Il 2007 era l`anno del dopo Olimpiadi invernali e in un

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Il 2007 era l`anno del dopo Olimpiadi invernali e in un
2.7
2.7 IL
TURISMO
Il 2007 era l’anno del dopo Olimpiadi invernali e in un
certo senso il vero anno test per verificare il gradimento del Piemonte come destinazione turistica e il
ritorno di immagine avuto con l’organizzazione dei
Giochi. Pur con tutti i caveat possibili sull’utilizzo della semplice rilevazione delle presenze come indicatore del successo/insuccesso del turismo locale, il
2007 con 10,3 milioni di presenze dimostra complessivamente una certa tenuta e, pur con un calo
rispetto al 2006 di circa 800.000 unità, conferma il
trend di crescita degli ultimi anni.
A livello nazionale, l’aumento della domanda rallenta
rispetto agli ultimi anni: 1,2% contro il 3,2% del
2006. Con il 17% di quota di mercato, pur rimanendo al terzo posto fra le destinazioni “mediterranee”
dietro Francia (33%) e Spagna (24%), l’Italia sembra
crescere meno rispetto ad altri paesi come la Turchia, l’Egitto, la Croazia e la Grecia.
LA
DOMANDA
Nel corso del 2007, a livello internazionale gli arrivi
sono cresciuti del 6% raggiungendo complessivamente un nuovo record: quasi 900 milioni1. Risultato
notevole anche perché segna un aumento di quasi
52 milioni di turisti in valori assoluti rispetto al 2006
e segnando, di fatto, con il 5,5%, il quarto anno consecutivo di crescita, andando oltre le previsioni degli
esperti, stimate al 4,1%. L’aumento degli arrivi è distribuito mediamente fra tutti i paesi ma è il Medio
Oriente, con una stima del 13,4% degli arrivi totali,
ad affermarsi come una delle destinazioni emergenti
e con un numero di visitatori che cresce più velocemente della media mondiale. Al secondo posto si trovano l’Asia e il Pacifico, con oltre il 10%, seguite dal1
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l’Africa, che con l’8% conferma il buon andamento
del 2006 e la continua crescita dal 2000. L’Europa
si conferma la più importante destinazione turistica
con 142 milioni di presenze e una percentuale del
53,5% a livello mondiale.
Come per il 2006, quindi, la performance del turismo sembra non risentire della molteplicità di fattori
dall’impatto potenzialmente negativo sulla domanda:
dal continuo rialzo del prezzo dei carburanti, alla debolezza del dollaro, alla recessione dell’economia
americana e alla grave crisi dei mutui iniziata nella
seconda metà del 2007 e, ancora, al persistere di
rischi per la salute e la sicurezza. Come già notato lo
scorso anno, la domanda turistica appare impermeabile all’insieme di questi fattori.
Se, da una parte, nei paesi emergenti la crescita
economica sembra sostenere nuovi flussi di domanda con una crescita media del 7% – i maggiori redditi in Cina, India o Singapore, ad esempio, hanno aumentato la domanda interna
di viaggi alLa domanda del turismo sembra
l’estero – annon risentire dell’impatto di fatche in paesi
tori come: rialzo del prezzo dei
dalle economie
mature e tutcarburanti, debolezza del dollatavia provate
ro, grave crisi dei mutui e rischi
dall’aumento
per salute e sicurezza
dei tassi di interesse o dalla
restrizione delle condizioni di credito, la crescita rimane a un rispettabile 5,1%, anche grazie alla larga diffusione di facilitazioni agli spostamenti quali i voli low cost e l’acquisto on line di pacchetti last minute.
Anche dal punto di vista delle entrate lorde, le informazioni disponibili, misurate in valuta e prezzi locali,
mostrano che all’aumento della domanda è strettamente collegato un aumento delle entrate. In questo
Fonte: “World Tourism Barometer”, 6, 1 gennaio 2008 – UNWTO.
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Fig. 1
ARRIVI TURISTICI INTERNAZIONALI
2004/2005
2005/2006
2006/2007
16
14
12
10
8
6
4
2
0
Mondo
Tab. 1
Europa
Asia e Pacifico
Americhe
Africa
Medio Oriente
PRESENZE TURISTICHE (ITALIANI E STRANIERI) NEL COMPLESSO DEGLI ESERCIZI RICETTIVI
VALORI IN MIGLIAIA
1996
1997
1998
1999
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006 2007*
Piemonte 8.111
8.041
8.150
8.078
8.092
8.744
8.592
8.939
9.342 10.209 11.094 10.317
Italia
289.916 290.760 291.096 309.332 338.885 350.322 345.247 343.755 345.616 355.255 366.765 371.188
* Stima sui primi nove mesi dell’anno.
Fonti: per l’Italia, ISTAT (ConIstat), per il Piemonte, Regione Piemonte - Assessorato Turismo, Osservatorio Turismo Piemonte
caso gli Stati Uniti sono al primo posto, con un 14%
di crescita, favorito probabilmente dall’apprezzamento dell’euro sul dollaro, mentre l’Italia si trova in quarta posizione (dietro a Spagna e Francia) ma è insidiata dalla Cina che registra un notevole +23%.
Questo quadro di crescita complessiva della domanda, mondiale ed europea, è utile per inquadrare i risultati nazionali e piemontesi. L’Italia, in questo ambito, ha vissuto negli anni recenti un andamento di128
scontinuo ma sostanzialmente in crescita, seppure a
un ritmo più lento rispetto al contesto mondiale, con
il risultato di perdere rilevanti quote di mercato degli
arrivi internazionali.
In Piemonte, nel 2007, sono state registrate 10,3
milioni di presenze. In valori assoluti si registra una
perdita del 7% rispetto al 2006 – che come noto è
stato caratterizzato dall’eccezionalità dell’evento Olimpico – ma pur sempre di crescita se confrontato con
2.7
la serie degli anni precedenti. Nello stesso periodo,
la domanda a livello nazionale è cresciuta dell’1,2%.
La performance migliore è quella della provincia di Vercelli, che segna un ragguardevole +19%, per quanto
riguarda le presenze sia di stranieri (+38%) che di italiani (13,8%). Ma valori positivi si trovano anche nelle
province di Novara (8%), nel V.C.O. (7,8%), Cuneo
(6%) e Alessandria (2%); non altrettanto, invece, in
quelle di Biella e Asti, che vedono rispettivamente un
calo delle presenze di 4,9% e 1,3%, soprattutto nella
componente straniera della domanda.
Un discorso a parte va fatto per la provincia di Torino
che, in valori assoluti, registra un notevole calo
(-23%) sia di italiani (-10,3%) che, soprattutto, di
stranieri (-45,3%).
Nel confronto con il 2006, ma anche con il 2005, si
tiene certamente conto del notevole afflusso, soprattutto nel caso degli stranieri, avvenuto per i Giochi
Olimpici e per i “test events” precedenti e, quindi, della forte presenza di tecnici accorsi per la preparazione dell’evento. Tuttavia, il calo delle presenze stranie-
Fig. 2
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re è forte anche rispetto al 2004 (-25%), solo in parte compensato dal +13% degli italiani nello stesso
periodo. Questo calo delle presenze è tuttavia fisiologico e si registra normalmente a seguito di grandi
eventi che richiamano un gran numero di turisti.
Dal grafico delle presenze mensili nella città di Torino
(fig. 2) sono immediatamente leggibili tanto l’eccezionalità dei “mesi olimpici” a inizio 2006, quanto l’andamento simile al 2004 se non inferiore, in particolare
nell’ultima parte dell’anno.
Di conseguenza, il peso del Piemonte sul totale nazionale delle presenze turistiche, dopo il 3% raggiunto nel
2006, cala al 2,8% riportandosi esattamente ai livelli di
dieci anni fa, dopo un decennio di costante crescita.
In linea con l’andamento nazionale è, invece, la durata della vacanza: poco più di tre giorni per il Piemonte, contro una media di quattro per l’Italia, mantenendo stabile la forbice, che era stata in costante
crescita per tutti gli anni novanta. Si conferma quindi l’aumento delle vacanze di breve durata (+10% nel
2007), che riguarda tutte le aree del paese.
PRESENZE NELLA CITTÀ DI TORINO: CONFRONTO
2004
2005
2006
2007
450.000
400.000
350.000
300.000
250.000
200.000
150.000
100.000
50.000
Gen.
Feb.
Mar.
Apr.
Mag.
Giu.
Lug.
Ago.
Sett.
Ott.
Nov.
Dic.
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Fig. 3
PESO DEL PIEMONTE SUL TOTALE NAZIONALE DELLE PRESENZE TURISTICHE
%
VALORI
Totale
Italiani
Stanieri
3,1
2,8
2,5
2,2
1997
1998
1999
Tab. 2
2000
2001
2002
Piemonte 1,89
Italia
5,05
2004
2005
2006
2007
VISITE IN RAPPORTO ALLA POPOLAZIONE RESIDENTE
PRESENZE X
1996
2003
1.000
AB.
1997
1998
1999
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
1,87
5,05
1,90
5,05
1,88
5,36
1,89
5,86
2,08
6,15
2,03
6,02
2,09
5,94
2,16
5,91
2,35
6,05
2,55
6,20
2,35
6,24
Fonte: elaborazione IRES su dati di fonte varia (vedi tabella 2)
Fig. 4
DURATA MEDIA DELLA VISITA TURISTICA IN PIEMONTE E IN ITALIA
Durata Piemonte
Durata Italia
5
4
3
2
1997
130
1998
1999
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2.7
L’OFFERTA
Complessivamente, con il 3,2% in più, l’offerta in termini di posti letto aumenta ancora, anche se a un ritmo decisamente più rallentato rispetto al 2006. L’aumento riguarda tanto le strutture ricettive alberghiere (4,34%) che quelle extra alberghiere (2,29%)
che, tuttavia, crescono a un tasso decisamente inferiore rispetto agli anni precedenti (8,3% nel 2005 e
7% nel 2006). E, come nell’anno precedente, il fenomeno è distribuito omogeneamente in tutte le province piemontesi, specialmente per quanto riguarda
la ricettività extra alberghiera, mentre quella più tradizionale in hotel segna aumenti consistenti solo in
provincia di Torino (8,7%) e Novara (7,6%).
Pur se la tipologia ricettiva di gran lunga preferita dai
turisti in Piemonte è quella di tipo alberghiero (6,8
milioni nel 2007 contro i 3,4 dell’extra alberghiero),
analizzando il trend degli ultimi cinque anni, l’offerta
dell’extra alberghiero sembra crescere a tassi maggiori in linea con la preferenza per una vacanza breve e in questo tipo di struttura, mostrata anche a livello nazionale2.
TURISMO
SÌ, MA DOVE?
La struttura delle motivazioni per i viaggi di vacanza è
rimasta invariata. A livello nazionale continua a prevalere la quota di vacanze effettuate per trascorrere un
periodo di riposo, piacere e svago, con il 71,3% sul
totale vacanze. La motivazione di visita a parenti o
amici ha interessato il 25,7% delle vacanze e, come
di consueto, ha riguardato più le vacanze brevi
(30,6%) che i lunghi soggiorni di vacanza (20,9%).
Per quanto riguarda le destinazioni, per il 45,3% delle vacanze effettuate per riposo, piacere o svago si è
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trattato di una vacanza al mare e, nel 19,6% dei casi, è stata una vacanza in montagna; le visite a città
o località d’arte sono state l’11,2%, i giri turistici il
10,1%, mentre i soggiorni di vacanza agrituristici
trascorsi in campagna, o al lago, sono stati il 6,4%.
Crescono soprattutto i viaggi per motivi di lavoro, in
particolare per svolgere attività di rappresentanza
che, da un anno all’altro, sono più che raddoppiati
(da 12,8% nel 2006 a 23,9% nel 2007). In Piemonte, nonostante un mercato nazionale in lieve stallo, è
cresciuta negli ultimi anni la componente del turismo
fieristico e congressuale, in particolare con un aumento delle presenze del 10% fra 2005 e 2006.
Un’altra tipologia di turismo che si è affermata negli
anni è quella del cosiddetto “turismo culturale” e,
cioè, la visita a città d’arte o a mostre e musei. A livello nazionale il dato sembra stabile, ma è significativo, per quanto riguarda la componente interna della domanda, a livello locale.
Come si può
notare dalla fiPur se la tipologia ricettiva pregura 6, è eviferita dai turisti in Piemonte è
dente la forbice fra le prequella di tipo alberghiero, l’ofsenze turistiche
ferta extra alberghiera cresce a
e le visite ai
tassi maggiori in linea con la
musei della città di Torino.
preferenza per un tipo di vacanLe visite ai muza breve
sei crescono
stabilmente da
oltre 15 anni, ma non proporzionalmente all’aumento
delle presenze turistiche.
Le motivazioni possono essere diverse ma, anche da
alcune analisi campionarie effettuate nel corso degli
ultimi anni, sembra confermarsi, con l’eccezione forse dei due anni olimpici, la prevalenza del pubblico lo-
2
Rispetto al 2006, si nota un lieve aumento della quota di viaggi trascorsi in strutture ricettive non alberghiere (che includono i campeggi, gli agriturismi, i villaggi vacanze, le residenze per cure fisiche/estetiche, ecc.) che passano dal 10,5% nel 2006 all’11,7% nel 2007. Ciò si è verificato,
soprattutto, in occasione delle vacanze brevi (8,7% nel 2006 rispetto a 10,3% nel 2007): ISTAT, Vacanze degli italiani, 2007.
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Fig. 5
PRESENZE TURISTICHE, PER TIPOLOGIA DI DESTINAZIONE IN ITALIA
2005
50
2006
2007
40
30
20
10
0
Mare,
crociera
Fig. 6
Montagna
Lago, campagna,
collina
Località d’arte
Giro turistico
PRESENZE NELLA CITTÀ DI TORINO E VISITE NEI PRINCIPALI MUSEI METROPOLITANI
Musei
3.500.000
Altre
(1997-2007)
Turismo
3.000.000
2.500.000
2.000.000
1.500.000
1.000.000
500.000
0
1997
132
1998
1999
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2.7
cale nella componente dei visitatori. Anche la componente dei city users è probabilmente molto aumentata: dall’hinterland, dai capoluoghi piemontesi e forse anche da Milano.
IL
TURISMO E L’EFFETTO
ALITALIA
Le prospettive di uscita di scena della compagnia di
bandiera italiana sono, a metà del 2008, assai concrete. Assorbimento di altre compagnie, fallimento o
soluzioni diverse: molti commentatori si sono interrogati sull’effetto che i diversi scenari potrebbero avere
sul turismo nazionale. In particolare, la necessità di
evitare la possibile acquisizione di Alitalia da parte di
Air France è stata da alcuni motivata con il rischio di
una penalizzazione per il nostro turismo. In altre parole molte capitali estere sono attualmente collegate
a importanti città italiane con voli diretti grazie ad Alitalia. Il nuovo acquirente dovrebbe in teoria mantenere l’offerta delle tratte esistenti, perlomeno laddove esiste una domanda interessante. Tuttavia, questo è il timore espresso, se si manifestasse un
comportamento strategico volto a penalizzare le destinazioni italiane, questo andrebbe a vantaggio di
tutte le altre, fra cui quelle francesi, che rappresentano per numero di arrivi internazionali le più importanti del pianeta.
È poco verosimile ipotizzare che il CdA di una compagnia, per quanto partecipata dallo stato, possa attuare una politica simile, considerando che i vantaggi sarebbero difficili da quantificare, distribuiti su molti
soggetti della filiera turistica e non tutti francesi,
mentre gli svantaggi sarebbero certi e focalizzati sulla propria compagnia. Inoltre, non va dimenticato il
contesto di concorrenza internazionale. Tuttavia è bene rilevare alcuni punti fermi.
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Il trasporto aereo è, in effetti, importante per il turismo in quanto rappresenta già ora la modalità di arrivo prevalente per l’Italia (circa 40% e 49,3% nella
provincia di Torino3). È anche in crescita (31% vs 3%
dell’auto e -9% del treno). Tuttavia sono soprattutto i
voli low cost i veri protagonisti della crescita turistica
internazionale degli ultimi anni, come confermano i
rapporti WTO ed Enit.
Va anche rilevato che il turismo fai da te è oggi fortemente prevalente e in crescita: meno del 10% dei
turisti stranieri che visitano l’Italia utilizza pacchetti
confezionati e preferisce costruirsi il viaggio in modo
autonomo. Questo turismo si orienta e si orienterà
sempre più a partire dalle destinazioni preferite, valutando solo successivamente le migliori modalità di
trasporto. La possibilità quindi di “orientare” la domanda tramite la gamma di offerta dei collegamenti è assi modesta.
Inoltre, l’offerta attuale dalla Francia verso l’Italia è
migliore con
Air France che
con Alitalia, a
Alitalia: assorbimento di altre
testimonianza
compagnie, fallimento o soluziodi un orientani diverse. Molti commentatori
mento della
compagnia
si sono interrogati sull’effetto
francese finache i diversi scenari potrebbero
lizzato al busiavere sul turismo nazionale
ness aziendale
e non a comportamenti
“nazionalistici”: da Parigi sono meglio collegate Torino, Milano e Roma, egualmente collegate Firenze e
Venezia e solo in una parte del Sud i collegamenti sono migliori con Alitalia.
Tuttavia i sostenitori della tesi della strategicità di
Alitalia potrebbero obiettare che il venir meno di
3
Sergardi P., Braghi A., Il ruolo del turismo culturale e del turismo d’affari nell’incoming internazionale dell’ Italia, comunicazione al convegno “L’Italia
e il turismo internazionale”, venezia 17 aprile 2007.
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una parte dell’offerta di collegamento da molte capitali estere penalizzerebbe comunque la domanda
turistica internazionale verso il nostro paese. Ciò è
dubbio proprio per le considerazioni avanzate in materia di concorrenza fra compagnie di vari paesi.
Inoltre, analizzando le possibili partenze da paesi
terzi (ad esempio importanti fonti di incoming turistico per l’Italia, come Germania, Gran Bretagna e
in minor misura Spagna), vediamo che l’offerta delle compagnie nazionali è già oggi assai più consistente di quella Alitalia. Considerando la somma dei
collegamenti su Roma, Milano, Torino, Firenze, Ve-
nezia e Napoli, Alitalia offre attualmente, per una
settimana da sabato a sabato in alta stagione, 12
voli giornalieri da Madrid e Barcellona contro 19 di
Iberia, 3 voli da Monaco contro 28 di Lufthansa, 9
voli da Londra contro 24 di British Airways4. Venezia è meglio collegata da Ryanair che da Alitalia e altrettanto vale per Firenze con Iberia e British Airways. Se poi osserviamo alcuni mercati emergenti
come la Cina, possiamo vedere che Alitalia non ha
voli Pechino-Roma e opera tramite Air-China, mentre su Milano esistono 4 voli Alitalia e numerosissimi di altre compagnie, soprattutto cinesi5. Forse la
Fig. 7
VARIAZIONE DELL’INDICE DI ACCESSIBILITÀ RELATIVA
DI ALCUNE CITTÀ ITALIANE DA ALCUNE CAPITALI EUROPEE
Con Alitalia
Senza Alitalia
0,40
0,35
0,30
0,25
0,20
0,15
0,10
0,05
0,00
Roma
Milano
Torino
Venezia
Firenze
Napoli
Fonte: elaborazione IRES su dati Alitalia, Air France, Lufthansa, Iberia, British Airways, AirOne, Ryanair, Easyjet
4
5
134
Dati rilevati dai siti web delle compagnie il 4 maggio 2008.
È difficile fra l’altro, per motivi soprattutto culturali, prevedere che i turisti cinesi preferiscano compagnie non nazionali.
2.7
scomparsa di Alitalia metterebbe a rischio voli diretti da paesi come Australia o Argentina, sedi di
importanti comunità italiane ma irrilevanti nella nostra bilancia turistica.
In definitiva, l’effetto di disincentivo per un turista
straniero che desiderasse effettuare una vacanza in
una generica destinazione italiana sarebbe non rilevante a livello nazionale.
Con la scomparsa di Alitalia e in caso di un (improbabile) immobilismo di altre compagnie, andrebbero invece attentamente valutati gli effetti sul turismo regionale e non solo nazionale. Esisterebbe,
nel caso, un lieve vantaggio preferenziale per Torino e il Piemonte. Il panorama dei collegamenti offerti a un potenziale turista straniero interessato
all’Italia dai tre paesi più importanti per la bilancia
turistica italiana, ossia Germania, Francia e Gran
Bretagna, vedrebbero infatti Torino molto meno
marginale rispetto alla situazione attuale (e così
Venezia e Napoli).
Risultati simili si hanno se si considerano anche i
6
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collegamenti dalla Spagna e le compagnie low cost.
Questo perché se Torino è per Alitalia una destinazione irrilevante, per Lufthansa e British Airways lo
è un po’ meno e per Air France e Iberia non lo è affatto.
Infine un’ultima considerazione, forse la più importante. Come rilevato da molti ricercatori, il turismo internazionale in Italia e quello culturale soprattutto, assume caratteristiche sempre più intensive, con periodi di soggiorno brevi e un crescente numero di siti
visitati, anche in province diverse. Questo rende cruciale il livello di efficienza delle infrastrutture in genere, a partire dal sistema di trasporti e di mobilità interna6. Collegare in modo più efficiente Torino sia a
Caselle sia a Malpensa, rendere più fruibili i percorsi
di interscambio fra le diverse modalità (vedi le condizioni di collegamento fra terminal bus e stazione di
Porta Nuova a Torino), migliorare le informazioni e
l’accoglienza nei luoghi di attesa dei passeggeri: sono
molti i margini di miglioramento e tutti decisivi, con o
senza Alitalia.
Sergardi, Braghi, Il ruolo del turismo culturale, cit.
135