alla scoperta della net valley sarda
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ITALIA DIGITALE | Startup ALLA SCOPERTA DELLA NET VALLEY SARDA Dall'Open Campus di Tiscali alle attività di Sardegna Ricerche. L'isola si conferma un terreno molto florido per l'innovazione tecnologica. Ecco le startup che si affacciano alla ribalta del mercato T re anni di vita, 14 startup che vi trovano attualmente dimora, una settantina di persone che vi lavorano senza vincoli di orario (il centro è aperto in modalità 24x7) e una tariffa di 150 euro mensili per usufruire di una postazione e di una serie di servizi a corredo. Che sono tanti e non misurabili solo in termini di velocità di accesso alla Rete. Descrivere che cosa sia Open Campus, lo spazio di coworking nato in seno a Tiscali per volere di Alice Soru (figlia di Renato), che di questa struttura è ideatrice e responsabile con il ruolo di community manager, non è semplice. Innanzitutto perché, oggi, questo centro realizzato all’interno della sede di Tiscali alle porte di Cagliari opera anche da facilitatore e acceleratore, pur non avendo ancora investito un euro in una delle nuove imprese nate e cresciute fra i suoi tavoli. La sensazione di valore aggiunto che rimane di questo 40 | GIUGNO 2016 centro, dopo averlo visitato e vissuto per un giorno, è quella di un ambiente dove poter realmente “respirare” cultura digitale. Dove formazione, consulenza, open innovation e networking sono all’ordine del giorno per dare sostanza a progetti che cercano visibilità (e finanziamenti) oltre gli orizzonti locali. “Il nostro ecosistema delle startup è molto dinamico, possiamo sfruttare la leva dei finanziamenti pubblici europei che abbiamo a disposizione e le sinergie attivate con l’Università di Cagliari, con Sardegna Ricerche e con altri incubatori attivi sul territorio come The Net Value”, spiega a Technopolis la fondatrice di Open Campus. Nascono così progetti come Contamination Lab, finalizzato a valorizzare i talenti e creare gruppi interdisciplinari su scala nazionale, e si cerca di affermare la valenza di un sogno: quello di una “Net Valley” isolana, che non è certo una chimera. Cagliari, sottolinea in proposi- to Alice Soru, è al decimo posto in Italia per numero di startup innovative iscritte al Registro delle Camere di Commercio, considerando il rapporto fra densità di nuove imprese e popolazione. Nel capoluogo le startup sono un centinaio, su un totale di circa 5.700 imprese, mentre 150 sono quelle attive in tutta la Sardegna. Le aziende nate in questo ecosistema hanno conosciuto destini diversi, abbracciato sfide importanti (come MoneyFarm e Jusp in campo Fintech) e raccolto investimenti degni della Silicon Valley (come nel caso di Sardex, un circuito di scambio di beni e servizi in moneta complementare che ha chiuso un round di tre milioni di euro). Oppure puntano su filoni che vanno per la maggiore come la sharing economy, il turismo esperienziale o la smart mobility, cui guardano realtà come GuideMeRight (marketplace per la condivisione di esperienze territoriali, nato nel corso di uno Startup Weekend “ Una startup deve guardare oltre i fondi accessibili tramite i bandi pubblici, necessari per iniziare ma non costituiscono un asset per lo sviluppo dell’azienda ” LA STARTUP CHE SFIDA AMAZON E GOOGLE Cynny Space è una delle poche imprese italiane a competere con i giganti Usa nel cloud storage. Andrea Marchi G in Open Campus e capace di raccogliere oltre 500mila euro di finanziamenti), NausDream (progetto per la nautica di diporto partorito in crowdfunding su Eppela e prossimo a chiudere un foundrising di 250mila euro), Green Share (che si muove nell’ambito del car pooling urbano e in quello del mobile ticketing) o Wayonara (una piattaforma social fotografica per la creazione di itinerari di viaggio, che ha chiuso un equity crowdfunding di 135mila euro). Tutte queste realtà in comune hanno la convinzione, riassume Alice Soru, di “guardare oltre i fondi accessibili tramite i bandi pubblici regionali ed europei, che sono necessari per iniziare ma non possono costituire un asset per lo sviluppo dell’azienda”. Per crescere servono ovviamente i capitali, ma senza un progetto con solide basi non si va da nessuna parte. E la contaminazione di competenze che fa parte del Dna di Open Campus aiuta a costruirle. G.R. iovane, tutta italiana e sorella minore di Cynny Spa. Cynny Space è una startup che prova a scalfire il dominio assoluto o quasi di Amazon a Google provando a mettere in campo soluzioni tecnologiche del tutto inedite. Come il più piccolo micro-server al mondo mai creato con processori Arm e un file system progettato in modalità “organic computing” con funzionalità automatiche di apprendimento, organizzazione, diagnosi e manutenzione. Il suo segreto? Combinare il tutto in un’architettura in grado di offrire servizi di storage as-a-service a costi estremamente vantaggiosi. Andrea Marchi, amministratore delegato di Cynny Space, ha raccontato a Technopolis la nascita della sua azienda. Perché lanciare una startup in un mercato presidiato da grandi vendor? Per fare innovazione in Italia e in Europa. La genesi di Cynny Space è collegata a un’idea rivoluzionaria: quella di sfruttare una tecnologia di mass market, la stessa utilizzata dagli smartphone, per gestire in modo efficiente i dati in cloud. Pensiamo di avere tutte le carte in regola per competere con i big vendor americani perché portiamo un’innovazione tecnologica hardware e software dai costi estremamente vantaggiosi, unita alla localizzazione dei dati all’interno dell’Unione Europea. Come siete partiti in termini finanziari? Da un investimento di circa mezzo milione di euro, utilizzati per creare gli strumenti e le interfacce necessarie ai clienti B2B e per sviluppare la rete commerciale. State cercando o cercherete capitali da investitori e venture capital? Abbiamo i fondi necessari per gestire al meglio l’ingresso sul mercato, ma prevediamo un secondo round nel 2017 per passare al prossimo passo di sviluppo commerciale e tecnico. I vostri obiettivi in termini di fatturato e di clienti? L’obiettivo è quello di essere quanto più veloci e presenti sul mercato. Stiamo parlando di un settore in fortissima crescita, valutato circa 10 miliardi in Europa e per cui si prevede una crescita di tre volte nei prossimi tre anni. Abbiamo l’obiettivo di espanderci su scala internazionale e siamo ben consapevoli che non sia un mercato semplice. Ma ci sono ancora ampi margini per quanti propongano qualcosa di davvero innovativo. P.A. 41