Essere il Belpaese non basta più. I turisti stranieri snobbano l`Italia
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Essere il Belpaese non basta più. I turisti stranieri snobbano l`Italia
Essere il Belpaese non basta più. I turisti stranieri snobbano l'Italia Venezia? Incantevole. Ma da sola non basta. Pompei? Affascinante, trascurata nonostante sia il sito archeologico più visitato del Paese. Le bellezze italiane non sono più in grado di garantire i flussi interminabili di turisti come accadeva negli anni passati. Il motivo è un’offerta turistica inadeguata rispetto alle offerte del turismo mondiale. Nel desolante panorama della crisi si inserisce una delle industrie più redditizie del nostro Paese: l’industria turistica. Potrebbe sembrare superfluo ma non lo è per un comparto che produce quasi il 12% del Pil nazionale, che dà lavoro a poco meno di tre milioni di persone e produce un flusso economico di 150 miliardi di euro. Non sbaglia chi definisce il turismo il nostro petrolio. Il 2008 lascia ferite profonde: gli alberghi italiani hanno perso un buon 2,5%. Crollano gli arrivi dagli Usa, ma questo era un trend prevedibile, causato dal dollaro debole; inaspettato invece il crollo di inglesi (-13,7%), francesi (-7,6%) e tedeschi (-8,1%). Non partono più? Più semplicemente… preferiscono altre mete come Francia, Spagna, Croazia, Turchia. Sono loro i maggiori competitori e stanno conquistando le nostre quote di mercato. Mentre l’Italia è ferma sulla sua convinzione che basta essere un bel paese, gli altri ci hanno superato, meno belli ma più organizzati. Voli low cost diretti, promozione eccellente, prezzi bassi, in una parola: sono diventati più attraenti. Prendete la Spagna. Oggi il 18% del Pil è prodotto dal turismo, dieci anni fa nessuno avrebbe fatto previsioni così ottimistiche. In cosa sono stati più bravi? A programmare, promuovere e investire, riducendo l’iva sui prodotti turistici al 7% (l’Italia è ancora ferma al 10%, in Francia addirittura al 5,5%), costruendo chilometri e chilometri di autostrade, negli ultimi quindici anni per ogni chilometro costruito nel nostro paese ne corrispondono dieci realizzati in Spagna. Hanno istituito una regia unica per la promozione del turismo nazionale, riducendo costi e migliorando la promozione. In Italia sono circa 300 gli enti, comunali, regionali e provinciali, che elaborano promozioni in giro per il mondo con il risultato di creare confusione. E poi… la scarsa professionalità dei lavoratori stagionali. Altre lamentele: la vicenda di Napoli sommersa dalla spazzatura e il pericolo del fallimento dell’Alitalia. “Il turismo è immagine” e il danno creato dalle immagini di Napoli arrivate in tutto il mondo no ci ha aiutato. Per invertire la rotta è necessario intervenire su tre punti: migliorare le infrastrutture, rendere competitive le strutture alberghiere e dare vita ad una forte politica di promozione nazionale centrale e coordinata. Rutelli ci aveva provato ma all’atto pratico ha buttato quasi quaranta milioni di euro nel tentativo di lanciare il sito “italia.it”.