PARROCCHIE DEI TOLENTINI E DI SAN PANTALON IL DIARIO

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PARROCCHIE DEI TOLENTINI E DI SAN PANTALON IL DIARIO
PARROCCHIE DEI TOLENTINI E DI SAN PANTALON
don Marco 392 2448591 - don Mario 329 1561027 - don Piero 339 4922532
Chiesa del SS. Nome di Gesù Chiesa di S. Nicola da Tolentino
Chiesa di S. Pantalon
(Santa Chiara)
S. Messa festiva: ore 9
S. Messa della vigilia
S. Messa della vigilia
Divina
Liturgia
in
rito delle domeniche e feste: ore 19.00
delle domeniche e feste: 18.00
bizantino in lingua ucraina: S. Messe festive: ore 11 e ore 18,30
S. Messa festiva: 10.00
domenica: ore 13.00
S. Messa feriale: ore 18.30
e-mail:
S. Messa feriale: ore 8.00
e-mail: [email protected]
[email protected]
IL DIARIO
Anno IV n. 187 - Domenica 15 agosto 2010
Agosto: tre feste mariane
Il mese di agosto è il più ricco di feste dedicate
alla Santa Madre di Dio e, precisamente:
- il 5 è la cosiddetta Madonna della Neve, perché
ricorda
una
insolita
nevicata
avvenuta
sull’Esquilino a Roma. Il fenomeno sarebbe
avvenuto per volere della Madonna, la quale
aveva manifestato a Papa Sisto III (432-440) il
desiderio che colà venisse eretta una chiesa in suo
onore. E’ la Basilica di S. Maria Maggiore, la
prima dedicata in Occidente in onore della Madre
di Dio;
- il 15 ricorre la notissima festa che celebra
l’Assunzione di Maria in cielo. Siamo proprio nel
cuore del mese e molto forte è la devozione che
accompagna ancora questa solennità, anche se
profanamente confusa con il Ferragosto. Festa
anche questa molto antica, giacché era dei
Romani l’uso di considerare l’avvio del mese
come dies feriatus (da ferior = riposarsi, far
festa), giorno festivo, per essere alla metà
dell’anno, quando questo lo si calcolava a partire
da marzo. Nella frantumazione della lingua latina,
da cui sono derivate le nostre lingue, classiche e
dialettali, si è imposta la consuetudine di ferrare
agosto. Dunque ricorrenza insieme religiosa e
civile, come acquisizione del diritto alle ferie;
- il 22 viene venerata la Madonna sotto il titolo di
Beata Vergine Maria Regina. È una festa di
abbastanza recente istituzione (1955). Viene
collocata in questa data, a complemento della
solennità dell’Assunta, come parte di un unico
mistero.
Nella tradizione contadina c’è un proverbio che
suona così: le suche nate tra le do Madòne xe
sempre bone! Queste “do Madòne”, però,
comprenderebbe lo spazio temporale compreso tra
la festa della Assunta e quella della Natività di
Maria, che ricorre l’8 del mese di settembre. (A
cura di D.M.)
Un tragico anniversario
Aigues-Mortes agosto 1893: dagli all’italiano!
Questa cittadina del delta del Rodano fu teatro nel
lontano 1893 di un vero e proprio eccidio ai danni
di decine di lavoratori immigrati dall’Italia, dal
Piemonte in particolare. Che cosa accadde ad
Aigues-Mortes nell’agosto di 117 anni fa? In
quegli anni eravamo noi gli “altri”, gli immigrati,
i poveri, i disprezzati in giro per il mondo in cerca
di un pezzo di pane. L’economia di quella
località, collocata tra Nimes e Montpellier, si
reggeva sullo sfruttamento del sale marino, La
Compagnia delle Saline, per far fronte alle
richieste del mercato, assunse in quell’anno 150
lavoratori francesi e 600 italiani. Allora come
oggi l’immigrato costava meno, era meglio
sfruttabile, non faceva storie. Solo che anche la
comunità francese della zona aveva gente che
chiedeva lavoro e così in breve si innescò una
autentica guerra tra i poveri. Un giorno, alcune
centinaia di individui del posto assaltarono i
capannoni dove gli stranieri avevano precario
alloggio. Reazioni e ripicche si susseguivano in
un clima sempre più infuocato, tanto che i rapporti
già tesi tra le due comunità finirono per
compromettersi del tutto. Una scintilla da una
parte o dall’altra poteva trasformare la guerra tra i
poveri in un incendio incontrollabile. Il
fiammifero lo accesero gli scalmanati che il 15
agosto aggredirono un italiano che aveva osato
lavare un fazzoletto con un po’ della
preziosissima acqua potabile di cui la cittadina
disponeva. L’uomo reagì, i francesi chiesero aiuto
ai loro, gli italiani fecero lo stesso, intervenne la
forza pubblica, gli scontri aumentarono di
violenza e generalizzarono. Gli immigrati ebbero
la peggio e risultarono talmente malconci che fu
impossibile avere certezza sul numero dei morti.
Secondo i rapporti redatti all’epoca dalle autorità
francesi furono una decina; una cinquantina
secondo i resoconti della stampa internazionale
(in primo luogo il Times di Londra); forse un
centinaio stando alle valutazioni che circolavano
in seno alla comunità italiana. Corpi senza vita
erano stati probabilmente gettati in mare o sepolti
in fretta per farli sparire o affondati nei canali di
alimentazione delle saline. Oltre un centinaio
furono anche i feriti. Le autorità consolari italiane,
al
processo
intentato
ai
responsabili
dell’aggressione, invece di esigere giusta severità,
finirono di fatto per invocare clemenza. Le
vittime, fecero capire, non erano altro che dei
poco di buono, dei morti di fame, gentaglia che
aveva abbandonato il proprio Paese per ragioni
inconfessabili. Sul pogrom di Aigues-Mortes calò
presto l’oblio. Solo di recente - nei primi giorni di
agosto - sulla linea di confine di Grimaldi, tra
Ventimiglia e Mentone, si sono incontrate una
delegazione francese ed una italiana per la
simbolica celebrazione della Giornata della
riconciliazione e della memoria. Anzi, gli
organizzatori hanno promesso che l’evento non
resterà episodico, tanto che si progetta l’incontro
del prossimo anno non più sulla linea di confine,
ma al palazzo dell’Eliseo a Parigi. (Da un articolo
a firma di Antonio Giorgi, pubblicato su
AVVENIRE del 4 agosto 2010).
Briciole
♦ Lunedì 16 agosto ricorre la festa di S. Rocco,
veneratissimo compatrono della città di Venezia,
che ne custodisce le spoglie mortali nella
omonima chiesa, fin dal 3 marzo 1490.
Le notizie sulla sua vita sono poche e piuttosto
confuse. Rocco nacque a Montpellier nel XIV
secolo, dopo lunghe preghiere dei genitori che
non potevano avere figli. Rimasto presto orfano,
donò i suoi averi ai poveri e andò pellegrino a
Roma. Ad Acquapendente si fermò per assistere
gli appestati, quindi fu a Cesena e a Roma. Qui
sanò un cardinale che lo presentò al Papa. Dopo
tre anni fu a Rimini, Novara e Piacenza, dove fu
colpito a sua volta dalla peste. Una volta guarito
riprese il suo cammino ma venne arrestato vicino
al Lago Maggiore da alcuni soldati, perché
sospettato di spionaggio. Gettato in una prigione,
morì dopo cinque giorni. I miracoli sulla sua
tomba cominciarono a fiorire in abbondanza, tanto
che Rocco ebbe un culto così straordinario da
farlo ritenere il santo più venerato in assoluto tra il
XIV e il XIX secolo.
San Rocco è invocato come protettore su un
grande numero di casi: contro la peste; contro le
catastrofi naturali; contro le malattie del bestiame;
contro il colera, le epidemie in generale e la
fillossera (parassita delle piante, che attacca
soprattutto le viti). In preparazione della festa, la
Scuola Grande Arciconfraternita propone:
- 13/14/15 agosto: triduo di preparazione;
- 16 agosto festa di San Rocco:
ore 9,30-17.00 Visita libera alla Scuola Grande;
ore 18: santa Messa solenne presieduta dal
vescovo emerito di Trieste mons. Eugenio
Ravignani;
ore 21.00: Concerto dell’orchestra “Interpreti
veneziani” (ingresso per invito).
♦ La parrocchia di San Giacomo dall’Orio ha il
suo nuovo parroco, nella persona di don Paolo
Ferrazzo, sacerdote diocesano di 52 anni che
proviene dalla parrocchia della Beata Vergine
Addolorata di Mestre. Il suo ingresso in
parrocchia è previsto per i primi di ottobre.
♦ Fondo di solidarietà. In settimana sono entrati
€ 116,57 e usciti € 150.Appuntamenti
■ Domenica 15 agosto: Assunzione della Beata
Vergine Maria. I parrocchiani dei Tolentini, di
San Pantalon e di San Giacomo dall’Orio sono
invitati a recitare il santo rosario con don
Mario ai FRARI, alle ore 17, davanti al quadro
del Tiziano raffigurante l’Assunta.
Intenzioni messe della settimana
Lunedì 16
SOSPESA LA MESSA DELLE
18,30 - ALLE ORE 18 MESSA A S. ROCCO
Martedì 17
Mercoledì 18
Giovedì 19
Venerdì 20
Sabato 21
ore 18 (S.Pantalon)
ore 19 (Tolentini) + Maria, Ciro e def. fam. Vitiello
Domenica 22 ore 10 (S. Pantalon)
ore 11 (Tolentini) + Emilio, Adelina
ore 18,30 (Tolentini)
Spunti di meditazione
Dal “Diario” (1941-1943) di Etty Hillesum (19141943), giovane ebrea morta nel campo di
concentramento di Auschwitz.
- “ Non mi porto dietro ritratti di persone care, ma
alle ampie pareti del mio io interiore voglio
appendere le immagini dei molti visi e gesti che
ho raccolto, e quelle rimarranno sempre con me”.
- “ A volte penso tra me e me: forse è più facile
pregare da lontano che veder soffrire da vicino”.
- “Si deve anche essere capaci di vivere senza libri
e senza niente. Esisterà pur sempre un pezzetto di
cielo da poter guardare e abbastanza spazio dentro
di me per congiungere le mani in una preghiera”.