Indicazioni utili ai docenti - Ferraris
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Indicazioni utili ai docenti - Ferraris
INDICAZIONI UTILI AI DOCENTI DI ALUNNI CON DSA E/O CON DISABILITÀ. Per quanto riguarda gli alunni con DSA si consiglia la consultazione delle “LINEE GUIDA” allegate al decreto ministeriale 12 luglio 2011. (http://www.unimi.it/cataloghi/divsi/associazioni/linee_guida_sui_dsa_12luglio2011.pdf) Per quanto riguarda gli alunni con disabilità si consiglia la consultazione delle “LINEE GUIDA” sull'integrazione scolastica degli alunni con disabilità con le quale il ministero fornisce indicazioni in materia di integrazione (nota MIUR prot.4274 del 4 agosto 2009). (http://www.istruzione.it/web/istruzione/prot4274_09) Una copia di entrambe è presente in sala insegnanti. Per quanto riguarda gli alunni con DSA si ricorda che la maggior parte di questi presenta difficoltà a memorizzare (tabelline, tempi verbali, formule, termini specifici ...), quindi per loro è utile (anzi spesso è indispensabile) poter usare strumenti compensativi come la tavola pitagorica, la calcolatrice, tabelle per l’analisi dei verbi, l’analisi grammaticale, logica e del periodo. Quando è possibile, utilizzare nella spiegazione schemi a blocchi, mappe concettuali o tabelle riassuntive, utili del resto a tutti gli alunni. Se l’alunno presenta difficoltà a copiare alla lavagna o a scrivere sotto dettatura, cercare di fornirgli il materiale, anche con la collaborazione dei compagni. Se l’alunno utilizza il computer, quando è possibile, fornirgli gli appunti su file. Per quanto concerne le misure dispensative, oltre a tempi più lunghi per le verifiche scritte o a una quantità minore di esercizi, gli alunni con disgrafia e disortografia sono dispensati dalla valutazione della correttezza della scrittura e, anche sulla base della gravità del disturbo, possono accompagnare o integrare la prova scritta con una prova orale attinente ai medesimi contenuti. A questo riguardo, gli studi disponibili in materia consigliano di stimare un tempo aggiuntivo o la riduzione del materiale di lavoro, in assenza di indici più precisi, pari ad una quota del 30%. In ogni caso la valutazione deve essere assegnata mantenendo il range previsto per i compagni (ad esempio da 3 a 10) In relazione alle forme di valutazione, per quanto riguarda la comprensione (orale o scritta) delle lingue straniere, bisogna valorizzare la capacità di cogliere il senso generale del messaggio e, in fase di produzione, dare più rilievo all’efficacia comunicativa, ossia alla capacità di farsi comprendere in modo chiaro, anche se non del tutto corretto grammaticalmente. Nel caso di compiti la cui consegna richieda una soluzione attraverso percorsi lunghi e complessi, è bene suddividere la consegna in più passaggi. Per quanto riguarda invece gli alunni con disabilità, Il diritto all’istruzione è garantito dalla legge 104/92 e coinvolge l’intero percorso scolastico e quello universitario. Inoltre così com’è indicato sulle linee guida, “…al fine dell’inclusione scolastica … è indispensabile ricordare che l’obiettivo fondamentale della Legge 104/92 è lo sviluppo degli apprendimenti mediante la comunicazione, la socializzazione e la relazione interpersonale. “…l'esercizio del diritto all'educazione e all'istruzione non può essere impedito da difficoltà di apprendimento né da altre difficoltà derivanti dalle disabilità connesse all'handicap”. La progettazione educativa per gli alunni con disabilità deve, dunque, essere costruita tenendo ben presente questa priorità. La valutazione degli alunni disabili in ambito scolastico è riferita al PEI ovvero al "Piano Educativo Individualizzato". Questo percorso personalizzato di studi deve essere realizzato dal consiglio di classe a inizio anno scolastico. Ovviamente, può accadere che il PEI preveda gli stessi obiettivi della classe, eventualmente raggiunti e valutati in modo differenziato. Il riferimento al PEI è comunque un obbligo di legge ed è valido per tutti gli ordini di scuola. Unica eccezione, nella scuola secondaria quando la famiglia rifiuti esplicitamente una programmazione differenziata. La valutazione è compito di tutti gli insegnanti del consiglio della classe nella quale sia presente l'alunno disabile. La valutazione di tale allievo non può mai essere delegata al solo insegnante di sostegno. La valutazione dell'alunno disabile nella scuola secondaria può essere di due tipi: curricolare semplificata, ovvero globalmente riconducibile alla programmazione regolare del corso di studi (e comunque tarata su obiettivi minimi); differenziata, ovvero capace di consentire sì la frequenza alla classe successiva, ma non sufficiente per garantire, a fine ciclo, un regolare diploma. L'alunno conseguirà in questo caso un attestato delle competenze raggiunte. Tuttavia, è necessario ricordare che anche in caso di programmazione curricolare va comunque definito un piano educativo individualizzato. Esso può anche prevedere soltanto alcuni adattamenti rispetto alla programmazione della classe, ma il consiglio dovrà comunque deliberare che questo piano, complessivamente, si può ricondurre ai programmi specifici dell'ordinamento di studi in questione. Alla fine dell'anno scolastico in sede di scrutinio, si valuterà poi se gli obiettivi siano stati raggiunti o meno. Il PEI può essere curricolare in alcune materie e differenziato in altre. Il consiglio dovrà comunque esprimere, a livello collegiale, una valutazione unica e globale su tutta la programmazione, così come si procede a fare in normale sede di scrutinio. Importante nella redazione del PEI per allievi che seguono una programmazione curricolare è la definizione dei criteri o metodi di valutazione. Occorre in questo senso lavorare sul concetto di equipollenza: si possono cioè utilizzare metodi diversi per verificare il raggiungimento degli stessi obiettivi. Una prova scritta o grafica può ad esempio diventare orale (e così il contrario); si può concedere più tempo per una prova scritta oppure variare la frequenza delle verifiche; si possono somministrare prove diverse nella quantità di esercizi, domande, oppure selezionare e proporre solo le parti più significative di un compito. Il tutto, sempre, cercando di salvaguardare un'equità di trattamento dell'allievo disabile rispetto al resto della classe. Quando invece gli obiettivi del piano educativo individualizzato sono nettamente dissimili da quelli della classe, allora la programmazione si chiama differenziata e l’alunno non può conseguire il titolo di studi. La scelta di un percorso differenziato va formalizzata entro il biennio, la famiglia va informata di questa scelta e può opporsi. In questo caso, l’alunno seguirà ugualmente il suo PEI, con tutte le tutele previste, ma la valutazione sarà fatta in base ai criteri definiti per tutta la classe. L’alunno che segue una programmazione differenziata a fine anno è ammesso alla classe successiva, ma di fatto non ha conseguito la promozione. Sulla pagella, si annoterà che la valutazione è stata realizzata in base al PEI. Nessuna nota particolare andrà invece indicata sul tabellone esposto al pubblico. Negli anni successivi, l’alunno prosegue con la programmazione differenziata. Il consiglio di classe, se lo ritiene opportuno, può deliberare il rientro dalla programmazione differenziata modificando il PEI in modo che esso torni ad essere riconducibile ai programmi di studio della classe. Con questa decisione del consiglio, il percorso dell’allievo viene a riacquistare valore legale. Si evidenzia che sia gli alunni con DSA sia gli alunni disabili, per ottenere risultati nello studio, devono attivare delle strategie personali che compensino i propri disturbi. Questo richiede da parte loro un maggiore dispendio in termini di energia e di tempo, rispetto ai loro compagni. E’ molto importante formulare con attenzione il PDP e il PEI perché tutto quanto scritto deve essere poi messo in pratica nell’attività didattica di ogni giorno e soprattutto nei momenti della valutazione, per essere tranquilli di aver fatto quanto richiesto dalla legge e messo nelle condizioni ottimali l’alunno nel dimostrare le sue abilità e competenze. In particolare E’ inoltre utile ricordare che questi studenti hanno spesso una scarsa percezione di autostima, causata anche da esperienze negative e frustranti vissute durante il proprio iter formativo. Quindi diventa importante l’atteggiamento di comprensione del docente, che deve riuscire a incoraggiare l’alunno in caso di insuccesso e gratificarlo in caso di successo. L’insegnante non deve regalare la sufficienza, ma attivarsi ad aiutare lo studente, in modo che lui stesso trovi la strategia giusta per raggiungere almeno gli obiettivi minimi. Le referenti per gli studenti con DSA e con Sostegno Teresa Arata e Stefania Angela Conticello