Quinto incontro - Parrocchia Madonna del S. Rosario

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Quinto incontro - Parrocchia Madonna del S. Rosario
sguardo terapeutico del Signore è il lavoro costante, giornaliero di ogni discepolo.
Questo ci schioda dalla tentazione sempre risorgente della disperazione, della
desolazione, del fallimento.
Dobbiamo essere coscienti, come discepoli, qual è l’opera nefasta del Male, che,
oggi come sempre, ha una presa eccezionale sulla persona umana: abbattere la
certezza dell’amore incondizionato e indefettibile del Padre. Scopriamo ancora, da
credenti, nella preghiera, che il Signore Gesù ci vuole e ci può trarre dalle tristezze,
dalle recriminazioni, dall’abbattimento…
Imparare a morire per veder giungere incontro a noi il Vivente significa
concretamente rinunciare al Male, in tutte le sue forme, rinunciare a tutte le sue
opere di morte e di menzogna. Significa avere timore di Dio, che vuol dire
prenderLo sul serio in tutti gli ambiti della nostra vita, delle nostre scelte, delle
nostre relazioni. Prendere sul serio il suo amore incondizionato e indefettibile.
Questo sussidio ed il video integrale dell'incontro tenuto ad
Alghero sono disponibili nel sito Internet della
parrocchia Modonna del S. Rosario
www.rosarioalghero.org
Quinto incontro
L’interesse di Gesù per un caso disperato: con Gesù
presente non esistono situazioni ingauribili. (Mc 9,14-29)
In quel tempo Gesù sceso dal monte e giunto presso i discepoli, li vide circondati
da molta folla e da scibi che discutevano con loro. Tutta la folla, al vederlo, fu presa
da meraviglia e corse a salutarlo. Ed egli li interrogò: Di che cosa discutete con
loro? Gli rispose uno della folla: Maestro, ho portato da te mio figlio, posseduto da
uno spirito muto. Quando lo afferra, lo getta al suolo ed egli schiuma, digrigna i
denti e si irrigidisce. Ho detto ai tuoi discepoli di scacciarlo, ma non ci sono riusciti.
Ed egli allora in risposta disse loro: O generazione incredula! Fino a quando starò
con voi? Fino a quando dovrò sopportarvi? Portatelo da me. E glielo portarono.
Alla vista di Gesù lo spirito scosse con convulsioni il ragazzo ed egli, caduto a terra,
si rotolava spumando. Gesù interrogò il padre: Da quanto tempo gli succede
questo? Ed egli rispose: Dall’infanzia; anzi, spesso lo ha buttato persino nel fuoco e
nell’acqua per ucciderlo. Ma se tu puoi qualcosa, abbi pietà di noi e aiutaci. Gesù
gli disse: Se tu puoi! Tutto è possibile per chi crede. Il padre del fanciullo rispose al
alta voce: Credo, aiutami nella mia incredulità.
Allora Gesù, vedendo accorrere la folla, minacciò lo spirito immondo
dicendo: Spirito muto e sordo, io te lo ordino, esci da lui e non vi rientrare più. E il
fanciullo diventò come morto, sicché molti dicevano: È morto. Ma Gesù, presolo
per mano, lo sollevò ed egli si alzò in piedi.
Entrò poi in una casa e i discepoli gli chiesero in privato: Perché noi non
abbiamo potuto scacciarlo? Ed egli disse loro: Questa specie di demoni non si può
scacciare in alcun modo, se non con la preghiera.
Spunti per la meditatio
È nella meditatio che i valori permanenti del testo - ciò che il Signore ci vuol dire
nella sua Parola – toccano i vissuti personali e comunitari.
Primo messaggio salvifico è certamente il fatto che per Gesù non esistono
situazioni inguaribili, né fisiche, né morali, né spirituali. Da un quadro di vera
tragicità, emerge, consolantissima, la percezione che, con Gesù presente, il male è
davvero vinto, che il suo amore è più forte di ogni inganno malefico. Dio sa quanto
abbiamo urgente necessità di questo messaggio di conforto:
non vi sono “inguaribili” tra le creature umane; non vi sono “intoccabili”, non vi
sono “inaffidabili” radicali, sui quali non è più possibile porre alcuna aspettativa o
per i quali non vi può essere alcuna speranza! Non vi sono situazioni veramente
“irreversibili” per il Signore della gloria e della compassione!
Tale ottica evangelica ci spinge inoltre a mettere in discussione la nostra poca fede
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e la nostra incapacità – appunto perché non-credenti – a gestire i momenti di
recupero, i momenti di apparente o reale fallimento, i momenti di prova.
Il testo è esplecito: come per i discepoli, gli scribi e la folla - e così anche per noi –
sono le molte remore sull’azione salvifica del Signorea impedirci di essere sanati e
di diventare sananti. È il nostro essere non-credenti…
Un altro dato che emerge dal testo è che
il Male è davvero il nemico numero uno della persona umana. Comunque lo si
voglia interpretare – spirito personale, malignità, peccato sociale e storico – insidia
la creatura umana e la vuole disperata e perdente.
Il Gesù che ci è presentato in questa pagina evangelica è il vero defensor hominis:
lo strappa da ogni situazione di tristezza interiore, di frustrazione, di delusione che
lo spingono all’abbattimento e alla disperazione. Al mutismo mortifero…
Un altro senso, importante quanto i precedenti, ci viene incontro nel testo sacro:
Il ragazzo “muto”, reso “ammutolito” dallo spirito del male è vera icona della
nostra società e di molti nostri momenti: spinto “nel fuoco e nell’acqua”, alle più
diversificate (auto)distruzioni, da solo non riesce a venirne fuori. Neppure l’affetto
di un padre premuroso e disperato riesce a liberarlo. E il Signore Gesù lo strappa
dalla sua incapacità di dire e di dirsi, gli riconsegna la potestà di nominare le cose,
di parlare, di uscire da sé e lo reinserisce da vivo e da protagonista dentro la sua
storia, lo restituisce “risuscitato”, “in piedi” ai rapporti con i suoi cari, alle relazioni,
alla vita.
Un ultimo senso, luminosamente, ci è svelato da questa pagina biblica: due volte, il
ragazzo è presentato come morto e due sono i verbi di risurrezione che lo
riguardano. Un segnale palese da aggiungere alle altre allusioni battesimali del
testo. Vale a dire che:
è passando attraverso una morte o la morte che, in questo mondo e ad ogni
uomo, si fa incontro la risurrezione. Meglio ancora: il Risorto.
Spunti per la preghiera e la condivisione fraterna
Permettiamo al Signore che, nella nostra preghiera personale e comunitaria,
possiamo prendere coscienza di questa buona notizia che è capace di rinnovare
l’interezza di ogni vissuto: la presenza sanante di Gesù giunge lì dove, ognuno di
noi, non ardirebbe neppure lontanamente pensare e sperare per la propria
salvezza. L’amore incondizionato di Dio si è svelato nel Figlio che vuole e può
salvare.
Dentro e intorno a noi vi sono sempre delle situazioni che vorrebbero rattristarci e
deprimerci: chiamarle per nome, qualificarle e quantificarle e portarle sotto lo
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