Protocolli Accoglienza ed Inclusione

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Protocolli Accoglienza ed Inclusione
ISTITUTO COMPRENSIVO “VIA PACE”
Limbiate
PER L’INCLUSIONE
DEGLI ALUNNI
CON BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI
“Non c’è peggiore ingiustizia del dare cose uguali a persone che uguali non sono”
Don Lorenzo Milani
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PREMESSA
Accogliere gli alunni con Bisogni Educativi Speciali significa fare in modo che essi siano parte
integrante del contesto scolastico, assieme agli altri alunni, alla pari degli altri alunni, senza
discriminazione alcuna; significa assicurare a tutti il diritto allo studio e al successo scolastico.
In tale prospettiva, è necessario da parte della scuola non solo un impegno forte di conoscenza
e di valorizzazione della realtà personale di ogni alunno, ma anche e soprattutto un impegno
di promozione della loro formazione attraverso la realizzazione di un’organizzazione educativa
e didattica personalizzata, sia negli obiettivi sia nei percorsi formativi che nelle strategie
didattiche.
E’ necessario che la scuola “ri-conosca” le reali capacità del singolo alunno, i suoi punti di
forza, le sue potenzialità e su essi progetti cammini di crescita: il Piano Educativo
Individualizzato (PEI), per gli alunni con disabilità e il Piano Didattico Personalizzato (PDP) per
gli altri alunni con Bisogni Educativi Speciali DSA e tutti gli alunni con situazione di svantaggio
particolari.
E’ importante che gli alunni avvertano questa attenzione e siano sostenuti nel loro percorso di
crescita.
Nello sviluppo di ciascuna singola storia educativa e personale, le difficoltà connesse alle
diverse disabilità e ai DSA si ripercuotono principalmente sull’apprendimento e sullo sviluppo
delle competenze.
Quando ciò non è adeguatamente riconosciuto, considerato e trattato in ambito scolastico,
causa anche ricadute sugli aspetti emotivi, di costruzione dell’identità, della stima di sè, delle
relazioni con i pari.
L’integrazione degli alunni con disabilità, con DSA o con particolari situazioni di svantaggio può
essere realizzata solo in una scuola che “ri-conosca” effettivamente i Bisogni Educativi Speciali.
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IL PROTOCOLLO DI ACCOGLIENZA/INCLUSIONE
E’ un documento deliberato dal Collegio dei Docenti e annesso al POF dell’Istituto; contiene
principi, criteri ed indicazioni riguardanti le procedure e le pratiche per un inserimento ottimale
degli alunni con Bisogni Educativi Speciali; definisce i compiti ed i ruoli delle figure coinvolte
all’interno e all’esterno dell’istruzione scolastica; traccia le diverse fasi dell’accoglienza; indica
le attività di facilitazione e quali provvedimenti dispensativi e compensativi adottare nei
confronti degli alunni con Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA).
Esso costituisce un vero e proprio strumento di lavoro e pertanto viene integrato e rivisitato
periodicamente, sulla base delle esperienze realizzate.
Il Protocollo di Accoglienza delinea inoltre prassi condivise di carattere:
•amministrative e burocratiche (acquisizione della documentazione necessaria e verifica
della completezza del fascicolo personale degli alunni);
•comunicative e relazionali (conoscenza delle caratteristiche dell’alunno );
•educative–didattiche (assegnazione alla classe, accoglienza, coinvolgimento dell’équipe
pedagogica e didattica);
•sociali (rapporti e collaborazione della scuola con la famiglia e il territorio).
L’adozione del Protocollo di Accoglienza consente di attuare in modo operativo le indicazioni
normative per gli alunni con disabilità contenute nella Legge Quadro n.104/92 e successivi
decreti applicativi, nella Legge Quadro 170/2010 relativa agli alunni con Disturbo Specifico di
Apprendimento (DSA) e nella Direttiva Ministeriale 27 dicembre 2012
e nella Circolare
Ministeriale n. 8 /2013.
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FINALITA’
Al fine di un’integrazione scolastica e sociale ottimale degli alunni con Bisogni Educativi
Speciali, il nostro Istituto attraverso il Protocollo di Accoglienza/Inclusione intende raggiungere
le seguenti finalità:
● definire pratiche condivise tra tutto il personale del nostro Istituto;
● favorire l’accoglienza e l’integrazione degli alunni con Bisogni Educativi Speciali attraverso
percorsi comuni, individualizzati o personalizzati che facciano coesistere socializzazione,
apprendimento, benessere, successo formativo;
● elaborare tre aspetti determinanti del processo di formazione: accoglienza, integrazione,
orientamento;
●informare adeguatamente il personale coinvolto;
●favorire la diagnosi precoce e i percorsi didattici riabilitativi;
●incrementare la comunicazione e la collaborazione tra famiglia, scuola e servizi sanitari,
durante il percorso educativo;
●adottare forme di verifica e valutazione adeguate alle necessità formative degli studenti;
●accompagnare adeguatamente gli studenti con Bisogni Educativi Speciali nel percorso
scolastico.
Nella contestualizzazione specifica di ogni piano individualizzato o personalizzato, andranno
inseriti gli obiettivi specifici che i team, le sezioni e i consigli di classe definiscono nei singoli
P.E.I. o nei singoli P.D.P..
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METODOLOGIA
Per raggiungere le finalità individuate, il Protocollo di Accoglienza è strutturato in diversi
percorsi.
● Saranno curati i rapporti con specialisti e istituzioni locali sia per la realizzazione di eventuali
“Progetti integrati”, sia per la stesura congiunta del Profilo Dinamico Funzionale e del Piano
Educativo Individualizzato relativo agli alunni con disabilita o del Piano Educativo
Personalizzato relativo agli alunni con Disturbi Specifici di Apprendimento, sia per particolari
situazioni problematiche che eventualmente si potranno creare.
● Si cercherà di agganciare il più possibile il lavoro dell’alunno a quello del gruppo classe ed
accanto al necessario intervento individualizzato o personalizzato, saranno privilegiate
comunque le attività a piccoli gruppi e/o laboratoriali senza mai perdere di vista le finalità
dell’integrazione/ inclusione.
● Saranno previsti incontri di continuità con i diversi ordini di scuola con particolare attenzione
alla realizzazione di attività idonee agli alunni con Bisogni Educativi Speciali
● Per gli alunni con disabilità sarà effettuato il rilevamento delle difficoltà oggettive nei campi
dell’apprendimento che l’alunno manifesta e compilato il “Percorso educativo individualizzato”.
● Per gli alunni con DSA, ai docenti curriculari saranno forniti: adeguate informazioni sui
Disturbi Specifici di Apprendimento e/o la patologia specifica; riferimenti per reperire materiale
didattico formativo adeguato; informazioni sulle tecnologie informatiche compensative; criteri
sulla compilazione del Piano Didattico Personalizzato.
* Per gli alunni stranieri con particolari bisogni socio/educativi/didattici verrà compilato dal
team docente il PDP.
*Per gli altri alunni con Bisogni Educativi Speciali con diagnosi verrà compilato dal team
docente il PDP.
*La stesura del PDP è facoltativa per gli alunni in attesa di diagnosi o per i quali i Consigli di
classe/Interclasse/Intersezione ne ravvisino la necessità.
● L’Istituto sceglie come criterio preferenziale, nell’adozione dei libri di testo, edizioni di libri
con disponibilità di Cd Rom e/o DVD per studenti con DSA.
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INDICE
PREMESSA
Pag. 2
FINALITA'
Pag. 4
METODOLOGIA
Pag. 5
PROTOCOLLO ACCOGLIENZA ED INCLUSIONE ALUNNI CON
DISABILITA'
Pag. 7
PROTOCOLLO ACCOGLIENZA ED INCLUSIONE ALUNNI DSA
Pag. 18
PROTOCOLLO ACCOGLIENZA ED INCLUSIONE ALUNNI STRANIERI
Pag. 34
PROTOCOLLO ACCOGLIENZA ED INCLUSIONE
ALUNNI IN SITUAZIONE DI
SVANTAGGIO SOCIO-ECONOMICO E CULTURALE,
DISAGIO COMPORTAMENTALE-RELAZIONALE
Pag. 42
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alunni con disabilità
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Nel presente documento vengono fissati criteri, principi e indicazioni riguardanti le procedure e
le pratiche per un inclusione ottimale degli alunni diversamente abili e vengono definiti i
compiti e ruoli delle figure operanti all’interno dell’istituzione scolastica, tracciando le diverse
possibili fasi dell’accoglienza e delle attività di facilitazione per l’apprendimento.
L’adozione di un Protocollo d’Accoglienza consente di attuare in modo operativo indicazioni
stabilite dalla legislazione vigente, in particolare la Legge Quadro 104 del 1992, la quale
auspica “il pieno rispetto della dignità umana e dei diritti di libertà e autonomia della persona
con handicap, promuovendone la piena integrazione nella famiglia, nella scuola, nel lavoro e
nella società..”
In particolare l’art. 12 “Diritto all’Educazione e all’Istruzione”, stabilisce che “l’integrazione
scolastica ha come obiettivo lo sviluppo delle potenzialità della persona con handicap
nell’apprendimento, nella comunicazione, nelle relazioni e nella socializzazione” e che
“l’esercizio del diritto all’educazione e all’istruzione non può essere impedito da difficoltà
d’apprendimento né da altre difficoltà derivanti dalle disabilità connesse all’handicap.”
LE FINALITÀ DEL PROTOCOLLO DI ACCOGLIENZA
Favorire l’integrazione dell’alunno disabile all’interno della classe e della scuola, tenendo
presenti bisogni e possibilità emerse nell’interazione con i coetanei e con gli adulti di
riferimento.
Consentire all’alunno disabile una maggiore partecipazione all’attività didattica della classe,
aumentandone il coinvolgimento, il grado di autostima e la motivazione personale.
Definire pratiche condivise tra tutto il personale all’interno del nostro Istituto.
Promuovere iniziative di collaborazione tra scuola, famiglia ed Enti territoriali (Comune,
UONPIA, Provincia, Enti Accreditati).
Facilitare l’ingresso a scuola dell’alunno disabile e sostenerlo nella fase di adattamento
al nuovo ambiente.
Fasi di attuazione del Protocollo
● Iscrizione
● Pre accoglienza
● Raccolta dati
● Accoglienza
● Inserimento
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● Progettazione Integrazione Didattica:
Diagnosi Funzionale
Profilo Dinamico Funzionale
Piano Educativo Individualizzato
● Verifiche e valutazione
● Persone coinvolte nel processo di inclusività degli alunni con disabilità
● Gruppi di studio e di lavoro
Iscrizione
Modalità
Tempi
Entro il termine
stabilito da
norme
ministeriali.
Attività della famiglia
Attività della scuola
Insieme con l’alunno,
visita la scuola per
averne un primo
contatto conoscitivo
durante la giornata di
“scuola aperta”.
La scuola acquisisce:
_ Diagnosi Funzionale
_ Profilo Dinamico
Funzionale
Procede
successivamente con
l’iscrizione On Line
dell’alunno o
compilando l’apposito
modulo disponibile in
segreteria.
Fa pervenire alla scuola,
entro breve tempo, la
certificazione attestante
la
Diagnosi Clinica.
Segnala particolari
necessità (es. trasporto,
esigenze alimentari,
terapie da seguire,
assistenza per
l'autonomia…)
Attività di altri Enti (ASL,
Comune, Provincia,
Regione, USP ...)
Acquisire
le
direttive
dell’USP
al fine di definire le richieste
per il sostegno didattico.
La segreteria apre un
fascicolo personale
relativo all’alunno.
Definisce il numero di ore
di
sostegno didattico
necessario
all’alunno (Dirigente
Scolastico).
In caso di particolari
problematiche, richiede
maggiori risorse da
attribuire
all’alunno (Dirigente
Scolastico).
Dà il consenso per la
richiesta dell’educatore
comunale se necessario.
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Pre accoglienza
Conoscenza dell’ambiente scolastico
Tempi
Dopo l’iscrizione
(uno o più
incontri)
Attività della famiglia
Partecipa alle attività di
accoglienza organizzate
dalla scuola.
Attività della scuola
Organizza
la
visita
dell’edificio scolastico nei
suoi spazi.
Attività di altri Enti (ASL,
Comune, Provincia,
Regione, USP ...)
Invio progetto all’USP.
Organizza uno o più
laboratori
e/o
attività
curricolari di classe.
Scuola di provenienza e
scuola
di
accoglienza
progettano
attività
comuni
che
coinvolgeranno il team
docenti e personale ATA
delle
scuole
di
provenienza
e
di
destinazione.
Stesura di un progetto e
delibera del Collegio
.
Contatta la famiglia per le
attività di accoglienza.
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Raccolta dati
Informazioni sull’alunno
Tempi
Dalla data
d’iscrizione a
giugno
Maggio - giugno
Attività di altri Enti (ASL,
Comune, Provincia,
Regione, USP ...)
Attività della famiglia
Attività della scuola
Incontri presso la scuola
per dare tutte
le informazioni utili ai
fini
dell’inserimento
dell’alunno nella
nuova realtà scolastica.
Raccolta
informazioni
riguardo: obiettivi prefissati
raggiunti o non raggiunti,
abilità cognitive, potenzialità
sviluppate
e
modalità
relazionali.
Incontro con operatori
sanitari UONPIA..
Incontro con operatori
scolastici della scuola di
provenienza.
Richiesta agli Enti locali
e alla Provincia, ove
necessario, di
_Assistenza specialistica
di
base
e
alla
comunicazione
_ trasporti e/o esigenze
particolari
Richiesta agli Enti locali e
alla
Provincia,
ove
necessario, di
_ Assistenza specialistica di
base e alla comunicazione;
_ trasporti e/o esigenze
particolari
Definizione delle richieste
Accoglienza
Condivisione delle informazioni
Tempi
Maggio - Giugno
Attività
Presentazione del caso
Persone coinvolte
Insegnanti formazione classi prime
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Inserimento
Analisi della situazione iniziale
Tempi
Settembre,
primo periodo di
frequenza
Fino a metà
ottobre
Attività
Persone coinvolte
Dopo una prima osservazione e
conoscenza
dell’alunno
e
della
classe,
gli
insegnanti
valutano
l’opportunità di fornire alla classe
informazioni relative alla disabilità,
avvalendosi, se necessario, dell’aiuto
dei
genitori
dell’alunno
o
di
personale competente, al fine di
favorire rapporti paritetici.
Insegnanti di sezione, del team, del
consiglio di classe, educatore/assistente alla
comunicazione, assistente all’autonomia,
eventuale coinvolgimento dei genitori o
esperti esterni.
E’ possibile che sia necessaria la consulenza
tempestiva degli specialisti esterni per
problematiche particolari.
Interessamento del Comune e dei Servizi
Sociali nel caso in cui l’alunno iscritto non
frequenti le lezioni.
La famiglia si confronterà con la
scuola per analizzare le reazioni
dell’alunno alle attività proposte
(osservazioni tramite
colloquio.)
Comunicherà alla scuola ed agli
specialisti cambiamenti significativi.
Test di valutazione d’ingresso
I
docenti
avranno
cura
di
somministrare test di valutazione
liberi, sistematici e guidati al fine di
acquisire le reali
potenzialità dell’alunno sui singoli
assi di sviluppo.
Osservazione dei comportamenti
e delle prestazioni
Docenti curricolari e di sostegno,
educatore/assistente alla comunicazione,
assistente all’autonomia, eventuale
coinvolgimento dei genitori o esperti esterni.
Progettazione: strumenti per l’integrazione
Diagnosi Funzionale (DF)
Che cos’è
La DF consiste in una descrizione della compromissione funzionale dello stato psico-fisico
del bambino; tale descrizione si esplica in un profilo nel quale vengono considerate
capacità, potenzialità e difficoltà di sviluppo del bambino disabile.
Chi lo fa/
Chi partecipa
La DF viene redatta dai componenti dell’UONPIA (Unità Operativa di
Neuropsichiatria dell'Infanzia e dell'Adolescenza) o da Enti accreditati
Quando
In caso di prima individuazione, terminate le valutazioni, l’UONPIA o l’Ente
accreditato redige la DF
Viene rinnovata ad ogni passaggio di grado scolastico e aggiornata
allorquando se ne ravvisino i presupposti.
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Profilo Dinamico Funzionale (PDF)
Che cos’è
È un atto successivo alla Diagnosi Funzionale. Il PDF individua sia le capacità e
le potenzialità di sviluppo sia le difficoltà di apprendimento.
Chi lo fa/
Chi partecipa
Gli operatori sanitari, i docenti e i genitori sulla base dei dati della DF e delle
osservazioni rilevate. I soggetti coinvolti sottoscriveranno il documento.
Quando
Esso va redatto entro il 30 luglio e sarà aggiornato obbligatoriamente al
passaggio di grado scolastico e comunque ogni qualvolta lo si ritenga
necessario.
Per la scuola dell’infanzia va aggiornato al passaggio al ciclo successivo.
Per la scuola primaria va aggiornato in seconda e a conclusione della stessa
Per la scuola secondaria di I grado va aggiornato al termine del ciclo
Piano Educativo Individualizzato (PEI)
Che cos’è
Chi lo fa/
Chi partecipa
Che cos’è
Chi lo fa/
Chi partecipa
Quando
Il PEI è predisposto per ogni alunno disabile ed è parte integrante della
programmazione educativo-didattica di classe. Costituisce un documento d
sintesi dei dati conosciuti e di previsione degli interventi prospettati. In esso si
definiscono: i bisogni, gli obiettivi educativi e di socializzazione perseguibili, gli
obiettivi di apprendimento riferiti alle diverse aree, anche in relazione alla
programmazione della classe,le forme e i metodi di verifica e valutazione del
PEI stesso.
Alla compilazione del PEI contribuiscono i docenti di classe, gli specialisti, i
genitori e l’educatore comunale o provinciale che lo sottoscriveranno.
Deve contenere:
● Evoluzione dell’aspetto educativo rispetto alla situazione di partenza (in
merito ad autonomia, socializzazione, apprendimento, ecc.).
● Evoluzione dell’aspetto didattico (giudizio sul livello di acquisizione di
autonomie, di conoscenze e competenze, materia per materia).
● Modalità dell’intervento di sostegno (particolari accorgimenti relazionali e
didattici).
● Informazioni sull’eventuale intervento dell’educatore (partecipazione alla
progettualità educativo-didattica, modalità dell’intervento).
● Informazioni sulla collaborazione della famiglia ed eventualmente degli
specialisti.
● Suggerimenti per la continuità dell’intervento educativo-didattico per il
successivo anno scolastico.
Tutti gli insegnanti coinvolti nel processo educativo.
Va redatta entro il termine dell’attività didattica.
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Verifiche e valutazione
Intermedie e finali
Tempi
Attività della famiglia
Attività della scuola
Fine primo
quadrimestre
Comunicazione di eventuali nuove
necessità dell’alunno.
Verifica ed eventuale rimodulazione del
PEI progettato da parte dei docenti
dell’alunno.
Adozione di eventuali nuove proposte.
Fine secondo
quadrimestre
Comunicazione di eventuali nuove
necessità dell’alunno.
Verifica ed analisi dei risultati ottenuti
PERSONE COINVOLTE NEL PROCESSO DI INCLUSIVITÀ
DEGLI ALUNNI CON DISABILITÀ
PERSONALE
RUOLI E COMPITI
-Gestionali,
organizzativi, consultivi
della risorse interne ed esterne per rispondere alle
esigenze di inclusione
-Formazione delle classi
-Assegnazione docenti di sostegno
-Rapporti con gli Enti coinvolti
-Istituzione di un GLH di Istituto costituito, secondo le linee guida per
l’integrazione scolastica degli alunni con disabilità
-Individuazione
Dirigente
scolastico
Collegio docenti
Consiglio di
classe,
di sezione e del
team
Nel procedere all’approvazione del POF corredato dal Protocollo d’istituto
per l’accoglienza e l’integrazione degli alunni con disabilità, si assume
l’incarico di verificare la realizzazione degli obiettivi in essi contenuti.
Progetta e verifica il PEI. In tale fase di lavoro può rendersi necessaria ed
è ammessa la presenza del referente H, dell’educatore ed
eventualmente, se richiesto, degli esperti.
-Collabora con il Dirigente Scolastico
Funzione
strumentale e/o
Referente
per il
sostegno
-Raccorda le diverse realtà (scuola, UONPIA, famiglie, Enti Territoriali)
-Attua il monitoraggio di Progetti
-Coordina il Gruppo di Lavoro per alunni con disabilità
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-Promuove l’attuazione di laboratori specifici
-Rendiconta al Collegio Docenti
-Controlla la documentazione all’ingresso e predispone quella in uscita
-Promuove l’attuazione di corsi di aggiornamento e formazione
territoriale
-Si informa presso il CTS sul reperimento ed uso di strumentazioni per
disabili
-È
attenta alle nuove leggi, decreti e comunicazione in materia di
disabilità
-Partecipa alla Commissione per alunni con disabilità
-Riferisce ai singoli Consigli delle diverse sedi.
-Accoglie
l’alunno nel gruppo classe favorendone l’integrazione
-Partecipa
Docente di
sostegno
-Svolge
alla programmazione educativa e didattica e alla valutazione
il ruolo di mediatore dei contenuti programmatici, relazionali e
didattici
-Tiene
rapporti con la famiglia, specialisti, operatori comunali
-Partecipa
alla Commissione per alunni con disablità con la quale coopera
per un miglioramento costante del servizio
-Coordina
la stesura del PEI
-Contitolare
-Collabora
Docente
curricolare -
e sostegno alla classe
con l’educatore
*Accoglie l’alunno nel gruppo classe favorendone l’integrazione
*Partecipa alla programmazione e alla valutazione individualizzata
*Collabora alla formulazione del PEI
*Predispone interventi personalizzati e consegne calibrate per l’alunno
con disabilità quando non è presente il docente di sostegno
*Collabora con l’educatore
Docente
coordinatore
di classe
-Partecipa
agli incontri con l’UONPIA o Enti accreditati
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Personale
educativo
professionale
Cura gli aspetti educativi e relazionali in rapporto all’autonomia e alla
comunicazione degli alunni sia all’interno della scuola, collaborando con i
docenti della classe sia all’esterno coinvolgendo in particolare la famiglia
nel progetto formulato
Collaboratori
scolastici
Su richiesta, aiuta l’alunno negli spostamenti interni all’edificio scolastico
e assiste l’alunno relativamente ai bisogni primari.
Commissione
alunni
con disabilità
-Si
riunisce periodicamente per organizzare attività di accoglienza
ed
integrazione alunni con disabilità
-Analizza,
verifica il livello e la qualità dell’integrazione nella classe e nella
scuola
-Promuove
il protocollo di accoglienza, attività e progetti sull’integrazione
-Sottoscrive
Famiglia
il PEI e collabora alla sua realizzazione
-Mantiene
i contatti con gli specialisti che seguono l’alunno
-Partecipa
alla stesura del PDF e lo sottoscrive
I gruppi di lavoro che si occupano dell’integrazione degli alunni con disabilità sono:
1. IL GRUPPO DI LAVORO HANDICAP D’ISTITUTO (GLHI)
IL GLHI è un gruppo di studio e di lavoro del Collegio dei Docenti, aperto alla componente dei
genitori e alle Agenzie.
È composto “dal Dirigente scolastico, dai rappresentanti dei docenti di sostegno e curricolari,
dagli operatori dei servizi sanitari, comunali e dai familiari con il compito di collaborare alle
iniziative educative e di integrazione predisposte dal Piano Educativo” (Art. 15, comma 2,
Legge 104/92).
Il GLHI presiede alla programmazione generale dell’integrazione scolastica ed ha il compito di:
1. analizzare la situazione complessiva nell’ambito dell’Istituto (numero alunni, tipologia deficit,
tipologia handicap, classi coinvolte);
2. monitorare le risorse disponibili a livello umano e materiale;
3. predisporre un calendario per gli incontri con gli operatori sanitari per la stesura del PEI e
del PDF;
4. verificare periodicamente gli interventi a livello di Istituto;
5. formulare proposte di aggiornamento e formazione per i docenti e per il
personale, impegnati nei PEI.
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Il Gruppo di Lavoro d’Istituto (GLHI) si riunisce almeno 2 volte l’anno.
6. GLH-OPERATIVO (per ogni alunno con disabilità)
Il gruppo di lavoro è composto dagli insegnanti, dagli specialisti dell’Azienda Sanitaria Locale,
dall'Assistente sociale, dall’educatore ove presente e dai genitori dell'alunno.
I
soggetti
coinvolti
contribuiscono
in
base
alle
proprie
competenze
e
conoscenze
all’elaborazione e definizione del Profilo Dinamico Funzionale e del Piano Educativo
Individualizzato.
Gli incontri con esperti e famiglie sono documentati e raccolti nel Registro Persona
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alunni con
DSA
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INDICE
 DSA: COSA SONO?
oLa dislessia
oLa disgrafia e la disortografia
oLa discalculia
 L’ALUNNO CON DSA: DALL’IDENTIFICAZIONE ALLA DIAGNOSI
oIndividuazione precoce dei casi sospetti
oLa diagnosi
oCome si sente un alunno con DSA
 I COMPITI DELLA SCUOLA
oIndicazioni di carattere generale
oMisure compensative e dispensative
oPDP
oValutazione
I COMPITI DELLA FAMIGLIA
RIFERIMENTI NORMATIVI
STRUTTURE DEL TERRITORIO
SITOGRAFIA
Il presente protocollo nasce dalla volontà di informare, condividere e progettare strategie
efficaci con le quali la scuola, la famiglia e tutti gli adulti che ruotano attorno ai ragazzi con
DSA, possano contribuire a creare una rete ottimale per la loro crescita e la loro maturazione.
Pertanto il nostro Istituto si propone di:
-fornire
informazioni sul significato di DSA e su quali elementi osservare per identificare
eventuali casi
-offrire
spunti di riflessione per comprendere il vissuto degli alunni con DSA e delle loro
famiglie
-fornire
indicazioni amministrative, didattiche ed educative per sostenere e facilitare il percorso
scolastico degli alunni DSA.
DSA: COSA SONO?
Si parla di Disturbo Specifico di Apprendimento (DSA) quando un bambino mostra delle
difficoltà isolate e circoscritte, nella lettura, nella scrittura e nel calcolo, in una situazione in cui
il livello scolastico globale e lo sviluppo intellettivo sono nella norma e non sono presenti deficit
sensoriali. Lo sviluppo delle conoscenze scientifiche ha permesso di stabilire che si tratta di una
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caratteristica costituzionale, determinata biologicamente e non dovuta a problemi psicologici o
di disagio socio-culturale.
Come indicato dalle linee guida del MIUR del 12 luglio 2011, “alcune ricerche hanno
evidenziato che ai DSA si accompagnano stili di apprendimento e altre caratteristiche cognitive
specifiche, che è importante riconoscere per la predisposizione di una didattica personalizzata
efficace. Ciò assegna alla capacità di osservazione degli insegnanti un ruolo fondamentale, non
solo nei primi segmenti dell’istruzione – scuola dell’infanzia e scuola primaria - per il
riconoscimento di un potenziale disturbo specifico dell’apprendimento, ma anche in
tutto il
percorso scolastico per individuare quelle caratteristiche cognitive su cui puntare per il
raggiungimento del successo formativo.”
I DSA vengono classificati a seconda delle abilità interessate dal disturbo ovvero:
DISLESSIA
DISGRAFIA e DISORTOGRAFIA
DISCALCULIA
La dislessia
Da un punto di vista clinico, la dislessia si manifesta attraverso una minore correttezza
e rapidità della voce alta rispetto a quanto atteso per età anagrafica, classe
frequentata, istruzione ricevuta.
Risultano più o meno deficitarie - a seconda del profilo del disturbo in base all’età – la
lettura di lettere, di parole e non-parole, di brani.
Ecco cosa vede un bambino dislessico: le lettere sembrano ballare o essere sotto uno
strato d’acqua con i riflessi della luce.
Immaginiamo che leggere il testo proposto non sia stato facile.
Empiricamente ci siamo resi conto che di fronte a questo scritto le persone reagiscono
leggendo in due modi possibili: molto lentamente, cercando di scovare il corretto
significato oppure molto rapidamente commettendo molti errori.
La disgrafia e la disortografia
Il disturbo specifico di scrittura si definisce disgrafia o disortografia, a seconda che interessi
rispettivamente la grafia o l’ortografia.
La disgrafia fa riferimento ad una difficoltà a livello grafo-esecutivo pertanto riguarda la
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riproduzione dei segni alfabetici e numerici con tracciato incerto, irregolare: è una difficoltà che
investe la scrittura ma non il contenuto (scrittura illeggibile).
La disortografia, invece, è all’origine di una minore correttezza del testo scritto. In genere si
riscontrano difficoltà a scrivere le parole usando tutti i segni alfabetici e a collocarli al posto
giusto e/o a rispettare le regole ortografiche (accenti, apostrofi, forme verbali ecc.): il testo
risulta pertanto con molti errori ortografici.
La discalculia
La discalculia è una difficoltà specifica del calcolo che si manifesta nel riconoscimento e nella
denominazione dei simboli numerici, nella scrittura dei numeri, nell’associazione del simbolo
numerico alla quantità corrispondente, nella numerazione in ordine crescente e descrescente,
nella risoluzione di situazioni problematiche.
La Dislessia, Disgrafia, Disortografia e Discalculia possono manifestarsi tutte insieme nel
bambino (ed è il caso più frequente) oppure comparire isolatamente.
Quindi una volta diagnosticata la presenza di DSA, è molto importate la precocità
dell’intervento: quanto più esso è precoce, tanto più si può intervenire sulla difficoltà del
bambino, cercando sia di ridurla, sia di stimolarne strategie cognitive per “aggirare l’ostacolo”,
prevenendone anche le pesanti conseguenze sul piano psicologico.
È altrettanto importante, però, che anche l’ambiente famigliare e/o scolastico vada incontro
alle difficoltà del bambino, aiutandolo nella ricerca delle strategie di compenso e nella
costruzione di un’immagine di sé non fallimentare. È poi indispensabile un adattamento della
didattica alle difficoltà di apprendimento del bambino, con l’adozione di strategie compensative
o dispensative del compito.
L’ALUNNO CON DSA: DALL’IDENTIFICAZIONE ALLA DIAGNOSI
L’individuazione precoce dei casi sospetti
Come citato dalla norma di legge 170/2010 (Art. 3, punto 3) e dalle Linee Guida 12 Luglio
2011, uno dei ruoli della scuola è l’individuazione precoce e la segnalazione alle famiglie di
eventuali difficoltà riscontrate nell’alunno per evitare situazioni di disagio e possibili
ripercussioni psicologiche e per strutturare quanto prima un intervento didattico adeguato.
Il ruolo della scuola dell'infanzia è di fondamentale importanza nell'identificare precocemente le
possibili difficoltà di apprendimento ascrivibili ai quadri generali dei DSA.
Un alunno con DSA può essere diagnosticato solo dopo l’ingresso nella scuola primaria, ma
nella Scuola dell’Infanzia è importante osservare eventuali difficoltà grafo-motorie, spaziotemporali, percettive, di memorizzazione, di linguaggio.
Il compito della scuola dell’infanzia è:
-osservare e identificare i segnali di rischio
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-rafforzare l'identità personale, l'autonomia e le competenze dei bambini
-consolidare le capacità sensoriali, percettive, motorie, sociali, linguistiche ed intellettive del
bambino
-supportare con attività personalizzate o individualizzate i bambini di 5 anni che mostrano
ancora un’espressione linguistica non adeguata
-eventualmente segnalare alla famiglia la persistenza di segnali di rischio.
Va ricordato che l’insegnante NON fa diagnosi, ma segnala delle difficoltà che vanno indagate
in altra sede e ciò va fatto in età prescolare perché un intervento precoce è fondamentale.
I team docenti della scuola dell’infanzia:
-conducono
delle osservazioni sugli alunni che presentano prestazioni atipiche con particolare
attenzione
a:
comportamento,
memorizzazione
e
attenzione,
area
linguistico-
comunicazionale, motricità, organizzazione spazio-temporale
-raccolgono
i dati predittivi utilizzando il questionario di rilevazione allegato e, eventualmente
altro materiale utile allo scopo;
-se,
al termine dell’ultimo anno della scuola dell’infanzia, constatano che l’alunno presenta
molti dei sintomi elencati che potrebbero portare a disturbi riconducibili ai DSA, se non
avvenuto durante l’anno, valutano con la Famiglia l’assoluta necessità di formulare la
richiesta di collaborazione agli operatori socio-sanitari;
-incontrano
i docenti che opereranno nelle future classi prime e li informano in merito alla
situazione degli alunni che presentano problematiche riferibili a possibili DSA.
La tempestività della diagnosi:
•aiuta il bambino a raggiungere la consapevolezza delle proprie difficoltà, ma soprattutto della
propria intelligenza e delle proprie abilità.
•aiuta i genitori e gli insegnanti a riconoscere e valorizzare i punti di forza del bambino, a
individuare la sua modalità di apprendimento, a definire e comprendere ciò che dipende o non
dipende dal suo impegno.
La diagnosi di DSA può essere formulata con certezza alla fine della seconda classe della scuola
primaria, mentre la diagnosi di discalculia può essere redatta alla fine della terza della
primaria. A tal fine, utili strumenti per la raccolta di indicazioni per una identificazione precoce
di casi sospetti sono le tabelle elaborate in base alle indicazioni fornite dalla Associazione
Italiana Dislessia.
22
La diagnosi
Per affrontare e gestire i DSA è necessario l’impegno di più agenzie, come riporta il seguente
diagramma (dalle Linee Guida)
Come si sente l’alunno DSA
Spesso le esperienze di fallimento e di frustrazione che gli alunni DSA si trovano ad affrontare
nel percorso scolastico fanno nascere situazioni di ansia e sofferenza. L’alunno con DSA vive la
scuola come un luogo che crea un profondo disagio perché:
egli si trova a far parte di un contesto (la scuola) nel quale vengono proposte attività per lui
troppo complesse o astratte;
osserva però che la maggior parte dei compagni si inserisce con serenità nelle attività proposte
ed ottiene buoni risultati;
sente su di sé continue sollecitazioni da parte degli adulti (“Stai più attento!”; “Impegnati di
più!”; “Hai bisogno di esercitarti molto”…);
spesso non trova soddisfazione neanche
nelle attività extrascolastiche, poiché le lacune
percettivo- motorie possono non farlo “brillare” nello sport e non renderlo pienamente
autonomo nella quotidianità;
23
si percepisce come incapace e incompetente rispetto ai coetanei;
inizia a maturare un forte senso di colpa; si sente responsabile delle proprie difficoltà;
ritiene che nessuno sia soddisfatto di lui: né gli insegnanti né i genitori
ritiene di non essere all’altezza dei compagni;
per non percepire il proprio disagio mette in atto meccanismi di difesa che non fanno che
aumentare il senso di colpa, come il disimpegno o l’attacco.
A lungo andare il disagio può condizionare il soggetto ponendolo in una condizione emotiva di
forte inibizione e chiusura.
I COMPITI DELLA SCUOLA
Indicazioni di carattere generale
Prima di parlare nello specifico degli strumenti compensativi e dispensativi da mettere in atto
in base alle legge 170/2010 è bene precisare quanto sia importante:
-prendere
coscienza di come il ragazzo vive il disturbo;
-considerare
la sua volontà di comunicarlo o meno alla classe e prendere qualunque decisone
insieme a lui e alla sua famiglia rendendolo consapevole delle implicazioni favorevoli o
contrarie;
-condividere
la situazione diagnostica all’interno del gruppo docente e in formare il referente
sui DSA e la Commissione preposta;
-costruire
un clima relazionale disteso: dare comunicazioni chiare e precise, lasciare a ciascuno
tempi adeguati di pensiero e reazione, gratificare ogni alunno, sottolineare il positivo invece del
negativo, sostenere l’autostima, non usare ironia (né sarcasmo), accogliere ed accettare le
diversità, rassicurare;
-mettere
a punto strategie didattiche adeguate alle caratteristiche dell’alunno;
-inserire
in classe da subito tutti gli strumenti compensativi utili in modo da renderli strumenti
di uso quotidiano per tutti;
-sensibilizzare
e coinvolgere il gruppo classe. Prima di parlarne con i compagni è necessario
avere il consenso dei genitori e dell’alunno con DSA. Per affrontare l’argomento, si può leggere
AID, Il mago delle formiche giganti. Libri liberi, 2002 oppure vedere i film “Stelle sulla terra” o
“Nat ed il segreto di Eleonora” (animazione) o il video “Galileo, bambino dislessico”;
-predisporre
il PDP d’Istituto applicando le misure dispensativi e far usare all’allievo
gli strumenti compensativi adatti ( vedi tabella successiva).
24
Misure compensative e dispensative
DIFFICOLTA’ MANIFESTATE
PROVVEDIMENTI
-lentezza ed errori nella lettura
-evitare di far leggere a voce alta a meno che
-difficoltà nella comprensione del testo
l’alunno non lo desideri
-incentivare
l’utilizzo di computer con sintesi
vocale, di dizionari digitali, ..
-sintetizzare i concetti con l’uso di mappe
-favorire
l’uso di software specifici dotati di
sintesi vocale, specie a casa
-leggere all’alunno le consegne degli esercizi
-ridurre
nelle verifiche scritte, il numero degli
esercizi senza modificare gli obiettivi
-privilegiare le interrogazioni orali (con l’uso di
mappe)
-difficoltà nei processi di automatizzazione della-utilizzare
letto-scrittura
il metodo fono-sillabico, non quello
globale per l’apprendimento della letto-scrittura
-fornire
appunti,
predisporre
mappe
preferibilmente con carattere Arial, Verdana,
Comic Sans, Trebuchet (di dimensione 12-14 pt)
-evitare
la
scrittura
sotto
dettatura
e
la
copiatura dalla lavagna a meno che l’alunno non
lo chieda
-difficoltà nel ricordare i nomi dei tempi verbali,-favorire l’uso di schemi e tabelle
delle strutture grammaticali e dei complementi
-utilizzare
per le verifiche domande a scelta
multipla
-disortografia e/o disgrafia
-favorire
l’uso di programmi di video scrittura
con correttore ortografico
25
-in
prima classe utilizzare il rigo singolo di
quinta, almeno nella fase iniziale
-consolidare
l’acquisizione dello stampato
maiuscolo prima di introdurre altri caratteri
-consentire l’uso del maiuscolo se il bambino lo
chiede
-introdurre
lo stampato minuscolo solo per la
lettura
-utilizzare quaderni specifici oppure evidenziare
in giallo le righe
-segnare ma non valutare gli errori ortografici e
favorire l’autocorrezione stabilendo con gli alunni
dei segni distintivi dell’errore (ad es. un punto
per una lettera sbagliata, una “bi- sciolina” per
una parola errata…)
-discalculia
-consentire
pitagorica,
l’uso
tabelle
di
e
calcolatrice,
formulari
-difficoltà nel memorizzare: tabelline, formule,verifiche e nelle interrogazioni
algoritmi di calcolo e procedure
anche
tavola
nelle
-utilizzare prove a scelta multipla
-utilizzare quadretti da 1 centimetro in prima,
almeno nella fase iniziale
-difficoltà nell’espressione della lingua scritta -favorire l’uso di schemi testuali
-difficoltà nel recuperare rapidamente nella-incentivare l’utilizzo di mappe e schemi durante
memoria nozioni già acquisite e comprese con l’interrogazione
conseguente difficoltà e lentezza nell’esposizione
orale
-evitare
di richiedere lo studio mnemonico a
meno che l’alunno non lo desideri
-facile stanchezza
-fissare interrogazioni e compiti programmati
-tempi di recupero troppo lunghi
-evitare
la
sovrapposizione
di
compiti
e
interrogazioni
26
-ridurre le richieste di compiti per casa
-difficoltà nella lingua straniera
-controllare la gestione del diario
-privilegiare la forma orale
-utilizzare per lo scritto prove a scelta multipla
PDP
Uno degli strumenti utili per la pianificazione di un progetto per un alunno con DSA è il Piano
Didattico Personalizzato o PDP. Si tratta di un documento redatto dagli insegnanti
contenente sia la rilevazione della difficoltà, sia le modalità che si intendono adottare per farvi
fronte.
Nel PDP sono esplicitati:
-i
dati relativi all’alunno
-la
descrizione delle abilità strumentali e del processo d’apprendimento
-come
la scuola intende procedere (misure compensative e dispensative)
-patto
con la famiglia
Il PDP deve essere condiviso con la famiglia e con l’alunno. In quanto strumento di
lavoro
condiviso deve essere redatto all’inizio dell’anno (o a seguito della segnalazione allo specialista
su richiesta della famiglia ) e deve essere condiviso da TUTTI i docenti, supplenti compresi,
proprio per garantire la continuità del percorso.
27
Il PDP rappresenta l'effettiva realizzazione fra tutti gli attori in scena: bambino/ragazzo,
genitori, insegnanti, specialisti.
In base alla legge 170/2010, ogni scuola stende il proprio Piano Didattico Personalizzato.
Allegato 3 e 4: PDP scuola primaria e PDP scuola secondaria
Nel D.P.R. n122 del 22/06/2009, si fa riferimento agli alunni con DSA e vengono specificate le
modalità di verifica e valutazione.
Art. 10
1. Per gli alunni con difficoltà specifiche dell'apprendimento (DSA) adeguatamente certificate, la valutazione
e la verifica degli apprendimenti, comprese quelle effettuate in sede di esame conclusivo dei cicli, devono
tenere conto delle specifiche situazioni soggettive di tali alunni; a tali fini, nello svolgimento dell'attività
didattica e delle prove di esame, sono adottati, nell'ambito delle risorse finanziarie disponibili a legislazione
vigente, gli strumenti metodologici-didattici compensativi e dispensativi ritenuti più idonei.
2. Nel diploma finale rilasciato al termine degli esami non viene fatta menzione delle modalità di svolgimento
e delle differenze delle prove.
Per quanto riguarda la valutazione è importante:
-valutare
il percorso compiuto dall'alunno evidenziando i progressi acquisiti, l'impegno e le
conoscenze apprese;
-considerare
-far
le ripercussioni sull'autostima;
attenzione alla comunicazione della valutazione degli elaborati (spiegando gli aspetti
positivi e negativi)
-valutare
il contenuto e non la forma degli elaborati.
COMPITI DELLA FAMIGLIA
Il ruolo della famiglia è fondamentale. Genitori, figli e scuola devono stipulare un'alleanza
basata
sulla
consapevolezza,
sulla
considerazione
delle
abilità
e
caratteristiche
del
bambino/ragazzo e sul rispetto dei tempi e delle modalità di studio e apprendimento.
E' bene precisare che è importante che la famiglia sia informata sui DSA, ma ciò non significa
che per prendersi cura del proprio figlio occorra sapere tutto riguardo ai disturbi
specifici dell'apprendimento. Al contrario, è fondamentale trasmettere al proprio figlio fiducia in
sé e nelle proprie potenzialità, nonostante le difficoltà che può incontrare nel suo percorso
didattico.
Genitori e insegnanti devono consentire al ragazzo di sperimentare come affrontare lo studio,
28
la scuola e l'apprendimento in generale fornendo gli strumenti necessari e il supporto quando
occorre, ma allo stesso tempo incentivare l'autonomia.
Per aiutare e affiancare i genitori nel loro ruolo educativo, forniamo informazioni su come
supportare l'alunno a casa nello studio e nei compiti.
MISURE COMPENSATIVE ADOTTABILI NELL'ATTIVAZIONE DEL PDP
SUPPORTI E AUSILI PER COMPENSARE le carenze funzionali
CARATTERISTICHE
determinate dal disturbo. Aiutandolo nella parte automatica della
consegna, permettendo all'alunno di concentrarsi sui compiti cognitivi
Descrizione sussidio
oltre che avere importanti ripercussioni sulla velocità e sulla correttezza.
L'alunno potrà utilizzare:
tavola pitagorica
tabella delle misure e delle formule geometriche
Formulari,
sintesi,
schemi,
mappe
concettuali
delle
unità
di
apprendimento.
Consigliati: i quaderni di italiano e di matematica di Milly.
Per realizzare mappe al computer: Cmap (è un software scaricabile
gratuitamente che permette di realizzare mappe anche se occorre
imparare ad utilizzarlo, in quanto, soprattutto, all'inizio può apparire non
proprio così immediato e veloce)
calcolatrice
audiolibri, libri digitali (i libri di testo in uso a scuola sono richiedibili
gratuitamente dal sito www.libroaid.it, previa registrazione)
29
computer con programma di videoscrittura, correttore ortografico
I supporti della videoscrittura sono il controllo ortografico ( questa funzione
permette di individuare le parole che non sono ortograficamente corrette) e
il predittore ortografico (prevede, a seconda delle prime lettere digitate, la
parola che il soggetto sta per scrivere sulla base del lessico di ciascun
soggetto e della frequenza di utilizzo di quella singola parola).
L'utilizzo della videoscrittura permette all'alunno di economizzare lo sforzo
necessario per scrivere dei testi. Occorre, di conseguenza,
conoscere la tastiera del pc e possedere un minimo di capacità di analisi
delle componenti fonologiche delle parole e delle loro corrispondenza
grafemica.
Piccoli consigli: per i DSA risulta più facilmente leggibile il carattere Arial o
Verdana, dimensioni almeno 14, interlinea 1,5. (Carattere stampatello se è
necessario)
Computer con sintesi vocale incorporato nel computer o esterno su
chiavetta
La sintesi vocale è un lettore di testi che legge al posto del bambino.
Essa
è
pertanto
molto
utile
per
lo
studio
individuale:
l'alunno
automaticamente legge il testo con la sintesi vocale senza quindi stancarsi
eccessivamente.
Programmi gratuiti: Balabolka o Dspeech
Programmi a pagamento: Alfareader della Erickson o Personalreader
dell'Anastasis.
Per chi volesse di più a pagamento ci sarebbe: Carlo2 o Superquaderno
dell'Anastasis, (per maggiori informazioni inviamo al sito)
Software didattici specifici
Per
un’
immediata
Esistono decine di software gratuiti da scaricare dedicati agli alunni con panoramica e scelta si può
DSA. Nella sitografia riportiamo i siti più importanti.
andare
sul
sito
Se si vuole ci sono anche programmi a pagamento da case editrici tra cui www.fantasiaweb.it sezione
ERCKSON, di Trento, e ANASTASIS, specializzate nel settore.
dislessia.
In generale possiamo dire che:
•La disgrafia può essere compensata tramite l'uso del computer per la scrittura di testi.
•La disortografia può invece essere compensata avvalendosi sia del correttore ortografico
(presente generalmente in tutti i principali programmi di scrittura) e della sintesi vocale (utile
per il riconoscimento uditivo di errori ortografici e non; non consente l'individuazione e la
correzione dell'errore).
•La dislessia può essere invece compensata avvalendosi della sintesi vocale. Questo
strumento non è adatto a tutte le persone dislessiche, in quanto occorre possedere una buona
30
capacità di comprensione del testo da ascoltare, essere in grado di passare dall'ascolto del
testo alla lettura, ovvero costruire mentalmente il significato di ciò che si legge. Per fare ciò è
utile dotarsi anche di un software che permetta di visualizzare il testo che viene letto e fare
riferimento alle immagini presenti per arricchire la comprensione. Con la sintesi vocale si
possono leggere anche libri digitali in formato PDF.
Oggi l'introduzione della LIM (Lavagna Interattiva Multimediale) apre nuove opportunità per
una didattica facilitata e alla portata di tutti, anche degli alunni con DSA.
RIFERIMENTI NORMATIVI
•DPR 275/99 “Regolamento recante norme in materia di autonomia delle Istituzioni
Scolastiche”
•Nota MIUR 4099/A4 del 5.10.04 “Iniziative relative alla dislessia”
•Nota MIUR 26/A4 del 5/01.05 “Iniziative relative alla dislessia”
•Nota MPI 4674 del 10 maggio 2007 “Disturbi di apprendimento – Indicazioni operative”
•Indicazioni per il curricolo per la scuola dell'infanzia e per il primo ciclo dell'istruzione.
D.M.31/07/2007
•A.I.D. Associazione Italiana Dislessia – Comitato Scuola 2008 [email protected]
•CM del 28.05.2009 (Percorsi personalizzati)
•DPR n. 122 del 22 giugno 2009
•Legge n. 170, 8 ottobre 2010
•Linee guida 12 luglio 2011
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STRUTTURE SUL TERRITORIO
MonzaBrianza
Sezione
Monza Brianza
Rappresentante Clara Siri
Territoriale
Data elezione
E-mail
19-09-2010
monzabrianza@dislessia.
it
Cellulare
333/5375990
Sede sezione: Via Sant’Antonio, 20885 Ronco Briantino(MB)
Contatti: tel. 333/5375990
fax. 0396817178
mail: [email protected]
Help-Line: 33375375990
La sezione A.I.D. Monza e Brianza, nata nel giugno 2010, è fatta da un gruppo di genitori
iscritti e residenti nella provincia stessa che collaborano con specialisti dell'ambito della sanità
(medici, psicologi, logopedisti) e della scuola. Una volta al mese la sezione e le sedi sono
aperte a genitori, insegnanti, tecnici della sanità e bambini/ragazzi con DSA.
Ingresso libero e gratuito senza appuntamento.
IL SERVIZIO OFFRE:
•informazioni, materiali, suggerimenti didattici e mutuo aiuto genitori;
•indicazioni operative ai genitori sulla richiesta all'Istituzione Scolastica del Piano Didattico
Personalizzato;
•indicazioni operative ai docenti per la predisposizione del Piano Didattico Personalizzato;
•indicazioni operative sull'uso degli strumenti compensativi, indicazioni sull'applicazione delle
misure dispensative;
•consulenza educativa-didattica sui disturbi specifici dell'apprendimento, con eventuale invio
per approfondimenti ai servizi sanitari di competenza.
32
SITOGRAFIA
Siti Ufficiali
A.I.D. Associazione italiana dislessia Bologna
www.aiditalia.org
www.libroaid.it (iscrizione gratuita)
E' importante iscriversi al sito (per far ciò occorre inserire i propri dati e poi verrà inviata via e
mail una password) perché l' A.I.D. oltre a fornire molte informazioni invia gratuitamente i libri
di testo in formato digitale. Una volta fatta la richiesta e ricevuto il CD è possibile, installando
dei software gratuiti di Sintesi Vocale, far leggere da solo all'alunno il testo che deve studiare.
Dal sito, sulla sezione software free, è possibile scaricare delle versioni gratuite.
Sito regionale A.I.D.
www.aidlombardia.it
•Portale del MIUR
htpp://www.istruzione.it/web/istruzione/dsa
htpp://www.istitutoitard.it/
Siti utili
www.fantasiaweb.it
htpp://Inx.fantasylands.net/aiuto-dislessia/
(Entrambi sono utili ed interessanti per insegnanti e genitori, con informazioni sui disturbi, con
video e tanto materiale: mappe concettuali, schede, giochi, software e link)
htpp://tuttiabordo-dislessia.blogspot.com/
(Sito con diverse sezioni es. grammatica, italiano, dislessia, disortografia... dove vi sono giochi
molto divertenti da fare on line materiali come mappe concettuali)
htpp://www.maestrantonella.it/home flash.html
33
alunni stranieri
34
Il protocollo di accoglienza delinea prassi condivise che si basano su cinque aspetti principali:
ASPETTI
Amministrativo
Burocratico
Iscrizione e accertamento
scolarità pregressa
Educativo
Modalità di inserimento non
casuali (da definire; cercare
prove e test)
Individuazione di persone e
risorse
Preparazione percorsi da
utilizzare per la prima
alfabetizzazione
PROCEDURE
- procedure di iscrizione e
documentazione
- accertamento della scolarità
precedente, dello stato di salute,
delle vaccinazioni, della
situazione giuridica e familiare;
- acquisizione dell’opzione di
avvalersi o non avvalersi
dell’insegnamento della
religione cattolica;
- informano il Dirigente
Scolastico, il Referente
intercultura, l’insegnante con
funzione strumentale BES e la
ASL.
- rilevazione delle capacità e dei
bisogni specifici di
apprendimento;
- individuazione della classe e
della sezione in cui inserire
l’alunno;
- elaborazione di percorsi didattici
individualizzati, progetti di
accoglienza, orario ridotto;
-revisione della programmazione
STRUMENTI
PERSONE
- documento identità
Segreteria
- permesso di
Dirigente Scolastico
soggiorno a partire dal 14
° anno (non obbligatorio)
- permesso di soggiorno
genitori con ricevuta
della Questura (non
obbligatorio)
- Progetto interculturale
Dirigente Scolastico
Gruppo Accoglienza
Collegio docenti
Consiglio di classe
Funzione
BES
strumentale
Referente Intercultura
Strutturazione di percorsi
didattici individualizzati
Comunicativo
Procedure che facilitino
l’informazione tra scuola e
famiglia
Volantino (da tradurre)
Relazionale
Rispetto dell’identità del
soggetto
Strutturazione di percorsi di
socializzazione
Sociale
Promozione reale di
integrazione
- modalità di informazione e
comunicazione con la famiglia;
-attenzione agli aspetti non verbali
della comunicazione;
-ricorso a interpreti/mediatori
linguistici (se possibile).
- diario scolastico
- colloquio
- osservazione sistematica
- volantino
Segreteria
Docente classe / sezione
Referente Intercultura
Funzione strumentale
BES
- attenzione al clima e all’avvio
dei rapporti per ridurre ansia,
indifferenza, distanza;
-attenzione all’avvio di
socializzazione con adulti e pari.
- Contatti con Enti e Associazioni
del territorio per risorse e
progetti;
- Acquisizione di materiali,
strumenti, risorse funzionali.
Coordinatore di classe
- osservazione sistematica; Consiglio di classe
- attività educativa di
classe;
Team docenti
- laboratori
- Colloquio con i servizi
-Attività di ricerca e di
aggiornamento
Segreteria
Enti/Associazioni
Referente intercultura
Funzione
strumentale
BES
Team docenti
Consiglio di classe
MODALITA’ ORGANIZZATIVE
CHI
Segreteria
Funzione Strumentale
BES e/o Referente
Intercultura
e Gruppo Accoglienza
Dirigente Scolastico
Docente Referente
Intercultura e docente
con funzione
strumentale BES
Collegio Docenti
Team docenti
CHE COSA
Iscrizione:
• Raccoglie dati anagrafici;
• Documenta l’istruzione scolastica pregressa;
• Presenta modulo opzione insegnamento religione Cattolica;
• Avvisa il D.S., la Funzione Strumentale e la Referente
Intercultura;
• Fornisce alla famiglia le informazioni necessarie.
•
Fornisce i modelli
di integrazione alunni stranieri al
coordinatore della classe in cui il soggetto verrà inserito;
• Riceve la documentazione scolastica pregressa e i dati raccolti dal
personale di segreteria;
• Programma e attua il colloquio con la famiglia;
• Somministra e valuta i risultati delle prove di verifica delle
competenze;
• Stende il progetto di accoglienza con modalità di frequenza ed
inserimento nella classe individuata;
• Propone la classe.
• Riceve la documentazione e il progetto di accoglienza;
• Assegna il neoarrivato alla sezione/classe destinataria, sentite –
in modo non vincolante – le proposte del docente referente e/o
del docente con funzione strumentale e del gruppo di
accoglienza;
• Coordina e monitora in itinere il processo d’inclusione degli
alunni stranieri;
• È corresponsabile nella realizzazione di raccordi fra le diverse
realtà territoriali;
• Verifica l’attività progettuale e il PEP.
• Aggiornano l’anagrafe della presenza degli alunni stranieri
nell’istituto, la quale sarà inserita nel PAI (mappatura);
• Individuano risorse umane ed economiche da destinare alla
prima alfabetizzazione;
• Propongono la classe in base all’età anagrafica, al corso di studi
pregresso, ai risultati delle prove in linea con la normativa
vigente;
• Forniscono materiale graduato per livello e complessità (Kit);
• Monitorano in itinere, in collaborazione con il D.S, il processo
d’inclusione/integrazione degli alunni stranieri;
• Partecipano a commissioni territoriali per l’integrazione degli
alunni stranieri.
• Delibera il progetto d’integrazione d’Istituto presentato.
•
Consigli di classe
Funzione strumentale
BES
•
Referente
Intercultura
•
•
•
Personale individuato
per il percorso di
alfabetizzazione
•
Promuovono e attuano interventi individualizzati per
l’apprendimento della lingua italiana, utilizzando le risorse
professionali della scuola, avvalendosi anche della
collaborazione con gli Enti Territoriali;
Favoriscono un clima di accoglienza e di attenzione alle
relazioni, che prevenga e rimuova eventuali ostacoli alla piena
integrazione dell’alunno straniero;
Rilevano i bisogni specifici di apprendimento;
Elaborano percorsi didattici di alfabetizzazione;
Individuano modalità di semplificazione e facilitazione
linguistica per ogni disciplina;
Propongono una programmazione ridotta sulla base di obiettivi
minimi disciplinari (PDP);
QUANDO
All’arrivo
dell’alunno
Entro tre giorni
Entro tre giorni
•
Prevedono momenti di insegnamento individualizzati, facendo
riferimento a risorse interne e/o provenienti da Enti Locali,
Associazioni, UTE, Università.
SUGGERIMENTI di PROGRAMMAZIONE
Obiettivi di: alfabetizzazione (livello principiante), primo (A1), secondo (A2),
terzo (B1)e quarto livello (B2)
COMPRENSIONE DELL'ORALE
Livello
principiante
Non comprende alcuna parola (in italiano)
Comprende singole parole (dell’italiano)
Comprende espressioni familiari e frasi molto semplici
A1
Comprende semplici domande, indicazioni e inviti formulati in modo lento e
chiaro
Comprende alcuni vocaboli ad alta frequenza delle discipline scolastiche
Comprende frasi ed espressioni usate frequentemente e di senso
immediato
Comprende quanto gli viene detto in semplici conversazioni quotidiane
A2
Individua l’argomento di conversazioni cui assiste, se si parla in modo lento
e chiaro
Comprende l’essenziale di una spiegazione semplice, breve e chiara
Ricava le informazioni principali da semplici messaggi audiovisivi
B1
Comprende i punti principali di un discorso su argomenti legati alla vita
quotidiana e scolastica, a condizione che si parli in modo lento e chiaro
Ricava l’informazione principale da testi (audiovisivi) radiofonici o televisivi
B2
Comprende un discorso anche articolato in modo complesso purché riferito
ad argomenti relativamente noti.
Comprende la maggior parte delle trasmissioni televisive e dei film
COMPRENSIONE DELLO SCRITTO
Non sa decodificare il sistema alfabetico
Livello
principiante
Sa leggere e comprendere qualche parola scritta
Legge parole e frasi senza comprenderne il significato
A1
Comprende semplici domande, indicazioni e frasi con semplice struttura e
con vocaboli di uso quotidiano
Su argomenti di studio comprende testi molto semplificati, con frasi
elementari e vocaboli ad alta frequenza della disciplina
Comprende il senso generale di un testo elementare su temi noti
A2
Comprende un testo di studio semplificato con frasi strutturate in modo
semplice
B1
B2
Comprende testi in linguaggio corrente su temi a lui accessibili
Adeguatamente supportato, comprende i libri di testo
Riesce a comprendere un testo di narrativa (contemporanea) o su un
argomento di attualità
PRODUZIONE ORALE
Non si esprime oralmente in italiano
Livello
principiante
Comunica con molta difficoltà
Comunica con frasi composte da singole parole
Sa rispondere a semplici domande e sa porne
A1
Sa usare espressioni quotidiane per soddisfare bisogni concreti
Sa produrre qualche frase semplice con lessico elementare
Sa comunicare in modo semplice se l’interlocutore collabora
Sa produrre messaggi semplici su temi quotidiani e scolastici ricorrenti
A2
Prende l’iniziativa per comunicare in modo semplice
Sa descrivere in modo semplice fatti legati alla propria provenienza,
formazione, ambiente
Sa comunicare in modo semplice e coerente su argomenti [per lui/lei]
familiari
B1
Sa partecipare in modo adeguato a conversazioni su argomenti [per lui/lei]
familiari
Sa riferire su un’esperienza, un avvenimento, un film, "su un testo letto”
B2
Si esprime in modo chiaro e articolato su una vasta gamma di argomenti,
esprimendo eventualmente anche la propria opinione
PRODUZIONE SCRITTA
Livello
principiante
Non sa scrivere l’alfabeto latino
Scrive qualche parola (in italiano)
Sa scrivere sotto dettatura frasi semplici
A1
Sa produrre frasi semplici con lo spunto di immagini e di domande
Sa produrre brevi frasi e messaggi
Sa produrre un testo semplice con la guida di un questionario
A2
Se opportunamente preparato, sa produrre
comprensibile, anche se con alcuni errori
B1
Sa produrre testi semplici e coerenti su argomenti noti
un
testo
semplice,
B2
Sa produrre testi articolati su diversi argomenti di suo interesse
_______________
NOTE
N.B. 1) L’indicazione del Livello di competenza (principiante, A1, A2, B1, B2 secondo il
Framework europeo) non figura nella Scheda dell’alunno, ma solo in quella (in italiano)
dell’insegnante.
N.B. 2) Le abilità indicate nella scheda linguistica prescindono dall’età e dal livello
generale di istruzione dello studente e consentono di delinearne principalmente la
competenza linguistica finalizzata alla comunicazione orale e scritta (dunque strumentale
all’acquisizione di ogni contenuto disciplinare e all’integrazione). Gli alunni neo arrivati,
infatti, partono generalmente tutti da un livello basso o nullo di conoscenza dell’italiano.
N.B. 3) Un livello si ritiene raggiunto se sono conseguite tutte le quattro abilità a tale livello.
N.B. 4) Le abilità indicate (dai livelli A1 in poi) fungono pure da obiettivi per l’insegnamento nelle
diverse fasi dell’acquisizione dell’italiano da parte dell’alunno.
ALUNNI IN SITUAZIONE DI
SVANTAGGIO SOCIO-ECONOMICO E CULTURALE,
DISAGIO COMPORTAMENTALE-RELAZIONALE
Ogni alunno può manifestare Bisogni Educativi Speciali con continuità o per determinati
periodi. I motivi possono essere diversi: fisici, biologici o anche psicologici e sociali.
Tali tipologie vanno individuate sulla base di elementi oggettivi (ad esempio: una segnalazione dei
Servizi Sociali) oppure di considerazioni di carattere psicopedagogico e didattico, scaturite da
attenta osservazione effettuata dall'équipe dei docenti che può tener conto anche di valutazioni
negative reiterate sia nella sfera didattica che relazionale.
La scuola è chiamata a rispondere in modo puntuale e non approssimativo ai bisogni peculiari di
questi alunni. Per essi, si possono attivare percorsi individuali e personalizzati (con l'adozione di
strumenti compensativi e misure dispensative).
Le misure dispensative dovranno avere carattere transitorio e si privilegeranno le strategie educative
e didattiche aventi come obiettivo il successo formativo.
CRITERI DI INDIVIDUAZIONE ALUNNI BES
(Direttiva Ministeriale 27/12/2012 e Circolare n°8 del 06/03/2013)
Le situazioni di svantaggio socio-economico e culturale, vengono considerate nella misura in
cui costituiscono un ostacolo per lo sviluppo cognitivo, affettivo, relazionale, sociale dell'alunno
e generano scarso funzionamento adattivo, con conseguente peggioramento della sua
immagine sociale.
•SVANTAGGIO socio-economico e culturale: alunni seguiti dal servizio famigliaminori, situazioni segnalate dalla famiglia, rilevati dal Consiglio di Classe/Team
docenti attraverso osservazione diretta.
La Documentazione comprende:
1.Segnalazione Servizio Famiglia-Minori se presente
2.Scheda di identificazione e analisi dei bisogni
3.Piano Didattico Personalizzato BES firmato dalla famiglia e dal Dirigente Scolastico
•Disagio comportamentale-relazionale: alunni con funzionamento problematico,
definito in base al danno vissuto effettivamente dall'alunno, prodotto su altri e
sull'ambiente (senza certificazione sanitaria).
La Documentazione comprende:
1.Scheda di identificazione e analisi dei bisogni
2.Piano Didattico Personalizzato BES firmato dalla famiglia e dal Dirigente Scolastico
RILEVAZIONE DEI BISOGNI BES: PROCEDURA
1.Rilevazione dei Bisogni Educativi Speciali.
2.Compilazione scheda di identificazione e analisi dei bisogni, a cura del Consiglio di
Classe/Interclasse dei docenti. Individuazione delle possibili soluzioni cercando azioni comuni di
intervento.
3.Coinvolgimento della famiglia.
4.Il consiglio di Classe/Interclasse dei docenti in accordo con la famiglia, stende un piano di
intervento (PDP): si procede alla progettazione di azioni mirate, utilizzando le risorse e le
competenze disponibili all'interno o all'esterno della scuola, agendo sull'alunno
individualmente, in piccolo gruppo o sull'intero gruppo classe a seconda delle necessità.
In caso di problematicità ci si rivolge alla Commissione BES.
5.La famiglia visiona il PDP e firma.
6.Il Dirigente Scolastico visiona il PDP e firma, per presa visione.
7.Il Consiglio di Classe/Interclasse dei docenti valuta i risultati ottenuti
(valutazione intermedia e finale) e individua eventuali altre azioni da mettere in atto.
PIANO DIDATTICO PERSONALIZZATO (PDP BES)
Il Progetto Didattico Personalizzato BES è elaborato sulla base delle situazione di disagio e sulle
effettive capacità dello studente. Il PDP BES ha carattere di temporaneità configurandosi come
progetto d'intervento limitato al periodo necessario per il raggiungimento degli obiettivi in esso
previsti. Durante l'anno scolastico ogni verifica ed eventuale aggiustamento degli interventi dovrà
considerare ed integrare quanto condiviso e riportato nel PDP BES (in relazione fra obiettivi,
risultati attesi e valutazione).
INDIVIDUAZIONE DI PROCEDURE CONDIVISE
1.RILEVAZIONE
2.DEFINIZIONE CRITERI DI INTERVENTO
3.PASSAGGIO DI INFORMAZIONI
4.MONITORAGGIO INTERMEDIO E FINALE
RILEVAZIONE DEI BISOGNI: procedura
PARTE PRIMA: compilazione scheda
•Identificazione e analisi del problema attraverso lo strumento scheda di individuazione dei
Bisogni educativi Speciali (ALLEGATO 1) da parte dell'Interclasse/ Consiglio di Classe
•Individuazione delle possibili soluzioni comuni di intervento attraverso il coinvolgimento
del Team/Consiglio di Classe, della Famiglia*, del Servizio Famiglia-Minori.
* (Famiglia autorizza/non autorizza la stesura del PDP attraverso la firma)
PARTE SECONDA: strategie
•stesura e messa a punto di intervento (PDP BES): si procede alla progettazione di azioni
mirate, utilizzando le risorse e le competenze disponibili all'interno o all'esterno della scuola,
agendo sull'alunno individualmente, in piccolo gruppo o sull'intero gruppo classe a seconda
delle necessità, attraverso il coinvolgimento del Team, del Consiglio di Classe, della
Famiglia*, della Funzione Strumentale o del Referente BES.
*(Famiglia firma il PDP)
PARTE TERZA: verifica interventi e aggiornamenti
•Valutazione dei risultati sulla base degli obiettivi indicati nel PDP BES (intermedia e finale):
registrazione delle strategie utilizzate, degli esiti ottenuti ed eventuali azioni da progettare,
attraverso il coinvolgimento del Team, del Consiglio di Classe, della Famiglia, della
Funzione Strumentale o del Referente BES.