2011 11 13_14 Nota_Casablanca_nov

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2011 11 13_14 Nota_Casablanca_nov
Riunione: Cooperazione Sindacale nella regione MENA (Middle East, North Africa)
Casablanca, 13, 14 novembre 2011
Presenti: rappresentanti dei seguenti sindacati occidentali: CCOO e UGT Spagna, CFDT e FO
Francia, FGTB Belgio, CGIL e UIL Italia, LO Svezia, Solidarity Centre – AFL CIO USA;
Fondazione FES Germania.
La riunione è stata presieduta da Mustapha Tlili (Ufficio CSI Amman) e da Jaap Wienen (Vice
Segretario Generale CSI).
La logistica dell’incontro è stata seguita dalla UMT (il principale sindacato marocchino).
Presenti rappresentanti di sindacati dei paesi arabi e nord africani: UTM, UGTM Marocco; CGTM,
CLTM, CNTM, UTM Mauritania; UGTA Algeria; UGTT Tunisia; EFITU Egitto; PGFTU
Palestina; KTUF Kuwait; GFYWTU Yemen;, GFBTU Barhein; GFJTU Giordania.
Breve aggiornamento dai paesi:
Egitto/EFITU:
- Dopo 11 mesi di proteste e rivolte, con oltre 1.000 morti e 7.000 feriti, l’esercito continua a
detenere il potere;
- 28/11 sono previste le elezioni, con il rischio di islamizzazione della società;
- Esiste una enorme ricchezza nascosta nelle banche all’estero, fondi che appartengono
all’Egitto, sottratti dal regime di Mubarak; si parla di 28 miliardi di sterline egiziane;
- Le informazioni che si leggono sulla stampa sono molto distorte, manipolate;
Kuwait:
- Molti sindacati sono dipendenti da governo e da partiti;
- Presenza di lavoratori stranieri, soprattutto nei settori delle costruzioni e dei servizi. che
necessitano di una azione di difesa dei propri diritti;
- Sono nati dei Sindacati Indipendenti;
Yemen:
- Le proteste hanno raggiunto risultati importanti, ora il paese è bloccato;
- Il paese vive una fase di proteste permanenti, oramai sfociate in conflitti tribali;
- Il governo ha ratificato tutte le principali Convenzioni OIL, ma nessuna di queste viene
applicata;
- Permane nel paese una emergenza: combattere il lavoro minorile, molto diffuso;
- Altra priorità è nel settore dell’Educazione, dove vi è 1 solo insegnate per ogni 150 alunni;
- In generale le condizioni di lavoro sono pessime, tantissimo lavoro precario ed informale;
- Nel paese le condizioni sono peggiorate: continui black out elettrici, razionamento
dell’erogazione dell’Acqua, prezzi carburanti triplicati;
Marocco (intervento di UMT):
- Il Movimento 20F (20 febbraio), è un movimento che chiede riforme, non è un movimento
contro la Monarchia;
- Le principali problematiche del paese sono date dalla persistente discriminazione delle
donne nel mondo del lavoro ed in generale nella società; la lotta al lavoro minorile;
- Esistono zone franche con minor tutela dei diritti del lavoro;
Marocco (intervento UGTM):
- Da poco tempo si sta applicando il nuovo codice del lavoro nel paese; ma ancora in modo
insufficiente, la corruzione è molto diffusa, mentre, invece, è aumentato il dialogo sociale;
- Frammentazione sindacale nel paese, con oltre 23 centrali che non comunicano e non
collaborano tra di loro; occorre riconquistare la fiducia dei lavoratori verso i sindacati; è
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diminuita l’affiliazione ai sindacati
- Anche a livello politico, la società è distante e non partecipa alla vita politica; solo il 50%
della popolazione va al voto;
- Le priorità di cooperazione sono: rafforzare il sistema di comunicazione dei sindacati,
formazione per sindacalisti;
Algeria (UGTA):
- Dalla metà degli anni novanta al 2000, abbiamo avuto una vera e propria guerra civile con
circa 200.000 morti;
- Questa tragedia ha condizionato l’atteggiamento e la vita di tutti; non vi sono proteste in
corso e la primavera araba, in Algeria, non è arrivata;
- Il paese vive una situazione di relativa crescita e miglioramento delle condizioni di vita; vi
sono più donne attive in politica; sono state realizzate riforme economiche; il 90%
dell’economia vive dell’esportazione di petrolio;
- Problemi: il 21% dei giovani non trova lavoro; 50.000 immigrati senza permessi di
soggiorno;
- Sindacati: molto attivi per rivendicare migliori condizioni salariali nel settore privato; sono
stati realizzati scioperi e mobilitazioni, ottenendo buoni risultati, come aver portato il
minimo salariale mensile a 250 $USA;
- Sindacati: tasso di sindacalizzazione si aggira al 20-25% generale, mentre nel settore
privato non supera il 5%; il settore pubblico è dove vi è maggiore libertà di associazione;
- Priorità di cooperazione: sviluppare il network di comunicazione e la capacità di comunicare
dei sindacati; sostenere e prepararsi per il dialogo sociale;
Tunisia (UGTT)
- Ruolo centrale del sindacato nella rivolta contro il regime;
- Posizione di responsabilità per evitare che le proteste e gli scioperi frenassero e impedissero
il processo elettorale e la ricostruzione istituzionale dello stato tunisino;
- Processo elettorale per la costituente, considerato positivo, nonostante il verificarsi di alcuni
episodi poco chiari;
- Dal dopo elezioni, è ripresa l’azione sindacale di lotta per ottenere migliori contratti e
migliori salari; realizzati 6 scioperi in aziende pubbliche e private, raggiungendo importanti
accordi.
Palestina (PGFTU):
- Si annuncia il prossimo Congresso del PGFTU per dicembre 2011;
- Denuncia politica di Israele: occupazione, rottura negoziati, assedi odi Gaza, espulsioni e
demolizioni case;
- Forte critica alla politica economica del governo palestinese di Salam Fayad, che ha difeso
gli interessi affaristici dei ricchi palestinesi, premiando gli investimenti con esenzioni,
detassazioni, con una logica neo-liberista che ha lasciato in povertà la popolazione; più ricco
sei e meno paghi; il 48% delle entrate pubbliche derivano da tasse prelevate ai lavoratori;
- I sindacati hanno promosso una campagna per ottenere il salario minimo;
- Il PGFTU fa una richiesta: condizionare gli aiuti destinati alla ANP, con il rispetto del lavoro
dignitoso;
Mauritania:
da 2009 governo militare, dopo golpe e processo elettorale controllato da militari; situazione
tesa, senza costituzione, proteste giovani, 15 sindacati hanno status per contrattare;
violazioni continue della legge; i lavoratori non hanno conoscenza dei loro diritti, stessa
situazione per alcuni sindacati; aumento dei prezzi dieci volte tanto quest'anno;
Nota: Mauritania è uno dei due casi di “country at risk” seguito dal Dipartimento Diritti Umani
della CSI;
Bahrein:
sindacato molto attivo dall'indipendenza ad oggi; le riforme attuate hanno favorito interessi
di pochi, contro gli interessi dei lavoratori; 3000 arresti per proteste contro la monarchia per
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le riforme; proteste non contro la monarchia ma contro la politica impopolare; sindacati
poco indipendenti, molto legati al governo; repressione contro società civile e sindacati che
protestano; presenza consistente di lavoratori immigrati, senza possibilità di rappresentanza
e tutela; 70.000 lavoratrici domestiche senza tutela; scarso tasso di sindacalizzazione;
Nota: il Bahrein è uno dei due casi di “country at risk” seguito dal Dipartimento Diritti Umani
della CSI;
Relazione sulla strategia di cooperazione dell’Ufficio della CSI di Amman:
Mustapha Tlili:
 rivolte e proteste attraversano tutta la regione con profonde differenze in ogni singolo paese;
 Siria e Yemen saranno i prossimi regimi a cadere; ogni giorno 20/25 persone vengono uccise
in Siria;
 Arabia Saudita, Kuwait, Emirati arabi, la gente chiede miglioramenti salariali, politiche
sociali;
 una caratteristica in comune: non esiste un leader che guida queste proteste;
 con eccezione della Libia, la protesta è stata pacifica;
 punti critici per il dopo-regime: insicurezza, disordini, crescita dei prezzi, peggioramento
delle condizioni di vita, esplosione della domanda sociale e delle proteste;
 il periodo di transizione sarà molto lungo, saranno mesi duri e lunghi per ricostruire;
 in questo quadro dobbiamo capire che ruolo possono avere la organizzazioni sindacali;
 movimento islamico; esistono due orientamenti e pressioni, modello iraniano e modello
turco;
 il ruolo del sindacato dipenderà anche dalla nostra capacità di sostenere i sindacati
indipendenti ad essere parte dei processi di cambiamento e ad assumere una legittimazione
nelle diverse società; al momento il tasso di sindacalizzazione nella regione non supera il
10%;
 i sindacati arabi hanno bisogno di profonde riforme interne:
◦ più democrazia interna,
◦ trasparenza nella gestione finanziaria,
◦ partecipazione e presenza in ruoli elettivi di donne e giovani;
◦ un moderno sistema di comunicazione interno ed esterno,
◦ capacità di elaborare posizioni e proposte e di trasmetterle all'opinione pubblica;
 occorre aumentare il coordinamento e la collaborazione tra GUFs e CSI;
 occorre attivare la solidarietà internazionale in funzione dell'emergenza sociale e del periodo
di transizione;
 Progetti in corso, da sostenere, realizzati dall’Ufficio regionale CSI di Amman:
◦ Osservatorio diritti del lavoro; 300.000 visitatori negli ultimi mesi;
◦ Rete delle Donne Arabe;
◦ Arab Democratic Trade Union Forum; esperienza nata da idea dei sindacati giordani, per
aprirsi alla società civile della regione e non solamente aperta ai sindacati; con
attenzione ai diritti dei migranti, ai diritti delle lavoratrici domestiche; ha finalità di
lanciare e gestire campagne sui diritti fondamentali del lavoro e civili;
 Inoltre si propongono queste priorità a sostegno delle organizzazioni sindacali arabe nel
processo di transizione:
◦ sostegno alla costituzione di osservatori contro le violazioni dei diritti umani
fondamentali;
◦ promozione di osservatori per seguire il processo di riforme in modo democratico e per
monitorare i processi elettorali; (in Tunisia le elezioni non sono state un esempio di
legalità);
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◦ disegnare road maps per le riforme sociali ad uso dei nostri affiliati;
 Obiettivo: sviluppare una strategia comune nella Regione Araba;
Rendiconto attività Ufficio regionale CSI di Amman
 realizzate 20 -22 attività, grazie al contributo di vari affiliati; Spagna, Olanda, oltre ad
Actrav/OIL;
 stiamo monitorando Siria e Yemen;
 per il 2012, abbiamo ristretto il campo di attività a 5 Progetti, per mancanza di capacità
operativa; oltre a realizzare queste due attività:
 Conferenza in solidarietà con sindacati Irak, Genn/febb 2012; governo non
riconosce diritti lavoratori, situazione molto grave;
 assistenza ai sindacati indipendenti in Egitto; situazione molto tesa, occorre
continuo monitoraggio ed assistenza;
 Proposta dei 5 Progetti - ITUC Ufficio Amman:
1. Promozione di una collaborazione sistematica tra Sindacati e Dipartimenti Giuridici
delle Università della regione, per favorire consulenze, formazione, attenzione ai
diritti del lavoro; produzione di ricerche sui codici, leggi, convenzioni; costo stimato
$USA 100.000; costo stimato per 1 ricerca tra $ USA 1/2.000;
2. Sostegno ai sindacati in formazione quadro dirigente per relazioni internazionali;
obiettivo avere in ogni affiliato 1 responsabile preparato e in rete; attività:
formazione e salari per international officer dei sindacati; costo stimato $ USA
200.000;
3. Promozione di un sistema via internet, con creazione di web site e consulenza legale
on line, di assistenza contro le violazioni dei diritti del lavoro, per tutta la regione;
costo stimato $ USA 250.000 (due anni); inviata richiesta di cofinanziamento ad ILO
/Ufficio Regionale di Beirut, competente solo per regione araba, non per i paesi del
Nord Africa;
4. Programma di formazione per nuovi leader sindacali; programma di formazione di
formatori, su scala regionale, durata triennale (2012/13/14); costo stimato $ USA
400.000;
5. Programma di comunicazione; formazione personale dei sindacati; progetto collegato
con l'Osservatorio dei Diritti del lavoro, per farlo conoscere, per aumentarne i
visitatori; costo stimato per organizzare incontri $ USA 30.000;
 Progetti permanenti: a questi 5 progetti, si debbono aggiungere i 3 progetti permanenti, già
in corso; Osservatorio Diritti, Rete Donne, Forum Sindacati democratici;
Interventi critici tra gli affiliati della regione araba:
 le proposte non sono state concordate e non rappresentano la realtà ed i bisogni nostri;
(Marocco)
 in molti casi i nostri sindacalisti non hanno bisogno di esperti che identifichino i bisogni,
questi sono già noti e conosciuti;
Conclusioni:
E’ stata approvata una dichiarazione in sette punti (vedi Allegato), che riaffermano l’impegno
del movimento sindacale dell’ITUC a sostenere i processi di democratizzazione in corso ed a
coordinarsi sostenendo il programma di lavoro dell’Ufficio di Amman.
L’opinione tra i partecipanti dei sindacati europei e nord americani, sui risultati dell’incontro è
unanimemente abbastanza critica. Se da un lato la presenza dei sindacati della regione MENA, è
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stata molto preziosa, la capacità di gestione dell’incontro e gli obiettivi fissati dalla CSI non
sono stati all’altezza delle aspettative.
La relazione di Tlili con la presentazione dei progetti in corso e dei nuovi progetti, è stata utile e
sicuramente un buon punto di partenza per la discussione, ma in realtà, è stata la conclusione e
non l’inizio di una discussione per costruire coordinamento e una comune strategia di
cooperazione.
In sintesi, non vi è stato lo sforzo di definire gruppi di lavoro o gruppi di interesse sulle proposte
presentate. Ognuno torna a casa sua con una maggiore informazione ma se si vuole procedere
con iniziative di cooperazione occorre ripartire da incontri bilaterali sia con l’Ufficio di Amman
che con i singoli paesi.
Inoltre, si conferma la necessità di avere un tavolo di coordinamento unitario tra CSI e CES
sulla regione MENA. Non è possibile continuare con il Forum Euromed da un lato e l’Ufficio di
Amman (CSI) dall’altro. Le politiche del Mediterraneo sono di competenza
CSI/CES/Africa/Medio Oriente, non è più possibile proseguire per aree e competenze separate.
Queste riflessioni sono condivise dalla maggioranza dei sindacati europei ed arabi.
Sergio Bassoli
Dipartimento Politiche Globali
CGIL
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