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Per le ragazze che attraversano i deserti Adriano Sofri S Questo giornale ha rinunciato al finanziamento pubblico Fondata da Antonio Gramsci nel 1924 iccome sono lontano, Staino mi ha spedito la copertina di oggi. Non commento la copertina, per non guastare uno dei suoi disegni più belli. Non scrivo dell’8 marzo, per non togliere tempo prezioso a quello che oggi donne di gran parte del mondo dicono e fanno. Racconto dei pensieri che mi sono appena venuti in mente. Ieri, perché il Guardian ha pubblicato un lungo articolo sulle due principali aziende produttrici di abbigliamento ed equipaggiamenti per le avventure estreme. Fui tirato su come un bravo maschio nella devozione all’avventura. I maschi gareggiano in avventure, la cui posta sono le femmine. Oppure i maschi gareggiano per le femmine, e la posta è l’avventura. Le €1,40 femmine sono rapite e si fa la guerra di Troia, oppure restano a casa e vengono Anno 94 n. 53 spartite come bottino, oppure filano di Mercoledì, 8 Marzo 2017 giorno e disfano di notte per tenere sulla corda i Proci finché lui torni dalla grande avventura, li faccia fuori e riparta per la grande avventura, da un capo all’altro del Mediterraneo. Le due grandi aziende, che fanno un sacco di soldi ma a quanto pare restano legate all’amore per la natura che ne ispirò gli inizi, sono la North Face e la Patagonia - posso farne i nomi, tanto chi volete che mi legga. I loro testimonial sono campioni magari non celebri per il pubblico comune ma leggendari per chi se ne intende, gente che ha corso 50 maratone in 50 giorni in 50 Stati, come Dean Karnazes, o è salita sull’Everest 7 volte, come Pete Athans. «La North Face vende l’idea dell’avventura - dello spingere i limiti più in là». E la concorrente Patagonia «vende la natura selvaggia, il wilderness, alle masse». Dice proprio così: alle masse. E spiega che si tratta del desiderio di andare into the wild in due o tre, o preferibilmente da soli. Segue a pag. 5 l unita.tv Lotto Marzo l Oggi in tutto il mondo lo sciopero delle donne: per i diritti e contro la violenza di genere l A Roma la manifestazione nazionale di “Non una di meno”. E il Paese si ferma P. 2-6 Nel giornale L’equità che va sempre ribadita P. 3 Pollastrini Care bambine il futuro è vostro Parsi P. 3 Un movimento globale, politico e necessario P. 2 Vaccarello La nostra lotta quotidiana sul posto di lavoro Di Giovanni P. 4 In Afghanistan non è mai festa per le donne Cella y(7HD9B7*KKMKKT( +/!z!@!"!: Meno risorse per disabili e nidi È scontro fra Regioni e Governo Fondo sociale da 311 milioni a 97, alle non-autosufficienze vanno 50 milioni in meno Taglio cuneo per giovani e Sud I risparmi di bilanciopesano su asili nido, politiche locali per i più deboli e persino su i non autosufficienti. Il taglio è di circa 210 milioni al fondo per le politiche sociali, mentre il fondo per le non autosufficienze calaa450milioni. Di Giovanni P. 11 INTERVISTA A GUERINI Pietro Reichlin P ANNUNCIO DELLA FCA «Il congresso Pd La Panda lascia lo faremo assieme a l’Italia, sindacati milioni di cittadini» preoccupati Frulletti P. 9 Franchi P. 11 oiché una riduzione generalizzata delle aliquote contributive è troppo costosa, occorre concentrare questi interventi sui settori più penalizzati: i giovani e il Sud. I primi sono vittime di una distorsione del mercato che riduce i salari d’ingresso. Per quanto riguarda il Mezzogiorno, invece, la riduzione delle aliquote può servire a fermare l’esodo di capitale umano e consentire l’emersione del lavoro nero. P. 11 Il “feuilleton” del voto in Francia Marcelle Padovani T emo che il pubblico italiano non si renda pienamente conto dello stravagante “feuilleton” che è diventata la campagna per l’elezione presidenziale in Francia. Non se ne rende conto anche perché è da parecchio che nel suo Paese lo svolgimento abituale della politica tende a rassomigliare ad un talk show. Insomma, a un “feuilleton”. Anche lui. Ma per i giornalisti ed analisti francesi la mutazione che sta subendo l’habitat politico in questo momento clou che è l’appuntamento presidenziale rimane sorprendente. Inspiegabile. P. 12 P. 6 I richiedenti asilo nei campi di prigionia È la decisione presa dall’Ungheria, Paese che fa parte dell’Unione europea Il parlamento ungherese ha approvato una legge che prevede la detenzione per tutti i richiedenti asilo entrati nel Paese fino alla decisione definitiva sulle loro domande d’asilo. I migranti saranno rinchiusi in campi di confine con la Serbia e la Croazia. Amnesty ha chiesto alla Ue di intervenire contro una misura disumana. Tuttavia una sentenza della Corte Ue sostiene che gli Stati membri non sono tenuti, in forza del diritto dell’Unione, a concedere un visto umanitario ai profughi che intendono recarsi nel loro territorio con l’intenzione di chiedere asilo, ma restano liberi di farlo sulla base del rispettivo diritto nazionale. Mongiello P. 12 L’ANALISI Dove sta andando Trump Enrico Deaglio L’ ultimo week-end di Donald Trump passerà alla storia. Perlomeno alla storia del cinema. P. 13 Dulcis in fundo Oggi, nell’ultima pagina del giornale, troverete una fiaba (ma “fuorilegge”) di Nicolai Lilin P. 15