Aquaculture Applications: Dr Susan Blackburn Prof Mario Tredici Marine Research CS dei Microrganismi Autotrofi– CNR [email protected] P.le delle Cascine, 27 50144 Firenze [email protected] In Situ Remediation of Tetrachloroethene (PCE) Contaminated Groundwater Using a Polymer Mat Delivery Systemy: Dr Bradley Patterson Dr Valter Tandoi Land and Water Ist di Ricerca sulle Acque (IRSA) – CNR [email protected] Via Reno,1 00198 Roma [email protected] 73 Ambasciata d’Italia Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia CANBERRA Clay-Based Wastes & Clays Modified with Benign Organic Wastes as Resources for Environmental & Agricultural Uses: Dr G.Jock Churchman and Mr Will Giuseppe Ristori & Luigi Gates D'Acqui Land and Water Istituto per la Genesi e l'Ecologia del Suolo - CNR [email protected] P le delle Cascine, 28 50144 Firenze [email protected] In questo numero del Bollettino ci soffermiamo, in particolare, sulla struttura e sulle attività di ricerca di una delle 21 Divisioni del CSIRO: Land and Water. L’attività di Land and Water è focalizzata sulle tematiche ecologiche, economiche e sociali al fine di supportare uno sviluppo sostenibile del territorio (acqua e terra) australiano, attraverso un’attività di ricerca rigorosa sui processi che coinvolgono l’acqua, il territorio e l’atmosfera. Le attività di ricerca di Land and Water mirano alla soluzione dei problemi a larga scala presenti sul territorio australiano, come la salinizzazione dei bacini, l’eutrofizzazione, l’acidità del suolo. CSIRO Land and Water è strategicamente collegato con le unità di politica ambientale locale, statale e federale, con l’agribusiness, con i settori industriali connessi con lo sviluppo urbano, lo sfruttamento dell’acqua e delle miniere, le industrie manifatturiere e i gruppi di gestione dell’ambiente collegati con la comunità. Land and Water ha uno staff di 520 persone e un budget annuale di circa 52 milioni di dollari australiani (oltre 60 miliardi di lire), un terzo del quale proviene da finanziamenti del settore privato; la divisione vanta, inoltre, attività all’interno di 12 CRC (Cooperative Research Centre) (principalmente CRC for freshwater ecology, for catchment idrology, for coastal zone, for rice development) e collaborazioni con università, industrie e società private. La staff del CSIRO Land and Water è distribuito nelle città di Canberra, Perth, Adelaide, Griffith, Albury, Brisbane, Atherton e Townsville. L’attività di ricerca di Land and Water è centrata sulla comprensione dei sistemi a scala territoriale e sullo sviluppo di modelli per il miglioramento dell’efficienza nell’utilizzo dell’acqua per irrigazione, per i problemi connessi con l’aridità del suolo e la salinizzazione dei corsi d’acqua e riabilitazione di aree ad alta salinità, 74 Ambasciata d’Italia Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia CANBERRA per le interazioni terra/atmosfera e ciclo del carbonio, per il comportamento dei contaminanti nei comparti ambientali, per lo studio degli impatti socio-economici della gestione dell’ambie nte, attraverso gruppi di ricerca multidisciplinari. Come in tutte le altre divisioni CSIRO, il personale afferente a ciascun gruppo di ricerca, collabora in realtà su molti progetti della divisione, al fine di assicurare un approccio multidisciplinare. L’attività di ricerca viene svolta attraverso cinque programmi: All’interno del “Remediation of contaminated environment” si trovano 5 gruppi di ricerca, che si occupano rispettivamente di materiali e tecnologie per la protezione e la riabilitazione dell’ambiente, dell’interazione tra contaminanti e recupero dei siti contaminati, di valutazione e recupero di acque sotterranee e suolo inquinati da composti organici e rifiuti, di analisi spettroscopiche, di processi microbiologici di utilizzo per il settore industriale e nell’ambiente. Le tematiche prioritarie all’interno di questa gruppo do ricerca riguardano la gestione della contaminazione e dunque le limitazioni connesse con l’abilità a valutarne il rischio, a determinarne i tempi e i modi per il recupero e ad una migliore comprensione dei meccanismi che guidano la società nei processi di recupero di questi siti, al fine di proteggere la salute umana e l’ambiente. La finalità del gruppo “Sustainable agriculture” è quella di identificare, testare e sviluppare le pratiche di gestione del suolo e dell’acqua tali da portare a un sistema di produzione sostenibile per l’agricoltura e l’orticoltura in Australia. In particolare, si vogliono identificare e introdurre quei sistemi che maggiormente si adattano alle condizioni climatiche e che non portano alla degradazione del suolo e delle risorse idriche. Tali attività vengono svolte da 7 gruppi di ricerca: materia organica nel suolo e nell’acqua; gestione delle risorse biologiche nel suolo; chimica e tossicologia ambientale; gestione delle risorse per un’agricoltura ad irrigazione sostenibile; unità di politica ed economia; processi nel suolo e nell’acqua in ambienti ad alto contenuto di solfato acido, salino e sodico. All’interno della divisione, il programma “Sustainable catchment and groundwater management”, è il piu’ vasto, con attività di ricerca indirizzata a considerare le interazioni tra le acque sotterranee, il runoff, la topografia, il suolo, la copertura del terreno e il clima in scale da sotto-bacini a regionali, al fine di 75 Ambasciata d’Italia Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia CANBERRA valutare e predire l’impatto di soluti e inquinanti presenti nelle acque e nei sedimenti, dovuti all’utilizzo e alla gestione dei bacini. Le attività di questa divisione si articolano attrverso 8 gruppi di ricerca: modelli integrati dei bacini; dinamiche delle acque sotterranee e risposta dei bacini; processi di salinizzazione e loro gestione; acque sotterranee e interazioni ecosistemiche; processi idroclimatici e impatti; idrodinamica dei bacini, recupero dell’acqua dagli impianti di trattamento, e il centro di ricerca australiano per l’acqua nella società (ARCWIS). Al fine di meglio gestire l’ambiente tropicale presente nel Nord dell’Australia, il programma “Tropical Land and Water Management” svolge attività di ricerca finalizzata a comprendere i processi che governano il movimento dell’acqua e dei nutrienti nell’ambiente tropicale, spaziando da una scala puntiforme a quella di bacino, per sviluppare delle linee guida per la gestione con forti basi scientifiche; per determinare il valore dei beni e dei servizi offerti alla società dagli ambienti tropicali al fine di assistere nella valutazione delle opzioni dello sviluppo territoriale, del suo impatto e del suo ritorno socio-economico. I due gruppi di ricerca della divisione, gestione e uso sostenibile del suolo e dell’acqua nei tropici e gestione sostenibile delle foreste tropicali, articolano la loro attività di ricerca in sei principali aree tematiche: risposta dei bacini all’utilizzo del suolo; industria dell’allevamento; industria di produzione dello zucchero; irrigazione; sistemi di orticoltura; foreste tropicali. Il programma “Waterway management and Landscape Function” si occupa di attività di ricerca finalizzata a migliorare la gestione del territorio e delle risorse idriche australiane. Piu’ specificamente, la divisione mira alla gestione dei regimi idrici bilanciando le necessità ambientali e la domanda antropica, con un approccio basato sulla valutazione del rischio per la gestione del territorio e dei corsi d’acqua, mira a sviluppare le abilità a prevedere e ad adattarsi ai cambiamenti ambientali, ad una migliore comprensione dei collegamenti tra le funzioni ecosistemiche di terra e acqua. Questi obiettivi vengono perseguiti con l’attività di ricerca svolta da 8 gruppi di ricerca: idrologia ambientale, interazioni terra/atmosfera, telerilevamento ambientale, processi spaziali in ambienti complessi, modelli di sistemi acquatici, ecologia fluviale, storage ecology and management, valutazioni quantitative del territorio. 76 Ambasciata d’Italia Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia CANBERRA Il CSIRO Land and Water vanta all’interno del suo staff numerosi ricercatori non australiani, e soprattutto europei. Benchè esista un Memorandum of Understanding tra il CSIRO e il CNR, al fine collabborare su aree di ricerca comuni, la maggior parte di stranieri che arrivano a Land and Water per svolgere parte dell’attività di ricerca durante il Master o il Dottorato o durante un periodo sabbatico, sono dovuti a contatti personali che intercorrono tra i ricercatori. Un piccolo budget di Land and Water è, inoltre, allocato per borse di studio per stranieri che possono accedervi tramite alcuni programmi di ricerca. È necessario ringraziare il Dr Peter Martin e Ms Jackie Wraight del CSIRO Government Business and International, e il dr Graheme Harris, Capodivisione di Land and Water, per il tempo e l’aiuto dedicato a questa presentazione del CSIRO. www.csiro.au www.clw.csiro.au 77 Ambasciata d’Italia Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia CANBERRA CSIRO Commonwealth Scientific and Industrial Research Organisation The main corporate research body in Australia is CSIRO (Commonwealth Scientific and Industrial Research Organisation). CSIRO, founded in 1926, provides solutions that can benefit the Australian industry, the economy, and the environment and supports the international objectives of the nation. The principal sectors of activity for CSIRO are agribusiness, environment, natural resources, information technology, infrastructures and services, mineral exploration and energy. It has 21 research divisions to cover a number of sectors, with each Division usually undertaking research in more than one sector at any one time (except for the Australia Telescope National Facility which only undertakes research in the Radioastronomy sector). As a consequence the research teams are often constituted of personnel from a number of divisions. The 6,500 CSIRO staff are located in 65 sites across Australia, 2 overseas laboratories and 8 other international locations. The allocation of the 98-99 budget was as follows: • 33% to the sector of agribusiness ("Meat, Diary & Aquaculture", "Field Crops", "Textile", "Clothing & Footwear", "Food Processing", "Forestry, Wood & Paper Industry”," Horticulture"); • 19.7% to environment and natural resources (“Land & Water", "Marine", "Biodiversity", Climate & Atmosphere"); • 16.7% to exploration and energy (“Mineral Processing & Metal Production", "Mineral Exploration & Mining", "Energy", "Petroleum"); • 15.5% to industrial production (“Integrated Manufactured Products", "Pharmaceutical & Human Health", "Chemicals & Plastics"); • 15.1% to Information Technology, infrastructures and services ("Environment" Information Technology & Telecommunication", "Astronomy Radio", "Measurement Standard" and "Services"). In addition, CSIRO encourages and establishes commercial joint research agreements with several, private and public organisations, commercial licenses and 78 Ambasciata d’Italia Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia CANBERRA consulting services and is the one of the main contributors to the Cooperative Research Centres program (CRC). The CSIRO 2001 budget totalled 750 million Australian dollars (around 880 billion lira), of which some 450 million come from the Commonwealth and 300 million from the private sector. The international activities of the CSIRO could be grouped in following three categories: • Scientific collaboration which strengthens CSIRO’s strategic research base: in particular with other advanced economy countries, such as USA, Japan, and Europe. • Commercial collaboration based on a shared-risk, shared-cost, sharedbenefit, for significant research issues: such as aircraft parts, car batteries, packaging systems for food conservation, oil exploration etc. • Contract Research/consulting that transfers technology in the form of intellectual property to the customer: typically in the sector of the new economy and spin-offs. In general, around a third of the international activities of CSIRO leans toward the USA and Japan, a third relates to European Countries, and the remainder to South East Asian Countries including China. CSIRO has signed a number of Memoranda of Understanding with other country’s research organisations. In particular the Agreement with CNR foresees the allocation of 20.000 Australian dollars yearly, for joint projects. Since its inception in 1991, 18 programs have been funded under the Agreement. The principal areas of collaboration are agribusiness, environment, natural resources, radioastronomy, industrial production and construction. The Agreement was recently renewed for the period 2001-2003, and the followings six projects have been financed: Molecular Approaches to Grapevine Improvement: Dr Mark Thomas Dr ssa Ivana Gribaudo Plant Industry CS per il Miglioramento Genetico e la Biologia della Vite (CVT) – [email protected] CNR Via Leonardo da Vinci, 44 10095 Grugliasco (To) [email protected] 79 Ambasciata d’Italia Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia CANBERRA Radio Astronomy Studies of Galactic and Extragalactic Objects: Prof R Ekers Dr ssa Lucia Padrielli Australian Telescope Ist di Radioastronomia – CNR National Facility (ATNF) Via P Gobetti, 101 40129 Bologna [email protected] [email protected] Durability, mechanical Properties & Characterisation of New Engineering Ceramic Composites: Richard Hannink Dr Goffredo de Portu Manufacturing Science Ist di Ricerche Tecnologiche per & Technology la Ceramica (IRTEC) – CNR Via Granarolo, 64 [email protected] 48018 Faenza [email protected] Marine Microalgae: Biomass and Bioactive Molecule Production for Biotechnology & Aquaculture Applications: Dr Susan Blackburn Prof Mario Tredici Marine Research CS dei Microrganismi Autotrofi– CNR [email protected] P.le delle Cascine, 27 50144 Firenze [email protected] In Situ Remediation of Tetrachloroethene (PCE) Contaminated Groundwater Using a Polymer Mat Delivery Systemy: Dr Bradley Patterson Dr Valter Tandoi Land and Water Ist di Ricerca sulle Acque (IRSA) – CNR [email protected] Via Reno,1 00198 Roma [email protected] 80 Ambasciata d’Italia Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia CANBERRA Clay-Based Wastes & Clays Modified with Benign Organic Wastes as Resources for Environmental & Agricultural Uses: Dr G.Jock Churchman and Mr Will Giuseppe Ristori & Luigi Gates D'Acqui Land and Water Istituto per la Genesi e l'Ecologia del Suolo - CNR [email protected] P le delle Cascine, 28 50144 Firenze [email protected] This edition of the Bulletin will highlight the structure and research activities of CSIRO Land and Water only. CSIRO Land and Water is focused on ecological, economic and social issues that underpin sustainable development and the long term management of the Australian landscape. The core scientific agenda is research aimed at understanding the processes that involve water, land and atmosphere. Research of CSIRO Land and Water aims to solve problems relating to the Australian landscape, including water quality, salinity, aquatic plants overgrowth, and acidity. CSIRO’s Land and Water work is intimately connected with environmental policies at local, state and federal levels. This includes agribusiness, industrial sectors, urban water and mining, manufacturing industries and community based land management groups. Land and Water has a staff of 520 persons and an annual budget around 52 millions Australian dollars (more than 60 billions lira), a third of which originates from the private sector. The division boasts, furthermore, activity within 12 CRC (Cooperatives Research Centres) - involved mainly in the areas of freshwater ecology, catchment hydrology, coastal zones, rice development - and collaborations with university, industry and private companies. The staff of CSIRO Land and Water is spread in the cities of Canberra, Perth, Adelaide, Griffith, Albury, Brisbane, Atherton and Townsville. Their research aim at understanding systems and developing methods to ameliorate the efficient use of: Irrigation water; Ground aridity; Water courses salinity and 81 Ambasciata d’Italia Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia CANBERRA rehabilitation of areas of high salinity; Earth/atmosphere interactions and the carbon cycle; Behaviour of the contaminants on the environment, the study of the socio-economic impacts on the environment engaging multi disciplinary research teams. Like in all the other CSIRO divisions, the personal of each research group, collaborate on several projects with the goal of assuring a multi-disciplinary approach. The activity of research is spread over five programs: Within the “Remediation of contaminated environment” there are 5 research groups, involved in: Materials and Technologies for Environmental Protection and Rehabilitation; Contaminant Interactions and Remediation; Separation Science and Spectrochemical Analysis; Assessment and Remediation of Groundwater and Soils Contaminated by Organic Compounds and Wastes; Microbial Processes for Industry and the Environment. The main aim of this research group concerns the management of contamination, then evaluate limitations and risks, and determine times and ways of recovery. This is directed towards a better understanding of the mechanism that drives society to the recovery of these sites, and to protect human and environment health. The objective of the group “Sustainable agriculture” is to identify, test and develop practices of ground and water management to bring about a system of sustainable agricultural and horticultural production in Australia. In particular, it attempts to identify and introduce systems that best fit the Australian climatic conditions and don't bring about ground or water resources degradation. Seven research groups undertake such activity as: Organic Matter in Soil and Water; Soil Biological Resource Management; Environmental Chemistry and Toxicology; Resource Management for Sustainable Irrigated Agriculture; Agricultural Systems for Southern Australia ; Policy and Economic Research Unit; Soil and Water Processes in Acid Sulfate, Saline and Sodic Environments. Within the largest division “Sustainable catchment and ground water management”, research is addressed toward the interactions between subterranean waters, run offs, topography, soil, ground cover, and climate. The objective being 82 Ambasciata d’Italia Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia CANBERRA to appraise and predict the impact of soluble pollutants presents in waters and sediments, due to the use and the management of basins. The activities of this division are carried out by eight research groups: Integrated Catchment Modelling; Groundwater Dynamics and Catchment Response; Salinity Processes and Management; Groundwater Resources and Ecosystems Interactions; Australian Research Centre for Water in Society (ARCWIS); Hydroclimatic Processes and Impacts; Water Reclamation; Basin Hydrodynamics. To better manage the present tropical environment in North Australia, the program “Tropical Land and Water Management” carries out research to understand processes that govern the flaw of water and nourishing of the tropical environment, ranging from pools to basins, helping to develop management based on strict scientific basis. This helps to determine the value of services offered to society by the tropical environs and evaluate options, and the socio-economic impact. The two research groups (Soil and Water Management for Sustainable Land Use in the Tropics and Sustainable Management of Tropical Forests) investigate the management and use of soil and water in the tropics and the sustainable management of tropical forests. They concentrate research activities in six principal areas: Catchment Response to Land Use; Beef Industry; Sugar Industry; Irrigation Industry; Horticultural Systems; Tropical Forests. The program “Waterway management and Landscape Function” researches means to ameliorate the management of the territory and that of the Australian hydraulic resources. Specifically, the division investigates the management of hydraulic regimens balancing the environmental and human needs by evaluating management risks of land and of watercourses. It aims to develop ways to foresee problems and adjustments to environmental changes, for better understanding of interaction between earth and water ecosystem. These objectives are the targets of eight research groups: Environmental Hydrology; Land-Atmosphere Interactions; Environmental Remote Sensing; Spatial Processes in Complex Environments; Aquatic Systems Modelling; Riverine Ecology; Storage Ecology and Management; Quantitative Land Evaluation. 83 Ambasciata d’Italia Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia CANBERRA CSIRO Land and Water boasts a staff of professional scientists and technical support staff of international standing. Several staff are non-Australians researchers, mostly European. Whereas there is a Memorandum of Understanding between CSIRO and the CNR, to collaborate in areas of common interest, most of the foreigners arrive at the Land and Water Division to carry out research for their Master or Doctorate degrees. Some come during sabbaticals arranged through personal contacts among the researchers. A small budget of Land and Water is allocated to bursaries to help foreigners to access the Division through some research programs. We would like to thank Dr Peter Martin and Ms Jackie Wraight from CSIRO Government Business and International, and Dr Graheme Harris, Chief CSIRO Land and Water, for their time and their invaluable help in developing this presentation. www.csiro.au www.clw.csiro.au 84 Ambasciata d’Italia Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia CANBERRA Bollettino della Comunita’ Scientifica in Australasia Settembre 2001 Notizie flash dal mondo delle riviste tecnico-scientifiche Australiane 85 Ambasciata d’Italia Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia CANBERRA 86 Ambasciata d’Italia Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia CANBERRA Per le dimensioni e la posizione geografica privilegiata, alla congiunzione dei due oceani, l’Indiano ed il Pacifico, l’Australia occupa un posto strategicamente importante in questa parte del globo terrestre. 87 Ambasciata d’Italia Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia CANBERRA 88 Ambasciata d’Italia Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia CANBERRA ATTUALITÀ ü Nuovo sito web Il Powerhouse Museum e l’Accademia Australiana di Scie nze Tecnologiche ed Ingegneria (AAST) hanno creato un nuovo sito web chiamato “Australia Innovates” per fornire una guida on-line sulla storia delle innovazioni in Australia. Il sito contiene foto, storia e fonti di informazioni sulle innovazioni importanti del ventesimo secolo che abbiano avuto rilevanza nella storia dell’Australia e nel mondo intero. Ci sono link con altri siti web e una guida per gli insegnanti. Il sito è suddiviso in tre sezioni: • “un secolo di innovazioni” con informazioni sulle opportunità create dalle innovazioni e la loro ricaduta nella vita normale; • “il ciclo delle innovazioni” che esamina i processi di innovazione; • “la punta delle innovazioni” illustra le future ricerche che creeranno opportunità in Australia in campi come le biotecnologie, il software e i nuovi materiali. http://www.phm.gov.au/australia_innovates/ ü Alleanza contro il cancro L’Australian Cancer Technology Lim (AustCancer), ha costituito un’alleanza strategica attraverso una joint-venture con la compagia britannica Biofocus plc. La BioFocus fornirà ad AustCancer una serie di tecnologie di ricerca innovative per i nuovi trattamenti del cancro. Inizialmente, verrà sviluppato una molecola a basso costo e a migliore performance rispetto ad una analoga utilizzata nel cancro alla mammella. All’interno del progetto, noto come Heregulin, dal nome del fattore di crescita, AustCancer fornirà valutazioni precliniche e cliniche e lo sviluppo di farmaci definiti da BioFocus. AustCancer sta attualmente sviluppando il vaccino sul cancro p53, i cui trial clinici dovrebbero iniziare in agosto. La joint venture con BioFocus permetterà alla compagnia di allargare il proprio range di prodotti verso varie vie di attacco alle cellule tumorali. ü Nuovo anestetico locale La società Norwood Abbey ha completato con successo la fase di pre-produzione di un anestetico locale basato su raggi laser, che sarà messo in circolazione dopo aver ottenuto l’approvazione dell’Australian Therapeutic s Goods Administration. Il 89 Ambasciata d’Italia Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia CANBERRA raggio laser genera anestesia locale rimuovendo le cellule morte dalla pelle, che spesso ostacolano l’assorbimento di anestetici. www.norwoodabbey.com.au ü Il “Gene Technology Act” entra in vigore Il 21 Giugno è entrato in vigore il Gene Technology Act 2000, che rende pubblici i luoghi dove vene effettuata la sperimentazione di colture geneticamente modificate. Questa legge è nata malgrado la resistenza di importanti società come Aventis e Monsanto a rivelare i propri luoghi di sperimentazione. La nuova legge obbliga le società che vogliono mantenere la confidenzialità sui luoghi di sperimentazione a dover provare che tale segretezza è nell’interesse pubblico o che la conoscenza dei luoghi di sperimentazione da parte del pubblico possa essere pericolosa per la salute dei cittadini. Sono previste multe fino ad 1.1 milioni di A$ (circa 1.3 miliardi di lire) al giorno per coloro che violano questa legge. La legge prevede inoltre la creazione di un nuovo consiglio ministeriale che darà le direttive da seguire all’ente preposto alla regolamentazione degli esperimenti su colture geneticamente modificate. Nei sette Stati australiani sono in fase di attuazione le normative che renderanno operativa la nuova legge. Il governo della Tasmania ha approvato la nuova legge ma continua a mantenere il bando a colture geneticamente modificate con il Plant Quarantine Act fino a quando sarà completeta un’inchiesta in materia da un gruppo di esperti. Il governo della Tasmania ha infatti ottenuto un’autonomia dal governo federale per decidere su base commerciale la propria politica in materia di colture geneticamente modificate. La lista dei luoghi in Australia in cui la sperimentazione di colture genetcamente modificate è effettuata puo’ essere vista al sito: www.ogtr.gov.au. ü Boom nel venture capital Il venture capital in Australia sta conoscendo un vero e proprio boom, come mostrano i dati della relazione annuale dell’associazione dei venture capitalists australiani (AVCAL). La maggior parte del totale dei fondi investiti, 831 milioni di AU$ (circa 950 miliardi di lire), è stata dedicata a nuove società nel settore dell’Information Technology (internet e computer software). Nel 2000, ben 12 nuovi fondi sono stati creati per finanziare le fasi iniziali della creazione di nuove imprese. Dei 76 investimenti studiati in una ricerca dell’AVCAL nel corso del 2000, 40 hanno finanziato le fasi di sviluppo/espansione mentre 22 hanno finanziato le fasi iniziali delle nuove società. Maggiori informazioni al sito www.avcal.com.au. Tra i nuovi fondi, la società di venture capital Rotschild ha lanciato un secondo fondo dedicato a nuove imprese nei settori delle bioscienze. Il nuovo fondo, che ha 90 Ambasciata d’Italia Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia CANBERRA raccolto circa 40 milioni di AU$ (circa 50 miliardi di lire), investirà un massimo di 6 milioni di AU$ per progetto (circa 7 miliardi di lire). www.bioscience.com.au ü Nuovo Centro per lo studio del fenotipo Nel 2002 sarà aperto un nuovo laboratorio denominato “Australian Phenomics Facility” presso la John Curtin School Medical Research, all’Australian National University. Il progetto, che ha ricevuto un finanziamento federale di 11.5 milioni di AU$ (circa 13 miliardi di lire), mira alla definizione del “fenotipo”, e cioè di come i 40000 geni della sequenza genomica dell’uomo e degli altri mammiferi, regolano l’espressione del fenotipo, regolando il comportamento di cellule, tessuti e del corpo. Al progetto fanno parte scienziati nazionali ed internazionali della Monash University, Dairy CRC, Garvan Institute, e l’Institute of Molecular Biosciences, University of Queensland. http://jcsmr.anu.edu.au/phenomics/phenomics.htm ü Un nuovo centro di ingegneria marittima L’Australian Maritime College (AMC) di Launceston (Tasmania) ha aperto un nuovo bacino per i test di ricerche idrodinamiche quali i test sulla viabilità di modelli di strutture offshore per petrolio e gas, test per infrastrutture di collegamento tra navi e tra nave e terraferma, test di resistenza di gabbie per l’allevamento di pesci, di moli ed attracchi. Il nuovo bacino, che misura 35 metri x 12 metri è dotato di impianto per la creazione artificiale di onde ed ha una profondità regolabile fino ad un massimo di 80 centimetri. Durante il 2000, l’AMC ha organizzato corsi in architettura navale ed ingegneria oceanica ed ha oltre 110 studenti. www.amc.edu.au ü Un generatore a vento per la Stazione Antartica di Mawson La compagnia tedesca Enercom provvederà a fornire delle turbine che saranno installate nella Stazione Antartica Australiana di Mawson per generare energia elettrica utilizzando l’energia eolica. Il progetto per la stazione Mawson potrebbe produrre una quantità di energia dieci volte maggiore a quella prodotta attualmente in Antartide, con un impatto ambientale notevolmente minore rispetto a quello dovuto all’uso dei carburanti diesel. 91 Ambasciata d’Italia Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia CANBERRA 92 Ambasciata d’Italia Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia CANBERRA RICERCA, SVILUPPO E INNOVAZIONE ü Spedizione NASA in Western Australia Nel mese di luglio scienziati dell’Agenzia Spaziale Americana (NASA) hanno intrapreso una spedizione di campionamento di rocce in due località del Western Australia. Alla spedizione hanno preso parte il Dr Trevor Ireland ed il Prof. Mark Harrison della Research School of Earth Sciences, Australian National University. Questo progetto é seguito alla pubblicazione a gennaio sul settimanale scientifico Nature di due articoli che riportavano la scoperta, in rocce provenienti dal Western Australia, di zirconi formatisi 4.4 billioni di anni fa. La composizione isotopica dell’ossigeno di tali cristalli suggerisce che sulla Terra fosse già presente una idrosfera, a soli 100-150 milioni di anni dopo la sua formazione, un tempo molto più breve di quanto creduto in precedenza. La presenza di idrosfera è considerata una condizione necessaria e favorevole per lo sviluppo di forme di vita. Il programma intrapreso dalla NASA per verificare tale scoperta ha implicazioni per la preparazione di esperimenti da eseguirsi sul pianeta Marte. http://rses.anu.edu.au/ ü BioProspect si espande nel settore della tecnologia medica BioProspect, società australiana specializzata nella ricerca farmaceutica, ha acquistato Medic Vision Ltd, una delle principali società australiane nel settore della telemedicina e nella creazione di sistemi elettronici per training in campo medico. Questa acquisizione segue la recente scoperta di un nuovo insetticida naturale, itenuto non-tossico per i mammiferi, da parte della BioProspect. L’insetticida ha dimostrato alti efficacia nei confronti di insetti che affliggono numerosi tipi di vegetali e piante ornamentali. BioProspet ha recentemente ricevuto un contributo di 250 milioni di AU$ (circa 300 milioni di lire) per collaborare con il centro di fotochimica della Southern Cross University e con l’Horticultural and Plant Science Centre della University of Western Sydney, nell’ambito della “Strategic Partnerships with Industry Research and Training”, per sviluppare insetticidi da alcune specie di piante australiane. www.bioprospect.com ü Novità sul fronte della clonazione di animali La società Bresagen ha annunciato di aver clonato con successo un maiale, in associazione con l’Immunology Research Centre del St Vincent’s Hospital di Melbourne. Il maialino, che ha ora 5 settimane, sta bene e sta crescendo normalmente. L’obiettivo del programma di clonazione è quello di migliorare la 93 Ambasciata d’Italia Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia CANBERRA riproduzione di animali con qualità superiori alla media e resistenza alle malattie, e, nello stesso tempo, di produrre organi animali per trapianti sull’uomo. Questo secondo obiettivo richiede la riproduzione di maiali privi del gene Gal, che è presente nel maiale ma non nell’uomo, che si ritiene abbia un’importante ruolo nel rigetto di organi di maiale trapiantati. Le tecnologie usate in questa clonazione sono diverse da quelle adottate nella clonazione dell’ormai famosa pecora Dolly. www.bresagen.com.au ü Nuovo centro per lo studio dei fotoni L’Australian Photonics Cooperative Research Centre (APCRC) è in procinto di costituire a Canberra il Photonics Institute per coordinare e facilitare l’educazione ed il training all’uso di fotoni a livello nazionale. Inoltre, tra gli scopi del centro vi è la creazione di corsi universitari e post-universitari. L’APCRC ha piu’ di 230 tra studenti e staff in New South Wales, ACT e Victoria. www.photonics.crc.org.au ü Nuovo centro per la nanotecnologie L’Università del Queensland ha creato il “NanoMaterials Centre”, un nuovo centro di eccellenza specializzato in nanotecnologie e materiali nanocostruiti. Il nuovo centro sarà diretto dal professor Max Lu ed avrà a sua disposizione circa 35 persone tra insegnanti e studenti di PhD. Le ricerche al NanoMaterials Centre saranno indirizzate alla sintesi, caratterizzazione ed uso di nanoparticelle, nanofilm ed altri materiali per la separazione e catalisi, immagazzinaggio di energia ed applicazioni microelettroniche ed elettromagnetiche. I materiali nanoporosi includono materiali microporosi e mesoporosi. Questi materiali hanno una porosità tale da poter essere usati per la separazione molecolare e la catalisi. Il team di ricercatori, guidato dal professor Lu, ha già sviluppato con successo una tecnica di modificazione dei pori per adattarli alle funzioni richieste ed ha inventato una tecnica che ne standardizza le dimensioni in alcuni dei materiali usati. www.postgrad.cheque.uq.edu.au ü Nipah virus Ricercatori del CSIRO Livestock Industries e dell’Australian Animal Health Laboratory (AAHL), faranno parte di un comitato internazionale per la lotta alla diffusione del Nipah virus che ha causato la morte di centinaia di uomini e ha richiesto l’abbattimento di 1.1 milioni di maiali in tutta la zona del sud-est asiatico. Il virus ha come vettore di trasmissione i pipistrelli e, in Malesia, grazie a particolari test forniti dalla AAHL, la diffusione del virus è stata definitivamente bloccata dopo una campagna a tappeto, per l’identificazione ed abbattimento degli animali infetti, eseguita su tutta la popolazione suina. Con il supporto della 94 Ambasciata d’Italia Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia CANBERRA Agenzia Australiana di Aiuto Estero (AusAID), i ricercatori della AAHL stanno istruendo personale tecnico e stanno fornendo reagenti diagnostici a laboratori in Tailandia ed Indonesia. Lo sforzo internazionale è sostenuto anche da Filippine, Cambogia, Giappone, e Corea del Sud. www.li.csiro.au 95 Ambasciata d’Italia Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia CANBERRA 96 Ambasciata d’Italia Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia CANBERRA NUOVE TECNOLOGIE E NUOVI MATERIALI ü Spinta verso l'utilizzo dell'energia solare La compagnia Pacific Solar ha ricevuto un finanziamento di 500.000 AU$ (circa 600 milioni di lire) dal Governo Australiano, all’interno del programma “Renewable Energy Commercialisation Program”, al fine arrivare alla produzione di massa del prototipo “Plug&Power”, panelli solari fotovoltaici da installare sui tetti. Diversamente dai sistemi tradizionali, l’installazione del nuovo sistema in cui i moduli solari devono essere fissati insieme, può essere effettuata senza l’intervento di uno specialista. L’utilizzo di questo sistema permetterà di risparmiare mediamente 2 tonnellate di emissioni di gas-serra all’anno. La compagnia, che spera di iniziare la produzione entro i prossimi 18 mesi, mira ad utilizzare i proventi del "Plug&Power" per lo sviluppo di una nuova tecnologia che utilizza uno strato sottile di semiconduttore che potrebbe sostituire le attuali celle solari “Plug&Power”, riducendo la quantità di silicio e quindi riducendone i costi. www.pacificsolar.com.au ü Un sensore australiano ha individuato l’eruzione dell’Etna da satellite Un sensore sviluppato congiuntamente dal CSIRO Atmospheric Research e da un’agenzia britannica, denominato Along Track Scanning Radiometer (ATSR), a bordo del satellite ERS2, dell’agenzia spaziale europea, ha permesso di individuare il pennacchio di ceneri dovuto all’eruzione dell’Etna, in Sicilia. Lo strumento è stato progettato per fornire misure molto accurate della temperatura della superficie marina, ma è anche utile per gli studi della superficie terrestre e delle nuvole. Manipolando i segnali all’infrarosso a al calore, misurati dal sensore, il pennacchio del vulcano può essere identificato facilmente. Data l’utilità di queste informazioni per l’aviazione, il dr Fred Prata e il dr Ian Barton del CSIRO, hanno brevettato il detector all’infrarosso, (v. Bollettino di Giugno 2001) e, con una compagnia di Melbourne, la Integrated Avionics Systems, stanno sviluppando uno strumento di bordo capace di individuare le nuvole vulcaniche a dieci minuti di distanza dal loro incontro con l’aereo. www.dar.csiro.au ü Primo nano-prodotto australiano entra in commercio Il primo nano-prodotto basato su nano-tecnologia creato in Australia, il biosensore Ambri, sarà la nciato sul mercato nel marzo 2002 dalla società Ambri. Il prodotto, basato su una tecnologia sviluppata dal CRC for Molecular Engineering and Technology, è usato nella diagnostica medica (emergenze). Il biosensore sarà 97 Ambasciata d’Italia Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia CANBERRA utilizzato per trovare minime concentrazioni di sostanze nel sangue che possono indicare se, per esempio, vi è stato un attacco cardiaco, quando è avvenuto ed il dosaggio appropriato di medicamento. Ambri, che è una società del gruppo Dunplo Pacific, è in fase di finanziamento di 40 milioni di AU$ (circa 50 miliardi di lire) per sviluppare ulteriormente questa tecnologia. www.ambri.com ü Nuova tecnica di immunizzazione genetica Ricercatori del CSIRO Plant Industry, hanno sviluppato una nuova tecnica genetic a, detta “hairpin-RNA” che permette di immunizzare le piante prima che un virus le infetti. Il Barley Yellow Dwarf virus (BYDV) è, ad esempio, un virus delle piante che può devastare i raccolti. In Australia i danni causati alla produzione agricola da questo virus ammontano annualmente, per il solo grano, ad una perdita superiore agli 8 milioni di AU$ (circa 10 miliardi di lire), corrispondenti al 17% del raccolto. Il virus è responsabile anche della perdita del 15 % del raccolto di orzo, e del 25% del raccolto di avena. Con questa nuova tecnologia, il virus viene distrutto prima che danneggi la pianta, con un aumento di produzione alimentare ed una riduzione dell’uso dei pesticidi. La tecnica permette inoltre di sviluppare una immunità trasmissibile geneticamente da generazione a generazione. Il dr Waterhouse ha affermato che attualmente è già stata prodotta una patata resistente al virus “Potato Leaf Roll” (PLRV): queste piante sono già state testate in laboratorio e sono attualmente in fase di trial sul campo. I ricercatori suggeriscono che la tecnica hpRNA fornirà un facile approccio anche per bloccare geni indesiderati quali quelli che causano allergie alimentari; la tecnica infatti, supera i problemi derivanti dall’uso del genoma virale completo in quanto, come per i vaccini usati sull’uomo, utilizza solo una piccola frazione genomica con caratteristiche immunogene che da sole non potrebbero generare proteine indesiderate. www.pi.csiro.au ü Nuove tecnologie per l’analisi del DNA La Agen Biomedical, sussidiaria della Biotech, ha raggiunto un accordo con la Corbett Research per la commercializzazione di un nuovo test diagnostico da usare con l’apparecchiatura “Corbett Rotor-Gene”: uno strumento che permette di analizzare in tempo reale e identificare, attraverso un sistema di amplificazione, anche piccolissime quantità di DNA da campioni diagnostici. www.agen.com.au 98 Ambasciata d’Italia Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia CANBERRA ü Una nuova tecnica per prevedere la durata della gomma Scienziati del CSIRO Manufacturing Science & Technology e della Monash University di Melbourne, hanno sviluppato una nuova tecnica che permette di valutare le condizioni dei prodotti di gomma, come i nastri trasportatori o i pneumatici, tramite l’utilizzo della Risonanza Magnetica Nucleare (NMR). Per misurare lo stato della gomma è necessario introdurre un campione nel campo magnetico dello strumento. L’NMR può essere utilizzata per caratterizzare i polimeri nella gomma in modo da determinare “sintomi” molecolari di deterioramento, come cambiamenti nella lunghezza della catena polimerica, nei legami incrociati, o la presenza di prodotti di degradazione. CSIRO “Manufacturing Science & Technology”: www.cmst.csiro.au Dr Anita Hill: Email: [email protected] Monash University, Dept. Materials Engineering; eng.monash.edu.au Dr Maria Forsyth: Email: [email protected] 99 Ambasciata d’Italia Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia CANBERRA 100 Ambasciata d’Italia Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia CANBERRA INFORMATION TECHNOLOGY ü Nuovo brevetto nel campo delle telecomunicazioni a banda larga QPSX, società australiana da poco in borsa, ha recentemente brevettato negli USA un nuovo sistema per la tecnologia di segmentazione e riassemblaggio (SAR) che è usato nelle infrastrutture di switch per le telecomunicazioni. La tecnologia SAR, che è stata inventata dall’Università del Western Australia, Perth, è una componente fondamentale nelle telecomunicazioni a banda larga ed è stata adottata nei protocolli di networking basati su Asynchronous Transfer Mode. www.qpsx.com.au ü Scelti i progetti relativi alla reti a banda larga Tra i progetti che utilizzano reti a banda larga e che riceveranno importanti contributi federali vi è il Centre for Networking Technologies for the Information Economy (CeNTIE), una cooperazione tra il CSIRO, Nortel Networks, Amcom Telecommunications, l’University of New South Wales ed il Western Australian Interactive Virtual Environments Centre. Il CeNTIE costruirà la principale rete di ricerca in fibre ottiche del paese. Tra le sue prime applicazioni vi sono progetti per applicare la tecnologia di internet al settore salute, e per risolvere i problemi di rete creati dalla crescente “digitalizzazione” nel campo media e produzione di films. http://www.tip.csiro.au/ ü Nuovo centro per l’Information and Communication Technologies Il National Office of the Information Economy ha presentato il nuovo centro di eccellenza per l’Information e Communication Technologies (ICT). Il centro, che si occuperà di ricerca, da quella di base a progetti industriali specifici e progetti interdisciplinari, sarà il catalizzatore per lo sviluppo di reti ed agglomerati per la ricerca nel settore ICT. Il nuovo centro è coadiuvato da un gruppo di esperti che includono tra gli altri la professoressa Vicky Sara (Australian Research Council) e il dottor Geoff Garrett (CSIRO). Il nuovo centro aprirà un concorso per la presentazione di progetti ICT nella seconda metà dell’anno con scadenza Febbraio 2002. www.noie.gov.au. 101 Ambasciata d’Italia Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia CANBERRA 102 Ambasciata d’Italia Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia CANBERRA SANITÀ ü Nuovo farmaco anticancerogeno L’Institute of Drug Technology of Australia (IDT) ha siglato un accordo con la compagnia farmaceutica inglese Astra-Zeneca per sviluppare e produrre un nuovo agente anticancerogeno, chiamato per ora ZD9331. Questa sostanza ha già completato gli esami preclinici della fase 1 della sperimentazione sull’uomo. L’IDT validerà il processo di produzione per l’ingrediente farmaceutico attivo del nuovo farmaco. Questo è al momento nella fase 2 di valutazione clinica. Se i test si riveleranno positivi, il nuovo farmaco sarà commercializzato a livello globale dall’IDT. www.idtaus.com.au ü Nuovo centro per la lotta contro il cancro Il Queensland Institute of Medical Research (QIMR) e la Leukaemia Foundation hanno dato vita ad un nuovo centro per la lotta contro il cancro, il Comprehensive Cancer Research Centre (CCRC), nel Queensland. Il CCRC, include laboratori appositamente studiati, cliniche per esperimenti ed un’area attrezzata per pazienti capace di ospitare in uno stesso luogo gruppi di ricercatori di diverse discipline. Una parte del centro sarà dedicata a terapie basate su cellule prodotte in loco. Il QIMR ha recentemente sviluppato un nuova terapia di immunizzazione contro il melanoma, mentre altri ricercatori al QIMR stanno sperimentando terapie per pazienti afflitti da leucemia cronica linfatica, mieloma e alcuni tipi di linfoma. www.qimr.edu.au/about/ccc/ ü Nuovo farmaco anti cancro alla prostata La Novogen ltd ha formato una nuova compagnia incorporata nella Marshall Edwards Inc (MEI) del Delaware per sviluppare e commercializzare il phenoxodiol un nuovo farmaco anticancro, recentemente approvato per il trial clinico umano negli USA e, attualmente in fase di trial clinico sui pazienti affetti da cancro in Australia. Il principale target di questo farmaco è il tumore della prostata. La MEI ha anche acquistato i diritti per la distribuzione e la commercializzazione in tutto il mondo del farmaco. www.novogen.com.au ü Olio di pesce L’olio di pesce è da tempo riconosciuto come altamente benefico per i suoi effetti antinfiammatori nell’artrosi e di controllo dei trigliceridi del sangue, ma il suo uso 103 Ambasciata d’Italia Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia CANBERRA come ingrediente nei processi di preparazione dei cibi è stato limitato dalla scarsa stabilità e dal forte sapore. La compagnia Clover Corporation ha trovato un nuovo metodo di incapsulamento che permette di lavorare anche composti poco stabili. La seconda generazione di “Driphorm tuna oil”, contenente un maggiore contenuto in omega-3 PUFA, ed i nuovi lipidi funzionali, che determinano la maggiore stabilità, hanno portato ad un accordo tra la Clover Corporation e la Food Science Australia per l’introduzione nella dieta australiana di olio di pesce in una ampio range di prodotti secchi, come le barrette di muesli, o in alimenti liquidi o semiliquidi, come le bevande a base di latte, formaggio e gelati. Food Science Australia, che è una joint venture tra CSIRO e AFISC (Australian Food Industry Science Centre), e la Clover Corporation sono convinte del grosso potenziale economico-commerciale di questa tecnologia nell’ambito delle applicazioni alimentari e farmaceutiche. http://www.foodscience.afisc.csiro.au ü Studi sul virus “fever dengue” Magnus Johanson, che sta svolgendo il suo dottorato di ricerca alla James Cook University, (Nord Queensland) presso il Dipartimento di Biochimica e di Biologia Molecolare, ha identificato i due siti NS3 e NS5 che specificano per proteine essenziali nel processo di replicazione del virus Fever Dengue. Questo potrebbe essere un passo molto importante per la produzione di un vaccino contro uno tra i virus più temibili. La Fever Dengue è una malattia abbastanza diffusa in Africa e Asia, la cui forma classica, non mortale, negli ultimi anni sta lasciando spazio ad una forma con sintomatologia sempre più grave in cui si registrano, con sempre maggior frequenza, casi mortali. Il maggiore vettore del dengue infetto è la zanzara Aedes aegypti, che si riproduce e vive negli ambienti urbani e suburbani, e per mezzo della quale la malattia si è distribuita in molte parti nel mondo. La malattia che, da maggio, affligge seriamente la Tailandia e alcuni stati del sudest asiatico, non ha ancora raggiunto la regione cinese. Per evitare che la malattia si distribuisca anche in Cina, l’Amministrazione Generale della Repubblica Cinese, il Ministero della Sanità e l’Ufficio Nazionale per il Turismo, hanno distribuito una circolare in cui invitano i turisti provenienti dalle aree affette, a presentarsi immediatamente alle autorità sanitarie di pertinenza al primo apparire dei sintomi. Nella circolare si dice anche che tutti i container e veicoli provenienti da quelle aree devono essere sottoposti ad ispezioni e trattamenti di quarantena per l’eliminazione delle zanzare vettori di malattia. http://www.jcu.edu.au/fmhms/school/pms/bchemmbiol/about.shtml 104 Ambasciata d’Italia Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia CANBERRA ü Novità sulle cellule staminali Ricercatori del Walter and Eliza Hall Institute of Medical Research, di Melbourne, sono riusciti a estrarre cellule staminali dal cervello di topi, cellule in grado di produrre nuove cellule neuronali nel cervello adulto. Inoltre, sotto le adatte condizioni di laboratorio, le cellule staminali neurali si sono trasformate in cellule muscolari. Il Dr Bartlett, ha affermato che una cellulale staminale neuronale puo’ produrre migliaia di cellule neuronali, la sfida è stata la ricerca dei medicinali adatti a stimolare questo processo. Questa scoperta, i cui risultati sono stati pubblicati sul numero 412 del 16 agosto di Nature, potrà permettere di riparare i danni al cervello causati da malattie come l’Alzheimer o il Parkinson. http://www.wehi.edu.au/ www.nature.com/nature ü Progressi in angiogenesi La società Bionomics ha ottenuto diritti mondiali per l’uso di geni nel campo dell’angiogenesi, un processo che risulta nella formazione di nuovi vasi sanguigni ed è implicato in malattie come il cancro, infiammazioni croniche e malattie dell’occhio. I geni sono stati identificati da un nuovo metodo di analisi biologica messo a punto dall’Hanson Centre for Cancer Research, dell’Adelaide Institute of Medical and Veterinary Science. Dei 56 geni identificati, ben 14 sono nuovi. I diritti acquistati dalla Bionomics sono stati finanziati grazie all’emissione di nuove azioni della società per un totale di oltre 4 milioni di AU$ (circa 6 miliardi di lire). Parte dei fondi andranno a finanziare il patrimonio di brevetti della società nella ricerca contro il cancro, epilessia e angiogenesi. www.bionomics.com.au ü Scoperto come agisce il virus del Ross river Un'équipe mista dell’ANU (Dr Surendran Mahalingam) e della Canberra University (Dr Brett Lidbury) ha individuato alcuni dei mutamenti molecolari cruciali nelle cullule infettate dal virus del Ross river. Gli studiosi hanno scoperto che il virus “inganna” l'organismo facendogli credere di essere innocuo e permettendo così all'infezione di diffondersi. Sono riusciti per la prima volta a dimostrare come avviene la soppressione dei geni antivirali e delle proteine antivirali. Infatti, il virus del Ross river, inganna la cellula entrando insieme con gli anticorpi, evitando con successo gli specifici percorsi antivirali. La cellula non riconosce l'invasione dell'infezione come una minaccia. Il virus può “sabotare” le risposte molecolari create per combatterlo. Gli studiosi inoltre ritengono che altri virus, tra cui l'HIV e il virus della febbre dengue, usino lo stesso meccanismo. www.anu.edu.au/jcsmr 105 Ambasciata d’Italia Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia CANBERRA 106 Ambasciata d’Italia Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia CANBERRA AMBIENTE ü Biologi marini studiano lo sbiancamento dei coralli Gli scienziati ritengono che l’estensione dell’area delle acque marine profonde più calde, causata da vento, correnti e maree, possa essere la spiegazione dello sbiancamento dei coralli, infatti stress estremi e prolungati possono determinare la morte delle alghe simbionti dei coralli. L’autorità del Parco Naturale della Barriera Corallina, nel Queensland, mediante una estesa rete di sensori termici posizionati nella barriera e le mappe termiche delle zone marine calde fornite dal satellite NOAA/AVHRR si aspetta di trovare legami tra cambiamenti climatici, temperatura del mare, movimento delle acque e biologia della barriera corallina. L’Australian Institute of Marine Science ha un alto numero di esperti climatologi, oceanografi, ecologi e fisiologi dei coralli che stanno analizzando i dati termici degli ultimi dieci anni, forniti dal satellite del NOAA mediante i quali tentano di identificare le aree a maggior rischio di sbiancamento. www.aims.gov.au ü Nuovi sviluppi nella tecnologia per ridurre il livello di salinità Il CSIRO Land and Water e la società Fodder King hanno firmato una lettera d’intenti per sviluppare e commercializzare nuove tecnologie per combattere la salinità del territorio. Tali tecnologie, conosciute come Sequential Biological Concentration, concentrano la salinità nell’acqua e poi la usano, rimuovono o immagazzinano a seconda delle necessità. Questo processo puo’ essere effettuato solo sull’acqua di scarico proveniente da terreni irrigati. La collaborazione tra le due società sfrutta l’uso delle conoscenze del CSIRO in materia di raccolta di acqua ad alto contenuto di sale da terreni coltivati ed i brevetti della Fodder King in materia di produzione e raccolta di fieno. Queste tecnologie verranno sperimentate in un area del bacino del Murrumbidgee in cui l’acqua ad alto contenuto di sale è convogliata da aree coltivate a riso verso un laghetto della zona. Nel progetto pilota, l’acqua sarà trattata in tre fasi con l’aiuto di piante resistenti alla salinità fino a quando il livello di sale nell’acqua non sarà sufficientemente elevato per essere utilizzabile nell’estrazione di sale o in attività di acquacoltura. www.fodderking.com.au ü “Atlante” delle risorse naturali La prima valutazione delle risorse di acqua e terra a livello nazionale ha mostrato che 6 aree di gestione delle acque superficiali e 18 acquiferi sotterranei in South Australia sono al limite dello sfruttamento sostenibile. Infatti Mr Colin Creighton, 107 Ambasciata d’Italia Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia CANBERRA del National Land and Water Resources Audit, ha riferito al Parlamento di Adelaide che, in South Australia, le aree a rischio di inaridimento e salinizzazione aumenteranno fino a 0.5 milioni di ettari nel 2050 (al 2000 erano stati stimati essere 0.3 milioni). L’Audit è stato istituito nel 1997 tra i programmi del Natural Heritage Trust per affiancare l’attività decisionale nella gestione dell’ambiente attraverso valutazioni scientifiche e fornendo accesso a fonti di informazioni integrate. All’interno di questo progamma, il CSIRO Land and Water ha sviluppato nuove tecniche per la valutazione dei bacini. In particolari, le ricerche sono state focalizzate sull’erosione del suolo, il movimento di sedimenti e nutrienti nelle aree rurali, e sugli impatti sui fiumi. Dall’Audit è stato generato un “Atlante” consultabile sia per area tematica che per regione. http://www.nlwra.gov.au/atlas/ ü Diminuzione di pioggia in Western Australia Ricercatori del CSIRO e del Bureau of Meterology stanno provando ad identificare le cause del continuo inaridimento del sud ovest australiano. Infatti, dallo studio delle fluttuazioni climatiche dell’ultimo secolo, appare evidente che la diminuzione delle piogge nel sud-ovest australiano ha coinciso con il riscaldamento delle acque superficiali dell’Oceano Indiano meridionale e con l’abbassamento del sistema della pressione atmosferica di quell’area. Il dr. Ian Smith, del CSIRO Atmospheric Research, afferma che cambiamenti di questa portata sono generalmente dovuti a variazioni climatiche a lungo termine ma nel caso dell’ area australiana oltre all’effetto serra, altri fattori, quali i cambiamenti locali o globali dell’uso della terra, potrebbero essere la concausa del trend arido. http://www.bom.gov.au/announcements/media_releases/climate/drought/2001.08.d rought.shtml ü Creazione di un erbario virtuale Grazie a un finanziamento di 10 milioni di dollari australiani (circa 12 miliardi di lire) verrà creato un “Erbario Australiano virtuale” tramite la raccolta su computer delle informazioni esistenti su tutte le specie vegetali australiane. L’Erbario virtuale sarà disponibile su internet. La collezione australiana di specie vegetali, che comprende 6 milioni di esemplari, è iniziata nel 1770 ed è contenuta in 8 erbari principali. L’erbario virtuale fornirà i nomi delle piante, la distribuzione geografica, immagini a colori e le possibili informazioni necessarie per attività di ricerca, istruzione e decisioni ambientali. www.rbgsyd.gov.au/HISCOM/Virtualherb/virtualherbarium.html 108 Ambasciata d’Italia Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia CANBERRA ü Studi Ambientali nei mari del Timor ed Arafura La Research School of Pacific and Asian Studies, all’Australian National University in collaborazione con l’Australian Institute of Marine Science ha in progetto un centro di studi ambientali per lo sfruttamento delle risorse e la conservazione delle coste e degli ecosistemi nei mari del Timor ed Arafura (Arafura-Timor Research Facility). IL centro sarà collocato alla RSPAS North Australia Research Unit a Darwin e sarà in parte amministrato dall’ANU. http://rspas.anu.edu.au/ 109 Ambasciata d’Italia Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia CANBERRA 110 Ambasciata d’Italia Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia CANBERRA SPAZIO ü Nuovo centro di difesa aerospaziale Il CRC Sensor Signal and Information Processing e l’Università del South Australia hanno istituito il nuovo Wedgetail Training, Research and Development Centre (TRDC), al fine di provvedere alle necessità di addestramento nel settore della difesa aerospaziale australiano. Il Centro, costato 1.8 milioni di dollari australiani (oltre 2 miliardi di lire), si trova all’interno del campus dell’Università del South Australia, ed è stato finanziato dalla Northrop Grumman, come parte dell’acquisto, da parte australiana, del sistema Wedgetail Airborne Early Warning and Control (AEW&C) dalla compagnia Boeing. Il centro, svilupperà inoltre attività di ricerca e condurrà corsi sui sistemi radar, sul processamento dei segnali e altre aree rilevanti. Lo scopo principale sarà di garantire che il personale australiano abbia le capacità tecniche necessarie per utilizzare il sistema Wedgetail nei previsti 40 anni di vita. http://www.itr.unisa.edu.au/about_us/wedgetail_trdc.htm http://www.wedgetailtrdc.com ü Luce verde per la base spaziale delle Christmas Island Il Governo Federale investirà fino a 100 milioni di dollari australiani (oltre 200 miliardi di lire) all’interno del programma degli incentivi e investimenti strategici, in una base spaziale da costruire nelle Christmas Island dall’Asia Pacific Space Centre (ASPC). Ci si aspetta che il progetto, che costerà in tutto 800 milioni di dollari australiani (oltre 960 miliardi di lire), ottenga fino al 20% della domanda globale per il lancio dei satelliti, che, secondo una stima della Price WaterhouseCoopers, renderà fino a 40 miliardi di dollari (circa 48000 miliardi di lire) nei prossimi dieci anni. Il progetto APSC, che dovrebbe iniziare alla fine del 2003, e la posizione della base alle Christmas Island renderanno possibili le traiettorie Sud Sud-Est (bassa orbita terrestre), e la vicinanza all’equatore porterà benefici per i satelliti ad orbita equatoriale geostazionaria (rendendo possibile la massimizzazione della dimensione del payload). I satelliti saranno attrezzati per portare a termine attività commerciali, come telecomunicazioni e telerilevamento. Il progetto utilizzerà un veicolo di lancio russo (vedi Bollettino Giugno 2001), e si prevede che dal sesto anno di attività avrà un capacità di 12 lanci all’anno. Lo sviluppo del sito di lancio e delle operazioni verranno condotti insie me con il Design Bureau of General Machine e il Design Bureau of Transport Machinery russi. Il progetto ASPC si è impegnato ad un investimento minino di 15 milioni di dollari australiani (circa 20 miliardi di lire), nei primi cinque anni delle operazioni di 111 Ambasciata d’Italia Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia CANBERRA lancio, per l’insediamento di un centro di Ricerca Spaziale in partnership con le Università australiane. ü Conferma della teori della relatività Astronomi australiani del CSIRO Australia Telescope National Facility, della Swinburne University of Technology di Melbourne e statunitensi, hanno condotto un esperimento di astrofisica estremamente preciso utilizzando il radio-telescopio di Parkes del CSIRO (il telescopio utilizzato in collaborazione con la NASA durante la missione Apollo11). L'esperimento, i cui risultati sono stati pubblicati sul numero 412 del 12 luglio di Nature, ha permesso di misurare la distorsione dello spazio-tempo intorno ad una stella situata ad una distanza di 450 anni luce (circa 1.4 x 1016 kilometri) dalla terra. Grazie a sofistic ati strumenti sviluppati dalla Caltech, un avanzato supercomputer della Swinburne University e anche alla grande area di raccolta costituita dal telescopio Parkes, gli astronomi sono stati in grado di misurare il segnale ricevuto della stella pulsar J0437-4715 con una precisione di 0.1 milionesimi di secondo (100 nanosecondi). La pulsar J0437-4715 è una stella a neutroni la cui materia è soggetta ad enormi pressioni, tali da indurre altissimi valori della densità della materia (paragonabile a circa 1,5 masse solari compresse in una sfera avendo un raggio di soli 10 kilometri). Una caratteristica tipica di una stella pulsar è che emette intensi “fasci” di onde radio mentre orbita rapidamente sul proprio asse (circa 1000 rivoluzioni al secondo). La presenza di una stella compagna, una nana bianca, rende la stella J0437-4715 un laboratorio ideale per verificare la teoria generale della relatività. Gli astronomi, riusciti a determinare esattamente l'orientamento della pulsar nello spazio, hanno potuto verificare l'effetto predetto dalla teoria generale della relatività di Einstein, secondo cui un oggetto di grande massa distorce lo spazio-tempo intorno a se stesso. Nel sistema binario pulsar J0437-4715, le onde radio pulsar viaggiano attraverso la curvatura spaziotemporale intorno alla stella nana bianca compagna e arrivano sulla terra un pò più tardi che se avessero attraversato lo spazio-tempo non distorto (effetto noto come Shapiro delay). L'analisi dei dati ha chiaramente mostrato il ritardo previsto dalla teoria della relatività e dall'effetto Shapiro. http://www.atnf.csiro.au/ ü Stazione di osservazione dello spazio La stazione di osservazione dello spazio profondo situata a Tidbindilla, a 30 km a sud-est di Canberra, avrà un ruolo fondamentale nelle comunicazioni con la missione Marte della NATO, la stazione sarà in continuo contatto con la navicella spaziale che sta esplorando il sistema solare, traccerà la localizzazione della astronave, e sarà in grado di impartire comandi ed istruzioni, di accumulare i dati sperimentali inviati dall’astronave e le informazioni derivanti sullo stato di funzionamento della stessa astronave. 112 Ambasciata d’Italia Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia CANBERRA L’agenzia spaziale americana, che usa grandi antenne, ricevitori a basso rumore di fondo e trasmettitori ad alto potere, nell’area di Tidbindilla posizionerà quattro antenne speciali con una angolazione di 120 gradi longitudine con le altre due basi disposte in Spagna e in California così che la astronave sarà sempre in vista da uno dei centri di osservazione. ü Nuovo spettrografo per il progetto Gemini La Scuola di Ricerca di Astronomia e Astrofisica dell’ANU (Australian National University) situata sul Monte Stromlo, a pochi km da Canberra, ha ottenuto un contratto di 4 milioni di AU$ (circa 4,8 miliardi di lire) per costruire il primo strumento australiano per l’Osservatorio Gemini. L’Osservatorio Gemini è un progetto internazionale che mira a costruire e utilizzare due telescopi ottico/infrarosso da 8.1 metri. L’equipè del Monte Stromlo costruirà uno spettrografo a infrarosso vicino in campo integrale (NIFS) per il telescopio Gemini Nord dell’isola di Mauna Kea nelle Hawai. L’altro telescopio del progetto Gemini si trova in Cile sulla montagna di Cerro Pachon. Il NIFS verrà utilizzato nelle ricerche sui buchi neri e sulla formazione delle galassie. www.mso.anu.edu.au/nifs 113 Ambasciata d’Italia Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia CANBERRA 114 Ambasciata d’Italia Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia CANBERRA PROGRAMMA DELLE CONFERENZE PREVISTE IN AUSTRALIA PER IL 2001 September 2-4, National Australian Conference on Shaken Baby Syndrome, Sydney, Australia. Contact: Amy Wicks, Tel: 001118016273399, fax: 001112016273321, email: [email protected] September 3–6, Fenner Conference on Nature Tourism and the Environment, Canberra. Contact: Ralf Buckley, Griffith University, Tel 07 5552 8675, fax 07 5552 8895, email [email protected] September 5-7, 37th Annual Scientific Meeting of the Australian and New Zealand Society of Nephrology (ANZSN), Darwin, Australia. Contact: Prof. Carol Pollock, Department of Medicine, Royal North Shore Hospital, St Leonards, Sydney, 2065, Australia. Contact: email: [email protected], web: www.nephrology.edu.au September 7-9 ESA Clinical Weekend, Nara Seaworld Resort, Gold Coast. Contact: Mike Pickford, Australian Science Network (ASN), PO Box 200, Balnarring VIC 3926. Tel 03-5983 2400, fax: 03-5983 2223, email: [email protected], web: www.asnevents.net.au September 8-9, Endocrine Society Clinical Weekend (ESCW) combined with the meeting of the Aust. Paediatric Endocrinologist Group (APEG), Nara Seaworld Resort, Gold Coast. Contact: Attn: Mike Pickford, ASN, PO Box 200, Balnarring Vic 3926, Tel 03 5983 2400, email [email protected] September 9-12, Endocrine Society of Australia (ESA) and the Society for Reproductive Biology (SRB), Conrad Jupiters, Gold Coast, Contact: Attn: Mike Pickford, ASN, PO Box 200, Balnarring Vic 3926, Contact: Tel 03 5983 2400, email [email protected] September 10-12, Combined Annual Scientific Meetins of the Endocrine Society of Australia (ESA) and the Society for Reproductive Biology (SRB), Conrad Jupiters, Gold Coast, QLD. Contact: Mike Pickford, Australian Science Network 115 Ambasciata d’Italia Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia CANBERRA (ASN), PO Box 200, Balnarring VIC 3926. Contact: Tel 03-5983 2400, Fax: 035983 2223, email: [email protected], web: www.asnevents.net.au September 12-14, Western Australian State Landcare Conference: Partnerships and Diversity, Mandurah, WA. web: www.avonicm.org.au/avonicm/lcconference/ September 12-14, Australian Diabetes Society (ADS) and the Australian Diabetes Educators Association (ADEA) Conference, Conrad Jupiters, Gold Coast, (Education day on 11th), Contact: Attn: Mike Pickford, ASN, PO Box 200, Balnarring Vic 3926, Contact: Tel 03 5983 2400, email [email protected] September 14-15 Australasian Diabetes in Pregnancy Society (ADIPS) Annual Scientific Meeting Conrad Jupiters, Gold Coast. Contact: Conference Secretariat, C/-Suzie Neylon, 145 Macquarie Street, Sydney, NSW, 2000. Contact: Tel: 029256 5462 Fax: 02-9241 4083, email: [email protected] September 17-19, Commercialising Intellettual Property Conference, Melbourne. Contact: IIR Conferences, Tel: 02-9923 5090, fax: 02 9959 4684; email: [email protected] September 22-23, Symposium: Biotechnology and the Environment, CSIRO Discovery, Canberra. Contact: [email protected] September 23-26, Australian Science Communicators Conference, 2001… A Science Odyssey, Sydney. Contact: [email protected] September 23-28, 6th World Congress of Chemical Engineering, Melbourne. Contact: tel. 03 9819 3700; web: www.chemengcongress.com September 24-28, 5th International Conference and Exhibition on HighPerformance Computing in the Asia-Pacific Region, organized by the Australian Partnership for Advanced Computing, Gold Coast, Queensland. Contact: tel. 07 3878 9470, fax: 07 3378 9513; email: [email protected] 116 Ambasciata d’Italia Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia CANBERRA September 24-28, 4 th International Archaean Symposium, University of Western Australia, Perth. Contact: Susan Ho, Tel: (61 8) 9332 7350, email: [email protected], http://www.geol.uwa.edu.au/ias September 25-27, Recycled Organics Conference, Trade Fair and Technology Expose, University of Queensland, Gatton. Contact: Denise Hart on Tel: (07) 5460 1518, email: [email protected] September 25 - 28, Coasts & Ports 2001, Surfers Paradise Marriott Resort, Surfers Paradise, Queensland, Australia. Contact: email: [email protected], web www.icms.com.au/coastsandports , www.ieaust.org.au/nccoe September 26-28, Ecological Society of Australia National Conference, University of Wollongong, NSW. web: www.uow.edu.au/science/biol/esa September 26-28, Technology Transfer and Innovation Conference, Brisbane. Contact web: www.tti2001.qut.edu.au September 27-29, 2001, Autism Council of Australia: Biennial National Autism Conference “Positive Steps Forward”, Stamford Grand Hotel, Adelaide, Contact: Plevin & Associates, Tel: (08) 8379 8222 Fax: (08) 8379 8177, email: [email protected] September 30-October 4, Com Bio 2001, Joint Conference with the Australian Society for Biochemistry & Molecular Biology (ASBMB), the Australian & New Zealand Society for Cell & Developmental Biology (ANZSCDB), the Australian Society of Plant Physiologists (ASPP) and an international proteomics group, National Convention Centre, Canberra. Contact: Sally Jay Tel: (08) 8362 0009, Fax: (08) 8362 0038, email: [email protected], web: www.asbmb.org.au/combio2001 September 30-October 4, EPSM 2001: Daring to be better, Biomedical Engineering Conference, Fremantle. Contact: tel. 08 9332 2900; web: www.promaco.com.au/conference/2001/epsm 117 Ambasciata d’Italia Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia CANBERRA September 30-October 5, ASM Annual Conference, A Microbial Odyssey, Perth. Contact: Tel: (08)9867 8699, Fax : (08) 9867 8722, email : [email protected] October 3-5, Asian Pacific Extension Network Conference: Contemporary extension as a powerful vehicle for regional change. University of Southern Queensland, Toowoomba. Contact: John James, Tel. (07) 5460 1495, email: [email protected] October 7-12, 4th Australian Peptide Conference Organised by the Ludwig Institute for Cancer Research, Lindeman Island, Queensland. Contact: Prof. E. Nice, email: [email protected] October 8–10, 11 th Annual Scientific Meeting of the Australian & New Zealand Bone & Mineral Society, Auckland. New Zealand, Contact: ANZBMS SecretariatIvone Johnson, tel: 02-9256 5405, Fax: 02-9241 4083, email: [email protected] October 11-13, Work in Space, Contact: Tony James, tel.:0417 484 425, email: [email protected] October 11-13, AVCAL 2001, 8th Australian Venture Capital Conference. Contact: AVCAL, tel 02 9232 1065. October 17-18, Impact of Greenhouse and Energy Policies on Economic Growth, National Industry Policy Conference, Adelaide, organized by the Australian Chamber of Commerce and Industry (ACCI). Contact: tel. 02 6273 2311; email: [email protected] October 24, Bioentrepreneur 2001, Conference. Contact: www.bioentrepreneur.net October 25–27, 5 th Australasian Menopause Society Congress 2001 Carlton Crest Hotel, Melbourne, Victoria, Australia. Contact: tel. 07 3858 5527; Fax 07 3858 5510; email: [email protected]; web: www.menopause.org.au October 28-29, Geopolymers: Turn potential into profit, Melbourne, Contact: email:[email protected]; web: www.geopolymer2002.com 118 Ambasciata d’Italia Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia CANBERRA November 2-3, Practical solutions for coastal and ocean management Comparative and international approaches, Brisbane. Contact the Queensland Environmental Defenders Office, Tel. 07 3210 0275, email: [email protected] November 6-8, Environmental Management Systems in Australian Agriculture Conference, Ballina, NSW. Contact: G. Carruthers, NSW Agriculture, email: [email protected] November 13-16, 11th NSW Coastal Management Conference ‘Making Waves’ Exposing Gaps and Exploring Solutions, Newcastle, Australia. Contact: www.pco.com.au/coastal November 14-16, Repairing our Wetlands: learning by doing, National Wetlands Conference, Couran Cove Resort, south-east Queensland, hosted by Wetland Care Australia supported by the National Wetlands Program. Contact H. Shearer, tel.: (02) 6681 6069; email: [email protected]; web: www.wetlandcare.com.au November 20-21, Looking South- Managing Technology, Opportunities and the Global Environment, National Symposium organized by the Academy of technological Sciences and Engineering, Hobart, Tasmania. Contact: tel. 03 9347 0622, fax: 03 9347 8237; web: www.atse.org.au November 20-23, Sustaining Aquatic Environments – Implementing Solutions Conference, Townsville. Contact George Rayment, Tel. 07 3896 9487, email: [email protected] November 24-27, ASMR National Scientific Conference: ‘BioInnovation: The Future of Medical Research’, Marriott Hotel, Gold Coast, Queensland. Contact: Mike Pickford, ASN, PO Box 200, Balnarring Vic 3926, Tel 03 5983 2400, email: [email protected] November 24-December 2, SES 2001 Solar World Conference, Adelaide. Contact: Hartley Management Group, tel. 08 8363 4399, fax: 08 8363 4577; email: [email protected] November 28-30, 2nd Australian and New Zealand Conference on Environmental Geotechnics, Newcastle, NSW. Contact: tel. 02 9290 3366, fax: 02 9290 2444. 119 Ambasciata d’Italia Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia CANBERRA December 4-5, Reproductive Genomics Conference, organized by Prince Henry’s Institute of Medical Research and the Monash university Institute of Reproduction and Development. Contact: email: [email protected]; web: www.med.monash.edu.au/phimr/genomics_symposia/index.html December 4-6, International Symposium on Landscape Futures, University of New England, Armidale, NSW. web: www.ruralfutures.une.edu.au/lsfutures2/program/program.htm December 10-13, International Congress on Modelling and Simulation: Integrating Models for Natural Resources Management across Disciplines, Issues and Scales. Australian National University, Canberra. Contact: Dr F. Ghassemi, email: [email protected]; web: cres.anu.edu.au/~tony/modsim2001.htm CONFERENZE PREVISTE PER IL 2002 February 10-14, 2002, 27th Protein Structure and Function Conference, Contact: Dr L. Sparrow, Tel: 61-3-9662 7284, Fax: 61-3-9662 7101,e-mail: [email protected], www.biochemistry.unimelb.edu.au/lorne/index.html February 14-17, 2002, 14th Lorne Cancer Conference, Contact: Jacqui Laird, Tel: 03-9496-3548, fax: 03-9496-3577, e-mail: [email protected], web: www.ludwig.edu.au/lorne/ February 17-21, 2002, 23rd Lorne Genome Conference. Contact: S. Dalton, email: [email protected], web: http://lorne-genome.angis.org.au/ February 28-March 2, 2002, HEARTBEAT 2002 cardiovascular conference, Novotel Brighton Beach Hotel, Sydney, NSW. Contact: Marian Ibrahim & Assoc. Tel: 02 9879 3290 Fax: 02 9879 5139, email: [email protected] 120 Ambasciata d’Italia Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia CANBERRA March 25-27, 2002, 3rd Australasian Conference on “Hepatitis C, Research and treatment”, Hilton on the Park, Melbourne. http://www.asnevents.net.au/hepc/ May 7-9, 2002, 2nd Australasian Conference on Drugs Strategy (Incorporating the inaugural South East Asian Symposium on Prevention), Hyatt Regency Perth, Western Australia. Contact: Steve GUEST, Tel: +61 08 92233035 Fax: +61 08 9223 341, email: [email protected] May 12-17, 2002, Balancing the Groundwater Budget, International Association of Hydrogeologists, Darwin. Abstracts due by 30 April 2001. Contact Des Yin Foo by email: [email protected] May 20-23, 2002, Hydrology and Water Resources Symposium, Melbourne. Contact W. Smith, email: [email protected] July 1–5, 2002, "Geoscience 2002: Expanding Horizons", Adelaide, South Australia. July 2-5, 2002, Environment, Culture and Community Conference, University of Queensland, Brisbane. web: http://emash.uq.edu.au/conferences/ecc/ August 26–31, 2002, International Conference on Acid Sulfate Soils Contact Mike Melville, Tel. 02 9385 4391, email [email protected] September 22-26, 2002, PIANC International Navigation Congress, Darling Harbour, Sydney. Contact: PIANC secretariat, email: [email protected]; web: www.pianc-aipcn.org October 23-25, 2002, State of Port Curtis, Gladstone, NSW. Contact Ms Lee Hackney at the Centre for Environmental Management, Tel. 07 4970 7310; email: [email protected] October 21-23, 2002, International Clinical Trials Symposium 2002, Sydney Convention and Exhibition Centre, Sydney. Contact: ICMS Pty Ltd, Tel: 61 2 9290 3366 Fax: 61 2 9290 2444, email: [email protected] 121 Ambasciata d’Italia Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia CANBERRA November 4-8, 2002, Coast to Coast National Coastal Conference, Twin Towns Resort at Tweed Heads, NSW. Jointly hosted by the NSW Coastal Council, the Queensland Environment Protection Authority and the Coastal CRC. Contact Steve Blackley: Tel. (02) 9391 2138; email: [email protected] 122 Ambasciata d’Italia Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia CANBERRA PRINCIPALI SITI WEB Enti di ricerca australiani Anglo-Australian Observatory www.aao.gov.au/ Auslndustry ww.ausindustry.gov.au / Australian Antarctic Division Australian Geological Survey Organisation (AGSO) www.antdiv.gov.au www.agso.gov.au/ Australian Institute of Marine Science (AIMS) Australian Nuclear Science and Technology Organisation (ANSTO) www.aims.gov.au www.ansto.gov.au/ Australian Research Council Bureau of Meteorology www.arc.gov.au/ www.bom.gov.au/ CSIRO Cooperative Research Centres www.csiro.au/ www.isr.gov.au/crc/index.html Defence Science and Technology Organisation (DSTO) www.dsto.defence.gov.au/ Department of Industry, Science and Resources www.isr.gov.au/ Environment Australia www.environment.gov.au EPA New South Wales EPA Queensland www.epa.nsw.gov.au EPA Western Australia EPA South Australia www.epa.wa.gov.au EPA Northern Territory www.epa.nt.gov.au EPA Victoria Great Barrier Reef Marine Park Authority (GBRMPA) www.epa.vic.gov.au www.epa.qld.gov.au www.epa.sa.gov.au www.gbrmpa.gov.au/ IPAustralia National Health and Medical Research Council (NHMRC) www.ipaustralia.gov.au/ www.health.gov.au/nhmrc/ National Standards Commission www.nsc.gov.au/ 123 Ambasciata d’Italia Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia CANBERRA Rural R&D Corporations www.affa.gov.au/csg/ppi/ statutory.html Science and Technology Advisory Bodies Australian Academic and Research Network www.isr.gov.au/science/bodies/bodies.html www.aarnet.edu.au/ Australian Research Council Department of Education, Training and Youth Affairs www.arc.gov.au www.detya.gov.au Land and Water Australia Department of Industry, Science and Resources www.lwa.gov.au/ www.disr.gov.au National Health and Medical Research Council (NHMRC) National Environment Protection Council www.health.gov.au/nhmrc www.nepc.gov.au/ Informazioni generali sull’Australia Australian Bureau of Statistics www.abs.gov.au Australian Federal Government Entry Point Australian Universities www.fed.gov.au www.detya.gov.au/highered/ausunis.htm Principali fonti d’informazione australiani Australian Financial Review www.afr.com.au/ Sydney Morning Herald www.smh.com.au / The Age The Australian www.theage.com.au/ www.theaustralian.com.au/ Australian Broadcasting Corporation, Science Programs www.abc.net.au/science 124 Ambasciata d’Italia Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia CANBERRA Si ringrazia la Canberra university, per il generoso contributo che ha consentito di finanziare in parte il Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia Canberra University La Canberra University, con uno staff 800 persone tra accademici e personale di supporto, è presente nel territorio della capitale australiana, come istituzione universitaria, con un ruolo educativo, didattico e di ricerca, e con attività di consulenza per conto degli Stati e di Agenzie federali e statali. Attualmente l’Università di Canberra conta circa 10000 studenti, di cui 825 studenti stranieri provenienti da 70 nazioni Gli studenti possono godere delle attrezzature e dei laboratori più moderni, strumenti di precisione, aule teatro, computer, biblioteche molto ricche. I programmi universitari vanno dai diplomi di laurea breve, ai corsi professionali, ai corsi post laurea di master e dottorato. Particolarmente importanti sono le attività di ricerca svolte nel campo delle scienze naturali e ambientali, gli studi sulla gestione della scolarizzazione e quelli sui settori pubblici. Inoltre la sua reputazione è in crescita per quanto riguarda gli studi sulle comunicazioni, l’elettronica, l’ingegneria informatica, le scienze umane e biomediche, il design industriale, il turismo e lo sviluppo di vaccini. La maggior parte dell’attività di ricerca è svolta in risposta alle esigenze delle comunità, dell’industria e del governo. L’Università di Canberra è strutturata in tre divisioni: Communication and Education, Management and Technology, e Science and Design. All’interno di ciascuna divisione vi sono le cosiddette “Schools”, in cui viene svolta l’attività didattica rivolta al conseguimento dei diplomi di Laurea, e i centri di ricerca. I diplomi di Master e PhD (dottorato), della durata rispettivamente di 2 e tre anni, possono essere svolti sotto forma di “coursework”, ossia un corso di studio con dei corsi da frequentare, oppure sotto forma esclusivamente di attività di ricerca. Una parte importante dell’attività di ricerca viene svolta sia all’interno dei tre Cooperative Research Centre, “Cooperative Research Centre for Sustainable Tourism”, “Cooperative Research Centre for Landscape Evolution and Mineral Exploration”, e il “Cooperative Research Centre for Freshwater Ecology”, sia all’interno di centri di ricerca nazionali, avviati grazie a fondi del Governo Ambasciata d’Italia Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia CANBERRA Federale, focalizzati su argomenti di interesse per l’intero Paese: il “National Centre for Corporate Law & Policy Research”, il “National Centre for Social & Economic Modelling”, e il “National Health Sciences Centre”. I corsi dell’Università di Canberra, da diplomi a master e dottorato, costano mediamente tra i 10000 e i 15000 dollari australiani (tra gli 12 e i 18 milioni di lire circa) all’anno per gli studenti internazionali. Tuttavia, esistono una serie di borse di studio a copertura parziale o totale dei costi costi accademici. Il sito ufficiale dell’Università di Canberra: www.canberra.edu.au