La guarigione del cieco Bartimeo è un racconto molto semplice, ma

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La guarigione del cieco Bartimeo è un racconto molto semplice, ma
La guarigione del cieco Bartimeo è un racconto molto semplice, ma anche vivace e ricco
di significato. Ci aiuta, addirittura, a capire la vera natura dei miracoli evangelici.
Nel vangelo di Marco, il primo miracolo compiuto da Gesù è stato la liberazione di un
indemoniato nella sinagoga di Cafarnao, l'ultimo è la guarigione di un cieco all'uscita da
Gerico, il cieco Bartimeo, appunto.
Non sono gesti casuali, ma scelti da Marco con un intendimento: illustrare la vittoria di
Cristo sulle due forze ostili che Dio incontra nella storia degli uomini: la presenza del male
e la cecità spirituale dell'uomo che a volte si ostina a non capire, come si erano ostinati a
non capire gli amici più intimi di Gesù...
E veniamo a Bartimeo: è diventato cieco, vive la sua emarginazione seduto lungo la strada
a chiedere l'elemosina: è l'unico modo che ha per sopravvivere.
Sente che il maestro di Nazaret sta per passargli davanti e allora con tutta la forza che ha
grida il suo desiderio di aiuto: “Figlio di Davide, abbi pietà di me”.
Gesù si ferma, lo chiama e gli dice: “Va', la tua fede ti ha salvato”.
“E subito vide di nuovo e lo seguiva lungo la strada”.
Gesù sa che nel desiderio del cieco di vedere si nasconde anche il bisogno di scorgere
una strada che dia un senso alla vita.
Gesù passa attraverso il corpo, guarisce i mali fisici. Ma non si limita ad aiutare i corpi:
libera l'uomo dal peccato e non solo dalla malattia, dalla solitudine e dall'angoscia, e non
soltanto dal bisogno.
L'uomo certo ha bisogno di guarigione e di salute, ma anche di accoglienza, di amore, e di
un senso da dare alla vita.
Ebbene, per Gesù, l'uomo trova il vero senso della vita quando è in armonia con se
stesso, con Dio e con gli altri.
Guarendo il corpo, Gesù vuole aiutare l'uomo a ricentrare la propria vita, a trovare il
significato vero della sua esistenza in questa triplice armonia: in se stesso, con Dio e con
gli altri.
I miracoli evangelici non sono il segno di ciò che Dio può fare di portentoso, perchè in
questo caso susciterebbero stupore, meraviglia, ma non ci comunicherebbero chi è Dio
realmente, perchè Dio non è potenza ma amore.
“Io sono un padre per Israele”, ha detto Dio per bocca del profeta Geremia (1a lettura)
Concludendo possiamo dire che Gesù ha operato molte guarigioni, ma non ha guarito
tutti. Perchè?
Perchè I suoi miracoli volevano essere dei segnali (segni) non delle soluzioni:
prefigurazione del regno di Dio, cioè di una salvezza generale che riguarda tutto l'uomo,
anticipazione di un mondo nuovo.
Non soluzioni, dunque, ma segnali di speranza.