FILIPPO II DI MACEDONIA

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FILIPPO II DI MACEDONIA
FILIPPO II DI MACEDONIA
Quando Filippo sale al trono a 22 anni La Macedonia è un regno marginale e arretrato. In 20 anni di guerre e azioni
diplomatiche Filippo assume il controllo dell’intera penisola greca e pone le basi per la spedizione in Oriente contro
l’impero persiano condotta poi dal figlio Alessandro.
La parola makednos significa colui che vive in luoghi alti – montanaro. Con questo termine non si designava tanto un
popolo specifico, ma si indicavano gli abitanti delle zone montuose che coronano il settentrione greco.
Greci o non greci?
Si è molto discusso sul fatto se i macedoni potessero essere considerati greci.
Si sa che,dopo molte discussioni, venne accettata la partecipazione dei sovrani macedoni ai giochi olimpici, una delle
principali manifestazioni della cultura greca.
Inoltre il pantheon degli dei era lo stesso dei greci e l’elite macedone si dava un’educazione in larga misura greca.
Filippo sale al trono nel 359 a.C.
Si dedica fin dai primi anni al consolidamento dell’organizzazione dell’esercito, facendone una macchina bellica
insuperata fino all’arrivo dei romani.
- Aumenta il numero dei soldati
- Tramite continui allenamenti rende i piccoli proprietari terrieri dei professionisti della guerra
- la falange oplitica viene resa più leggera e manovrabile e dotata di una nuova arma di attacco, la sarissa1.
- Diede grande importanza alla cavalleria, composta dai compagni del re, i nobili a lui più fedeli
Figura 1: falange macedone dotata di sarisse
Filippo II è molto abile a sfruttare le rivalità delle poleis greche, perennemente in contrasto tra loro. Inserendosi ora a
fianco dell’una ora con l’altra e sconfiggendo pesantemente le poleis più importanti, diviene l’arbitro assoluto di tutto il
mondo greco.
Filippo però non vuole presentarsi come un conquistatore, ma come una guida del mondo greco.
Nel 337 riunisce quasi tutte le poleis greche in un assemblea (Sparta rifiuta di partecipare) e fonda con esse la lega di
Corinto, un’alleanza che nelle intenzioni del re doveva avere lo scopo di muovere guerra all’eterno nemico: la Persia.
ALESSANDRO MAGNO
Nel 336, alla morte di Filippo II. Alessandro aveva solo 20 anni, ma già partecipava agli affari di governo.
Ebbe una formazione culturale di altissimo livello, avendo avuto per tre anni come maestro il grande filosofo greco
Aristotele.
Alla morte di Filippo molte poleis greche si ribellano ai macedoni credendo che fosse giunto il momento propizio per
liberarsi della loro dominazione.
In realtà Alessandro è altrettanto determinato del padre e stronca qualsiasi ribellione con estrema durezza.
1
La sarissa era una lancia macedone lunga fino a 6-7 metri con corpo in legno di grande diametro, una grossa punta
metallica (circa 30 cm) ed un tallone pure metallico. Il suo effetto principale consisteva nel rendere molto difficile ai
carri nemici (più in generale a qualsiasi nemico) avvicinarsi alla fanteria macedone.
La spedizione persiana
Alessandro riprende in mano il progetto paterno della spedizione contro la Persia, presentandola ai greci come una
spedizione punitiva per vendicare le devastazioni operate da Serse e per liberare definitivamente le città greche
dell’Asia Minore.
Nel 334 Alessandro si mette in marcia con 30.000 fanti, 10.000 cavalieri e una piccola flotta.
Dopo aver sconfitto i satrapi di Lidia, Frigia e Cappadocia a Granico, presso lo stretto dei Dardanelli, prosegue lungo le
coste dell’Asia Minore assoggettando le popolazioni locali e le città greche; poi si inoltra ad oriente scontrandosi con
l’esercito di Dario III, l’imperatore persiano ad Isso (333). La battaglia è ancora una volta vinta dai greci e il Gran Re
viene messo in fuga.
Alessandro prosegue verso sud assoggettando i porti della costa fenicia e proseguendo fino all’Egitto, dove il satrapo
persiano si arrende senza combattere.
Qui fonda la prima e la più importante delle nuove città che porteranno il suo nome: Alessandria d’Egitto.
Ripreso il cammino verso l’Asia, Alessandro nel 331 si scontra nuovamente con Dario a Gaugamela, sul fiume Tigri.
Ancora una volta i persiani sono sconfitti e ancora una volta Dario riesce a fuggire.
Le grandi città persiane (Babilonia, Susa, Persepoli, Pasargade) cadono tutte in mano ai macedoni che incendiano il
palazzo reale di Persepoli in segno di “vendetta” per l’incendio di Atene di 150 anni prima.
Intanto Dario si è rifugiato presso un satrapo dell’Asia centrale, Besso, il quale lo fa uccidere per prenderne il posto.
Alessandro, che ha l’ambizione di diventare il nuovo sovrano dell’impero, decide di presentarsi come il “vendicatore”
di Dario III: fa tributare funerali solenni al re persiano, deposto con una grandiosa cerimonia funebre nelle tombe reali
della famiglia achemenide.
Dopo tre anni di campagne militari durissime Besso è catturato e giustiziato.
Nel frattempo, in segno di alleanza, Alessandro sposa la figlia del capo di una tribù ribelle, Roxane.
Intanto gli eserciti macedoni si spingono fino all’India, ma i soldati rifiutano di seguire Alessandro oltre il fiume Indo.
La marcia di rientro verso Persepoli durerà due anni, sarà durissima e causerà molte perdite umane.
L’organizzazione dell’Impero
In pochissimi anni Alessandro aveva conquistato un impero di dimensioni mai viste prima.
Ora si poneva il problema di come governare un territorio così immenso, esteso dalla Grecia all’India.
Innanzi tutto Alessandro intese rafforzare enormemente i suoi poteri, diventando un monarca assoluto, ad imitazione
dell’imperatore persiano. Questo modello non piaceva affatto ai greci, abituati alla democrazia, né ai macedoni, per i
quali i poteri del re erano limitati dai nobili a lui più vicini. Inoltre, altro elemento inaccettabile per i greci, Alessandro
aveva assunto il modello orientale di monarca-Dio (si pensi al faraone egiziano). In opposizione a queste scelte
vennero ordite contro di lui diverse congiure, soffocate nel sangue.
Un'altra scelta, che provocò la contrarietà di greci e macedoni, fu quella di spingere verso un’integrazione tra la
popolazione indigena e i militari greco-macedoni.
Nel 324 furono celebrate le cosiddette nozze di Susa: Alessandro prese in moglie due principesse persiane e impose a
oltre 10.000 soldati di sposare donne persiane.
Anche nell’esercito vennero arruolate decina di miglia di indigeni addestrati alla macedone.
Il grande progetto di consolidamento del regno non potè essere portato a termine, perché Alessandro morì di malaria a
soli 33 anni, a Babilonia.
Alla sua morte il suo grande impero venne frammentato, dando vita ai cosiddetti Regni ellenistici, frutto delle lotte di
potere tra i generali macedoni.
Alessandro morendo lasciava Roxane incinta e un fratellastro ritardato.
Presto tutta la famiglia reale viene sterminata e l’impero diviso in 3 parti governate da dinastie che dureranno fino alla
conquista romana:
- in Macedonia gli Antigonidi;
- in Egitto i Tolomei (ultima regina tolomea sarà Cleopatra)
- in Oriente i Seleucidi (questo regno, il più fragile, si frammenterà presto in più parti )