Guida didattica A4
Transcript
Guida didattica A4
GUIDA DIDATTICA Leggere, che noia... oppure no?? Lo dicono i giornali, lo confermano le statistiche: la lettura non è il passatempo preferito di molti ragazzi italiani. In fondo ci sono cose più divertenti da fare, come usare le nuove tecnologie, guardare film, giocare con i videogiochi, tutte attività piene di luci, colori, movimento. Un libro, invece, se ne sta lì, fermo e muto con le sue pagine piene di parole nere... ...ma sarà poi vero? Lo scorso anno, per la prima edizione di Scrittori di Classe, sono stati distribuiti più di tre milioni di libri in tutta Italia! Una cifra che fa pensare che forse la lettura abbia ancora qualcosa da dare e che i libri, a ben guardarli, non sono poi così immobili e silenziosi. I libri di Scrittori di Classe sono entrati in centinaia di migliaia di famiglie, forse perché nella raccolta di otto volumi distribuiti nella primavera 2015 c’erano storie per tutti i gusti: avventura, umorismo, fantasy, giallo, natura, tecnologia, mondi diversi e sport. Ogni lettore ha potuto scegliere il libro giusto per sé. Ed è questo il segreto per trasformare la lettura da noiosa a entusiasmante... trovare il libro su misura, che parli di cose che ci interessano e che sappia guardare nel nostro cuore. Non sarà lo stesso per tutti, perciò ragazzi, buona caccia! E ricordate sempre il diritto imprescindibile del lettore: se un libro vi annoia, c’è solo una cosa da fare. Chiuderlo e cominciarne un altro! Parola di Daniel Pennac, il famoso scrittore francese. Attività di classe Provate a parlare dei libri che NON vi sono piaciuti. Perché? Cosa avevano che non vi ha convinti? Come li avreste cambiati per migliorarli? Fate una TOP TEN dei libri più noiosi che vi sia mai capitato di leggere. Potrebbe essere interessante, tra qualche anno, riguardare questa orrida classifica per verificare che la pensiate ancora così! 1 A caccia di idee Ecco il foglio bianco. Fa paura, eh? Ed ecco le frasi tipiche che passano per la testa quando si deve iniziare una storia: e adesso? Dove trovo le idee? Come faccio a inventare i personaggi, la trama, il finale? Aiuto!! Nel caso del concorso a cui state per partecipare, l’aiuto ve lo hanno dato gli otto generosi autori, che hanno scritto l’inizio della storia per voi. Perciò, senza sforzo, adesso avete dei personaggi, un’ambientazione, un incidente scatenante (vedremo tra poco di cosa si tratta). Ma per continuare, servirà comunque un bello sforzo di fantasia e un pizzico di tecnica. 1. Genere e argomento Per prima cosa, leggete con molta attenzione l’inizio (incipit) che avete scelto. Dovreste capire subito con che tipo di storia avete a che fare. C’è un’avventura? Bene, allora dovrete inventare molti colpi di scena che costringeranno il protagonista (o la protagonista) a faticare parecchio per arrivare al finale. Vi sembra invece che l’ambientazione sia più quotidiana, come la scuola? È probabile quindi che il problema del protagonista non dovrà risolversi con duelli e fughe rocambolesche ma con una buona dose di intelligenza e magari con l’aiuto di qualche amico. Se c’è un mistero, ecco che dovrete capire come risolverlo. Se invece trovate della magia, siamo nel territorio del fantastico e qui sono ammessi tutti i trucchi da fiaba che probabilmente conoscete già: una sfida da portare a termine, un “cattivo” che mette i bastoni tra le ruote, e personaggi buoni che invece danno una mano ai protagonisti (come la Fata Turchina, o la Fata Madrina, per intenderci.) In poche parole, il GENERE vi aiuta a capire il tipo di storia che dovete affrontare. Mentre l’ARGOMENTO vi indica chiaramente quali saranno le difficoltà che il protagonista dovrà affrontare. Adesso il foglio bianco fa un po’ meno paura, no? 2. Personaggio principale Lui, o lei, deve diventare il vostro migliore amico (o migliore amica). È il protagonista. Se lo conoscerete bene e lo lascerete libero di essere se stesso, vi condurrà nella storia senza grandi difficoltà. Studiatelo con attenzione e chiedetevi che tipo è. Timido? Coraggioso? Indeciso? Spericolato? Di sicuro dovrebbe essere un po’ speciale, come tutti i protagonisti delle storie più famose. Forse non avrà la cicatrice a forma di fulmine di Harry Potter, ma quale potrebbe essere la sua caratteristica singolare? E il suo difetto? Come tutti gli “eroi” di sicuro avrà quello che tecnicamente viene definito fatal flaw (difetto fatale), cioè il tratto del suo carattere che tende a metterlo nei guai! Per esempio, Harry Potter è troppo impulsivo, spesso non riflette abbastanza, e questo lo porta su delle piste sbagliate. Cosa ne sarebbe di lui se non ci fossero Silente e Hermione a dargli una mano? Molti elementi del protagonista sono già contenuti nell’incipit che avete scelto ma altri dovrete inventarli con grande cura per dare spessore al personaggio, come se fosse una persona reale. 2 Ricetta per un personaggio efficace 1 caratteristica speciale 1 difetto fatale 1 problema da risolvere Molti ostacoli da superare Attività di classe Per dare profondità al vostro personaggio, dovete conoscerlo bene: sapere cosa gli piace, cosa lo fa arrabbiare, chi sono i suoi amici. Provate a costruire la sua pagina Fakebook! (Attenti… c’è proprio una K al posto dell C) – il social di prova per chi ha meno di 18 anni come voi! Potrere inserire le informazioni del suo profilo (lavoro, status, film e libri preferiti, gusti musicali ecc) ma anche la sua immagine ufficiale e quella di copertina. Chi sono i suoi amici? Inventate anche alcuni post che potrebbe aver scritto lui (o lei) e inserite anche i commenti degli amici (altri personaggi della storia). Fakebook è uno strumento didattico gratuito che troverete digitandolo su Google, molto utile per divertirsi con la scrittura senza correre i rischi del web e violare la legge. Altrimenti potete usare carta, matite e penna! L’importante è che il profilo del vostro personaggio sembri il più autentico possibile! 3. Ambientazione Grazie all’incipit che avete scelto, sarà facile capire dove e quando è ambientata la storia. Questi due elementi – lo SPAZIO e il TEMPO – sono importanti per delineare il vostro protagonista e per decidere le svolte principali della vostra trama. Come? Beh, è ovvio che se la storia è ambientata nel passato, i personaggi non potranno salvarsi chiamando la polizia con il telefonino... e se è ambientata nel presente, sarà difficile che il problema del protagonista sia procurarsi del cibo andando a caccia di dinosauri! In particolare, per le storie ambientate nel passato sarà necessario un minimo di ricerca storica: cosa succedeva in quell’anno? I ragazzini andavano in giro in jeans e maglietta? Quali erano i pericoli di allora? E così via. L’ambientazione ci dirà anche molto del nostro protagonista. Un ragazzino della New York di oggi, infatti, sarà diverso da uno che vive nella Spagna del 1700. Vestirà e parlerà in modo diverso, avrà problemi e desideri diversi che bisogna considerare quando si immagina la trama. Anche le case, la scuola, le strade, il cibo saranno diversi. L’ambientazione dunque è un altro utile indizio che gli autori vi hanno regalato nei loro incipit! Fatene buon uso per alimentare la vostra fantasia! 3 Ricetta per un’ambientazione realistica 20 chili di immedesimazione qualche ora di ricerca descrizioni accurate QB (quanto basta, ma senza appesantire!) Attività di classe Primo Step. Scegliete un libro che vi è piaciuto molto e provate a realizzare una cartolina (ricordate cos’è?) inviata da uno dei luoghi in cui è ambientata la storia. Da un lato ci sarà un disegno, dall’altro invece il messaggio di uno dei personaggi...a chi? A un altro personaggio? Allo scrittore? Cosa potrebbero dirsi? Secondo Step. Disegnate la mappa dei luoghi della storia che state per scrivere per il concorso Scrittori di Classe 2. Ponete attenzione ai dettagli e attenti alle contraddizioni. Ponete attenzione ai dettagli 4. Incidente scatenante e conflitto Senza conflitto, non c’è storia. Senza conflitto, non accadrebbe niente e i lettori si annoierebbero a morte. Ma come si fa a riconoscere il conflitto? Che cos’è esattamente? Di solito è facile individuarlo, perché è evidenziato dall’incidente scatenante, cioè quell’episodio che cambia la vita del protagonista e lo costringe a mettersi in gioco, a reagire, a crescere. Nel caso del concorso Scrittori di Classe 2, nell’incipit è contenuto già l’incidente scatenante. Riuscite a vederlo? Un’avventura imprevista, un problema inatteso, un guaio da risolvere, un incidente. Pensate ai Supereroi. Peter Parker diventa Spiderman per il morso di un ragno radioattivo: ecco l’incidente scatenante. O alle fiabe. Cappuccetto Rosso disobbedisce e passa attraverso il bosco: ecco di nuovo l’incidente scatenante, l’evento che dà il via a tutta la storia. Di solito dipende anche dal tipo di protagonista. Essere scelto per il ruolo principale in una recita scolastica sarà un grosso problema per un personaggio timido, ma di certo non per uno spavaldo e intraprendente! Per ogni personaggio va cucito l’incidente giusto. Lo scontro tra la personalità del protagonista e l’incidente, scatenerà il conflitto! Bisogna dunque mettere a rischio qualcosa del protagonista, disturbare la sua quiete. In alcune storie c’è addirittura il rischio di morte, come in Percy Jackson e in tutte le storie fantasy. Ricetta per un incidente scatenante scatenato Puro conflitto al 100%!!! Non siate buoni con i vostri protagonisti! Metteteli davvero alla prova e vedrete che la vostra storia sarà esplosiva! Attività di classe Sistematevi in piccoli gruppi e discutete degli ultimi libri che avete letto (senza creare troppo… conflitto tra voi!). Annotate su un quaderno quali sono gli incidenti scatenanti più divertenti o scatenati che avete trovato e fate una TOP TEN dei migliori. Provate poi ad immaginare quali potrebbero essere gli incidenti scatenanti o i conflitti più adatti per i seguenti protagonisti: un rapper volgarissimo ma dal cuore tenero un genio informatico pignolo e timidissimo un adolescente pigro fino all'inverosimile ma molto intelligente un bimbo di 5 anni ingegnoso e appassionato di matematica ma parecchio mammone 4 5. Azione e reazione Avete un protagonista, un incidente scatenante e un argomento chiaro. Ma adesso, come si arriva al finale? La parte centrale di una storia è la più complicata e molti scrittori in erba a volte si arenano proprio a metà. C’è bisogno infatti che la storia si sviluppi e mostri ai lettori il protagonista mentre reagisce al suo problema, lo affronta, lo risolve. Lo sforzo di fantasia qui è al massimo! Per evitare di arenarsi, bisogna inventare una trama che si basi su “azione” e “reazione”. Pensiamo di nuovo ai Supereroi: Peter Parker viene morso da un ragno radioattivo (azione) e si trasforma in Spiderman (reazione). All’inizio pensa solo ad arricchirsi con i suoi nuovi poteri (azione) ma questo causa la morte di suo zio (reazione). Allora lui capisce che deve agire per il bene e sconfigge il Goblin (azione) che però è il padre del suo migliore amico, il quale decide di vendicarsi (reazione). E così via, in una entusiasmante serie di azioni che portano a nuove reazioni, fino al finale. È chiaro quindi che in una storia, perché si possa chiamare tale, deve succedere qualcosa. Anzi, devono succedere un sacco di cose, legate tra di loro. Non solo fuori dal protagonista ma anche dentro di lui... perché a ogni azione-reazione, segue sempre un’emozione! Infatti Spiderman è, nell’ordine: • SPAVENTATO • STUPITO • ESALTATO • ADDOLORATO / PENTITO • DETERMINATO Ricetta per reazioni incredibili 1 pizzico di divertimento nel far “soffrire il personaggio” 5 dosi di originalità Molte azioni a fin di bene che finiscono male! Attività di classe Ok, cerchiamo di evitare la sequenza infinita di azioni e reazioni senza emozioni. Fate una lista di una decina di emozioni/stati d’animo (noia, rabbia, euforia, disgusto, terrore, ecc.) su piccoli cartoncini colorati. A turno, estraetene uno e mimate l’emozione alla classe. Come viene rappresentata? Quali sono i gesti che la caratterizzano? Le espressioni del viso? Provate poi a dire quali potrebbero essere i contesti giusti per scatenare quell’emozione. Paura... quando? Davanti a un pericolo? Pensando a una perdita? Oppure? Ricordate tutto quello che viene fuori da questo piccolo esercizio quando dovrete far vivere il personaggio sulla carta! 5 6. Il finale L’incipit è importante per catturare l’attenzione del lettore all’inizio, ma il finale è indispensabile per creare un amore eterno con la storia. Se il finale è fiacco, il lettore resterà deluso e penserà: questa storia non era granché! Se il finale non è coerente con il resto della trama, il lettore penserà che lo scrittore lo abbia imbrogliato inventando cose a casaccio! Nel finale dovete mantenere la promessa fatta all’inizio: ci deve essere la soluzione del conflitto. Deve essere sempre una soluzione positiva? Non necessariamente. Ci sono molti libri senza lieto fine, però nelle storie scritte per voi ragazzi non si usa quasi mai far morire il protagonista, lasciarlo nei guai senza un minimo di speranza, o far vincere il cattivo. Quindi, se volete il lieto fine, significa che il protagonista sarà felice al cento per cento e tutti i suoi problemi si risolveranno! Se volete un finale meno fiabesco, allora il protagonista dovrà essere soddisfatto ma con qualche problema ancora da risolvere: per esempio Harry Potter affronta molte sfide ma alla fine di ogni libro è chiaro che ce ne saranno altre ad aspettarlo! Ricetta per un finale pirotecnico 1 risoluzione del problema principale 1 sorpresa che stupisca il lettore 1 problema secondario che resta aperto... ci saranno avventure future? Dosi abbondanti di coerenza con tutta la storia! Attività di classe In gruppo scegliete due film e due libri che abbiano un lieto fine secondo voi troppo scontato o troppo mieloso. Se voi foste il regista o l’autore come lo modifichereste senza rinunciare a una chiusura che funzioni? Come seconda attività, sempre nello stesso gruppo, stilate una top 5 dei finali che vi hanno più stupito, commosso o colpito tra i libri letti negli ultimi anni (valgono anche i libri illustrati!) e provate a discutere tra voi e con l’aiuto dell’insegnante per carpire il segreto del finale perfetto. Cosa ha fatto lo scrittore che possiamo imitare nel nostro racconto? Qual è l’ingrediente vincente di ogni finale col botto? Riportate le vostre osservazioni sul vostro taccuino dello scrittore: vi serviranno quando dovrete scrivere il finale del racconto per Scrittori di Classe 2. 6 Scrivi la tua storia di classe e vinci il concorso! Incipit: come si fa a scegliere quello giusto? Gli otto autori sono stati molto generosi con voi e hanno scritto 8 incipit originali e avvincenti che vi aiuteranno a immaginare il resto della storia. Ma come fare a sceglierne uno? Considerate innanzitutto che ogni incipit ha uno stile proprio. Alcuni sono scritti con un tono ironico (quindi la storia dovrà essere divertente o addirittura comica), altri invece sono più seri, e dovranno essere completati di conseguenza. Inoltre sono tutti legati a un argomento diverso. Vediamo come: • Quando nell’incipit c’è un mistero da risolvere (è sparito qualcuno in circostanze poco chiare? È stato rubato qualcosa?) quasi sicuramente si tratta di un giallo. Il vostro compito, quindi, sarà scrivere una storia in cui il mistero alla fine sia svelato! Ci vorranno azione, brivido e pericolo! • Se invece nell’incipit trovate un personaggio che è partito per un viaggio pericoloso, è probabile che siate nel territorio dell’avventura. L’eroe riuscirà nell’impresa? Qualunque sia il finale, assicuratevi che incontri molti pericoli lungo il cammino, ma che non si dia mai per vinto! • Sembra proprio che l’inizio di alcune storie sia molto familiare, perché sono ambientate a scuola, tra professori, bulli e studenti, oppure durante una vacanza-studio... Nella terra del realismo bisogna pensare ai piccoli ma ENORMI problemi della vita quotidiana e a come crescere superandoli! Quindi osservate intorno a voi e cercate la scintilla narrativa che vi serve! • In altri racconti ecco che intravediamo un futuro (forse) campione in qualche sport, e allora bisognerà immedesimarsi tra durissimi allenamenti, genitori contrari e sogni di gloria. Perché per vincere bisogna partecipare, e partecipare a volte significa anche... perdere! • Ancora, potreste trovare situazioni fantastiche (nel senso di “appartenenti al regno del fantastico”) inserite nella vita di tutti i giorni. Un personaggio finisce all’improvviso in un luogo magico e sconosciuto, mentre un attimo prima si trovava nel mondo reale? In queste storie è importante concentrarsi molto sul personaggio e su quanti pasticci riuscirà a combinare prima di capire come tirarsene fuori. • Non sempre il protagonista è un essere umano. Potrebbe essere un animale. E allora di cosa parlerà la storia? Forse di ambiente ed ecologia? Oppure useremo gli animali come nelle favole, per raccontare qualcosa della natura umana? Non è però vietato aggiungere personaggi con gambe e braccia. Consiglio prezioso Quando si scrive una storia, la magia non può sempre risolvere tutto. State attenti a non scegliere una soluzione “fantastica” se l’incipit è realistico. Le bacchette e gli incantesimi funzionano solo quando si trovano nel posto giusto! 7 La traccia e i suggerimenti (nascosti) dell’autore Alla fine di ogni incipit troverete alcuni consigli o domande dell’autore che dovrebbero facilitarvi il lavoro. Serviranno per mettervi sulla strada giusta (che però non è unica... la fantasia segue percorsi imprevedibili!). Una volta scelto l’incipit, studiate attentamente la traccia. Poi rileggete l’incipit e provate a cercare altri indizi utili. Gli incipit contengono molte informazioni: - nome, sesso e età del personaggio - ambientazione ed epoca - incidente scatenante che dà il via alla storia e al conflitto. Leggere tra le righe vi aiuterà ad avere materiale in più, ma l’importante è avere chiari questi elementi fondamentali! Coautori Quando più persone insieme scrivono una storia unica, si chiamano coautori. Ogni classe che partecipa al concorso Scrittori di Classe 2 sarà formata quindi da diversi coautori. Ma come si fa a mettersi d’accordo su cosa scrivere? Ecco qualche suggerimento utile che potrete usare come punto di partenza! Anche se non esiste una risposta unica e ogni gruppo di coautori può lavorare diversamente... l’importante è trovare un modo per andare d’accordo! Potete eleggere uno “scrivano”, per prima cosa. Qualcuno in classe che sia più bravo con la penna, che faccia meno errori di grammatica e sintassi, che abbia uno stile più vivace o divertente. Sarà lui o lei a mettere per iscritto la storia inventata da tutti. Una volta scelto l’incipit, fate un brain storming (significa: tempesta di cervelli... occhio ai fulmini!). È una fase di massima creatività in cui ognuno può sparare la propria idea su come dovrà essere la storia, anche la più folle. La fantasia di tutti va rispettata e ascoltata... non si sa mai! Dalle idee più bislacche possono uscire soluzioni originali. Annotate le idee che funzionano meglio e alle fine scegliete quelle più interessanti o più giuste per l’incipit. Cominciate a costruire la storia seguendo le idee che avete annotato. Per semplificare, potreste dividere la storia in scene principali. Se per arrivare dall’inizio alla fine avete stabilito che devono succedere (per esempio) cinque cose, ci saranno cinque scene principali. Cominciate, ovviamente, dalla prima e proseguite, senza dimenticare l’effetto di “azione” e “reazione”! Usate sia i dialoghi che le descrizioni. Troppi dialoghi rubano spazio, troppe descrizioni hanno effetto soporifero! Rileggete sempre tutto ad alta voce, così che in classe si possa discutere sulla trama e su gli altri elementi della storia. Quando non siete d’accordo su qualcosa, non litigate ma usate un sistema democratico: le votazioni. La maggioranza vince. 8 Consiglio riservato agli insegnanti Sul sito di Scrittori di Classe 2, nella sezione materiali, trovate un articolo scritto apposta per voi con alcune proposte pratiche per gestire il concorso in classe e con classe La cassetta degli attrezzi Ecco alcune tecniche che si usano quando si diventa scrittori professionisti. Non tutte sono facilissime ma sono un ottimo allenamento per migliorare le vostre storie. 1. Lo “show, don’t tell!” In inglese significa: mostra, non dire. È un invito a mostrare situazioni ed emozioni invece di descriverle. Se scrivete: “Lorella sbraitò per dieci minuti e uscì sbattendo la porta di casa con tale violenza da far tremare le pareti”, il lettore riuscirà a capire che Lorella è nervosa o arrabbiata. Perciò invece di dire che “Paolo era affamato”, mostratelo mentre “frugava nel frigorifero in cerca di qualcosa di commestibile, mentre lo stomaco gli brontolava come un temporale.” Invece di scrivere che “Giada era cattiva”, mostratela mentre “faceva lo sgambetto alle sue compagne e scarabocchiava i disegni degli altri quando nessuno la vedeva”. E così via. Questo è lo “show, don’t tell”. Quando si mostra una scena, lasciando al lettore lo spazio per capire come interpretarla. 2. I dialoghi Scrivere i dialoghi è un’impresa difficile. Da una parte, bisogna fare in modo che sembrino naturali (cioè credibili, come se fossero pronunciati da persone in carne e ossa) ma dall’altra non devono contenere le banalità e i tempi morti delle conversazioni vere. Inoltre, ogni personaggio dovrebbe avere il suo modo di parlare, di esprimersi e di usare le parole. Nel vostro caso siete facilitati dal fatto di essere un gruppo di coautori: forse alcuni di voi potranno dar voce un personaggio diverso. Ma soprattutto, se nella vita reale molti dialoghi servono per comunicazioni di servizio (Che vuoi per cena? Sto andando al mercato. Alle cinque ho pianoforte...), in narrazione i dialoghi servono soprattutto a: - farci conoscere meglio i personaggi attraverso le loro stesse parole - dare qualche indizio in più su situazioni ed eventi - mandare avanti la storia Quindi ogni dialogo deve essere necessario. Non sprecate spazio con le comunicazioni di servizio se non sono rilevanti per la storia. Anche se nella vita vera, per esempio, quando si entra in classe si fa l’appello, in una storia elencare venticinque nomi con i dialoghi e far dire a tutti “Presente!” può non essere utile e diventare anche molto noioso. 3. La revisione Ecco il grande segreto degli scrittori più bravi: dopo aver scritto, RISCRIVERE. Che significa? Dopo aver buttato giù la storia, spesso di getto, la si lascia riposare per qualche giorno. Poi la si rilegge e si fanno delle modifiche per migliorarla. A volte, ahimè, succede che nel rileggerla si possa anche pensare: caspita, che schifezza!! Qui è tutto da rifare! E allora lo scrittore rifà. Scrive daccapo, eliminando tutti i difetti della prima stesura. La prima stesura, infatti, raramente è quella definitiva! Perciò armatevi di pazienza e siate spietati con il vostro lavoro, per renderlo perfetto, o quasi. 9 Consiglio riservato agli insegnanti Sul sito del progetto, nella sezione materiali, potete consultare diversi articoli sulle tecniche di scrittura (dialoghi, manipolazione del tempo, titoli e altro) con proposte di attività da svolgere in classe. Un pettegolezzo da scrittori Charles Dickens scriveva le sue storie a puntate su un giornale (come un’antica telenovela): soltanto dopo queste sono state raccolte in romanzi veri e propri. In questo modo guadagnava di più, ma i lettori si affezionavano troppi ai personaggi... perciò quando Dickens decideva di farne morire uno, veniva sommerso da lettere di protesta e spesso era costretto a resuscitarlo in qualche modo! Un’enorme revisione della trama! Rispettare le regole In un concorso è fondamentale rispettare le regole, che vanno lette con grande attenzione. Rispettate la lunghezza massima consentita e non scrivete più del dovuto. Rispettate l’incipit che avete scelto e trattatelo con amore e precisione. Cercate di prendere ogni decisione in modo democratico, così che la storia rappresenti tutta la classe e non solo alcuni. Non cercate aiuti esterni da genitori, nonni o fratelli maggiori! E in bocca al lupo! Le immagini parlano da sole? Che cos’è un’illustrazione e a che serve Perché diciamo “illustrazione” e non “disegno”? Qual è la differenza? Un disegno è fatto liberamente, seguendo l’umore e la fantasia del momento. Non c’è limite né di spazio né di composizione. Invece un’illustrazione ha uno scopo preciso: trasformare in immagine un pezzetto di una storia. Perciò l’illustratore deve prima leggere cosa succede, come sono i personaggi, e poi decidere quale parte illustrare. La sua opera non finirà appesa al muro, ma in un libro, o comunque sarà vista da molti. Se l’illustratore è abile, non si limiterà a disegnare solo ciò che legge, ma aggiungerà qualcosa di suo, un dettaglio, un modo di colorare originale, l’espressione di un personaggio. Illustrare la storia per il concorso Per illustrare la storia per il concorso, bisogna prima di tutto... aspettare che la storia sia finita! E approfittare del momento di creazione per aggiungere dettagli che saranno utili a chi disegnerà le “tavole” (così si chiamano in gergo tecnico). Il progetto Scrittori di Classe 2 richiede da 1 a 3 tavole, ciò significa che dovrete scegliere da uno a tre momenti salienti della trama e rappresentarli, farli diventare immagine. Quando illustrate, state attenti a non mettere gli elementi più importanti troppo vicini ai bordi, ma centrate bene l’immagine. Rispettate gli eventi descritti nella storia, ma sentitevi liberi di aggiungere 10 quello che la fantasia vi suggerisce. Attenti solo a non affollare troppo la scena, cercate di creare delle immagini chiare ed equilibrate. Oppure se vi piace una scena affollata, assicuratevi che l’attenzione sugli elementi principali non si perda troppo. Dopo aver fatto i disegni a matita, si passa al colore. Potete usare qualsiasi tecnica conosciate, dalle matite colorate ai pennarelli, dagli acquerelli, al collage, alle tempere. L’importante è dare il vostro tocco artistico! L’illustratore, infatti, è un artista che lavora in coppia con l’autore e lo aiuta a rendere le sue storie ancora più interessanti! Per Scrittori di Classe 2 abbiamo scelto di proporvi l’acquerello: a guidare la vostra fantasia sarà l’artista e illustratore Pietro Spica, che vi accompagnerà passo dopo passo alla scoperta di questa bellissima e affascinante tecnica artistica. Perché l’acquerello “L’acquerello è la mia terapia. Trascinare il colore con l’acqua, sfumare le forme, trasformare le figure in altre figure, mi fa tornare bambino. All’inizio usavo altre tecniche (matita, tempera, china), ma ero prigioniero della paura di sbagliare, di uscire dai margini, e la mia fantasia era limitata dai materiali che usavo. Intorno ai vent’anni mi sono avvicinato all’acquerello e mi sono ritrovato improvvisamente libero dai contorni, dalle linee di separazione: mi si è aperto un mondo di colori e possibilità infinite”. Pietro Spica Da bambino passava ore nello studio dello zio Gianni Dova, osservandolo dipingere, affascinato dai colori e dal suo modo di mescolarli e distribuirli con i pennelli sulla tela. Oggi insegna la tecnica dell’acquerello ad adulti e bambini in Italia e negli Stati Uniti, dove ha partecipato al programma per le scuole artistiche del Massachusetts, producendo murales e altri lavori con i giovani studenti. I suoi quadri sono esposti in diverse gallerie italiane, spagnole e statunitensi. Il suo primo lavoro è stato, in collaborazione con Bruno Munari, Coloriamo le nuvole, per la collana Tantibambini (Einaudi). Ha illustrato La Fabbrica del giornale (Signorelli), Fiabe Italiane di Italo Calvino, Mattia e il nonno di Roberto Piumini (Einaudi), Bambini! di Loredana Frescura (Nuove Edizioni Romane), Il Canta-Storie e Ortografia (Erickson). Ha girato il mondo compiendo viaggi avventurosi in Afghanistan, India, Nepal, Colombia, Perù, Equador, Messico, Marocco, Grecia, Stati Uniti e Spagna, ricevendone suggestioni e ispirazioni per le sue opere. Vive e lavora tra Milano, la Liguria e l’isola di Minorca. Trucchi spichiani per acquerellatori coraggiosi Ogni forma porta a un’altra forma... La tecnica è solo lo strumento che ci permette di dare spazio alla nostra fantasia e l’acquerello nasconde moltissime sorprese proprio perché è particolarmente facile trasformare le forme giocando con l’acqua e i colori. Per iniziare è utile tenere presenti alcuni trucchi molto semplici che tutti possono mettere in pratica armandosi di un po’ di pazienza e di voglia di sperimentare. 1, 2, 3 • Contorni e dintorni Il modo più immediato per cominciare un disegno è tracciandone prima di tutto i contorni con la matita o con il pennarello, riempiendoli in secondo momento con l’acquerello. Quando però ci si sente un po’ più sicuri si può usare subito il pennello, facendo attenzione ad essere molto precisi e a stendere la giusta quantità di colore mista alla giusta parte di acqua. Quest’ultima è la tecnica più immediata e infatti io stesso all’inizio preferivo dividere il disegno in due fasi: i contorni e poi il colore... 11 4 • L’errore non esiste!!! Con l’acquerello non bisogna mai preoccuparsi troppo di sbagliare: infatti anche una sbavatura imprevista fuori dai contorni può essere trasformata perfino in qualcosa che rende il disegno più bello, basta seguire la propria fantasia! 5 • Sfumatura senza paura! Se il pennello è una spada, lo scudo è la carta assorbente! Infatti un ottimo accorgimento è quello di utilizzarla per tamponare il colore: daremo così senso di profondità e spessore a tutti gli oggetti. Io dipingo sempre alternando pennellate e “asciugature”, finché non ottengo la sfumatura che mi piace. 6 • Annacqua l’acqua! Il trucco più importante di tutti è trascinare il colore con l’acqua, in modo da intingere il pennello nel colore una volta sola, applicarlo con decisione lungo il contorno della forma e poi usare l’acqua per diluirlo sul foglio e portarlo, sfumandolo delicatamente, verso il centro del disegno. In questo modo avremo un effetto omogeneo e tridimensionale, senza che si notino i tratti, come invece succede con i pennarelli. Per questo il movimento del pennello è sempre leggero e continuo... come una carezza sul pelo morbido di un gatto! 7 • Due pennelli Serve un pennello grande, tanta acqua e poco colore per le forme grandi... Ma un pennello piccolo, poca acqua e tanto colore per le forme più piccole... 8 •La pazienza dell’asciutto... Quando vogliamo sovrapporre una forma ad una già dipinta dobbiamo aspettare che si asciughi. Inoltre è meglio rendere più chiari i colori che rimarranno sullo sfondo, in modo da poter far risaltare meglio i dettagli dei disegni più piccoli che si faranno dopo. 9 • Colori e fogli Su fogli ruvidi e spessi, per assorbire bene l’acqua, sono sufficienti tre colori per fare tutti gli altri: rosso, giallo e blu! Per creare l’arancione, mischieremo il rosso e il giallo; per il verde servono il blu e il giallo e per il viola, il rosso e il blu. 10 • Lettere e nomi Utilizzando le lettere dell’alfabeto si possono comporre veri e propri disegni di grande fantasia. Anche in questo caso la suddivisione dei colori in ciascuna lettera può coprire eventuali errori. Grazie a questi piccoli suggerimenti trasformare la fantasia in immagini sarà un gioco divertente e avventuroso per viaggiare lontano pur restando entro i confini di un foglio. 12 Attività di classe Adesso tocca a voi, provate a scrivere il vostro nome utilizzando lo stile e i colori delle “lettere spichiane”: prendete spunto dalle illustrazioni che trovate in queste pagine, ma ricordatevi che ogni lettera può diventare qualcosa di nuovo e unico, basta usare la fantasia! Come valutare le storie delle altre classi Scrittori di Classe 2 è un concorso unico perché, al contrario di quanto avviene solitamente, i primi giudici siete voi ragazzi! Come sa bene chi ha già partecipato lo scorso anno, tocca a voi studenti valutare i racconti dei vostri compagni di tutta Italia: proverete il brivido di dare un voto, ma attenzione... vi si richiede di essere onesti e rigorosi. Valutate quindi con la massima serietà, proprio come vi piacerebbe che gli altri valutassero la vostra storia! Ma proprio perché valutare un testo non è semplice, abbiamo pensato di darvi un aiuto. Sarete guidati da una serie di domande e sul sito troverete anche i criteri per assegnare i voti a ogni parametro. Dovrete per esempio verificare, dopo averlo letto con attenzione, in che misura il racconto dei vostri compagni rispetti il tema, l’incipit e la traccia scelti. Vi toccherà stabilire se i personaggi sono ben costruiti, se il lessico (le parole utilizzate) è ampio, originale, con termini precisi e verbi forti. Avrete il compito di ragionare sulla trama, sul titolo, sul finale. Vi dovrete chiedere se la storia che avete letto contiene un messaggio, un’idea da trasmettere e se le illustrazioni sono fantasiose, se il loro tratto e le linee sono originali e se i colori scelti appaiono vivaci, ben accostati e se creano armonia fra di loro. Anche la valutazione, come la stesura del vostro racconto, deve però essere un’operazione democratica e cercare di rispecchiare le idee della maggior parte dei compagni della vostra classe. Ma come fare concretamente? Discutendo insieme, portando argomentazioni solide in favore della vostra valutazione come farebbe un avvocato nel corso di un processo, e infine votando. Ricordatevi che le prove e gli indizi si trovano nel testo stesso. Per ogni criterio da valutare, alla fine si può anche votare per alzata di mano. Il voto che ottiene il maggior numero di consensi sarà quello inserito nel modulo: chi vota per l’8? Chi per un bel 9? Chi invece per un 4 da superbocciatura? Per riuscire a valutare meglio i racconti delle altre classi e per capire se avete fatto un buon lavoro con il vostro, vi consigliamo di utilizzare i criteri e le domande prima di tutto sul vostro racconto. Si tratterà dunque di autovalutarvi, anche usando uno strumento pratico che troverete anche sul sito, nella sezione materiali: la checklist per l’autovalutazione. L’autovalutazione non è fine a se stessa, ma vi può servire per migliorare la vostra storia. Se ad esempio noterete che il vostro titolo non è efficace o adatto alla storia, avete ancora la possibilità di cambiarlo prima di inviare il vostro racconto, per arrivare alla storia perfetta, quella che ha più possibilità di ottenere i voti migliori e dunque di finire sulla scrivania di uno degli otto scrittori! Forza, cosa aspettate? È ora di far rombare le penne, o le tastiere dei computer! 13 Consiglio riservato agli insegnanti Sul sito del progetto, nella sezione materiali, potete trovare un articolo intero in cui si propongono attività specifiche sull'autovalutazione (allegata la checklist stampabile). Checklist Esempio di checklist sul racconto autobiografico pensata per una terza media. Struttura Sono riuscito a farlo E vai con l’incipit! Parole di transizione Non ancora Ho scritto un incipit che: mette in moto la vicenda fa riferimento ad un argomento/tema più ampio introduce il problema mostra il personaggio in azione nel suo ambiente in modo coerente con la storia fa partire la storia dal punto più adatto e non necessariamente dall’inizio Sviluppo Finale Ho usato delle frasi o parole di transizione per segnalare cambiamenti di tempo Ho usato delle parole o frasi di transizione per segnalare al mio lettore dei cambiamenti nell’ambientazione, nel tono, nel punto di vista all’interno della storia Lo sviluppo è sviluppato: cioè non è poco più lungo dell’incipit e del finale Lo sviluppo contiene sequenze di diverse tipologie: descrittive, narrative, riflessive, dialogate Lo sviluppo serve effettivamente per far andare avanti la storia ma anche per far conoscere meglio il personaggio e per approfondire il tema, la lezione generale Ho scritto un finale che ricollega la storia al tema/lezione più importanti ho dato al lettore un senso di chiusura facendo scoprire qualcosa di nuovo, una lezione, riflessione o un cambiamento nel narratore Ho fatto questo utilizzando dialoghi, riflessioni, piccole azioni dei personaggi o una frase forte ad effetto 14 In parte Sì! Tecniche di scrittura Processo di scrittura Ho evitato di raccontare le azioni poco interessanti che non fanno procedere la vicenda Ho applicato almeno due tecniche di scrittura elencate nelle minilesson Ho raccontato la storia “interna” oltre a quella “esterna” Ho intrecciato insieme descrizioni precise con particolari visibili figure retoriche (similitudini, anafore, ecc.) verbi forti dialoghi Ho usato il taccuino o altri strumenti per raccogliere e organizzare le idee prima di iniziare la bozza Ho riletto mentre scrivevo costantemente Ho revisionato il mio pezzo da solo oppure seguendo i consigli della prof. o di un compagno (aggiungendo, togliendo parti, modificando il finale o l’incipit, ecc.) Ho usato il modulo per l’editing e ho trovato e corretto degli errori rileggendo Ho curato la pubblicazione finale con attenzione e ho inserito tutto nella mia cartellina dei pezzi finiti 15 Checklist sul racconto Siamo riusciti a farlo Rispetto della traccia e dell’incipit Il lessico (parole utilizzate) Non ancora/ poco Nel racconto: sono presenti numerosi elementi del genere collegato all'incipit (giallo, fantasy, ecc) gli elementi presenti nell’incipit sono sviluppati in modo originale e creativo e vengono tutti trattati ed arricchiti si risponde con fantasia ma in modo coerente e chiaro a tutte le domande poste nella traccia I personaggi Il linguaggio è molto originale e fantasioso, oltre che evocativo non ci sono parole generiche e ripetizioni abbiamo utilizzato molti verbi ed espressioni forti che evocano immagini o sensazioni nel lettore I personaggi sono descritti con tanti particolari e sono molto originali le motivazioni che li spingono ad agire sono chiare in ogni occasione e punto della nostra storia abbiamo messo in luce con abilità e creatività molti tratti del carattere e sensazioni del protagonista anche attraverso molte azioni significative abbiamo descritto con molti particolari anche alcuni personaggi secondari abbiamo descritto così bene i nostri personaggi che il lettore riesce ad immedesimarsi, a provare simpatia/empatia e coinvolgimento 16 Abbastanza Molto Moltissimo La trama Il finale Il titolo Il messaggio Il nostro racconto ha una trama con conflitto, tanti eventi, colpi di scena e dettagli La vicenda del nostro racconto è articolata e non banale ma sempre chiara Gli eventi sono ben collegati tra loro e il lettore non fa fatica a seguire il filo della vicenda la trama è molto originale Il finale offre spiegazioni e soddisfa le curiosità del lettore Il finale è ben costruito e non frettoloso Il finale ha un impatto forte sul lettore, suscitando riflessioni o emozioni Il titolo è chiaro e adatto alla storia, ne coglie un aspetto centrale Il titolo è ad effetto, cioè colpisce ed incuriosisce il lettore Con il nostro racconto siamo riusciti a trasmettere un messaggio chiaro al lettore Il nostro racconto fa riflettere il lettore perché è costruito su un’idea centrale e non solo per raccontare fatti Il racconto trasmette un messaggio originale e lo fa in modo forte ed evocativo, attraverso strumenti diversi (vicenda, finale d'impatto, linguaggio forte) 17 Modulo per la valutazione dei racconti 1. Quanto rispetta il tema, l’incipit e la traccia scelti? a. Poco: non vi sono elementi del genere collegato all'incipit (fantasy, giallo, ecc,), solo pochi spunti dell'incipit sono sviluppati e non si risponde alle domande poste nella traccia (1-4) b. Abbastanza: sono presenti alcuni elementi del genere collegato all'incipit, si sviluppano alcuni spunti dell'incipit e si risponde solo ad alcune delle domande poste nella traccia (5-6) c. Molto: sono presenti molti elementi del genere collegato all'incipit, si sviluppano molti spunti dell'incipit e si risponde a molte domande poste nella traccia (7-8) d. Moltissimo: sono presenti numerosi elementi del genere collegato all'incipit, si sviluppano in modo originale e creativo, arricchendoli, tutti gli spunti dell'incipit e si risponde con fantasia ma in modo coerente a tutte le domande poste nella traccia (9-10) 2. Il lessico (parole utilizzate) è ampio, originale, con termini precisi, verbi forti che creano immagini vivide nel lettore? a. No, quasi per niente: parole scontate, diverse ripetizioni, termini generici che evocano poche immagini nel lettore, niente verbi forti (1-5) b. Abbastanza: parole in alcuni casi originali; termini in parte generici ed in parte capaci di evocare immagini; alcuni verbi forti (6-7) c. Molto: parole in generale originali, termini specifici, abbondanza di verbi ed espressioni forti che evocano immagini nel lettore (8-9) d. Moltissimo: linguaggio molto originale e fantasioso, oltre che evocativo; presenza costante di verbi ed espressioni forti che creano immagini o sensazioni nel lettore (10) 3. I personaggi sono ben costruiti? a. No, quasi per niente: i personaggi sono poco descritti e non sono molto chiare le loro motivazioni; non si mettono in luce riflessioni, sensazioni e tratti del carattere (anche attraverso le azioni); per questo il lettore fatica a provare empatia e coinvolgimento (1-5) b. Abbastanza: i personaggi sono descritti, ma in modo piuttosto superficiale e stereotipato, però le loro motivazioni sono in genere chiare; sono messe in luce alcune sensazioni e riflessioni, anche se non del tutto originali e coinvolgenti; il lettore riesce comunque a provare una certa empatia e coinvolgimento (6-7) c. Molto: i personaggi sono ben descritti e le loro motivazioni sono chiare e articolate; si mettono in luce diverse riflessioni e sensazioni spesso originali; emergono molti tratti del carattere del protagonista, anche attraverso le sue azioni; il lettore prova empatia e coinvolgimento (8-9) d. Moltissimo: i personaggi, oltre ad essere ben descritti sono originali e “bucano” la pagina; le loro motivazioni sono chiare in ogni occasione; vengono messi in luce con abilità e creatività molti tratti del carattere e sensazioni del protagonista anche attraverso molte azioni significative, ma anche di personaggi secondari; il lettore prova molta empatia e coinvolgimento (10) 18 4. La trama è articolata, ricca di eventi e chiara? a. b. c. d. 5. La trama è originale? a. b. c. d. 6. La vicenda non presenta molti eventi, non c'è conflitto e non è chiara (1-4) La vicenda presenta alcuni eventi ma c'è poco conflitto e non sempre è chiara (5-6) La vicenda presenta diversi eventi che sono ben collegati ed è chiara (7-8) La vicenda è ricca di eventi, colpi di scena e dettagli, è molto chiara e coinvolgente (9-10) Pochissimo\Poco (1-4) Abbastanza (5-6) Molto (7-8) Moltissimo (9-10) Il finale è soddisfacente? a. Pochissimo/poco: il racconto sembra quasi lasciato a metà, finale frettoloso, non soddisfa le curiosità del lettore (1-4) b. Abbastanza: ci sono alcune spiegazioni ma il lettore non è del tutto soddisfatto (5-6) c. Molto: il finale è ben costruito e soddisfa il lettore (7-8) d. Moltissimo: il finale è a sorpresa e presenta un colpo di scena oppure ci sono frasi ad effetto che lasciano una forte sensazione nel lettore (9-10) 7. Il titolo è adeguato alla storia? a. Pochissimo\Poco: il titolo non è chiaro e non si comprende il legame con la storia (1-4) b. Abbastanza: il titolo è abbastanza adeguato alla storia anche se non sembra coglierne l'aspetto centrale (5-6) c. Molto: il titolo è chiaro e adeguato alla storia (7-8) d. Moltissimo: il titolo è chiaro, adeguato alla storia e ad effetto, incuriosisce ed attira il lettore (910) 8. Il racconto ha un messaggio forte, un'idea da trasmettere che fa riflettere o emozionare il lettore? a. No: il racconto non sembra avere un messaggio o un'idea da trasmettere al lettore, si limita a raccontare delle vicende (1-5) b. In parte: il racconto sembra avere un messaggio ma non è del tutto chiaro oppure ha un messaggio ma è piuttosto scontato e poco originale (6-7) c. Sì: il racconto ha un messaggio chiaro e piuttosto originale (8-9) d. Molto: il racconto trasmette un messaggio originale in modo forte ed evocativo, attraverso strumenti diversi (vicenda, finale d'impatto, linguaggio forte) e fa riflettere il lettore (10) 9. Quale voto merita la storia nel complesso tenendo conto globalmente di tutti gli elementi? a. b. c. d. e. f. Molto scarso /scarso (1-5) Sufficiente (6) Discreto (7) Buono (8) Molto buono (9) Eccellente (10) 19 10. Le illustrazioni che accompagnano il racconto sono fantasiose, il tratto e le linee sono originali? a. No, le illustrazioni sono piuttosto scialbe e piatte, disegnate con tratto e linee incerti o per nulla originali (1-5) b. Abbastanza: le illustrazioni sono abbastanza fantasiose e disegnate con tratto e linee sufficientemente originali e/o sicuri (6-7) c. Sì: le illustrazioni dimostrano creatività e anche il tratto e le linee sono piuttosto sicuri, fantasiosi e originali (8-9) d. Molto: le illustrazioni sono decisamente fantasiose ed evocative, disegnate con tratto e linee originali e forti (10) 11. I colori utilizzati nelle illustrazioni sono vivaci, ben accostati e creano armonia fra di loro? a. Non molto: i colori sono poco vivaci, oppure risultano accostati tra di loro senza criterio; nell'insieme non si percepisce armonia cromatica (1-5) b. Abbastanza: i colori utilizzati sono abbastanza vivaci; si percepisce il tentativo di accostarli con gusto e il risultato è nel complesso armonioso (6-7) c. Sì: i colori sono vivaci e ben accostati; di conseguenza si percepisce una buona armonia dell'insieme (8-9) d. Molto: i colori sono molto vivaci e gli accostamenti azzeccati e originali; il risultato complessivo è di grande armonia ed equilibrio (10) 20 Scheda di valutazione dei racconti 1. Quanto rispetta il tema, l’incipit e la traccia scelti? 2. Il lessico (parole utilizzate) è ampio, originale, con termini precisi, verbi forti che creano immagini vivide nel lettore? 3. I personaggi sono ben costruiti? 4. La trama è articolata, ricca di eventi e chiara? 5. La trama è originale? 6. Il finale è soddisfacente? 7. Il titolo è adeguato alla storia? 8. Il racconto ha un messaggio forte, un'idea da trasmettere che fa riflettere o emozionare il lettore? 9. Quale voto merita la storia nel complesso tenendo conto globalmente di tutti gli elementi? 10. Le illustrazioni che accompagnano il racconto sono fantasiose, il tratto e le linee sono originali? 11. I colori utilizzati nelle illustrazioni sono vivaci, ben accostati e creano armonia fra di loro? 21