norme per la fertilizzazione delle colture

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norme per la fertilizzazione delle colture
NORME PER LA FERTILIZZAZIONE DELLE COLTURE
NORME PER LA FERTILIZZAZIONE DELLE COLTURE
Con l’entrata in vigore a partire dal 1° gennaio 2014 del Piano di Azione Nazionale sull’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari, è stata introdotta una distinzione tra le aziende che aderiscono
alla difesa integrata volontaria (che, si ricorda, comprende anche il rispetto di alcune tecniche
agronomiche tra cui una corretta fertilizzazione) e tutte le altre, inquadrate al livello minimo indispensabile della difesa integrata obbligatoria. Queste ultime non sono obbligate a sottostare
ad alcun limite aggiuntivo rispetto alla condizionalità per quanto riguarda le concimazioni . Le
aziende che applicano la difesa integrata volontaria possono accedere al premio dell’operazione 10.1.1 del PSR e possono inoltre essere certificate nell’ambito del Sistema di Qualità
Nazionale della Produzione Integrata (SQNPI). Queste aziende nel calcolo del piano di concimazione aziendale devono rispettare quanto indicato nelle Norme Tecniche di Produzione Integrata valide per l’operazione 10.1.1 del PSR. Dal 2015 il calcolo delle restituzioni può essere
effettuato applicando in alternativa il metodo del bilancio semplificato o le schede “a dose standard”. Di seguito viene indicata una sintesi non esaustiva delle norme tecniche di Produzione
Integrata redatte dalla Regione Piemonte relativamente al calcolo delle restituzioni.
Premessa
Nella determinazione dei nutrienti occorre applicare il criterio di evitare di apportare al sistema
terreno-pianta quantità di elementi nutritivi superiori agli asporti delle colture. I fabbisogni dei
macro-elementi (azoto, fosforo e potassio) vanno quindi determinati sulla base della produzione ordinaria attesa. Nel caso del piano analitico, qualora essa sia superiore alla media indicata
in tabella 1, va desunta dalle fatture di vendita dei prodotti o analoga documentazione che dimostri la produzione media aziendale degli ultimi 3 anni. Salvo diversamente indicato, concorrono al raggiungimento dei limiti di concimazione per azoto, fosforo e potassio, gli apporti annui
derivanti dalla somma delle forme minerali e di sintesi e di quelle presenti nelle matrici
organiche. Il contenuto in elementi nutritivi di queste ultime viene desunto, quando disponibile,
dall’analisi che accompagna il prodotto. Nella distribuzione dei fertilizzanti si dovranno individuare i tempi e le modalità più idonei e razionali, adottando una corretta utilizzazione degli
effluenti zootecnici e, quando possibile, un frazionamento degli apporti azotati.
Bilancio semplificato - Il calcolo della dose utile di azoto
L’azoto da apportare alle colture, salvo altra specifica indicazione, deve derivare dal seguente
bilancio semplificato:
(Y x B) = (Fc x kc) + (ko x Fo) + Nc
dove:
Y è la produzione attesa della coltura determinata sulla base della produzione ordinaria attesa
o stimata (vedi Tabella 1) o delle medie produttive aziendali delle tre annate precedenti;
B è il coefficiente unitario di asportazione/assorbimento di azoto espresso in kg di N per unità
di prodotto utile secondo i valori riportati in tabella 1;
Fc è la quantità di azoto apportata col concime minerale;
kc è il coefficiente di efficienza relativo agli apporti di fertilizzante minerale (Fc). Deve essere
valutato pari al 100 % del titolo commerciale del concime azotato;
Fo è la quantità di azoto apportata con fertilizzanti di origine organica (effluenti zootecnici,
ammendanti compostati, altre matrici organiche);
ko è il coefficiente di efficienza relativo agli apporti di fertilizzante organico; è in funzione della
tipologia di coltura, dell’epoca e della modalità di distribuzione, nonché del tipo di effluente.
(tab 2). Nel caso di utilizzo di ammendanti compostati quale il compost, si stima un’efficienza
media del 30%
Nc è la disponibilità di N derivante da precessioni colturali. Questa voce è da considerare solo
nel caso di rottura di prati con leguminose di durata almeno biennale:
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NORME PER LA FERTILIZZAZIONE DELLE COLTURE
- 80 kg/ha nel caso di medicai di almeno 3 anni;
- 40 kg/ha nel caso di prati di trifoglio;
- 30 kg/ha nel caso di prati di leguminose e graminacee.
L’equazione di cui sopra costituisce una forma semplificata di bilancio azotato e può essere
sostituita per qualsiasi azienda da formule di maggiore dettaglio.
Si precisa, inoltre, che devono essere rispettate le disposizioni riportate nel Regolamento Regionale del 29 ottobre 2007, n. 10/R recante: ‘Disciplina generale dell’utilizzazione
agronomica degli effluenti zootecnici e delle acque reflue e programma di azione per le
zone vulnerabili da nitrati di origine agricola (Legge regionale 29 dicembre 2000, n. 61)’ e
smi. In ogni caso in tutto il territorio piemontese non è ammesso superare i quantitativi
di azoto efficiente per coltura (MAS) dell’allegato V del suddetto Regolamento (valori
massimi riepilogati in tabella 1).
Tab. 1: Livello produttivo medio (Y) e coefficienti unitari di asporto (B) delle colture
Tipologia
coltura
Fruttiferi
Seminativi
Orticole
Livello produttivo
medio (q/ha)
Coltura
Asporto (kg/q prodotto utile)
N
P2O5
K 2O
lampone
100
0,3
0,3
0,7
mirtillo
130
0,3
0,2
0,5
ribes
110
0,4
0,4
1,0
uva spina
100
0,3
0,3
0,6
rovo inerme
140
0,4
0,4
0,7
fagiolo
15
7,0
3,1
6,9
aglio
estensiva
100
1,5
0,58
1,0
2,44
asparago
intensiva
100
2,67
0,67
basilico
intensiva
250
0,3
0,17
0,5
bietola da coste
intensiva
180
0,25
0,3
0,5
bietola da orto
intensiva
180
0,5
0,3
0,6
cardo
intensiva
280
0,48
0,2
0,7
carota
estensiva
350
0,4
0,14
0,6
0,54
cavolfiore
intensiva
250
0,46
0,14
cavolo
intensiva
250
0,4
0,2
0,7
cece
intensiva
15
4,0
1,25
3,5
cetriolo (CP)
intensiva
250
0,17
0,09
0,28
cicoria
intensiva
220
0,57
0,34
1,03
cipolla
estensiva
400
0,3
0,13
0,4
cocomero
intensiva
400
0,2
0,13
0,3
fagiolino
estensiva
(se da industria)
100
1,0
0,5
1,5
fagiolo (ceroso)
estensiva
(se da industria)
70
0,91
0,3
1,0
finocchio
intensiva
250
0,7
0,1
0,9
fragola
intensiva
250
0,38
0,16
0,6
indivia, scarola
intensiva
250
0,5
0,3
0,9
lattuga (CP)*
intensiva
350
0,31
0,09
0,5
lattuga (PC)
intensiva
250
0,32
0,16
0,7
melanzana (CP)
intensiva
400
0,5
0,2
0,6
melanzana (PC)
intensiva
250
0,5
0,2
0,6
245
NORME PER LA FERTILIZZAZIONE DELLE COLTURE
Tipologia
coltura
Orticole
Coltura
Livello produttivo
medio (q/ha)
Asporto (kg/q prodotto utile)
N
P2O5
K 2O
melone
intensiva
300
0,4
0,14
0,6
patata
estensiva
300
0,5
0,2
0,8
peperone (CP)*
intensiva
800
0,6
0,15
0,5
peperone (PC)
intensiva
220
0,4
0,15
0,5
pisello
estensiva
(se da industria)
25
1,25
0,38
0,81
pomodoro (CP)*
intensiva
1400
0,3
0,1
0,4
pomodoro da industria e
da mensa in PC
estensiva
650
0,3
0,1
0,4
prezzemolo
intensiva
150
0,27
0,2
0,4
radicchio
intensiva
250
0,5
0,3
0,9
0,88
sedano
intensiva
350
0,45
0,23
spinacio
estensiva
250
0,5
0,15
0,7
zucca
intensiva
250
0,24
0,11
0,66
zucchino (CP)*
intensiva
250
0,4
0,15
0,8
zucchino (PC)
intensiva
250
La dicitura est./int. indica se trattasi di coltura intensiva o estensiva
* per le colture protette il limite di azoto da apportare è di 450 kg/ha all’anno
0,5
0,15
0,8
Tab 2: efficienza degli apporti di azoto organico in funzione del tipo di refluo, della coltura, dell’epoca e
modalità di distribuzione (k0)
coltura
modalità di distribuzione
copertura con interramento
primavera
copertura senza interramento
primavera
fertirrigazione
primavera
preparazione del terreno
primavera
copertura con interramento
estate
copertura senza interramento
estate
fertirrigazione
estate
preparazione del terreno
estate
copertura con interramento
copertura senza interramento
colture ortofloricole,
comprese erboristiche fertirrigazione
e aromatiche
preparazione del terreno
efficienza per
materiali
palabili*
0.70
0.55
0.70
0.70
0.55
0.55
0.70
0.55
0.55
0.55
0.55
autunno
autunno
0.55
0.70
0.70
autunno
autunno
efficienza
per materiali non
palabili
0.30
0.55
0.55
0.30
dopo i tagli con interramento
primavera
dopo i tagli senza interramento
primavera
0.55
0.70
prearatura su paglie o stocchi
primavera
0.70
0.70
prearatura su terreno nudo o stoppie
primavera
0.55
0.55
0.70
dopo i tagli con interramento
estate
dopo i tagli senza interramento
estate
0.55
0.55
prearatura su paglie o stocchi
estate
0.55
0.30
prearatura su terreno nudo o stoppie
estate
0.55
dopo i tagli con interramento
246
epoca di
distribuzione
autunno
0.70
0.55
0.55
NORME PER LA FERTILIZZAZIONE DELLE COLTURE
dopo i tagli senza interramento
colture ortofloricole,
comprese erboristiche prearatura su paglie o stocchi
e aromatiche
prearatura su terreno nudo o stoppie
colture arboree,
compresi vigneti e
pioppeti
autunno
0.55
0.55
autunno
0.55
0.30
autunno
0.55
0.55
su coltura in atto, suolo inerbito
primavera
0.70
0.70
su coltura in atto, suolo non inerbito,
con interramento
primavera
0.70
0.70
preimpianto
autunno
0.55
0.30
su coltura in atto, suolo inerbito
autunno
0.55
0.55
su coltura in atto, suolo non inerbito,
con interramento
autunno
0.55
0.55
*Per i materiali palabili, è ricompreso anche l’effetto fertilizzante per gli anni successivi alla distribuzione
Bilancio semplificato - Il calcolo della dose utile totale di P e K
Come evidenziato in tabella 3, i suoli poveri o mediamente dotati in fosforo e/o potassio possono ricevere una quantità di elementi nutritivi pari alla quantità asportata dalla coltura (quota di
mantenimento). Tuttavia nel caso di ricorso ai soli fertilizzanti organici essi potranno essere utilizzati fino al raggiungimento del limite previsto per l’azoto. Nei suoli ricchi in fosforo e potassio
si prevede la sospensione della fertilizzazione minerale, sino a quando un’ulteriore analisi non
evidenzi l’abbassamento del contenuto in quel particolare elemento nutritivo fino all’intervallo
di dotazione media. E’ invece possibile apportare fertilizzanti organici fino alla restituzione degli
asporti azotati. Il fosforo distribuito con concimi minerali, ad eccezione degli apporti in fertirrigazione, va sempre interrato là dove le condizioni colturali, la sistemazione e la pendenza
dell’appezzamento lo consentono.
Tab. 3: criteri per la fertilizzazione fosfatica e potassica
Dotazione del suolo in P e K
Tipologia di
fertilizzante
Dotazione elevata
(vd tabelle P e K in paragrafo
Analisi del terreno)
Dotazione bassa o media
(vd tabelle P e K in paragrafo Analisi
del terreno)
Solo minerale
Sospensione degli apporti
Mantenimento: quantità corrispondente
agli asporti
Non è ammessa la concimazione
minerale. Solo se si apportano fertilizzanti organici si può concimare fino alla
restituzione degli asporti azotati.
Il fertilizzante organico può essere distribuito,
nel rispetto del limite di N (vd par. La Fertilizzazione Organica).
Se l’organico non esaurisce gli asporti sono
ammessi i concimi minerali finchè la somma
di minerale + organico non raggiunga la
quota di mantenimento.
Organico o
minerale +
organico
E’ consentito apportare, su indicazione del tecnico, un quantitativo massimo di 20 kg/ha di
P2O5 o 50 Kg/ha di K2O in suoli ricchi di P e/o K e nei casi in cui la concimazione organica
abbia già esaurito gli asporti previsti di P e K della coltura se si verifica uno dei seguenti casi:
• situazioni di elevata immobilizzazione dell’elemento dovuta a caratteristiche fisico-chimiche del terreno (es. per il fosforo nel caso di terreni con pH inferiore a 6,1, superiore a
7,9 o calcarei);
• necessità di raggiungere migliori standard qualitativi del prodotto, assicurati dalla presenza
di elevate dotazioni in fosforo e/o potassio (per es. potassio in patata e pomodoro);
• necessità di sopperire a temporanee carenze in concomitanza ad andamenti climatici sfavorevoli e solo nelle prime fasi vegetative della coltura.
I casi di concimazione sopra elencati devono essere motivati in una breve nota all’interno del
Registro degli Interventi di concimazione.
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NORME PER LA FERTILIZZAZIONE DELLE COLTURE
La fertilizzazione organica
Tale pratica consiste nell’apportare sostanza organica (S.O.) di varia origine (letami, compost,
liquami, digestato) per migliorare la fertilità del terreno. Le funzioni svolte dalla sostanza organica sono principalmente due: quella nutrizionale e quella strutturale. La prima si esplica con la
messa a disposizione delle piante degli elementi nutritivi in forma più o meno pronta e solubile
(forma minerale), la seconda permette invece di migliorare la fertilità fisica del terreno.
Funzione nutrizionale
Il tenore in elementi nutritivi degli effluenti zootecnici, in particolare in azoto, potrà essere desunto da un’analisi chimica del materiale o dalla comunicazione presentata ai sensi del Regolamento 10/R. In assenza di analisi o nei casi in cui i dati relativi alla comunicazione non siano
reperibili, si farà riferimento alla seguente tabella 12.
Tab 4: composizione dei principali effluenti zootecnici
Tipologia
letame (kg/t tq)
% ss
N
P2O5
liquame (kg/t tq)
K 2O
% ss
N
P2O5
K 2O
media suini
25
5,8
3,8
6,3
3
2,7
1,6
2,3
media bovini
25
4,9
4,4
6,5
10
3,8
2,8
3,6
media avicoli
70
38,5
19,0
15,5
10
10,5
10,4
5,4
Per gli ammendanti compostati, la cui composizione media è assai variabile, si deve fare riferimento al contenuto in elementi nutritivi indicato nell’analisi che accompagna il prodotto. In
assenza di alcuni parametri nell’analisi, è possibile fare riferimento a dati bibliografici.
Funzione strutturale
L’apporto di ammendanti con lo scopo di mantenere e/o accrescere il contenuto di sostanza
organica nei terreni è una pratica da favorire. D’altra parte apporti eccessivi effettuati con una
logica di “smaltimento” aumentano il rischio di perdite di azoto e di inquinamento ambientale.
Si ritiene quindi opportuno fissare dei quantitativi massimi utilizzabili annualmente (tab. 5) in
funzione del tenore di sostanza organica del terreno.
Tab 5: apporti di ammendanti organici in funzione della dotazione in S.O.
Dotazione terreno in S.O.
Apporti massimi annuali (t s.s./ha)
Bassa
13
Normale
11
Elevata
9
Casi particolari
Per la concimazione fosfatica e potassica si possono utilizzare i concimi organo-minerali che
contengono nella loro formulazione una matrice organica umificata.
All’azoto della frazione organica vengono aggiunte generalmente piccole quantità di azoto
minerale, in dosi comunque non trascurabili. Nelle situazioni in cui l’apporto di azoto non è previsto (stima di un fabbisogno nullo, epoca di distribuzione lontana da quella di intenso assorbimento, leguminose in simbiosi con batteri azoto fissatori, ecc.) l’impiego degli organo-minerali
sarebbe precluso; tuttavia l’impiego è ammesso quando sia necessaria la concimazione fosfatica e/o potassica, entro il limite massimo di 30 Kg/ha di N.
Fertirrigazione: attraverso la possibilità di distribuire più frequentemente i fertilizzanti, essa
consente di fornire con maggior precisione le quantità richieste dalle piante, ottenendo di conseguenza un risparmio nelle quantità distribuite. L’aumento di efficienza arriva fino al 20%.
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NORME PER LA FERTILIZZAZIONE DELLE COLTURE
Metodo scheda a dose standard
La dose standard è la quantità di macroelemento da prendere come riferimento in condizioni
ritenute ordinarie di resa produttiva, di fertilità del suolo e di condizioni climatiche. Può essere
modificata in funzione delle situazioni individuate all’interno della scheda di fertilizzazione. Sono
possibili incrementi se, ad esempio, si prevedono: una maggiore produzione rispetto a quella
standard, scarsa dotazione di sostanza organica, casi di scarsa vigoria, carenze nutritive, fisiopatie, ecc., dilavamento da forti piogge nel periodo autunno-invernale, casi di cultivar tardive, ecc..
Diversamente si eseguono delle riduzioni laddove sussistano condizioni di minore produzione
rispetto a quella standard, si apportino ammendanti, si riscontri un’eccessiva vigoria o lunghezza
del ciclo vegetativo, un elevato tenore di sostanza organica, dotazioni elevate nel terreno, ecc.
Come nel calcolo del bilancio, concorrono al raggiungimento dei valori così determinati gli apporti
annui derivanti dalla somma delle forme minerali e di quelle presenti nei fertilizzanti organici,
secondo modalità operative uguali a quelle indicate nei paragrafi precedenti
Colture erbacee (orticole comprese)
Fertilizzazione azotata
La concimazione minerale azotata deve essere frazionata; salvo quanto precisato nella parte
speciale, non è possibile distribuire più di 100 kg/ha in un unico intervento. Le distribuzioni di
concimi minerali azotati devono essere effettuate solo in presenza della coltura o in prossimità
della semina o del trapianto. Sono ammissibili distribuzioni di azoto in pre-semina/pre-trapianto
solo nei seguenti casi:
• colture annuali a ciclo primaverile-estivo, purché la distribuzione avvenga in terreni prossimi alla semina/trapianto e nei limiti previsti dalle singole schede colturali;
• uso dei concimi organo-minerali qualora sussista la necessità di apportare fosforo o potassio in forme meglio utilizzabili dalle piante. La somministrazione di N in presemina non può
comunque essere superiore a 30 kg/ha.
Nel caso di orticole con più cicli di coltivazione della stessa coltura (es. orticole a ciclo breve,
colture di IV gamma), gli apporti di fertilizzanti devono essere calcolati per ogni coltura/ciclo
colturale. In ogni caso la somma degli apporti di N efficiente delle diverse colture non deve
superare 340 kg/ha/anno (450 kg/ha/anno per colture in serra).
Gli asporti delle colture intercalari vanno tenuti in considerazione; gli apporti di elementi nutritivi
non possono comunque superare le asportazioni. Nel caso di misure accessorie a premio valgono eventuali disposizioni più restrittive presenti nel bando. Gli apporti alla coltura da sovescio
sono inclusi nel conteggio degli apporti fatti alla coltura seguente il sovescio. Eventuali ulteriori
specifiche e obblighi sull’impiego dei fertilizzanti azotati sono indicati nelle schede di coltura.
Fertilizzazione fosfatica e potassica
Considerata la scarsa mobilità di fosforo e potassio, occorre garantirne la dislocazione nel
volume di suolo esplorato dalle radici. Per questo motivo sono consigliate distribuzioni durante
la lavorazione del terreno o nella fase di semina o trapianto; in quest’ultimo caso si consiglia la
localizzazione del concime, diminuendo la quota totale di un 20 %, data la maggior efficienza
di assorbimento da parte della pianta. Nelle colture pluriennali, se la dotazione è elevata le anticipazioni con concimi minerali con P e K non sono, in genere, da ammettere con l’eccezione dei
casi in cui l’esubero di detti elementi nel terreno non è particolarmente consistente. In questi casi
è possibile anticipare una quota di P2O5 e K2O (non superiore rispettivamente a 125 e 200 Kg/
ha). E’ comunque ammissibile, nel rispetto dei vincoli indicati in tabella 13 e dei tetti di P2O5 e K2O
sopra indicati, l’utilizzo di matrici organiche che possono avere un ruolo positivo sulla microflora
e nel contrastare fenomeni di stanchezza.
Eventuali ulteriori specifiche e obblighi sull’impiego dei fertilizzanti fosfatici e/o potassici sono
indicate nelle schede di coltura.
Nel caso delle colture di IV gamma:
• per tutto l’arco dell’anno, non si deve superare la quantità massima 350 Kg/ha di P2O5 e
600 Kg/ha di K2O
• non si deve effettuare nessuna applicazione azotata per due cicli dopo l’eventuale letamazione.
• è consigliabile evitare concimazioni azotate dopo solarizzazione o geodisinfestazione
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251
FERTIRRIGAZIONE
FERTIRRIGAZIONE
La fertirrigazione è un sistema più efficiente di nutrizione in quanto:
• gli elementi nutritivi in soluzione sono agevolmente assorbiti da parte degli apparati radicali
• si evitano le perdite di efficienza tipiche della concimazione granulare
• Gli apporti sono in sintonia con le esigenze nutrizionali delle colture in funzione delle fasi
fenologiche.
Il migliore risultato si ottiene con un buon sistema microirriguo, un pratico sistema di
solubilizzazione dei concimi idrosolubili e con un sistema di iniezione del fertilizzante nell’impianti
irriguo. Questo può essere fatto sfruttando la pressione dell’acqua nella condotta (iniezione
spontanea, ad esempio con il sistema Venturi o con pompe peristaltiche) oppure ricorrendo ad
una fonte esterna di energia (iniezione con pompe specifiche che possono essere idrauliche
o elettriche).
Richiede un’attenta gestione della concentrazione finale per evitare l’inefficacia o l’insorgenza
di fitotossicità da eccesso di sali. L’adozione di sistemi che permettano di regolare e gestire
dall’inizio alla fine del turno irriguo il controllo della quantità di concime immessa, che deve
essere proporzionata al volume d’acqua, permette una gestione più attenta della fertirrigazione.
Questi sistemi, inoltre, permettono di modulare durante la stagione la concentrazione di
concime in uscita dall’erogatore così da ottenere una precisa concentrazione salina ed un
relativo rapporto equilibrato fra gli elementi nutritivi.
PREPARAZIONE DELLA SOLUZIONE CONCENTRATA
Nella preparazione della soluzione è bene tener presente alcuni punti critici che possono
condizionare solubilizzazione e corretta preparazione delle soluzioni concentrate.
•
•
•
•
•
•
•
252
Temperatura dell’acqua e solubilità dei concimi sono direttamente proporzionali. Con
acque fredde il tempo necessario per la solubilizzazione del concime e la preparazione
della miscela sarà maggiore. In mancanza di agitatori o di strumentazioni specifiche
conviene presolubilizzare in recipienti più piccoli il concime con una bassa concentrazione
(4-5%), ripetendo l’operazione fino a raggiungere il volume totale di soluzione da iniettare
nel sistema irriguo. Utilizzare comunque acque con temperature superiori ai 10° C
Evitare concentrazioni particolarmente elevate: si consiglia di sciogliere circa 10-15 kg
di concime in 100 litri di acqua (con temperature >15 °C si può salire fino a 20 kg). Non
eccedere con le quantità di concime disciolto poiché se la temperatura dell’acqua si
abbassa si può avere una sovra saturazione della soluzione con formazione di precipitati.
Per evitare insolubilizzazioni o formazione di depositi versare gradualmente il concime
mantenendo l’acqua in agitazione. Il recipiente deve essere quasi pieno di acqua e dopo
la solubilizzazione va portato al volume finale.
E’ preferibile sciogliere per primi i concimi in polvere e lasciare quelli liquidi (in genere più
solubili) per ultimi.
Lasciar riposare la soluzione concentrata per alcune ore prima di iniettarla nel sistema in
modo da poter controllare l’eventuale formazione di precipitati. Nel caso questo avvenga
aggiungere acqua per diluire la soluzione e mantenerla in agitazione per alcuni minuti.
L’impiego di concimi liquidi può portare ad utilizzare potassio derivante da carbonati,
cloruri o tiosolfati. Queste componenti possono indurre fitotossicità (cloruri) o portare alla
formazione di precipitati o concrezioni nel sistema irriguo (carbonati e tiosolfati) e/o nel
terreno (croste di gesso) in particolare nel caso di utilizzo di acque con alte concentrazioni
di calcio.
Definire la concentrazione della soluzione madre in funzione della concentrazione voluta
FERTIRRIGAZIONE
•
•
sulla pianta (acqua in uscita dal gocciolatore). Lavorando sulla concentrazione della
soluzione madre e sulla portata della pompa di iniezione si può modificare la concentrazione
voluta nella soluzione finale.
Nella scelta dei concimi valutare il costo per unità fertilizzante. Solitamente è più elevato nei
concimi liquidi di qualità ma con il vantaggio di non dover preparare la soluzione concentrata.
Nella miscelazione di prodotti fare sempre attenzione alle tabelle di compatibilità tra
concimi (Tab.1); nel caso si miscelino dei concimi contenenti solfati con concimi a base di
potassio non superare la concentrazione finale data dalla somma dei concimi del 10% p/v
(kg/100 litri).
NPK-SOP
NPK-PN
POLI-K
UF
SOP
MgS
N+Mg
PN
MKP
PA
CN
AS
AN
UR
MAP
Tabella 1: compatibilità nella preparazione di soluzioni concentrate dei principali concimi idrosolubili in
polvere
Urea
UR
Nitrato Ammonico
AN
Solfato Ammonico
AS
Nitrato di Calcio
CN
Acido Fosforico 85% [C]
Fosfato
Monoammonico
Fosfato Monopotassico
PA
MAP
MKP
Nitrato di Potassio
PN
Nitrato di Magnesio
N+Mg
Solfato di Magnesio
MgS
Solfato di Potassio
SOP
Urea Fosfato
Polifosfato di Potassio
NPK a base PN
NPK a base SOP
UF
POLI-K
NPK-PN NPK-SOP compatibile
limitata compatibilità - precipitati alte concentrazioni
Non compatibile
limitata compatibilità - solubilità ridotta alte concentrazioni
Limitata compatibilità – con pH della soluzione concentrata < 2
Un buon concime idrosolubile è:
• esente da cloro, sodio e carbonati ed altre sostanze condizionanti la tecnica della fertirrigazione
o compromettenti le colture;
• contenente azoto prevalentemente in forma nitrica e/o ammoniacale (l’ureica è meno
efficiente);
• totalmente e prontamente solubile in acqua e compatibile con tutti i sistemi di solubilizzazione,
dosaggio e distribuzione;
• adatto per la preparazione di soluzioni concentrate stabili nel tempo e senza problemi di
flocculazione e/o precipitazione;
• con la massima titolazione riportata in etichetta: concimi completi con NPK+Mg+Micro con titoli
bassi in genere si sciolgono meno bene e meno velocemente di concimi con titoli superiori (Tab.2).
253
FERTIRRIGAZIONE
Tabella 2: titoli e caratteristiche chimico-fisiche dei principali concimi idrosolubili di base solidi
N
%
Nitrato Ammonico
34.2
Nitrato di Calcio
15.5
Fosfato
12
Monoammonico
Fosfato Monopotassico
Fosfato Bipotassico
Urea Fosfato
18
Nitrato di Potassio
13
Nitrato di Magnesio
11
Solfato di Magnesio
Solfato di Potassio
%
%
%
%
%
solubilità massima
(g/100 cc)
10°C 20°C 30°C
1 g/litro
1g/litro
26
130
95
189
120
235
150
7.0
7.0
1.71
1.20
61
29
37
46
4.7
0.86
52
41
44
34
54
46
51
16
16
32
43
18
140
42
21
200
28
9
23
180
49
31
225
34
11
28
250
56
45
256
40
13
4.8
7.9
2.7
8.7
5.6
5.9
3.8
0.72
1.30
0.50
1.30
0.88
0.84
1.45
P2O5 K2O CaO
MgO
SO3
pH
EC
(mS/cm)
TRATTAMENTO E PULIZIA DEGLI IMPIANTI DI MICROIRRIGAZIONE
Per un buon funzionamento degli impianti di irrigazione localizzata e fertirrigazione è
indispensabile effettuare programmi di manutenzione periodica. Con l’utilizzo e in funzione della
qualità dell’acqua utilizzata, i gocciolatori possono andare incontro ad occlusioni (organiche o
inorganiche) determinando una perdita di efficienza del sistema (Tab.3).
Tab. 3: qualità dell’acqua e potenziali rischi di occlusione (fonte: Haifa)
Fattore
Unità di
misura
Solidi sospesi (TSS)
mg/l
pH
Solidi disciolti (TDS)
Manganese
Ferro
Solfuri
Durezza
mg/l
mg/l
mg/l
mg/l
mg/l
Popolazione batterica
MPN/ml
Leggero
Fisici
< 50
Chimici
< 7.0
< 500
< 0.1
< 0.1
< 0.2
< 150
Biologici
< 10.000
Rischio occlusioni
Moderato
Elevato
50 – 100
> 100
7.0 – 7.5
500 – 2.000
0.1 – 1.5
0.1 – 1.5
0.2 – 2.0
150 – 300
> 7.5
> 2.000
> 1.5
> 1.5
> 2.0
> 300
10.000 – 50.000
< 50.000
In funzione della natura dell’occlusione minerale (sali) o organica (alghe o batteri) le soluzioni da
adottare sono diverse. Per l’eliminazione delle occlusioni determinate della formazione di sali poco
solubili (carbonati e bicarbonato, fosfati, idrossidi, ecc) che possono essere già presenti nell’acqua
o formatisi in seguito a utilizzo di concimi fosfatici che si legano a elementi come Calcio e Ferro
precipitando, si ricorre al trattamento degli impianti con acidi. Il lavaggio, 1-2 volte durante la
stagione o nel caso di riduzione delle portate del 5%, può essere fatto con acido Fosforico all’85%,
Nitrico (65-67%) o Solforico (95%), con concentrazioni da iniettare in funzione dalla quantità di
incrostazioni. Si sconsiglia l’uso di prodotti a base di cloro pericolosi per l’operatore e l’ambiente
e potenzialmente fitotossici per le piante. Gli acidi sono molto corrosivi assicurarsi pertanto che la
soluzione acida interessi solo tubazioni in PE o PVC e che gli altri componenti dell’impianto siano
resistenti agli acidi. Anche le occlusioni di tipo organico possono essere causate da sostanze
presenti nell’acqua o da formazioni successive. Gli agenti biologici che determinano questo tipo di
occlusioni sono alghe e batteri. L’adozione di un buon sistema di filtraggio permette già di limitare il
problema. Si possono inoltre effettuare trattamenti agli impianti con iniezione a monte del sistema
filtrante con prodotti a base di permanganato o altri prodotti ad azione ossidante.
254
NOTE
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