Certificazione ISO 9001: obbligo ed opportunità
Transcript
Certificazione ISO 9001: obbligo ed opportunità
Certificazione ISO 9001: obbligo ed opportunità In: Apparecchi Intrattenimento, Automatico, Aziende, Newslot, Videogames 22 marzo 2012 - 09:21 L’articolo 3 comma 2, combinato con l’articolo 5 comma 3b) del Decreto Direttoriale del Ministero dell’Economia e delle Finanze prot. N.2011/11181/ADI del 5 aprile 2011 ha disposto che il requisito del possesso della certificazione di qualità ISO 9001 ai fini della iscrizione obbligatoria nell’Elenco degli operatori riguarda i produttori, importatori e soggetti incaricati della manutenzione di apparecchi, schede di gioco, videoterminali e sistemi di gioco e che i processi coinvolti sono: • • • progettazione delle schede di gioco, degli apparecchi di gioco, dei videoterminali, dei sistemi di gioco e di tutte le periferiche ad essi connessi; realizzazione e produzione delle schede di gioco, degli apparecchi di gioco, dei videoterminali, dei sistemi di gioco e di tutte le periferiche ad essi connessi, ivi incluso il software necessario al loro funzionamento; manutenzione delle schede di gioco, degli apparecchi di gioco, dei videoterminali, dei sistemi di gioco e di tutte le periferiche ad essi connessi. Tale disposizione è stata poi ribadita dall’Articolo 5, comma 6b) del Decreto Direttoriale del Ministero dell’Economia e delle Finanze prot. N.2011/31857/Giochi/ADI del 9 settembre 2011. Il comma 7 dello stesso Decreto precisa poi opportunamente che “La certificazione di qualità ISO 9001:2008 è richiesta per tutte le attività di manutenzione sulle schede di gioco e sui sistemi di gioco con i relativi videoterminali e per le attività di manutenzione relative ad interventi di riparazione o sostituzione degli apparecchi e delle componenti degli stessi, soggette a verifica tecnica di conformità”. Ne consegue che l’obbligo della certificazione ISO9001 sussiste per tutti gli operatori che nella Richiesta di iscrizione nell’elenco (modello RIES/C6) si siano identificati in una o più delle attività previste dalla Sezione C, Sottosezione a), cioè: • • • • • Produttore apparecchi comma 6 lett. a). Produttore sistemi di gioco/videoterminali comma 6 lett.b). Produttore schede di gioco Importatore Manutentore. Pertanto l’obbligo sussiste, per esempio, anche per i gestori/terzi incaricati che si identificano come Manutentori nel modello RIES/C6. Questo è l’attuale quadro normativo. Ma la mia convinzione profonda è che la creazione di un valido sistema di gestione per la qualità contribuisce in concreto a garantire ed a migliorare nel tempo la qualità del prodotto e del servizio, quindi ad incrementare il grado di soddisfazione del cliente, cioè ad ottenere il vero scopo esterno del sistema aziendale, e, nello stesso tempo, permette all’impresa di ottenere risultati economici tendenzialmente migliori, che è il vero scopo interno di quel sistema . Tale convinzione è supportata dai fatti, cioè dai casi concreti delle aziende che hanno creduto con me nella bontà del progetto e ne hanno beneficiato. Quando una convinzione esiste, si differenzia da un’opinione e da una credenza in funzione delle azioni che uno è disposto a compiere. Perciò le aziende del settore del gaming che oggi hanno l’obbligo di avere un sistema di gestione per la qualità certificato ISO9001 dovrebbero prima di tutto vivere questa esperienza come un’opportunità di crescita aziendale, che va molto al di là dell’obbligo e che diventa un metodo consolidato di prevenzione del rischio della non-qualità. E’ importante notare, infatti, che Il termine italiano “azzardo” deriva dall’arabo “al zahr”: si trattava di un gioco di dadi praticato nella Spagna musulmana. In francese “hazard” significa “caso”, mentre l’analogo inglese significa “rischio”. Tuttavia la traduzione in francese di “al zahr” è vicina al termine “chance”, che significa “fortuna”, “sorte”, ma anche “occasione”, “opportunità”, “probabilità”; in inglese invece “chance” significa, prima di tutto, “caso”. Ne deriva che i termini “azzardo”, “caso”, “rischio”, “opportunità” hanno delle palesi affinità. Luciano De Crescenzo, con la sua proverbiale chiarezza espositiva, li definirebbe “temi fra loro adiacenti, nel senso che ciascuno di essi, prima o poi, finisce con l’invadere il campo dell’altro”. Tra tali temi esistono tuttavia interrelazioni logiche di causa-effetto, accompagnate da retroazioni sistemiche: voglio dire che anche secondo il sentire comune, nel prendere decisioni, ciò che è lasciato al caso rappresenta un azzardo, un azzardo configura un rischio, un rischio può rappresentare un’opportunità, a patto però che sia calcolato, cioè che si siano fatti in via preventiva gli sforzi necessari per misurarne gli effetti in termini di probabilità e gravità, tenendo conto anche degli aspetti del rischio legati alla sorte. Una volta effettuata tale valutazione, la retroazione principale è costituita essenzialmente dalla rivalutazione del grado di azzardo accettabile in funzione del grado di rischio che si è disposti a correre. Per questi motivi è dunque corretto definire il processo di valutazione del rischio e di conseguente decisione come un “sistema di gestione del rischio”. Nel caso delle aziende, per essere più precisi, si tratta di un sotto-sistema del sistema di gestione aziendale. Generalmente la gestione del rischio nelle imprese è riferita ai rischi relativi alla sicurezza e salute dei lavoratori (D.Lgs.81/2008 ecc.) ai rischi per l’ambiente, a quelli della sicurezza degli alimenti (HACCP ecc.), ma è facile notare che tali rischi, innegabilmente importanti in generale, in molti casi non sono i rischi principali corsi dalle imprese. Tra questi ultimi rientrano invece sempre i rischi legati alla non qualità dell’azienda, dei suoi prodotti, dei suoi servizi, dei suoi processi. L’introduzione di un sistema di gestione per la qualità serve perciò, prima di tutto, a dotare l’azienda di una organizzazione atta a gestire il rischio della non-qualità: la visione dell’azienda come una sequenza di processi correlati tra loro aiuta ad individuare le criticità, dunque a prevenire tale rischio. La prevenzione è tendenzialmente meno costosa della correzione successiva. Basterebbe questa semplice constatazione per comprendere che, di conseguenza, il costo del sistema di gestione per la qualità dovrebbe essere visto non come una spesa, ma come un investimento, poiché il suo scopo ultimo è quello di migliorare i risultati economici dell’azienda. Anche l’assicurazione della qualità del prodotto non è in realtà uno scopo, ma un mezzo indispensabile all’azienda per conseguire soddisfacenti risultati economici. Vorrei anche ricordare che la ISO9001 è una norma generale, valida per qualsiasi azienda di qualunque dimensione e di tutti i settori economici e che è ormai fondata sulle esperienze degli imprenditori maturate almeno negli ultimi 25 anni. In pratica perciò si tratta di un modo sperimentato di applicare il buon senso all’organizzazione ed al controllo dei processi aziendali. Poiché si tratta di una Norma generale, ne consegue che la sua applicazione, fermi restando i requisiti, non è affatto uguale in tutte le aziende e che il sistema qualità deve assolutamente essere creato a dimensione dell’azienda. L’azienda deve quindi usare il sistema qualità per funzionare sempre meglio e avere sempre migliori risultati; non deve, invece, “essere usata” dal sistema qualità. Da ciò derivano due considerazioni finali. La prima è che un sistema qualità ragionevole e saggio è lo strumento migliore per organizzare bene soprattutto le piccole e piccolissime aziende, quel tessuto connettivo della nostra economia che spesso vive di grandi slanci e sacrifici personali, ma è viziato da una produttività modesta, che è spesso anche la conseguenza di varie inefficienze interne legate all’approssimazione dell’organizzazione dei processi, o alla vecchia visione dell’ impresa come insieme di funzioni, anziché di attività interconnesse. La seconda è che le imprese del gaming, grandi o piccole o piccolissime, non dovrebbero porsi solo la domanda se nel loro caso sia più o meno obbligatorio avere un sistema qualità certificato ISO9001, bensì quella se non sia il caso di approfittare dell’opportunità di disporre di un tale sistema per avere un impatto diverso nel mercato, attraverso il costante miglioramento dei prodotti e dei servizi offerti. Giacomo Sburlati [email protected]