arabia saudita

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arabia saudita
SCHEDA PAESE
A cura dell’Ufficio Studi di SACE
Capitale: Riyadh
Popolazione (2013): 29,6 milioni
PIL nominale PPP (2013): USD 927,8 mld
ARABIA SAUDITA
SACE RISK INDEX 2014
Rischio di
mancato
pagamento da:
Controparte sovrana
14/100
Banca
14/100
Impresa
27/100
Rischio
politico-normativo
Restrizioni sul trasferimento dei
capitali
10/100
Esproprio
52/100
Violenza politica
55/100
HIGHLIGHTS
Contesto politico. La domanda di riforme democratiche e tutela delle minoranze è cresciuta fortemente negli ultimi anni.
Nel febbraio 2013 trenta donne sono state nominate al Consiglio Consultivo del paese, e vige la promessa della concessione del suffragio dal 2015. Lo stato, inoltre, adotta una politica di ampia redistribuzione dei guadagni derivanti dal petrolio,
favorendo un clima di stabilità interna. La spinta riformatrice del monarca è però contrastata dalle fazioni più conservatrici della famiglia reale. Inoltre, le politiche fiscali espansive appaiono un rimedio temporaneo alle istanze di decentramento del potere politico. Altra potenziale fonte d’instabilità politica è la successione al trono dell’anziano monarca Abdullah
bin Abdel-Aziz al-Saud.
Contesto economico. Per il 2015 le previsioni di crescita del PIL sono in lieve miglioramento rispetto al 2014, trainato
dalla spesa pubblica in investimenti e da una robusta attività nel settore privato. Il paese resta fondamentale per la stabilità
del mercato petrolifero internazionale. Il settore non-oil, tuttavia, è ormai preponderante sulla crescita del PIL, con una
buona performance del manifatturiero, delle costruzioni e dei servizi. L’inflazione si mantiene su livelli contenuti intorno
al 3,0%.
Contesto finanziario. L’Arabia Saudita rappresenta il mercato finanziario maggiormente capitalizzato della regione. Il
settore soffre però di una regolamentazione non ancora adeguata ed una corporate governance tendenzialmente riluttante
agli investimenti stranieri.
Contesto operativo. Rischi operativi sono bassi rispetto agli standard dell’area, anche in termini di sicurezza; la progressiva apertura agli operatori stranieri, le riforme legislative e le opportunità di investimento legate allo sviluppo infrastrutturale hanno contribuito a migliorare ulteriormente il business climate. Restano tuttavia limitazioni all’operatività delle
imprese estere in determinati settori, una forte dipendenza dalla mano d’opera straniera per il lavoro non qualificato, una
burocrazia farraginosa affetta da episodici casi di corruzione e limitata trasparenza.
RATING, BUSINESS CLIMATE, KEY FIGURES
Indicatori di rischio
Rating
OCSE
2
S&P’s
AA-
Indicatori di Business Climate
Doing Business 2014
Index of Economic Freedom 2014
Corruption Perceptions Index 2013
2011
PIL (variazione % reale)
Inflazione media annua (%)
Saldo Bilancio pubblico/PIL (%)
Bilancia dei pagamenti
Esportazioni ($ mld)
Importazioni ($ mld)
Saldo transazioni correnti/PIL (%)
Debito estero totale ($ mld)
Debito estero totale/PIL (%)
Riserve valutarie lorde ($ mld)
Riserve valutarie lorde (mesi import.)
Fonte: EIU, settembre 2014
2012
Moody’s
Aa3
Fitch
AA
Attuale
26° su 189
77° su 178
63° su 177
Precedente
22° su 183
82° su 177
66° su 176
2013(s)
2014(p)
Agricoltura
3,3%
2015(p)
8,6
5,8
3,8
4,0
4,4
3,9
11,6
2,9
13,6
3,5
6,4
2,9
3,0
4,0
-0,1
364,7
-120,0
23,7
113,7
17,0
541,1
32,8
388,4
-141,8
22,4
136,3
18,6
656,9
36,6
377,0
-152,7
17,9
152,0
20,3
725,7
36,6
364,8
-162,2
14,8
164,3
21,4
735,9
36,5
362,2
-171,9
11,8
171,7
21,1
771,0
36,4
(s): stime; (p) previsioni
COMPOSIZIONE DEL PIL (2013)
Industria non
manifatturiera
28,6%
Servizi
54,7%
manifattura
13,4%
ARABIA SAUDITA
RAPPORTI CON L’ESTERO:
INVESTIMENTI, OPPORTUNITA’ E INTERSCAMBIO
Bilancia dei pagamenti. Il saldo della bilancia commerciale, in crescita fino al 2012, è previsto in calo anche nel 2014, a
fronte delle minori quotazioni del greggio, di una domanda esterna più debole e di una domanda interna elevata a fronte
degli investimenti infrastrutturali in corso. Il surplus di partite correnti è previsto in calo al 15% del PIL. Sebbene in calo, il
saldo resterà positivo grazie al ruolo del paese di maggior esportatore globale di petrolio.
Settori di opportunità. Il governo mantiene il monopolio del settore petrolifero attraverso l’impresa di stato Aramco. Gli
investimenti stranieri nel settore sono ammessi solo per gli investimenti di base, mentre per la commercializzazione è esclusa un’eventuale apertura a capitali esteri. La crescente domanda di gas ha incoraggiato il governo a sperimentare limitate
aperture agli stranieri anche in questo settore. L’abbondanza di risorse garantisce anche vantaggi competitivi nel settore petrolchimico. Il paese, che ospita i luoghi di culto principali dell’Islam ed è meta di pellegrinaggi, ha visto crescere negli ultimi anni gli investimenti nel settore turistico e si attende conseguentemente un aumento delle entrate legate al settore.
SALDO TRANSAZIONI CORRENTI
INVESTIMENTI DIRETTI ESTERI
180
35
6
30
5
25
160
20
140
25
120
100
4
20
15
3
80
15
10
60
2
10
40
5
1
5
20
0
0
2010
2011
2012
Saldo transazioni correnti (mld USD, asse sxt)
2013
2014
0
2015
0
2010
Saldo transazioni correnti / PIL (%, asse dxt)
2011
2012
2013
IDE (USD mld, asse sxt)
2014
2015
IDE (% PIL, asse dxt)
Commercio e presenza italiana. Nel 2013 il deficit commerciale italiano si è ridotto di oltre il 70% rispetto al 2012, attestandosi a circa EUR 1 miliardo. L’Italia nel 2013 ha importato merci per un valore di circa EUR 5,5 miliardi, costituite
principalmente da petrolio (83% dell’import totale) e prodotti petrolchimici (12,8%). Le esportazioni sono state pari ad un
valore di EUR 4,5 miliardi circa, in crescita dell’11,4% dal 2012, con una prominenza dei settori meccanica strumentale
(31,4%), prodotti energetici raffinati (18,5%), metallurgia (9%) e apparecchi elettrici (8%). Imprese italiane operano nei
settori del petrolchimico, dell’edilizia e dell’alimentare.
INTERSCAMBIO COMMERCIALE CON ARABIA SAUDITA
(2003-2013), € milioni
ESPORTAZIONI IN ARABIA SAUDITA PER SETTORI
(2013,%)
8.000
altro
16,7%
6.000
meccanica
strumentale
31,4%
prod. chimici
4,7%
mobili e altri
manufatti
5,1%
4.000
2.000
gomma, plastica,
materiali da
costruzione
6,6%
0
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
-2.000
app. elettrici
8,0%
metallurgia e
prod. in metallo
9,0%
prod. energetici
raffinati
18,5%
SACE IN ARABIA SAUDITA
Condizioni di assicurabilità
Rischio sovrano:
Rischio bancario:
Rischio privato:
Volturabilità polizza SACE
Senza condizioni
Senza condizioni
Senza condizioni
Si
-4.000
export
import
saldi
CONTATTI
Servizio clienti:
- [email protected]
Ufficio stampa: tel. + 39 06 6736888 - [email protected]
ARABIA SAUDITA
COUNTRY RISK UPDATES
Luglio 2014
Il paese aprirà il proprio mercato azionario agli investitori stranieri. La Capital Market Authority ha annunciato che l’apertura sarà operativa dal 2015, mentre le regole per l’accesso degli investitori esteri al mercato locale saranno rese note nell’arco
del prossimo mese. Il mercato azionario saudita vale USD 530 miliardi ed è uno degli ultimi tra le economie rilevanti in
termini dimensionali a mantenere limitazioni all’accesso degli investitori internazionali. L’apertura potrebbe portare il paese
all’inclusione nell’indice MSCI emerging markets entro il 2017, acquisendo un peso del 4% sull’indice. Il solo allineamento
degli ETF alla composizione dell’indice MSCI-EM garantirebbe all’Arabia Saudita un afflusso di capitali esteri per USD 40
miliardi.
Febbraio 2014
Il governo ha stabilito la formazione di un nuovo polo industriale presso la città di Waad Al-Shamal, nel nord del paese. La
nuova città industriale sarà attiva soprattutto nel settore minerario. Il piano di sviluppo prevede progetti per un controvalore
di USD 9,5 miliardi, tra i quali infrastrutture viarie per collegare il sito ai porti sul Golfo. La Saudi Arabian Mining Company ha già siglato accordi per la costruzione di cinque nuovi impianti per un controvalore di USD 3,6 miliardi. Il nuovo polo
industriale rientra nella strategia di diversificazione del sistema economico e alleggerimento della dipendenza dal settore
petrolifero.
Novembre 2013
Nuovi scontri tra forze dell’ordine e lavoratori stranieri a Riyadh. Alla base dei violenti episodi c’è la stretta sul lavoro irregolare dei lavoratori stranieri, che ha portato all’espulsione di almeno 30 mila persone dal 3 novembre, scadenza della moratoria concessa dal governo agli immigrati per regolarizzare la propria posizione.
Luglio 2013
La Camera di Commercio saudita ha annunciato la cancellazione di 90.000 dei 250.000 contratti d’appalto in essere in relazione alla violazione delle norme sul lavoro irregolare, introdotte dal 2011. Le misure prevedono il rispetto di quote minime
di lavoratori sauditi, differenti in base a settore e dimensione dell’azienda, per ridurre il tasso di disoccupazione giovanile
nel paese (attualmente pari al 30%). La cancellazione dei contratti rischia di colpire duramente il sistema produttivo, in particolare i settori delle costruzioni, trasporti e servizi, mentre la stretta sul lavoro irregolare espone le società interessate al
rischio di penali e multe in conseguenza dei ritardi nell’esecuzione dei contratti.
Aprile 2013
Il governatore di Riyad ha rinviato al 9 giugno il termine ultimo per l’implementazione del sistema “Nitaqat”, che impone
alle imprese di avere in organico una percentuale di cittadini sauditi, che varia a seconda delle dimensioni. La proroga evidenzia le difficoltà delle aziende nell’adeguarsi alle misure, dato l’elevato numero di lavoratori immigrati, da cui settori vitali per l’economia saudita, come le costruzioni e i trasporti, in larga parte dipendono. Proprio il settore costruzioni continuerà
a crescere a ritmi elevati nel 2013 secondo la National Commercial Bank, che stima un +10,5%. A sostenere la crescita saranno anche gli investimenti statali: il governo investirà USD 180 miliardi per costruire 6,9 milioni di unità abitative entro il
2020.
Marzo 2013
La Riyadh Development Authority (RDA) ha approvato un piano di sviluppo per la capitale, dal valore di USD 75 miliardi.
Il piano include più di 3.000 progetti in settori quali edilizia residenziale, trasporti pubblici e infrastrutture di viabilità. L’Arabia Saudita deve far fronte a una cronica carenza di unità abitative e il governo si è impegnato ad aggiungere 500.000 unità allo stock di case esistenti. Si stima che solo il 25-30% dei cittadini sauditi possieda un’abitazione, a causa degli elevati
costi. Di recente sono state approvate tre nuove leggi riguardanti il settore finanziario per dare sostegno al mercato dei mutui
immobiliari.