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'LIIUD]LRQHGLQHXWURQL Con “misure di diffrazione” si intendono esperimenti in cui: • l’intensità dello scattering viene registrata, in generale, al variare di 4HO. Sui diffrattometri tipici, posti su sorgente stazionaria, ciò significa misurare l’intensità al variare dell’angolo di scattering θ • i neutroni diffusi non vengono discriminati in base all’ energia scambiata con il campione. • si assume che lo scattering sia prevalentemente elastico (anche se ciò non è a rigore possibile per i liquidi) • si è interessati alla struttura VWDWLFDdel campione ,(4HO) 6(4HO) Gσ / GΩ , ≈ Φ 1 ε ∆Ω Gσ GΩ in realtà…. , (θ ) = Φ 1 ∆Ωε (N 0 ) ω0 ∫ G 2σ ε (N1 ) a Gω = & 6 (4 )+ 3(4 ) GΩ Gω ε (N 0 ) −∞ θ =FRV WDQ WH [ ] 0LVXUHGLGLIIUD]LRQHVXIOXLGLVHPSOLFL WLSLFLVLVWHPLSURSULHWjGLLQWHUHVVHRJJL • Fluidi quantici (He, H2, D2, Ne) • Proprietà di interazione in sistemi nobili: potenziali a coppie, interazioni dipolari a grandi distanze, effetti delle interazioni irriducibili a tre corpi in liquidi densi • Metalli liquidi/soluzioni metalliche: effetti dello screening elettronico, transizioni metallo-non metallo • Struttura dei fluidi in sistemi confinati • Fluidi molecolari: proprietà di interazione dal fattore di struttura dei centri di massa, correlazioni orientazionali dalle J(U) parziali • Miscele di gas nobili: confronto con recenti teorie per le proprietà strutturali di fluidi a due componenti Vedremo qualche esempio… 6WUXPHQWD]LRQHSHUPLVXUHGL64FRQFHWWLEDVH Cercando di semplificare un po’ , possiamo comunque scrivere ³HVDWWDPHQWH´: a , (4HO ) = & 6 (4HO )+ & 3(4HO ) Correzione anelastica (da valutare in qualche modo indipendente) Fattore strumentale da determinarsi tramite una misura specifica su un campione di ULIHULPHQWR. Ci sono 2 modi per misurare l’ intensità diffratta in funzione di 4HO: θ 4HO = 2 N 0 sin θ 4π θ = sin 2 λ 2 θ Fissare l’ energia incidente (N0) e fare uno VFDQ in θ Fissare θ e sfruttare la gamma di energie presente in un fascio polienergetico 'LIIUDWWRPHWURDDVVL • Posto generalmente su sorgente stazionaria (reattore) • Sfrutta fascio incidente reso monocromatico tramite riflessione di Bragg da cristalli Qλ Gsinθ0 Se θ e G sono fissati, vengono selezionate le lunghezze d’ onda λ, λ/2, λ/3, … etc. • Ciò che si misura è l’ intensità in funzione dell’ angolo di scattering θ: ,(θ). • Visto che 4 = 4π θ sin λ 2 e la lunghezza d’ onda è fissata, il range coperto in angolo di scattering corrisponde a un range coperto in 4HO. Per cui ,(θ) ⇔ ,(4HO), legata (a meno di &, 3, e delle sezioni d’ urto) a 6(4HO) 'LIIUDWWRPHWURDWHPSRGLYROR7R)7LPHRI)OLJKW • Posto “QDWXUDOPHQWH” su sorgente pulsata, ma realizzabile anche su reattore tramite l’ uso di un chopper per pulsare il fascio neutronico. Sfrutta fascio polienergetico. / • Il tempo totale di volo di un neutrone con una certa energia ½ PY 2 [cioè λ = K/ (PY)] è /0 /1 + . Se lo scattering è elastico allora Y Y′ W=0 W = /0 + /1 P P 4π θ = (/0 + /1 ) λ = (/0 + /1 ) sin 0 Y K K 4 2 W = Y = Y′ e, ad un angolo θ0 fissato, si avrà: / $GRJQLDQJRORGLVFDWWHULQJVLKDXQLQWHURSDWWHUQ Ad ogni angolo (fissato) si misura l’ intensità in GLGLIIUD]LRQH Se sono disponibili rivelatori a più di un angolo, si possono misurare interi profili di diffrazione estesi su intervalli diversi di 4 . Nella zona di sovrapposizione la media degli spettri consente di migliorare la statistica. funzione dei tempi di arrivo al detector ,(WI). Siccome (nell’ ipotesi di scattering elastico) tempi di volo diversi corrispondono a λ diverse, ciò equivale a misurare ,(λ), ovvero ,(4HO) • θ1 θ2 θ3 9DQWDJJLVYDQWDJJLGLIIUDWWRPHWULDVVL7R) 2-assi ToF 9DQWDJJL 9DQWDJJL - Elevata stabilità e pochi parametri da conoscere con accuratezza - Interi profili di diffrazione ottenibili in tempi brevi - Avere energia incidente fissata facilita la valutazione delle varie correzioni necessarie (assorbimento, multiplo) - A piccoli angoli di scattering i profili di diffrazione sono poco affetti da scattering anelastico (può essere spesso trattato come un fondo costante, tranne che a 4 molto piccoli) - E’ possibile una valutazione, spesso accurata, degli effetti anelastici 6YDQWDJJL - Tempi di conteggio lunghi per ottenere un profilo intero con buona accuratezza statistica - Lo scattering anelastico influenza tutto il profilo di diffrazione e aumenta al crescere di θ. 6YDQWDJJL - Avere fascio polienergetico complica la valutazione delle varie correzioni (assorbimento, multiplo) - E’ molto complicato eseguire una valutazione accurata degli effetti anelastici. Non esistono metodi totalmente affidabili - Vari parametri devono essere conosciuti con accuratezza (cammini di volo, tempi di volo) 8QDOWURHVHPSLRGLIIUDWWRPHWURDSLFFROLDQJROL $SSOLFD]LRQLGHOODGLIIUD]LRQHGLQHXWURQLVXIOXLGLHVHPSL 6WXGLVXLSRWHQ]LDOLGLLQWHUD]LRQH D'LVFULPLQD]LRQHIUDPRGHOOLGLSRWHQ]LDOHHV6(4)GHOD2OLTXLGR (20.7 K, 25.4 nm-3) HGHULYDWH Phys. Rev. Lett. 1779 (1995) E6YLOXSSLLQGHQVLWjHLQWHUD]LRQLDFRSSLHHWULSOHWWH (molte proprietà dei fluidi non possono essere descritte in approssimazione a coppie!) )81=,21,',&255(/$=,21(',5(77$(727$/( 5HOD]LRQHGL2UQVWHLQ=HUQLNH: K(U ) = J (U )−1 = F(U )+ Q ∫ G U F(U )K( U − U ) 7UDVIRUPDWHGL)RXULHU: 6 (4 )−1 6 (4 )−1 + (4 )= = F(4 )+Q + (4 )F(4 ) F(4 )= Q Q6 (4 ) 69,/833,,1'(16,7¬ A basse densità vale per J(U) uno sviluppo viriale del tipo: 2 J( U ) = J 0 ( U ) + Q J1 ( U ) + 2 Q J 0 U12 = exp − β 92 U12 , J1 U12 = J1( 2) U12 + J1(3) U12 J1( 2) U12 = J 0 U12 J1(3) U12 = J 0 U12 ∫I ∫J U 13 I U 23 G U 3 ; U 0 13 J 0 U 23 I ( U ) = J 0 ( U ) −1 ( ) exp − β 93 U1, U2 , U3 − 1 G U3 Analogo sviluppo vale per F(T): 93 U1 U2 U3 = ν ( ) F (T ) = F 0 (T) + Q F1 (T) + 2 Q 2 1+ 3 FRVθ1FRVθ 2 FRVθ 3 U U U 12 23 13 ↑ 3 ↑ VROR SRWHQ]LDOH D 2 FRUSL 3RWHQ]LDOHGLWULSORGLSROR (Axilrod-Teller, 1943) F 0 (T) = )7 J 0 (U ) −1 , SRWHQ]LDOH D 2 H 3 FRUSL 2 F1 (T) = )7 J1 (U ) − F 0 (T) L’ uso di modelli per 92 e 93 permette di calcolare F0(T) e F1(T). L’ interazione reale nel fluido può essere studiata tramite il confronto con le analoghe quantità sperimentali, ricavabili da misure a bassa densità. 0.05 -0.14 0.00 -0.16 -0.05 -0.18 -0.10 -0.20 0 1 2 3 T (nm-1) 4 5 6 0 1 2 (3) -0.12 ( ) (10 -3 nm 6 ) FT 1 0.10 2 FT ) 10 -1 [nm 6 ] 1( -0.10 FT 3 0 ( ) [nm ] 0.15 -0.08 .U\SWRQ, 298 K Bassa densità (Q < 4 nm-3) 0.20 0 -2 -4 -6 -8 3 4 T (nm-1) 5 6 0 1 2 3 4 T (nm ) 5 6 -1 Phys. Rev. E 6682 (1999) F6WUXWWXUDDEDVVL4 HSRWHQ]LDOLDOXQJRUDQJH ( 9 1 U1, U 2 , U 1 )≈ ∑ L< M 92 U LM + ∑ 93 U L , U M , U N L< M<N /DIXQ]LRQHGLFRUUHOD]LRQHGLUHWWDDJUDQGLGLVWDQ]H: F(U ) ∼ − β 92 (U ) + ' (U ) U→∞ ( ) ' (U ) = Q ∫ G U 3 J U13 JU 23 exp − β 93 U1, U 2 , U3 −1 &RPSRUWDPHQWRDOXQJRUDQJHGHOSRWHQ]LDOHDFRSSLH: 92 ( U ) ∼ − &6 U − 6 U →∞ ,QWHUD]LRQHLUULGXFLELOHDWUHFRUSLGL$[LOURGH7HOOHU : 1+ 3 cos θ1 cos θ2 cos θ3 93 U1, U 2 , U 3 = ν 3 3 3 U12 U 23 U13 3HULFRQWULEXWLDWUHFRUSLGLWLSRGLSRODUHYDOHO¶DQGDPHQWRDVLQWRWLFR: [G. Casanova HWDO, 0RO3K\V , 589 (1970) L. Reatto e M. Tau, -3K\V&RQGHQV0DWWHU , 1 (1992)] ' (U ) ∼ − 8 π β Q ν U − 6 ⇒ F (U ) ∼ β U→∞ 3 U→∞ &6 − 8π Qν 3 Segue per lo sviluppo a bassi T di F(T): F(T) = F(0) + γ2 T 2 + γ3 T 3 + γ4 T 4 + ... , T→0 dove π2 β & − 2 π3 β ν Q γ3 = 6 + 9 12 $ + %Q U −6 Sample: gaseous and liquid Kr Laboratory: //% (Saclay, France) Instrument: 6PDOO$QJOH'LIIUDFWRPHWHU3$;( Thermodynamic states: ♦ 10 gas densities in the range 0.8 < Q (nm-3) < 4.3, 7 = 298 K ♦ 3 liquid densities in the range 11.3 < Q (nm-3) < 12.1, 7 = 199 K ♦ 2 liquid densities, Q = 14.23 nm-3 and Q = 14.57 nm-3, 7 = 169 K Experimental results: &6 = (12.5 ± 0.6) ⋅ 10-24 J nm6 ν = (2.3 ± 1.6) ⋅ 10-26 J nm9 Literature values (semiempirical calculations): &6 = (12.3 ± 0.1) ⋅ 10-24 J nm6 ν = (2.22 ± 0.04) ⋅ 10-26 J nm9 γ3 β (10 -24 J nm 6 ) 12 VHPLHPSLULFDOSUHGLFWLRQ OLQHDUGHQVLW\ILW 10 8 298 K 6 γ3 π 2 & − 8π ν Q = β 12 6 3 199 K 169 K 4 0 4 8 Q (nm-3) 12 16 L’ accuratezza raggiungibile con le misure neutroniche non è eccelsa (soprattutto per l’ ampiezza del potenziale di Axilrod Teller)…. MA il metodo rappresenta l’ unico accesso veramente VSHULPHQWDOH (e indipendente da ipotesi sul potenziale di coppia) a tali quantità. Europhys. Lett. 62 (2000) )OXLGLTXDQWLFL La delocalizzazione di una particella è approssimativamente misurata da K K = ∆S 2π 0 N %7 1 3 = 2π 0 N 7 ⇒ ∆S (SHU SDUWLFHOOD ) = = 3 ( 2π 0 N 7 ) = = ∫ GS1 GS Sα2 exp − β ∑ α 2 0 3 Lunghezza d’ onda termica di De Broglie (nota: cresce al diminuire di 0 e 7…) ⇒ ∆[ (SHU SDUWLFHOOD ) = 3 9 = 4 1 =9 = 4 Λ '% ≈ Effetti sulle proprietà strutturali (e conseguentemente sui profili di diffrazione) dovute alla natura quantistica del fluido cominciano ad aver luogo quando Λ '% a σ Effetti di “diffrazione quantistica” Diametro delle particelle del fluido Se poi, addirittura, si raggiunge Λ '% a O Effetti di scambio Interdistanza media delle particelle Lo scattering è influenzato dal fatto che c’ è una certa GHORFDOL]]D]LRQH delle particelle ma, essendo questa limitata, le particelle possono essere descritte ancora come GLVWLQJXLELOL in trattazioni teoriche o simulazioni (seppur generalizzate tramite l’ uso di funzioni d’ onda o funzioni di partizione quantistiche) La sovrapposizione delle funzioni d’ onda rende le particelle indistinguibili: la statistica non è più quella di Boltzmann, “WXWWRVLFRPSOLFD”, e raramente sono riportati approcci teorici per la descrizione di tali condizioni. Sono prevalentemente stati studiati sistemi per cui Λ'% < O anche nel liquido vicino al punto triplo (Deuterio, Neon), oppure anche He, ma a temperatura ‘relativamente’ alta ( > 7FULW = 5.19 K) Un esempio, per dare un’ idea degli effetti… 4He a 6K e bassa densità &0(4) [nm3] (IIHWWLGLGLIIUD]LRQHTXDQWLVWLFD SRVVRQRHVVHUHUR]]DPHQWH LQWHUSUHWDWL³FRPHVH´LOIOXLGR IRVVHSLGLVRUGLQDWR Calcolo classico 4 [nm ] -1 Appl. Phys. A S418 (2002)