La forza del pensiero - "Ferraris"

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La forza del pensiero - "Ferraris"
Andrea Conti1
La forza del pensiero
“Pensiero” è correlato etimologicamente alla parola latina “pènsum”, che significava la
quantità di lana di cui le giovani operaie avevano il compito di stimare il peso, meditando,
vale a dire esercitando la funzione mentale del PEnSARE. Peso e pensiero sono dunque legati da un “filo concettuale” straordinariamente intrecciato.
La causa per la quale i corpi cadono a terra va annoverata nel regno delle realtà impalpabili, immateriali e inesistenti… come lo è il pensiero.
È finita un’Era, che ha creduto fermamente nell’esistenza di “lacci” invisibili, in grado
di avvinghiarsi in tutti i corpi e di trascinarli verso il centro della terra a velocità sempre più
crescente, posta costante un’accelerazione equa per tutti.
Ne comincia una nuova, libera da queste considerazioni e consapevole del vero “meccanismo-interno”, il quale ha il potere di far muovere i corpi senza che vi sia niente di fuori
a tirare.
Il fenomeno gravitazionale assimilabile ad un fatto squisitamente “psichico” fa indubbiamente scalpore e il Fisico non può che percepire una sensazione di disarmante sconcerto,
sentendosi depauperato della “rassicurante” nozione newtoniana di Forza di gravità.
Lo Psicologo non è considerato uno scienziato poiché si occupa di qualcosa di impalpabile non soggetto alle leggi della Fisica. Tuttavia tutto sta per capovolgersi: nulla più del
1 Studente della classe V A del liceo Ferraris di Varese.
pensiero entrerà nel novero delle competenze del Fisico. Per effetto del pensiero è esploso
l’Universo: già prima del Big Bang, la gravità era lì. Per effetto del pensiero le galassie si
attraggono e si muovono, le stelle all’interno vedono girare intorno ad esse pianeti, che
attraggono sulla propria superficie ogni cosa proveniente dall’alto.
Ora viene l’interessantissimo: sempre per effetto del pensiero si può far diventare una
donna bella come un’Elena. Basta guardarla e immaginarla bellissima e lei ci apparirà alla
pari di una figura celestiale. Si può anche liberare un sofferente da qualunque male: basta
pronunciare delle “parole chiave”, contrapposte a quel genere di patologia, per porre fine
alla malattia e godere dei risultati prodotti dal cosiddetto “effetto placebo”.
Tutto dipende da come pensiamo la realtà e anche il fatto che voi siate finiti a leggere
questo testo è dipeso dal vostro pensiero, nessuno ve l’ha imposto.
Sembra di capire, che tutti noi siamo “inzuppati” come biscotti dentro il caffè, in qualcosa che permea tutto. In questo complesso sistema siamo portati a condividere con tutti gli
altri, che si trovano alla pari inseriti insieme con tutte le cose, persino un destino, che ci
“muove” gli uni verso gli altri.
Vi siete mai chiesti cosa distingue l’uomo dalla bestia?
Si potrebbe rispondere nel modo più scientifico che possiate immaginare: l’intelligenza.
Ovvero il modo con cui si usa il pensiero: una miscela in parti uguali di intelligenza, memoria e volontà.
Vorrei ora confidarvi una nozione, che è la “chiave della vita”: persino il DNA si avvolge a spirale e si “solleva”. Se non ci fosse questa “vis viva”, il DNA sarebbe schiacciato
come un misero disco con effetti sulla genetica a dir poco avvilenti.
Vi propongo un altro quesito: sapreste dirmi, per quale motivo secondo voi quando sentiamo parlare di cose di cui non capiamo niente, ci viene spontaneo “piegare in giù la testa”?
Dovete sapere che “cap-ire”, significa “ire col capo”, in particolare “andare su col
capo”. Questo è importante da sapere.
E avete mai sentito parlare che nella storia dell’Homo, c’è stato un evento per il quale
ha guadagnato la stazione eretta, divenendo il celebre “Homo Erectus”? È stato un cambiamento tanto pregnante ontologicamente da tirar su l’uomo da carponi ad “eretto”, come il
DNA, del resto. Da questo segue che “pensare fa stare con la testa dritta e tira in su la colonna vertebrale”.
La Classe medica si pronuncia a riguardo sostenendo che: “Il passaggio dell’uomo dalla
posizione quadrupedica a quella eretta ha determinato uno spostamento delle linee di forza
sulla colonna vertebrale, e in particolare a carico delle lordosi, che si sono dovute adeguare
causando uno spostamento posteriore dei dischi intervertebrali”.
Risultato: “Uomo, hai voluto stare in piedi?” “Bene, ora sei destinato a soffrire per ernie
al disco e tutta una serie di problemi motori e non solo”.
Per questo motivo, essendo la colonna vertebrale causa di molti problemi invalidanti e
incidenti sulla felicità della vita delle persone, sembra doveroso richiamare l’attenzione di
tutti coloro che hanno motivo di essere attenti alla stretta implicazione che collega il pensiero alle diverse patologie, finendo così per chiarire definitivamente come si deve interpretare
il concetto controverso di depressione psichica.
In modo da risalire alla causa di quel mutamento a cui va incontro la pila di vertebre
sovrapposte, quando quella “fiammella” dello spirito umano si affievolisce, possiamo pensare che il “pensiero debole” riporti l’uomo alla preistoria, per dirla in modo ironico.
In conclusione, per richiamare il punto da dove siamo partiti, il pensiero è “gravità" ed è
proprio il pensiero a determinare quel “conflitto psichico”, che non può che concludersi con
la testa pendula e più pesante che pensante.