Vorrei portare all`attenzione di tutti le seguenti

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Vorrei portare all`attenzione di tutti le seguenti
Vorrei portare all’attenzione di tutti le seguenti considerazioni e riflessioni in ordine sparso; prima di ogni
altra cosa alcuni dati:
Quanti sono gli insegnanti in Italia? Il numero esatto non lo conosce neppure il MInistero , da alcune stime
emerge quanto segue:
a. Oltre 800mila sono gli insegnanti delle scuole statale di cui 200mila precari assunti a
settembre e licenziati a giugno;
b. 80 mila gli insegnanti delle scuole private;
c. 25mila gli insegnanti di religione;
d. 100mila gli insegnanti impegnati in supplenze brevi e/o in spezzoni orario.
- gli insegnanti di sostegno superano le 97.000 unità (63.000 sono a tempo indeterminato); nella
sola provincia di Verona sono circa 1.400 con numeri caratterizzanti in particolar modo negli
Istituti di istruzione secondaria superiore (vedi l’IPSSAR “Carnacina” di Bardolino-Valeggio,
l’IPSSAR “Berti” di Chievo-Soave, l’IPA “Stefani-Bentegodi” di Isola della Scala e delle sue sedi
decentrate);
- Gli alunni certificati in Italia (che hanno diritto all’insegnante di sostegno) sono oltre 197mila
(circa il 3% sul totale della popolazione scolastica), il 20% di questi alunni non sono autonomi in
nessuna attività;
- Attorno all’universo scolastico degli alunni disabili gravitano numerose figure di educatori
(operatori USL, mediatori per le disabilità sensoriali, operatori delle cooperative, volontari di
associazioni…..).
Qual è il futuro degli alunni disabili?
Si è mai posta l’attenzione al progetto di vita degli studenti (non solo disabili)?
Il problema della tutela sociale dei soggetti disabili è ampiamente avvertito a livello di Unione Europea.
Significativo è il riconoscimento sancito dalla Carta dei diritti sociali e fondamentali dei lavoratori (1989) del
dovere istituzionale di tutelare le persone disabili e garantire la loro partecipazione a tutti gli aspetti della
vita sociale e professionale.
I percorsi scolastici degli alunni disabili in Europa sono molto diversificati; il sistema d’inserimento è molto
variegato e spesso coesistono soluzioni diverse, anche a titolo sperimentale, nello stesso Paese.
Esse possono essere così raggruppate:
1) Educazione speciale completamente separata;
2) Educazione speciale separata ma occasionalmente collegata con scuole comuni;
3) Classi speciali in scuole comuni
4) Inserimento di disabili in classi comuni.
Alcuni esempi:
a. Belgio: l’educazione speciale separata è prevalentemente praticata, con otto tipi di scuole relative
al altrettante tipologie di handicap;
b. Germania: l’educazione speciale separata è prevalentemente praticata, con dieci tipi di scuole
relative al altrettante tipologie di handicap ma diversificata per i diversi Lander; a Berlino esistono
esperienze di alcuni disabili inseriti in classi comuni;
c. Paesi Bassi: l’educazione speciale separata è prevalentemente praticata, con quindici tipi di scuole
relative al altrettante tipologie di handicap;
d. Regno Unito, Francia e Danimarca il sistema è di tipo misto: accanto a scuole speciali esistono classi
speciali in scuole comuni ed inserimento individuale in classi normali;
e. Spagna: accanto a scuole e classi speciali vi è un progressivo inserimento individuale assistito in
scuole particolarmente attrezzate;
f. Grecia e Portogallo: l’educazione speciale è molto limitata e l’inserimento individuale in classi
comuni è largamente praticato con una riduzione d’orario ma non è adeguatamente supportato;
Quasi tutti i Paesi dell’U.E. prevedono la presenza di insegnanti specializzati e/o equipe
multidisciplinari;
g. Italia: le classi speciali sono state abolite nel 1977, ma è necessario segnalare che alcune di esse
sopravvivono in istituti destinati all’assistenza di soggetti gravi. Lo studente portatore di handicap è
liberamente ammesso nella scuola di tutti, ha diritto di fruire di un insegnante di sostegno, il quale
gode della co-titolarità della classe in cui egli è iscritto.
Quasi tutti i Paesi dell’U.E. prevedono la presenza di insegnanti specializzati e/o equipe multidisciplinari in
particolare il sistema scolastico spagnolo prevede un adeguato supporto educativo anche agli alunni
particolarmente dotati in quanto considerati con bisogni specifici (personalmente penso sia un percorso
praticabile anche nel nostro Paese; le eccellenze vanno favorite)
L’organizzazione dell’insegnamento e della vita scolastica di uno studente o meglio di un allievo
portatore di handicap?
Ancora oggi, nonostante la legge 104/92, si pensa di risolvere l’argomento degli allievi certificati con la
presenza nelle classi dell’insegnante di sostegno. Ebbene, a breve solo nella provincia di Verona ci saranno
delle immissioni in ruolo di quasi 90 docenti di sostegno; ben vengano, ma non bastano e non si risolve il
problema solamente con i docenti di sostegno. E’ giunto il momento di cambiare “registro”; la didattica
inclusiva non si risolve, scusate la ripetizione, con gli insegnanti di sostegno. Sono necessarie nuove visioni
per essere proiettati nel futuro; è indispensabile la formazione di tutti i docenti; è necessario mettere
mano ai contratti ed adeguarli a livello europeo (in paesi europei è prevista la formazione continua e in
servizio per gli insegnanti legata anche ad avanzamenti di carriera o retributivi).
Molti dicono che il nostro Paese sta regredendo, personalmente penso che il nostro Paese è
“semplicemente fermo” e che si sta sempre più smarrendo, moltissime sono le Istituzioni vecchie, superare
ed estranee al merito.
Quali sono oggi le soluzioni? Sicuramente una soluzione è la scuola, o meglio gli educatori veri, gli
insegnanti capaci e competenti che possano fare la differenza. E’ necessario credere, e molti di noi credono,
nel proprio lavoro e nel lavoro unitario di gruppo poiché ci sono molti e bravi solisti in una grande e ottima
orchestra. Ora vien da chiedersi: Quali sono le competenze che deve avere un Direttore d’orchestra?
I giovani, oggi?
Tra i giovani e non solo, c’è tanto malessere. Negli ultimi anni molte ricerche fanno risaltare tra i giovani
indifferenza, solitudine, pessimismo, incertezza…. e le classi negli ultimi anni sono sempre più complesse e
costituite da alunni difficili, ansiosi, svogliati, scansafatiche, male-educati, tendenti alla trasgressione,
deprivati culturalmente, sfiduciati, stranieri, disabili, alunni con disturbi specifici…… ma anche studenti
eccellenti non solo sul piano degli apprendimenti…. nelle aule delle nostre scuole c’è il ritratto del nostro
Paese dove si può “leggere” il deterioramento culturale della società.
Quali sono le prospettive, anzi le soluzioni per il nostro Paese?
Investire nella scuola, negli insegnanti e nella formazione. E’ necessario comunque credere nel proprio
lavoro e nel lavoro unitario di gruppo e fare in modo che la scuola resti se stessa, una istituzione pubblica
per tutti, dove si insegna e si impara, dove potersi sperimentare, potersi esprimere, poter fare e potersi
fare domande, poter rielaborare attraverso percorsi che richiedono di essere progettati per tutto questo.
Giuseppe D’Aloi
I.S.I.S. “L. Calabrese – P. Levi”
San Pietro in Cariano (Vr)