Quel contesto che frena le imprese italiane

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Quel contesto che frena le imprese italiane
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Poste italiane Sped. in A.P. - D.L. 353/2003
conv. L. 46/2004, art.1, c. 1, DCB Milano
Mercoledì
27 Maggio 2015
LA SFIDA DI MALONE
Charter compra
TW Cable
Nasce un nuovo
colosso delle tv
Con «Il Sole 24 Ore»
le Guide Verdi del Touring
alla scoperta delle grandi città
Primo volume: Londra
Maria Chiara Voci u pagina 14, con l’analisi di Marco Morino
Marco Valsania u pagine 25-26
u Con la prima uscita a solo 0,50 euro oltre al prezzo del quotidiano
la guida sulla capitale inglese, la mappa e il frasario per chi viaggia
STATO E MERCATO
CREDITO E CONTROLLI
Cara Europa,
per la crescita
gli schematismi
non servono
Lezioni
italiane
di vigilanza
bancaria
di Guido Gentili
di Donato Masciandaro
V
L
FOCUS NORME
Il Fisco lancia
gli avvisi telematici
per segnalare
le «anomalie»
delle società
Servizi u pagina 39
Dal Governatore allarme sui crediti deteriorati, pressing sulla Ue - Avanti con il Qe
Visco: riforme e bad bank
per consolidare la ripresa
Bene la riforma delle popolari, ora intervenire sulle Bcc
e Considerazioni Finali
della Banca d’Italia sono
una ottima occasione per
un messaggio a Francoforte: la
nuova vigilanza europea può
imparare molto dall’esperienza italiana. Almeno due le lezioni: la vigilanza non deve
scimmiottare la politica monetaria; i vigilanti non devono essere discrezionali, ma applicare regole uguali per tutti.
Il Governatore della Banca
d’Italia Visco ha aperto e chiuso le annuali Considerazioni
Finali mettendo sul proscenio
il ruolo che la banca centrale
nazionale può e deve giocare
nel disegno delle politiche comuni europee. In apertura, il riferimento è stato esplicito. Rimarcando il fatto che oramai il
40% dell’attività della Banca
d’Italia è legato alle funzioni di
politica monetaria e di vigilanza dell’Unione, il Governatore
ha ricordato il disegno a geometria variabile che lega le varie banche centrali nazionali
nel sistema europeo, con apice
a Francoforte, nella Banca centrale europea (Bce).
È una geometria variabile il
cui successo dipenderà in modo cruciale dalla capacità di
tutti gli attori di individuare le
politiche a somma positiva, in
cui cioè – magari in orizzonti
temporali diversi – l’interesse
comune europeo si sposi con
quello nazionale.
L’individuazione delle migliori politiche comuni è particolarmente vitale e al contempo delicata nel perimetro della
vigilanza bancaria e finanziaria. Il Governatore ha sottolineato come la vigilanza europea sia un “sistema di autorità”, costituito nel contempo
dall’organo sovranazionale
che è la Bce e dagli organismi
nazionali di controllo, in cui
decisioni e prassi vanno prese
in modo condiviso. Questo significa che l’assetto di governo della vigilanza europeo è
complesso per almeno tre ragioni: da un lato gli attori sono
eterogenei e numerosi; dall’altro la politica di vigilanza ha
delle specificità che non vanno dimenticate, legate al suo
modus operandi. Un assetto di
governo complesso può prendere buone decisioni solo se ha
la lungimiranza di seguire le
migliori pratiche.
Continua u pagina 3
p«Consolidarelaripresaacce-
FTSE Mib
A
0,18
8,53
23326,95
L
variaz. %
var. % ann.
Spread della Spagna
in forte rialzo
Salgono i tassi BTp
pLo spread tra i Bonos spagnoli
e i Bund tedeschi è salito ieri di 15
punti dopo l’affermazione dei radicali di Podemos nel voto spagnolo. In aumento anche lo
spread italiano, con tassi dei BTp
in rialzo all’asta del Tesoro. Intanto accelerano i negoziati Ue-Grecia per evitare un default greco e il
governo di Atene rassicura sul
rimborso della prossima rata Fmi.
Renzi: dalla Grecia nessun rischio
per gli italiani.
u pagine 10-11
Il Qe può essere
un’opportunità,
da solo non basta
LO SPREAD SUI BUND
Divario dei titoli Stato decennali.
In punti base
Italia
140
120
138,90
7,65
Italia
115,65
131,15
Spagna
2,35
113,30
100 Spagna
30 APR
26 MAG
Rajoy e la sindrome di Schröder
di Attilio Geroni
CRESCITA E RIFORME
INVESTIMENTI E RICERCA
La necessità
di una politica
industriale
Carmine Fotinau pagina 5
CRISI BANCARIE
L
a trasformazione del sistema
produttivo in Italia è ostacolata «dal contesto in cui è condotta l'attività economica». L’indicazione forte del Governatore
Visco al Governo è che è necessario ridurre questi ostacoli per
I
l coraggio dell’impopolarità è
merce rara in Europa. E come
Schröder, il premier spagnolo Mariano Rajoy potrebbe pagarne le
conseguenze alle elezioni politiche di fine anno e qualcun altro al
posto suo incassare il dividendo
delle riforme. Continua u pagina 11
È partito il conto
alla rovescia
per il «bail-in»
rafforzare le strategie di innovazione che hanno permesso alla
parte più virtuosa del sistema
produttivo di espandersi e
conquistare quote di mercato
anche nei difficilissimi Paesi
extra-europei. Continua u pagina 5
Marco Ferrandou pagina 7
Banca d’Italia.
Il Governatore Ignazio Visco
PANORAMA
Il Vaticano: «Il sì alle nozze gay
una sconfitta per l’umanità»
Dura presa di posizione del Vaticano dopo il referendum irlandese
che la settimana scorsa ha legalizzato i matrimoni omosessuali.
«Una sconfitta per l’umanità», l’ha definita il segretario di Stato
della Santa Sede, Pietro Parolin.
u pagina 21
Legge Severino, decide il giudice ordinario
Spetta al giudice ordinario, e non a quello amministrativo, decidere sugli
atti di sospensione degli amministratori locali condannati in base alla
legge Severino. Lo avrebbe deciso ieri la Corte di Cassazione. u pagina 12
MISURE A SOSTEGNO DELL’ECONOMIA
L’urgenza di riattivare il circuito del credito
di Alessandro Graziani u pagina 7
LA SVOLTA CHE SERVE
Dopo le Popolari, una riforma per le Bcc
di Marco Onado u pagina 6
AL VIA A LONDRA IL PRIMO PROCESSO PENALE
Scandalo Libor, il conto dell’avidità
di Leonardo Maisano
statina ai tassi che davano trader
disonesti le banche hanno pagato 9 miliardi di sterline in penali, i
cittadini un prezzo incalcolabile.
L'avidità ha i lineamenti di Tom
Hayes, 35 anni, star fra i banker
A
vidità. È il perno attorno al
quale si snoda il primo processo penale a Londra per lo
scandalo Libor. Per quell’aggiu-
Dow Jones I.
18041,54
-1,04
8,64
B
variaz. %
var. % ann.
25.05 Var% in.an.
-0,09
23,56
FTSE MIB (31.12.97=24401,54)
23326,95 23285,11
0,18
22,70
FTSE It. Mid Cap (31.12.02=20146,67) 33020,04 33104,41
-0,25
30,88
FTSE It. Star (28.12.01=10000)
Comit Globale (1972=100)
Atene ora rassicura: pagheremo la rata Fmi
Dino Pesoleu pagina 8
FTSE It. All Share (31.12.02=23356,22) 24881,63 24905,11
25133,09 25150,92
Xetra Dax
11625,13
-1,61
17,51
B
variaz. %
var. % ann.
Nikkei 225
20437,48
0,12
39,96
6948,99
-1,18
1,95
B
variaz. %
var. % ann.
¤/$
-0,47
-19,87
Brent dtd
B
1,0926
61,34
B
Oro Fixing
1185,40
-3,04 variaz. % -1,55
-44,73 var. % ann. -8,22
variaz. %
var. % ann.
B
variaz. %
var. % ann.
QUANTITATIVI TRATTATI ¤
INDICI
26.05
Azioni: numero
1.030.558.808
Azioni: valore
3.330.690.682
Titoli di Stato
886.944.989
Obbligazioni
27.182.054
Paese/Indice
BORSE EUROPEE
D.J. EuroStoxx
Amsterdam Am. Exc.
Bruxelles Bel 20
Francoforte Dax
Helsinki Omxh Gen
Lisbona Psi 20
Londra Ftse 100
Madrid Ibex 35
Parigi Cac 40
Vienna Atx Index
Zurigo Swiss Mkt
373,92
496,35
3714,72
11625,13
8697,47
5871,82
6948,99
11240,30
5083,54
2596,79
9272,68
-0,90
-0,96
-0,84
-1,61
-0,61
-1,97
-1,18
-0,72
-0,66
-1,66
-0,86
ALTRE BORSE
New York DJ Ind.
New York S&P 500
New York Nasdaq C.
Tokyo Nikkei 225
Hong Kong Hang S.
San Paolo Brsp Bov.
Shanghai Comp.
Sydney All Ordin.
Singapore Straits T.
Toronto 300 Comp.
18041,54
2104,20
5032,75
20437,48
28249,86
53629,78
4910,90
5770,37
3461,44
15050,81
-1,04
-1,03
-1,11
0,12
0,92
-1,79
2,02
0,88
0,02
-0,90
A2A
Ansaldo Sts
Atlantia
Autogrill
Azimut H.
B. Popolare
B.P. E.Romagna
B.P. Milano
Buzzi Unicem
Campari
CNH Industrial
Enel Green Power
Enel
Eni
Pr.Rif.¤
Var.%
1,104
9,410
23,190
8,425
26,420
15,170
7,700
0,920
14,040
6,990
8,190
1,653
4,348
16,450
0,09
0,05
0,39
-0,06
—
0,40
-0,13
1,55
-0,99
—
1,49
-1,72
0,56
-0,30
FTSE ITALIA
ALL SHARE
-0,09
34,69
-0,21
23,31
Base 31/12/02=23.356,22
1281,59 1280,57
0,08
23,44
25100
Prezzi di vendita all’estero: Albania €2, Austria €2, Francia €2, Germania €2, Monaco P. €2, Slovenia €2, Svizzera Sfr 3,20
variaz. %
var. % ann.
FTSE 100
Titolo
-0,07
Servizi u pagina 40
L
senza scrupoli. Con lui alla sbarra si passa dalle multe alle galere,
anche se si dice solo vittima di un
sistema piegato alla brama di danaro, unica metrica - giura - per
valutare il merito. u pagine 25-27
PRINCIPALI TITOLI - Componenti dell’indice FTSE MIB
67,26
67,12
Alessandro Merliu pagina 9
UMBERTO GRATI
BORSA ITALIANA
Mediobanca (2.1.06=100)
Gli acquisti
di titoli non
vanno fermati
Servizi u pagine 2-9
di Giorgio Barba Navaretti
dati Usa superiori alle attese fanno cadere le
Borse. I positivi indicatori sul mercato immobiliare e sul settore manifatturiero hanno infatti aumentato le aspettative di un rialzo dei tassi da parte
della Fed: questo ha fatto salire il dollaro e ha pesato sui listini azionari. In Europa solo Milano
(+0,18%) ha chiuso in positivo. In netto ribasso
Wall Street.
26.05
IL RUOLO DELLA BCE
Quel contesto che frena
le imprese italiane
I
Indici Generali
LE ANALISI
I VINCOLI ALLA COMPETITIVITÀ
Continua u pagina 22
Mercati
ANSA
bene la riforma delle popolari
mentre ora è necessario intervenire sulle Bcc e portare avanti il
quantitative easing della Bce.
lerando con le riforme. E sulla
bad bank puntare a una soluzione rapida con la Ue». Per il Governatore della Banca d’Italia va
Var%
La Guardia
di finanza punta
al ravvedimento
anche prima
del verbale
DA DOMANI IN EDICOLA
LIBERALIZZAZIONI
Taxi, il Tribunale blocca
«Uber Pop» in tutta Italia
uoi perché è evidente il
cambio di passo nello stile e nel metodo, vuoi perché la Banca d’Italia acquisterà,
nel quadro della nuova politica
monetaria decisa dalla Bce, 130
miliardi di titoli di Stato italiani,
conviene non lasciare cadere le
“considerazioni finali” del Governatore Ignazio Visco nella rete dei moniti accigliati e delle
prediche utili per un giorno.
In una relazione asciutta nei
toni e nel testo giudizi e messaggi
- piacciano o no, compresi quelli
che per differenza mancano al
tradizionale appello - possono
emergere più chiari. Questo è il
caso: vale per quelli sul governo
Renzi, sulla politica in generale,
sulle imprese, sulle banche. E vale per l’Europa in debito d’ossigeno solidale e per le sue istituzioni dove l’ “anima tecnica” si
confronta con quella politica in
un duello paralizzante.
Al Governo la Banca d’Italia
chiede di insistere e accelerare
sulle riforme in modo da consolidare la ripresa. In Europa, “si fa
meglio ascoltare chi dimostra di
far bene a casa propria, di onorare appieno i propri impegni”, ha
detto Visco. A livello internazionale, istituzioni e mercati hanno
riconosciuto l’impegno a rimuovere gli ostacoli che frenano lo
sviluppo. La riforma del mercato
del lavoro è positiva, e il Governo deve andare avanti “per non
deludere le aspettative di cambiamento”. I benefici non sono
immediati? Ecco un motivo in
più per agire, osserva il Governatore, “perseguendo un disegno
organico e coerente”.
Nessun accenno alle privatizzazioni e al livello della pressione fiscale. Un passaggio rapido sulla revisione della spesa
pubblica nel quadro della riforma della Pa. Un sostegno inequivoco alla riforma Fornero
sulle pensioni (garantisce la sostenibilità di lungo periodo della finanza pubblica “più che in
altri Paesi europei”). Un richiamo forte all’istruzione e all’investimento in conoscenza
(l’Italia è in ritardo e Bankitalia
fa riferimento all’indispensabile metodo dei test-valutazione
dei servizi offerti e delle conoscenze acquisite). Una notazione sulla lievitazione del debito
pubblico in rapporto al Pil dovuta “soprattutto alla mancata
crescita economica”.
Anno 151˚
Numero 144
25000
24900
24800
apertura
chiusura
Titolo
Pr.Rif.¤
Var.%
Exor
FCA-Fiat Chrysler
Finmecc.
Generali
Intesa Sanpaolo
Luxottica
Mediaset
Mediobanca
Mediolanum
Moncler
Monte Paschi Si
Pirelli & C.
Prysmian
S. Ferragamo
Saipem
Snam
STMicroelectr.
Telecom Italia
Tenaris
Terna
Tod's
UBI Banca
Unicredit
UnipolSai
World Duty Free
Yoox
44,210
14,460
11,480
17,740
3,258
60,150
4,536
9,240
7,890
17,140
1,780
15,470
20,620
28,570
11,970
4,430
7,390
1,120
13,390
4,276
84,150
7,380
6,245
2,474
10,120
29,230
1,56
3,66
2,96
0,28
-0,67
1,09
0,27
0,33
-0,75
-0,17
-16,82
0,32
-0,24
3,66
-1,07
-0,85
1,16
0,36
-0,89
-1,02
2,00
-0,54
-0,08
-0,24
0,10
0,41
25.05
682.302.531
1.510.026.618
524.581.245
26.284.589
FUTURES
26.05 Var
FTSE MIB Giu 2015
23305 -20
Eurex Bund 10a(giu 15) 154,77 0,77
I CAMBI DELL’EURO (rilev. BCE)
Valuta
26.05
Dollaro Usa
1,0926
Yen giapponese 134,0700
Sterlina inglese
0,7096
Franco svizzero
1,0351
Renminbi cinese 6,7785
Dollaro canadese 1,3520
Corona svedese
9,1860
Dollaro austral.
1,4020
Diff.
-0,0052
0,6800
-0,0042
0,0002
-0,0313
0,0024
-0,0565
-0,0003
MATERIE PRIME
Prezzi uff. a Londra ($/t)
Alluminio
Caffè rob
26.05 Var.%
1710,5 -1,10
1537,0 -3,30
26.05 Var.%
INDICE CAMBI (22 valute)
Indice Sole-24Ore
100,49 -0,12
con “Marketing Evolution” € 10,90 in più; con “Capolavori Horror” € 8,90 in più; con “La Biblioteca del Mare” € 8,90 in più; con “Ora Legale” € 8,90 in più; con “Guida alla Salute” € 1,00 in più; con “La Biblioteca dei Ragazzi” € 1,90 in più; con “L’Impresa” € 6,90 in più; con “Norme e Tributi” € 12,90 in più; con “Guida al 730 Ordinario e Precompilato” € 9,90 in più; con “I nuovi principi di revisione Isa Italia” € 9,90 in più; con “Assunzioni Agevolate” € 9,90 in più; con “Divorzio Breve e Negoziazione Assistita” € 10,00 in più; con “Voluntary
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Il Sole 24 Ore
Mercoledì 27 Maggio 2015 - N. 144
5
Banca d’Italia
I ritardi nelle classifiche internazionali
Per la Banca mondiale siamo al 25° e al 22° posto
per «concessione delle licenze» ed «efficacia del governo»
L’INDUSTRIA
I COMMENTI
DEI
PROTAGONISTI/3
Benito Benedini
Luisa Todini
Presidente Poste Italiane
Susanna Camusso
Annamaria Furlan
Presidente Gruppo 24Ore
«Siamo usciti dalla
malattia della
recessione, speriamo
che ci sia la ripresa»,
perché «siamo in
convalescenza»
«La ripresa la sentiamo un
po’ a stento, ma qualcosa
c’è, la riforma del lavoro
sta dando i primi risultati.
Però il problema del
credito rimane»
«È importante che il
governatore abbia
messo l’accento
sull’occupazione, sugli
investimenti pubblici e
privati e sul Sud»
La relazione di Bankitalia
«ha ben evidenziato
come deve cambiare
l’Italia, richiamandosi a
un’Europa di ripresa e
sviluppo»
Segretario generale Cgil
«Imprese frenate da burocrazia e corruzione»
Dal Governatore la denuncia degli ostacoli che pesano sugli investimenti, anche esteri
Nicoletta Picchio
ROMA
pTroppi
adempimenti burocratici, procedure complesse e
poco efficienti, giustizia lenta, sistema formativo carente. Una situazione «aggravata» dai fenomeni di corruzione e in più aree
anche di criminalità organizzata.
Sono ostacoli che pesano sulle imprese italiane, penalizzandone la
crescita. Ma non solo: scoraggiano anche gli investimenti esteri in
Italia, che restano modesti nel
confronto internazionale.
Lo ha ammesso e sottolineato il
Governatore della Banca d’Italia,
Ignazio Visco, nel paragrafo delle
Considerazioni finali dedicato all’economia italiana e a come consolidare la ripresa. «Ostacoli all’attività delle imprese e alla loro crescita vengono in Italia, oltre che da
limiti di natura finanziaria, soprattutto dal contesto in cui è condotta
l’attività economica», sono state le
parole di Visco, pronunciate subito dopo aver sollecitato il mondo
imprenditoriale a investire di più
in innovazione e a crescere. Da una
parte lo stimolo a fare di più, dall’altra la consapevolezza degli handicap che gravano sulle imprese e
che bisogna rimuovere se vogliamo essere competitivi. «La pubblica amministrazione è arretrata nel
confronto internazionale e sulle
imprese pesa un sovraccarico di
LE PROCEDURE PIÙ GRAVOSE
Gli adempimenti per ottenere
un’autorizzazione e l’elevata
instabilità delle norme sono
problemi molto rilevanti per
il 55,4 e 45,2% delle aziende
burocrazia» unito all’«instabilità
delle norme». Una consapevolezza che ha spinto la Banca d’Italia a
dedicare nella Relazione annuale
un approfondimento sulla Pa.
Nel discorso di ieri Visco ha sintetizzato alcune valutazioni su ciò
che rende difficile il contesto competitivo: «La complessità del qua-
dro normativo, la scarsa efficienza
delle procedure e delle azioni delle
amministrazioni pubbliche, i ritardi della giustizia, le carenze del sistema dell’istruzione e della formazione frenano lo spostamento
di risorse produttive verso le
aziende più efficienti, uno dei principali meccanismi alla base della
crescita della produttività».
È stata avviata un’azione di riforma, «riconosciuta a livello internazionale». Ma «per non deludere le aspettative di cambiamento occorre allargarne lo spettro e
accelerarne l’attuazione». In alcuni casi, ha aggiunto il Governatore, i benefici non sono immediati, ma questo «è un motivo in più
per agire». Tanto più che il rinnovamento dell’amministrazione
secondo Visco è anche la condizione per quella revisione della
spesa pubblica che salvaguardi e
potenzi la qualità dei servizi.
Nell’indagine condotta da
Bankitalia sulle imprese industriali e dei servizi emerge che quelli di
maggiore ostacolo sono gli adem-
pimenti connessi con il rilascio di
autorizzazioni e l’elevata instabilità delle norme, percepiti come
molto rilevanti dal 55,4 e dal 45,2%
delle imprese. Queste percezioni
trovano conferma nelle classifiche internazionali: l’Italia figura alla25°e22°posizionetrai28paesiUe
nella graduatoria degli indicatori
“concessione di licenze” ed “efficacia del governo” della Banca
mondiale, con il Sud in ritardo del
33% rispetto al Centro Nord. Le stime mostrano che alcune misure
adottate in passato per ridurre gli
oneri burocratici e semplificare la
regolamentazione per l’avvio dell’attività hanno avuto effetti positivi sulla natalità d’impresa.
A pesare è anche la sovrapposizione di competenze tra centro e
periferia, che genera incertezza. Il
decentramento amministrativo
non si è accompagnato a una revisione degli enti territoriali e il disegno di legge di riforma costituzionale in esame al Parlamento, è
scritto nella Relazione, non affronta il riparto di competenze sull’affi-
IN SINTESI
GLI ONERI DA ADEMPIMENTI
Nell’indagine di Bankitalia
sulle imprese industriali e dei
servizi emerge che quelli di
maggiore ostacolo sono gli
adempimenti connessi con il
rilascio di autorizzazioni e
l’elevata instabilità delle
norme, percepiti come molto
rilevanti dal 55,4 e dal 45,2%
delle imprese
LE CLASSIFICHE
Queste percezioni trovano
conferma nelle classifiche
internazionali: l’Italia figura
alla 25° e 22° posizione tra i 28
paesi Ue nella graduatoria
degli indicatori «concessione
di licenze» ed «efficacia del
governo» della Banca
mondiale, con il Sud in ritardo
del 33% rispetto al CentroNord
damento e l’esecuzione dei contratti pubblici e sulla disciplina dei
servizi pubblici locali, «ambiti rilevanti per l’economia e che hanno
generato incertezza del diritto».
Ma sono molti i campi in cui l’Italia
è in ritardo: nello sviluppo delle
tecnologie web della burocrazia,
secondo la classifica della Commissione europea che misura gli
sviluppi dell’Agenda digitale Ue,
nel 2014 l’Italia occupava la 25° posizione tra i 28 paesi membri.
Quanto alla giustizia la durata
dei processi resta molto elevata
(anche se dal picco di fine 2009,
con oltre 5.700.000 casi, al 30 giugno 2014 ci sia stato un calo del 18%
dei procedimenti pendenti): la
quota dei procedimenti che giacciono da più di tre anni nei tribunali è pari in media al 28%, con
punte positive del 4% e negative
del 64 per cento. Secondo il Corruption Perception Index l’Italia è
il paese Ue con più elevati livelli di
corruzione insieme a Bulgaria,
Grecia e Romania.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Gli investimenti fissi lordi
Ripartizione, per classe dimensionale, grado di utilizzo e variazione del fatturato. Variazioni % a prezzi 2014, salvo diversa indicazione (1)
Voci
Totale
Industria in senso stretto
di cui: manifattura
Consuntivo 2014
Tasso di realizzo (4)
Programmi per il 2015
Consuntivo per il 2014
Tasso di realizzo (4)
Programmi per il 2015
Servizi (5)
Consuntivo per il 2014
Tasso di realizzo (4)
Programmi per il 2015
Totale
Consuntivo per il 2014
Programmi per il 2015
da 20 a 49
Numero di addetti
da 50 a 199
da 200 a 499
500 e oltre
Utilizzo della capacità produttiva (2) (3)
Basso
Alto
Variazione del fatturato (2)
Bassa
Alta
1,5
102,8
4,0
0,9
101,3
5,0
7,7
113,3
-7,4
7,5
112,8
-6,0
14,1
112,1
-0,7
10,9
107,9
1,0
5,0
100,5
1,0
1,4
97,8
2,3
-8,1
94,5
14,3
-5,3
96,1
12,1
-2,5
102
8,9
-1,5
100,7
7,4
4,1
103,3
1,3
3,0
101,7
4,1
1,4
101,6
-2,5
0
99,8
1,9
1,6
104,2
9,4
2,1
103,3
9,3
-1,6
98,5
5,7
1,3
116,7
-3,8
0,3
101,1
3,4
-3,6
95,6
-3,9
-2,8
93,4
13,2
—
—
—
—
—
—
-4,0
94,2
8,1
0,9
103,4
4,3
-0,4
5,3
3,8
-4,8
6,0
2,0
-1,0
0,4
-4
12,7
-1,5
7,4
3,0
4,1
-1,9
4,3
1,4
6,3
Note: 1) medie robuste, ottenute ridimensionando i valori estremi (con segno sia positivo che negativo) delle distribuzioni delle variaizoni annue degli investimenti. Il deflatore degli investimenti è calcolato sulla base dei deflatori individuali forniti dalle stesse imprese 2) Le imprese sono ripartite a seconda che si trovino al di sotto (basso/bassa) o al di sopra (alto/alta) del valore mediano calcolato separatamente per industria e servizi, con riferimento al 2014 per i dati di consuntivo e per il tasso di realizzo, alle previsioni per il 2015 per i
programmi - 3) Riferito alle sole imprese industriali - 4) Rapporto percentuale a prezzi correnti tra investimenti realizzati e investimenti programmati (come riportati nell’indagine dello scorso anno) per il 2014 - 5) Servizi privati non finanziari
Fonte: Banca d’Italia
Investimenti. Si accentua il «dualismo dimensionale» tra imprese innovatrici e statiche
ROMA
re descrivono un dualismo
dell’imprenditoria italiana
che, se possibile, la crisi ha
reso ancora più evidente: «I
risultati delle imprese più
efficienti, che hanno aumentato le vendite sui mercati esteri, investito e realizzato innovazioni, contrastano con quelli di una
parte considerevole del sistema produttivo, caratterizzata da una scarsa propensione a innovare e da
strutture organizzative e
gestionali più tradizionali». In altre parole, solo
l’avanguardia sta riuscendo
a cogliere nel profondo i benefici di una fase congiunturale caratterizzata da
buoni risultati dell’export.
Ed è quest’avanguardia, in
misura prevalente, a determinare le speranze di risalita degli investimenti.
Nel 2014, rileva Bankitalia,
si è attenuata la flessione degli investimenti e nell’ultimo trimestre si è registrato
un lieve aumento. Ancor più
significativo che, nei programmi delle imprese per il
2015, il dato tornerebbe a crescere per la prima volta dall’avvio della crisi del debito
sovrano. Ma l’incremento
sarà concentrato soprattutto nelle imprese di maggiore
dimensione e sarà più intenso per quelle che riportano
attese più favorevoli sull’andamento del fatturato.
A questo proposito, tra le
LE STIME
Fatturato per le aziende con
più di 20 addetti in crescita
dello 0,3%, ma performance
negativa per quelle ferme
al core business domestico
pagine della relazione annuale spicca un piccolo grafico (pubblicato qui a fianco)
dall’elevato significato, dal
quale emerge che nel 2014 le
imprese che innovano hanno visto mediamente crescere il fatturato dell’1,2%, performance analoga a quella
messa a segno dalle aziende
esportatrici. Il medesimo
grafico mostra, al contrario,
un andamento sotto lo zero
per le realtà meno dinamiche, che hanno rinunciato (o
non hanno avuto la possibilità) di investire in ricerca e
sviluppo o nell’internazionalizzazione.
Due dinamiche ben diverse, la cui risultante - stando
all’indagine svolta dalle filiali di Banca d’Italia su 4.260
imprese con almeno 20 addetti che operano nell’industria in senso stretto e nei
servizi privati non finanziari
- è una crescita del fatturato
rispetto al 2013, in termini reali, dello 0,3 per cento.
Banca d’Italia parla di
«spiccato dualismo dimensionale», con una proporzione molto elevata di microimprese. Il sistema appare ancora condizionato
dalla «predominanza di assetti gestionali incentrati
sulla famiglia proprietaria,
da una struttura finanziaria
sbilanciata verso il credito
bancario e con un limitato
apporto di capitale di rischio». A frenare «il recupero del potenziale di crescita nel medio termine»
concorre anche «una più
bassa propensione all’ado-
zione di tecnologie avanzate e a un’internazionalizzazione basata più su scambi e
accordi commerciali che su
investimenti diretti all’estero». Nella stessa capacità di
presidiare i mercati internazionali c’è un limite dimensionale da considerare.
«In Italia le esportazioni, a
differenza che in altri paesi
europei - sottolinea Banca
d’Italia - non sono in prevalenza riconducibili a poche
grandi imprese, ma anche al
contributo significativo
(poco meno del 30 per cento) di quelle medie. L’alta incidenza delle aziende piccole e medie nel nostro sistema produttivo rimane
nondimeno un elemento di
debolezza, in quanto la dimensione di impresa è un
fattore fondamentale della
capacità di penetrazione
commerciale sui mercati
esteri, misurata dalla percentuale delle aziende
esportatrici sul totale, dalla
quota di mercato, dal numero e dalla distanza dei mercati raggiunti».
C.Fo.
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Valori %
Innova
Non innova
Esporta
Non esporta
Nota: per le diverse categorie di imprese gli istogrammi riportano la variazione media
del fatturato a prezzi costanti calcolata a parità di dimensione, settore e localizzazione
di impresa. La categioria “innova” (”non innova”) include le imprese che nel 2014
(non) hanno sostenuto spese in ricerca e sviluppo; la categioria “esporta” (”non esporta”)
include quelle che nel 2014 (non) hanno realizzato sui mercati esteri più (meno) di un terzo
del loro fatturato
Fonte: Banca d’Italia, Indagine sulle imprese industriali e dei servizi; cfr. nell’Appendice
la sezione: Note metodologiche
DEBITI PA
Stock a 70 miliardi:
in un anno calo
limitato al 5%
pSecondolestimeBankitaliail
debitocommercialedellaPaverso le imprese sarebbe diminuito
Giorgio
Barba Navaretti
Il contesto che
frena le imprese
u Continua da pagina 1
L
a complessità del quadro
normativo e delle procedure, l’inefficienza delle amministrazioni pubbliche aggiunte alle carenze nel sistema dell’istruzione e della formazione rallentano lo spostamento di risorse
produttiveversoleattivitàpiùefficienti. Questo processo che gli
economisti chiamano “efficienza
allocativa”èuningredientefondamentale della crescita della produttività,edinItaliahaunruolominore che in altri paesi.
In altri termini questo significa
che le imprese più efficienti, non
crescono abbastanza velocemente per guadagnare quote di mercato a scapito di quelle meno produttive.Eallostessotempononsonoin
grado di creare un numero sufficientedipostidilavoroperriassorbireladisoccupazionesalitaalivelli drammatici con la crisi. Ovviamente il tema dell’efficienza allocativaèmoltoserioinunpaeseche
ha ancora una struttura fortemente dualistica del sistema produttivo,doveaccantoaimpreseinnovative e dinamiche sopravvivono attività troppo piccole e statiche per
essere competitive ma che ancora
assorbano una quota molto significativadellaforzalavoro.
Il problema è soprattutto evidenteperleimpresedinuovacostituzione. Queste danno un contributo fondamentale all’occupazione. Tra il 1991 e il 2007, secondo la
Relazione della Banca d’Italia, il
50%deinuovipostidilavoronelpaese sono stati creati da imprese nei
loro primi tre anni di vita. Le nostre
imprese, però, crescono a tassi inferiori e per un periodo più breve
che le loro consorelle negli Stati
Uniti (due anni contro 10). Il che significa che una nuova azienda italiana,osservatadopo10annidivita,
saràmoltopiùpiccolaeavràcreato
molti meno posti di lavoro di una
coetaneaamericana.
La domanda ovviamente è
quantoquestosiadovutoallecaratteristiche delle imprese (attività
specializzate con poche economie
di scala) o ai limiti degli imprendi-
Carmine
Fotina
Strategie di impresa e crescita del fatturato nel 2014
1,5
1,2
0,9
0,6
0,3
0
-0,3
L’ANALISI
tori (timore di perdere il controllo
conlacrescita)opiuttostoaivincolidicontestoacuiilGovernatoreha
datomoltaenfasi.
Che il contesto abbia un peso
molto rilevante lo rivela l’Indagine
svolta dalla Banca sull’impatto dell’introduzionedelloSportelloUnico per le Attività Produttive
(SUAP) nel 2008, che semplifica
notevolmente gli oneri amministrativi per aprire e gestire attività
produttive. Questa misura avrebbe permesso un innalzamento di
0,2puntipercentualideltassodinatalità delle imprese nei servizi privati e nelle costruzioni ed un aumentodellastessaproporzionedel
tassodisopravvivenzaunannodopo la fondazione. Nonostante queste semplificazioni abbiano aiutato, nonostante la riforma delle regolesullavoroconiljobsactfavoriscano la mobilità del lavoro tra
imprese, nonostante la riforma
della giustizia civile abbia iniziato
ad incidere, seppur marginalmente, sui tempi della risoluzione delle
controversie, il lavoro da fare è ancoraenorme.Unesempiotramolti
è la riforma del diritto fallimentare
che rende incerta e lunghissima la
gestione delle crisi di imprese e la
migrazione delle risorse verso impresepiùefficienti.
Le Considerazioni finali portano in realtà ad una riflessione più
ampia sul confine tra Stato e Mercato,emersanellapartefinaledella
relazione. Per uscire da crisi profonde come quella attuale lo Stato
devepotermettereincamporisorsecheilmercatodasolononsarebbeingradodierogare.Inaltriterminiifallimentidelmercatohannoun
picco nelle fasi di crisi e il ruolo dello Stato diventa indispensabile. In
questo contesto, sostiene Visco,
«vanno approfondite le ragioni
che differenziano politiche volte
ad attivare i meccanismi di mercato da aiuti di Stato distorsivi della
concorrenza». È un messaggio alla
Commissione Europea sulla necessitàdisuperareunapprocciorigido sugli aiuti di Stato che impedirebbe di sostenere il sistema produttivo anche utilizzando strumenti come il fondo Juncker. Ma
anche un messaggio al Governo
che il confine tra politiche virtuose
edistorsiveèquimoltolabile.Eche
il ruolo di finanziatore (o garante)
delleimpreseprivatesipuòfaresolosullabasedianalisiapprofondite
eprocedurechiareedefficienti.
[email protected]
L’ANALISI
Più ricavi per chi punta su R&S ed export
pLe parole del governato-
Segretario generale Cisl
dacirca75miliardidel2013apoco
più di 70 del 2014 (-5%).In pratica,
anche se tra 2013 e 2014 sarebbero
stati pagati 29 miliardi, l’accumulo di nuovo stock ha contenuto il
calo complessivo. Secondo i dati
Eurostat (solo spesa corrente ed
esclusi i debiti ceduti pro soluto
alle banche) i debiti accumulati
sarebbero invece a 49 miliardi.
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Necessaria una
politica industriale
U
nadoppiaeconomia:lacapacità di reinventarsi business e quote di mercato,
da un lato, l’ancoraggio alla tradizionesenzaspuntidicrescita,dall’altro. Il netto «dualismo» imprenditoriale proposto come lettura prevalente da Banca d’Italia
per sintetizzare la reazione delle
imprese alla crisi scava in ataviche debolezze ma non si spiega
del tutto senza rilevare l’incompiutezza delle dovute risposte in
termini di politiche attive.
Banca d’Italia mette ancora
una volta in evidenza una «minore propensione a svolgere R&S
all’interno dell’impresa e un ridotto livello di collaborazioni
delle aziende con università e altre istituzioni di alta formazione». Cronico gap in merito al quale, tuttavia, dobbiamo opportunamente tener conto del più basso livello di contabilizzazione
della ricerca made in Italy rispettoacontestidialtriPaesimenocaratterizzati da micro e piccole imprese. E rileva, ai fini dell’analisi
del fenomeno, la decennale inde-
cisione delle politiche industriali
nazionali su un tema qualificante
come un credito d’imposta per gli
investimenti in R&S che sia strutturaleepermanente(enon“ascadenza” e incrementale come
quello che da mesi giace in attesa
di attuazione).
I numeri della Relazione, poi,
sono molto netti e non lasciano
spazio a interpretazioni quando
si mette in rapporto la capacità di
incrementare il fatturato a quella
di avanzare nei mercati internazionali. Quale migliore occasione, a questo proposito, per imprimere un’accelerazione al Piano
straordinario per il made in Italy?
Il recente rapporto Ice-Prometeia sul commercio estero si
spinge a ipotizzare nel 2015 un
aumento di 10mila unità dell’“esercito” delle imprese italiane esportatrici, oggi circa
220mila. Il problema principale,
forse, risiede nella massa critica
se si considera che oltre il 60% di
esse vende all’estero per meno di
75mila euro e il 74% non supera i
250mila euro. Ancora troppo poco. È su questo fronte che, perfettamente in linea con le indicazioni fornite dalla Banca d’Italia, il
piano governativo dovrà profondere il massimo sforzo: da un
export meno occasionale e più
strutturato può arrivare qualche
decimale di crescita in più.
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