provocando un così alto numero di vittime? Probabilmente si. Erano

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provocando un così alto numero di vittime? Probabilmente si. Erano
07 Aprile 2009 - Interni
Doppia emergenza e solidarietà nazionale
di Arturo Diaconale
provocando un così alto numero di vittime? Probabilmente si. Erano mesi che i sismografi
registravano una serie continua di leggere scosse. Da settembre a ieri ne erano state segnalate più di
160. E gli abitanti della zona, da sempre abituati a convivere con la sismicità del territorio, si erano
ra in qualche
modo possibile prevenirne le conseguenze catastrofiche? La risposta è sicuramente negativa.
Nessuno avrebbe mai potuto solamente immaginare di evacuare la popolazione di una città come
gne abruzzesi. Perché, pur essendo
razionalmente prevedibile, il terremoto costituiva un evento assolutamente incerto. E perché mettere
in allarme gli abitanti del territorio, cento o duecentomila persone, sarebbe stato un atto da
irresponsabili che avrebbe provocato una ondata di panico dagli effetti altrettanto catastrofici del
sisma. Con buona pace di chi pensa di speculare sulla disgrazia ed a dispetto della tendenza
nazionale di cercare sempre e comunque qualche capro espiatorio su cui scaricare le tensioni del
momento, allora, il cataclisma va considerato come una tragica eventualità naturale. Che non deve
spingere ad alimentare inutili polemiche ma deve produrre una maggiore solidarietà ed un più forte
impegno comune nei confronti di quella che è una
fronteggiare gli effetti perversi della recessione provocata dalle distorsioni della finanza
internazionale e da una globalizzazione priva di qualsiasi regola e controllo. Oggi le difficoltà sono
aumentate.
Perché una parte delle risorse che erano indirizzate a fronteggiare la crisi economica dovranno
necessariamente essere dirottate per sanare le profonde ferite subite dal territorio abruzzese e dalla
sua popolazione. Di fronte a questa doppia emergenza ed alla necessità di fronteggiarla
adeguatamente ogni question
solidarietà nazionale. Che deve essere sociale e politica al tempo stesso. Per non sprecare energie
che servono a combattere gli effetti nefasti delle azioni degli uomini e quelli della forza
incontrollabile ed imprevedibile della natura. E, soprattutto, per non vanificare in interventi
provocati da esigenze e pressioni particolari risorse che, proprio perchè ridotte e parziali, vanno
impiegate nel migliore e più proficuo dei modi. È difficile che, proprio nel momento in cui si apre la
ascolto. Per favorire il suo accoglimento sarebbe forse necessario un rinvio, peraltro impossibile,
più matura di
quanto troppo spesso gli esponenti di alcune forze politiche possano immaginare. E non è escluso
ogni singola forza politica metterà in mostra sulla doppia emergenza.