legge 269/98 contro il turismo sessuale con minori: una grande sfida
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legge 269/98 contro il turismo sessuale con minori: una grande sfida
LEGGE 269/98 CONTRO IL TURISMO SESSUALE CON MINORI: UNA GRANDE SFIDA CHE ASPETTA DI VENIRE RACCOLTA In questi giorni l’Ente Bilaterale Nazionale del Turismo rende pubblici i dati dell’Osservatorio “Il turismo italiano ed europeo contro lo sfruttamento sessuale dei minori”, relativo all’applicazione della Legge 269 del 1998, e del relativo Codice di Condotta, sottoscritto dall’intera industria turistica italiana. E lo fa sia per onorare la Giornata Mondiale del Turismo, che ricorre il 27 settembre, ma anche per denunciare una situazione critica, che il tempo trascorso non ha migliorato, e che invece richiama ad una presa di responsabilità da parte di diversi soggetti. L’Italia, infatti, dal 1998 si è dotata di una legge (la 269, appunto) di assoluta avanguardia a livello mondiale, che prevede la punibilità di questi reati abietti a prescindere dal paese in cui vengono commessi, e l’obbligo per gli i Tour Operator di informare i clienti circa il fenomeno, e le pene che si meritano i pedofili in vacanza. Ma se la legge non fosse bastata, tutti i soggetti del turismo italiano hanno anche sottoscritto un Codice di Condotta che ha un valore morale non meno importante: un Codice che li obbliga, oltre ad informare i clienti viaggiatori, a formare i propri dipendenti in modo specifico, e pure a vincolare i propri fornitori (come ad esempio gli Hotel, soprattutto nelle destinazioni “a rischio”) al rispetto delle normative esistenti nei vari Paesi oltre che in Italia. Questo Codice di Condotta è stato recepito il 19 luglio 2003 dal Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro del turismo, ed è quindi divenuto un impegno reciproco tra imprese e lavoratori del settore. Abbiamo avuto quindi dodici anni per applicare la Legge e sette per il Contratto, ma i risultati lasciano molto a desiderare: • • • solo il 78 % dei Tour Operator outgoing italiani mostrano di aver applicato la Legge, segnalando ai propri clienti gli obblighi relativi al rispetto dei minori, anche in viaggio. Ma questo è un dato ancora insufficiente, non solo perché riguarda una prova di civiltà, ma anche perché oltre un Tour Operator su cinque è nei fatti “fuorilegge”, non inserendo neppure sul proprio catalogo la dicitura prevista; e la cosa non migliora con lo sviluppo tecnologico: pochissimi sono ancora i casi (solo il 2,4%) in cui la segnalazione della problematica avviene sulla home-page del sito aziendale; riguardo alla sensibilizzazione del personale (dipendenti e collaboratori), anche nella linea prevista dal CCNL del 2003, siamo ancora sotto la sufficienza: infatti solo il 47% degli operatori coinvolge e sensibilizza al riguardo il proprio personale; anche l’attività di comunicazione nei confronti dei fornitori locali, che raggiunge il 22,7% degli operatori, è ancora molto al di sotto dell’obiettivo ideale. Anche se a livello nazionale si sono sviluppate alcune iniziative lodevoli quanto estemporanee (come il recente “impegno” bilaterale con il Brasile), sulla scorta dei dati dell’Osservatorio l’Ente Bilaterale Nazionale del Turismo esprime tutta la propria preoccupazione: al di là degli spot di “Pubblicità Progresso”, serve un diretto coinvolgimento attivo degli operatori, verso un più preciso rispetto dei loro doveri civili e legali. In questo senso l’EBNT si rende promotore di una iniziativa nazionale che passa per le Istituzioni, ma che deve vedere il recupero di un ruolo protagonista da parte delle Associazioni di Categoria, sin da ora chiamate a partecipare al tavolo di verifica del Codice di Condotta sottoscritto, che si riunirà in concomitanza con la Conferenza Nazionale del Turismo, prevista per la metà del prossimo mese di ottobre.