Corso di Finanza Aziendale Corso di Finanza Aziendale
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Corso Corso di di Finanza Finanza Aziendale Aziendale Dott.ssa Roberta Pace Università Politecnica delle Marche a.a. 2007-2008 1 Articolazione del programma Ia Parte Finanza aziendale 9Introduzione alla finanza 9Struttura finanziaria 9Liquidità 9Fonti di finanziamento 9Equilibrio struttura finanziaria 9Formazione del capitale 9Valutazione degli investimenti IIa Parte Teoria di creazione del valore Finanza straordinaria 9Valutazione del capitale economico 9Gestione del valore 9Diffusione del valore 9Fusione 9Trasformazione 9Scissione 9Scorporo 2 Testi consigliati Ia Parte Pochetti G., Finanza aziendale. 1. Le funzioni finanziarie d’impresa, Torino, Utet, 2001. Dispensa sulla riforma del diritto societario IIa Parte Manelli A., Finanza aziendale. 3. Finanza straordinaria, Torino, Utet, 1999. Esclusi: capitolo 9 capitolo 13 Da leggere: § 25, 26, 29, 30, 31, 40, 41, 42, 43, 60, 61, 62, 67, 68 3 La finanza aziendale “Intera complessa gestione dei flussi finanziari endogeni ed esogeni che interessano l’impresa nella operatività che le è propria” Acquisizione di risorse Impiego di risorse EQUILIBRIO DELLA STRUTTURA FINANZIARIA Binomio fontiimpieghi Decisioni di investimento Decisioni di finanziamento Politica dei dividendi 4 LA GESTIONE FINANZIARIA È INDIRIZZATA ALLA SCELTA DELLA STRUTTURA FINANZIARIA OTTIMALE IN RELAZIONE ALLE CARATTERISTICHE AZIENDALI STRUTTURA FINANZIARIA STRUTTURA FINANZIARIA OTTIMALE Complesso e coordinato insieme delle diverse fonti a cui si ricorre per coprire il fabbisogno generato dagli investimenti minimizzazione del costo del capitale acquisito equilibrio “tendenziale” tra l’efficienza marginale degli investimenti e onerosità marginale dei finanziamenti. 5 Evoluzione degli studi Anni venti Primi studi USA – collocamento titoli azionari Crescita dei mercati finanziari Nelle imprese: Mancanza di una funzione finanziaria Funzioni inglobate nell’area amministrativa Anni trenta Crisi finanziaria Necessità di nuove risposte e competenze finanziarie Evoluzione delle imprese Evoluzione del contesto ambientale Evoluzione dei mercati Evoluzione della finanza Obiettivi: Massimizzazion e del profitto Creazione di valore 6 La funzione finanziaria Strategia finanziaria Gestione del fattore capitale: “complesso di atti amministrativi volti all’acquisizione di flussi finanziari esterni nella misura occorrente affinché siano assicurati l’equilibrio economico e finanziario della gestione” Occorre valutare: 9Autofinanziamento 9Liquidità, senza compromettere la redditività (binomio redditività-liquidità) 7 Funzioni svolte in esclusiva dall’area finanziaria 9 Acquisizione di fonti esterne 9 Programmazione e controllo dei pagamenti 9 Gestione degli investimenti finanziari 9 Gestione di tesoreria Funzioni svolte dall’area finanziaria in coordinamento con altre aree Investimenti in materie, scorte, ecc. Area produzione Investimenti in crediti Area commerciale Investimenti in beni durevoli Area tecnica o produzione Investimenti in TFR Area amministrativa 8 Flussi integrati e simultanei Flussi integrati Dall’attività d’impresa emergono flussi di capitale autogenerato (utili non distribuiti) e rigenerato (ammortamenti, capitale accantonamenti) Autofinanziamento Insufficiente a garantire la sostenibilità finanziaria dei processi di sviluppo aziendale Ricorso a fonti esterne di finanziamento per integrare le fonti interne e permettere la crescita aziendale 9 Flussi simultanei Flussi investiti contestualmente alla loro acquisizione e che pertanto non generano movimenti monetari Esempi: 9 acquisti di materie con pagamento differito (debiti); 9 vendita di prodotti con pagamento differito (crediti); 9 aumento di capitale sociale con conferimento di beni in natura; 9 risconti; 9 ammortamenti e accantonamenti; 9 ecc. 10 La struttura finanziaria Definizione La struttura finanziaria è costituita dagli impieghi e dal complesso e coordinato insieme delle fonti di finanziamento cui il management finanziario ricorre per coprire il fabbisogno generato dagli impieghi stessi. Obiettivo: Garantire l’equilibrio durevole della struttura finanziaria attraverso una adeguata correlazione 9Qualitativa 9Quantitativa 9Temporale tra fonti e impieghi. 11 I presupposti Finanziaria della Struttura 9 Fabbisogno finanziario 9 Dimensione aziendale 9 Durata del ciclo produttivo 9 Assetto dell’azionariato 9 Affidabilità del management 9 Settore economico di appartenenza La struttura finanziaria si ottiene attraverso un procedimento di riclassificazione dello Stato Patrimoniale in un’ottica finanziaria e consente di evidenziare le fonti e gli impieghi. impieghi Liquidità immediate e differite fonti fonti elastiche CCL rimanenze IMM attività fisse fonti consolidate capitale proprio FE FC N 12 Il fabbisogno finanziario La gestione aziendale è costituita da un susseguirsi di flussi in entrata e in uscita I flussi in uscita in genere precedono i flussi in entrata Nasce il fabbisogno finanziario Il fabbisogno finanziario è costituito dall’insieme dei mezzi finanziari disponibili per un certo periodo al fine di garantire lo svolgimento economico della gestione Fabbisogno finanziario = totale impieghi 13 Esistono diverse configurazioni di fabbisogno finanziario: fabbisogno finanziario globale impieghi patrimoniali + impieghi economici fabbisogno finanziario lordo fabb. fin. globale – impieghi economici fabbisogno finanzario netto fabb. finanz. lordo autofinanziamento 14 La copertura del fabbisogno finanziario Fabbisogno generato da attività a breve termine fabbisogno corrente (elastico) Fabbisogno generato da attività a mediolungo termine fabbisogno consolidato Fabbisogno finanziario Consolidato Elastico immob. nette + CCL (parte consolidata) CCL copertura Autofinan.to + fonti esterne consolidate Fonti elastiche 15 CCL CCL IMMOBIL. F E FC+CP IMM.NETTE 16 Classificazioni Fonti interne Autofinanziamento Capitale di pieno rischio Fonti esterne Capitale con rischio limitato Finanziamenti consolidati Finanziamenti fluttuanti Disponibilità liquide immediate e differite Capitale circolante Disponibilità finanziarie Capitale immobilizzato 17 Analisi della struttura finanziaria Requisiti per l’equilibrio della SF a. Corretta corrispondenza temporale tra fonti e impieghi Fabbisogno elastico coperto da fonti elastiche – fabbisogno consolidato coperto da fonti consolidate b. Adeguata liquidità Capacità di fronteggiare tempestivamente ed economicamente gli impegni c. Massima redditività Capacità di remunerare congruamente gli azionisti Strumenti per l’analisi della struttura finanziaria 9 Analisi per margini 9 Analisi per indici 9 Analisi per flussi 18 Necessità di rendere omogenei i valori di bilancio Procedimento di riclassificazione dello Stato Patrimoniale e del Conto Economico Riclassificazione dello Stato Patrimoniale Ottica finanziaria Attività Criterio della liquidità Passività Criterio della esigibilità Impieghi Fonti 19 Stato Patrimoniale attivo passivo A crediti verso soci per A patrimonio netto vers. ancora dovuti B fondi per rischi ed B immobilizzazioni oneri C attivo circolante C TFR D ratei e risconti attivi D debiti E ratei e risconti passivi riclassificazione Struttura finanziaria Impieghi Fonti disponibilità liquide imm fonti elastiche dispolibitlità liquide differite fonti consolidate disponibilità finanziarie immobilizzazioni nette capitale proprio 20 Riclassificazione del Conto Economico Conto economico a valore aggiunto Valore della produzione – Consumi – Altri costi di gestione esterni Valore aggiunto – costo del lavoro = M.o.l. – Ammortamenti – Accantonamenti M.o.n. (r.o.) ± Proventi/oneri finanziari Risultato della gestione ordinaria ± Proventi/oneri extracaratteristici Risultato della gestione caratteristica ± Proventi/oneri straordinari Risultato prima delle imposte – Imposte Utile o (perdita) dell’esercizio 21 I. Analisi per margini I margini si ottengono dal confronto delle voci presenti nella struttura finanziaria: DLI = disponibilità liquide immediate DLD = disponibilità liquide differite DF = disponibilità finanziarie IMMN = immobilizzazioni nette FE = fonti elastiche FC = fonti consolidate N = patrimonio netto 1. Il capitale circolante netto (CCN) CCN = CL – FE = DLI + DLD + DF – FE CCN = (N + FC) – IMMN In equilibrio: CCN > 0 22 2. Il margine di tesoreria (MT) MT = CCN – DF = DLI + DLD – FE In equilibrio: MT ≅0 3. Il margine di struttura (MS) MS = N – IMMN È possibile che la SF sia in equilibrio anche con un MS < 0 a condizione che le immobilizzazioni non coperte dal patrimonio netto siano coperte da fonti consolidate. In equilibrio: MS > 0 23 MARGINE DI TESORERIA (MT) POSITIVO POSITIVO NEGATIVO MARGINE DI STRUTTURA (MS) Matrice dei rapporti tra MT e MS NEGATIVO SITUAZIONE OTTIMALE PROBLEMI DI SOLVIBILITA’ SCARSA SOLIDITA’ PATRIMONIALE SITUAZIONE PATOLOGICA 24 CAPITALE CIRCOLANTE NETTO (CCN) POSITIVO POSITIVO NEGATIVO MARGINE DI STRUTTURA (MS) Matrice dei rapporti tra CCN e MS NEGATIVO SITUAZIONE OTTIMALE IPOTESI IMPOSSIBILE SCARSA SOLIDITA’ PATRIMONIALE SITUAZIONE DI ESTREMO PERICOLO 25 CAPITALE CIRCOLANTE NETTO (CCN) POSITIVO POSITIVO NEGATIVO MARGINE DI TESORERIA (MT) Matrice dei rapporti tra CCN e MT NEGATIVO SITUAZIONE OTTIMALE IPOTESI IMPOSSIBILE SCARSA SOLIDITA’ PATRIMONIALE SITUAZIONE CRITICA 26 II. Analisi per indici Si basa sulla costruzione di rapporti aventi un determinato valore segnaletico tra le grandezze che compongono lo stato patrimoniale ed il conto economico riclassificati. Gli stessi margini possono essere espressi sotto forma di rapporto: current ratio = acid test = DLI + DLD + DF FE DLI + DLD FE liquidabilità del capitale investito = rigidità delle fonti = DLI + DLD K K FE 27 indice di autocopertura delle immobilizzazioni = N = IMMN * Indici di solidità grado di copertura delle immobilizzazioni = = N + FC IMMN grado di indipendenza da terzi = N FC + FE * Indici di indebitamento K N ≥ 1 K–N ≥ < N 1 K–N ≤ K 1 28 * Indici di liquidità CV DF medie indice di rotazione del magazzino = CV = costo del venduto indice di rotazione dei crediti = FATTURATO DLDmedie indice di rotazione del capitale investito = = Fatturato Attività medie * Indici di redditività return on equity (ROE) = RN N return on investment (ROI) = ROS = ROI = RO K = RO K RO V X Turnover CI = V K 29 return on debt (ROD) = OF Debitimedi * Indici di sviluppo indice di rinnovo dell’attivo fisso= indice di autofinanziamento = ∆IMMOB. AMMORTAM.TI AUTOFINANZ: ∆IMMOB. * Indici di efficienza produttività del lavoro = produttività delle materie = VPO CL VPO CM VPO = valore della produzione ottenuta CL = costo del lavoro CM = costo delle materie 30 III. Analisi per flussi Analisi delle variazioni intervenute nelle voci di bilancio di due esercizi consecutivi Fondo: Elemento o insieme di elementi del capitale di funzionamento dell’azienda in un dato momento 9 Rendiconto finanziario di CCN o working capital statement 9 Rendiconto finanziario di cassa o cash flow statement 9 Rendiconto finanziario di tesoreria o net cash flow 9 Rendiconto finanziario dei flussi totali o funds flow statement 31 Schema di rendiconto finanziario Impieghi + ∆ DLI + ∆ DLD + ∆ DF + ∆ IMMN - ∆ FE - ∆ FC -∆ N - Distrib. dividendi Fonti + ∆ FE + ∆ FC +∆N - ∆ DLI - ∆ DLD - ∆ DF - ∆ IMMN 32 La liquidità aziendale Definizione La liquidità è la capacità aziendale di fronteggiare in ogni momento ed economicamente gli impegni derivanti dallo svolgersi della gestione. Strumenti di analisi Ex post Rendiconto finanziario delle variazioni di liquidità Ex ante Budget di cassa 33 La riserva di elasticità Strumento atto a fronteggiare esigenze di liquidità repentine, contingenti e imprevedibili, tali da non essere compatibili con i tempi di acquisizione monetaria previsti dal management finanziario. Solo per la copertura di eventi imprevisti Diversa rispetto alla riserva di liquidità di Guatri Obiettivi della riserva di liquidità: 9 far fronte ai nuovi investimenti previsti; 9 coprire il rischio di scostamenti tra andamenti degli investimenti e disinvestimenti; 9 coprire la riduzione prevista e imprevista dei debiti 34 Riserva di liquidità Elementi costitutivi: 9 investimenti durevoli 9 investimenti in attività correnti 9 rimborso di debiti 9 diminuzione del capitale Elementi deduttivi: 9 ricavi di vendite 9 dismissione di attività 9 autofinanziamento generato da utili risparmiati 9 acquisizione di nuovi finanziamenti 35 L’autofinanziamento Definizione L’autofinanziamento esprime la capacità dell’impresa di provvedere in maniera autonoma alla copertura di una parte del fabbisogno generato dalla gestione Fonte interna di finanziamento Profilo patrimoniale Profilo finanziario Riduzione degli oneri finanziari e del rischio Accrescimento netto di risorse Attitudine a soddisfare il fabbisogno, riducendo la dipendenza da terzi 36 Autofinanziamento netto residuale Capitale autogenerato Utili non distribuiti e risparmiati Autofinanziamento netto residuale allargato Autofinanziamento in senso stretto + Capitale rigenerato Utili non distribuiti e risparmiati + Ammortamento + Accantonamenti 37 Determinazione dell’autofinanziamento 1. Metodo analitico Autofinanziamento in senso stretto AF = Unr Autofinanziamento allargato AF = Unr + AM + AC Limite : determinazione possibile solo dopo la chiusura dell’esercizio e l’assegnazione dell’utile 2. Metodo globale AF = ∆INV – ∆IND – CC + RC CC = conferimenti di capitale RC = rimborsi di capitale 38 Autofinanziamento e sviluppo d’impresa * Tasso di sviluppo globalmente sostenibile ∆K AF⋅ ri ∆Ni ⋅ ri ∆ri⋅ Nf g= = + + K K K K 1 2 3 1 Contributo dell’autofinanziamento allo sviluppo 2 Contributo del capitale proprio allo sviluppo 3 Contributo dell’indebitamento allo sviluppo g = tasso di sviluppo globalmente sostenibile K = attivo netto AF = autofinanziamento Ni = capitale netto iniziale Nf = capitale netto finale ri = rapporto di indebitamento (K/N) 39 * Tasso di sviluppo internamente sostenibile gi AF = N Considerando il solo autofinanziamento in senso stretto: UN D gi = − N N UN D UN UN D UN − ⋅ = − ⋅ gi = N N UN N UN N g i = ROE − ROE (d ) = ROE (1 − d ) 40 Considerando la crescita in termini di fatturato, lo sviluppo internamente sostenibile può essere determinato nel modo seguente: K AF ⋅ TSV = V V K = capitale investito V = vendite (fatturato) TSV = tasso di sviluppo delle vendite (∆V/V) AF/V = incidenza dell’autofinanziamento sul fatturato (TAV). Effetto Lohmann-Ruchti Ammortamento = costo non monetario Autofinanziamento Capacità dell’impresa di svilupparsi solo con le quote di ammortamento, evitando o limitando il ricorso a fonti esterne di finanziamento 41 Condizioni: - impianti acquisiti in blocco in un’unica data; - stabilità dei prezzi nell’intero periodo considerato; - politica di ammortamento a quote costanti; - conseguimento di utili e di ricavi sufficienti a garantire la copertura delle quote di ammortamento; - possibilità di espansione della capacità produttiva Critiche: la capacità dell’ammortamento di contribuire allo sviluppo dipende dall’applicazione di aliquote di ammortamento elevate 42 Il cash flow Definizione Il cash flow rappresenta la componente monetaria dell’autofinanziamento e risulta costituito dai flussi di disponibilità monetaria generati dalla gestione. Valutazione della gestione finanziaria Nell’analisi per flussi, il cash flow si rintraccia nel rendiconto finanziario ed in particolare nel rendiconto dei flussi di cassa 43 Cash flow Operazionale + Extra gestionale Cash flow globale ≡ Disponibilità liquide immediate DLIM = CN – DF – DLDF + FE 44 Il cash flow operazionale 9 Cash flow = parte monetaria dell’autofinanziamento 9 Autofinanziamento in condizioni di equilibrio ≡ CN (NWC) NWC = AF = (VE – CE) + ∆RE NWC = net working capital AF = autofinanziamento VE = Ricavi per vendite di esercizio CE = Costi per acquisti e altri costi di esercizio RE = Rimanenze di esercizio Eliminando tutte le componenti non monetarie: CHF = (VE – CE) + ∆RE – ∆RE – ∆CR + ∆DE CHF = VE – CE – ∆CR + ∆DE 45 In equilibrio: NWC CHF NWC CHF 46 Le fonti esterne di finanziamento 9 Generalità sui mercati finanziari 9 Il capitale di pieno rischio 9 Il capitale con rischio limitato 47 I mercati finanziari Le funzioni dei mercati Rapporto diretto - Mercato Unità in surplus Unità in deficit Intermediario 9 Trasferimento di risorse da soggetti/settori in surplus a soggetti/settori in deficit 9 Trasformazione e redistribuzione del rischio 9 Efficiente allocazione delle risorse 48 9 Liquidità dell’impiego dei titoli trattati 9 Riduzione dei costi di transazione 9 Promozione dell’investimento in valori mobiliari Classificazioni Mercato monetario Mercato finanziario Mercato primario Mercato secondario Mercati regolamentati Mercati “over the counter” Mercati con ricerca diretta della controparte Mercati di broker Mercati di dealer Mercati ad asta 49 Efficienza dei mercati Efficienza informativa Disponibilità gratuita per tutti delle stesse informazioni. Formazione di prezzi significativi Efficienza allocativa Capacità di indirizzare i capitali verso gli impieghi più produttivi Efficienza operativa Capacità di operare minimizzando i costi In forma debole Efficienza informativa In forma semi-forte In forma forte 50 Il capitale di pieno rischio Fonti interne di finanziamento Autofinanziamento Integrazione delle fonti Fonti esterne di finanziamento Fonti di finanziamento dirette Capitale proprio Debiti di finanziamento Fonti di finanziamento indirette Debiti di funzionamento 51 rischio illimitato Rendimento Conservazione del capitale Capitale di pieno rischio Autofinanziamento Capitale conferito dai soci contabilmente Patrimonio netto = Capitale sociale + Riserve 52 La riforma del diritto societario: cenni Decreto legislativo n. 6/2003 • Ampliamento delle possibilità di finanziamento • Maggiore flessibilità • Maggiore autonomia statutaria Obiettivo Irrobustire la struttura patrimoniale e finanziaria delle società per azioni, favorendone così la crescita e la competitività e l’eventuale quotazione in Borsa 53 I titoli azionari Valore nominale Distinguere tra: Valore contabile Valore di mercato Diritti connessi Patrimoniali Amministrativi 54 Diritti patrimoniali: 9 diritto al dividendo 9 diritto ad una quota di capitale in caso di liquidazione 9 diritto di opzione Diritti amministrativi: 9 diritto di partecipare all’assemblea 9 diritto di voto 9 diritto di impugnazione delle delibere assembleari; 9 il diritto di richiedere la convocazione dell’assemblea 55 Principali tipologie di titoli azionari previsti dal codice civile prima della riforma: ¾ Azioni ordinarie ¾ Azioni privilegiate ¾ Azioni di risparmio: previste solo per le società per azioni con titoli quotati in Borsa ¾ Azioni di godimento o postergate ¾ Azioni a favore dei lavoratori dipendenti 56 Principali tipologie di titoli azionari previsti dal codice civile dopo l’introduzione della riforma : ¾ Azioni “ideali” (possibilità di escludere l’emissione delle azioni) ¾ Azioni senza valore nominale ¾ Azioni a partecipazione non proporzionale rispetto al capitale conferito ¾ Azioni ordinarie: nella logica della riforma costituiscono la specie residuale 57 ¾ Azioni speciali (rispetto al loro contenuto: esse conferiscono al suo possessore diritti diversi rispetto alle azioni ordinarie): • ad esempio: diversa partecipazione alle perdite • privilegiate nella distribuzione degli utili o nel rimborso del capitale sociale • quelle “create dall’autonomia statutaria” ¾ Azioni emesse a seguito della costituzione di patrimoni dedicati ¾ Azioni correlate, i cui diritti patrimoniali sono associati ai risultati dell’attività sociale in un determinato settore 58 ¾ Azioni di risparmio: previste, come in precedenza, solo per le società per azioni con titoli quotati in Borsa ¾ Azioni di godimento o postergate ¾ Azioni a favore dei lavoratori dipendenti ¾ Azioni con diritto di voto limitato: • prive di diritto di voto • con diritto di voto limitato a particolari argomenti • con diritto di voto limitato al verificarsi di particolari condizioni non meramente potestative • con diritto di voto limitato a una misura massima o disponendo scaglionamenti 59 Remunerazioni ordinarie Utili distribuiti (dividendi) ≠ Utili conseguiti Politica dei dividendi Remunerazioni integrative 1. Capital gain prezzo di vendita – prezzo di acquisto 2. Diritto d’opzione Diritto patrimoniale di sottoscrivere un certo numero di nuove azioni in ragione di quelle possedute, in occasione di un aumento di capitale reale 60 Diritto negoziabile Remunerazione integrativa Determinazione del valore teorico del diritto d’opzione D = valore teorico del diritto di opzione V(ante) = valore delle azioni prima dell’aumento di capitale = prezzo di mercato Pm; V(post) = valore delle azioni dopo l’aumento di capitale ( [ Pm× v) + (Pe× n)] V ( post) = (n + v) v = numero di azioni vecchie necessarie per sottoscrivere n azioni nuove 61 ( [ Pm × v ) + (Pe × n )] D = Pm − (n + v ) ( Pm× n + Pm× v − Pm× v − Pe× n) D= (n + v) D = (Pm × n − Pe × n ) (n + v ) n(Pm − Pe ) D= (n + v ) Con Pm > Pe 62 3. Stock dividend Distribuzione di utili in forma di azioni, mediante un aumento di capitale gratuito e l’utilizzo di riserve 9 Aumento del numero di azioni 9 Aumento dei dividendi 9 Riduzione del valore contabile delle azioni 9 Patrimonio netto rimane invariato 9 Capitale sociale aumenta 4. Conguaglio dividendi Esigenza di stabilizzazione dei dividendi Ricorso a riserve per conguaglio dividendi 63 Remunerazioni ordinarie + remunerazioni integrative = remunerazione globale RGt = Dt + (Pt − Pt −1 ) Dt + (Pt − Pt −1 ) TGRt = Pt −1 La politica dei dividendi Definizione Insieme delle decisioni adottate dal management in relazione alla misura dei dividendi da assegnare agli azionisti 64 Soddisfare gli azionisti Due esigenze Walter Modiglian i e Miller Autofinanziamento Reinvestimento degli utili in azienda fino a quando la redditività degli investimenti è superiore al saggio di capitalizzazione del mercato Indifferenza della politica dei dividendi 65 Le variabili nella gestione del capitale di rischio Fattori qualitativi: 9 anzianità della società 9 settore economico 9 espansione e penetrazione commerciale 9 appartenenza ad un gruppo 9 ricorrenza ad operazioni di financial promotion Fattori quantitativi: 9 Consistenza patrimoniale 9 Entità e stabilità dei dividendi 9 Indice di quotazione delle azioni 9 Earning per share 9 Rapporto tra cash earning e numero delle azioni 9 Rapporto tra MOL e numero delle azioni 9 Tasso di rotazione delle azioni 66 In particolare: * Entità e stabilità dei dividendi Pay out ratio = Dividendi / Utili * Indice di quotazione delle azioni Pmc IAzc = × 100 Pmo Pmc = prezzo di mercato dell’azione Pmo = prezzo dell’azione alla data base di riferimento * Earning per share Utile / numero delle azioni 67 * Indice di rotazione delle azioni nTaz Traz = Σ az nTaz = numero delle azioni trattate nel periodo Σaz = totalità delle azioni costituenti il capitale sociale 68 Il Il capitale capitale con con rischio rischio limitato limitato Acquisizione di capitale di debito A breve termine A medio/lungo termine Aperture di credito Anticipazioni garantite Prestito obbligazionario Riporto Leasing finanziario Sconto commerciale Factoring Mutuo TFR Credito mercantile Strumenti derivati 69 Il prestito obbligazionario Obbligazioni Definizione Titoli di credito rappresentativi di quote di indebitamento che attribuiscono al possessore la qualifica di creditore della società emittente ed il diritto di ricevere una remunerazione periodica fissa ed il rimborso del capitale a scadenza Il legislatore introduce fondamentali modifiche all’istituto delle obbligazioni Scopo 9 Attenuare i limiti all’emissione di prestiti obbligazionari 9 Attribuire la competenza all’emissione, in linea principale, agli amministratori e non più, come accadeva precedentemente, all’assemblea straordinaria 70 9 I nuovi limiti all’emissione delle obbligazioni sono pari alla somma non eccedente il doppio del capitale sociale, della riserva legale e delle riserve disponibili, risultanti dall’ultimo bilancio approvato 9 Quindi, i nuovi limiti ampliano notevolmente la possibilità di contrarre prestiti consolidati 9 Si può, quindi, rilevare un aggravamento del rischio per i creditori sociali, poiché aumenta la massa di debito che l’impresa può acquisire. 9 Infatti, nella precedente formulazione la società non poteva emettere prestiti che superassero il valore del capitale versato ed esistente, secondo l’ultimo bilancio approvato 71 Ipotesi in cui era possibile superare i limiti prima della riforma: 9 Obbligazioni garantite da ipoteca su immobili di proprietà sociale, fino a due terzi del loro valore 9 Eccedenza del valore del prestito obbligazionario garantita da titoli nominativi emessi o garantiti dallo Stato, ovvero da equivalente credito di annualità o sovvenzioni a carico dello Stato o di enti pubblici 9 Il ricorrere di particolari ragioni che interessano l’economia nazionale 72 Ipotesi in cui è possibile superare i limiti dopo la riforma: 9 obbligazioni garantite da ipoteca di primo grado su immobili di proprietà della società fino a due terzi del loro valore 9 il ricorrere di particolari ragioni che interessano l’economia nazionale (come nella precedente formulazione) 9 eccedenza sottoscritta da investitori professionali (per es.: intermediari autorizzati, società di gestione del risparmio, Sicav, fondi pensione, compagnie di assicurazione, banche), con l’obbligo a loro carico di rispondere della solvenza della società nei confronti di acquirenti che non siano investitori professionali 9 illimitata l’emissione di obbligazioni da parte di società quotate in mercati regolamentati, per le obbligazioni quotate negli stessi o in altri mercati regolamentati 73 Notevole ampliamento dei casi di superamento dei limiti all’emissione dei prestiti obbligazionari favorisce il finanziamento delle società per azioni aumenta il rischio per gli obbligazionisti Tuttavia, il rischio per gli obbligazionisti è in qualche modo compensato dalla presenza di investitori professionali responsabili dell’insolvenza societaria o dalla maggiore liquidità dei titoli obbligazionari trattati in mercati regolamentati 74 Motivazioni: 9 attuare una raccolta finanziaria diretta 9 pianificare le uscite monetarie 9 assenza di garanzie reali 9 riequilibrio della struttura finanziaria sbilanciata verso l’indebitamento a breve 9 incrementare in taluni casi la raccolta di capitale a rischio pieno (obbligazioni convertibili e con warrant) modalità di collocamento: 9 diretto 9 tramite istituti bancari (credito mobiliare) 9 tramite merchant banks Fisso Rendimento Variabile 75 PRESTITO OBBLIGAZIONARIO Limite quantitativo MUTUO Limite: merito creditizio/garanzie Maggiore facilità di Istruttoria rigida e accesso al finanziamento complessa Utilizzo libero dei flussi Collegamento tra flussi ed impieghi Diverse forme tecniche Tipologie di obbligazioni * deep discount bonds 9 Rendimenti bassi o nulli 9 Rimborso elevato a scadenza 76 * coupon stripping Separazione tra cedole e mantello Zero coupon * obbligazioni bull and bear Rendimento fisso Suddivisione del prestito Rendimento variabile * obbligazioni drop lock Titolo a reddito variabile con rendimento minimo assicurato. Se il tasso scende sotto il minimo Reddito fisso 77 * obbligazioni convertibili 9 Convertibili in azioni a determinate scadenze 9 Divieto di emissione sotto la pari 9 Possibilità di consolidamento del finanziamento * obbligazioni con warrant 9 Facoltà di sottoscrivere nuove azioni o obbligazioni * obbligazioni a rata costante e durata variabile 9 Pagamento di una rata costante (capitale + interessi) 9 Durata variabile in funzione dell’andamento dei tassi di interesse 78 * obbligazioni di partecipazione 9 Rendimento in parte fisso e in parte variabile (utili in prededuzione) * obbligazioni postergate 9 Postergate nel rimborso in caso di liquidazione 9 Rimborso prioritario rispetto al capitale di rischio 79 Onerosità del P.O. 9 Disaggio di emissione 9 Rendimento offerto 9 Costi di collocamento • Spese per certificati e attestazioni • Spese di stampa e bollatura • Spese di pubblicazione • Costi di marketing • Costi relativi all’OPV e/o OPS • Commissioni • Imposte di registro per assemblee straordinarie • Costi organizzativi 80 Trattamento fiscale Obbligazioni con scadenza inferiore a 18 mesi Imposta del 27% su interessi e proventi a titolo di acconto o di imposta Obbligazioni con scadenza superiore a 18 mesi Imposta del 12,50% 81 Il mutuo a m/l termine * Mutui fondiari e edilizi a lungo termine (10 – 20 anni) Finanziare il fabbisogno corrente di aziende con cicli produttivi molto lunghi * Mutui a medio termine (18 mesi – 10 anni) Finanziarie l’acquisizione di beni strumentali 82 Istruttoria Verifica condizioni economiche, finanziarie e patrimoniali Garanzie Reali (ipoteca, privilegio, ecc.) + eventuali garanzie di terzi (reali o personali) Sovvenzione cambiaria 9 Rilascio di cambiali con scadenze scaglionate a seconda del piano di ammortamento 9 Scadenza tra 5 e 10 anni 9 Obbligatoria per la concessione di alcuni prestiti agevolati 83 Il leasing Definizione Contratto mediante il quale un’azienda o un intermediario finanziario (locatore) acquista un determinato bene mettendolo a disposizione dell’utilizzatore (locatario) in cambio del pagamento di un canone periodico. Possibilità di riscatto al termine del contratto LEASING operativo finanziario 9 Assimilabile al noleggio 9 Leasing “a caldo” 84 Leasing finanziario Acquista il bene Società finanziaria Cede in leasing il bene Produttore del bene Paga i canoni periodici Locatario Al termine del contratto può riscattare il bene 85 Vantaggi: 9 non “appesantisce” la struttura finanziaria 9 consente di fronteggiare il rischio di obsolescenza 9 istruttoria semplificata (rispetto al mutuo) 9 deducibilità fiscale dei canoni (non ai fini IRAP) Svantaggi: 9 elevata onerosità dei canoni 9 costi di manutenzione e assicurazione a carico del locatario 86 Aspetti contabili del leasing conto economico stato patrimoniale Canoni periodici tra i costi d’esercizio Inserimento del contratto nei conti d’ordine Il bene non figura tra le attività Dopo il riscatto Iscrizione del bene nell’attivo dello SP 87 varie configurazioni di leasing * lease back Vende il bene azienda società di leasing Cede il bene in leasing * leveraged leasing 9 Il locatore ricorre a terzi finanziatori per l’acquisto del bene 9 Percepisce i canoni 9 Restituisce interessi e capitale * lease purchase 9 Come il precedente ma con l’intervento di un intermediario (trustee) 88 * dummy corporation 9 La funzione del trustee è svolta da una società di comodo che emette obbligazioni o certificati sottoscritti dagli investitori * blanket-lease 9 Accordo tra le parti per la conclusione di contratti successivi per l’acquisizione e la locazione di un complesso di beni * leasing azionario 9 Come il lease back ma con oggetto un pacchetto azionario 89 * leasing adossè Vende il bene azienda Cede il bene in sub-locazione società di leasing Cede il bene in leasing azienda sublocatrice 90 Il trattamento di fine rapporto Accantonamenti periodici sulle retribuzioni 9Acquisizione di capitale indiretta 9Finanziamento a medio-lungo termine Riforma del sistema pensionistico d.lgs. 124/93 Introduzione FONDI PENSIONE Progressiva riduzione del TFR 91 Le forme di finanziamento a breve termine 9 Ricorso alle banche 9 Scadenza non superiore ai 18 mesi 9 Istruttoria di fido Dipende da: • forma giuridica dell’azienda • localizzazione • settore di appartenenza • dimensioni • numero di dipendenti • finanziamento richiesto • ecc. Principi: • limitazione dei fidi • frazionamento dei rischi quantitativo qualitativo 92 Fasi dell’istruttoria: 9 esame dei dati e dei documenti presentati 9 analisi del settore di appartenenza 9 analisi di bilancio 9 sintesi delle analisi 9 determinazione della linea di fido 93 Le aperture di credito Definizione (art. 1842 c.c.) Contratto mediante il quale la banca si obbliga a tenere a disposizione dell’altra parte una somma di denaro per un dato periodo di tempo o a tempo indeterminato. Aperture di credito Per cassa Per firma 94 Le aperture di credito per cassa A scadenza determinata A seconda della durata A scadenza indeterminata Stagionali o di campagna Le aperture di credito per firma * accettazioni bancarie Il cliente spicca tratta sulla banca Carta “eccellente” Facilità di negoziazione 95 * credito documentato Banca ordinante Banca emittente Ordina l’apertura di credito Apre il credito Importatore Esportatore Utilizzo 9Clausola D/A 9Clausola D/P 96 Le anticipazioni garantite Definizione Operazioni di finanziamento assistite da garanzie reali costituite da pegno su titoli (anticipazioni su titoli) o su merci (anticipazioni su merci) di proprietà dell’azienda richiedente. A scadenza fissa Modalità di erogazione In conto corrente 97 Le anticipazioni su titoli Cede i titoli in pegno AZIENDA BANCA Anticipa il valore dei titoli meno lo scarto 9Titoli facilmente negoziabili 9Scarto applicato in funzione dei titoli (maggiore per azioni) 98 Le anticipazioni su merci Requisiti delle merci: 9 negoziabilità 9 liquidabilità 9 facilità di immagazzinamento 9 non deperibilità 9 prezzi stabili Magazzini Generali Titoli rappresentativi delle merci Fede di deposito Proprietà delle merci Nota di pegno Diritto di concedere pegno 99 Il riporto Definizione (art. 1548 c.c.) Contratto con il quale una parte (riportatore – banca) acquista la proprietà dei titoli trasferiti dal riportato (azienda) contro versamento di una cifra; il riportato si impegna a riacquistare ad una certa scadenza titoli della stessa specie contro restituzione di un prezzo stabilito. 1.Vende titoli al prezzo a pronti AZIENDA / RIPORTATO 2. Concede finanziamento 3.Riacquista titoli al prezzo a termine BANCA / RIPORTATORE 100 prezzo a pronti = prezzo a termine riporto alla pari prezzo a pronti < prezzo a termine riporto in senso stretto prezzo a pronti > prezzo a termine riporto con deporto Caratteri dell’operazione: 9 garanzia strumentale 9 la banca può disporre dei titoli 9 restituzione di titoli della stessa specie 9 durata max: 135 giorni 9 documento: fissato bollato 101 diritti connessi ai titoli diritti patrimoniali Spettano al riportato / azienda diritti amministrativi Spettano al riportatore / banca 102 Lo sconto commerciale Definizione (art. 1558 c.c.) Contratto con il quale una parte (azienda) cede uno o più crediti commerciali (cambiali) alla banca, la quale anticipa il valore del titolo applicando un tasso di interesse. 1.Cessione del credito S.B.F. AZIENDA BANCA 2.Accredito del netto ricavo Netto ricavo = valore della cambiale – commissioni e interessi 103 requisiti di bancabilità formali 9 Presenza di due firme 9 Compilazione completa degli effetti 9 Scadenza inferiore a 4 mesi 9 Regolarità del bollo sostanziali 9 Bontà delle firme 9 Natura commerciale degli effetti Effetti sulla struttura finanziaria Permutazione di voci Aumento di cash flow Capitale circolante invariato 104 Il factoring Definizione Contratto con il quale una azienda cede tutti i suoi crediti o una parte di essi ad una società specializzata (factor), la quale anticipa il valore del titolo e provvede a gestire e ad incassare i crediti stessi. 9 non solo anticipazione, ma gestione dei crediti 9 non solo cambiali commerciali, ma tutti i crediti 105 cessione del credito pro-soluto pro-solvendo Rischio a carico del factor Rischio a carico dell’impresa cedente Cashing receuvables financing Maturity factoring New style factoring Undisclosed factoring Confidential factoring 106 SCONTO SOLO EFFETTI FACTORING TUTTI I CREDITI COMMERCIALI CONCESSIONE DI FIDO IMPORTO MAX: MONTE- CASTELLETTO SCONTO CREDITI CESSIONE “SALVO BUON CESSIONE PRO-SOLUTO O FINE” PRO-SOLVENDO SOLO ANTICIPAZIONE INTERA GESTIONE EFFETTI EFFETTI 107 Gli Gli strumenti strumenti finanziari finanziari derivati derivati Definizione Lo strumento derivato è un’attività reale o finanziaria il cui valore/rendimento è strettamente correlato ad un’altra attività, definita principale o sottostante Finalità Copertura dai rischi (hedging) Strategie speculative 108 Gli strumenti derivati: 9 financial futures 9 options 9 swaps I financial futures Definizione Il Future è un contratto “standardizzato” fra due parti, aventi per oggetto la compravendita di beni (commodities) o attività finanziarie ad una data prestabilita. 109 Standardizzazione: struttura condizioni e clausole uniformi e immutate 9 Data di consegna 9 Attività scambiate 9 Prezzo 9 Quantità trattate Mercato regolamentato Art. 1 D.Lgs 58/1998 (Testo Unico della Finanza) 9 Contratto 9 Mercati regolamentati 9 Sufficiente liquidità 9 Clearing House 9 Initial margin 9 Marking to market 110 FORWARD FUTURE CONDIZIONI CONTRATTO CONTRATTUALI STABILITE STANDARDIZZATO DALLE PARTI NEGOZIATI “OVER THE NEGOZIATI IN MERCATI COUNTER” REGOLAMENTATI RISCHIO DI INSOLVENZA CLEARING HOUSE: ELIMINA RISCHIO DI INSOLVENZA LIQUIDAZIONE ALLA MECCANISMO DEL SCADENZA MARKING TO MARKET FUTURE Esclusivamente speculativo Alto grado di leverage 111 * Stock index futures Impegno a liquidare o riscuotere una somma S S = (IB – Pr) Coef IB = valore dell’indice di Borsa alla scadenza Pr = prezzo dei futures alla conclusione del contratto Coef = coefficiente di valutazione costante Esempio A acquista STOCK INDEX FUTURES sul MIB 30 (FIB 30) Scadenza 4 giorni 45.000 punti (un punto vale 5 euro) = posizione da 225.000 euro initial margin 8% = 18.000 B vende alle stesse condizioni A + 5.000 1° giorno Quotazione 46.000 B – 5.000 2°giorno Quotazione 46.500 A + 2.500 B – 2.500 112 B deve integrare il margine * Interest rate futures Impegno ad acquistare o vendere a termine titoli a reddito fisso con determinate caratteristiche e un prezzo stabilito Copertura contro variazioni dei tassi di interesse * Currency futures Impegno ad acquistare o vendere a termine valuta estera ad un cambio stabilito Copertura contro variazioni dei tassi di cambio 113 Le options Definizione Contratto che conferisce all’acquirente, dietro il pagamento di un premio, il diritto di acquistare o vendere a scadenza attività finanziarie o reali ad un prezzo prefissato (strike price). OPTION CALL Diritto di acquisto OPTION PUT Diritto di vendere Dati: Vm = valore di mercato dei titoli Sp = strike price 114 Alla scadenza: Vm > Sp 1 . Option CALL Option PUT Esercizio opzione NO esercizio opzione Opzione “in the money” Opzione “out of the money” 115 2 . Vm = Sp Option CALL Option PUT Indifferenza Indifferenza Opzione “at the money” Opzione “at the the money” 116 Vm < Sp 3 . Option CALL Option PUT NO esercizio opzione Esercizio opzione Opzione “out of the money” Opzione “in the money” determinazione del profitto OPTION CALL P = [Vm – (Sp + p)]n OPTION PUT P = [Sp – (p + Vm)]n P = profitto n = numero di titoli p = premio 117 Opzione call Acquisto RE 0 Sp Sp + P Vm - P Vendita RE P 0 Sp Sp+P Vm 118 Opzione put Acquisto RE Sp – P 0 Sp – P Vm Sp P Vendita RE P 0 Sp – P Sp Vm Sp - P 119 Tipologie * Currency options Diritto ad acquistare o vendere valuta ad un prezzo stabilito Copertura contro il rischio di cambio * Interest rate options 9Interest rate cap 9Interest rate floor 9Interest rate collar Copertura contro variazioni del tasso di interesse 120 Gli Swaps Definizione Contratto mediante il quale due soggetti assumono l’impegno di scambiarsi flussi finanziari su interessi e/o valute ad un scadenza determinata. * interest rate swap Impegno a scambiarsi alla scadenza flussi differenziali di tassi di interesse derivanti da un finanziamento Copertura contro variazioni dei tassi 121 * Currency swap Impegno a scambiarsi alla scadenza flussi valuta comprensivi di interessi e capitale Copertura contro variazioni dei cambi 122 equilibrio equilibrio ee variazioni variazioni della della struttura struttura finanziaria finanziaria Variazioni nel rapporto di indebitamento Variazioni incidenza dei costi fissi Leva finanziaria Leva operativa Leva combinata 123 La leva operativa Definizione Per manovra della leva operativa si intende l’azione volta all’incremento degli utili di gestione mediante l’ampliamento della produzione e degli investimenti (aumento costi fissi). Aumento dei costi fissi Aumento di produzione e vendita Aumento della redditività Aumento della rigidità della SF Aumento rischio economico-aziendale Correlazione con la brek-even analysis 124 R R, F, CV, CT profitto C T CV perdita F Q R = ricavi totali CT = costi totali CV = costi variabili F = costi fissi Un aumento dei costi fissi 125 R R, F, CV, CT profitto perdita C T CV F Q Il grado di leva operativa Q( P − V ) GLO = Q( P − V ) − F Incide su Reddito operativo 126 Il grado di leva finanziaria Q(P −V ) − F Q(P −V ) − F − I Incide su Reddito netto L’effetto leva totale Q(P −V ) Q(P −V ) − F ⋅ Q(P −V ) − F Q(P −V ) − F − I Effetto leva Q( P − V ) Q ( P − V ) − F − I Totale 127 Rigidità/elasticità della struttura finanziaria grado di rigidità K GR = ≥1 FE grado di elasticità FE ≤1 GE = K−N 128 La La manovra manovra della della leva leva finanziaria finanziaria Definizione Per manovra della leva finanziaria si intende il complesso degli interventi tendenti al controllo delle variazioni del grado di indebitamento al fine di mantenerlo a livello ottimale in un quadro di massima redditività. Occorre considerare: 9 alternative di indebitamento 9 condizioni di equilibrio della SF 9 liquidità aziendale 9 capacità di acquisire capitale 9 capacità di gestire il capitale 9 capacità di controllo 129 Grado di indebitamento K N ≥ 1 K−N K = −1 ≥ 1 N N K−N N = 1− ≤ 1 K K Rn = reddito netto Ro = utile operativo K = capitale medio investito ROI = return on investement ROE = return on equity Of = oneri finanziari (K – N ) i; Ot = oneri tributari N = capitale proprio i = saggio di interesse Of/(K – N) t = aliquota d’imposta Irpeg. 130 Rn = Ro – Of – Ot Rn = (Ro – Of) – (Ro – Of)t Rn = (Ro – Of) (1 – t) Sapendo che: Ro = K x ROI Of = (K – N) i Rn = [(K x ROI) – (K – N) i] (1 – t) Dividendo per N Rn (K × ROI ) (K − N ) i (1 − t ) = − N N N 131 (K × ROI ) K − − 1i (1 − t ) ROE = N N K K ROE = × ROI − i + i (1 − t ) N N K ROE = (ROI − i ) + i (1 − t ) N Effetto leva semplice ROI – i Effetto leva ponderato K (ROI – i ) N 132 Effetto positivo della manovra ROI – i > 0 ROI > i ROE, ROI, i ROE ROI i K/N Aumento dell’indebitamento Aumento della redditività LIMITI 133 Effetto nullo della manovra ROI – i = 0 ROI = ROE = i ROE, ROI, i i=ROI=ROE K/N Punto critico indifferenza Capitale proprio Capitale di debito 134 Effetto negativo della manovra ROI – i < 0 ROI < i ROE, ROI, i i ROI K/N ROE >0 ROE =0 Punto ipercritico <0 Erosione capitale 135 Punto ipercritico ROE = 0 Individuare ROI* minimo tale che K ROE = (ROI * −i ) + i = 0 N K K ROE = i + ROI * − i = 0 N N K K ROI * = i − i N N N ROI* = i − i K K−N ROI * = i ⋅ K 136 Effetto paratasse oneri finanziari Dividendi Deducibili Non deducibili Vantaggio fiscale Maggiore effetto leva 137 La La formazione formazione del del capitale capitale investito investito Investimenti in beni durevoli Progetti di investimento Investimenti in aziende Profilo economico Accrescimento dell’utilità dei beni utilizzati nella produzione Profilo finanziario Trasferimento di risorse nel tempo (flussi in entrata e flussi in uscita) 138 Valutazione degli investimenti orizzonte di m/l termine flussi di cassa proiettati nel tempo omogeneizzazione dei flussi attualizzazione (valore finanziario del tempo) 139 Principi e criteri di valutazione 9 Tutti i flussi di cassa 9 Flussi di cassa omogenei (attualizzazione) 9 Selezione dei progetti che max il valore 9 Principio dell’additività n V = ∑vj j =1 140 I criteri aritmetici Periodo di recupero PR Tasso di rendimento medio TRM matematicoattuariali Valore attuale netto VAN Tasso interno di rendimento TIR 141 Il periodo di recupero o Pay back period PR = Investimento iniziale Flusso annuale di recupero Flusso costante: condizione poco realistica Budget economico flusso di recupero reddito netto + ammortamento 142 Esempio Investimento (anno 0) = € 150.000 Flussi di recupero flussi cumulati anno 1 € 55.000 € 55.000 anno 2 € 40.000 € 95.000 anno 3 € 40.000 € 135.000 anno 4 € 30.000 € 165.000 L’investimento è recuperato dopo tre anni e mezzo: € (15.000 / 30.000) x 365 = 182,5 giorni 143 Limiti del PR • trascura l’ottica economica • non considera i flussi successivi al PR • soggettività nella determinazione del PR accettabile • non considera il valore finanziario del tempo Vantaggi • facilità di calcolo 144 Il tasso di rendimento medio – TRM RN TRM = K RN = reddito medio annuale netto = reddito netto + oneri finanziari K = investimento • cut-off rate • semplicità di calcolo • non considera il valore finanziario del tempo • criterio di impostazione economica 145 I criteri matematico attuariali VAN TIR Valore finanziario del tempo Attualizzazione Fattore di attualizzazione Scelta di “i” 146 Il valore attuale netto (VAN) o Net present value (NPV) n VAN = ∑ t =1 FIRt (1 + i ) t − FIU 0 FIR = flussi finanziari di recupero t = periodo di realizzazione dei flussi i = tasso di attualizzazione FIU = flusso finanziario di uscita. Con flussi in uscita frazionati nel tempo: n VAN = ∑ t =1 FIR FIRt n (1 + i ) t −∑ t =0 FIU t (1 + i ) t reddito netto + ammortamenti + oneri finanziari 147 ·VAN = 0 ⇒ redditività pari al tasso di attualizzazione; VAN > 0 ⇒ redditività superiore al tasso di attualizzazione; VAN < 0 ⇒ redditività inferiore al tasso di attualizzazione. relazione inversa tra VAN e tasso di attualizzazione VAN i 148 Il VAN 9 utilizza tutti i flussi di cassa 9 prevede l’attualizzazione degli stessi 9 permette la scelta del progetto che garantisce la creazione di nuovo valore per l’impresa 9 rispetta il principio dell’additività. 149 VAN espresso in termini assoluti In termini relativi = Profitability Index n ∑ FIR (1 + i ) −t t PI = t =1 FIU 0 n PI = −t ( ) ∑ FIRt 1 + i t =1 n ∑ FIU t (1 + i ) −t t =0 150 il calcolo del VAN: un esempio costo dell’investimento = 6.500 Euro tasso di attualizzazione i = 12% I dati relativi ai flussi di recupero connessi all’investimento si determinano a partire dal Budget FLUSSI I II III IV V Reddito netto 964 1.024 1.030 1.188 1.985 Ammortamenti 1.300 1.300 1.300 1.300 1.300 Autofinanziamento 2.264 2.324 2.330 2.488 3.285 530 540 555 580 600 2.794 2.864 2.885 3.068 3.885 Oneri finanziari Flussi da attualizzare VAN = 2.794(1 + 0,12)-1 + 2.864(1 + 0,12)-2 + 2.885(1 + 0,12)-3 + + 3.068(1 + 0,12)-4 + 3.885(1 + 0,12)-5 – 6.500 = = 10.964 – 6.500 = 4.464 151 Il tasso interno di rendimento TIR n ∑ FIR t VAN = FIU 0 − t =1 (1 + x ) t =0 n ∑ FIR t FIU 0 = t =1 (1 + x ) t 9 Incognita “X” = tasso di attualizzazione 9 Cut-off rate 152 Confronto tra VAN e TIR VAN TIR i Se TIR > i L’investimento rende di più rispetto al costo del finanziamento Se TIR < i L’investimento rende meno rispetto al costo del denaro 153 Limiti del TIR: 9 configurazioni dei flussi di cassa 9 TIR multipli 9 dimensione scalare dell’investimento 9 problema del tempo 154 configurazione dei flussi di cassa I flussi positivi precedono quelli negativi (accensione di un prestito) Esempio Flusso al tempo 0 = 200 Flusso al tempo 1 = - 260 i = 15% VAN = 200 – 260(1 + 0,15)-1 = - 26 TIR = 30% 155 VAN TIR = 30% i -60 Se TIR > i Il VAN è negativo e quindi il progetto deve essere rifiutato Se TIR < i Il VAN è positivo e quindi il progetto deve essere accettato 156 I TIR multipli Flussi di cassa con segni alterni Esempio: flusso 0 = - 100 flusso 1 = 310 flusso 2 = -220 TIR1 =10% TIR2 = 100% VAN TIR1 TIR2 i 157 Possibile soluzione Scelta di un tasso di accettazione minimo Attualizzazione dei flussi di cassa negativi fino a quando trovano capienza nei flussi positivi 158 dimensione scalare dell’investimento TIR = valore relativo Non considera la dimensione dell’investimento Difficoltà nel valutare investimenti alternativi 159 Esempio i = 12% FC 0 FC1 VAN TIR % Inves.to A - 500 2000 1.286 300 Inves,to B - 1.200 3.500 1.925 192 FC FC1 VAN TIR % 1.500 640 114 Inves.to incrementale (B – A) 0 - 700 160 problema del tempo Investimenti alternativi con medesimi flussi di esborso iniziali, ma con flussi di recupero nettamente diversi Esempio: i = 5% FC0 FC1 FC2 TIR VAN Investimento A - 200 40 220 15,35 37,63 Investimento B - 200 200 50 20,7 35,8 Van 60 VanA > VanB 50 VanB > VanA TirB TirA B i A VANA = VANB ⇒ i = 6,25% 161 Si fa ricorso alla logica del calcolo incrementale Inves.to increme ntale (A – B) FC0 FC1 FC2 TIR VAN 0 - 160 170 6,25 1,8 162 Gli investimenti in circolante lordo 9 Scorte di magazzino 9 Crediti 9 Disponibilità liquide 163 Gli investimenti in scorte Due aspetti da contemperare Continuità del ciclo produttivodistributivo Risvolto economicofinanziario obiettivo Individuare un quantitativo di scorte funzionale, capace di minimizzare i costi lotto minimo economico 164 Il lotto minimo economico Costi di gestione delle scorte costi di mantanimento CMT = CM ⋅ Q 2 costi di ordinazione + COT = TO ⋅ CO Q costo totale delle scorte CTS = CM ⋅ Q TO ⋅ CO + 2 Q Funzione da minimizzare 165 Calcolare la derivata prima della funzione e porla = 0 δCTS CM TO ⋅ CO = − =0 2 2 δQ Q 2 CMQ − 2TO − CO = 0 2TO ⋅ CO Q = CM 2 Q* = 2 TO ⋅ CO CM 166 Graficamente: Costi Costi totali Costi di mantenimento Costi di ordinazione Q* Quantità 167 Gli investimenti in crediti Credit manager Programmare una politica del credito commerciale compatibile con Processo approvvigionamen to-produzionevendita Economicità e liquidità della gestione Strategie del credito dei concorrenti 168 Analisi della gestione del credito Sistema di indicatori e analisi Costo e rendimento del credito Turnover crediti Tempo medio di giacenza Indice di composizione del circolante Age analysis 169 Costo e rendimento del credito Maggior volume di vendite Rendimento Costi di gestione Costi Costi di adeguamento al livello di produzionevendita Valutazione della convenienza di una politica del credito Logica differenziale ∆E = ∆R − ∆C ∆ E = risultato economico differenziale ∆R ∆C = ricavi differenziali = costi differenziali 170 Gli investimenti in disponibilità liquide Motivazioni per l’investimento in liquidità: 9 transattive 9 precauzionali 9 speculative Obiettivo Costante riferimento al problema redditività - liquidità 171 Strumenti del mercato monetario: 9 Buoni Ordinari del Tesoro (BOT) 9 Depositi interbancari 9 Accettazioni bancarie 9 Commercial papers 9 Certificati di deposito 9 Pronti contro termine 9 Strumenti derivati 9 Quote di fondi comuni di investimento 172 Pianificazione e programmazione finanziaria 9Antecedente CONTROLLO 9Concomitante 9Consuntivo PIANIFICARE Processo attraverso il quale si formulano le previsioni per l’azienda, individuando le scelte necessarie al conseguimento degli obiettivi PIANIFICAZIONE FINANZIARIA Valutazione delle decisioni di investimento e finanziamento PIANO FINANZIARIO 173 Pianificazione 3-5 anni Programmazione 1 anno Budget finanziario Fasi della programmazione e pianificazione 9 Informativa 9 Di elaborazione 9 Applicativa 174