[nazionale - iii] tuttolibri/07 29/04/06

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[nazionale - iii] tuttolibri/07 29/04/06
SPECIALE FIERA
LA STAMPA SABATO 29 APRILE 2006
ttL tuttoLibri
III
L E S TAGI ONI D EL L’ A MO R E
Il mio libro
d’avventure
TOMMASO PINCIO
Sarà perché lo lessi in un
momento particolare della mia
vita dopo il quale le cose non
furono mai più le stesse.
Sarà perché ha ispirato uno
dei miei film preferiti,
Apocalypse Now di Coppola.
Sarà perché Conrad lo
concepì sulla falsariga della
biografia di Rimbaud, grande
eroe maledetto di ogni
adolescenza.
Ma per me non c’è
avventura paragonabile a
quella del capitano Marlowe
che si addentra nelle spettrali
foreste del continente nero
alla ricerca di un uomo bianco
che si è spinto troppo oltre per
fare ritorno nella civiltà. Nulla
che valga la discesa agli inferi
di Cuore di tenebra.
Il mio libro
d’avventure
GIORGIO MONTEFOSCHI
Diversamente da molti
romanzi d'avventura per
ragazzi, L'isola del tesoro di
Stevenson non delude affatto
in una lettura adulta. E',
comunque, il «mio» libro
d'avventura ed è legato
intimamente - per la memoria
della prima volta che lo lessialla sensazione fisica della
Addio romei e giuliette,
il cuore è un Caso Impossibile
Stefania Bertola
A
VVENTURA, amore, letteratura: come fare a trattare
questa sequenza così ottocentesca nell’aprile del
2006? Per riuscire a trascinarla,
se non fino al secondo millennio, almeno agli ultimi decenni
del Novecento, bisogna scuoterla come se fosse un albicocco in
luglio, sperare che tutto il maturo se non marcio cada, e vedere
che cosa resta. Niente più giuliette e romei, amori impossibili, sofferenze, seduttori, cinismo, avventure nel senso di
«non sarà una», sacrificio d'amore, egoismo, amori schivi, amori
esibiti, signorine, delinquenti,
passione, e vediamo se emerge
una caratteristica contemporanea di questo indispensabile
ingrediente per il tempo libero.
E qualcosa, forse, resta appeso
ai rami dell'albicocco.
L'amore è solo, e senza specchi. Non sa di esistere. La sua
avventura è arrivare a rendersi
conto di essere. A volte noi
lettori siamo suoi complici, altre volte siamo all'oscuro anche
noi. Prendiamo Le relazioni pericolose di Leclos. Soltanto alla
fine ci rendiamo conto di qual è
il più disperatamente innamorato di tutti gli amori che nascono
e muoiono nel libro. E' l'unico
che non viene raccontato, e la
sua avventura consiste nel
condizionare
totalmente
l'esistenza di una persona
fino al suo distruggimento
finale senza riuscire mai a
farsi guardare negli occhi
da questa persona, a farsi
dire: «Sei tu. Ti ho riconosciuto». Chi è la persona?
Non è Valmont, ve lo dico
subito. Leggete e lo capirete
senza nessuna difficoltà.
In Quel che resta del giorno di
Kazuo Ishiguro, invece, il problema è soltanto di Stevens, il
maggiordomo. Noi sappiamo
che l'amore esiste, glielo vediamo arrampicato su una spalla
come una scimmia ingombrante
ma inetta, che non riesce a farsi
notare. L'avventura dell'amore
vs Stevens finisce male per il
nostro eroe (l'amore) che ne esce
sconfitto e forse anche morto,
non si capisce bene.
Ancora meglio, nel campo di
«le avventure dell'amore in cerca di riconoscimento anagrafico», Ishiguro fa nel suo ultimo,
bellissimo romanzo, Non lasciarmi, in cui l'amore si affanna
attorno a due persone per una
ventina d'anni senza cavare un
ragno dal buco, e quando finalmente i due se ne accorgono, non
sono comunque in grado di farne
uso, per una terribile e affascinante carenza strutturale. Questo tipo di storie ci fa un effetto
potente, ci asserviscono senza
riserve, ci mettono un cubetto di
ghiaccio in mezzo al cuore, e
sappiamo che anche molto tempo aver letto l'ultima pagina
quell'atomo di gelo resterà a
inquietarci.
Se ci appassioniamo al genere, riconosciamo le patacche al
volo. Prendete Il petalo cremisi e
il bianco, di Michael Faber, questo esasperante romanzo con un
inizio meraviglioso e premesse
emozionanti, che poi, alla fine, ci
lascia un po' di amaro in bocca:
Sugar, la protagonista, è un grande personaggio, ma non resterà nel nostro immaginario,
perché l'autore le ha negato la
capacità di amare. Questo libro
puoi scuoterlo e rivoltarlo finché
ti pare: non ne cadrà neanche
una goccia d'amore.
Quando vive questa sua particolare avventura novecentesca,
questa ricerca della propria identità sulle orme dei grandi eroi
letterari del Novecento, l'Amore
ruba la scena anche se non è
protagonista. Prendete Questa
storia di Alessandro Baricco, ad
esempio. Anche chi non riesce ad
appassionarsi a strade, automobili, circuiti e corse resterà un
pochino sedotto dal personaggio
di Elizaveta: il suo girovagare
con pianoforti per gli Stati Uniti
d'America è un'invenzione magnifica. Lei e il protagonista Ultimo rappresentano una Caso Impossibile per il nostro eroe (sempre di Amore stiamo parlando)
che li attraversa come un vento,
li prende a gragnuolate come
grandine, si insinua nelle crepe
del loro resistenza, ma non ottiene alcun riconoscimento che gli
permetta un'esistenza dignitosa.
Se in questo romanzo noi ci
appassioniamo all'impossibile
lotta dell'amore contro Elizaveta
e Ultimo, la conclusione non la
troviamo a pagina 263, dove si
conclude quella storia, ma a pagina 182, dove si chiude questa
storia. Leggete, e poi mi direte.
Illustrazione
di Romina Gadau
Il mio libro
d’avventure
LAURA PARIANI
Un libro che abbia al centro
l’avventura? Sicuramente
un libro di viaggio, perché
l’uscire dal conosciuto è
sempre l’avventura più
grande.
Come nei libri di Isabelle
Eberhardt (da La via del
deserto a Nel paese delle
sabbie) indimenticabili sia
perché raccontano le prime
incursioni degli occidentali
nei Paesi di cultura islamica,
sia perché in questo caso
chi viaggia è una donna; e
per le donne viaggiare è
sempre un po’ più difficile
che per gli uomini: i piedini
fasciati delle cinesi o i tacchi
alti delle occidentali hanno
infatti avuto storicamente
la stessa funzione di
impedirci di correre o
anche, più semplicemente,
di andare troppo lontano.
Quando l’amore esce sconfitto e anche morto,
come in «Quel che resta del giorno», quando
proprio non c’è, come nel «Petalo cremisi e il bianco»,
o quando, come in «Non lasciarmi», è un atomo
di ghiaccio che ci inquieterà a lungo nel tempo
paura. Paura che raggiunge il
suo culmine in tre momenti
NEL L A C HI C K- L I T, I L BR I V ID O D E I C O NSUMI
consegnato al Capitano il bollo
A tutto shopping, nella metropoli rosa
nero. Il secondo è quando già
Mia Peluso
distinti. Il primo è quando,
ancora in Inghilterra, viene
nell'isola, Jim ascolta il
complotto nascosto nella
botte. Il terzo è quando Silver
John colpisce un uomo con la
sua stampella alle spalle. Tre
momenti di paura legati alla
scoperta del male: il male
come condanna; il male come
tradimento; il male come
violenza dell'uomo.
G
RATTACIELI svettanti come alberi
in una foresta del
Nord, gente indaffarata come gnomi nelle saghe,
vetrine colorate e setose come
fiori esotici, effluvi di ristoranti, palestre e beauty-center
come aromi di remote contrade. Da New York a Berlino, da
Londra a Parigi, da Bombay a
Milano, l’altrove, espiantato
dalla natura, s’incarna oggi
nella metropoli.
Scrivendo la chick-lit di
Sophie Kinsella, Helen Fielding e compagnia, le varie
Becky Bloomwood e Bridget
Jones, le tedeschine pioniere e
le piccanti francesine brucano
di negozio in negozio, esplorandoli tutti purché alla moda,
per fare incetta di capi firmati,
stringendo i denti davanti alle
casse. Che avventura strapparsi di mano i Lagerfeld da H&M,
le Balenciaga e le Birkin su
Internet: chi arriva prima è la
più furba, abile a destreggiarsi
nel labirinto dei siti, gli occhi
arsi per la tensione, il cuore
Le piccanti emulatrici
di Bridget Jones
brucano di negozio
in negozio, esplorandoli
tutti, purché alla moda:
la corsa ai capi firmati
e la lotta per il possesso
esprimono una libido
più eccitante del sesso
fuori giri, le labbra umettate
dalla saliva dell’eccitazione.
Una libido più scottante del
sesso, arricchita da orgasmi
senza fine che simulano l’amplesso senza sostituirlo perché
lo scarico della tensione ci
vuole, eccome. Se poi arriva
anche l’amore, va bene, ma è
un optional. E se arrivano i
figli va bene, perché dopo il
parto inizia il periodo doloroso
ma intenso degli sforzi per
recuperare la taglia ed entrare
progressivamente in indumenti sempre più sottili, perciò
sempre più sensuali.
Un tempo per le Liala, le
Heyer e le Cartland l’avventura aveva luogo nei meandri
dell’attrazione e dell’amore:
una cavalcata nei sentimenti
sul destriero della passione
con una serie di battaglie dove
si contavano i cadaveri ma la
guerra sfociava sempre nella
vittoria. Perdurano nel new
romantic i viaggi sentimentali, esistono ancora gli Sparks, i
Moccia, le Pilcher, le Fforde
con i loro lievi arabeschi
d’amore. E perdurano, sulla
scia dell’Histoire d’O e di Fanny Hill, delle Justine e delle
Jong, negli spiccioli delle Melisse P. o nella crudezza di
Heather Lewis, che pare abbia
portato allo stremo le sue fantasie erotico/letterarie fino al
suicidio, i deliri del sesso a luci
rosse. Perdurano persino gli
historical romance con contorno di cappa e spada nella ricca
produzione dei romanzi da edicola. Ma è la chick-lit a tenere
il campo, proponendosi come
la più eversiva e trendy linea
del nuovo rosa, anche se la sua
ripetitività ne fa presagire il
prossimo esaurimento.
Il nuovo campo d’avventura
è comunque destinato a restare lo spazio urbano, nel quale
l’altrove prende corpo nel qui
e ora dell’acquisto e del consumo, la scoperta dell’esotico
diviene caccia al tesoro nell’intrico dei punti vendita, l’abilità nel combattere e forgiare la
natura si fa lotta per il possesso, la scoperta del cibo diventa
ricerca del drink più sofisticato e degli appetize più inconsueti. E trionfa lo scontrino
fiscale.