Il lavoro ai tempi della crisi: la solidarietà espansiva contro la
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Il lavoro ai tempi della crisi: la solidarietà espansiva contro la
Il lavoro ai tempi della crisi: la solidarietà espansiva contro la disoccupazione “Il lavoro”, foto di Francesco Carrani, licenza CC BY 2.0, www.flickr.com “L’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro”. L’incipit della Costituzione Repubblicana con solenne sinteticità non lascia spazio ad equivoci. È il lavoro – “il lavoro di tutti, non solo manuale ma in ogni sua forma di espressione umana”, come afferma Meuccio Ruini nella Relazione del Presidente della Commissione per la Costituzione – l’architrave del nostro ordinamento. Ma cosa resta di queste fondamenta in tempi di crisi e di recessione? Cosa ne resta quando il tasso di disoccupazione – che riprende la sua ascesa arrivando all’11,9% (+ 0,2% su base mensile) – registra una tendenza opposta rispetto ai tassi registrati nell’Eurozona, nonostante i massicci interventi legislativi messi in campo? Arduo dare una risposta, anche perché i numeri parlano chiaro e lo fanno più delle parole, ma le idee – quelle buone – possono sempre tornare utili per far quadrare i conti e magari per trovare qualche risposta. Quindi perché non “Lavorare meno [ma] lavorare tutti”? All’ombra dei portici bolognesi (ri)sorge l’idea e si sente riecheggiare lo slogan di origine sessantottina. Ma stavolta, per effetto della proposta di legge del consigliere e giurista Piergiovanni Alleva, dalle piazze si passa all’assemblea legislativa della regione Emilia Romagna. Oggetto della proposta di legge, ancora in fase di elaborazione, sono i cc.dd. contratti di solidarietà espansiva, rilanciati dal Jobs Act – dopo anni di oblio – con il d.lgs. 148/2015 ed attraverso i quali il progetto di legge regionale punta a realizzare un incremento occupazionale tale da abbattere il tasso di disoccupazione regionale (tasso dell’8% che conta 160.000 disoccupati a fronte di 2 milioni di lavoratori dipendenti). Per effetto della solidarietà espansiva, come già sperimentato negli anni ’70 con l’istituzione della “settimana corta”, sarebbe possibile ottenere – almeno prima facie – un notevole beneficio occupazionale, che dovrebbe derivare dalla necessità di mantenere inalterati i livelli produttivi a seguito della riduzione del monte ore di lavoro settimanale, riduzione che – in base a quanto previsto nel progetto di legge in questione – porterebbe dalle attuali 40 ore alle 32 ore settimanali. Insomma, è ridotta la quantità di lavoro richiesta ad ogni singolo lavoratore, ma rimanendo invariata la produzione dell’impresa, il lavoro è distribuito su un più ampio numero di soggetti. In diritto i contratti di solidarietà espansiva non sono una novità. Regolati in origine dalla legge n. 863/1984, questi contratti sono stati riproposti dal Jobs Act nell’ambito del riordino della normativa in materia di ammortizzatori sociali, al fine di promuovere l’occupazione e favorire l’ambìto ricambio generazionale che da anni il mondo del lavoro attende ma che ancora tarda ad arrivare. Più di recente, inoltre, con il d.lgs. 185/2016 – integrativo dei cinque decreti legislativi che compongono il Jobs Act – il legislatore è nuovamente intervenuto sui contratti in questione prevedendo la possibilità di convertire i c.d. contratti di solidarietà difensivi, che a differenza dei precedenti sono finalizzati ad evitare – in tutto o in parte – la riduzione o la dichiarazione di esubero del personale, in contratti di solidarietà espansiva, a condizione però che la riduzione complessiva dell’orario di lavoro non sia superiore a quella già concordata (art. 41 comma 3-bis). La riduzione dell’orario di lavoro in cui si sostanziano i contratti di solidarietà espansiva, come previsto dall’art 41 del d.lgs 148/2015 – il quale sostanzialmente riprende la disciplina della legge del 1984 (art. 2) – è attuata attraverso i contratti collettivi aziendali stipulati dalle organizzazioni sindacali comparativamente più rappresentative sul piano nazionale, dalle loro rappresentanze sindacali aziendali (RSA) o dalla rappresentanza sindacale unitaria (RSU). È pertanto rimessa alla contrattazione sindacale la programmazione tanto della riduzione stabile dell’orario di lavoro, quanto la riduzione della retribuzione, purché il fine perseguito sia quello specifico dell’assunzione a tempo indeterminato di nuovo personale. La proposta Alleva pertanto non nasce alla luce della sola esperienza degli anni ’70 o dei dibattiti degli anni ’80 sulla settimana di 35 ore, ma è figlia della sentita necessità di rielaborare una disciplina, quella dei contratti di solidarietà espansiva regolati dal sopracitato art. 41, ritenuta “inadeguata e lacunosa”. Ciò che sembrerebbe mancare nella previsione del Jobs Act è infatti una forma di compensazione del salario di quei lavoratori che accettando la riduzione dell’orario di lavoro – necessaria per consentire le nuove assunzioni – accettano di conseguenza la proporzionale riduzione della retribuzione. L’art. 41 comma 1 concede infatti ai soli datori di lavoro, per ogni lavoratore assunto in forza dei contratti di solidarietà espansiva, “un contributo a carico della Gestione degli interventi assistenziali e di sostegno alle gestioni previdenziali istituita presso l’INPS […] pari, per i primi dodici mesi, al 15 per cento della retribuzione lorda prevista dal contratto collettivo applicabile”; contributo ridotto, rispettivamente, al 10 e al 5 percento per ciascuno dei due anni successivi. Nel caso dell’assunzione di lavoratori di età compresa tra i 15 e i 29 anni – così prevede il comma 2 del medesimo articolo – è invece previsto, in sostituzione del contributo di cui al comma 1 e sempre a beneficio del datore di lavoro, che la contribuzione dovuta da quest’ultimo sia corrisposta “per i primi tre anni e comunque non oltre il compimento del ventinovesimo anno di età del lavoratore assunto” in misura corrispondente a quella prevista per gli apprendisti. Si può rilevare che all’interno della disciplina riproposta dal Jobs Act permangano pertanto quegli elementi che in passato hanno contribuito alla mancata espansione dell’istituto. In primo luogo è infatti difficile supporre che chi si trovi ancora in una condizione di piena abilità al lavoro, soprattutto in un periodo di crisi economica, rinunci stabilmente ad una porzione del proprio lavoro e della propria retribuzione, senza ricevere la contropartita di un vantaggio economico. Così facendo infatti il rischio è quello di far gravare sostanzialmente un progetto di aumento dell’occupazione sulle spalle dei soli lavoratori e di stroncare in tal modo ogni probabilità di diffusione dell’istituto. Proprio in questo ambito, si inserisce la proposta di legge regionale finalizzata alla promozione dei contratti di solidarietà espansiva. Il progetto del consigliere Alleva mira infatti alla creazione di un intervento regionale che consenta di compensare una quota pari almeno alla metà del salario perso per effetto della riduzione delle ore di lavoro, in modo da rendere più appetibile ed innanzitutto meno onerosa l’adesione ai contratti di solidarietà espansiva da parte dei lavoratori. Cosa ne sarà della proposta e quali saranno concretamente i suoi contenuti al momento non ci è ancora dato sapere. Di certo non potrà mancare quel necessario confronto con le parti sociali, tanto sindacali quanto imprenditoriali. Ciò che comunque si può osservare è che si tratta di un’iniziativa che punta ad inquadrare gli istituti finalizzati ad incrementare l’occupazione in un’ottica più attenta alle esigenze dei lavoratori, rimettendo questi ultimi – e non soltanto l’impresa – al centro delle dinamiche che coinvolgono il mondo del lavoro. GIUSEPPE CANNIZZO Sitografia Comunicato stampa ISTAT, Occupati e disoccupati (dati provvisori), del 9 Gennaio 2017; http://bologna.repubblica.it/cronaca/2017/01/04/news/_lavorare_meno_lavo rare_tutti_il_progetto_di_legge_della_sinistra_in_emiliaromagna-155359386/ http://www.bolognatoday.it/economia/alleva-proposta-regione-lavoro-setti mana-corta.html; Massi, Il contratto di solidarietà espansiva, Diritto & Pratica del Lavoro, pp. 419-423, n.7 (2016); Paola Visone, Contratti di solidarietà espansiva nuove prospettive, 22 dicembre 2016, in altalex.com (http://www.altalex.com/documents/news/2016/12/22/contratti-di-solidarie ta-espansiva-nuove-prospettive) GU n. 221, del 23 settembre 2015 (testo di legge)