No al mega tunnel

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No al mega tunnel
Organo ufficiale di informazione della Federazione dei Verdi
Anno III • n.34 • mercoledì 21 febbraio 2007
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VICENZA
Verdi scrivono
a Prodi: valutazione impatto
ambientale
prima di autorizzazione
“La realizzazione della base
militare è prevista su una superficie verde di 55 ettari con
un volume di 707.000 metri
cubi di cemento. Quest’area
rappresenta cuneo verde nella
città, determina il microclima
dei quartieri svolgendo una
funzione di lavaggio naturale e di miglioramento della
qualità dell’aria”. Lo scrive in
una lettera a Romano Prodi
il capogruppo dei Verdi alla
Camera Angelo Bonelli, che
ha . chiesto al Presidente del
Consiglio di valutare l’avvio
di un’istruttoria per la valutazione dell’impatto ambientale e sociale del progetto prima
del rilascio dell’autorizzazione da parte del Ministero
della Difesa. “Nel maggio
2006 – prosegue Bonelli - la
direzione tecnica del comune
di Vicenza dava al progetto
inviato dall’amministrazione USA un parere negativo.
L’area interessata dall’intervento di realizzazione della
nuova base interferisce con
il reticolo idrogeologico del
“Bosco di Dueville e risorgive
limitrofe, che è stato designato dall’Unione Europea come
“sito di importanza comunitaria”. Lì insistono le sorgenti
che alimentano una parte del
Veneto e la zona è individuata come Zona di protezione
Speciale”. “I dati sui consumi
ambientali della futura base
– conclude Bonelli - sono
estremamente preoccupanti
e fuori da quanto consentito
dalla legislazione italiana. Il
consumo d’acqua richiesto
arriva a punte di 260 l/sec,
che corrispondono all’equivalente di 30.000 nuovi abitanti. La richiesta di potenza
elettrica è di 9 Mw e consumo di energia 30,5 Mwh. Le
tremila persone che andranno a vivere nella base militare
americana
consumeranno
risorse ambientali 10 volte di
più di un normale cittadino
di Vicenza. Per questo è necessario sottoporre il progetto
alla valutazione di impatto
ambientale e di incidenza”.
Assalto
respinto
I
l Consiglio dei ministri
dell’ambiente dell’Ue ha respinto la richiesta della Commissione europea di mettere
fine alla clausola di salvaguardia
in vigore in Ungheria che vieta
l’utilizzo e la vendita del mais
transgenico Mon 810.
L’Italia, presente con il ministro
Alfonso Pecoraro Scanio, ha votato a favore del mantenimento
della clausola austriaca. Lo steso
ministro si è detto meravigliato
di come l’autorità europea per
la sicurezza alimentare (Efsa)
autorizzi con “facilità” prodotti
biotech. La commercializzazione del mais in questione è stata
infatti autorizzata sul territorio
europeo dalla Ue.
I ministri europei bocciando
la richiesta della Commissione hanno di fatto seguito l’approccio del 18 dicembre scorso
quando avevano votato a favore
della richiesta dell’Austria di
mantenere in vigore le misure di salvaguardia nazionale su
due varietà di mais geneticamente modificato, il T25 e il
MON810, su cui sempre la Ue
ha dato invece il via libera in
Europa.
In questo caso i 27 erano giunti alla conclusione che ‘’al momento della valutazione dei
rischi che presentano gli Ogm
per l’ambiente, bisogna prendere in considerazione in modo
più sistematico le differenti
strutture agricole e le diverse
caratteristiche ecologiche regionali nell’ambito dell’Unione
europea’’.
Sempre sul fronte degli organismi geneticamente modificati,
oggi i ministri dell’ambiente
europei non sono riusciti a riunire ne’ una maggioranza qualificata a favore, ne’ una contraria
sulla proposta di Bruxelles di
autorizzare la vendita sul mercato di un garofano i cui colori
sono stati geneticamente modificati e su cui i 27 non sono riusciti a raggiungere un accordo a
livello tecnico.
‘’Quello che continua a sorprendere - ha commentato Pecoraro Scanio – è la facilità con
cui si muove su questa materia
l’Efsa: ancora una volta il consiglio dei ministri dell’ambiente
TAV
No al mega
tunnel
I ministri dell’Ambiente
europei difendono il no
ungherese al mais ogm della
Monsanto. Verdi: “Vince il
principio di precauzione”
boccia un via libera dato anche
dall’Efsa che forse dovrebbe essere un po’ più cauta su questi
argomenti’’.
Commentando invece il mancato accordo del Consiglio Ue
in relazione alla proposta di
autorizzare la messa sul mercato di un garofano blu geneticamente modificato, Pecoraro
Scanio ha rilevato ‘’che questo
dossier è la dimostrazione di
quanto si sprechi, per diffondere operazioni meramente commerciali, rispetto alla grande
opportunità che rappresentano
le biotecnologie, le quali dovrebbero servire alla salute e a
migliorare la qualità della vita
dei cittadini’’.
Il voto del Consiglio dei Ministri Ue, sottolinea anche Loredana De Petris, senatrice dei
Verdi, ‘’riafferma con chiarezza
che il principio di precauzione
può legittimamente orientare le
decisioni degli Stati membri in
materia di impiego di Ogm in
agricoltura’’.
‘’Ora occorre estendere – continua De Petris - questo stesso
principio alle scelte delle Regioni europee che hanno scelto motivatamente di dichiarare
il proprio territorio libero da
Ogm’’.
Alla fine del prossimo mese di
marzo il Parlamento europeo
dovrà esprimere il proprio voto
sul regolamento per il settore
del biologico, “con la decisiva
opzione sulla soglia di contaminazione accidentale”, sottolinea
ancora l’esponente dei Verdi.
Solo un “chiaro pronunciamento a favore della tolleranza zero
nei prodotti biologici può impedire la deriva verso forme di
coesistenza che ad oggi, con la
crescita esponenziale dei casi
di contaminazione, si rivelano
sempre più impraticabili’’.
Sull’Alta Velocita’ ‘bisogna ascoltare meglio
le parole del ministro
Padoa-Schioppa’, lo ha
detto il ministro dell’Ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio, a margine
del vertice sull’energia al
ministero dello Sviluppo economico. ‘Sull’Alta
velocita’, anzi sulla Torino Lione, decideremo
come fare’ ha continuato Pecoraro Scanio ribadendo il suo no al mega
tunnel. ‘Decideremo la
modalita’ con i cittadini, non faremo nessuno
scempio’.
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mercoledì 21 febbraio 2007
CLIMA
Pecoraro: Italia è per taglio
del 30% delle emissioni
Nella lotta ai cambiamenti climatici l’Italia e’ a favore di ‘una
riduzione vincolante del 30% delle emissioni di gas a effetto
serra entro il 2020’. Lo ha detto il ministro per l’Ambiente,
Alfonso Pecoraro Scanio al suo arrivo ieri a Bruxelles per
partecipare al consiglio dei ministri dell’Ambiente dell’UE
che dedichera’ gran parte dei lavori agli obiettivi di riduzione
delle sue emissioni. I ministri Ue dovranno pronunciarsi sugli
impegni che i loro governi sono pronti ad assumere in vista
del vertice dei capi di stato e di governo in programma l’8 e
il 9 marzo a Bruxelles. Per l’Europa si tratta di gettare le basi
per i prossimi negoziati internazionali che dovranno definire
la strategia del dopo Protocollo di Kyoto che arrivera’ a fine
percorso nel 2012. Nei confronti di Polonia e Ungheria, che
hanno sollevato riserve soprattutto sui caratteri vincolanti
degli obiettivi, il ministro ha sottolineato che i due paesi devono ricordare che sono nell’UE ed accettare, sulla base della
nostra tradizione di lotta al cambiamento climatico, almeno
il 20% di riduzione delle emissioni.
“La proposta del 20% e’ stata avanzata dalla presidenza tedesca e puo’ essere accetta dall’Italia – aggiunge il ministro
- come compromesso”. Il compromesso tedesco prevede un
impegno a lottare per un taglio del 30% a livello internazionale, e intanto di partire da un impegno unilaterale a un
taglio del 20% delle emissioni entro il 2012 sulla base del
1990. Il compromesso dovra’ ora essere confermata dai leader
Ue al Consiglio europeo dell’8 e 9 marzo. Sul fronte energetico, Pecoraro Scanio ha ricordato che l’obiettivo del governo
italiano e’ di arrivare al 25% della produzione di rinnovabile
entro la fine di questa legislatura. A dicembre, ha aggiunto,
avevamo sostenuto la posizione del commissario europeo all’ambiente Stavros Dimas di porre come obiettivo il 30%, poi
ridotto dalla Commissione europea al 20%. L’Italia quindi
- ha concluso il ministro - ha gia’ un obiettivo ambizioso per
il quale stiamo lavorando. In materia di rinnovabile l’Italia,
insieme a Germania, Danimarca, Svezia, Spagna e Slovenia
sono in favore di obiettivi vincolanti.
AGRICOLTURA
Lion: Italia mantiene primato di
prodotti Dop e Igp
Il presidente della commissione Agricoltura della Camera,
Marco Lion, commenta con soddisfazione il via libera della
Commissione europea all’iscrizione di quattro nuovi prodotti italiani di alta qualita’ nel Registro europeo delle denominazioni d’origine, indicazioni geografiche e specialita’
alimentari. “Sono lieto che l’olio Sardegna Dop, la Carota
dell’Altopiano del Fucino Igp, il formaggio Stelvio o Stilfser Dop e il Limone femminello del Gargano contribuiranno a far conoscere le tradizioni e le specialita’ del nostro
paese. Che cosi’ tra l’altro mantiene il primato insieme alla
Francia nella classifica delle produzioni agroalimentari designate con denominazione d’origine”. Secondo l’esponente
dei Verdi l’istituto delle Dop e delle Igp va comunque rafforzato con strumenti di sensibilizzazione e di promozione soprattutto per prodotti a limitata quantita’ e di piccolo
ambito territoriale. “È necessario predisporre delle misure
normative finalizzate all’informazione e alla distinzione di
tutti i prodotti agroalimentari ed enogastronomici di qualita’”, conclude Lion e annuncia: “Sto lavorando alla proposta
di legge che istituisce la definizione di Autenticita’ certificata per rendere visibili oltre ai prodotti a denominazione
d’origine anche quelli rigorosamente tradizionali come il
cappuccino, l’espresso, il cioccolato”.
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mercoledì 21 febbraio 2007
Riduzione europea
No al mega tunnel
ministri dell’ambiente dell’Ue, tra cui Alfonso Pecoraro Scanio in rappresentanza dell’Italia, si sono
impegnati a raggiungere entro il 2020 un taglio del 20%
delle emissioni di Co2 rispetto a quanto emesso nel 1990.
E questo a prescindere da quale strada imboccheranno i paesi del mondo, a cominciare dai
grandi emettitori come gli Usa
ma anche Cina e India.
Allo stesso tempo i 27 paesi
dell’Unione europea si sono impegnati a promuovere su scala
internazionale un target del 30%
di riduzione. Una porta aperta
insomma verso obiettivi più ambiziosi. L’Italia, con il ministro
Pecoraro, ha chiesto alla Ue di
posizionarsi subito sul 30% di taglio unilaterale da parte della Ue,
come peraltro chiesto da un voto
del Parlamento di Strasbugo, ma
non è riuscita a trovare una maggioranza di stati favorevoli.
I ministri Ue hanno sottoscritto
comunque “un impegno fermo
e indipendente fino alla conclusione di un accordo mondiale
globale per il dopo 2012, e senza pregiudizio della posizione
che l’Ue assumerà nei negoziati
internazionali”.
I ministri dell’ambiente sottolineano che “questi impegni
dovranno essere attuati tramite
politiche nazionali e comunitarie legate al clima, a iniziative
collegate alla politica energetica dell’Ue, la limitazione delle
emissioni nel settore del trasporto, la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra nelle
abitazioni e negli immobili a
uso commerciale”.
ull’Alta Velocita’ ‘bisogna ascoltare meglio le
parole del ministro Padoa-Schioppa’, lo ha detto il
ministro dell’Ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio, a margine del vertice sull’energia al
ministero dello Sviluppo economico. ‘Sull’Alta velocita’,
anzi sulla Torino Lione, decideremo come fare’ ha continuato Pecoraro Scanio ribadendo il suo no al mega tunnel.
‘Decideremo la modalita’ con i
cittadini, non faremo nessuno
scempio’.
Sulla Tav Torino-Lione ‘il governo ha gia’ da tempo preso
una decisione: sfilare l’opera
dalla legge Obiettivo e riportare le decisioni alle procedure ordinarie. Solo dal lavoro in
corso dell’Osservatorio tecnico, da una nuova Via (valutazione di impatto ambientale,
ndr) e della istituzione della Conferenza dei Servizi sul
progetto definitivo potra’ scaturire una decisione definitiva
sull’opera’. Cosi’ la presidente della Commissione Lavori
Pubblici del Senato, Anna Donati (Verdi), interviene dopo
le dichiarazioni del ministro
Padoa-Schioppa rilevando che
‘tutto il resto sono inutili provocazioni che non fanno altro
che far compiere passi indietro al confronto tecnico e politico’.
Nell’Osservatorio
tecnico,
spiega Donati, ‘c’e’ un approfondito dibattito su quando
l’attuale linea, utilizzata ora
solo al 40% delle sue potenzialita’, raggiungera’ una effettiva saturazione, dopo essere
stata ammodernata e potenziata e quando il traffico ferroviario abbia concretamente
cominciato a crescere. Questo
- osserva - e’ il quesito fondamentale a cui deve fornire risposta l’Osservatorio e che determinera’, in modo realistico,
quando sara’ necessaria una
nuova linea di valico fra Italia
e Francia. Del resto - aggiunge - e’ lo stesso studio Cowi,
commissionato da Bruxelles e
basato sui dati di traffico del
proponente Ltf, ad indicare
che si arrivera’ alla saturazione delle linea al 2027, mentre fino ad oggi si era sostenuto che la linea attuale sarebbe
stata satura nel 2020’. Anche
questo dato, prosegue Donati,
‘conferma le buone ragioni dei
verdi che ritengono che il tun-
I
L’Unione europea si impegna
a tagliare del 20% le emissioni
di gas serra entro il 2020.
L’Italia premeva perché l’obiettivo
fosse del 30%. Verdi europei:
“Necessari target più ambiziosi”
Critici i Verdi al Parlamento
europeo. Monica Frassoni copresidente del gruppo a Strasburgo sottolinea come i ministri abbiano “completamente
disatteso” l’indicazione venuta
la scorsa settimana dal Parlamento europeo per una riduzione unilaterale del 30%.
“Considerato – dice Frassoni
- che sulla base degli impegni
attuali (-10.8%) e dei provvedimenti relativi all’efficienza
energetica (un altro -10%) siamo già ad un impegno di riduzione del 20,8 % senza alcuna
misura aggiuntiva, possiamo
ben dire che gli Stati membri
si sono impegnati - sottolinea
Frassoni - a non fare nulla di
più di quanto già previsto ed a
non considerare con la dovuta
serietà il rischio che l’aumento
della temperatura globale vada
oltre i 2°C”.
“Ci auguriamo che durante il
Consiglio europeo di primavera
la posizione dell’Italia trovi più
alleati”, dice ancora Frassoni.
“E’ di sicuro un bene – è il
commento invece di Legambiente - che il governo italiano
abbia sostenuto l’obiettivo più
ambizioso (del 30%, ndr), ora
però questa buona volontà si
traduca anche in un’applicazione nazionale decisamente più
rigorosa che consenta al Paese
una vera svolta nelle politiche
energetiche”.
RISPARMIO ENERGETICO
Korn: iniziativa lodevole
per un anniversario importante
“Sono orgoglioso ed entusiasta di aver partecipato all’iniziativa promossa dai Verdi, tenutasi
davanti Montecitorio per celebrare il secondo anniversario dell’entrata in vigore del Protocollo di Kyoto - sostiene Rafi Korn, Coordinatore Nazionale dei Giovani Verdi -, per testimoniare l’adesione dei Giovani Verdi, sempre sensibili alle tematiche ambientali,e per sottolineare come emissioni di gas serra e surriscaldamento del nostro pianeta siano fenomeni
estremamente pericolosi, capaci di creare conseguenze irreversibili per noi e per il nostro
futuro. E’ dovere di tutti, dal singolo cittadino alle industrie più inquinanti - prosegue Korn
- impegnarsi a ridurre il consumo energetico per raggiungere gli ambiziosi ma realizzabili
obiettivi prefissati dai Paesi aderenti al Protocollo, in modo particolare quello riguardante la
riduzione delle micidiali emissioni di anidride carbonica.
Qualche consiglio ai giovani da un giovane? Sostituiamo le lampadine ad incandescenza con quelle
a basso consumo: durano 10 volte in più e consumano 1/5 in meno; preferiamo la doccia al bagno: consumerremmo 25 litri di acqua anzichè 100; quando usiamo il computer, applichiamo uno
screen saver a basso consumo energetico: ne gioverà l’ambiente e anche il nostro portafoglio”.
S
“Sull’Alta velocità, anzi sulla
Torino Lione, decideremo
come fare. Decideremo la
modalità con i cittadini, non
faremo nessuno scempio”
nel non sia una priorita’’. ‘Fra
l’altro - continua la senatrice vorrei ricordare al ministro Padoa Schioppa che il Programma dell’Unione, in materia di
grandi reti europee, impegna il
governo a dare priorita’ agli interventi sulle direttrici piu’ sature, come quelle del Gottardo
e del Brennero, e solo successivamente alla Torino-Lione.
Anche perche’ stiamo parlando di interventi che costano
decine di miliardi di euro, risorse non disponibili nelle casse pubbliche e che ci obbligano
a scegliere le priorita’ con criteri rigorosi’.
Infine, ‘anche noi Verdi vogliamo il potenziamento del Corridoio 5 e del trasporto ferroviario: per queste ragioni
- conclude la presidente Donati - chiediamo al governo di
dare priorita’ agli investimenti
sui nodi urbani e per il trasporto pendolari e di introdurre rapidamente la tassazione del
traffico merci su strada, come
previsto dalla direttiva ‘Eurovignette’, per favorire il riequilibrio modale’.
“E’ incredibile come ogni tot
mesi, ogni volta che il dibattito sulla TAV lascia i riflettori
dei media per scendere finalmente nel concreto del dialogo tra istituzioni ed enti locali, qualcuno torni ad agitare lo
spettro del rischio di perdere
i fondi europei che dovrebbero coprire parte dei costi dell’opera - , ha dichiarato la presidente dei Verdi/Ale, Monica
Frassoni In merito ai finanziamenti europei per la TorinoLione. Anche se, a differenza
di quanto strillato per le “scadenze” inesistenti del passato, la scadenza indicata in questi giorni -settembre 2007- è
indicativamente corretta (nel
senso che la Commissione europea auspica e preme perché
sia così), è opportuno aspettare
che la proposta di regolamento per l’attribuzione dei contributi finanziari alle TEN-t
torni prima al vaglio del Parla-
mento europeo per la seconda
lettura. Al momento non esistono date certe, anche perché
il testo deve ancora terminare l’esame da parte del Consiglio europeo. Soltanto dopo la
Commissione europea fisserà a
sua volta i regolamenti di attuazione e presenterà i relativi bandi.
Occorre inoltre ricordare, quale
che sia la scadenza per la presentazione dei progetti da parte degli Stati membri, che nulla vincola questi ultimi rispetto
al modo di realizzare le opere
di un corridoio: se, poniamo,
Francia e Italia decidessero che
l’obiettivo di 20 milioni di tonnellate di merci all’anno (con
buona pace dei semi-”nuovi”
studi europei, commissionati
soprattutto da LTF) è più che
sufficiente per i prossimi anni
e che quindi riammodernare la
linea attuale è perfettamente
adeguato, la Commissione non
potrebbe che prenderne atto.
Una simile decisione dell’Italia
sarebbe peraltro perfettamente in linea con il programma
elettorale del governo Prodi, laddove (pag. 138), parlando di integrazione con le grandi reti europee, si richiama la
necessità a distinguere ‘dove
necessitino opere nuove oppure occorrano ristrutturazioni dell’esistente’ e a valorizzare
‘il coinvolgimento dei cittadini e delle istituzioni dei territori interessati dagli interventi
di infrastrutturazione, in sede
di valutazione della compatibilità ambientale delle opere e
dell’impatto socio-economico
sulle popolazioni’.
Diverso è invece il compito
della Commissione, che non
deve spingere per un progetto
piuttosto che per un altro, ma
unicamente verificare la compatibilità dei progetti (nella versione originale o in quella modificata) con le decisioni
del 2004 e con i criteri che saranno fissati nel regolamento
di cui sopra, vegliando a che il
denaro europeo sia ben speso.”
SICILIA
Eletti rappresentanti Verdi
della Provincia di Siracusa
“Nel corso del Congresso Regionale dei Verdi, nei seggi in
tutta la Sicilia, sono stati eletti alcuni rappresentanti della
Provincia di Siracusa negli organismi nazionali e regionali:
nel Consiglio Nazionale: Paolo Pantano, nell’Esecutivo Regionale: Maria Mazzeo, nel Consiglio Federale Regionale:
Silvio Grillo, Rita Sipala, Paolino Uccello – si legge in una
nota della Federazione provinciale dei Verdi di Siracusa. Con
queste designazioni è stato riconosciuto, alla Federazione
dei Verdi di Siracusa, l’impegno per realizzare il Parco degli
Iblei, per la campagna per l’efficienza, il risparmio energetico
e le energie rinnovabili e contro l’impiego dei combustibili
fossili. L’ azione di contrasto è stata sempre accompagnata
dalla proposta.
Nel territorio della Provincia di Siracusa sono in corso, infatti, tentativi di annullare tutte le conquiste fatte in questi
ultimi anni per la tutela, la salvaguardia dei Siti d’Importanza
Comunitaria, le Zone di Protezione Speciale o quelle tutelate dall’Unesco come Patrimonio dell’Umanità. La proposta
dell’area marina protetta di Vendicari serve per realizzare con
altre aree una rete ecologica affinchè il Plemmirio non sia
solo un caso isolato.
La regolamentare per le installazioni di antenne di telefonia
mobile o per la realizzazione di parchi eolici è necessaria per
evitarne l’installazione selvaggia. Alla malsana, antieconomica ed obsoleta proposta di costruire ancora inceneritori è
stata sempre riproposta la raccolta differenziata spinta, il riciclaggio e lo smaltimento dei residui col metodo più naturale
ed economico del compostaggio e della bioessiccazione. Infine il grande impegno per evitare l’ampliamento della base di
Sigonella in un territorio soggetto a vincolo paesaggistico e
dove insistono 93 ettari di agrumeto d’eccellenza, a contatto
di un sito archeologico. Non è su queste “basi” chi si costruisce pace ed amicizia con i popoli arabi del Mediterraneo, non
è su queste basi che s’intende uno sviluppo sostenibile e di
identità della vera risorsa-patrimonio che è la nostra terra.
Non è su questa basi che si sviluppa un’economia di qualità
e di valori che deve invece bloccare la rendita parassitaria, la
speculazione edilizia e l’uso dissennato del suolo inteso solo
come merce”.
WTO
De Petris: Europa deve trovare
nuove alleanze
“L’Europa deve trovare nuove alleanze, in particolare con i
Paesi del terzo blocco’ in vista di una ripresa dei negoziati
di Doha alla Wto (l’Organizzazione mondiale del commercio). Lo sostiene la senatrice verde Loredana De Petris capogruppo in commissione agricoltura nel suo intervento in
commissione. Per De Petris, ‘il tema fondamentale per l’Italia
sono le denominazioni protette’, un tema che, secondo la senatrice, ‘gli Stati Uniti non recepiscono perche’ culturalmente
lontani dalle questioni legate alle denominazioni d’origine. E
anzi le ritengono una sorta di protezionismo’. ‘La strategia
dell’Unione Europea - ha detto ancora De Petris - non puo’
essere quella di ulteriori concessioni ma di cercare un nuovo
sistema di alleanze. Prepararsi a un’ulteriore trattativa predisponendosi a fare altre concessioni, magari sulle riduzioni
tariffarie, - ha concluso - non servirebbe a nulla’. Comunque
De Petris ha avanzato forti dubbi sull’effettiva possibilita’ di
una ripresa del Doha round. ‘Come il ministro Bonino - ha
detto - sono abbastanza certa che le chiacchiere di riapertura
dei negoziati non sono altro che chiacchiere’.