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CISS
COOPERAZIONE INTERNAZIONALE SUD-SUD
Rapporto sulla missione in Mauritania
18 – 26 maggio 2008
Donato S. La Mela Veca, Fabio Pastorella
Dipartimento di Colture Arboree, Università di Palermo
Palermo, 16/06/2008
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INDICE
INTRODUZIONE E OBIETTIVI...................................................................................................3
1. ATTIVITẦ DELLA MISSIONE ................................................................................................4
2. CONCLUSIONI........................................................................................................................16
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INTRODUZIONE E OBIETTIVI
La missione rientra tra le attività previste dal “progetto di sostegno alle capacità locali di
sviluppo”, in particolare quella di “introduzione di 1.200 piante di fico d'india, formazione sulla
coltivazione e l'utilizzo” in corso in Mauritania, nella regione di Trarza. Il progetto è nato dalla
collaborazione tra due ONG europee, l’italiana CISS (Cooperazione Internazionale Sud Sud) e la
spagnola ACPP (Asamblea De Cooperación Por La Paz). In Mauritania il referente locale del
progetto è l’ONG Tenmiya. Questa prima missione ha avuto gli obiettivi di accertare l’idoneità
del ficodindia agli obiettivi posti dal progetto, di analizzare ed approfondire le condizioni
ecologiche, ambientali e sociali delle aree individuate per la sperimentazione.
L’impianto ha come finalità la protezione degli orti dagli animali al pascolo e nello stesso tempo
garantire la fissazione delle dune e possibilmente fornire foraggio per gli animali. Nel corso della
missione sono stati organizzati incontri con istituzioni e tecnici locali e visite tecniche presso i
villaggi individuati per la realizzazione delle attività previste dal progetto.
Si allega al presente rapporto la sintesi delle attività svolte e un CD contenente le fotografie
riprese nel corso della missione.
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1. ATTIVITẦ DELLA MISSIONE
18 maggio 2008
Riunione presso la sede di Tenmiya.
Presenti alla riunione: Donato S. La Mela Veca, Fabio Pastorella; Carolina Martin Tirand,
Francesco Realmuto (rappresentanti del CISS), M'Boumba Ba (Agronomo di Tenmiya) e Cheik
Sambeitt (responsabile del progetto per Tenmiya).
La riunione è cominciata con la presentazione dei presenti. Il responsabile locale ha illustrato gli
obiettivi del progetto e ha precisato che è importante sperimentare il ficodindia.
M'Boumba Ba dice che lui ricorda che prima il ficodindia era presente sia in città (area limitrofa
all’Ambasciata francese) sia nelle aree interne prossime alla città, ma non si hanno notizie sulla
presenza del ficodindia nelle altre zone del paese. In città il ficodindia sarebbe scomparso in
seguito all’intensa attività edilizia mentre non sono note le cause della scomparsa della pianta
nelle altre aree. La Mela Veca ipotizza che la scomparsa potrebbe essere stata causata sia dai
cambiamenti climatici (riduzione delle precipitazioni) sia dall’aumento di animali al pascolo.
La Mela Veca evidenzia i limiti ed i rischi dell’uso del ficodindia ed in particolare i problemi
legati alle esigenze idriche ed agli animali al pascolo. Per la difesa dal pascolo, Ba propone di
realizzare delle fasce di protezione con piante spinose morte.
Si stabilisce che la scelta della specie da utilizzare nel progetto sarà fatta alla fine della missione
dopo aver visitato le aree in cui sono presenti alcuni individui di ficodindia. Inoltre si ipotizza,
quale soluzione alternativa a quella del progetto, l’uso del ficodindia in un’area di limitata
estensione e di prendere in considerazione un’altra specie per completare la sperimentazione.
Una specie che sembra possedere le caratteristiche necessarie sembra essere la Prosopis. Questa
è stata già utilizzata in interventi per la fissazione delle dune con un buon successo, ha una
elevata capacità di colonizzazione grazie all’azione degli animali che contribuiscono a
diffonderla attraverso le feci e per la velocità di accrescimento (secondo i dati della FAO la
specie raggiunge accrescimenti medi annui di 2 tonnellate/ha/anno). Cheik Sambeitt aggiunge,
inoltre, che la pianta ha una elevata capacità pollonifera. Tuttavia le popolazioni sono convinte
che prosciuga il suolo e non permette l’insediamento di altre specie. Questa potrebbe essere una
limitazione nell’uso di questa specie.
La Mela Veca dice che è necessario individuare un sistema di gestione che consenta nello stesso
tempo di controllare l’invasività della specie e di mantenere la funzione ambientale (fissazione
delle dune) ed economica (foraggio per il pascolo, legna da ardere).
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I responsabili locali chiedono di analizzare un’altra specie, Calotropis procera. Questa viene
localmente chiamate “la morte del campo” poiché invade velocemente gli orti. Attualmente la
pianta non offre nessuna possibilità di essere utilizzata come foraggio poiché è leggermente
tossica e gli animali la utilizzano solo quando non hanno alternative. Anche per questa specie
occorrerebbe trovare un sistema di gestione che consenta di limitarne l’invadenza e ne individui
possibili impieghi (foraggio, legna).
Sambeitt segnala che Acacia senegalensis, impiegata in passato nell’ambito di un progetto di
cooperazione internazionale col fine di realizzare impianti specializzati per l’estrazione della
gomma arabica, mostra problemi di deperimento e morte di un elevato numero di individui a
causa probabilmente di un coleottero xilofago. Si stabilisce che nel corso della missione saranno
visitate le aree infestate e se possibile verranno prelevati individui dell’insetto per la sua
identificazione. La soluzione di questo problema è di fondamentale importanza per l’economia
delle popolazioni e la sua soluzione aumenterebbe notevolmente il valore del progetto.
19 maggio 2008
Visita ad un vivaio privato a Nouakchott.
Il responsabile del vivaio riferisce che la specie più diffusa in città è Prosopis juliflora.
Nel vivaio è presente una siepe di Euphorbia balsamifera (Figura 1) che potrebbe essere
utilizzata in interventi per la fissazione delle dune poiché può essere facilmente riprodotta per
talea. Le popolazioni locali, però si rifiutano di usarla poiché potrebbe costituisce rifugio per i
serpenti e non è appetita dal bestiame poiché produce un latice velenoso per gli animali.
Figura 1 – Individuo di Eupohorbia balsamifera.
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Nell’area del vivaio è presente un palmeto che in passato veniva utilizzato come orto ma ormai la tendenza è
l’abbandono poiché si preferisce un uso edilizio dell’ampia area (
Figura 2). Gli orti sono stati spostati in periferia.
Figura 2 - Area ortiva abbandonata.
Nel vivaio viene venduta una varietà di ficodindia con poche spine utilizzata nei giardini
cittadini.
20 maggio 2008
Mattina: incontro con Moustapha Ould Mohamed.
Moustapha Ould Mohamed è responsabile per il Ministero dell'Ambiente del Settore lotta alla
desertificazione in Mauritania e Coordinatore del progetto “Appui à la rehabilitation et à
l’extension de la cinture verte de Nouakchott” finanziato dalla FAO, dalla regione belga della
Vallonia e dal Programma Mondiale Alimentare dell’ONU.
L’incontro è cominciato con una breve presentazione del progetto e della “storia” della cintura
verde. I primi interventi sono stati eseguiti tra il 1975 ed il 1992 con l’obiettivo della lotta alla
desertificazione e finanziati dalla Federazione Luterana Mondiale (FLM).
Dopo un primo esame degli obiettivi e della struttura del progetto, e dopo l’analisi delle
principali differenze tra i vari tipi morfologici delle dune ed i tipi di accumulo, sono stati
puntualizzati gli aspetti tecnici del progetto.
Esso prevede una fase di fissazione meccanica effettuata principalmente con rami di Prosopis
juliflora e di Laeptadenia pyrotecnica ed una di fissazione biologica che viene effettuata con le
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specie arboree, arbustive ed erbacee (Prosopis juliflora, Laeptadenia pirotecnia, Aristida
pungens, Punicum turgidum, Acacia senegal, Acacia raddiana).
L’impianto viene eseguito nel periodo successivo alle prime piogge con buche di profondità di
40 cm realizzate con un cilindro metallico. Prima della messa a dimora il cilindro viene riempito
d’acqua (10 litri per ogni 25 cm di suolo che si intende bagnare) per ripristinare una continuità
nel suolo fino alla parte di suolo rimasta umida.
Inizialmente la Prosopis juliflora era messa a dimora con una densità di 1500 piante/ha, in
seguito questa è stata ridotta progressivamente fino ad arrivare a 100-150 p/ha. Questo sistema di
impianto permette la diffusione spontanea di graminacee e quindi di creare un sistema silvopastorale. Prosopis juliflora oltre a servire al raggiungimento dell’obiettivo della fissazione delle
dune può essere utilizzata come foraggio e per ricavarne legna da ardere o da utilizzare per la
fissazione meccanica delle dune.
Per questi fini sono state eseguite tre “prove” di taglio a differenti altezze dal suolo:
•
alla base;
•
a 1,50 m (definito “alla mauritana”);
•
taglio di alcune branche (definito “alla capoverdiana”).
Il sistema che è risultato più efficiente è stato il secondo poiché la chioma rimane sempre ad
un’altezza superiore alla capacità di morso degli animali (capre ed asini).
I tagli sono eseguiti su particelle di estensione proporzionale alla superficie totale da utilizzare.
Questi sistemi presentano anche una opportunità di ritorno economico e la redditività può
raggiungere livelli alti, anche superiori alla produzione di datteri.
Pomeriggio: incontro con Sidi Aly, botanico del Centre National de Récherches Agronomies di
Nouakchott.
Il tema dell'incontro è stato incentrato sulle principali specie presenti in città, su quelle viste al
vivaio e sul ficodindia.
La seconda delle specie più diffuse in città è Leucaena leucophylla. Calotropis procera è una
specie indigena ma non è appetita agli animali né utilizzabile per ricavarne legna. Euphorbia
balsamifera è adatta solo per la fissazione delle dune.
In Mauritania sono presenti due specie di ficodindia:
-
Cactus cactus (con tante spine);
-
Cactus inermis (con poche spine).
La prima è una specie naturalizzata e si trova in un’area nel sud del paese, al confine con il
Senegal, nella zona di Rosso, nei pressi della diga sul fiume Senegal. E’ una specie che non ha
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bisogno di irrigazione di soccorso poiché essa riesce ad avvantaggiarsi della rugiada notturna
(rosée). Le piante possono essere poste a dimora dopo le prime piogge sul dosso del solco, e non
nel fondo, per evitare che la pianta marcisca per l’accumulo di acqua.
In Mauritania sono state utilizzate tre specie appartenenti al genere Prosopis che si ibridano
facilmente tra di loro: Prosopis africana, P. juliflora e P. chilensis.
Secondo Aly, la Prosopis sp.pl. è la specie più importante per la fissazione delle dune e
rappresenta la “salvezza per la città”. Afferma, infine, che essa ha un elevato potere calorifero
(maggiore di quello di Acacia nilotica) e può essere utilizzata anche per la produzione di
carbone.
21 maggio 2008
Mattina: visita alla cooperativa agricola con Ba e l’interprete.
Il responsabile ci dice che Cactus cactus è stato utilizzato per la fissazione delle dune con filari
realizzati perpendicolarmente alla direzione principale del vento.
La moglie del responsabile (anche lei agronomo) è a sua volta responsabile per la formazione sul
ficodindia. Ella ci dice che hanno provato a fare il succo e la marmellata di ficodindia, con
successo.
In alcuni casi Cactus cactus si è diffuso spontaneamente ed alcune capre sono morte per
soffocamento dopo essersi cibate delle pale spinose.
Figura 3 - Area ortiva a Nouakchott
E’ seguita la visita al giardino-orto dove, oltre alla sede della cooperativa, si trovano diverse
specie arboree da frutto (melograno, agrumi, mango), palme e piante ortive (Figura 3). In questi
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orti viene prodotto il 37% del fabbisogno cittadino (Figura 4). Gli orti sono recintati e le aree,
soggette all’avanzamento delle dune, sono fissate con Prosopis sp.pl.. Negli orti tutti i lavori
sono eseguiti manualmente.
Figura 4 - Area ortiva a Nouakchott.
L’ultima area visitata è l’area sperimentale di Ten Soueilem in cui è stata eseguita una prova
sperimentale con Cactus inermis ed altre specie frutticole (nell’area sperimentale vi sono alcune
specie di agrumi del Camerun, il mango ed altre specie da frutto). Qui il ficodindia viene irrigato
una volta a settimana per 7 mesi all’anno (Figura 5).
Cactus cactus è stato utilizzato in filari con Prosopis e si è rinaturalizzato avvantaggiandosi delle
migliori condizioni create dalla copertura di quest’altra specie.
Sono state fatte delle prove per la riproduzione agamica di Cactus inermis mettendo a dimora
alcuni cladodi. Questi, alcune settimane dopo il taglio, sembrano già essere riusciti a radicare (le
pale conservano vigore vegetativo grazie all’ombra di un filare di Prosopis sp.pl. ed alla rugiada
(rosée).
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Figura 5 - Impianto sperimentale di Ten Soueilem
Pomeriggio: visita ad un vivaio privato a Nouakchott con Realmuto e i rappresentanti di ACPP.
E’ il vivaio in cui si stanno preparando le piante che ACPP utilizzerà negli interventi di
fissazione delle dune previsti nel progetto.
Dalla visita emerge che i tecnici del vivaio non conoscono bene le specie (non conoscono i nomi
scientifici) e che non sono bene dimensionate le misure delle fitocelle. In alcuni casi (Prosopis)
esse sono sottodimensionate (10 cm di altezza) con evidenti problemi di sviluppo dell’apparato
radicale delle piantine.
22 – 24 maggio 2008
Missione nelle località di Hsey Rhahla, Nhoukara, Nievrare, Tewvigh, nella regione di Trarza.
Equipe: Ba, Pastorella e La Mela Veca, Autista e Interprete.
22 maggio 2008
Partenza dalla città verso Sud percorrendo prima la strada che conduce a Rosso, poi la pista che
porta a Mederdra. Il paesaggio muta da quello prettamente desertico con vegetazione composta
da piccoli arbusti molto radi e sabbie di colore chiaro composto da granuli che derivano dalla
degradazione di rocce marine, fino ad un paesaggio di savana pascolata composta da vegetazione
arborea, arbustiva ed erbacea rada su sabbie di colore bruno. Il passaggio dall’una all’altra
situazione è graduale e non sono rari i casi in cui si sovrappongono: nelle aree più depresse
emerge un substrato bianco, mentre i piccoli “versanti” che le delimitano sono costituite da
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sabbie rosse. Emergono poi aree caratterizzate da dune non fissate dalla vegetazione e che perciò
si spostano nella direzione principale dei venti.
Hsey Rhahla: è il primo villaggio visitato. Dopo aver salutato e consultato la popolazione locale
visitiamo gli orti. Sono due: uno è stato abbandonato perché stava subendo un progressivo
insabbiamento, l’altro è attualmente coltivato. Sono serviti da due pozzi il più vicino dei quali è
prossimo all’orto abbandonato. Nel secondo orto non esiste un pozzo nelle vicinanze e
l’irrigazione è effettuata per mezzo di bidoni.
Il capo villaggio ci mostra come estraggono l’acqua dal pozzo usando mezzi rudimentali (Figura
6) e con l’ausilio degli asini.
Figura 6 - Estrazione di acqua da un pozzo a Hsey Rhahla.
Gli abitanti del villaggio dicono di conoscere il ficodindia (il nome locale è Gargambose) e non
si mostrano contrari all’uso della Prosopis.
A conclusione della visita riteniamo la località idonea ad ospitare l’impianto sperimentale
almeno in uno dei due orti.
Noukara: l’obiettivo della visita è quello di indagare le cause del deperimento e della morte di
numerosi individui di Acacia Senegal nella piantagione prossima al villaggio.
Apprendiamo che la malattia procede molto velocemente e porta in poco tempo alla morte della pianta. Essa
procede dalle branche più basse verso quelle più alte fino a fare seccare tutta la pianta. Gli individui sono
colpiti con distribuzione casuale su tutto l’impianto, così da far supporre che l’agente sia un insetto. Ci viene
mostrata una buca scavata da un felino (lince o gatto selvatico) ai piedi di un individuo colpito (
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Figura 7), si ipotizza alla ricerca di individui dell’agente patogeno . L’insetto non è mai stato
visto, né catturato.
Non è stato possibile effettuare l’abbattimento di una pianta al fine di verificare la presenza di
gallerie, adulti sotto la corteccia o in cavità o la presenza di segnali che indicassero la presenza di
insetti quali causa del deperimento delle piante. Sono state tagliate alcune branche morte ma le
gallerie trovate sembrano essere state scavate da insetti xilofagi secondari, cioè che si insediano e
si nutrono di legno morto.
Figura 7 - Buca scavata di un felino (probabilmente lince o gatto selvatico)
Nievrare: il villaggio è minacciato dall’avanzamento delle dune, e nell’ambito del progetto è
interessato da interventi di fissazione meccanica e biologica di queste.
Il villaggio si trova in un’area più bassa rispetto alle zone circostanti e vi si accede solo da una
pista, anch’essa minacciata dalle dune. In molti casi i tetti delle case sono più in basso rispetto
alla cresta delle dune.
L’orto del villaggio è prossimo alla strada e per il momento non è interessato dal problema
dell’avanzamento delle dune. L’acqua del pozzo è estratta da una pompa ma nel periodo delle
piogge e nei primi mesi successivi non è necessario azionarla.
L’irrigazione è operata direttamente con tubi o con bidoni. L’orto, coltivato da tutte le donne del
villaggio, occupa una vasta superficie ma se ne utilizza meno della metà.
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Figura 8 - Individuo di Cactus cactus a Nievrare
Durante la visita tecnica al villaggio rileviamo la presenza diffusa del pascolo di capre,
dromedari, asini, bovini allo stato brado e la presenza di recinti attorno alle case per evitarne
l’accesso. All’interno di questi spicca la presenza di due piante di ficodindia (Cactus cactus) in
buono stato vegetativo (vedi figure Figura 8 e 9).
Figura 9 - Individuo di cactus cactus a Nievrare
La visita è proseguita nelle aree interessate dagli interventi di fissazione delle dune: attualmente
è stata eseguita la fissazione meccanica con rami di Balanites aeyiptiaca (Figura 10) fissi nel
terreno in un’area di forma rettangolare di 160 x 60 m posta allato alla strada. Successivamente
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l’area è stata ulteriormente suddivisa in quadrati di 20 m di lato. All’interno degli
“appezzamenti” così ricavati saranno effettuati gli interventi di fissazione biologica. I lavori sono
eseguiti dalle 18:00 alla mezzanotte perché di giorno le condizioni ambientali non sono idonee al
lavoro all’aperto.
È seguito l’incontro con tutte le donne del villaggio che si occupano dell’orto. È stato spiegato il
progetto per la protezione dell’orto e motivato l’uso delle specie scelte. Non sono state sollevate
obiezioni sull’uso delle specie.
A conclusione della visita riteniamo la località idonea ad ospitare l’impianto sperimentale.
Figura 10 - Interventi di fissazione meccanica delle dune a Nievrare
23 maggio 2008
Tewvigh. Il villaggio è tra i più importanti dell’area (2000-3000 abitanti) poiché ospita alcuni
servizi fondamentali (scuola, presidio sanitario) ed il sindaco è tra i più anziani della Mauritania.
Il villaggio è famoso per la visita del Presidente della Banca Mondiale, che ha voluto visitare
personalmente le aree in cui sono stati effettuati interventi di fissazione delle dune ed altri
interventi di cooperazione internazionale.
L’arrivo al villaggio è avvenuto poco prima delle 11:00 in una giornata molto calda per cui fino
al primo pomeriggio è stato impossibile effettuare la visita tecnica.
Durante l’attesa siamo raggiunti dall’equipe di ACPP. Con loro abbiamo avuto la possibilità di
scambiare impressioni e notizie sulle rispettive missioni.
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Nel villaggio esistono 3 orti di piccole dimensioni la cui gestione è affidata ad una cooperativa.
Questa è organizzata in tre gruppi, ed ognuno di essi si occupa di gestire un orto. Le ridotte
dimensioni degli orti non consentono di effettuare l’impianto sperimentale.
La visita si è conclusa con un sopralluogo nelle aree interessate dagli interventi di fissazione
delle dune realizzati 2 anni fa su un ampia superficie che circonda il villaggio. La recinzione ha
assicurato la riuscita dell’intervento. Oggi le aree si presentano ricoperte da una vegetazione
tipica della savana caratterizzata da una copertura erbacea continua e da alberi ed arbusti.
Il sindaco ha insistito sull’opportunità di provare il ficodindia nel villaggio e, nel caso in cui
questo non fosse possibile, si è reso disponibile ad accettare altre tipologie di intervento
eventualmente da noi presentate in futuro. Inoltre, ha proposto di eseguire l’impianto
sperimentale con Prosopis sp.pl. e Cactus cactus all’interno delle aree fissate 2 anni fa.
Dopo i saluti partiamo alla volta di Nouakchott e decidiamo di passare la notte a Hsey Rhahla
ospiti del sindaco del villaggio incontrato il giorno precedente.
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2. CONCLUSIONI
Da quanto analizzato nel corso della missione, nel corso della riunione finale presso Tenmiya
sono state formulate alcune considerazioni.
La fissazione delle dune deve essere effettuata con specie arboree, arbustive ed erbacee locali
salvo nei casi in cui la rapidità di intervento non imponga l’uso di specie alloctone a rapido
accrescimento (come nel caso di Prosopis sp. pl.). Il successo dell’attività di fissazione è legata
alla difesa dell’impianto dagli animali al pascolo con recinzioni. Questo presuppone un’attività
di pianificazione integrata tra pascolo, colture ortive, interventi di fissazione delle dune e
gestione dell’acqua.
Il deperimento degli individui di Acacia senegal non è stato indagato a sufficienza, per cui non è
possibile dire con certezza quale sia stata la causa. Si rimanda ad ulteriori analisi ed a quanto
detto precedentemente.
L’uso di sole piante di ficodindia quale recinzione è sconsigliata dalla scarsa crescita in altezza
delle piante. Le recinzioni saranno costituite da due filari, uno più esterno di piante di Cactus
cactus ed una interna di Prosopis sp. pl. L’impianto sarà effettuato in orti già recintati con lo
scopo di proteggere le giovani piantine dal morso degli animali. La distanza prevista tra i filari è
di 30 cm, quella tra le piante di Prosopis è 70 cm e tra le piante di Cactus è di 35 cm. L’impianto
sarà effettuato, nel periodo delle prime piogge, nei villaggi di Hsey Rhahla e di Nievrare lungo il
perimetro degli orti.
L’impossibilità di avere un numero di piante sufficienti per i due impianti e l’assenza di
conoscenze tecniche locali sull’impianto di queste specie, ha portato alla soluzione di effettuare
un impianto pilota di 20-25 m di lunghezza nel villaggio di Nievrare nel corso del 2008 ed
estendere, in caso di successo, l’esperienza alla restante parte del perimetro ed all’orto presente a
Hsey Rhahla. La prova servirà anche a valutare il grado di attecchimento delle specie utilizzate.
Prosopis sp.pl.
Le specie di questo genere, come detto, sono state utilizzate con successo in numerosi interventi
di fissazione delle dune, si accrescono rapidamente, e si adattano bene alle condizioni ambientali
più estreme.
Il loro utilizzo come “barriera viva” dovrebbe garantire una buona difesa delle colture ortive
dagli animali al pascolo, dai venti caldi, dal trasporto della sabbia operata dal vento, dovrebbe
garantire l’ombreggiamento di una parte degli orti almeno in alcune ore del giorno. Inoltre
garantisce condizioni microstazionali migliori al sottostante filare di cactus e potrebbe essere
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usato come fonte di foraggio fresco per gli animali domestici e di legno morto per la fissazione
meccanica delle dune.
Cactus cactus
Il compito del filare costituito da Cactus è quello di difendere le piante di Prosopis sp.pl. dal
morso degli animali e aumentare la capacità dell’impianto a proteggere l’orto dagli animali al
pascolo, fornire, attraverso i frutti un’integrazione alimentare alla popolazione ed eventualmente
agli animali domestici.
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